CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 196 del 24
maggio 2006
In apertura di seduta il presidente ha comunicato l'avvenuta presentazione di:
Consiglio, si riprende con la legge sul conferimento di funzioni agli enti locali. La maggioranza: "Un tassello importante del processo di riforma", l'opposizione: "Senza risorse adeguate si fa danno"
Cagliari, 24 maggio 2006 - Sono ripresi questa mattina i lavori del Consiglio regionale, che, sotto la presidenza del presidente Giacomo Spissu, ha continuato la discussione del Testo unificato sul "Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali" (TU 43-85), un corposo progetto di legge composto da 75 articoli che dovrebbe avviare, come è stato detto anche nelle scorse sedute, un più razionale decentramento interno dell'azione di governo regionale.
Come concordato nella Conferenza dei capigruppo svoltasi la scorsa settimana al termine dei lavori consiliari, oggi si lavorerà a oltranza per tutta la giornata fino alla conclusione della discussione ed alla approvazione del provvedimento, anche, eventualmente, a tarda notte. Per facilitare questo traguardo il dibattito subirà, secondo gli accordi fra i gruppi politici, una regolamentazione più rigida del normale, con interventi di soli 10 minuti nel corso della discussione generale, e maggiore snellezza anche nella discussione degli articoli.
L'importanza del trasferimento di compiti e funzioni agli enti locali attraverso una opportuna azione di decentramento è stata sottolineata generalmente nel corso di tutti i primi interventi. Ma con un giudizio diverso sul testo in discussione dei rappresentanti della maggioranza rispetto agli oratori dell'opposizione: seppure questi ultimi abbiano sottolineato con forza che, se il principio del decentramento trova tutti consenzienti, hanno detto che non è con una normativa come quella in discussione che ciò può avvenire; una normativa giudicata inadeguata e lacunosa.
Con questo provvedimento, secondo l'on Angelina Corrias (Ds), si attribuisce una buona volta ai comuni "un ruolo primario di amministrazione, riconoscendo l'importanza del livello comunale di governo". "Come sindaco -ha ricordato Corrias- sono testimone dell'esigenza da parte dei cittadini della vicinanza del ruolo di amministrazione". E' fondamentale che la "Regione mantenga il ruolo di programmazione, indirizzo, ordinamento e controllo", ha detto, ma il provvedimento avrà necessità di integrarsi con la restante legislazione, per consentire, come avvenuto in altre realtà regionale, un giusto coordinamento dei programmi di sviluppo a livello regionale, provinciale e locale.
C'è tuttavia, come ha sottolineato l'on. Pietro Pittalis una problema da inquadrare adeguatamente: l'aspetto finanziario che non può rimanere disgiunto dalla questione delle deleghe e del conferimento di funzioni. "Anche il sistema delle autonomie deve condividere il sistema di deleghe, nell'ambito di un avvicinamento ad un modello federale interno". "Attenti -ha detto Pittalis- a non addossare nuovi compiti agli enti locali senza adeguate risorse", e "attenti alla finanza creativa che ha già dato cattivi esempi a livello nazionale". Per Pittalis, "Questo provvedimento è un tassello importante del mosaico complessivo" di riforma, grazie al quale "si supera la logica ed il modello neo centralista".
Fortemente critico Oscar Cherchi (Misto Uds), per il quale "La maggioranza sta lavorando contro i sardi e contro l'Isola". Questa legge, ha sottolineato, dovrebbe servire a ridisegnare la rete delle funzioni regionali e locali, e "avrebbe anche potuto lasciare il segno", ma, al contrario, il timore è che "la Regione si dimostri ancora una volta matrigna e non riesca a mantenere le promesse fatte". C'è il problema delle risorse finanziarie, ha continuato Cherchi: "I calcoli sono stati fatti? Con questi trasferimenti che cosa potranno fare concretamente gli enti locali? E' ancora tutto da scoprire".
Questa legge ha importanti aspetti positivi, apre un processo necessario, ha detto l'on. Giuseppe Giorico (Misto); e tuttavia non si possono nascondere alcuni timori, perché "il trasferimento di compiti deve essere affiancato dal trasferimento di risorse". In caso contrario "anziché colmare il fosso esistente, questa legge potrebbe allargarlo". Ma non c'è solo la questione delle risorse, ha aggiunto Giorico: c'è un problema anche di trasferimento di personale e delle sperequazioni che questo potrebbe provocare fra dipendenti comunali e regionali". E poi c'è "la tecnica del ritaglio", con la sovrapposizione di competenze fra regione e comuni.
Molte riserve e critiche anche da parte dell'on. Attilio Dedoni (Riformatori). "Dopo tanto tempo si è pensato di sanare uno squilibrio con il trasferimento di una normativa nazionale". Sottolineando che l'Autonomia "deve essere l'insieme di Regione, Province e Comuni, e che se non vi è una giusta armonia non si danno le attese risposte ai cittadini", Dedoni ha affermato che questo non è: "lo abbiamo sperimentato recentemente con l'urbanistica". Dopo aver ricordato che l'insieme dei piccoli comuni rappresenta l'80% degli enti locali, ha ribadito che "il problema delle risorse e il problema delle sperequazioni stipendiali esiste". Ha infine auspicato che su questi nodi vi sia una attenta riflessione.
"Si parla da tempo di una riforma del rapporto fra Regione ed enti locali, ed il provvedimento in discussione è un passaggio importante", ha detto l'on. Gianbattista Orrù (Ds), che rappresenta "una parte importante della riforma regionale attraverso una legge organica". Si arriva a questo appuntamento in ritardo, ha ricordato ancora Orrù, tuttavia "finalmente i vari momenti di riforma si compongono per rinsaldare il debole e sfilacciato sistema degli enti locali". In questo modo, a giudizio dell'on Orrù, "si ribalta un sistema centralista", anche facendo tesoro "degli errori che posso0no essere stati compiuti presso realtà regionali che ci hanno preceduto". (L.P.)Concluso il dibattito generale. I lavori riprendono alle 15,30
Cagliari, 24 maggio 2006 - Si è concluso il dibattito generale sul testo di legge unificato "Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali". Il presidente Spissu ha chiuso i lavori della mattina dopo la richiesta dell'on. Marrocu (Capogruppo dei Ds) che ha sottolineato l'esigenza di un'interruzione per permettere ai gruppi di presentare gli emendamenti. Nel dibattito generale è intervenuto l'on. Gallus (Fortza Paris) che ha sottolineato che i comuni devono essere il volano del nuovo modello di sviluppo della Sardegna. L'esponente di Fortza Paris ha detto che da questa legge si aspettava aperture più coraggiose e incisive. Non basta - ha sottolineato - trasferire ruoli e competenze agli enti locali se poi la filosofia che muove la giunta regionale è quella di concedere dall'alto poche competenze mantenendo il suo ruolo di controllo. Ci voleva più coraggio e concertazione per attuare una profonda azione di riforma. Oggi viviamo una situazione drammatica sotto il profilo finanziario sia nei comuni che nelle province e la nuova politica di "integralismo ambientalistico" della giunta aumenta la situazione di estremo disagio dei comuni. Per l'on. Silvio Lai (DS) il ruolo importante che ha questa legge è quello di aprire "una stagione di partecipazione alle scelte da parte dei cittadini". Per l'on. Lai è necessaria la distinzione tra la funzione di governo e la funzione di gestione, quindi deve essere fissata una gerarchia netta tra le funzioni che ognuno deve svolgere. Questo processo deve essere portato a termine nel più breve tempo possibile perchè si deve evitare che esistano conflitti tra enti. Il consigliere diessino ha sottolineato che è necessario puntare sulle otto province e che si deve evitare di trasferire ai comuni e alle province strutture e strumenti vecchi. Per l'on. Pinna (Progetto Sardegna) il testo unico all'esame del Consiglio è uno strumento importante sia per l'architettura istituzionale della Regione, sia per la vita del sistema complessivo delle autonomie locali. Il testo - ha detto - è un buon punto di partenza che nasce da una concertazione allargata e che recupera notevoli ritardi. Si tratta non solo di una legge che applica una norma di attuazione ma che riorganizza la Regione attraverso modelli che vogliono integrare e modificare. Per l'on. Pinna questo testo mette al centro dei nuovi assetti le province e integra e arricchisce la legge 12 del 2005. L'on. Licheri (PRC) ha sottolineato il fatto che la prima commissione abbia impiegato oltre un anno per elaborare il testo che riordina il sistema degli enti locali. E' un testo che colma un vuoto normativo e che è parte integrante del disegno politico di questa legislatura. E' un provvedimento che rafforza il sistema delle autonomie locali nella convinzione che la prospettiva federalista non si sposi con l'accentramento. Il DL 85, per Licheri, riempie di contenuti le otto province, fino ad adesso solo delle "scatole vuote". Per l'esponente di Rifondazione, però, è necessario approvare un testo di legge snello. L'on. Balia (FAS) ha dato atto alla giunta di aver svolto un lavoro elaborato, certosino, impegnativo. Il testo all'esame del Consiglio non attua solo la legge Bassanini ma va nella direzione più ampia di coinvolgere tutte le otto province della Sardegna. Siamo stati molto attenti - ha continuato Balia - a far seguire al trasferimento di competenze anche il trasferimento della dotazione finanziaria. Il consigliere ha sottolineato i problemi che restano per quanto riguarda il personale e il rischio che si creino sperequazioni fra dipendenti pubblici che svolgono le stesse funzioni. Per questo c'è l'esigenza di pervenire a una forma di armonizzazione per il personale. L'on. Moro (AN) ha ricordato che, in materia, il suo gruppo ha presentato un provvedimento che, in parte, è stato inserito nel testo unificato. Il nostro obiettivo - ha detto - è quello di far funzionare bene la pubblica amministrazione dicendo "chi deve fare" e "che cosa". Il tema delle riforme, ha detto l'on. Moro, non può che accomunare maggioranza e opposizione il cui unico obiettivo è quello di lavorare per il bene della Sardegna che ha bisogno di una riforma della Pubblica amministrazione. I principi che sono alla base del testo sono la sussidiarità (cioè le decisioni si spostano vicino ai cittadini), lo studio delle vocazioni naturali dei diversi territori, lo spostamento delle decisioni dal centro alle periferie, il trasferimento delle risorse. Abbiamo cercato di fare - ha concluso - una buona legge federalista interna, una legge che prevede ampie forme di consultazione degli enti locali al fine di verificare le soluzioni migliori. Per l'on. Cassano (Riformatori Sardi) con questa legge i cittadini diventano i veri protagonisti. Il consigliere dei Riformatori, però, ha sottolineato l'esigenza di approvare una legge più snella, con meno articoli, più di sostanza che di facciata. L'elemento determinante è quello di conferire risorse alle province che fino ad oggi non possono operare per mancanza di fondi, di personale, di strutture. Sul personale, l'on. Cassano, ha detto che non ci possono essere disparità di trattamento economico e ha preannunciato la presentazione di un emendamento in tal senso. L'assessore agli affari generali, personale e riforma della Regione Massimo Dadea, nella replica, ha detto che il provvedimento di legge in discussione è complesso, frutto di un'elaborazione durata diversi anni da giunte e maggioranze diverse, frutto di concertazione con associazioni di enti locali e delle parti sociali. Il testo elaborato dalla giunta - ha detto - è stato, però, notevolmente migliorato dalla Commissione. Proprio l'elaborazione in commissione è la dimostrazione delle modalità da seguire in tema di riforme. In questo iter c'è stata una posizione di centralità del Consiglio regionale e la ricerca del massimo accordo possibile. Con questa legge, per l'assessore Dadea, si recuperano i ritardi del passato in materia di riforme. Il processo seguito è quello di modificare il rapporto della Regione con l'esterno (quindi con lo Stato e l'Unione europea) e con il sistema delle autonomie locali. Con questo provvedimento si razionalizza il sistema delle autonomie locali evitando duplicazioni. Il sistema istituzionale si sviluppava in senso verticale, oggi - ha detto l'assessore - noi stiamo attuando un sistema "orizzontale a rete" secondo i principi della equa ordinazione e della pari dignità istituzionale. Quindi si delinea una regione più snella e più dinamica. L'assessore si è soffermato anche su due questioni fondamentali: quella delle risorse e quella del personale. Sulle risorse è stato chiaro: questo provvedimento deve coniugarsi con il principio del "federalismo fiscale". L'obiettivo è rendere autonomo il sistema delle Autonomie locali. Quindi una quota del gettito fiscale sarà destinato agli enti locali. Sul personale, l'assessore ha rassicurato i lavoratori: i trasferimenti non comporteranno nessuna "deportazione" , saranno effettuati solo su base volontaria, saranno frutto di concertazione e saranno effettuati con la necessaria gradualità. Il processo, però, deve essere attivato per arrivare a costruire un comparto unico di lavoratori regione - enti locali. Dadea ha detto che la giunta presenterà un emendamento attraverso il quale si raggiungerà questo obiettivo. In conclusione dell'intervento, l'esponente della giunta ha detto che questo provvedimento è solo il primo di una serie di provvedimenti di riforma che completeranno il conferimento di funzioni e compiti agli enti locali. E' un processo graduale che non può essere fatto tutto insieme perché se no si rischia di "ingolfare" gli enti locali. Dadea ha assicurato che ad ogni trasferimento di competenze corrisponderà, contestualmente, il trasferimento delle risorse.
Dopo l'intervento dell'assessore Dadea , l'on. Oppi ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Spissu, constatata in aula la presenza del numero di consiglieri richiesto, ha chiuso la seduta. (r.r.)
I lavori del Consiglio sono rinviati a questo pomeriggio alle 15,30.