CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 199 del 31 maggio 2006


Cagliari, 31 maggio 2006 - Il Consiglio regionale ha approvato il Testo unificato "Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali". La seduta si è aperta sotto la presidenza dell'on. Spissu. Gli articoli della legge ancora da approvare erano l'articolo 44 (Aree protette. Conferimenti agli enti locali), gli emendamenti collegati e l'articolo 78 (norma finanziaria). Il dibattito si è acceso soprattutto sull'emendamento 19 (aggiuntivo) presentato dalla giunta regionale. Questo emendamento (al comma 3) prevedeva che la valutazione di impatto ambientale fosse soggetta a un atto deliberativo assunto dalla Giunta regionale. L'on. Diana (AN) ha detto di essere totalmente contrario perché la valutazione di impatto ambientale è un atto tecnico e non può essere un atto dell'esecutivo. L'on. Marrocu (DS) ha chiesto una breve sospensione per modificare questo terzo comma. Il presidente Spissu ha sospeso i lavori convocando, in contemporanea, una conferenza dei capigruppo. I lavori sono ripresi dopo circa un'ora ed è stato approvato l'emendamento 18 della giunta (sostitutivo totale dell'articolo 44). Sull'emendamento 19 è intervenuto l'on. Marrocu (DS) che ha chiesto una votazione per parti ( la prima parte e l'ultimo capoverso da bocciare) e ha proposto un emendamento orale per sostituire la parola "motivato" con "sulla base dell'attività istruttoria". La prima parte, emendata come proposto dall'on. Marrocu, è stata messa in votazione ed è stata approvata. Sul capoverso conclusivo dell'emendamento 19 è intervenuto, per dichiarazione di voto, l'on. Uras (PRC) che ha sottolineato che il principio dell'imparzialità della Pubblica Amministrazione deve valere sempre (in caso contrario si ritorna indietro) e che la giunta non ha libero arbitrio. Sull'ultimo capoverso dell'emendamento 19 l'on. Capelli (UDC) ha chiesto il voto segreto. Il Consiglio l'ha bocciato (presenti 69, votanti 66, sì 2, no 65, 2 astenuti). L'aula ha poi approvato gli emendamenti 43 e il 20, l'articolo 78 (norma finanziaria) e l'intera legge. (R.R.)
Approvata la legge che trasferisce ampie competenze dalla regione agli enti locali, il Consiglio ha avviato la discussione delle due mozioni (una del centrodestra, orino firmatario l'on, Floris dell'Uds ed una del centrosinistra, primo firmatario l'on. Marrocu dei Ds, sul rilancio delle vertenza con lo Stato in tema di fiscalità, di demanio e di servitù militari, non prima, tuttavia, di un confronto procedurale tra lo stesso on. Mario Floris e il presidente del Consiglio on. Spissu. Il leader dell'Uds aveva a suo tempo chiesto la riunione straordinaria del Consiglio per discutere dell'argomento, che gli effetti elettorali e il rinnovo delle cariche istituzionali definiscono di attualità. L'aver affiancato alla mozione quella del centrosinistra, se ricerca, forse, uno spirito unitario, nega all'opposizione la primogenitura.
Il presidente Spissu, accogliendo l'osservazione sul piano strettamente regolamentare, ha replicato che la decisione non costituisce precedente, essendo, sul piano politico, invalsa la regola che argomenti affini possano essere unificati.
Nell'illustrare la mozione del centrodestra, l'on. Floris ha chiesto "una riflessione, a livello istituzionale, per disegnare il percorso" che la Sardegna deve fare per puntare su "crescita, sviluppo e progresso". In questa vicenda, l'opposizione, che ha cultura di governo, vuol giocare un ruolo e concorrere "a costruire una piattaforma per il nuovo rapporto con lo Stato". In passato ci sono stati altri momenti importanti di questo confronto, che, tuttavia, non hanno mai trovato compimento, causando "effetti disastrosi" per l'Isola; ma c'è anche da fare il mea culpa per l'atteggiamento culturale della politica che tende a disfare, ogni volta, ciò che altri, di diversa fede, hanno costruito. Più volte si è voluto ricominciare da capo anziché aggiustare il tiro e rinvigorire i contenuti della vertenza. La mozione - ha spiegato Floris - prevede il metodo per realizzare una "piattaforma programmatica di legislatura", alla ricerca del movimento unitario al quale, su questi temi, "ci siamo sempre ispirati" .
Nessuno spirito d'antagonismo nei confronti del centrodestra, ha premesso l'on. Secci (Margherita) che ha illustrato il documento del centrosinistra. L'obiettivo principale resta la condivisione e, per questo motivo, la maggioranza è disponibile a unificare le due mozioni. Dare vigore alla vertenza è necessario oggi che, col cambio di governo e Parlamento, ci sono segnali di maggiore attenzione per la Sardegna; ma è fondamentale che lo Stato abbia sentore di una Sardegna unita, senza divisioni né polemiche, decisa a ottenere quei risultati che in passato sono sempre naufragati.
Una mozione condivisa andrebbe meglio ai sardisti - ha detto l'on. Atzeri - che di queste battaglie sono promotori; ma se restano due, "le voteremo entrambe". Tuttavia bisogna cambiare registro, uscire dalla fase dell'assistenzialismo ("basta con le elemosine e basta anche coi Piani di rinascita") e puntare a un nuovo modello di sviluppo, costruendo le basi legislative per avere adeguata tutela in Europa (l'uscita dall'Obiettivo 1 è penalizzante per la nostra insularità, ma la conseguenza di non avere, nell'europarlamento, santi protettori).
Apertura ad un documento unitario (la battaglia con lo stato è una generale chiamata alle armi e non ci possono essere differenziazioni politiche; anche se i livelli istituzionali del confronto vanno, comunque, precisati) è arrivata dall'on. Diana (An); mentre l'on. Maninchedda (Fas, Sardegna e Libertà) ha portato alcuni spunti invitando, un'Aula "inconcludente" a non sprecare l'occasione per il confronto ed a valutare se la richiesta dei dieci decimi Iva e Irpef possa essere in contrasto con quegli investimenti pubblici che lo Stato intenderebbe effettuare per perequare i forti ritardi. Tra le strade da seguire, quella dei punti franchi delle aree industriali, per favorire gli insediamenti. Il rischio, ha detto, è quello di atteggiamenti di pigrizia sul sistema della fiscalità, che facciano perdere di vista altre prospettive. Oggi - ha aggiunto - lo Stato sembra voler rilanciare il manifatturiero e la Sardegna ha un vecchio credito da esigere. Quanto al trasferimento dei beni demaniali, non si capisce perché sì a quelli archeologici e monumentali e no a quelli militari. Tutti temi in agenda, da affrontare nei modi e nelle sedi opportuni, chiedendo alle forze armate, che con la Sardegna hanno grossi debiti, di saldare il conto non con indennizzi, ma - ad esempio - creando posti di lavoro con l'industria militare, strategica e non bellica. (adel)
Nell'ultima parte della seduta sono intervenuti vari consiglieri. Oscar Cherchi (Misto Uds) sottolineando che "la Sardegna è una nazione e come tale deve comportarsi", ha ribadito l'esigenza che "si trovi l'unità all'interno dell'aula, attorno alla mozione Floris, per portare la Sardegna in prima fila all'attenzione del Governo nazionale". Dopo aver detto che al presidente della Regione si deve dare atto di aver avviato con determinazione in questa legislatura la battaglia verso lo Stato, ha ricordato che "queste rivendicazioni non sono nè di destra nè di sinistra".
Critico Ignazio Artizzu (An), per il quale "le due mozioni sono differenti nei toni: una pone l'accento sul ruolo del Consiglio regionale (Floris), l'altra sul ruolo della giunta (Marrocu)". Per Artizzu le due mozioni non dovevano essere poste in discussione assieme per una questione di correttezza istituzionale. "Temo che dopo la stagione elettorale sia venuta meno l'attenzione del presidente della Regione sui temi di cui si faceva gran parlare sotto elezioni". Secondo il rappresentante di An, il presidente avrebbe già dovuto rilanciare il confronto col nuovo Governo Prodi.
L'importanza di un'intesa unitaria è stata a più riprese sottolineata da Chicco Porcu (Ps), per il quale "l'unità sperimentata già in altre circostanze non può venir meno neanche in questa importante occasione". Rispondendo ai banchi dell'opposizione ha dichiarato: "Sarò insieme all'opposizione per incalzare il Governo sui diritti della Sardegna e per incalzare la Giunta affinchè si faccia carico di questa battaglia". Si è intrapresa la strada, ha aggiunto, che deve portare a presentare allo Stato una nuova legge statutaria, ma oggi l'urgenza chiama a concentrare le forze sui diritti dello Statuto vigente. Ha auspicato un ordine del giorno unitario.
Anche da Silvestro Ladu (Fortza Paris) la sottolineatura dei toni diversi delle due mozioni. "Occorre partire da una base forte per dare un ruolo centrale al Consiglio", ha detto Ladu. Con l'attuale governo, ha proseguito, non sembra che da parte del Presidente della Regione vi sia la stessa determinazione nelle rivendicazioni dei diritti della Sardegna. "Ma su questi temi non ci si può dividere -ha detto- bisogna fare la battaglia senza alcuna distinzione politica".
A tutti gli interventi ha replicato il Presidente Renato Soru che ha voluto sottolineare l'intento positivo della mozione Floris, come del resto l'intento di non dividere contenuto nella mozione del centro sinistra. "Di fronte a questo intento positivo di dare una voce sola alla Sardegna -ha detto- voglio assicurare che non è vero che l'impegno della giunta su questo fronte sia venuto meno". "Ho già fissato un incontro col ministro della Difesa nella prossima metà di giugno per parlare del problema delle servitù militari", altri incontri dopo pochi giorni, ha detto Soru, col ministro delle Politiche regionali e poi con il sottosegretario al Ministero dell'Economia, Antonangelo Casula oltre che con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. "Il 16 -ha aggiunto Soru- avrò un incontro col sottosegretario alla Presidenza Rutelli sul problema dei beni culturali e ambientali". "Infine ho già invitato il Presidente Prodi a venire in Sardegna per una riunione sui problemi della Sardegna". Dopo aver sottolineato che non si deve ricominciare da capo rispetto ai passi già compiuti (intesa Palomba-D'Alema, patto del 2002 del precedente Governo con la Sardegna) ha quindi ricordato di aver già concordato col presidente del Consiglio regionale, Spissu, una iniziativa per incontrare in tempi brevi il Presidente della Repubblica ed i Presidenti dei due rami del Parlamento. "La Giunta sta facendo ciò che si era prefissa, occorre stare uniti in Consiglio, anche su queste mozioni".
Il presidente del Consiglio, accertata la mancanza del numero legale su richiesta dell'on. Artizzu, ha rinviato i lavori a domani mattina alle ore 10. (L.P.)
 


I lavori del Consiglio sono rinviati a giovedì 1 giugno alle ore 10.