CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 204 del 14
luglio 2006
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Mozione Sanjust: approvato un ordine del giorno unitario sui canoni per le frequenze radio = Le dichiarazioni del Presidente Soru sull'intesa con lo Stato, via al dibattito
Cagliari 14 luglio 2006 - La seduta odierna del Consiglio, riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu, si è aperta come previsto con la votazione dell'ordine del giorno unitario concordato fra tutti i gruppi, scaturito dal dibattito di ieri sulla mozione 76 presentata dal consigliere di FI, Carlo Sanjust, e relativo al canone annuo versato per l'utilizzo in concessione delle frequenze radio.
Esaurito rapidamente questo adempimento si è subito passati alle dichiarazioni del Presidente della Regione sulla nuova intesa istituzionale di programma fra il Governo della Repubblica e la Regione sarda, con particolare riferimento alla questione delle entrate regionali.
Sono sei i punti che il Presidente Renato Soru ha indicato al Consiglio quali temi da ricontrattare col Governo nazionale per una riscrittura dell'intesa fra Stato e Regione. Sei punti, ciascuno dei quali costituisce un capitolo del più ampio confronto che sta per iniziare col Governo; sei punti che faranno parte, ha spiegato il Presidente, di un quadro unitario all'interno della stessa cornice. C'è stato un momento - ha ricordato Soru - che la Regione, le forze politiche e le parti sociali hanno partecipato a un ampio sul confronto col governo, era pertanto necessario riproporre con forza la questione. Da qui, i recenti incontri a Roma con i rappresentanti dell'esecutivo nazionale. E da qui l'esigenza di inquadrare i vari temi del confronto in una cornice unitaria per dare seguito, aggiornandola, alla precedente intesa del 1989. "Un'intesa -ha detto Soru- nata in una ben diversa situazione storica, e con un'altra consapevolezza del problema". "Necessario quindi riconsiderare le principali questioni, chiedendo al Governo la riscrittura di un'intesa complessiva su pochi punti".
Come si diceva sono sei i punti indicati da Soru:
a) in primo luogo la questione delle entrate e di conseguenza il problema della tassazione da parte della Regione ("La Regione ribadirà il proprio diritto nonostante l'opposizione del Governo; possono essere immaginate solo modifiche tecniche per eliminare le conflittualità").
b) Il secondo punto dovrà essere quello della ridiscussione del demanio, un conflitto vivo da tempo. "C'è un grave disagio e ci sono grandi opportunità di sviluppo dall'utilizzo dei beni del demanio".
c) Terzo tema del confronto saranno le servitù militari. "L'attuale ministro ha affermato che esiste un problema di riequilibrio fra regioni". E' la prima volta che un Governo lo fa.
d) Quarto punto della futura intesa, i Beni culturali, e la competenza sul loro utilizzo. "Vogliamo prenderci cura dei nostri beni che spesso lo Stato lascia nel completo abbandono".
e) Quinto ma non meno importante punto le Reti infrastrutturali, all'interno delle quali ricomprendere il gas, l'elettricità, le telecomunicazioni, i trasporti. "Vogliamo rivendicare il diritto ad avere reti adeguate ma soprattutto il diritto di accesso alle reti nazionali" per proiettare la Sardegna in Italia e nel mondo.
f) Sesto punto dell'intesa futuribile la Conoscenza. "Indispensabile migliorare il sistema scolastico, rinforzare la lotta all'abbandono scolastico, puntare sulla crescita della ricerca scientifica, anzi fare della Sardegna una sede di specializzazione del sistema della ricerca nazionale".
Si tratta di sei punti, ha ribadito Soru, per i quali non chiediamo risorse allo Stato (ad eccezione del capitolo delle entrate). Si tratta di "una assunzione di responsabilità fra Regione e Governo fondato sul rispetto dei diritti".
Il 24 luglio, ha annunciato Soru, il sottosegretario Enrico Letta sarà in Sardegna per avviare la scrittura dell'intesa. A settembre si può ipotizzare la sigla col Governo. Nel frattempo si svolgeranno i "tavoli del confronto" sui singoli punti proposti.
Dopo le dichiarazioni del Presidente Soru è cominciato il dibattito. Primo a prendere la parola Mario Floris (Uds). Un intervento estremamente critico e oppositivo (Singolare che si parli di confronto Regione Governo e non "di un più complessivo rapporto con lo Stato: ci sono differenti competenze fra Giunta e Consiglio"). Denunciando le "difficoltà del presidente Soru di mantenere le promesse elettorali", Floris ha opposto due argomenti di fondo: il ruolo del Consiglio regionale ed il contenuto politico strategico dell'intesa che si deve scrivere. Per Floris vi è stata "una profonda disattenzione per il ruolo che compete ai consiglieri regionali ed all'intera assemblea". Il tasso di democrazia sta generalmente diminuendo, ha lamentato Floris, e "vi è un pervicace disegno di delegittimare il ruolo del Consiglio". Criticando il "movimentismo del presidente per minare il ruolo politico della minoranza anche a seguito della mozione da essa presentata, Floris ha detto che "siamo in attesa di un ordine del giorno unitario che non deve supportare le decisioni del presidente ma deve elaborare la piattaforma dell'intesa". Quanto al contenuto politico dell'ordine del giorno che tutto il Consiglio dovrebbe scrivere unitariamente, al centro deve esserci la Questione sarda, non singoli problemi presi isolatamente. Solo così Regione e Stato potranno sedersi al tavolo con pari dignità. Le strade sono due, ha concluso: al presidente del Consiglio la gestione dei rapporti col Parlamento, al Presidente della Regione rapporti col Governo, perché la competenza e i ruoli sono diversi. (L.P.)
Gli interventi degli onorevoli Caligaris (Sdi-Rnp), Diana (AN), Cugini (Ds), Vargiu (I Riformatori).
Per l'on. Caligaris (Sdi-Rnp) il Consiglio regionale deve riproporre con forza l'autonomia impositiva. L'esponente della Rosa nel Pugno ha detto che il bilancio dell'essenza dell'intesa istituzionale è amaro. C'è il fallimento dell'Autonomia anche per il progressivo e scientifico svuotamento del Piano di Rinascita. Il contenuto della nuova intesa dovrà essere condiviso e credibile e dovrà essere rispettato dai contraenti. Perché non possono essere i sardi a dover sopperire alle inadempienze dello Stato. L'on. Caligaris ha ribadito di essere sempre stata contraria a risanare in fretta i debiti della Regione perché in questo modo non si poteva tener conto dei bisogni dei sardi: "Mi auguro - ha aggiunto - che le prossime Finanziarie non richiedano più lacrime e sangue".
L'on. Diana (AN) ha sottolineato le numerose assenze dei consiglieri in Aula e ha detto che dopo le "comunicazioni del Presidente Soru" sarebbe stato opportuno sospendere la seduta straordinaria e procedere in via ordinaria. L'esponente di Alleanza Nazionale ha sottolineato che la prima cosa da fare è la modifica dello Statuto. Ma difficilmente la Consulta che non si è neanche insediata potrà portare a termine i suoi lavori prima delle fine della legislatura. Sarebbe stato più opportuno, forse, procedere con alcune modifiche urgenti fatte dal Consiglio. Perplessità sono state espresse anche sulle sei emergenze illustrate dal presidente Soru e sul metodo seguito dal Presidente della Regione che chiede il sostegno dell'aula senza però coinvolgerla. Prima di fare "comunicazioni" , per l'on. Diana, il presidente Soru dovrebbe avere le idee chiare su quello che vogliono i sardi.
L'on. Cugini (DS), in apertura, ha annunciato che gli interventi della maggioranza si sarebbero svolti in 10 minuti anziché in 20. Rivolgendosi all'opposizione, l'on. Cugini, ha detto che la maggioranza non permetterà alla minoranza di sottrarsi al confronto unitario. "Noi vogliamo che le rivendicazioni emergano e che siano discusse in Consiglio regionale - ha affermato - vogliamo confrontarci per evitare che vi sottraiate alle responsabilità. Non ci porterete sulla strada della rottura e della rivendicazione separata". Cugini ha detto di aver apprezzato la scelta del presidente Soru di chiedere un confronto con il Consiglio regionale molto prima dell'incontro fissato con il Governo. Ora si tratta di lavorare, tutti insieme, per aggiornare la proposta e perché la piattaforma sia unitaria. Dobbiamo presentarci al governo Prodi con la stessa determinazione con cui ci siamo presentati al governo Berlusconi.
Per l'on. Vargiu (I Riformatori) le comunicazioni fatte all'aula dal presidente Soru erano le stesse diffuse dalla stampa. L'utilità di esternare in aula ciò che già sapevamo - ha detto -ha un senso se l'aula può essere propositiva. Quindi, al Consiglio si deve chiedere l'integrazione delle proposte. Solo da un momento di confronto può nascere un'interlocuzione. L'on. Vargiu è stato molto critico sul metodo seguito dal presidente Soru. Chi ha detto che le sei emergenze elencate dal presidente siano solo quelle? Non si può venire in Consiglio a presentare un pacchetto chiuso e poi cercare una convergenza totale. Le cose devono essere fatte insieme, devono essere decise insieme. Per l'on. Vargiu, nell'elenco deve essere inserita anche l'emergenza sanità su cui è necessario aprire una vertenza complessiva e unitaria con lo Stato. In questa legislatura - ha affermato - sono state denunciate collusioni e sprechi di risorse ma in due anni di governo del centrosinistra non è cambiato niente. Noi dobbiamo andare a spiegare a Roma che i fondi per la sanità non possono essere distribuiti solo tenendo presente il numero degli abitanti. Noi vogliamo avere la possibilità di fare la nostra parte ma vogliamo costruire insieme il percorso. Pertanto, per Vargiu la giornata di oggi è solo di "approccio": si è messo sul tavolo un problema, ora si deve vedere come la maggioranza vuole affrontarlo. La risposta della minoranza sarà conseguente. (R.R.)
Il dibattito sulle dichiarazioni di Soru: la maggioranza auspica unità, ma l'opposizione lamenta scarso coinvolgimento.
La "coraggiosa decisione di andare avanti" (on. Secci, Margherita) da una parte e "la personale interpretazione che Soru dà all'autonomia sarda e alle priorità dello sviluppo" (Artizzu, An) tengono per ora lontane maggioranza e opposizione nel dibattito sulle "comunicazioni" del Presidente Soru che ha riaperto la vertenza col governo. Distanze che potrebbero ridursi se, ha precisato Secci, il dibattito non si chiuderà e il confronto potrà continuare nei luoghi idonei per la discussione.
In attesa del nuovo Statuto - ha aggiunto l'on. Secci - occorre che sia modificato il rapporto con lo Stato per il riconoscimento dei diritti maturati. Se la situazione dell'Isola è sicuramente infelice, anzi, "drammatica", il motivo principale è "l'oblio dell'intesa istituzionale Palomba D'Alema del 1999"; agli storici ritardi se ne sono accumulati altri ed oggi è indispensabile che la Sardegna si riposizioni, nella vertenza, acquisendo la titolarità di alcune azioni, come l'autonomia impositiva.
Opera di ricucitura difficile, ha ricordato l'on. Pittalis (Udeur) perché è difficile liberarsi dai pregiudizi. La strada da seguire è quella della serenità di confronto evitando di addossare ad altri antiche e recenti responsabilità. Accogliendo l'invito dell'on. Mario Floris all'estensione del confronto "anche con gli altri livelli istituzionali", Pittalis ha ricordato che ora si inaugura "la nuova stagione dell'autonomia", si supera la fase "di mera rivendicazione e di mortificante piagnisteo". Indispensabile, perciò, ricercare sino in fondo l'unità e coinvolgere le forze sociali, come nella "marcia su Roma" di qualche mese fa.
Anche per l'on. Vincenzo Floris (Ds), questa è una nuova vertenza che punta a una più ampia capacità dei sardi di poter decidere sul proprio territorio. Di qui, l'indispensabile atteggiamento di fermezza e la necessità di un'azione comune. Due i principali problemi "spinosi": la questione delle aree interne il cui declino economico ha raggiunto la soglia del dramma umano e sociale e lo sviluppo delle attività produttive, il cui peso è calato precipitosamente negli ultimi anni e, con l'impegno e l'intervento del governo, deve risollevarsi.
Deluso l'on. Ignazio Artizzu (An) per "la spaventosa mancanza di sostanza" delle comunicazioni del presidente; si propinano come risultati raggiunti solo intenzioni destinate a naufragare, come accade ormai da due anni a questa parte. Soru si sofferma "sul nuraghe fotografato male o sui vasi di Nora impolverati"; ma non sono queste le priorità e preoccupa che il presidente faccia altre battaglie. Con governo Prodi, definito governo amico, ottenga "tutti e subito" i soldi che lo Stato deve alla Sardegna; se non lo facesse, avrebbe perso la battaglia più importante del suo governo. Quanto all'autonomia impositiva, non può essere usata al di fuori dal recito costituzionale; peraltro, la tassa sul lusso ha determinato un "effetto spavento" che fa presumere, nel mese di luglio, un calo del 10 per cento sulle presenze turistiche. Come si comporterà il presidente di fronte a questo clamoroso insuccesso?
Sui "sacrosanti principi" rivendicativi dei sardi l'on. Giuseppe Atzeri (Psd'Az) chiede una mobilitazione bipartisan, ma non condivide le strategie che il governo Soru sta adottando. La tassa sul lusso se apre un interessante discorso sull'autonomia impositiva non poteva essere inserita nel maxicollegato. Il risultato? Un autogol "alla Zaccardo", quello che, per quasi un'ora, ha gelato i tifosi dei mondiali di calcio. Oggi, la prima rivendicazione da portare avanti con fermezza è l'handicap dell'insularità; una condizione che deve convincere lo Stato a concedere ai sardi i dieci decimi di Irpef e Iva, non più privilegio. Cercare risorse a rischio di violazioni costituzionali non è la strada giusta. Soru ci ripensi e chiami democraticamente a raccolta, accettando il confronto e non presentato pietanze precotte, le forse politiche e il Consiglio. (adel)
Appello all'unità da parte della maggioranza, ma Pili chiede passi indietro al Centrosinistra.
Numerosi appelli ad un percorso unitario di tutte le forze politiche in questo confronto con lo Stato sono venuti nel proseguo del dibattito dai banchi della maggioranza. L'on. Licheri (Prc), ha ricordato l'esigenza "che quest'aula sia compatta nel rivendicare i diritti sulle entrate, ma anche sul demanio e sulle servitù militari". Abbiamo bisogno ha detto di uno sviluppo compatibile con l'ambiente e quindi occorre mettere mano ad una azione energica di riqualificazione territoriale.
"Rischio di un dibattito ridotto a mera esercitazione teorica", ha detto Peppino Balia (Fas), non per la sua inutilità, ma solo perchè forse ciascuna parte sembra voler recitare un ruolo. "Proviamo a ragionare insieme", ha detto Balia, "E cerchiamo di riaffermare con forza i diritti dei sardi". Queste battaglie possono dare esiti positivi, ha soggiunto Balia solamente se c'è una unitarietà che deve garantire la dignità del confronto. "Si ragioni insieme -ha concluso- ma subito e si arrivi a un documento comune".
Anche l'on. Porcu (Ps), ha parlato di unità ed ha sottolineato il pericolo di disimpegno da parte dell'opposizione manifestato con la scarsità di proposte. "L'opposizione chiede tutto e subito -ha sottolineato, se no i risultati non sono accettabili; perchè invece non si può cercare di ottenere tutto, anche se un poco per volta?". Ha concluso auspicando con forza "un documento unitario che dia forza alla negoziazione col governo".
La necessità di uno scatto d'orgoglio da parte di tutti è stata sottolineata da Siro Marrocu (Ds), che ha fatto riferimento alle "voci secondo cui il governo si accingerebbe a impugnare la legge sulla Consulta statutaria". "Se ciò dovesse accadere sarebbe davvero per tutti un invito a superare le differenze e le misere, piccole convenienze di parte. Sarebbe un fatto grave che cambierebbe i rapporti con lo Stato". Ha quindi chiesto al Presidente del Consiglio di farsi promotore di una Conferenza dei capigruppo che possa promuovere la formazione di un gruppo di lavoro perchè si possa giungere a un documento unitario anche sulla scorta delle due mozioni la cui discussione fu sospesa senza che si sia pervenuti a un ordine del giorno.
Molto critico, l'intervento dell'on. Mauro Pili (FI), che ha denunciato la mancanza di concretezza, ed ha ricordato come un appello alla condivisione di questa intesa "non può essere unilaterale, ragione per cui servono passi indietro da parte della maggioranza". Denunciando che "il governo ha sonoramente bocciato la legge sulle entrate", ha affermato che il presidente Soru non può affermare che "la Giunta non rinuncerà all'autonomia impositiva e contemporaneamente siglare un documento con un governo che ci prende a schiaffi". Per Pili "non ci può essere credibilità in un governo che ha scaricato opposizione e consiglio". Ha quindi richiamato la vecchia intesa fra Regione e Stato del 1999, siglata da Palomba, per affermare che conteneva esattamente gli stessi punti indicati oggi dal Presidente Soru, che quindi non ha indicato qualcosa di originale. "A noi servono accordi di programma quadro, ha quindi concluso, non intese su principi generici". Il dibattito è quindi proseguito con la replica del Presidente Soru. (L.P.)
Replica di Soru su vertenza con lo Stato: "Sono venuto a chiedere aiuto". Battibecco con l'opposizione.
"Sono venuto a riferire in quest'aula perché, nella vertenza con lo Stato, ho sentito il dovere di chiedere aiuto. Altrettanto ho fatto con i sindacati e con i parlamentari sardi. Se ritenete che i temi proposti (servitù militari, demanio, infrastrutture), presenti nella vecchia Intesa istituzionale, ai quali si aggiunge quello della conoscenza, perché la Sardegna sia un pezzo della ricerca nazionale e parte di eccellenza, non siano, tutti questi temi, patrimonio di maggioranza o opposizione, vi chiedo di aiutarmi e auspico che, al termine del dibattito, ci sia un documento comune a sottolineare l'unità d'intenti e la volontà comune ad affrontare un'annosa e decisiva vicenda per il nostro futuro": così il presidente Soru nella serrata replica al dibattito che ha avuto momenti tensione con l'on. Pili ("lei si è meravigliato dei contenuti dell'Intesa perché quelle carte non le ha mai lette; non c'è un solo documento della sua Giunta che lo dimostri") e con l'on. Artizzu ("non l'ha mai interrotta anche quando lei ha dato un'interpretazione falsata del mio pensiero sulla cultura"), subito rientrata per l'intervento del presidente Spissu.
In sostanza Soru ha affermato di aver fatto sempre riferimento all'intesa Palomba-D'Alema e di sentirsi sempre vincolato a questa ("solo lei, presidente Pili, non si è sentito vincolato") ed ha chiesto, sulla battaglia, il consenso del Consiglio, "al quale mi rivolgo con rispetto". Ricordando come, a proposito dei rapporti con l'Europa per un riconoscimento strutturale dell'insularità, l'impegno firmato dall'on. Pili col governo di centrodestra sia stato subito stracciato, Soru ha giustificato l'urgenza delle comunicazioni fatte al Consiglio con l'incontro del prossimo 24 luglio con il sottosegretario Letta, al quale chiederà, col conforto di tutti i sardi, il pieno rispetto degli impegni presi.(adel)
Il presidente Spissu ha ribadito la necessità di concludere il dibattito con una posizione unitaria e ha annunciato la convocazione, nei prossimi giorni, di una conferenza dei capigruppo per decidere l'elaborazione di un testo da portare venerdì prossimo in aula.
L'on. Atzeri ha chiesto la verifica del numero legale.
Verificata, con il voto, la presenza della maggior parte dei consiglieri, il presidente Spissu ha chiuso la seduta e ha rinviato i lavori a martedì 18 luglio alle 11,30. (r.r.)------------------------------------