CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 230 del 13 settembre 2006

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Rinviata in commissione la Proposta di legge n. 246 "Orari di apertura degli esercizi commerciali. Modifica della legge regionale 18 maggio 2006, n. 5". Al via il dibattito generale sul Testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura"

Cagliari 13 settembre 2006 - Sono proseguiti stamattina, sotto la presidenza dell'on. Eliseo Secci, i lavori del Consiglio regionale. Il primo punto all'ordine del giorno prevedeva l'elezione dei due rappresentanti del Consiglio di amministrazione dell'Isre. L'on. Biancu (La margherita) ha chiesto il rinvio delle nomine e l'esercizio, da parte del presidente del Consiglio regionale, dei poteri sostitutivi. Il presidente ha rinviato le nomine ed è passato al secondo punto all'ordine del giorno che prevedeva l'esame della proposta di legge n. 246 sugli orari di apertura degli esercizi commerciali. L'on. Giagu, presidente della commissione commercio, tra l'altro primo firmatario della PL, ha chiesto il rinvio della legge in commissione per necessità di approfondirla e modificarla. L'on. Amadu (UDC), intervenendo sul regolamento, ha ricordato che l'approvazione della legge è urgente. Pertanto, se l'aula dovesse accogliere la proposta dell'on. Giagu sarebbe necessario fissare un termine (massimo di un mese) entro cui il testo di legge deve tornare all'esame del Consiglio. L'on. Francesco Sanna (La margherita) ha detto di essere favorevole al rinvio in quanto la legge merita un approfondimento. Contrario al rinvio, invece, l'on. Capelli (Udc) che ha detto di non capire perché un provvedimento approvato all'unanimità debba essere mandato nuovamente in commissione. "Abbiamo l'occasione d applicarla immediatamente - ha detto - emendiamo il testo, ma approviamolo subito". Il capogruppo dell'Udc ha chiesto all'assessore competente che fine aveva fatto il Piano regionale delle grandi strutture di vendita di cui non si ha più notizia. A favore del rinvio in Commissione l'on. Caligaris (SDI-RNP) che ha chiesto maggiori approfondimenti e più garanzie per i lavoratori del commercio. Dello stesso parere anche l'on. Silvio Cherchi (Ds) che ha invitato ad una maggiore riflessione sulla materia. Concorda con la proposta di rinvio anche l'on. Bruno (PS) che ha sottolineato la necessità di accorciare i tempi perché la legge dovrebbe restare in commissione non più di 10 giorni. D'accordo sulla rapidità anche il presidente della commissione commercio on. Giagu che ha assicurato che la commissione lavorerà in tempi strettissimi ma che è utile chiarire la posizione di tutti e riprendere i contatti con l'esterno. L'on. Giagu ha assicurato che i lavori dureranno 15 giorni e poi il nuovo testo potrà tornare all'esame dell'aula. L'assessore al commercio Luisanna Depau ha espresso la posizione della giunta che è quella di riportare il testo di legge all'esame della commissione e adeguarlo al decreto Bersani. L'esponente dell'esecutivo ha concordato sul fatto che i tempi devono essere brevi perché la Sardegna ha bisogno di una legge in materia. Rispondendo all'on. Capelli, l'assessore ha detto che il Piano per le grandi strutture di vendita è stato approvato dalla giunta e inviato in commissione. L'assessorato, comunque, sta lavorando a una revisione del testo alla luce della Legge numero 5 del 2006. Il presidente Secci ha messo in votazione la proposta dell'on. Giagu (rinvio della PL in commissione con impegno di esitarla entro 15 gg). La proposta è stata accolta e il testo di legge è tornato all'esame della commissione competente. L'aula ha proseguito i suoi lavori con l'esame del testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura. La relazione è stata fatta dall'on. Francesca Barracciu (Ds) che ha ricordato che è una proposta di legge complessa che nasce dall'accorpamento di più provvedimenti legislativi su cui l'ottava commissione ha lavorato a lungo per licenziare (senza voti contrari) un testo che servisse da spartiacque tra il passato e il presente nella gestione dei beni culturali. Il metodo di lavoro scelto dalla commissione - ha detto l'on. Barracciu - è stato particolarmente incisivo: si è basato sulla conoscenza attraverso numerosi sopralluoghi nei musei. Infatti, il lavoro legislativo non poteva prescindere da una conoscenza diretta della realtà. Una realtà eterogenea e importante, spesso sopravvissuta solo grazie alla buona volontà dei singoli. Con l'approvazione di questa legge le cose devono cambiare anche grazie ad un serio piano di investimenti (il settore non può autofinanziarsi e quindi non si può rinunciare all'intervento pubblico) che tenderà a far raggiungere a tutte le unità un minimo standard di qualità. Con la legge, all'esame del Consiglio, si tuteleranno anche i lavoratori del settore che hanno, spesso, contratti precari e retribuzioni inferiori rispetto ai ruoli che svolgono. In Sardegna c'è una notevole frammentazione delle strutture. Attualmente sono 180 e occupano circa 818 lavoratori (di cui 500 nei musei e 318 nelle biblioteche e negli altri siti). I musei sardi si caratterizzano perché sono dei "contenitori di cose preziose", per la loro staticità e per la poca propensione a proiettarsi verso l'esterno. Le cose devono cambiare e questa legge - ha proseguito l'on. Barracciu - servirà a portare avanti il processo di Autonomia anche nel settore beni culturali, esaltando il ruolo degli enti locali che saranno gli attori principali nella salvaguardia e tutela di questo patrimonio di inestimabile valore. L'on. Barracciu dopo aver ricordato la proposta fondamentale della Margherita di istituire gli Ecomusei e quella dei Riformatori che hanno proposto la Rete regionale museale dell'emigrazione, ha auspicato l'approvazione urgente della legge. Il primo intervento è stato quello dell'on. Claudia Lombardo che ha ricordato il lungo iter legislativo a livello nazionale che riguarda la materia dei beni culturali. Sino ad oggi in Sardegna - ha detto la vicepresidente del Consiglio regionale - il settore dei beni culturali è stato caratterizzato da una legislazione frammentaria e disorganica. L'on. Lombardo ha aggiunto di essere assolutamente contraria al fatto che nel testo unico venga inserita anche il sistema bibliotecario che merita una legge di settore apposita. L'unico intervento normativo in materia di biblioteche risale, infatti, al 1950 e la materia è talmente complessa e importante per l'isola che non può far parte di un testo generale che riguarda tutta la materia dei beni culturali. Attualmente esistono in Sardegna 270 biblioteche su 377 comuni. Spesso le biblioteche sono restate aperte solo grazie al lavoro di operatori illuminati che hanno operato cercando di superare mille difficoltà. Per l'on. Lombardo ora i tempi sono maturi per approvare una legge quadro per le biblioteche. La vicepresidente del Consiglio è stata molto critica anche sull'istituzione, prevista nella legge, degli osservatori regionali dei musei e di quello per le biblioteche. Sono un inutile appesantimento - ha sottolineato - a cosa serviranno se il presidente Soru non tiene conto neanche del parere di una commissione consiliare? Per l'on. Lombardo questi due osservatori sono l'ennesima espressione della volontà della maggioranza di creare la moltiplicazione delle poltrone. L'on. Cerina (PS) si è augurata che questa proposta di legge sia solo la prima di una lunga serie di interventi legislativi che riguarda la cultura. Il merito della legge - ha detto la consigliera di Progetto Sardegna - è quella di essere una legge complessiva , non una legge di settore. L'on. Cerina ha ricordato l'importanza degli eco musei e della rete museale per l'immigrazione che proietta la cultura sarda in ambito internazionale. E' una legge che nasce in linea con la legge nazionale e che si basa su una ridefinizione, in maniera moderna, del concetto di tutela e di valorizzazione dei beni culturali. Questi ultimi, infatti, non devono essere considerati solo un reperto o un fossile da conservare in un museo, ma come risorsa culturale ed economica. Sul metodo di lavoro, l'on. Cerina ha detto che per tutelare i beni è necessario conoscerli. Pertanto, è stata utilissima l'esperienza di visitare alcuni siti della Sardegna.
I lavori proseguono r.r. (SEGUE)

Prosegue il dibattito generale sul Testo unificato "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura"

Tutti d'accordo sugli obiettivi di fondo concernenti riordino del patrimonio culturale e la riorganizzazione dell'offerta, critiche all'opposizione per quanto concerne le proposte concrete contenute nel provvedimento in discussione.
Il dibattito è proseguito speditamente (prima sotto la presidenza del vice presidente Eliseo Secci, poi del Presidente Giacomo Spissu) ed in maniera pacata ma non per questo meno incisivo con l'intervento del consigliere Ds, Vincenzo Floris. "Una legge importante ha più volte sottolineato dalla cui corretta gestione dipende la possibilità di dare nuove occasioni di sviluppo anche economico". La necessità di allargare la stagione turistica trova riscontro nell'urgenza di un'offerta culturale adeguata, "da qui la necessità di riflettere sulla gestione del patrimonio culturale" Con un occhio particolare alla valorizzazione dell'arte contemporanea nelle sue varie forme, Floris ha sottolineato la validità della proposta di dare ruolo agli "ecomusei".
Fuori dal coro, come egli stesso ha voluto definire il proprio intervento, il consigliere Mario Diana (An). "Troppa attenzione a musei che non hanno un grande patrimonio culturale, meglio puntare su quelle strutture che possono veramente offrire qualcosa di importante e significativo". Critico Diana sulle competenze che la Regione vuole assumersi: "Intende attribuirsi i compiti delle sovrintentendenze dei beni culturali: un fatto grave, e forse anche motivo di impugnazione della legge". Diana ha quindi criticato troppe iniziative pseudoculturali che polarizzano un flusso di visitatori spropositato, dirottandolo dai siti culturali ben più significativi. "E' una presunzione affermare che questa legge possa porre ordine nel settore".
Incondizionata soddisfazione per la legge in discussione da parte del Consigliere Ciriaco Davoli: "Il perchè di questa legge è presto detto: abbiamo un patrimonio immenso che deve essere valorizzato e conosciuto adeguatamente". Illustrando il lungo lavoro della Commissione cultura di cui egli fa parte, ha ricordato gli autentici tesori culturali sconosciuti ai più che singoli cittadini appassionati e cooperative giovanili in tutta la Sardegna hanno recuperato e stanno conservando. "E' il caso di Masullas, e delle decine di migliaia di reperti minerari e paleontologici raccolti in 40 anni, o l'esempio di Seulo: dove giovani hanno deciso di restare nel loro paese per valorizzarne le peculiarità culturali". "Questa legge permetterà in collaborazione con il ministero di portare avanti le ricerche archeologiche".
Fortemente soddisfatto anche il consigliere Ds Franco Sanna, "Una risposta corretta per la salvaguardia, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale". Con questo provvedimento trova applicazione il principio secondo cui "la cultura non deve essere vista come un business, ma come l'identificazione di una comunità con la propria memoria storica". Sostenendo la valorizzazione del patrimonio culturale anche per le implicazioni di vita sociale che vengono riflesse, un pregio importante della legge è quello di percorrere la via del "locale" nella gestione del patrimonio culturale.
"Concordi sull'obiettivo di fondo della tutela del patrimonio culturale, ma perplessità sui metodi e sulla ripartizione dei costi", così Alberto Randazzo (Udc), che ha criticato l'incontrollato proliferare di musei e siti culturali. "Quali risorse da destinare al bene culturale in sè -ha chiesto Randazzo- al netto delle spese ingenti per il personale?". Secondo il consigliere dell'opposizione occorrerebbe fare in modo che le strutture culturali siano in grado di autofinanziarsi parzialmente. "D'accordo sul fare la riforma, ma si devono creare condizioni per ammortizzare i costi".
Positivo anche il giudizio del Presidente della IV commissione, Peppino Pirisi (Ds). "Si pone ordine in un settore molto importante, salvaguardia la nostra storia e il patrimonio artistico". Desolante però, ha detto Pirisi, il calo di tensione che si registra in aula quando si affrontano questi temi al posto dei metri cubi e degli indici urbanistici. "La cultura ha molta strada da fare in Sardegna, dobbiamo valorizzare tutti gli artisti che appartengono a questa isola, ed è necessario un rapporto sinergico fra scuola e sistema museale e bibliotecario". Cero non mancano le perplessità su alcune questioni che saranno certamente corrette, ha detto, ad esempio "la scelta di creare un museo nuragico da 40 milioni a Borgo S. Elia; meglio sarebbe dove vi è una maggiore concentrazione di reperti".
Critico il Consigliere Attilio Dedoni (Riformatori) anche se ritiene che con adeguate correzioni e miglioramenti possa esservi maggiore condivisione. Più spazio agli aspetto culturali legati al mondo dell'emigrazione, ad esempio, e maggiore attenzione alle numerose cooperative e soggetti che oggi appaiono fortemente mortificati. "La cultura è troppo spesso ignorata rispetto agli interessi sui metri cubi -ha proseguito Dedoni- altri popoli dalla cultura riescono a trovare forte sostegno allo sviluppo". "Da tempo si attendeva una riforma, anche se questa legge sembra contenere tre proposte di legge, ciascuna delle quali avrebbe avuto necessità di maggiore approfondimento".
Terminato l'intervento del consigliere dei Riformatori, il Presidente Spissu ha quindi chiuso la seduta che riprenderà questo pomeriggio alle ore 16,30. (L.P.)