CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 231 del 13
settembre 2006
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Prosegue l'esame del Testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura" . Concluso il dibattito generale, votato il passaggio agli articoli. I lavori ancora sospesi per permettere alla commissione di esaminare gli emendamenti presentati.
Cagliari 13 settembre - Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Lombardo. La discussione generale sul Testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura" è proseguita con l'intervento del presidente della commissione Cultura Gian Luigi Gessa (PS). L'esponente di Progetto Sardegna ha raccontato "l'esperienza esaltante" della visita della commissione nel museo etnografico degli strumenti musicali di Tadasuni. Spesso - ha detto l'on. Gessa - bisogna visitare i musei per capire luci e ombre di queste strutture. La legge in discussione si preoccupa di diffondere la cultura dei musei (in Sardegna sono 180, forse troppi) e di formare le persone che tramanderanno questo enorme patrimonio alle nuove generazioni. In Sardegna - ha proseguito - ci sono 8.000 nuraghi che potrebbero, opportunamente valorizzati, dare lavoro a tanti giovani che hanno la passione per l'archeologia. L'on. Gessa ha detto anche che si tratta di una legge importante che deve essere adeguatamente finanziata, in caso contrario sarebbe inutile. L'on Atzeri (misto psd'az) ha espresso un parere molto critico sulla legge. E' una norma contraddittoria, con poche certezze per gli operatori e che non è fondata sulla specificità della nostra isola. Una legge così ambiziosa dovrebbe regolare in maniera chiara e certa la materia. Ancora una volta - ha detto - si è persa una grande occasione perché la legge è infarcita di principi altisonanti ma non ci sono regole e procedure chiare. Insomma, è solo una legge che "fotografa l'esistente" e che ci spiega con numerose definizioni che cosa è un museo, che cosa è una biblioteca ecc. Quindi, in questo testo unificato si celebra il "festival dell'ovvio", ci sono le definizioni ma non c'è una valutazione degli strumenti e dei finanziamenti per incentivare lo sviluppo del settore. La vera finalità, per l'on. Atzeri, è favorire l'informatizzazione ed è una legge pensata ad hoc per l'oligarchia universitaria. Così mancano palesi riferimenti alla lingua sarda, non si dice in che modo si possono valorizzare gli strumenti culturali, si ha una visione monumentalistica e accademica lasciando fuori dalla legge la cultura etnica. Insomma, questa legge potrebbe essere applicata in qualsiasi regione d'Italia perché non esalta la nostra specialità. La necessità, per l'on. Atzeri, è recuperare fondi per creare sviluppo nel settore e non dispenderli in mille rivoli. L'esponente del partito sardo d'azione ha, inoltre, citato l'articolo 5 comma 4 che parla di poteri sostitutivi della Regione nel caso in cui non agiscano le province e i comuni. Di fatto, vista la mancanza di trasferimenti agli enti locali, si tratta dell'ennesimo depotenziamento di province e comuni. Molto critico anche sull'istituzione degli osservatori regionali per i musei (articolo 13), delle biblioteche (articolo 16) e della commissione scientifica (articolo 19, 3 comma) che sono l'ennesimo esempio di organismi inutili per sistemare gli amici degli amici. Inoltre, l'articolo 19, 5 comma prevede un doppione della legge regionale de Sa Die che è stata di fatto esautorata da questa disposizione. Infine, l'on. Atzeri ha citato l'articolo 20 (finanziamenti regionali) che è una sorta di "libro dei sogni". L'esponente sardista ha annunciato la sua astensione e quella del suo gruppo perché questa PL fotografa solo l'esistente, favorisce posizioni dominanti e i soliti noti, esautora gli enti locali, non crea sviluppo.
Per la giunta ha preso la parola l'assessore regionale alla Pubblica Istruzione Elisabetta Pilia che ha ricordato l'importanza della legge che finalmente disciplina in maniera organica il settore. Per la prima volta, ha detto l'esponente dell'esecutivo, si sono presi in considerazione non solo i beni materiali ma anche i beni immateriali. Il presupposto fondamentale è quello di mettere ordine nel settore. Riferendosi alle biblioteche, l'assessore ha detto che in Sardegna ce ne sono 343 a carattere pubblico (che ricoprono circa il 90% del territorio); 2 dello Stato (università di Cagliari e Sassari); 15 ecclesiastiche e alcune biblioteche private. Il settore museale in Sardegna è molto frammentato e ai punti di eccellenza si affiancano realtà molto piccole. La giunta non può cancellare le realtà meno importanti: per questo ha deciso di valorizzare l'eccellenza ma di creare tutte le condizioni per migliorare le strutture anche più piccole. A chi ha accusato la legge "di fotografare una realtà esistente" l'assessore Pilia ha risposto che la legge introduce "standard di qualità" ponendosi al passo con le altre regioni, recependo un decreto Melandri del 2001. Sulle troppe definizioni presenti nella legge, l'esponente della giunta ha chiarito che si è trattato di una precisa scelta stilistica legislativa, la stessa adottata in ambito europeo. D'altronde - ha detto l'assessore - è importante dare delle definizioni, perché spesso non sappiamo esattamente di cosa stiamo trattando. E le definizioni garantiscono trasparenza. Per esempio: molti sono convinti che per fare un museo è sufficiente avere un locale storico e appendere due quadri. Così si realizza un museo morto che non interagisce con il territorio. Il museo non è solo una sommatoria di beni che devono essere conservati è anche un modo per far conoscere i beni al pubblico. Un altro aspetto importante della legge è quello di prendere in considerazione l'arte contemporanea (è fondamentale per avere il senso di continuità dell'espressione artistica) e gli scavi archeologici. L'assessore Pilia ha poi chiarito che non si deve fare confusioni tra "parchi archeologici" e "parchi ambientali". In Sardegna ci sono 160 potenziali parchi archeologici di cui soltanto 46 sono gestiti. Dal punto di vista occupazionale potrebbero dare lavoro a tanti giovani sardi. Con l'intervento dell'assessore Pilia si è conclusa la discussione generale. Il presidente Lombardo ha messo in votazione il passaggio agli articoli su cui l'on. Cassano ha chiesto il voto palese. Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Diana che ha annunciato il suo voto contrario in quanto le dichiarazioni dell'assessore non hanno fugato nessun dubbio. L'esponente di AN ha sollecitato ancora una volta una risposta sul 4 comma dell'articolo 2 dichiarando che quel comma è illegittimo. Vota contro il passaggio agli articoli anche l'on. Alberto Randazzo (UDC) che ha chiesto all'assessore di sapere almeno quanti musei ci sono in Sardegna. Come facciamo -ha detto - in assenza di dati certi, a votare sì alla legge? Vota , a favore del passaggio agli articoli l'on. Uras (PRC). Finalmente - ha detto il questore - avremo una legge che disciplina la materia. Il lavoro fatto dalla commissione è pregevole, è un provvedimento articolato, coglie le questioni più significative e le propone alle valutazioni del Consiglio. Essere sempre contrari per questioni di dettaglio è sbagliato. L'on. Rassu (F.I.) ha detto che voterà contro non per i principi che sono encomiabili ed indispensabili ma perché la legge è incompleta, contraddittoria, burocratizzata e non dotata di finanziamenti adeguati. A favore, invece l'on. Caligaris (Sdi- Rnp) che ha sottolineato il lavoro proficuo fatto in commissione e ha auspicato un'approvazione in tempi brevi. Non solo voterà a favore, ma con convinzione, l'on. Silvio Cherchi (Ds). Questa legge crea finalmente un sistema e razionalizza l'intero settore. L'aula ha votato il passaggio agli articoli (presenti 72, votanti 66, sì 40, no 26, 6 astenuti). I lavori sono ancora sospesi per permettere alla commissione di esaminare gli emendamenti . (r.r.) SEGUEApprovati i primi 11 articoli della legge sui beni culturali (Testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura"). I lavori proseguiranno domani mattina a partire dalle 10
Approvati stasera dopo la replica dell'assessore Pilia che ha concluso la discussione generale, i primi undici articoli del Testo unificato per la salvaguardia dei beni culturali della Sardegna. I lavori, presieduti inizialmente dalla vice presidente Claudia Lombardo, e successivamente dal Presidente Giacomo Spissu e dal vice presidente Eliseo Secci, si sono protratti fino a tarda serata.
Numerosi gli interventi sugli articoli e sugli emendamenti. Hanno preso la parola anche più volte i consiglieri Nicolò Rassu (Fi), Mario Diana (An), Beniamino Scarpa (Psd'Az), Paolo Pisu (Rc), la relatrice Francesca Barracciu (Ds), Maria Grazia Caligaris (Sdi Rnp), l'assessore alla pubblica istruzione Elisabetta Pilia, Antonello Liori (An), Attilio Dedoni (Riformatori).
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10. (L.P.)