CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 161 pomeridiana del
8 febbraio 2006
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda.
Disegno di legge n. 199
"Disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale"
Manovra finanziariaIl Consiglio ha proseguito la discussione generale sulla manovra di bilancio.
In apertura di seduta l'on. Ignazio Artizzu (AN) ha chiesto una breve interruzione per consentire ai capigruppo di incontrare una delegazione di agricoltori.
Il presidente Spissu ha ricordato che c'erano 12 interventi programmati e sulla proposta dell'on. Artizzu si è rimesso all'Aula.
L'on. Antonio Biancu (La Margherita) ha ipotizzato la possibilità che una delegazione incontrasse gli agricoltori ma che nel frattempo i lavori proseguissero oppure ha proposto di rinviare l'incontro a domani mattina.
In attesa della decisione su cosa fare i lavori sono proseguiti con l'intervento dei capigruppo.
Il primo ad intervenire è stato l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) che ha detto che nella Manovra trovano conferma i timori e le preoccupazioni già espresse lo scorso anno e negli ultimi mesi. Per Ladu il bilancio è "ragionieristico" e "senza strategia" ed è falsato da una politica delle entrate che pur partendo da una premessa giusta non è inerente alla realtà. Si tratta di un bilancio che non si basa su risorse certe e che è al limite della legittimità. Secondo Ladu quando si capirà che le entrate sono state sovrastimate, i debiti aumenteranno enormemente. E allora - ha chiesto alla Giunta - cosa farete? Accenderete nuovi mutui o si ridurranno i capitoli di bilancio? Il capogruppo di Fortza Paris ha sottolineato il fatto che nei documenti finanziari non c'è un solo settore produttivo potenziato. "Questa manovra è figlia di un centralismo esasperato - ha aggiunto - non c'è concertazione né all'interno della maggioranza né con l'opposizione. Si tratta di una Manovra blindata dove il Consiglio ha il ruolo di mero passacarte". Ladu ha, poi, ricordato il grande malcontento che c'è in Sardegna: "ci sono scioperi ovunque. Sono scesi in piazza il volontariato, la formazione, l'Ersat, l'ex Esaf, l'industria, il personale regionale, i lavoratori socialmente utili, gli agricoltori. Sulle norme intruse Ladu è stato chiaro: "sono state fatte uscire dalla porta, si vogliono far rientrare dalla finestra". Per il capogruppo di Fortza Paris le norme intruse sono un oltraggio, devono essere eliminate, rimandate in Commissione e devono seguire lo stesso iter degli altri disegni di legge. La situazione della Sardegna - ha detto il consigliere - è drammatica: l'industria sta per essere smantellata, i disoccupati sono in aumento ed è ripresa l'emigrazione soprattutto di giovani diplomati e laureati. Inoltre, gli agricoltori vogliono risposte (quasi 20.000 imprese ovicaprine sono state abbandonate al loro destino) e la gente è stufa della demagogia. Quindi, se c'è stato un cambiamento, c'è stato solo in peggio. Infatti, nella Manovra il disavanzo non viene colmato, non ci sono entrate certe per garantire gli impegni finanziari, ci sono dubbi di legittimità.
Dubbi e perplessità sulla Manovra sono stati espressi anche dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori). Il capogruppo si è soffermato innanzitutto sul grande ritardo con cui la Manovra arriva in Aula. Anche quando il centrodestra era in maggioranza - ha detto Vargiu - c'erano ritardi, ma erano giustificati dalla mancanza di una maggioranza numericamente stabile che non consentiva di lavorare. Da allora la situazione è profondamente cambiata: il centrosinistra può contare su 51 consiglieri, una maggioranza schiacciante che dovrebbe consentire alla Giunta di far approvare i documenti finanziari nei tempi previsti dalla Legge. Inoltre, l'on. Vargiu ha sottolineato il fatto che l'unico consigliere che sembra non essersi accorto che è cambiato il Regolamento è il presidente Soru. "Il presidente Della giunta - ha detto - non ha sottoposto preventivamente al presidente del Consiglio la legge Finanziaria facendoci così discutere per 15 giorni una legge che non c'è, cioè una legge ricca di Norme intruse che poi sono state "eliminate" dal presidente del Consiglio. Il capogruppo dei Riformatori ha chiesto garanzie alla Giunta perché la situazione non si ripeta anche l'anno prossimo e non si arrivi alla "farsa" di quest'anno. Il mancato accordo Giunta - Consiglio ha "generato" un Disegno di legge, "Disposizioni varie", di cui non si conosce ancora la sorte. Vargiu ha detto di condividere la decisione "ottimistica" dell'assessore Pigliaru di inserire 500 milioni di euro nelle entrate come recupero Iva dallo Stato. "Condividiamo questa scelta perché la battaglia che si sta aprendo con lo Stato è una battaglia che vogliamo fare fino in fondo". Il capogruppo dei Riformatori non condivide, invece, la cifra stanziata per la sanità. "E' una cifra gravemente insufficiente alle esigenze attuali. Per il 2006 prevedere una spesa di 2.400 milioni di euro quando nel solo preconsultivo 2005 si sono spesi 2650 - 2700 milioni di euro vuol dire che state sottodimensionando la spesa sanitaria di 250/300 milioni di euro. Quindi le scelte sono due: o dovrete accendere altri mutui o dovrete decidere di ridurre i servizi sanitari". Sui nuovi sistemi di tassazione inseriti nel Disegno di legge "disposizioni varie", Vargiu ha chiesto di sapere se erano legittimi dal punto di vista costituzionale e quale era il loro impatto legislativo. Soffermandosi sul progetto "Sardinia speak English" (di cui I Riformatori condividono lo spirito in quanto avevano presentato nella scorsa legislatura una proposta di legge con lo stesso titolo, progettualità e strategia) il capogruppo de I Riformatori ha detto che i 25 milioni di euro previsti meriterebbero più delle cinque righe con cui la Giunta spiega il progetto. "Noi avevamo proposto 50 milioni di euro, ma c'era una proposta di legge che aveva una finalità strategica. Non si possono stanziare 25 milioni e lasciare solo alla Giunta il compito di decidere arbitrariamente". Critiche anche per il progetto "la fabbrica della creatività" per il quale sono previsti 3 milioni di euro.
Finanziaria "asciutta" sino all'esasperazione: l'ha definita così l'on. Peppino Balia (Fas) attribuendo la nuovo regolamento questo effetto che suggerisce una "rivisitazione delle norme sulla contabilità". In ogni caso c'è poco spazio per la fantasia; tuttavia gli elementi innovativi non mancano: riguardano nuove povertà, ricerca, istruzione ed esprimono "la volontà politica di questa maggioranza". Ci sono, tuttavia, problemi da mettere a fuoco, a cominciare dal credito, a cominciare dalla cessione - di cui si parla con insistenza - di Cis e Sfirs ("sarebbe opportuno raccogliere, prima, le idee del Consiglio") e dalla conferenza regionale del credito, per mettere ordine ad un settore per il quale, da alcuni anni, c'è un'attenzione insufficiente. La stessa cessione dei crediti inesigibili affidata dal Cis a finanziarie esterne è - ha aggiunto Balia - motivo di preoccupazione. Opportuno sarebbe sapere se questa iniziativa ha prodotto effetti a danno delle imprese sarde e se, nell'azione intrapresa dalle finanziarie incaricate, c'è stato, preventivamente, come dovuto, il parere della stessa Regione. Fra gli altri problemi da affrontare, alcuni (lavoro, nuove povertà) sono così gravi che non si può fare finta di non vederli. Richiamando il problema, già sollevato dall'on. Cherchi, sugli emendamenti per il finanziamento dei servizi all'impiego e il reddito di cittadinanza (la legge sui servizi alla persona non ha le risorse promesse) respinti dalla commissione, Balia ha detto che dovrà essere l'aula a esprimersi. Infine, sulle leggi di incentivazione ha accennato alle risorse destinate alla legge 51 (artigianato): quelle previste in bilancio coprono le vecchie pratiche. Per le nuove rimangono solo 8 milioni, davvero poco se si considera il ruolo dell'artigianato nell'economia sarda. L'assessore Pigliaru dovrà fare uno sforzo, ma, di milioni, dovrà reperirne almeno una ventina per evitare che il comparto si fermi.
"Parlerò davanti a una sedia vuota", ha esordito l'on. Ignazio Artizzu (An) riferendosi all'assenza del presidente Soru; segno, ha aggiunto. "della scarsa considerazione che ha del Consiglio". Critico il giudizio sulla manovra: né linee guida, né indirizzo preciso, ma un documento "striminzito, senza capo né cosa". Una volta cancellate, doverosamente, le norme intruse, che da sole valgono una fetta rilevante della spesa - sarebbe stato meglio riscrivere il bilancio. Nel complesso è, questa, "una finanziaria avvolta nel cachemire", snobistica e antisociale che conferma l'incapacità della giunta a governare. I numeri dipingono una crisi economica drammatica, alla quale, tuttavia, non esistono rimedi; al contrario si distruggono alcuni settori, come la formazione professionale, che consentivano un importante risvolto sociale e occupativi. Trascurato il mondo dell'impresa - ha sostenuto il capogruppo di An - ; il governo regionale va dietro a seducenti progetti (come "Sardegna fatti bella") che sta diventando un incubo; ma sui nodi cruciali - dall'industria all'agricoltura, dalla pesca al turismo - si sta diffondendo un clima di paura. Ferma anche la legge sull'imprenditoria giovanile, quasi nullo il sostegno del sistema del credito, nessun intervento sui bandi "de minimis": tutt'attorno è deserto. In questa vicenda stona che il presidente Soru abbia utilizzato i soldi pubblici per finanziarie una sua impresa, della quale parla solo dopo "che è stato scoperto con le dita nel barattolo della marmellata". Questione morale e conflitto d'interessi restano all'ordine del giorno e Alleanza nazionale li ripropone con forza.
Per Antonello Licheri, capogruppo del Prc, la manovra rispetta le indicazioni del Dpef e si sviluppate su due direttrici: la riduzione del deficit regionale e la dura contestazione con lo Stato in materia di entrate fiscali. Per rimediare ai danni della concezione liberista del centrodestra, la finanziaria ripensa al sociale e disegna una serie di azioni che qualificano questo aspetto: dall'edilizia popolare, alla lotta alla dispersione scolastica, all'innalzamento della ricerca e della formazione; tutti atti "di giustizia ed equità sociale". Anche la centralità della scuola pubblica e il sostegno alle famiglie degli studenti consentiranno di affrontare il problema del disagio giovanile con maggiore efficacia. Per niente soddisfatto, si è invece dichiarato l'on. Licheri, sul rovesciamento degli accordi che ha portato a non dare gambe al reddito di cittadinanza: la copertura finanziaria è indispensabile ed è su questo impegno "che abbiamo votato a favore del documento di programmazione economica e finanziaria". Da sottolineare anche l'apprezzamento alle politiche ambientali, anche in funzione delle politiche energetiche, scongiurando così "le battaglie di retroguardia" che provengono dall'opposizione.
Intervento severo e molto critico quello dell'on. Giorgio Oppi (UDC), che ha contestato il precedente intervento dell'on. Licheri definendo la sua una battaglia di retroguardia. Dopo aver sottolineato l'importanza del gassificatore per il carbone Sulcis, ha respinto ogni ipotesi di gestione da parte delle multinazionali. Come forze di minoranza, ha proseguito, vogliamo avere il diritto a condurre l'opposizione su una manovra completamente squilibrata. Una manovra approssimativa e semplicistica. Rinviando per le parti specifiche alla relazione di minoranza, Oppi ha sottolineato che la Finanziaria sembra predisposta non da politici ma da tecnocrati. Una Finanziaria ragionieristica che priva tutte le categorie produttive di qualsiasi prospettiva. Soffermandosi sulla partita della sanità l'oratore ha affermato che la politica sanitaria "è un concentrato di cattiva gestione". "Abbiamo chiesto invano il quadro delle consulenze stipulate. Siamo stanchi di ricevere informazioni parziali". Oppi ha parlato delle proteste degli operatori sanitari e soprattutto dei medici di famiglia, ha denunciato la crescita delle spesa farmaceutica, ed ha ribadito che tutte le categorie economiche sono ormai condannate all'asfissia.
Completamente opposto il senso dell'intervento dell'on Chicco Porcu (P.S.) che ha dichiarato: "Siamo orgogliosi di questa Finanziaria, che procede nel solco del Dpef" e della modernizzazione del sistema Sardegna. Prendendo spunto dalle critiche venute dall'opposizione sulle partite di bilancio, Porcu ha sottolineato la veridicità dei dati relativi alle entrate, che si fondano oltre tutto sui diritti sanciti dallo Statuto. "E' giusto iscrivere fra le entrate i 7/10 dell'Iva", ha precisato, ricordando che questa partita deve essere il volano per la copertura delle spese di gestione della Regione. Nel respingere le critiche venute dai banchi dell'opposizione, Porcu ha sottolineato "la strategia unitaria che lega la Finanziaria 2006 al Dpef ed al programma di governo dell'esecutivo". La concertazione, ha aggiunto, non deve essere strumento per incrementare il disavanzo; "crediamo in una democrazia decidente e partecipata, ma la concertazione non può significare una spesa fuori controllo". Dopo aver respinto l'accusa "di ambientalismo patologico" lanciata dall'opposizione, ha affermato "che patologica è stata invece la politica di espansione edilizia costiera della precedente legislatura". Affermando che la legge salvacoste è la migliore pubblicità per l'Isola, Porcu ha quindi dichiarato "che la Finanziaria 2006 va di pari passo con la politica di modernizzazione di questa maggioranza". Ha concluso rispondendo alle critiche sul conflitto di interessi, affermando che esso è stato risolto dal presidente della Regione in modo chiaro e trasparente, assai diversamente da quanto è avvenuto da parte del Presidente del Consiglio dei ministri.
E' stata, quindi, la volta dell'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az). "La ricreazione è finita" ha esordito il rappresentante sardista. Questa Giunta, ha osservato, doveva inaugurare la stagione della discontinuità. "L'abbiamo accolta benevolmente perché in un certo senso era neofita", ma nulla è cambiato, ha detto, rispetto a prima. Denunciando come questo esecutivo abbia impostato la propria filosofia di governo sulla competitività e sui tagli, ha detto che questo contrasta con una politica di sviluppo e occupazione che deva andare di pari passo. Atzeri è stato molto severo sulla mancanza di certezza, a suo dire, delle entrate previste in bilancio ed ha affermato come ai tanti annunci non siano seguiti atti concreti. Si parla di Agenzia delle entrate, ma dov'è? Ha detto. Per la Conservatoria del litorale non è previsto neppure un euro. "I residui ammontano ormai a oltre 9 miliardi di euro. Tutto ciò perché manca una progettazione e non vi è sinergia fra gli assessorati". La pubblica amministrazione regionale è mortificata, non c'è una politica energetica, né un piano per il lavoro, e neppure un piano di sviluppo industriale. "Abbiamo ormai intaccato il 40% del tempo a disposizione. D'ora in poi è proibito sbagliare. Serve una forte accelerazione".
Difesa della politica della Giunta e difesa della Finanziaria 2006 da parte dell'on. Antonio Biancu (La Margherita), per il quale questa "Finanziaria prosegue l'opera di risanamento cominciata con quella del 2005, e si inserisce sulla linea del Dpef, incardinato sulla competitività, la coesione e la compartecipazione". "I forti segnali di discontinuità con il passato passano per tre direttrici", ha detto Biancu: il contenimento del disavanzo, la riqualificazione della spesa, le riforme. Ribadendo l'assoluta esigenza che venga proseguita con energia la vertenza avviata con lo Stato per il mancato trasferimento delle quote fiscali, il rappresentante della Margherita ha ribadito che "tale vertenza è corretta ed assolutamente non velleitaria". Biancu ha respinto l'accusa di politica elettoralistica giunta dalle opposizioni, affermando che "elettoralistica è semmai la nuova linea assunta dalla minoranza". L'oratore ha quindi proseguito sottolineando come nella Finanziaria "è contenuta una strategia di rilancio dell'economia e di risanamento", e si è detto certo che "essa è vista favorevolmente dai sardi perché continua l'opera di qualificazione della spesa orientata allo sviluppo" in tutti i settori produttivi, per i quali è previsto un incremento di risorse. Dopo aver elencato i numerosi punti di positività del documento contabile (l'eliminazione del passivo nella sanità, l'agenzia delle entrate, la scuola e la formazione, etc.), Biancu ha concluso ribadendo "che è ingeneroso non riconoscere gli aspetti innovativi degli interventi". "Certo non tutti i problemi possono essere risolti. Ma la maggioranza condivide la Finanziaria della Giunta ed è decisa a sostenere con forza il governo regionale", perché condivide gli obiettivi prefissati che sono quelli del programma della coalizione.
Il dibattito è "stanco", appesantito da schermaglie polemiche, privo di un reale confronto politico, ma la manovra finanziaria e di bilancio, nel suo complesso, è un documento assolutamente condivisibile. Il capogruppo dei Democratici di Sinistra, l'on. Siro Marrocu, dopo il "sarò breve" di rito, ha confermato la validità degli obiettivi che caratterizzano anche questo Finanziaria: ridurre il pesante indebitamento e, nel contempo, dare risposte concrete alle crescenti esigenze della società sarda. Nella attuale situazione non si sarebbe potuto fare di più, ha aggiunto Marrocu, perché la Sardegna attraversa un periodo difficile, aggravato dalla decisione del Governo di ridurre ulteriormente i trasferimenti alle Regioni ed agli enti locali. Uno "stato di difficoltà" che avrebbe consigliato un impegno unitario, almeno nei confronti del Governo centrale, per ottenere il pieno rispetto delle norme che regolano i trasferimenti dalle casse statali a quelle regionali. Invece, ha ricordato Siro Marrocu, l'opposizione non ha fatto che muovere critiche ingenerose, rilievi infondati; ha solamente accusato la maggioranza di appiattimento e di ogni nefandezza, senza proporre soluzioni alternative concrete e praticabili.
Errori politici gravi, secondo il capogruppo DS, perché, ad esempio, se la battaglia per ottenere maggiori quote di Iva e di Irpef fosse stata portava avanti in modo unitario, mentre "voi avete sempre parlato di viaggi della speranza, ma mica stavamo andando a Lourdes", questa iniziativa politica comune sarebbe stata una "potente arma" da utilizzare, polemicamente, tra qualche mese quando "quello centrale sarà, finalmente, un governo amico".
Scarsa lungimiranza politica, quindi, che ha portato ad iniziative demagogiche ed a sterili polemiche, specialmente nei confronti del presidente della Regione, indicato come "il male", il terribile tiranno che vuole imporre, a tutti i costi, la sua volontà. Ma Soru è figlio dell'antipolitica, di un malessere nato "per il fallimento della politica" che, nelle ultime due legislature, non "ha capito" e non ha evitato il progressivo distacco dell'opinione pubblica dalle istituzioni. Il centrosinistra ha le sue colpe, perché la stagione delle giunte Palomba è stata caratterizzata da uno scollamento della maggioranza, da continue polemiche intestine, dal prevalere degli interessi particolari su quelli generali; ma anche la stagione del centrodestra non è stata certamente esaltante, con giunte e maggioranze nate da tradimenti politici, da improvvisi cambi di casacca, caratterizzate da una conflittualità interna, da contrasti di interessi e di poteri, che hanno impedito la realizzazione di qualunque progetto politico, di qualunque iniziativa seria.
Una "caduta dei valori" nata anche grazie al notevole contributo fornito dalla attuale opposizione, ha aggiunto Siro Marrocu; una "crisi" che ha portato alla scelta di un presidente "antipolitico", quale è appunto Soru, il quale, a sua volta, interpreta "con grande vigore e passione" il proprio ruolo, per rispettare, nel modo che reputa migliore, il "mandato" ricevuto dai suoi elettori. Certamente, un maggiore rispetto delle deleghe assegnate, della autonomia della quale devono godere i responsabili degli enti o i dirigenti della struttura regionale, un maggiore coinvolgimento dei partiti della maggioranza e delle forze vive della società sarda, la tanto sbandierata concertazione, potrebbero rasserenare il clima politico attuale, ed in questa direzione lavorerà il gruppo DS per rendere più coesa e forte la coalizione governativa, anche per realizzare quanto di buono indicato in questa manovra. Ma si lavorerà, e si sta lavorando da tempo, per avviare un confronto sui grandi temi, sulle molte emergenze che esistono e che impongono scelte immeditate.
Esaminando le difficili situazioni "contingenti", Siro Marrocu ha confermato la necessità di decisioni immediate per quanto riguarda la formazione professionale, un settore da riordinare ed ammodernare, nel quale non si deve perdere un solo posto di lavoro; ha ricordato l'esigenza di interventi efficaci nei comparti produttivi, dall'agricoltura all'industria, dall'artigianato al commercio, dal credito ai trasporti, dall'ambiente al turismo; così come è assolutamente necessario affrontare i temi delle riforme, del decentramento, del riordino delle competenze degli enti locali. Su questi temi, comunque, i DS hanno avanzato le loro precise proposte, spesso non "in linea" con quelle della Giunta, ma su queste "proposte, che si conoscono, mentre non si conoscono assolutamente quelle dell'opposizione" si avvierà un confronto franco e leale, costruttivo, che porterà alla elaborazione di provvedimenti moderni, adeguati, utili per far uscire la Sardegna dall'attuale, difficile momento.
In questo scenario, ha concluso Siro Marrocu, si inserisce la manovra finanziaria della Giunta, che tiene conto della difficile situazione nazionale e propone soluzioni idonee per ridurre l'indebitamento, per non far mancare i necessari finanziamenti ai settori "sensibili", per dare rispose serie e concrete alle istanze della società sarda.
Completamente di segno opposto il giudizio, su "questa manovra, che rispecchia in pieno l'azione ed il programma della Giunta", espresso dal capogruppo di FI, l'on. Giorgio La Spisa, che lo ha giudicato "un documento economico e finanziario assolutamente insufficiente, per affrontare i problemi della società sarda". L'analisi sulla quale si basa la manovra, ha aggiunto La Spisa, è irreale, non parte da un attento esame della situazione attuale, ma da scenari e dati che sono assolutamente lontano da quelli reali. Non si tiene conto, ad esempio, della effettiva capacità di spesa del sistema produttivo isolano, non si tiene conto delle esigenze e delle possibilità economiche delle famiglie, del preoccupante aumento dei "nuovi poveri", dei drammi di tante persone alla affannosa ricerca di una qualche possibilità di sopravvivenza. Questa manovra taglia, riduce, elimina non gli sprechi, ma interi settori importanti della società sarda, come quelli della cultura e dello sport, ai quali non sono neanche destinate le briciole disponibili.
Un documento economico e di bilancio accolto quasi con rassegnazione da molte categorie, che non hanno più neanche la forza di protestare; una manovra fatta col solito criterio di essere "forti con i deboli" ed accomodanti con i forti, come è avvenuto anche oggi, quando ai sindacati della formazione professionale sono state fornite assicurazioni, promessi interventi per evitare i paventati licenziamenti, per impedire la perdita di un solo posti di lavoro in un settore di grande importanza. Una finanziaria, ha aggiunto La Spisa, criticata, contestata da molti esponenti della stessa maggioranza, tanto è vero che numerose commissioni di merito hanno mosso dure critiche al testo elaborato, e blindato, dalla Giunta, hanno chiesto correzioni e profonde modifiche. Ma tutto è rimato a livello di "mugugno", perché poi tutti si sono adeguati al "pensiero unico", anche se alcuni consiglieri hanno polemicamente annunciato, anche in questo dibattito, di non "volersi allineare".
La situazione è difficile, complessa, ha aggiunto Giorgio La Spisa, ed ha confermato che l'obiettivo delle critiche dell'opposizione "è e non può essere altri che il presidente Soru", perché la maggioranza non ha una sua linea politica; l'unica è quella del Presidente, della Giunta, che impone le sue scelte, le sue logiche, che richiama all'ordine coloro che non la condividono in pieno o la seguono troppo tiepidamente. Fatte lavorare il cervello, conservate almeno un briciolo di autonomia critica, ha detto Giorgio La Spisa rivolgendosi ai banchi della maggioranza, respingete le scelte che vengono fatte lontano da quest'Aula, anche per difendere e tutelare il ruolo dell'assemblea regionale. Analizzando l'impostazione complessiva della manovra, La Spisa ha sottolineato come si punti, in modo massiccio, sulla ricerca e sulle nuove tecnologie, specialmente quelle informatiche. Sono previsti interventi finanziari di rilievo per gli studi, l'approfondimento, la sperimentazione, saranno finanziati programmi di infrastrutturazione globale, per portare le nuove tecnologie informatiche anche nei più sperduti angoli dell'isola. "Ma niente di nuovo" anche in questo caso, perché le Giunte della precedente legislatura avevano destinato somme "importanti" sia alla ricerca che alle nuove tecnologie dell'informazione diffusa.
Le novità, e sono di segno negativo, riguardano invece le cifre indicate dall'Esecutivo: le entrate sono gonfiate, sovrastimate, per mascherare meglio i tagli. Non sarà possibile avviare nessuna politica di sviluppo, ha aggiunto Giorgio La Spisa, non si daranno risposte concrete alle molte emergenze che gravano sulla società sarda. Sarete costretti, necessariamente, a continui aggiustamenti, a correzioni, che impediranno ai settori produttivi di crescere, ai comparti dei servizi di affermarsi. Sarà necessario ricorrere ad una manovra di assestamento, che porterà ad un deficit più elevato ed a nuovi sacrifici per l'intera società. Non si vedono, in sostanza, scelte moderne, programmi realistici e realizzabili, ma un "nebuloso disegno" che non promette niente di buono.
Le critiche delle opposizioni, ed anche qualche rilievo degli oratori della maggioranza, sono state "respinte" con fermezza dall'assessore della Programmazione, il professor Francesco Pigliaru, nel suo intervento di replica, che ha concluso la discussione generale sulla proposta di Finanziaria e di Bilancio presentata dalla Giunta. L'opposizione ha usato toni ed argomentazioni strumentali, immotivatamente strumentali, ha replicato il professor Pigliaru, il quale ha anche respinto l'accusa di "nebulosità" mossa al progetto politico dell'Esecutivo. Il nostro modello di sviluppo è chiaro, sotto gli occhi di tutti, basta legge con attenzione ed obiettività la nostra proposta; così come si devono leggere, con attenzione ed obiettività, i disegni di legge contenuti nel collegato, che indicano con chiarezza e precisione come vogliamo intervenire per "riformare" ed ammodernare la società sarda. L'assessore ha, quindi, spiegato "tecnicamente" le ragioni che hanno portato ad indicare, nelle entrate, somme superiori a quelle usuali, utilizzando per l'Iva e l'Irpef percentuali superiori a "quelle solite".
Una sentenza della Suprema Corte, ha aggiunto Pigliaru, prevede che le aliquote dei tributi trasferiti dallo Stato alla Regione "siano decise" a seconda delle esigenze finanziarie necessarie per far funzionale la struttura amministrativa-burocratica regionale. Abbiamo fatto previsioni "prudenziali", calcolando solamente i sette decimi di quanto riscosso nell'Isola, ma avremmo anche potuto indicare i dieci decimi, come prevede lo Statuto e le altre norme che garantiscono l'autonomia speciale della nostra Regione. Questa posizione è stata illustrata con chiarezza, trasparenza e correttezza, anche in Commissione, perché, quindi, in Aula queste nuove ed immotivate critiche? Se questa rivendicazione non è stata fatta anche in altre occasioni, la responsabilità, in sostanza, ricade sulle Giunte allora in carica, questa ha portato avanti con coerenza la sua battaglia ed è giusto che ne tragga le logiche conseguenze. Lo stesso Governo, d'altro canto ha riconosciuto che i recenti trasferimenti non sono che una semplice anticipazione di quanto dovuto; nelle casse regionali giungeranno, quindi, altri fondi, forse superiori alle somme previste in entrata.
L'intera manovra, ha aggiunto Pigliaru, sarebbe potuta essere ben maggiore; ma la Giunta ha deciso di prevedere incrementi "ridotti", per non superare i limiti del "ragionevole" e per realizzare una reale, e consistente, riduzione del debito.
Questo è un bilancio serio e trasparente, ha aggiunto il professor Francesco Pigliaru, un documento realistico, dal quale sono state rimosse le norme "cosiddette" intruse. Le scelte della Giunta, comunque, sono ben leggibili nei provvedimenti che fanno parte del collegato, significativi ed importanti, che serviranno per riformare, modificare, la struttura complessiva della Regione, dei suoi enti, dei suoi strumenti operativi.
Abbiamo proposto una manovra, quindi, moderna e perfettamente in linea con il programma della Giunta; un documento che va approvato con convinzione e coerenza. Se ci saranno entrate aggiuntive, ha assicurato l'Assessore, saranno utilizzate per ridurre ulteriormente il deficit e per intervenire nei diversi settori produttivi, privilegiando quelli strategici e che possono garantire nuovo sviluppo.
La replica dell'Assessore ha concluso la discussione generale sulla manovra economica e finanziaria proposta dalla Giunta. Per permettere la presentazione di "eventuali" emendamenti, il termine per la loro presentazione scade alle ore 16 di giovedì, 9 febbraio, i lavori sono stati "aggiornati" a domani pomeriggio, quando il Consiglio voterà il "passaggio all'esame degli articoli".
I lavori del Consiglio riprenderanno
giovedì pomeriggio alle ore 16,30