CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 219 del 1
agosto 2006
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In apertura il presidente aveva comunicato l'avvenuta presentazione di:
Esame degli articoli e degli emendamenti del disegno di legge "Disciplina di riordino degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) mediante la loro trasformazione nell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA).
Cagliari, 1 agosto 2006 - Con la votazione per il passaggio all'esame degli articoli, è cominciata stamane la tornata del Consiglio regionale che ha all'ordine del giorno il DL 94 (Disciplina di riordino degli Istituti autonomi delle case popolari, mediante la loro trasformazione in Azienda regionale di edilizia abitativa). Dopo una richiesta di verifica del numero legale da parte dei gruppi di opposizione, che è risultato sussistere, il presidente di Turno della seduta, la vicepresidente Claudia Lombardo, ha annunciato che la commissione di merito aveva necessità di riunirsi per una verifica dei diversi emendamenti presentati. Ha pertanto sospeso per mezz'ora i lavori del consiglio. (L.P.)
Dopo la lunga sospensione per consentire il riordino degli emendamenti presentati da parte degli uffici, il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori con l'esame degli articoli e degli emendamenti. Il titolo della legge è stato approvato senza discussione. Sull'articolo 1 (Finalità) e sugli emendamenti presentati sono intervenuti, anche più volte, gli on. Caligaris (Sdi - RNP), Capelli (Udc), Orrù (Ds), Artizzu (AN), Ladu (Fortza Paris), Vargiu (Riformatori).
L'on. Capelli (Udc), nel suo intervento, ha spiegato la filosofia degli emendamenti presentati dall'opposizione, una filosofia completamente diversa da quella della maggioranza. "Noi - ha detto - vogliamo razionalizzare l'edilizia residenziale pubblica. Riteniamo che la Regione non debba essere gravata dalle proprietà immobiliari che devono, invece, gravare sui comuni che agiranno con la regia dello IACP o dell'Agenzia". Per Capelli lo spirito degli emendamenti 10 e 11 è proprio quello di riconoscere i comuni come attori principali dell'edilizia residenziale pubblica. Per il vicecapogruppo dell'Udc questa legge, una volta approvata, si presta ad essere impugnata. Il DL, inoltre, creerà un ulteriore appesantimento del sistema legislativa, non creerà risparmio e genererà problemi di personale. Per l'on. Orrù (DS) l'articolo 1 è il frutto del lavoro intenso che si è svolto in commissione e che ha notevolmente ampliato la portata di questo Disegno di Legge. Sono stati così introdotti i concetti di "concertazione istituzionale" e di "erogazione di servizi ancorati alla carta dei servizi" che non erano presenti nel testo originario. L'on. Orrù ha invitato l'on. Caligaris a ritirare gli emendamenti 1 e 2. L'invito è stato accolto. L' emendamento 11 (Capelli e più) è stato bocciato. L'articolo 1, invece, è stato approvato dall'aula. Sull'emendamento aggiuntivo n. 9 sono intervenuti, per dichiarazione di voto, gli onorevoli Capelli dell'Udc (la maggioranza votando contro questo emendamento vota contro gli ultimi della società) e Artizzu di Alleanza Nazionale ( ha dichiarato di essere sorpreso dall'atteggiamento della maggioranza che vota contro degli emendamenti a forte impatto sociale). Gli emendamenti 9 e 10, 12 e 13, tutti della minoranza, sono stati bocciati. Sull'articolo 1 bis (Funzioni della Regione) sono intervenuti gli on. Capelli (Udc) e Vargiu (Riformatori). L'on. Capelli ha detto che l'indifferenza che la maggioranza sta dimostrando verso le fasce più deboli della popolazione è preoccupante. Per l'esponente dell'Udc la maggioranza sta rasentando il ridicolo. Si parla di deleghe, di scontri istituzionali tra Regione e Stato e poi in aula si approvano leggi che ripropongono il centralismo regionale e che, certo, non onorano le istituzioni sarde. L'on. Vargiu (Riformatori) ha detto che le ultime tre leggi approvate dal Consiglio dimostrano che c'è, da parte della maggioranza una visione schizofrenica. Per Vargiu questa legge è un'occasione persa. (R.R.) SEGUE
In Aula la legge che trasforma gli IACP in Azienda regionale. Prosegue la discussione. L'opposizione chiede che il patrimonio immobiliare sia trasferito ai Comuni.
Dibattito prolungato sulla parte del disegno di legge - che riforma gli Iacp in Azienda regionale per l'edilizia abitativa (Area) - scritto dalla Commissione a completamento della proposta della Giunta. In cinque articoli aggiuntivi (dall'uno bis all'uno sexies) si precisano, rispettivamente, funzioni della Regione, compiti delle Province e dei Comuni, monitoraggio della condizione abitativa e definizione e compiti dell'Azienda. L'opposizione contesta che la legge non deleghi abbastanza e registri (on. Ladu di Fortza Paris) "la presenza asfissiante della Regione, poco propensa a decentrare". Se l'impalcatura della legge va bene, la sua articolazione presenta vistose lacune, ad esempio nei rapporti tra Area e i Comuni. La giunta, con l'assessore dei Lavori pubblici, Mannoni replica: la scelta di campo è quella di coinvolgere gli enti locali. Area è un soggetto esclusivamente tecnico.
Approvato l'1 bis che definisce le funzioni della Regione e l'1 ter, sui compiti delle Province, sul successivo (1 quater, compiti dei Comuni) l'on. Vargiu (Riformatori) insiste: se Area tiene in capo a sé il patrimonio abitativo ex Iacp, si incarta da sola essendo complessa la gestione. Sorprende che la Giunta prescriva ad alcuni enti "una cura dimagrante" - nel senso che ne riduce le competenze - e ad altri no. In ogni caso - ha aggiunto l'on. Ladu - il ruolo dei Comuni non è definito con precisione; non solo, ma si perde di vista un obiettivo primario, quello di favorire che gli assegnatari di oggi siano i proprietari di domani. Un mutismo, quello della Giunta e della maggioranza, che Ladu definisce disinteresse e che fa perdere un'occasione perché i Comuni diventino protagonisti della politica edilizia popolare.
Replica del relatore, on. Orrù (Ds): la riforma (che è tale) può piacere o no, può essere migliorata, ma non è "un passo indietro", semmai interrompe un lungo silenzio (una sola legge, la 13 del 1998, si era occupata della materia stabilendo i criteri di assegnazione degli alloggi). Rispetto alle vecchie procedure, i Comuni hanno un ruolo più ampio anche nella programmazione. La "vacanza" di iniziative di settore provocano la replica dell'on. Ladu (Fortza Paris), che ricorda gli interventi di edilizia residenziale popolare pubblica attuati recuperando, nel 2003, somme per 250 miliardi di vecchie lire.
Ma la schermaglia è breve; l'articolo 1 quater è approvato.
Sull'1 quinques (monitoraggio della condizione abitativa, affidata all'Osservatorio economico che dovrà definire: fabbisogno abitatito, interventi pubblici, rilevazioni congiunturali e strutturali, modalità di utilizzo del patrimonio) l'on. Caligaris (Sdi-Rnp) chiede che l'indagine sia estesa allo stato degli immobili, comprese le parti condominiali e i quartieri di ubicazione, ai canoni e sulla disponibilità all'acquisto da parte degli assegnatari.
Ma l'emendamento non è accolto. In precedenza, l'on. Vargiu (Riformatori) aveva insistito sulla necessità di un "federalismo municipale", nella filosofia che il soggetto gestore debba deve essere più vicino al cittadino.
L'articolo 1 quinques è approvato.
Dell'articolo 1 sexies si inizia la discussione con il primo intervento, quello dell'on. Capelli (Udc). La configurazione del nuovo soggetto (Area) è, per alcuni aspetti, molto simile a quello dei vecchi Iacp. Giudizio che non viene solo dai banchi della minoranza - ha detto - ma anche dal ("vostro") Consiglio delle Autonomie, per il quale le procedure decisionali sono sostanzialmente più complesse rispetto a un passato che si vuole cancellare.
Si riprende alle ore 16. (adel)