CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 159 pomeridiana del
7 febbraio 2006
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.
Disegno di legge n. 199
"disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale"
Manovra finanziariaDopo le comunicazioni di rito, il presidente ha sospeso la seduta per qualche minuto, visti i pochi consiglieri presenti in Aula. Ripresi i lavori, i capigruppo di Forza Italia Giorgio La Spisa e dell'Udc Giorgio Oppi hanno chiesto, a norma del nuovo regolamento consiliare, la verifica del numero legale. Il presidente Spissu, tra le polemiche dell'opposizione, ha sospeso i lavori per dieci minuti essendo la prima votazione della seduta. Alla ripresa si è proceduto alla verifica del numero legale. Non essendo stato raggiunto il quorum, i lavori sono stati sospesi per altri 30 minuti.
Alla ripresa dei lavori ci sono state ancora polemiche tra l'opposizione e il presidente Spissu. Il capogruppo di Forza Italia Giorgio La Spisa, infatti, ha contestato il fatto che il presidente del Consiglio avesse dato la parola all'on. Caligaris e non avesse proceduto ad una nuova verifica del numero legale.
Il presidente Spissu ha ricordato all'Aula che la richiesta di verifica del numero legale non è automatica e che se l'opposizione avesse voluto, avrebbe potuto chiedere, nuovamente, tale verifica dopo l'intervento dell'on. Caligaris.
Il presidente Spissu ha concesso all'on. La Spisa di intervenire sul Regolamento. Il capogruppo di Forza Italia ha ricordato che la richiesta di verifica del numero legale era stata introdotta nel nuovo Regolamento per evitare che l'Aula si trasformasse in un "votificio" dove si entrava solo per votare e non per partecipare effettivamente ai lavori e che era consuetudine del presidente del Consiglio, alla ripresa dei lavori, constatare se esisteva o meno il numero legale.
Il presidente del Consiglio ha spiegato che il regolamento era stato applicato correttamente e ha dato la parola all'on. Maria Grazia Caligaris (Misto - SDI - RNP). L'esponente socialista ha detto che una delle conseguenze positive del nuovo Regolamento consiliare è quella che il Consiglio può, finalmente esaminare una Finanziaria essenziale. Il dovere di un'Assemblea legislativa - ha ricordato - è quello di rispettare le leggi nella consapevolezza di farlo in maniera corretta e al meglio. Il giudizio dell'on. Caligaris sulla manovra è sostanzialmente positivo anche se, nella situazione drammatica in cui si trova la Sardegna, pensare prioritariamente a risanare il bilancio è un "nobile gesto" ma lo si dovrebbe fare in un ambito temporale più ampio per dare maggiori risposte ai sardi in difficoltà. L'on. Caligaris ha chiesto più attenzione verso i settori dell'Industria, dell'artigianato e del commercio, ha giudicato positivi, anche se sono necessarie più risorse, gli interventi nel settore del diritto allo studio e a favore dell'edilizia scolastica. La consigliera ha, invece, espresso perplessità per la decisione di ridurre gli stanziamenti a favore dell'imprenditoria giovanile e di quella femminile. Per Maria Grazia Caligaris è necessario puntare sullo sviluppo e non sull'assistenzialismo e fare una legge regionale in materia di reddito di cittadinanza. Ha anche auspicato, un intervento della Giunta per maggiori chiarimenti sul futuro del digitale terrestre. Grande attenzione è stata richiesta per i settori agro-zootecnico e della sanità. Per quest'ultimo settore, ha sottolineato, razionalizzare non può incidere sui servizi e sul diritto alla salute del cittadino.
Un passaggio dell'intervento dell'on. Caligaris è stato dedicato anche alla situazione delle carceri. "Spero che, nella convenzione che in queste ore si sta firmando con lo Stato, la Regione abbia ottenuto garanzie per il trasferimento in Sardegna delle guardie carcerarie e dei detenuti sardi che lo richiedano.
Alla fine dell'intervento l'on. Caligaris ha auspicato una Finanziaria più leggibile e comprensibile per tutti. Sarebbe un segnale importante - ha concluso - per avvicinare ancora di più le Istituzioni ai cittadini.
L'on. Oscar Cherchi (Misto - UDS) ha premesso che dalla propria parte politica la manovra non può che ottenere una sonora bocciatura .
Le critiche sono venute da tutte le parti dai sindacati alle forze sociali, ed anche dai settori della maggioranza, ha detto Cherchi. Si tratta di una manovra che continua proporre tagli pesanti, e soprattutto "tagli alla cieca" che non tengono conto della realtà di chi vive fuori dal Consiglio.
Ricordati i dati negativi forniti recentemente dai sindacati sulla situazione economica e sociale, l'oratore ha sottolineato che l'importante occasione che potrebbe rappresentare la finanziaria si risolve in un mero contenimento della spesa. Si rischia di penalizzare i settori più deboli, come ad esempio il settore dell'artigianato, ha aggiunto, occorre rivedere le scelte fatte. Si disegna una finanziaria da 6 miliardi di euro, ma non per questo si può dire che "va tutto bene". Ma la prima sorpresa è che le risorse sono esattamente le stesse dello scorso anno. Dopo aver denunciato essere "arbitrari i calcoli sulle entrate" compiuti dalla Giunta, ha affermato come le politiche portate avanti in tutti i settori sono carenti. Ci sono molti aspetti da rivedere ha concluso Cherchi che ha elencato i molteplici punti di crisi della Sardegna. Critiche forti ha, infine, lanciato per le ingenti risorse destinate al progetto "Sardinia Speak English".
L'on. Ignazio Artizzu (AN) ha, quindi, chiesto una verifica del numero legale che dopo la votazione è stato confermato.
Ha poi preso la parola l'on. Luciano Uras (PRC) che ha, ironicamente, osservato come, sorprendentemente, dal centrodestra si stiano assumendo posizioni normalmente considerate di sinistra. Prendendo spunto dal concetto della competizione, propria del liberalismo, e delle varie implicazioni, anche dolorose, che essa determina, Uras si è chiesto se competizione e flessibilità siano sostenibili nella realtà sarda. Eppure per essere competitivi bisogna colpire il salario attraverso la precarizzazione, ponendo l'impresa al centro. Non credo, ha detto, che questa società sia armonica. A tale riguardo, ha ricordato che l'attuale maggioranza sa parlare con tutti, soprattutto con coloro che hanno i maggiori problemi.
"Bisogna schierarsi maggiormente verso i termini ed i principi propri della cultura di sinistra", ha detto. "Ma il danno lo ha creato il centrodestra italiano", ha proseguito il rappresentante di Rifondazione. "E allora, si è chiesto, quella del centrodestra sardo è un'autocritica o una posizione strumentale?". La battaglia critica che la sua parte politica sta facendo all'interno della maggioranza, è in linea, ha ricordato, con il proprio voto negativo in occasione del DPEF. E, tuttavia, questa maggioranza è l'unica in grado di "traghettare" la Sardegna verso lo sviluppo.
L'on. Fedele Sanciu (FI) ha esordito esprimendo apprezzamento perché le norme intruse sono state stralciate dalla finanziaria. La manovra giunge in ritardo, ha proseguito poi, ricordando come la pregiudiziale avanzata dall'on. Mario Floris fosse assolutamente giusta. Criticando la manovra, totalmente orientata al controllo della spesa e del debito, senza reali e positive scelte di sviluppo, ha definito quella in discussione una manovra prettamente ragionieristica. Non ci sono prospettive per il futuro, non c'è capacità progettuale, ha detto Sanciu. Dopo avere ricordato che la povertà si sta allargando, ha detto che proprio alle fasce deboli occorre pensare con questa finanziaria, attraverso scelte concrete ed appropriate.
Sanciu ha espresso, quindi, forti riserve sui preannunciati "collegati alla finanziaria" ed ha manifestato critiche sulla manovra di concertazione. Allo stesso modo si è espresso in maniera particolarmente severa circa le "tasse sulla seconda casa e sulle barche" che già stanno dando un grave danno di immagine per la Sardegna.
Non è sostenibile, ha quindi detto, che una regione come la nostra, in gravi difficoltà, non abbia una politica economica orientata verso lo sviluppo in tutti i settori. Manca una visione generale dei problemi ha, quindi, affermato avviandosi a concludere, è assente una politica delle infrastrutture.
I capogruppo di Forza Italia, Giorgio La Spisa, e di Fortza Paris, Silvestro Ladu, hanno chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Lombardo, rilevando dopo la votazione la mancanza della maggioranza dei consiglieri ha sospeso i lavori per 30 minuti.
"Non per apparire irrispettosi, ma c'è un fondo di verità nel fatto che questa finanziaria arrivi in Aula nel periodo di carnevale"; come dire che la maggioranza fa i programmi elettorali e non li rispetta. Con la maschera della finzione copre la realtà della Sardegna, tutt'altro che festaiola. Lo ha detto l'on. Mimmo Licandro (Fi), sostenendo che, a parte qualche nuovo tributo "che farà scappare i turisti" non c'è alcun filo logico nell'azione di governo tra le cose promesse e quelle che si accinge a mantenere. C'è molta vanità: dall'inglese per tutti a "Sardegna fatti bella"; ma non c'è una strategia che renda meno pesante la disoccupazione, che dia sostegno all'economia. Si punta su competizione, coesione, occupazione, ma si costruisce un bilancio su entrate ipotetiche (l'Iva al 70 per cento; gli arretrati dell'Irpef e della stessa Iva) che a poco servono se non ad appagare - ha detto ancora Licandro - "la sindrome da comunicazione di buone notizie", su fatti che, in realtà, mai si verificheranno. I numeri sono diversi, preoccupanti; ed è preoccupante anche l'autoritarismo di una Giunta che affronta il Consiglio "solo quando è indispensabile", non credendo nel confronto e minacciando la democrazia parlamentare.
Un giudizio positivo è stato invece espresso dall'on. Francesca Barracciu (Ds): la manovra prosegue il percorso avviato lo scorso anno e lo fa mettendo in campo politiche concrete ed efficaci. Forse si poteva chiedere più attenzione su alcuni aspetti (politiche sociali ed ambiente), ma esiste, nella manovra, una decisa tendenza ad affrontare "i nodi strutturali", a partire dal risanamento della finanza regionale, condizione essenziale per pensare a future politiche di sviluppo e contrastare il declino della regione. Nella finanziaria ci sono scelte coraggiose - ha aggiunto - a cominciare dalla forte contestazione - a proposito di fiscalità - nei confronti dello Stato; battaglia che, per i livelli di mobilitazione, si sarebbe potuta anche vincere senza la cecità del governo romano.
Il ridimensionamento delle spese obbligatorie (nonostante la dimensione della spesa sanitaria) ha consentito di intervenire in alcuni settori (istruzione, sostegno delle imprese, innovazione e ricerca) che fanno presagire una fase di sviluppo, anche perché, le leggi di finanziamento, che da sole non bastano, si muovono dentro un piano strategico e indicano l'esistenza di una precisa linea di governo.
Tutt'altro che ottimista sul futuro dell'economia ha detto di essere l'on. Nicola Rassu (Fi): cresce il divario fra la Sardegna e le altre regioni, non si intravedono sviluppi in alcuni settori decisivi. Addossare la colpa di un cammino stentato e, comunque, in salita al governo Berlusconi è una scusa; in 20 mesi di governo la Giunta Soru non è stata capace di affrontare i problemi di fondo e per risanare il bilancio - fatto di per sé da condividere - ha scelto la strada meno propizia, quella dei tagli ai settori produttivi. Si è invece abbandonato "a deliranti piani paesaggistici", che incideranno negativamente sull'economia aggravando la situazione delle piccole e piccolissime aziende, ormai prossime al collasso. Nessuna attenzione per l'artigianato, la cui importanza è nota (i fondi stanziati basteranno appena per il pregresso); nessun rimedio credibile per fronteggiare la crisi industriale, nessun intervento per salvare le imprese agricole strangolate dai debiti con le banche. Tutto ciò accade - ha spiegato Rassu - perché manca una visione dello sviluppo dell'Isola. Non solo, ma "la Giunta - consiglio-di-amministrazione" non riesce a gestire neppure l'emergenza (i danni alluvionali in Ogliastra sono l'ennesima prova), lontana com'è dal confronto con gli Enti locali, con le forze sociali e imprenditoriali. Autoritarismo e decisionismo hanno annullato concertazione e compartecipazione nelle scelte segnando un solco profondo tra esecutivo e società sarda.
Questa manovra economica è una remora ed un freno allo sviluppo della Sardegna; questa Finanziaria e questo bilancio guardano ossessivamente al passato e non rivolgono mai lo sguardo verso il futuro. Critico, l'intervento dell'on. Mario Floris (Misto-UDS), che si è soffermato sugli aspetti politici, generali, della manovra economica e finanziaria presentata dalla Giunta. "Nel merito, ha aggiunto l'ex presidente dell'Esecutivo e del Consiglio, esporremo le nostre valutazioni quando esamineremo, nei dettagli, questo documento", una manovra che non mostra nessun segnale di cambiamento; anzi, dopo due anni di Giunta Soru "non si capisce quale sia il progetto di sviluppo proposto, non si vede nessuna strada ben definita".
Questo Esecutivo, ha aggiunto Mario Floris, elabora, propone provvedimenti demagogici, slegati dalla realtà, fumosi; scelte e decisioni fatte piegando alla "volontà del singolo, le decisioni collegiali, talvolta anche le regole fondamentali della democrazia". Questo modo di procedere, che non appartiene alla nostra "cultura ed alle nostre tradizioni politiche democratiche" avrà effetti devastanti, perché segnerà una netta frattura con la politica del confronto, dell'ascolto, della concertazione, che ha caratterizzato le vicende regionali anche nel recente passato, per imporre il metodo "dell'amministratore delegato, che decide", senza sentire il parere degli altri.
Un modo di concepire la vita politica che non può essere assolutamente condiviso, ha aggiunto Floris. Da una parte c'è la "politica dell'ascolto e del confronto, dall'altra quella del decisionismo e della solitudine, della prevaricazione e dell'imposizione", la negazione, quindi, di ogni dialogo, di ogni costruttivo confronto, un inconcepibile muro contro muro, col rischio di dare vita ad un "preoccupante processo involutivo pernicioso per la società e per l'economia".
Che ci siano questi rischi, lo si nota anche per le critiche e le perplessità, seppur velate, che cominciano a trasparire negli interventi di alcuni degli esponenti della maggioranza, "ma, alle nostre aperture, non arriva ancora nessuna risposta concreta" ed anche coloro che potrebbero spingere per un "cambio di rotta, soprattutto nelle questioni caratterizzanti dell'autonomia e dello sviluppo, preferiscono correre nel mezzo del gruppo, al riparo ed al coperto". In questa strana, difficile situazione "ha ancora senso parlare in quest'Aula, esprimere valutazioni, fornire contributi, fare proposte, portare la voce di quanti ci hanno dato il loro consenso per rappresentare i loro bisogni, le loro istanze, le loro speranze?" ha chiesto e si è chiesto Mario Floris. In altre occasioni, anche nel corso della discussione sulla Finanziaria dello scorso anno, molti hanno lamentato che venissero conculcate le prerogative dei consiglieri, che venissero posti ostacoli al dialogo ed al confronto con le parti sociali ed economiche isolane. Nulla è mutato, ha aggiunto Mario Floris, il distacco tra i due diversi modi di intendere la politica è, anzi, aumentato. "Alle regole si sovrappongono, o meglio si contrappongono, decisioni autoritarie funzionali solo ed esclusivamente al proprio disegno". Le norme intruse sono la testimonianza di questo modo distorto di intendere la politica, sono un esempio di prevaricazione che sembra caratterizzare l'azione di questo Esecutivo, di questo Presidente che hanno voluto sfidare il Consiglio e le sue regole, costruite "come un abito su misura", con una manovra finanziaria zeppa di norme intruse, giustamente "espunte" dal Presidente del Consiglio. Ma il Presidente Soru le ha riproposte, ha rilanciato la sua sfida proponendo un "collegato di collegati", giudicato "fondamentale" nella manovra attualmente all'esame dell'Aula. Una nuova sfida che, se l'opposizione fosse stata forte e coesa, non avrebbe avuto successo, avrebbe anzi potuto essere un primo, ostacolo sulla strada del governo regionale. Ma ci saranno altre occasioni per marcare le differenze, ha aggiunto Mario Floris. Noi non abbiamo mai considerato controparte le rappresentanze politiche, le forze economiche e sociali, le espressioni vive della società sarda, ma le abbiamo sempre coinvolte, e considerate compartecipi delle nostre decisioni politiche. Un modo di intendere la concertazione, e la politica, che non viene chiaramente condiviso da questa attuale maggioranza, che, forte dei suoi numeri, rifugge da ogni confronto, evita ogni dialogo. Ma se la si tira troppo la fune si rompe e l'emergere di nuovi "conflitti di interesse" porta ad un progressivo allontanamento delle stesse componenti della società sarda dal dialogo politico. Nella attuale situazione, con una costante crescita delle nuove e vecchie povertà, con troppi settori economici in crisi, con una preoccupante disaffezione dei flussi turistici nei confronti della Sardegna, con il sistema economico, in buona sostanza, che rischia di andare per aria, non si possono esasperare tensioni e contrasti.
Bisogna evitare ogni ulteriore sudditanza nei confronti dell'esecutivo, ha aggiunto Mario Floris, dobbiamo impegnarci nell'elaborare nuove proposte politiche, nuovi programmi che guardino al futuro, ma migliorino anche la situazione presente, ridando vita a quella democrazia partecipata che è la caratteristica principale dell'autonomia, evitando le scelte e gli atteggiamenti che rischiano di portare ad un "governo privo di consenso popolare".
Sono troppi gli episodi, le iniziative, le proposte, le decisioni, le imposizioni di tutti i generi, ha detto avviandosi alla conclusione Mario Floris, che dimostrano come questa non sia "più democrazia, ma un sovvertimento delle regole, l'affermazione di un potere che non è consentito dalla nostra Costituzione,". Tutto, infatti, è giocato sul piano delle "apparenze", degli effetti multimediali dell'informazione e della comunicazione, della tecnologia ad essa applicata, "materie nelle quali il presidente Soru è maestro. Ovvero, i fuochi fatui".
Diversa, chiaramente positiva, la valutazione della manovra, nel suo complesso, espressa dall'on. Elio Corda (Progetto Sardegna), il quale ha giudicato quella all'esame dell'Aula "la migliore tra quelle realizzabili, con le risorse a disposizione". In tutti i casi, ha aggiunto l'esponente di Progetto Sardegna, questa manovra è di gran lunga migliore di tutte quelle proposte dalle giunte, di centro-destra, che si sono succedute nella precedente legislatura. Intanto, ha aggiunto Elio Corda, si è proseguito nella strada del risanamento dei conti pubblici; poi si sono fatte scelte strategiche che non mancheranno di produrre effetti benefici e duraturi, in grado di favorire un reale sviluppo del sistema socio-economico sardo. Questa Giunta, ed i numeri ne sono la chiara dimostrazione, ha puntato a ridurre gli sprechi ed a concentrare le risorse disponibili, che sono ancora inadeguate, su settori strategici, quali quello della scuola, della cultura della ricerca, della sanità e dei servizi sociali, dell'agricoltura e delle attività produttive che hanno possibilità di sviluppo. Scelte oculate, ha aggiunto Elio Corda, perché si devono fare i conti con una situazione finanziaria condizionata dalla scelte e dai mancati trasferimenti decisi dal Governo, che penalizzano le regioni meno ricche, come è certamente la Sardegna.
Devono essere condivise, quindi, le scelte a favore delle capacità personali dei giovani sardi. "Puntare sulle intelligenze, sulla conoscenza e la ricerca" darà risultati di grande interesse, farà compiere un balzo in avanti alla società isolana, ha aggiunto Elio Corda, replicando alle "accuse" mosse dagli oratori dell'opposizione, perché la cultura e la ricerca "sono strumenti estremamente utili per favorire la realizzazione di nuovi posti di lavorio". Ma con grande attenzione sono stati anche esaminati i settori dell'imprenditoria giovanile, di quella femminile, ai quali sono stati riservati cospicui finanziamenti; come, con occhio particolarmente attento, sono stati approfonditi i temi che riguardano il rilancio dell'agricoltura, delle infrastrutture, dei servizi connessi al settore primario. Ma grande attenzione è stata riservata anche alla sanità pubblica, ai presidi ed alle strutture ospedaliere che devono garantire adeguata assistenza socio-sanitaria alle popolazioni sarde; ed a questo proposito è particolarmente significativa la decisione di completare il nuovo ospedale di Oblia, che garantirà servizi di elevato livello alla Sardegna del nord-est. Quindi, un giudizio decisamente positivo su una manovra che, utilizzando al meglio i fondi comunitari, rimetterà sicuramente in moto il processo di sviluppo economico isolano, appesantito e rallentato dalle scelte "assolutamente sbagliate" che hanno caratterizzato, al contrario, gli anni delle giunte di diverso colore.
I giudizi positivi, "avventati, almeno per quanto riguarda l'agricoltura", dell'esponente della maggioranza, sono stati immediatamente "contestati" dall'on. Mario Diana (AN), il quale ha ricordato all'Aula che una folta rappresentanza di agricoltori dei Campidani di Cagliari ed Oristano avevano "occupato" l'assessorato dell'Agricoltura, proprio per contestare le mancate scelte, le decisioni assolutamente irrazionali, del presidente della Giunta e del suo assessore dell'Agricoltura. L'esponente di Alleanza Nazionale ha, invece, voluto ringraziare l'on. Mario Floris per aver "riportato la realtà in quest'Aula", per aver proposto un quadro particolarmente esauriente sulla inadeguatezza politica di questa coalizione. D'altro canto, ha aggiunto Mario Diana, che la maggioranza non sappia governare è "provato dalla scarsa considerazione che il presidente Soru mostra nei confronti della Finanziaria, senza dubbio l'impegno più importante per un governo. Invece, il presidente Soru arriva in Aula quando ha tempo, trascura il dibattito, mostra una grande superficialità quando propone una manovra economica assolutamente povera di argomenti, priva di temi importanti e qualificanti. Nel "collegato dei collegati" è anche peggio, ha aggiunto Diana, perché su quel documento "l'effimero volteggia, non c'è niente di buono neanche un'opera pia". Non una parola, infatti, sulle scelte energetiche, non un accenno alle domande poste con interpellanze ed interrogazioni, alle quali non viene data nessuna risposta, così come non è prestata la minima attenzione agli altri grandi temi che rendono difficile la situazione della Sardegna. Sul piano energetico regionale, solo proposte demagogiche ed irreali, "il metano non arriverà certamente entro il 2009; non sarà possibile realizzare centrali a metano di grande potenza, perché non esistono"; non una parola sul recupero ambientale, suo piano del rifiuti urbani, sul disinquinamento dei terreni dai pesticidi e dai nitrati; su tutto, insomma, niente di niente. Ed a proposito del tanto promesso, decantato, sbandierato sviluppo sostenibile, ancora meno.
In sardi chiedono idee chiare e linguaggio serio e corretto, ha aggiunto Mario Diana, invece dalla Giunta non arriva nessuna proposta moderna e concreta, in nessun comparto, per nessun settore. In ogni occasione viene usato un linguaggio strumentale, che i sardi non vogliono più ascoltare. Il vento, ha aggiunto Diana, sta cambiando e la maggioranza, pur con la forza dei suoi numeri, comincia a mostrare qualche segno di "scollamento", tanto è vero che nelle due sedute odierne per sei volte, "forse per sette", è mancato il numero legale ed i lavori sono stati sospesi.
Rivolgendosi ai colleghi della maggioranza, ma anche a quelli dell'opposizione, Mario Diana li ha invitati ad un maggior coraggio, nel difendere le loro idee ed opinioni, ad evitare l'appiattimento, lo "zerbinaggio", che spesso caratterizza la vita dell'Aula quando "Soru è presente". Nella società si avverte un preoccupante distacco nei confronti della politica, dei temi politici. Ecco, il Consiglio, i consiglieri regionali devono riacquistare il loro ruolo, se vogliono riavvicinare i cittadini alle istituzioni; se vogliono ancora capire le loro esigenze, rappresentare le loro istanze, i loro bisogni.
I lavori del Consiglio proseguiranno
domani mattina alle ore 10.00