CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 216 del 27 luglio 2006

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Testo Unico"Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna" (TU 151-237/A): approvato l'articolo n° 4 che introduce il "DAPEF"

Cagliari, 27 luglio 2006 - Presieduti dalla Vice presidente Claudia Lombardo, i lavori del Consiglio regionale sono ripresi questa mattina con la prosecuzione della discussione della legge di riforma della contabilità regionale e con la approvazione -nella prima parte della mattinata- dell'articolo n° 4. Con esso viene introdotto un nuovo strumento di programmazione, rappresentato dal "Documento annuale di programmazione economico e finanziario" (DAPEF), previsto dalla Giunta per consentire un "aggiornamento annuale del Programma regionale di sviluppo", che rappresenta (nelle intenzioni dei proponenti) il documento fondamentale di politica economica di inizio legislatura.
Nel corso della discussione su questo punto sono intervenuti (anche per illustrare gli emendamenti presentati) vari rappresentanti delle forze di opposizione, contrari alla creazione del DAPEF, in quanto strumento inutile e che appesantirebbe la programmazioni delle azioni di politica economica della Regione. Su questa linea Giorgio La Spisa (Fi), per il quale, "mentre il Dpef aveva lo scopo giusto di rendere più snella l'azione di programmazione" da parte del governo regionale, intervenendo in un periodo di tempo intermedio, con l'introduzione del Programma regionale di sviluppo (PRS) il "Dapef" rappresenta un passaggio superfluo in quanto mero aggiornamento del Prs coincidente con la legge Finanziaria. Sullo stesso piano le critiche del consigliere Roberto Capelli (Udc): "Si tratta di un semplice aggiornamento del Piano regionale di sviluppo". Secondo il consigliere di Alleanza nazionale, Mario Diana, "la norma deve essere soppressa perché è assolutamente disorganica e non produce alcuna reale novità ". Diana ha anche ribadito il proprio giudizio critico sullo sviluppo del dibattito di ieri: "Ciò che è successo è lo svilimento del ruolo del Consiglio". Assolutamente contrario al "DAPEF" anche Silvestro Ladu: "E' un appesantimento della manovra economica; spero non debbano passare anche questa volta due giorni prima di arrivare alla soppressione della norma, come accaduto ieri".
La successiva votazione degli emendamenti e dell'articolo ha determinato la bocciatura dell'emendamento delle opposizioni, l'approvazione dell'emendamento modificativo della Giunta e la conseguente approvazione dell'articolo n° 4.
E' stata quindi la volta dell'articolo n°5 che definisce e disciplina la nuova funzione che si intende assegnare alla Legge Finanziaria. Numerosi gli emendamenti presentati sia da parte di rappresentanti dell'opposizione che da esponenti della maggioranza ed anche della Giunta.
Il dibattito sull'argomento, che è ancora in corso, si è prevalentemente incentrato su alcune parti dell'articolo che prevedono che si possa, in sede di Finanziaria, "fissare autorizzazioni di spesa per nuovi interventi [...]" e "introdurre modifiche e integrazioni di disposizioni legislative vigenti [...]". Intervento estremamente critico da parte di Mario Diana (An), "Ma è legittimo che queste cose possano essere introdotte in Finanziaria?"; "Di questo passo diventa possibile tutto: si può pensare che con la Finanziaria si possano anche modificare le leggi". Ugualmente Roberto Capelli (Udc): "Il programma di governo deve essere portato avanti con disegni di legge e proposte di legge, non certo con la Finanziaria. Questa è la diversa filosofia dell'azione di governo fra noi e la Giunta".
In precedenza, la consigliera Maria Grazia Caligaris (Misto -Rnp), riferendosi anche al dibattito della precedente seduta, ma non solo, aveva dichiarato che "i nuovi testi emendativi presentati dalla Giunta fanno cadere le perplessità" precedentemente manifestate, ed aveva espresso "soddisfazione per il nuovo clima che si è creato in Aula".
Il dibattito sull'articolo n° 5 e sugli emendamenti prosegue. (L.P.)

Testo Unico"Norme in materia di bilancio e di contabilità della Regione autonoma della Sardegna": prosegue l'esame dell'articolo 5 e degli emendamenti.

Cagliari, 27 luglio 2006 - Sull'articolo 5 (Legge Finanziaria) e sugli emendamenti è intervenuto anche l'on. Ladu (Fortza Paris) che ha detto che l'articolo 5 può essere migliorato. I miglioramenti non possono certo essere determinati dall'emendamento 6 proposto dalla giunta che propone delle modifiche ininfluenti delle lettere L e M. Secondo Ladu, per arrivare ad una vera semplificazione, le lettere L e M dovrebbero essere eliminate. Per il capogruppo di Fortza Paris i sardi non hanno bisogno di nuovi tributi ma di tributi giusti. Per l'on. Vargiu (Riformatori) l'articolo 5, nella sua stesura originaria, è l'esempio di come un articolo non deve essere scritto e l'emendamento 6 della giunta è incomprensibile e in alcune parti è deficitario e soggetto a difficoltà di interpretazione. L'assessore Pigliaru ha risposto sostenendo che l'emendamento 6 cerca di sintetizzare le indicazioni arrivate durante il dibattito in commissione sia dalla maggioranza che dalla opposizione. L'obiettivo è quello di rendere più rigido il sistema e di limitare le norme che possono essere inserite in Finanziaria. L'on. Davoli (PRC) rispondendo ad alcuni interventi dell'opposizione (secondo cui l'on. Uras presentava emendamenti per ottenere dei risultati) ha sottolineato che i risultati conseguiti in aula da Rifondazione non sono "di bottega" ma di carattere generale e per il bene della Sardegna. Davoli ha avvertito la minoranza di non illudersi: tale comportamento non crea ferite all'interno della maggioranza. "Noi siamo parte della maggioranza e continueremo a farne parte". Sull'emendamento 24 (Floris e più) "l'articolo 5 è soppresso", l'on. Amadu ha chiesto il voto elettronico palese. Per dichiarazione di voto, a favore, sono intervenuti gli onorevoli: Diana (AN), Ladu (Fortza Paris), Vargiu (Riformatori), Moro (AN), La Spisa (F.I.). Hanno espresso voto contrario gli onorevoli: Caligaris (Sdi - Rnp) e Uras (Prc). L'esponente di Rifondazione Comunista ha sottolineato che nel suo partito si discute ma lo si fa alla luce del sole. Rifondazione non fa bottega, non contratta per posti nei consigli di amministrazione e le battaglie sono fatte per combattere le povertà e per far conoscere le violazioni di diritti. Messo in votazione l'emendamento 24 è stato bocciato. Sull'emendamento 25 (Capelli e più) che intende sopprimere la lettera C dell'articolo 5 della legge (…autorizzare l'istituzione di tributi propri, variazione delle aliquote e di altre misure che incidono sui tributi propri) hanno dichiarato di votare a favore gli on. : La Spisa (F.I.) secondo il quale la giunta vuole mettere di forza nella Finanziaria una legge fiscale; Diana (AN) che ha affermato che autorizzare l'istituzione di tributi propri deve essere affrontato con una legge ad hoc e non nella Finanziaria; Vargiu (Riformatori) che ha detto che la giunta intende la finanziaria come una legge omnibus; Capelli (Udc) secondo cui gli emendamenti dell'opposizione sono presi in considerazione solo se anche la maggioranza ne presenta di simili; Ladu (Fortza Paris) che ha invitato ad un maggior approfondimento; Moro (An) che ha detto che questa legge non favorirà la Sardegna; Rassu (F.I.) che ha detto che, davanti al continuo rigetto per incostituzionalità da parte del governo "amico" di questa maggioranza delle leggi approvate dal Consiglio, si sarebbe aspettato maggiore cautela; Artizzu (An) che ha detto che in questo DL manca totalmente il buon senso. Ha dichiarato il suo voto contrario l'on. Balia (Fas).
L'assessore Pigliaru ha precisato che la lettera C dell'articolo 5 è perfettamente in linea con la legislazione nazionale vigente e che la giunta, anche nella formulazione di questo articolo, si è mossa nella direzione indicata dalla commissione competente. L'emendamento 25 è stato bocciato dall'aula (votazione elettronica palese: presenti 51, votanti 50, sì 13, no 36, 1 astenuto, 1 nullo). (R.R.)

Lavori a rilento. Approvato l'articolo 5, In discussione l'articolo 6 sulle leggi collegate alla Finanziaria.

Cagliari, 27 luglio 2006 - Prosegue a rilento la discussione della legge di riforma di contabilità e bilancio. L'opposizione è critica perché il testo (lettera l ed m del comma 1 dell'articolo 5) disegna una sorta di "restaurazione", una specie di ritorno al passato (per il quale questa maggioranza non aveva risparmiato critiche); giudizio che non è stato modificato neppure dalle correzioni della Giunta (emendamento 6), sostanzialmente inefficaci. Che significato giuridico ha, ad esempio, parlare di interventi per "l'adeguamento funzionale alla normativa" e quali sono i confini entro i quali tale azione si può svolgere?
Una "scrittura elastica", l'ha definita l'on. Vargiu (Riformatori) che andrà gestita (come spiega l'assessore) dal buon senso, il quale, tuttavia, non è un requisito accertabile a priori e, pertanto, le leggi devono avere una certa rigidità.
Numerose le dichiarazioni di voto sugli emendamenti che chiedevano la soppressione delle lettere L e M, comma 1, articolo 5, bocciati, tuttavia, dall'aula. Approvato, invece, l'emendamento modificativo della Giunta, definito il cuore della politica finanziaria dell'esecutivo (on. La Spisa, FI), che "frammenta il sistema" e determina "una grave riforma, in controtendenza". La prossima Finanziaria "sarà il banco di prova" (on. Moro, An) e aprirà i cancelli a qualunque inserimento legislativo, compresi quelli sino a ieri considerati intrusi. C'è il pericolo, dunque, che la Finanzia diventi "una sorta di Arca di Noè - vaso di Pandora" (on. Artizzu, An) con esasperazioni fuori controllo. "Stiamo approvando una legge che detta regole; se l'assessore Pigliare durasse a lungo saremmo tranquilli" (on. Diana, An), ma la stessa legge, in mano ad altri con meno buon senso, può creare il guaio.
Approvato anche l'articolo 5 (votazione in due parti, su richiesta dell'on. Mario Floris, Uds), si è passati, con identico rituale, all'articolo 6, che disciplina i collegati alla Finanziaria. Norma pleonastica, inutile e ridondante è stata definita (on. La Spisa e on. Vargiu) non avendo più senso dal momento che i vincoli della Finanziaria sono stati allentati i vincoli. Per l'opposizione sarebbe stato logico il ritiro, "si ha invece l'impressione " (on. Vargiu) che sia stato messo a posta per creare dissidio, non avendo alcun senso pratico. C'è bisogno di scrivere in legge che i disegni di legge devono essere "funzionali agli obiettivi del Piano regionale di sviluppo e al documento annuale di programmazione"? Come se la Giunta prevedesse - senza tale articolo - di fare il contrario.

Si riprende nel pomeriggio alle 16. Prima, però, ci sarà conferenza dei capigruppo.(adel)