CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 227 del 7
settembre 2006
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Il presidente Soru in ritardo, seduta aggiornata alle ore 19.
Cagliari, 7 settembre 2006 - Slitta alle 19 l'inizio dei lavori del Consiglio per il mancato arrivo del presidente Soru, che dovrà riferire in aula sulle decisioni della Giunta in merito all'approvazione del Piano paesaggistico regionale. La richiesta è dell'opposizione, che da ieri occupa l'aula consiliare in segno di protesta. L'on. Soru è impegnato a Roma per impegni istituzionali e prevedeva di prendere l'aereo nel primo pomeriggio. Ma il programma è saltato. Aprendo la seduta, alle 17, ora fissata, il presidente del Consiglio, on. Spissu, ha annunciato il contrattempo ed ha aggiornato l'aula alle 19. L'arrivo del presidente Soru a Cagliari è previsto per le 18,30. (adel)Soru in Consiglio: il Piano paesaggistico difende valori ambientali ed economici. Le future generazione ci saranno riconoscenti.
Alla ripresa dei lavori ha preso la parola il Presidente Soru.
Con l'approvazione, da parte della Giunta regionale, del Piano paesaggistico si è concluso un lungo processo nato in campagna elettorale sul nuovo modello di sviluppo della Sardegna, un progetto che ha nella tutela delle coste, dell'ambiente e del paesaggio gli aspetti più qualificanti. Lo ha detto il presidente della Regione, on. Soru, intervenendo in Consiglio per riferire sul provvedimento dell'esecutivo che ha suscitato "prevedibili" reazioni, perché "tocca interessi importanti" e suscitato "discussioni forti". Con l'approvazione del Piano è stato assolto, nei tempi indicati, un impegno preciso - ha detto - attuato con la concertazione con gli enti locali e le parti sociali. L'obiettivo è quello di mantenere il patrimonio intonso così com'è, "di non consumare altre porzioni di territorio". Decisione, assicura il presidente, "non prese a cuor leggero", ma con la consapevolezza di ribadire che "ambiente è paesaggio sono beni di valore pubblico". Un piano severo, ma, allo stesso tempo - ha sottolineato Soru - che sembrerebbe, a sentire le opinioni di alcuni, troppi spazi alla discrezionalità del presidente. In realtà non c'è alcuna discrezionalità da parte della Regione, né alcun arbitrio in mano a chicchessia; la scelta "è radicale, convinta e coraggiosa e poggia su un principio assoluto: sulla fascia costiera, entro poco più di 2 km, non si costruirà più". Si costruirà, ma con regole certe, previa predisposizione, da parte dei Comuni, dei Puc, nei centri urbani, evitando crescite disordinate. Per i centri storici sarà necessario un piano particolareggiato.
Dove è stato costruito, sulle coste, sarà possibile intervenire per riqualificare, per trasformare seconde case sotto utilizzate in attività alberghiere, godendo, per iniziative virtuose, di una premialità delle cubature esistenti. Sarà un Piano destinato a penalizzare l'economia, in particolare quella turistica? Concludendo, il presidente Soru ha detto d'essere convinto del contrario. L'andamento della stagione lo dimostrerebbe. Ma a parte i dati sulle vacanze (incoraggianti), qui è in gioco il futuro della Sardegna, quel patrimonio che, con questo Piano, "noi consegneremo alle generazioni future, che ci saranno riconoscenti", (adel)Interrotti i lavori del Consiglio regionale. Il dibattito dopo le dichiarazioni del Presidente Soru sul Piano Paesaggistico regionale riprenderà domani mattina alle 10.
Dopo l'intervento del presidente della Regione Soru è intervenuto l'on. Sanciu (Forza Italia) che ha detto che ancora una volta la politica si è scontrata con il muro che il presidente Soru ha eretto in questi ultimi due anni. "Non è nel nostro stile alzare la voce e mostrare i muscoli - ha affermato - noi siamo per il libero confronto anche acceso, siamo per il rispetto del pensiero di tutti, anche dei nostri avversari". Per l'on. Sanciu la maggioranza è stata umiliata dal presidente Soru che ha escluso i partiti più piccoli del centrosinistra e ha ridicolizzato i più grandi. Sull'occupazione dell'aula consiliare da parte dell'opposizione , il consigliere "azzurro" ha detto che il centrodestra è stato costretto ad occupare per protestare contro le modalità di approvazione del piano. Sanciu ha definito "mielosa" la politica dell'assessore Gian Valerio Sanna che ha convocato a Cagliari tutti gli amministratori locali per poi ignorarne totalmente il parere. L'opposizione - ha aggiunto - non può più tollerare atti di prevaricazione e di spregio come la frase che il presidente Soru avrebbe detto ai suoi alleati "o si approva il PPR o si va tutti a casa". Per Sanciu questo piano si presterà a innumerevoli ricorsi e la Sardegna sarà costretta a far fronte a una valanga di indennizzi. La Sardegna è in piena emergenza istituzionale e si assiste allo scippo delle prerogative degli enti locali. "Con questo Piano - ha concluso Sanciu - non si salvaguarda il territorio sardo ma anzi si permette ad "alcuni" di usarlo a proprio piacimento". Per L'on. Licandro (F.I.) il presidente Soru si comporta da re della Sardegna. Credendo di essere in una monarchia assoluta non tiene in nessun conto il parere neanche di chi gli ha dato il potere. A questo punto, visto il cronicizzarsi del comportamento del presidente Soru, il consigliere di Forza Italia ha detto che l'aula deve interrogarsi non solo sul PPR ma sul ruolo che oggi ha il Parlamento della Sardegna. Per Licandro siamo arrivati alla massima rappresentazione dell'assenza di poteri. Il dibattito di oggi , infatti, si sarebbe dovuto aprire prima dell'approvazione del piano da parte della giunta. Ecco spiegate le ragioni dell'occupazione dell'aula da parte dell'opposizione. Molto critico anche l'on. Diana (AN) che ha chiamato il presidente Soru "collega" perché non è degno di essere annoverato tra i presidenti della Regione. "Nel suo intervento non ci ha detto niente di più di quello che abbiamo letto stamattina nel Corriere della Sera. Lei dice di "avere rispettato il percorso" - ha continuato Diana - ma rispettare il percorso non vuol dire fare le cose per bene. Lei dice di non avere interessi, è probabile (ma Diana ha ricordato quando Renato Soru prima di diventare presidente voleva acquisire la Starwood) che ora lei non abbia interessi diretti. Lei dice che in questo piano non c'è discrezionalità mentre la discrezionalità è totale. L'on. Diana ha illustrato che in questo periodo c'è la corsa da parte degli imprenditori ad acquisire terreni dove "apparentemente non si può costruire". Quale è l'interesse - ha chiesto - di questi imprenditori? Cosa li spinge ad acquistare dove non è possibile realizzare nessun tipo di intervento? Questo Piano è una legge per oggi e per domani - ha proseguito Diana- in futuro, un'altra maggioranza potrebbe decidere di modificare il PPR e quindi l'investimento a basso costo di oggi potrebbe rendere, nel lungo periodo, moltissimo. Per Diana alla maggioranza la situazione sta sfuggendo di mano. Non è solo un problema di PPR, ma anche di gassificatore, di metanodotto, di area minerarie dimesse. E' legittimo che la giunta si occupi di queste materie ma il Consiglio deve essere informato. Abbiamo sopportato anche troppo - ha concluso - ci deve essere una levata di scudi anche della maggioranza. L'on. Caligaris (SDI - RNP) ha definito il piano "importante", di grande fondatezza normativa e di rilievo vitale per il futuro del territorio sardo. Il PPR - ha aggiunto - rientra nelle scelte di programma e va ascritto tra gli obiettivi raggiunti dalla coalizione. Le conclusioni, però, non soddisfano pienamente la RNP soprattutto dopo il lavoro capillare ed esaltante della commissione. Anche l'on. Caligaris vede in alcuni aspetti del Piano vizi di legittimità che potrebbero sfociare in contenziosi giurisdizionali. Magari sarebbe stato più opportuno accogliere le richieste di rinvio per approfondire la materia e permettere a tutte le forze politiche, anche le più piccole, di discutere e dare il loro apporto nella fase di stesura del Piano. "Il principio democratico del confronto parlamentare libero - ha detto l'on. Caligaris - è un valore positivo irrinunciabile. Ma sempre più spesso - ha aggiunto - ogni richiesta di un singolo consigliere, più che un apporto costruttivo, sembra solo un fastidio. Per l'esponente della Rosa Nel Pugno non può essere accettato il principio che le decisioni per i sardi siano prese solo da alcune persone. Se questo dovesse diventare una prassi - ha affermato - sarebbe meglio affrontare subito il problema della legge elettorale e poi rimettere il mandato. L'on. Mario Floris (Uds) ha detto che il piano presenta numerosi aspetti di illegittimità e che espropria i comuni e gli enti locali dalle loro prerogative in materia di Urbanistica. Inoltre, ancora una volta il presidente Soru ha disconosciuto la funzione del Consiglio regionale. "Ringraziamo il presidente Soru - ha detto ironicamente Mario Floris - di avere illustrato il Piano a cose fatte". Un piano su cui non possiamo neanche dare un parere perchè non abbiamo ancora visto le carte. Per il leader dell'Uds ormai ci troviamo agli antipodi delle regole di democrazia. Infatti, in una democrazia come la nostra il compito di formare i principi generali spetta statutariamente al Consiglio regionale mentre al presidente della Regione e agli assessori spetta la funzione di governo. Quindi il PPR approvato dalla giunta è un atto di arbitrio e di prevaricazione. Il Consiglio regionale, ancora una volta, è stato espropriato delle sue prerogative. Per Floris le norme contenute nel Piano complicheranno i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione e premieranno coloro che sapranno ritagliarsi corsie preferenziali con gli amministratori di turno. L'ex presidente della Regione ha ravvisato nel PPR alcuni conflitti di interesse sia in capo a coloro (consulenti, ingegneri, ecc.) che hanno aiutato la giunta nella stesura, sia in capo al presidente Soru che ha degli interessi urbanistici. Per fugare ogni dubbio sarebbe stato meglio che il PPR fosse approvato con atto consiliare e non con atto amministrativo della giunta. "Con questo piano - ha aggiunto - si vuole consegnare la Sardegna ai poteri forti e ai ricchi distruggendo la piccola proprietà". Per Floris mai, come in questa vicenda, il Consiglio è stato così umiliato e vilipeso. L'on. Ladu (Fortza Paris) ha detto che il presidente Soru sta facendo cose totalmente diverse da quelle enunciate ai sardi durante la campagna elettorale. Ancora una volta - ha affermato - si è consumata una grave frattura tra giunta regionale e Consiglio. L'Assemblea, per Ladu, è stata presa in giro perché le proposte avanzate durante i lavori della commissione non sono state neanche prese in considerazione. La maggioranza dopo aver manifestato aperto dissenso ha , ancora una volta, chinato la testa davanti al volere del presidente Soru. Per Ladu il Piano è uno strumento dannoso per la Sardegna perché è uno strumento discrezionale nelle mani della giunta e perché non fissa regole certe. Inoltre, blocca lo sviluppo turistico della Sardegna, penalizza le zone agricole e favorisce i grandi proprietari terrieri. L'on. Uras (PRC) pur ribadendo di difendere le prerogative del Consiglio regionale ha definito l'approvazione del PPR "un grande successo" sia perché non si poteva più stare senza una normativa efficace in materia di urbanistica, sia perché si introducono, finalmente, dei vincoli di salvaguardia. Inoltre, il PPR è frutto di una politica che non ha fatto "sconti" a nessuno. La nostra terra - ha detto l'esponente di rifondazione - è l'unica, vera risorsa che abbiamo: dobbiamo salvaguardarla. Sui dubbi di legittimità sollevati da alcuni consiglieri regionali (perché il Piano è stato approvato dalla giunta e non dal consiglio regionale) l'on. Uras ha ricordato che anche la pianificazione paesaggistica precedente era stata approvata solo dalla giunta e il tribunale l'aveva bocciata non certo per questo ma perché c'era una carenza di vincoli. L'on. Farigu in apertura di intervento ha chiesto al presidente del Consiglio se era legittima una convocazione dell'assemblea per dichiarazioni del presidente della Regione su un atto già completo. Per Farigu sarebbe stato più opportuno, dato che l'atto è già perfetto, convocare il Consiglio per discutere una mozione di fiducia al PPR. L'on. Farigu ha espresso preoccupazione per l'azione di desautoramento del Consiglio regionale e ha definito il presidente Soru "figlio della crisi dei partiti", la giunta "un esecutivo fantasma e sotto ricatto". Il consigliere regionale ha chiesto al presidente Spissu di difendere strenuamente l'autonomia. L'ultimo intervento è stato quello dell'on. Gavino Manca (La Margherita) che ha espresso soddisfazione per l'approvazione del Piano paesaggistico regionale. Questo piano paesaggistico - ha detto - sana una assoluta carenza normativa che esiste dal 1999. Per l'on. Manca il piano Paesaggistico regionale è un buon documento che ha il requisito della chiarezza e l'obiettivo di salvaguardare l'ambiente e il paesaggio puntando ad uno sviluppo sostenibile e duraturo della nostra isola. Il confronto - ha aggiunto - spesso è stato duro e aspro ma è stato costruttivo perché ha permesso di raggiungere un buon risultato naturalmente senza dimenticare che il Piano può essere migliorato. La nuova legge urbanistica, le direttive sull'agro ormai datate e in attesa di rivisitazione, il piano regionale per il turismo sostenibile saranno momenti di confronto importanti che porteranno al perfezionamento degli obiettivi che il PPR si pone. L'esponente de la Margherita ha ricordato che in materia di agro ha manifestato più volte vedute diverse da quelle dell'esecutivo. Una disparità di opinione che non gli ha mai precluso di sostenere il Ppr con forza e determinazione. I dubbi e le perplessità - ha proseguito l'on. Manca - sono linfa vitale del confronto che, se fatto alla luce del sole e con onestà intellettuale, porta a determinare le scelte giuste e a saper riconoscere l'interesse superiore della nostra Regione rispetto alle ragioni dei singoli.
Dopo l'intervento dell'on. Manca il presidente Spissu ha interrotto i lavori che riprenderanno domani mattina alle 10. (r.r.)