CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 184 antimeridiana del 4 maggio 2006


 Cagliari, 4 maggio 2006 - Antimeridiana.

Il Consiglio ha iniziato l'esame degli articoli sulla nuova fiscalità (2, 3, 4 e, per gli effetti consequenziali, 5) sospesi per dare modo all'opposizione di presentare emendamenti. Il testo iniziale era stato infatti sostanzialmente modificato dalla Giunta, a sua volta attraverso la presentazione di corposi emendamenti.

L'articolo 2 riguarda l'introduzione di un'imposta regionale sulle plusvalenze, generate dalla compravendita, di fabbricati ubicati entro tre chilometri dal mare. Il gettito dell'imposta,  per i tre quarti servirà a costituire il "fondo perequativo per lo sviluppo e la coesione territoriale" e per un quarto è assegnato ai Comuni di competenza. Rispetto alla stesura iniziale, il testo, che si prestava ad alcune critiche di fondo e a dubbi interpretativi, è stato modificato.

L'opposizione contesta un provvedimento che crea discriminazioni fra cittadini, in quanto colpisce i non residenti o i residenti di fresca data (meno di 24 mesi). Penalizza, per giunta applicando il criterio della retroattività, chi ha saputo valorizzare l'immobile, aspirazione comune di tutti i proprietari e costituisce "la terza tassa sullo stesso bene", cosa che "accade solo in Sardegna".  Lo ha detto l'on. Moro (An), che ha aperto la serie degli interventi. Una tassa - ha aggiunto - "con l'aggravante del sospetto" nel senso che sottintende fini speculativi e l'ipotesi che si intenda "eludere, aggirare o evitare il fisco". Incomprensibile il fatto che la fascia urbanistica (2 km) della legge salvacoste qui si allarghi a 3 km, colpendo in eguale misura situazioni molto differenti. Definendo la norma "ingiusta e iniqua", l'on. Moro si è detto certo che essa solleverà un contenzioso giudiziario infinito, vanificando le previsioni, "del tutto virtuali", dell'introito fiscale.

Dietro "un'apparente positività", la legge  dimostra "un accanimento fiscale" nei confronti dei non residenti, violando così un dettato costituzionale. Secondo l'on. La Spisa, se l'imposta intendeva riequilibrare, a vantaggio della Regione, la distribuzione del reddito imponendo una contribuzione a chi questo reddito ha maturato nell'isola (di qui, appunto, la positività della "ratio" iniziale) in realtà crea evidenti discriminazioni in base allo stato anagrafico dei cittadini e, quel che è peggio, colpisce anche la seconda generazione degli emigrati, i cui figli, se non sono nati in Sardegna, sono tassabili. Definito "un punto cruciale" del maxicollegato, l'articolo 2 ha un ampio articolato (20 commi) che reca "le disposizioni tipiche di un atto regolamentare, che stabilisce, nel dettaglio, anche i modi della riscossione.

"A me sembra che in altre località turistiche non esista una norma del genere. E se non esiste, un motivo ci dev'essere", ha detto l'on. Rassu (FI), sostenendo che questa e le altre imposte previste (seconde case sul mare, aerei privati e imbarcazioni) al turismo non facciano bene. E' giusto che chi "consuma il bene Sardegna" debba contribuire; ma è preferibile realizzare servizi decenti e farli pagare. Che senso ha - fra l'altro - prevede che l'imposta gravi su una fascia di tre km.? Se esiste un'imposta sulle plusvalenze, essa dovrebbe essere generalizzata, altrimenti uno si fa furbo e si sposta di un metro. Poca chiarezza, nel testo, sulla cessione di immobili compresi in eventuali quote societarie ed incomprensibile parlare di "valore normale", parola estranea all'estimo (su questo punto, è stato presentato un emendamento. n.del cr.)

Anche per l'on. Cuccu (Udc) l'imposta discrimina quei cittadini che, per la Costituzione, hanno uguali diritti e doveri. Non pagano l'imposta i residenti, anche chi - si è chiesto Cuccu - "in Sardegna nasce per caso"?  Fra l'altro (altro problema tutt'altro che ozioso) l'imposta va pagata secondo la capacità contributiva di ciascuno ("segundu sa forza insoru", scriveva sei secoli fa Eleonora d'Arborea) e ciò non è previsto. Diverso è, infatti, il caso di chi aliena la casa per necessità e chi, come il grande immobiliarsita, da quella cessione fa reddito. Poco chiara la dizione anche di "coniuge". In tempi di Pacs, infatti, la dizione è vaga e imprecisa e va corretta. Ma c'è di più, la tassa diventa un fatto speculativo per chi la impone nel caso delle multiproprietà: l'occupazione dell'immobile per 14 giorni equivale all'imposizione di un mese; ma i due proprietari che utilizzano lo stesso immobile due settimane a testa devono pagare, per un solo mese solare, due mensilità complete? Quanto all'uso "turistico" dell'abitazione è termine che sfugge a qualsiasi classificazione: che cosa si vuol dire con esso? E' legato alla presunzione di tale uso? Ma allora, nel caso di un malato che, per ragioni mediche, debba soggiornare al mare per consiglio del medico, l'uso resta "turistico" o diventa "sanitario"? (adel).  L'assessore al Bilancio Pigliaru, durante il dibattito, ha detto che l'articolo 2 pone fine ad un'iniquità. E', infatti,  ingiusto che il gettito basato sul reddito delle seconde case sfugga interamente alla Regione Sardegna se i proprietari non sono residenti. Questa ingiustizia ha fatto perdere ingenti risorse alla nostra isola. L'esponente della giunta ha aggiunto che non ci sarà nessun impatto negativo sul turismo perché nessuno sta parlando di tassare i turisti. D'altronde, ha sottolineato, i proprietari delle seconde case non sono felicissimi per queste nuove imposte ma sono consapevoli che ci sarà un incremento patrimoniale del loro immobile nel medio e nel lungo periodo. Dopo l'intervento dell'assessore Pigliaru, il presidente della terza commissione Eliseo Secci ha dato il parere sugli emendamenti presentati all'articolo 2. Parere favorevole è stato dato agli emendamenti 139 della giunta e all'emendamento 165 (Secci e più), parere contrario su tutti gli altri presentati dall'opposizione.  Il parere della giunta è stato conforme a quello dell'organismo consiliare.  Sull'articolo 2 e sugli emendamenti si è acceso un ampio dibattito. L'on. Uras (PRC) ha sottolineato l'esigenza che la Regione combatta l'evasione fiscale. Non è il numero delle tasse o la qualità delle tasse - ha detto - ma il fatto che le tasse non si pagano. Noi abbiamo 3 articoli che istituiscono nuove tasse che se venissero evase sarebbero tasse inutili. L'on. La Spisa (F.I.)  ha dichiarato di votare a favore dell'emendamento 180 (che sopprime l'emendamento 139 della giunta) e ha chiesto la votazione a scrutinio elettronico. Il capogruppo di Forza Italia ha sottolineato  che questo sistema di nuova tassazione lo vuole la maggioranza che se ne assume da sola la responsabilità. Per La Spisa questo sistema è illegittimo costituzionalmente. Votano a favore dell'emendamento 180 anche l'on. Contu (F.I.) e l'on. Rassu. Messi in votazione, gli emendamenti   139 della giunta e 165 (Secci e più) sono stati approvati. Bocciati, invece, tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza: 31, 180, 179,177,176, 175, 174, 173, 172, 171, 178,  26, 29, 28.  Sull'emendamento n. 10 (Atzeri e più), che prevede  di destinare il gettito dell'imposta in parti uguali (50% al fondo perequativo per lo sviluppo e 50% al comune nel quale il reddito è generato), sono intervenuti: l'on. Uras  (PRC) che ha annunciato il voto favorevole all'emendamento, l'on. Balia (FAS) che voterà contro e che ha invitato i presentatori a ritirarlo, l'on. Pisu (PRC), l'on. Uggias (La Margherita), l'on. Rassu (F.I.) che voterà a favore, l'on. Maninchedda (FAS) che voterà contro, l'on. Vincenzo Floris (DS) che voterà contro l'emendamento. Si asterrà, invece, l'on. Diana (AN). L'emendamento 10 è stato messo in votazione con sistema elettronico palese e il Consiglio l'ha bocciato. Bocciatura anche per l'emendamento 27.  (R.R.).  Con l'articolo 3 (Imposta regionale sulle seconde case ad uso turistico) il dibattito ha vissuto momenti di grande partecipazione. Nettamente contrari i rappresentanti dell'opposizione, a sostegno ma anche più articolati gli interventi dei rappresentanti della maggioranza. Per l'on. Pier Paolo Vargiu (Riformatori) saranno notevoli "i problemi di applicazione della nuova normativa che si vuole introdurre". Dopo aver sottolineato come poche tasse e chiare mettono al riparo più di tutte dall'elusione , ha detto che non si può in nessun modo condividere la distinzione che viene operata con l'articolato, ed in particolare con l'emendamento sostitutivo 140 presentato dalla Giunta, fra persone nate in Sardegna e no, fra sardi e non sardi.

Sull'esigenza di ottimizzare il sistema di accertamento fiscale ha insistito l'on. Luciano Uras (Rc), "rischiamo di non avere un sistema efficiente di perequazione territoriale, che oltre tutto non significa perequazione sociale". Per il rappresentante di Rifondazione occorre "specificare in modo chiaro la destinazione delle risorse finanziarie" derivanti da queste norme.

Assolutamente contrario all'articolo 3 ed agli emendamenti della Giunta l'on Mario Diana (An). "Questo è un altro balzello inventato con la solita demagogica  e populistica motivazione dal presidente Soru", ha detto. "Una normativa che discrimina coloro che hanno scelto la Sardegna quale luogo ideale dove vivere, le norme proposte non parlano di residenza, dunque sono estremamente discriminatorie". Grave inoltre per Diana il fatto che "neppure la Giunta sappia quantificare le risorse che si possono recuperare".

Un intervento a difesa dei diritti dei figli degli emigrati sardi quello dell'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-Sdi-Rnp) per la quale occorre uno sforzo per mettere sullo stesso piano genitori e figli. La consigliera ha posto infatti il problema dei figli di emigrati sardi che non sono nati in Sardegna e quindi sarebbero costretti a pagare le imposte sulle case eventualmente ereditate dai genitori, rispetto ai figli di emigrati che sono invece nati in Sardegna. "Sarebbe punitivo far pagare ai figli di chi ha lasciato la Sardegna per lavoro una imposta".

"Vi è un evidente problema di illegittimità costituzionale", così Fedele Sanciu (Fi), per il quale l'introduzione della tassa sulle seconde case "è una super ICI regionale che si ripercuoterà negativamente sull'intero sistema economico". Definendola "una nuova catastrofe soriana", Sanciu ha detto che "ai sardi serve mettere in campo iniziative sensate".

"La filosofia dell'articolo è fondamentalmente condivisibile" per Peppino Balia (Fas), che ha sollevato soltanto qualche perplessità sui tempi di applicazione delle nuove imposte". Balia ha anche espresso apprezzamento e condivisione per l'emendamento dell'on. Caligaris, sul tema dei figli degli emigrati, auspicando la sensibilità della Giunta in questa materia.

Decisamente critico l'on. La Spisa (Fi). "E' certamente uno degli articoli centrali dell'intera legge e della politica fiscale della Giunta", ha detto, "che definire innovativa è solamente un blando eufemismo". "Si tratta di un concentrato di inopportunità politica, e illegittimità giuridica iniquo e illegittimo". La Spisa ha parlato di una norma che "calpesta un diritto costituzionale di uguaglianza fiscale". Ma è chiaro per il rappresentante di FI che la legge verrà impugnata dallo Stato, un fatto di cui la Giunta è al corrente molto bene. Rivelatore sarebbe il comma 17 che mostra come questa norma "si presenta quale strumento di scambio per vedersi assicurati i 7/10 di irpef da parte dello Stato", ma "si rischia di restare con le armi spuntate".

Quindi l'on Artizzu (An), che ha parlato di "tassazione selvaggia mai vista prima", ed ha ricordato che mentre "Rutelli a Roma dichiara la volontà di ridurre il peso fiscale sul settore turistico, Soru invece aumenta le tasse". "Questo non è il federalismo fiscale, questa Giunta non sa cosa fare e impone tasse".  (L.P.)

Le previsioni di approvare il maxicollegato entro la mattinata sono saltate per un nuovo impasse: riguarda l'esclusione degli emigrati di seconda generazione (non nati in Sardegna) dall'esenzione sul pagamento delle imposte sulle case al mare (impropriamente definite case turistiche). Il problema è nato quando il presidente della Commissione bilancio, on. Secci, richiesto, come da regolamento, del parere sugli emendamenti non ha accolto quello presentato dall'on. Caligaris (Sdi - Rosa nel pugno). Alla reazione della proponente e dell'Aula, l'assessore Pigliaru ha avviato una interlocuzione con i funzionari per valutare se fosse possibile una soluzione; interlocuzione che non ha dato esito favorevole. Anzi, l'approfondimento peggiora la situazione, perché escluderebbe anche i coniugi degli emigrati (se non sono nati in Sardegna), inizialmente esentati dall'imposta.

L'on. La Spisa (FI) ha sostenuto che non c'è distinzione di status tra emigrato e la sua famiglia ed appare contraddittorio chiamare gli emigrati, che già hanno vissuto un doloroso evento lasciando la propria terra, "ambasciatori dell'I(sola" per poi castigarli con un provvedimento "iniquo per tutti, ancora di più per loro". A sostegno dell'emendamento Caligaris hanno parlato, sostanzialmente, l'on. Pisu (Prc) - per il quale "esiste un solo popolo sardo e i figli dei meno fortunati hanno gli stessi diritti degli altri") - e l'on. Scarpa (Psd'Az), il quale ha sostenuto che, a questo punto, si azzerino tutti privilegi previsti per i corregionali all'estero, se dietro una solidarietà di facciata si colpiscono se non sono nati nell'isola.

L'on. Biancu (Margherita) ha chiesto di sospendere l'emendamento in attesa di trovare una soluzione. Di conseguenza è stato sospeso il voto sull'articolo 3, totalmente riscritto dall'emendamento 140.

Si è passati perciò all'esame del successivo, ex articolo 4, ora emendamento 141 che introduce la "tassa sul lusso" riferita ad aerei privati e imbarcazioni da diporto. Atterraggi e attracchi si pagano. Una tassa - ha sostenuto l'on. La Spisa (FI) che incide sul turismo più delle altre (case al mare) perché va in senso contrario a qualunque promozione turistica, incidendo proprio sul target di visitatori del quale la Sardegna ha più bisogno, quelli di fascia ad alto reddito "che impegnano poco il territorio e danno vantaggi economici". La tassa "scoraggia le presenze", ma, soprattutto, sarà "di difficile riscossione".

Per l'on. Uras (Prc) la tassa è prevista dallo Statuto, che riconosce alla Regione di imporre tasse sul turismo, "in armonia col sistema tributario dello Stato". Essendo lo Statuto legge costituzionale, ciò ci metterebbe - secondo Uras - al riparo anche dall'Unione europea scongiurando un possibile contenzioso  La finalità della tassa è quella di promuovere la coesione sociale; ciò in realtà non sembra prospettiva facilmente realizzabile perché è la giunta che pone e dispone. Per questo l'introito, nella giusta misura, andrebbe assegnato direttamente ai Comuni.

Tra nuove tasse e caos terrificante nella continuità territoriale, il turismo è servito, Per l'on. Artizzu, capogruppo di An, la Regione fa la politica del gambero: più tasse e meno collegamenti; senza contare l'effetto negativo sui flussi turistici, come scrivono i periodi di settore. In allarme gli industriali della nautica, che vedono inaridirsi una fonte in espansione, quella del turismo nautico che punta alla Sardegna. Prospettive comiche invece, secondo Artizzu, per la riscossione dei tributi: ci penseranno i bagnini, gli operatori portuali o chi altro? Saranno in grado di cogliere in flagrante il diportista che si affaccia in porto?  (adel)


I lavori del Consiglio proseguiranno alle 15. 30.