CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 154 pomeridiana del
20 dicembre 2005
Il Consiglio regionale ha proseguito i lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu, indi, dell'on. Paolo Fadda.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
In apertura di seduta il presidente ha comunicato che sul Buras n. 37, del 9 dicembre scorso, è stato pubblicato il ricorso presentato dal Consiglio dei ministri per "dichiarata illegittimità costituzionale dell'articolo 11, comma 3 della legge regionale 13 agosto 2004, n. 12 (norme per le unioni di comuni e le comunità montane: ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni, misura di sostegno per i piccoli comuni).
Esame Testo Unificato Proposte di legge n. 110 - 112 Disegno di legge n. 127:
"Sistema integrato di interventi e servizi sociali"
Il Consiglio ha ripreso l'esame del Testo unificato, delle proposte di legge 110 e 112 e del disegno di legge 127, con il quale si fissano gli indirizzi generali e le norme da seguire per realizzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali. Nella seduta precedente l'on. Silvio Lai aveva svolto la relazione di maggioranza, il dibattito è, quindi, ripreso con la relazione di minoranza svolta dall'on. Antonello Liori (AN).
Un giudizio di "sufficienza, ma con riserva, perché per molti aspetti è un provvedimento incompleto", è stato espresso dal primo oratore della seduta, l'on. Antonello Liori (AN), relatore di minoranza del testo unificato all'esame dell'Aula. Un giudizio di fatto critico, anche se la minoranza, ha ricordato Antonello Liori, ha avuto parte attiva nella sua elaborazione. I consiglieri dell'opposizione, infatti, hanno sempre garantito il "numero legale" nelle sedute della Commissione competente, hanno sempre fornito il loro parere, il loro contributo nel corso del lungo iter istruttorio. Certamente, il "sistema integrato dei servizi alla persona" rispecchia molte delle scelte avanzate, e difese, dalla maggioranza in Aula e nelle proposte politiche presentate nelle diverse sedi, "questo è giusto, in quanto la maggioranza ha il dovere ed il diritto di portare avanti le sue proposte, di approvare le sue leggi"; ma anche la minoranza, ha ricordato Antonello Liori, ha il diritto di difendere le proprie posizioni, di cercare di far accogliere le "proprie impostazioni e scelte politiche". Nessuna prevaricazione delle idee altrui, quindi, ma la difesa delle posizioni ideologiche e politiche che sono patrimonio irrinunciabile delle diverse forze politiche. Certamente, questo testo sarebbe potuto essere migliore, maggiormente "condivisibile", se ci fosse stata una "maggiore apertura" nei confronti del contributo dei consiglieri della minoranza, "questo non è stato, ha aggiunto Antonello Liori, e questo testo ne risente in maniera evidente". Comunque, "questo provvedimento non sembra in grado di dare risposte concrete alle esigenze della società isolana".
Giudizio estremamente positivo, anche per il proficuo lavoro svolto in Commissione, è stato espresso dall'on. Pierangelo Masia (Autonomista federalista sardo), il quale ha ricordato l'impostazione innovativa del testo in esame, che traccia le linee di un nuovo sistema di intervento, "che coinvolge, nelle scelte di fondo, i comuni, le province, il complesso sistema delle autonomie, del volontariato". Illustrando gli aspetti più significative del testo elaborato dalla Commissione della quale è presidente, Pierangelo Masia ha ringraziato "tutti i colleghi commissari" per il lavoro svolto, per il "prezioso" contributo fornito dai colleghi, "per la loro grande professionalità e preparazione politica ed amministrativa". Nella Commissione sono presenti ex assessori, ex sindaci, professionisti di grande preparazione, i quali hanno fornito un prezioso contributo, frutto della loro esperienza personale, che ha permesso di mettere a punto "una buona legge". Tutti i provvedimenti sono migliorabili, ha aggiunto Pierangelo Masia, ma quello "messo a punto" è un sistema in grado di recepire le istanze della società sarda; è un utile strumento per favorire un'efficace programmazione, che può realmente permettere la realizzazione di un servizio socio-assistenziale efficiente e moderno.
"Un provvedimento di grande importanza, fortemente atteso da tutta la società sarda". Giudizio positivo, quello espresso anche dall'on. Alessandro Frau (Progetto Sardegna), il quale ha voluto ricordare alcuni degli aspetti più significativi del testo unificato predisposto dalla Commissione Sanità. Il lavoro della Commissione, ha aggiunto Sandro Frau, è "particolarmente innovativo, anche per le soluzioni proposte in materia di politiche sociali". La società isolana ha bisogni nuovi, diversi da quelli del passato, anche per la scarsa natalità ed il progressivo invecchiamento della popolazione. Dobbiamo affrontare nuove esigenze, nuove e diverse realtà, ha aggiunto Sandro Frau, le nuove povertà, l'allontanamento dal lavoro, l'emarginazione. Ecco, questo provvedimento, anche per la possibilità di coinvolgere nei momenti "decisionali" gli enti locali, le parti vive e sensibili della società sarda, permetterà di affrontare questi "nuovi e differenti problemi". La gestione diretta, il coinvolgimento dei comuni e delle province, le nuove scelte di politica sociale potranno favorire nuovi programmi, la realizzazione di nuove strutture e di nuove iniziative per sostenere, aiutare chi soffre, chi si sente o chi è realmente emarginato. Questo è "un buon testo, una buona legge", ha concluso Sandro Frau, ed il Consiglio deve immediatamente elaborare provvedimenti particolarmente incisivi, per dare pratica attuazione a quanto "questo testo prevede".
Questa legge - ha detto l'on. Luciano Uras (Prc) - è un passo avanti nell'opposizione a un sistema sociale che ha nell'impresa e nel mercato il suo motore. Capitalismo è parola da esorcizzare, parola usata in tutte le salse (capitalismo economico, sociale, umano), che finisce per schiacciare la società. Occorre, dunque, una legislazione che sappia affrontare la condizione di difficoltà e bisogno della popolazione in tempi rapidi e in modi giusti. Vecchie e nuove povertà condizionano il progresso e lo sviluppo e, paradossalmente, sui poveri che hanno poco (spesso neppure il necessario) si basa la floridezza della società: poveri come benefattori, "che tengono bassa l'inflazione e alte le quotazioni in borsa" facendo di una vita di sacrificio e di stenti il meccanismo di sviluppo di altre fasce di cittadini. Dov'è l'eguaglianza dei diritti prevista dalla Costituzione? La legge in discussione tenta una timida risposta, sia coinvolgendo più direttamente gli enti locali per favorire il riequilibrio di situazioni a volte estreme, sia investendo sulla persona (compare, fra le misure contro la povertà, il reddito di cittadinanza per un inserimento del cittadino nei processi produttivi) e sulla famiglia, anziché - come il vecchio leit motive - sull'impresa.
Ma per l'on. Mario Diana (AN) la legge "non dà risposte ai problemi" e il dibattito rischia di trasformarsi in "pura accademia". Anche il ruolo degli enti locali è meno chiaro di quel che si vorrebbe fare apparire, soprattutto per quanto riguarda le Province, enti ai quali si dà tanta importanza "da averne creato altre quattro" e che, invece, non svolgeranno un ruolo di efficace coordinamento delle iniziative (non è prevista, ad esempio, una conferenza territoriale sanitaria). Il provvedimento, uscito a larga maggioranza dalla Commissione, non evita tuttavia di delineare - a giudizio dell'on. Diana - "le differenze che esistono all'interno delle coalizioni".
Istituzioni e politica, in perenne ritardo rispetto alle dinamiche sociali, "inseguono" anziché "prevenire". E questa legge - ha detto l'on. Paola Lanzi (Prc) - è parte di questo inseguimento. Giudizio positivo sul testo, che "ribadisce con forza il ruolo dei Comuni nella programmazione dei servizi alla persona e affida precise responsabilità ad aziende sanitarie e Province, definendone i rispettivi ruoli; ma la novità - ha aggiunto - è costituita dalla centralità dell'individuo e della famiglia. Molto positiva anche la misura anti-povertà del reddito di cittadinanza, che, ha spiegato, non è una misura assistenziale, ma costituisce una specie di "rinforzo" temporaneo per favorire l'inserimento, sociale ed economico. Lanzi ha auspicato che la legge sia approvata in fretta; "sarebbe - ha detto - un atto di responsabilità delle istituzioni di fronte al bisogno".
Una legge apprezzabile "nello spirito", ha detto l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), ma lunga e forse eccessivamente complessa ("qualche meccanismo di controllo non oliato, qualche commissione di troppo, qualche parte incongruente"). Tuttavia caratterizzata da uno spirito innovativo che definisce una nuova concezione, storica e culturale, del problema sociale, visto nel suo complesso. In futuro, dopo un periodo di collaudo, non è impensabile che possa essere modificata. Tuttavia una buona legge non sempre è efficace, soprattutto quando - ha precisato Vargiu - non ha risorse sufficienti per funzionare. E' questo un caso da esaminare con attenzione. Se si recuperano somme da destinare a nuovi servizi, è un conto; ma se non si recuperano somme, promettere nuovi servizi "è una presa in giro". Del resto la Giunta - ha ricordato - parlando di occupazione, ha sempre detto (si parlava delle politiche attive del lavoro) che la stabilità dei posti di lavoro dipendono dall'efficienza del sistema produttivo e dalle imprese. Forse per questo motivo le risorse destinate al reddito di cittadinanza - elemento qualificante spesso richiamato in Aula - sono inferiori a qualunque previsione di intervento; anche se le povertà accertate sono un decimo (diecimila) delle centomila dichiarate dalla Caritas, ci vorrebbero, in bilancio, 60 milioni di euro in più. Di qui la domanda ("non polemica"), se il reddito di cittadinanza serva a tacitare il partito di Rifondazione comunista - che ha fatto di questa iniziativa un'autentica battaglia - oppure sia una colpevole svista del legislatore.
Introducendo il proprio intervento l'on. Giorgio Oppi (UDC) ha lamentato che secondo gli accordi, questa legge si sarebbe dovuta concludere in tempi brevi, e invece così non è, per passare all'esercizio provvisorio. Pur perfettibile, ha ricordato, la legge è positiva e su di essa vi è ampio accordo anche da parte dell'opposizione. Invece, si accavallano gli interventi da parte della maggioranza. Le poche modifiche che si ritengono necessarie possono essere approvate in fretta. Sottolineando che le grandi aree urbane rischiano di polarizzare gli interventi a scapito dei piccoli centri, l'on.Oppi ha precisato come le risorse finanziarie disponibili non appaiono sufficienti. Ha invitato l'Aula ad evitare altri interventi.
Intervenendo l'on. Mariano Contu (FI) ha voluto cogliere l'occasione per esprimere le proprie scuse al presidente di turno, l'on. Fadda, per una critica a lui lanciata in una precedente seduta, critica del tutto fuori luogo. Entrando nel merito del provvedimento Contu ha sottolineato la grande importanza dell'argomento. Evocando i grandi disagi in cui si trova una fetta sempre maggiore della società, si è detto preoccupato perché il necessario coordinamento fra interventi sociali e sanitari sia disatteso dal provvedimento in discussione. L'on. Contu ha poi analizzato alcuni tra i più gravi fenomeni in cui si concretizza il disagio sociale, ed ha concluso esprimendo perplessità sulla legge.
È, quindi, intervenuta l'on. Mariuccia Cocco (La Margherita), che ha detto essere indispensabile, di fronte a questo grande problema, che la politica prenda subito impegni precisi. Questa legge è un importante passo avanti e crediamo nella sua bontà, ha detto, sottolineandone con una breve analisi gli aspetti maggiormente positivi. La preoccupazione, ha concluso, è che le dichiarazioni di principio non abbiano sempre conseguenze positive e concrete.
In sede di replica è, quindi, intervenuto l'assessore alla Sanità, Nerina Dirindin, che ha sottolineato le finalità positive della legge, e si è soffermata sugli obiettivi di fondo del provvedimento che sono di consolidamento e sviluppo. Si consolida con la legge 4/88 e col regolamento della legge 328, si consolida con la volontà di recepire le nuove politiche del welfare. Ma oltre il consolidamento vi è anche una filosofia importante che riguarda lo sviluppo delle politiche sociali. L'assessore ha sottolineato l'importanza che a queste ultime trovino un pieno coordinamento nelle azioni a livello territoriale. Citando i punti di forza di questo provvedimento, ha approfondito la positività dell'integrazione in rete dei servizi, e le garanzie di equità che si cerca di realizzare. Non bisogna nascondersi però alcuni elementi di debolezza presenti nella legge. Fra essi il sistema di finanziamento degli interventi. Una volta approvata questa legge, attende un lungo cammino di attuazione.
Conclusa la discussione generale è stato votato e approvato il passaggio articolo e approvato, il passaggio all'esame degli articoli. È stata aperta la discussione sull'articolo 1 e sugli emendamenti. Sono intervenuti l'on. Caligaris (Misto-Rosa nel Pugno-SDI-SU), Silvio Lai (DS). L'articolo 1 è stato approvato, l'emendamento 1 non è stato approvato. L'emendamento 3 è stato spostato all'articolo 3.
L'articolo 2 è stato approvato senza emendamenti e senza discussione.
È stato messo, quindi, in discussione l'articolo 3 ed i relativi emendamenti. È intervenuta, ancora una volta, l'on. Caligaris (Misto - SU-SDI-Rosa nel pugno).
Messo in votazione, l'articolo 3 è stato approvato; l'emendamento n. 3 è stato approvato.
L'articolo 4 è stato approvato senza discussione, così pure gli articoli 6, 7, 8 (con l'emendamento 4), 9, 10, 11, 12, 13 (con l'emendamento 26), 14, 15 (con l'emendamento 8), 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24 (con l'emendamento 27), 25, 26 (con gli emendamenti 9 e 10), 27, 28, 29, 30 (con gli emendamenti 2 e 7), 31, 32.
È stato poi posto in votazione l'articolo 33 (che introduce l'istituto del reddito di cittadinanza) e i relativi emendamenti. Nella discussione, con posizioni fortemente contrapposte, sono intervenuti i consiglieri: Vargiu (I Riformatori), Lai (DS), Diana (AN), Lanzi (PRC), Uras (PRC), Licheri (PRC), Moro (AN), Oppi (UDC), Caligaris (Misto-Rosa nel pugno-SDI- SU), Maninchedda (FAS), Capelli (UDC). Sull'articolo e sugli e emendamenti è stato chiesto il voto segreto, dal capogruppo di Forza Italia.
L'emendamento 20 è stato respinto con 44 no e 10 sì; tutti gli altri emendamenti soppressivi parziali (21, 22, 23, 24) sono stati approvati con 44 voti a favore e 3 contrari; l'emendamento n. 28 è stato approvato con 50 sì e 4 no; l'emendamento aggiuntivo 11 è stato approvato con 52 a favore e 2 contrari.
È proseguita la discussione dei restanti articoli e la votazione relativa. Senza discussione sono stati approvati gli articoli 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42 (con l'emendamento 12), 43 (con gli emendamenti 13, 14 e 15), 44, 45, 46 (con gli emendamenti 16 e 17), 47 (con gli emendamenti 18 e 19).
Conclusa la votazione degli articoli, il Presidente ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno a firma Masia e più (vedi allegato), che è stato approvato per alzata di mano. La votazione finale ha dato il seguente esito: presenti 54, votanti 54, sì 54.
I lavori del Consiglio riprenderanno
domani mattina alle ore 10.00