CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 218 del 28
luglio 2006
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Dibattito generale sul disegno di legge "Disciplina di riordino degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) mediante la loro trasformazione nell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)
Cagliari, 28 luglio 2006 - Sulla strada delle riforme arriva in aula la legge di riforma degli Istituti autonomi delle case popolari (Iacp) che dopo un lungo o onorato (sino a un certo punto) servizio vanno in pensione; saranno sostituiti da un'agenzia regionale che si chiamerà Area (Azienda regionale per l'edilizia abitativa). Una riforma necessaria per superare lo stato di difficoltà permanente in cui si trovano da molti anni gli Iacp (basti pensare a piante organiche dimezzate "con ricadute negative per le fasce sociali più deboli", ha detto il relatore, on. Orrù, Ds) ma, soprattutto per rilanciare una politica efficace di edilizia residenziale pubblica che registra un drammatico deficit rispetto a una domanda in costante crescita. L'aumento vertiginoso del mercato rischia di confinare nell'utopia il diritto fondamentale della casa.
Esistono alcune leggi anche a livello regionale (si fa riferimento alla 9, che facilita l'accesso alla prima casa), ma appaiono inadeguate e si configurano possibili nuovi strumenti che la Regione dovrà valutare se mettere in campo, in ogni caso il riordino, sul piano organizzativo e funzionale, dei vecchi Istituti autonomi è una premessa - ha spiegato Orrù - per compiere ulteriori passi verso l'edilizia pubblica. La legge proposta dalla Giunta tiene conto di esperienze di altre regioni e rappresenta una riforma importante anche sul piano delle finalità della nuova Agenzia, impegnata alla riqualificazione non solo del patrimonio abitativo per rispondere a una domanda sociale in evoluzione, ma anche a riprendere il discorso dei centri storici.
I quattro Iacp vengono accentrati in una sola Agenzia; ma articolati in distretti provinciali (diventeranno otto) con livelli di servizi essenziali riconosciuti; avranno un rapporto diretto col territorio e con gli enti locali. Un osservatorio economico dovrà definire il fabbisogno abitativo e le tipologie dell'intervento, favorendo la programmazione dal basso. Il personale sarà inquadrato nel comparto unico regionale.
L'on. Orrù ha ricordato il lavoro intenso della Commissione, le numerose sedute dedicate all'esame del testo (che è stato migliorato), le audizioni preliminari dalle quali è emersa "una sostanziale condivisione" della riforma, pur con qualche distinguo (Consiglio delle autonomie).
Prima della discussione generale, l'Udc ha chiesto di presentare una pregiudiziale per il rinvio della legge in Commissione. Motivo, già espresso in una interpellanza presentata il 6 giugno scorso, alla quale non è stata data risposta, la presunta incertezza sulla titolarità del patrimonio ex statale: uno stato "confusionale" con rimandi tra norme di legge, deliberazioni di giunta e circolari assessoriali che rischia di far nascere la legge (on. Franco Cuccu) "a rischio di impugnativa". In sostanza, dice l'Udc, meglio chiarirsi le idee prima di andare avanti.
Ma la pregiudiziale non è accolta. L'argomento meritava di essere approfondito? Si doveva fare in Commissione, ha detto l'on. Cugini (Ds), adesso la richiesta sembra "fuori tempo e fuori luogo". In Commissione - ha replicato l'on. Capelli (Udc) - "alle nostre domande non è stata data risposta". Pende l'alea di una illegittimità di fondo e l'Udc rivendica la primogenitura di aver denunciato lo stesso rischio per altre leggi, ora sub judice. Ma per l'on. Uras (Prc) il pericolo è inesistente perché (recita l'articolo 17, Successione nei rapporti) "l'Area subentra nella titolarità del patrimonio in un tutti i rapporti giuridici attivi e passivi dell'Iacp". Quello che c'è. Ciò che non c'è (l'edilizia abitativa, se già di proprietà regionale) non conta.
Nella discussione generale l'on. Sanciu (FI) ha sottolineato l'importanza sociale del problema casa, aggravato "dal vertiginoso aumento degli affitti" (dove finisce un terzo del reddito di un'ampia fascia di cittadini). Di qui l'urgenza non solo di ristrutturale un ampio patrimonio (25mila alloggi), ma anche per predisporre un programma di edilizia assistita. La riforma non piace, tuttavia, al centrodestra perché (on. Moro, An) trasforma gli Iacp "in una struttura accentrata a burocrazia pesante" e "riporta indietro l'orologio dell'intervento pubblico in edilizia". La fretta di riformare non ha consentito alla Giunta di predisporre un programma di intervento in grado di incidere sul reale fabbisogno; fase, questa, preliminare (on. Sanciu) rispetto agli aspetti organizzativi della riforma. Uno degli aspetti importanti, finora trascurati, è quello d'intervenire per la riqualificazione dei rioni-ghetto che hanno "mortificato" soprattutto le città. La Regione deve dotarsi di strumenti operativi che dimostrino l'esistenza di una precisa volontà politica.
Stupito dal "pianto greco" di un centrodestra che sino ha predicato il libero mercato ed oggi si esprime in modo accorato "in favore dei ceti popolari", si è detto l'on. Pisu (Prc), per il quale la legge è l'avvio non solo di una riforma, ma anche dell'impegno della Giunta a affrontare il problema, da troppi anni trascurato. La prospettiva di intervenire anche sui centri storici, recuperando un ricco patrimonio abitativo che è testimonianza della gente e dei luoghi, significa non solo dare risposte alla domanda di edilizia residenziale pubblica, ma anche favorire il recupero dei centri storici, arrestando il degrado di queste aree, impoverite dall'abbandono. (adel)
Prosegue il dibattito generale sul disegno di legge "Disciplina di riordino degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) mediante la loro trasformazione nell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)
L'on. Cugini (Ds), in apertura di intervento, ha chiarito che da parte della maggioranza non c'è nessuna chiusura pregiudiziale e ha assicurato la massima disponibilità ad esaminare eventuali emendamenti dell'opposizione. L'on. Cugini ha assicurato che non c'è nessuna contrapposizione ma solo la volontà di approvare un testo di riforma che sia adeguato alle attese della popolazione. Sottolineando il grande lavoro fatto fino ad oggi dallo IACP, l'on. Cugini ha detto che oggi c'è bisogno di uno strumento pubblico che miri a dialogare con le amministrazioni anche per recuperare il patrimonio dei centri storici. Quindi, nessun nuovo carrozzone ma le Aziende regionali per l'edilizia abitativa serviranno a rendere gli enti sempre più vicini al cittadino. Infatti, l'obiettivo della legge è di creare un rapporto dinamico tra i comuni e gli IACP. Prima di concludere, l'on. Cugini, ha ricordato che ormai la stagione politica 2005 - 2006 volge al termine e che nell'ultimo anno il Consiglio ha fatto molte riforme importanti. "Alla ripresa, dopo la pausa estiva,- ha concluso - andremo a verificare quante di queste riforme sono state applicate nel territorio regionale per verificare se esiste corrispondenza tra la funzione legislativa, le aspettative dei cittadini e l'attuazione delle leggi". Per l'on. Caligaris (SDI-RNP) si tratta di una riforma importante e attesa dalle fasce più deboli dei cittadini. Sul metodo di lavoro la consigliera ha fatto notare che sarebbe stato meglio che le commissioni Autonomia e LL.PP avessero lavorato congiuntamente. Spiace - ha detto l'on. Caligaris - che il testo non abbia ottenuto, in commissione, anche il voto dell'opposizione perché sulle finalità e sugli obiettivi della legge non ci possono essere divergenze di natura politica. Per l'esponente della Rosa nel Pugno gli eventuali contrasti sulla legge potranno essere superati grazie ad una alta mediazione e già le dichiarazione fatte dall'on. Cugini sono un segnale positivo. La legge, per l'on. Caligaris, è buona ma è necessaria qualche modifica: per es. è necessario specificare meglio alcuni destinatari di edilizia popolare (anziani, diversamente abili, coppie di fatto) e si deve definire una data per l'entrata in vigore della legge ( perchè l'attuale situazione dello Iacp e lo stato del patrimonio immobiliare non consente ulteriori periodi di provvisorietà). L'on. Caligaris suggerisce anche di fare un monitoraggio sullo stato del patrimonio dello Iacp in tutti i distretti provinciali. La consigliera auspica anche controlli più capillari (in caso contrario si rischia di alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni) e l'accoglimento delle richieste di riscatto da parte degli inquilini. Inoltre, affinché questa non resti una riforma a metà, la Regione deve prevedere un Piano straordinario di intervento per l'edilizia residenziale pubblica dotato di ingenti risorse. L'on. Franco Ignazio Cuccu (Udc) ha detto che in materia di edilizia residenziale pubblica c'è un grande pasticcio in quanto ci sono tre strumenti di legge (di cui uno è in discussione) che sono contrastanti. L'esponente dell'Udc ha chiesto all'assessore competente di chiarire, una volta per tutte, di chi sono i beni dello IACP. Per Cuccu bisogna portare ordine perché la situazione è sempre più confusa. Sottolineando il grande ruolo svolto in passato dallo Iacp, l'on. Cuccu, ha evidenziato il carattere accentratore del disegno di riforma. Si sostituisce, infatti, l'impostazione di interazione con gli enti locali con una struttura accentrata che assomiglia ad una ramificazione più di controllo che a una ramificazione degli enti locali. (R.R.)
Il dibattito generale sul disegno di legge "Disciplina di riordino degli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) mediante la loro trasformazione nell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA). Gli interventi dei consiglieri: Calledda (Ds), F. Sanna (Margherita), Stefano Pinna (Progetto Sardegna) e dell'assessore ai lavori pubblici Mannoni.
Con gli interventi dei consiglieri Antonio Calledda (Ds), Francesco Sanna (Margherita), del Presidente della Prima commissione, Stefano Pinna (Ps) e dell'assessore ai lavori pubblici, Carlo Mannoni, si è conclusa la seduta della giornata."La legge è sintesi e riepilogo delle esperienze di altre realtà regionali adattate alla situazione della Sardegna", ha ricordato Calledda, per il quale oltre alla testa del nuovo organismo, si è prestata la dovuta attenzione anche agli altri organi. Calledda ha fatto riferimento ai fenomeni di inurbamento verso le grani città che pone problemi difficili dal punto di vista urbanistico e sociale, ed ha ribadito: "Mai più periferie ghettizzate, occorrono condizioni adeguate di sopravvivenza civile". Sottolineando la validità della nascita dell'Agenzia per l'edilizia abitativa ha approfondito alcuni aspetti del problema di Carbonia e dell'assegnazione a quel comune di parte del patrimonio Iacp.
Si è trattato di un importante lavoro svolto dalla commissione, ha esordito Francesco Sanna sottolineando come "anche nella politica per la casa si rintraccia l'orientamento generale della politica di governo di questa maggioranza". Le riforme da avviare sono molte, ha proseguito, "ed occorre agire in profondità", e ne è esempio l'Area, pensato "nella forma dell'ente pubblico economico, e non in altre forme, proprio perchè rappresenta un compromesso valido fra l'esigenza di esplicare la funzione pubblica ma anche di agire con meccanismi di tipo economico". Nel provvedimento non sono ricomprese tutti le politiche della casa, ma molte sì, ed ha sottolineato in particolare la scelta di privilegiare "il riuso piuttosto che la costruzione". Un passaggio critico Sanna ha fatto sul Consiglio delle autonomie: "Sembra muoversi con eccessiva leggerezza rispetto alle attese"; "Occorre capire se nel ruolo di consulente legislativo può fare di più e meglio, al di là di evocazioni generiche e mancanza di proposte alternative".
Per il presidente della Commissione Autonomia, Stefano Pinna, le novità contenute nella legge sono numerose. Essa pone due fondamentali linee di intervento: "rilanciare la funzione pubblica dell'edilizia abitativa e popolare, specificare che la funzione non si esaurisce nell'azione della regione". Pinna ha dichiarato come "questa legge non risente di un deficit di democrazia, e gli enti locali sono ben presenti in un livello più alto dell'impianto legislativo". Accanto al momento regionale, ha ricordato Pinna, vi è inoltre la funzione relativa ai distretti. "Avevamo tutti la consapevolezza che l'edilizia popolare soffre di uno stigma per questo si è data particolare attenzione alla riqualificazione dei centri storici, per combattere l'esclusione e favorire l'inclusione sociale". Il dibattito, ha detto ancora, consentirà di migliorare il testo, ma l'obiettivo di definire un modello valido è stato raggiunto. "La legge forse non è perfetta e certamente è migliorabile. Ma stato fatto un lavoro serio ed equilibrato, in nome e per conto della democrazia".
Ha quindi preso la parola Carlo Mannoni, che ricordando come il problema delle casa sia un problema storico, ha ricordato i vari interventi legislativi e amministrativi con cui la Regione se ne è occupata. Con un limite: al centro vi è stata la casa, non il quartiere o il paese, non tanto la qualità dell'abitare. "Oggi con questo provvedimento la Regione indica la missione che intende dare al problema dell'edilizia abitativa attraverso la riqualificazione del patrimonio, e l'investimento nella riqualificazione urbana. "Non è uno strumento accentratore -ha detto Mannoni- ma si realizza una politica molto partecipata, con ampi spazi alla partecipazione degli enti locali". Ma è evidente che nella fase operativa l'Azienda diventa lo strumento operativo". Dopo aver sottolineato l'importante lavoro svolto negli anni dagli Iacp, ha precisato che ormai tuttavia hanno risentito del depotenziamento della struttura tecnica. Ora con questo strumento si indicano scelte importanti.
A questo punto la presidente di turno Claudia Lombardo ha dichiarato chiusa la seduta.I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 1 agosto alle 10. (L.P.)