CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 193 antimeridiana del 18 maggio 2006


In apertura di seduta il presidente ha comunicato la presentazione di: 


Il dibattito sulla legge che istituisce la Consulta per lo statuto.

Cagliari, 18 maggio 2006 - La maggioranza non vuole che la legge, con la quale si apre il cammino delle riforme statutarie, sia una legge di parte ed invita la minoranza a riprendere il dialogo. Messaggi di apertura sono stati manifestati, nel corso delle fasi finali della discussione generale del provvedimento istitutivo della Consulta per lo statuto, dal capigruppo della Margherita, on. Biancu ("una legge di parte sarebbe difettosa e inefficace") e, soprattutto, dal capogruppo Ds on. Marrocu ("dobbiamo ricercare sino all'ultimo minuto una strada comune"). In sostanza, la maggioranza di centrosinistra è disponibile "a una sospensione dei lavori perché la Commissione si possa riunire con i capigruppo e ricercare l'intesa" (Marrocu), lasciando aperta la porta alla richiesta dell'on. Oppi (Udc) che chiedeva alle forze di governo "un piccolo passo indietro", per rivedere le posizioni ("questa legge ha evidenti blindature, bisogna correggere qualcosa") stabilendo un principio generale: chi entra nella Consulta "non deve portare voti" (la rappresentanza non dev'essere proporzionale ai voti riportati alle regionali), ma deve "portare intelligenze" e, comunque, qualunque strumento si realizzi, esso deve rispettare la centralità del Consiglio. All'appello dell'on. Biancu (Oppi è intervenuto prima di Marrocu) "l'Udc è favorevole", ricordando la proposta fatta ieri dall'on. Capelli perché un gruppo di "saggi" del Consiglio si riunisca per trovare un'intesa che consenta di licenziare una legge del Consiglio e non di una parte. Fra chi sostiene la via della Consulta e chi quella della Costituente - ha aggiunto Oppi - c'è chi non vede male una terza via, intermedia. "Ma occorre fermarsi un attimo e decidere" trovando una soluzione "che non sia mortificante per chi ha combattuto per tanti anni la battaglia delle riforme statutarie".

L'on. Biancu aveva sostenuto sia l'urgenza di "dare vita ad un nuovo patto sociale" che rafforzi le ragioni dell'autonomia e le prospettive di sviluppo, sia l'opportunità di archiviare definitivamente la proposta della Costituente ("progetto fallito nonostante l'omogeneità politica fra la Giunta regionale e il governo di allora") attuando i contenuti degli ordini del giorno del Consiglio che individuavano nella Consulta una strada facilmente praticabile; tuttavia, trattandosi dell'avvio di un progetto riformatore fondamentale per il futuro della Sardegna,  questo deve avvenire col concorso di tutti "e noi siamo pronti alla massima apertura per arrivare a questo risultato", senza preclusioni e pronti a riprendere il dialogo. "la legge - ha concluso risolto alle opposizioni - la vogliamo fare con Voi".

Il precedenza, per la maggioranza era intervenuto il capogruppo di Progetto Sardegna, on. Porcu: la Consulta - ha sostenuto - è una strada obbligata, perché la proposta per la Costituente "è stata ormai affidata all'oblio degli archivi del Senato" e, comunque, quella soluzione avrebbe potuto creare un impasse costituzionale, "mettendo in discussione il patto costituente originario". Il nodo da sciogliere, tuttavia, è decidere, col carico di responsabilità che il caso comporta, se le riforme vanno fatte oppure no; se lo Statuto è adeguato al mondo di oggi, europeista e globalizzato, oppure si debba rapidamente riformarlo. Se si vuole il cambiamento, resta la strada della Consulta. Porcu, che ha respinto le "illazioni" di un vulnus iniziale al confronto democratico rappresentato dal cambio di presidenza della Prima commissione (atteggiamento scorretto, quello di chi ha ritenutola sostituzione dell'on. Maninchedda come una "decapitazione" politica; atteggiamento che, non riconoscendo l'autonomia dei gruppi nella designazione dei propri rappresentanti "mette in dubbio l'essenza della vita parlamentare"), ha sollecitato il confronto,"ma senza posizioni di ostruzionismo", condividendo con l'on. Mariolino Floris (intervento di ieri) la necessità di un preambolo al testo. "Se serve ad unire, sono d'accordo".

Al presidente della prima commissione, Stefano Pinna, è arrivato l'apprezzamento, per il lavoro svolto ("sobrio, serio, equilibrato"), del capogruppo Ds, on . Marrocu ed ha chiesto alla minoranza (che peraltro, al proprio interno, ha significative differenziazioni) di collaborare, abbandonando toni offensivi (il paragone della Consulta a un condominio) è atteggiamenti "che sembrano di vendetta". Se alcune cose dividono, altre uniscono i due poli, prima di tutto l'esigenza di ribadire e rafforzare la specialità sarda. Precedenti esperienze (Commissione speciale presieduta dal sardista Bonesu e Costituente) non sono approdate e niente; essendo questa la volta buona, è auspicabile si mettano insieme le risorse del Consiglio, che resterà arbitro della vicenda, essendo chiamato, in seguito ad approvare la bozza di statuto.

Ma la risposta dell'on. La Spisa, capogruppo di FI, all'offerta di una trattativa foriera di qualche concessione, è stata abbastanza dura. "Non vogliamo essere complici di azioni politiche che non condividiamo nel nome di un'unità fittizia", ha detto, rassicurando Marrocu che, se qualche divisione c'è, nel centrodestra, sulla tattica ("e su questo spetta a noi lavorare"), c'è assoluta unità sulla strategia (evitare riforme teleguidate da una parte sola) e sul giudizio negativo del centrosinistra ("non sa leggere che costa avviene nella società civile") impegnato soprattutto a occupare tutti gli spazi di potere. La stessa composizione della quota di esperti assegnati in base alle risultanze elettorali denuncia questo atteggiamento: finirà, a conti fatti, 12 a 30; altro che totale equilibrio, annunciato dalla coalizione di governo. Si è trovato lo stratagemma per punire il centrodestra, "utilizzando i dati elettorali della circoscrizione regionale e non quelli delle circoscrizioni provinciali, a noi molto più favorevoli". Ricordando che le riforme statutarie "non fanno parte delle funzioni di governo, che deve mettersi da parte lasciando al Consiglio ampia libertà di decidere", La Spisa ha posto una condizione pregiudiziale per riavviare il confronto: la maggioranza si spogli della forza numerica elettorale e di riconosca a tutte le forze politiche un ruolo paritetico. In fondo - ha commentato - l'unitarietà è un costo". (adel)

 

 

Il presidente della Regione Soru: il nuovo Statuto non può essere lo "Statuto della maggioranza" ma  "lo statuto di tutti i sardi". Lavori dell'aula sospesi. Si cerca un accordo in commissione Autonomia.  

Cagliari, 18 maggio 2006 - E' stato il presidente della Regione Renato Soru a chiudere il dibattito generale sul testo di legge che istituisce la Consulta statutaria. Il Presidente della Regione, in apertura di intervento, ha ringraziato il Consiglio regionale per averlo fatto partecipare all'elezione del presidente della Repubblica. "E' una esperienza  politicamente molto importante e che mi ha arricchito.  Il presidente Napolitano - ha detto -  ha fatto un richiamo alla democrazia matura, dove non ci si confronta muro contro muro, dove tutte le parti collaborano per raggiungere il risultato".   Oggi discutiamo un argomento importante - ha affermato - su  cui non ci possono essere divisioni. La settimana scorsa - ha continuato il presidente - ero contento perché il Consiglio aveva approvato la legge sul commercio e quella sull'Arpas che è stata migliorata dal Consiglio regionale.  Questa capacità di confronto, di dialogo, di voler lavorare insieme ci deve guidare nel prosieguo della legislatura. Riferendosi al termine "amministratore delegato" utilizzato dall'on. La Spisa nel suo intervento, il presidente Soru ha detto che non si sente offeso  ma che più volte si è chiesto se deve tenere questo atteggiamento o un atteggiamento più politico anche tenendo conto del fatto che il presidente della Regione è anche consigliere regionale. "Io credo - ha affermato - che il presidente della Regione abbia il diritto di essere  parte della discussione politica". Sullo Statuto, il presidente Soru ha detto che non potrà essere uno "Statuto della maggioranza" ma che dovrà essere "lo statuto di tutti i sardi". Sul dibattito dell'Aula, Soru ha espresso ottimismo:  "Ci sono moltissime cose che ci uniscono come la voglia di modificare lo statuto per rafforzare la specialità che accomuna tutti gli 85 consiglieri regionali. Ci divide, invece, il modo con cui  dobbiamo arrivare alla riscrittura della Statuto. Le strade da prendere erano due: l'assemblea costituente e il Consiglio regionale. Personalmente - ha detto il Presidente -  sarei stato felice se nella scorsa legislatura ci fosse stata l'Assemblea Costituente, ma dato che  il Parlamento non è d'accordo e che questa strada non è percorribile dovevamo scegliere tra il Consiglio e la Consulta.  Per la volontà di allargare al massimo la partecipazione  si è pensato alla Consulta statutaria, mantenendo fortissimo il ruolo del Consiglio regionale che non sarà solo chiamato ad approvare il testo della Consulta, ma che dovrà discutere, emendare  e infine approvare il testo definitivo. Soru ha sottolineato che se questo non è abbastanza chiaro nella stesura del testo, può essere scritto meglio. Il presidente della Regione ha detto anche di essere disponibile a emendare il testo affinché  la rappresentanza nella Consulta sia perfettamente proporzionale, senza premio di maggioranza.  Stessa apertura sulla scelta dei nomi indicati dai vari organismi della società civile: la scelta in una rosa di nomi è contestata? Possiamo discuterne . Per il presidente Soru, insomma, ci sono gli spazi per trovare un accordo ma bisogna partire con il piede giusto. "Se vogliamo fare il miglior Statuto possibile - ha concluso -  non è marginale su come faremo il primo passo, discutiamone e prendiamo il tempo che ci vuole.

L'on. Floris (UDS) ha proposto, riservandosi di intervenire sulle dichiarazioni del presidente Soru in un altro momento, di fare un passaggio in prima  commissione allargata ai capigruppo, per  un'ulteriore riflessione sulla base del  dibattito.

Il presidente Spissu ha detto di essere d'accordo  sulla proposta dell'on. Floris.

Ha aderito alla proposta anche l' on. Balia (Fas) che ha precisato, però, che era necessaria la convocazione urgente della commissione.

L'on. La Spisa ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Spissu ha constatato che la maggior parte dei consiglieri era in aula e ha chiuso i lavori della mattinata.(R.R.) 


I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle 16,30.