CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 145 antimeridiana del
29 novembre 2005
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
Esame Testo Unificato n. 3-41-84 -148
Riorganizzazione del trasporto
pubblico locale in Sardegna.
Il primo consigliere ad intervenire nella discussione generale è stato l'on. Luciano Uras (PRC) che ha sottolineato l'importanza del provvedimento che va a colmare una carenza normativa che esiste da più di otto anni. L'on. Uras ha ricordato il clima di grande collaborazione che si è creato, in Commissione, tra maggioranza e opposizione e la maturità che sta dimostrando il Consiglio in questa legislatura. Per il consigliere di Rifondazione il punto qualificante di questo testo unico è la pianificazione dei servizi che avviene in modo coerente nel riconoscimento delle funzioni del sistema delle autonomie locali. Il testo esitato dalla Commissione è buono anche se ci sono dei limiti che potranno essere individuati solo applicando la legge. Questo progetto di legge, per l'on. Uras, ha il merito di costruire, nel sistema dei trasporti, un'architettura di funzioni e competenze. Naturalmente l'on. Uras ha sottolineato l'esigenza della massima tutela dei diritti dei lavoratori del settore e il diritto alla mobilità. Il consigliere di Rifondazione si è soffermato anche sull'Agenzia per la mobilità, prevista dal Piano e sulle privatizzazioni. "Io sono contrario alle privatizzazioni - ha detto - perché la mobilità è un diritto di tutti i cittadini. Abbiamo cercato di tener conto di questo principio individuando la soluzione di conservare la "mano pubblica" nei trasporti pur modificando la ragione sociale da azienda pubblica a spa. E si è mantenuta la maggioranza in capo alla pubblica amministrazione". In quest'ottica, l'on. Uras ritiene che l'ARST spa debba rimanere nel controllo pubblico e deve rispondere a quella esigenza fondamentale del diritto alla mobilità di tutti i cittadini anche dei comuni più piccoli. Maggiore interlocuzione e riflessione richiede, invece, il Fondo di incentivazione previsto nell'articolo 40 della legge. Molto positiva, invece, l'impostazione della legge che prevede un servizio efficiente e una nuova residenzialità che non sia orientata verso un aumento dei poli urbani.
E' poi intervenuta l'on. Maria Grazia Caligaris (Misto - SDI-SU) che ha sottolineato la carenza legislativa in materia di trasporti. "Questa legge - ha detto - che entrerà in vigore il primo gennaio - consentirà alla Giunta di operare in un quadro di certezza. Sarà fondamentale l'attuazione della legge per ottenere un sistema di trasporti sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. L'on. Caligaris ha auspicato l'attuazione dell'accordo di programma per quanto riguarda il trasferimento delle ferrovie in concessione e l'ammodernamento della rete. Tutto questo garantendo i diritti dei lavoratori e potenziando i servizi per le fasce più deboli. "Attendo con fiducia - ha concluso - la predisposizione della Carta regionale dei servizi di mobilità, con particolare riferimento ai disabili e agli anziani".
L'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'az) ha rilevato, con soddisfazione, che gran parte della proposta di legge presentata dai sardisti era stata recepita in questo testo unico. Noi sardisti abbiamo posto come prioritario il problema dei trasporti perché è necessario che anche nei comuni più piccoli esista la mobilità. "Con piacere notiamo che in questo testo unico c'è certezza per le zone interne, si evita lo spopolamento e si danno risposte alle fasce deboli". L'on. Atzeri, però, ha richiamato il Consiglio a rispettare le leggi. "Non si possono istituire "agenzie", così come previsto in questo progetto di legge, perché è illegale". Il consigliere sardista è stato molto critico anche nei confronti dell'articolo 40 che prevede l'istituzione di un fondo di incentivazione per i lavoratori. "Se si tratta di incentivazioni, devono essere tali, proporremo in un emendamento che si elevi almeno a 5 mensilità per un massimo di 5 anni".
Per l'on. Gavino Manca (La Margherita) il testo esitato dalla Commissione è buono (anche se può essere migliorato), l'opposizione ha lavorato in Commissione con spirito costruttivo e una migliore razionalizzazione del trasporto locale comporterà un ingente risparmio di fondi regionali (10 milioni di euro) e un miglioramento del servizio. Il consigliere della Margherita ha auspicato la massima tempestività nella predisposizione del regolamento attuativo della legge, grande attenzione ai servizi minimi e all'Agenzia regionale per il trasporto pubblico locale (che deve avere la flessibilità necessaria). Per l'on. Manca questo progetto di legge è una scommessa che il Consiglio non può perdere per il bene di tutti i cittadini sardi che devono, con certezza, avere assicurato il loro diritto alla mobilità. Sulla privatizzazione dell'Arst, l'on. Manca è stato chiaro: "la trasformazione dell'ARST è un atto indispensabile. L'azienda deve essere riqualificata e razionalizzata nel pieno rispetto dei diritti dei dipendenti".
I pesantissimi ritardi accumulati nei confronti della altre regioni sono stati ricordati anche dall'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris), il quale ha confermato il giudizio positivo su un provvedimento approvato all'unanimità, dopo un approfondito confronto con le parti sociali ed imprenditoriali. Il provvedimento di legge, ha aggiunto Murgioni, prevede la riorganizzazione e razionalizzazione di un settore nevralgico per la nostra economia. Il lavoro della Quarta è stato ottimo, anche perché la Commissione ha saputo resistere alle "invasioni di campo" tentate dalla Giunta regionale. La Commissione ha difeso la sua autonomia, riaffermato i "diversi ruoli e compiti" (tra Consiglio ed Esecutivo) e la Giunta, a questo punto, ha dato a sua volta un importante contributo alla elaborazione della legge. In Sardegna, ha aggiunto Murgioni, è necessario un sistema di trasporti che tenga conto della situazione geografica, ma anche delle caratteristiche del sistema economico e sociale della società isolana. I trasporti sono lenti, inefficaci, con costi troppo alti e con eccessivi tempi di percorrenza per giungere alle destinazioni finali, aspetto particolarmente penalizzante per le correnti turistiche che scelgono la Sardegna. Il provvedimento all'esame dell'Aula, quindi, coinvolgendo gli enti locali permetterà di raccogliere le indicazioni necessarie per la realizzazione di un intervento di ammodernamento dell'intero comparto, "un'esigenza particolarmente sentita da tutti". Avviandosi alla conclusione, Eugenio Murgioni, si è soffermato sul ruolo dell'Agenzia regionale per il trasporto pubblico, nella quale deve confluire personale particolarmente qualificato, e nella privatizzazione dell'ARST, un'altra scelta che può migliorare il sistema attuale. "In ogni caso, questa è una buona riforma, che può decisamente migliorare la situazione generale esistente".
L'esigenza di colmare enormi ritardi, ma anche di recuperare importanti risorse finanziarie necessarie per razionalizzare e rendere funzionale il comparto del trasporto interno, raccordandolo meglio con il sistema traportistico nazionale ed internazionale, è stata ribadita anche dall'on. Alberto Sanna (DS). "Con questa legge abbiamo la possibilità di trasformare l'insularità in un reale fattore di sviluppo e non in una penalizzazione geografica". Quando questa legge sarà approvata, ha detto Alberto Sanna, sarà possibile elaborare un grande piano di intervento, che permetta l'utilizzo di ingenti risorse finanziarie. Il "decentramento" si attua, ha aggiunto Alberto Sanna, secondo quando prevede la legge Bassanini quando si danno risposte concrete alle esigenze della società. Quello alla mobilità è un "diritto irrinunciabile" per i sardi, che hanno necessità di trasporti moderni ed adeguati. Entrando nel merito del provvedimento, Sanna ha ricordato come cambieranno i criteri per gli incentivi alle imprese di autotrasporto, come cambierà l'ARST, destinata a diventare una società pubblico - privata, le norme a tutela dei diritti dei lavoratori, ai quali sarà anche proposto un esodo volontario, l'integrazione che si realizzerà nel sistema della mobilità della Sardegna. Questa legge di riforma, inoltre, favorirà la creazione di un importante polo dei trasporti nell'isola, sviluppando il sistema portuale, integrando gli interventi sardi col piano nazionale. Saranno necessari, ha concluso Alberto Sanna, investimenti importanti, ma esiste la possibilità di ottenerne dallo Stato e anche dalla Comunità europea.
Il ritardo con il quale viene approvato questo provvedimento, di recepimento della legge nazionale e delle direttive comunitarie, è stato ribadito anche dall'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC), il quale ha, tuttavia, ricordato come questo "complicato" problema dei trasporti era stato affrontato anche nella precedente legislatura. Anche in quella occasione era stato portato avanti un ottimo lavoro, concluso con un buon testo "comune" decaduto, però, per la fine della legislatura. Quel provvedimento, tuttavia, è servito come ottima base di partenza per arrivare a questa proposta di legge, ha aggiunto F. I. Cuccu, dopo averla raccordata con la mutata situazione istituzionale-amministrativa esistente ora in Sardegna, perché le province sono passate da quattro ad otto. Il lavoro fatto è ottimo, si sono incontranti tutti i rappresentanti dei protagonisti del settore, ha aggiunto Cuccu, la Commissione ha lavorato in un sostanziale clima di serenità, grazie anche alla capacità del presidente di avviare le necessarie mediazioni e giungere a delle buone sintesi conclusive. Questo provvedimento permetterà un'attenta programmazione degli interventi, la trasformazione della ARST in società di capitali, salvaguardando i livelli occupazionali, permetterà di garantire trasporti efficienti, (quelli di grande rilevanza sociale a totale carico del pubblico), la realizzazione di piani provinciali e comunali, anche in questo caso col contributo degli interventi pubblici. In Sardegna, ha detto anche Franco Ignazio Cuccu, si deve operare su un territorio molto vasto con un basso numero di abitanti, una situazione nella quale i trasporti hanno una grande importanza, perché garantiscono il "diritto obiettivo" dei cittadini di potersi muovere. La riforma, con la creazione dell'Agenzia regionale del trasporto pubblico (una specie di direzione generale), imporrà il ricorso a figure specializzate di grande professionalità, alcune delle quali saranno assunte con nuovi concorsi. Anche le norme sulle cessioni di azienda, la trasformazione in società di capitale dell'ARST, con il ricorso all'esodo incentivato per il personale in eccedenza, la necessità di procedere alla sostituzione di un parco macchine superato sono stati i punti ricordati da Franco Ignazio Cuccu, il quale, avviandosi a conclusione, ha confermato che gli oltre 80 milioni di euro per il 2006 e gli oltre 75 milioni per il 2007 non appaiono, comunque, sufficienti per realizzare questi ambiziosi programmi, necessari per rendere, finalmente, efficiente la rete di trasporto pubblico sardo, "comunque, sono una buona base di partenza".
Qualche "riserva" è giunta, invece, dall'on. Antonello Licheri (PRC), il quale ha lamentato gli eccessivi ritardi nel recepimento delle norme nazionali e comunitarie ed ha ricordato che è necessario un grande "concorso delle autonomie locali", per garantire trasporti pubblici adeguati. È necessario disporre un grande monitoraggio del sistema, un approfondito esame delle necessità obiettive dei cittadini; in questo quadro non si capisce la strategia della Giunta, che trasforma la sua Azienda regionale in società per azioni. Non è compito della Regione guidare i pullman, ha aggiunto Licheri, mentre è suo dovere primario garantire il diritto al trasporto dei sardi e tutelare i posti di lavoro. Non si può ridimensionare il "pubblico", ha aggiunto Licheri, a favore dei privati; ci vuole grande chiarezza nell'assegnare tratte e concessioni, altrimenti si finisce come con la Pani, che ha messo in mobilità e vuole licenziare tutti i suoi dipendenti. Si devono garantire i migliori servizi a tutti i cittadini ed il servizio pubblico è in grado di farlo. Quando è stata regionalizzata la Satas, che gestiva in precedenza le linee automobilistiche, forse non si è data la migliore risposta possibile alle aspettative della gente; ma nelle altre parti del mondo, le privatizzazioni selvagge hanno avuto pessimi risultati. "Tanto è vero, ha concluso Licheri, che in Inghilterra stanno tornando indietro. In Sardegna questi errori non devono essere fatti".
Non è sembrato del tutto convinto, della bontà del provvedimento, anche l'on. Mario Diana (AN). I piani provinciali o comunali, ad esempio, "creano confusione", ha aggiunto Mario Diana, sostenendo che sarebbe stato meglio parlare di "bacini di utenza", perché i programmi di razionalizzazione, spesso, possono non coincidere con le province. Qualche riserva anche sull'unanimità raggiunta, perché quando c'è l'accordo complessivo troppo spesso "cala la tensione". Non voglio sollevare problemi, ha aggiunto, Mario Diana, ma non posso non rimarcare che non sono previste agenzie provinciali, così come sono ancora poco chiare le norme che prevedono i servizi in concessione. "Meno male che ci sono i privati, che spesso hanno sopperito alla mancanza di interventi pubblici". Come sono da riesaminare le nome che affidano certi interventi alle province, perché solitamente il sub-affidamento ad altri non risolve i problemi. In alcuni casi, ha aggiunto Mario Diana, manca un quadro di coordinamento e non è condivisibile neanche la creazione di rapporti diretti tra le province ed i comuni con oltre un certo numero di abitanti. Quindi, sarebbe stato meglio puntare sui piani di bacino, con una maggiore integrazione fra i diversi livelli di intervento, stabilendo, ad esempio, che le province possono dialogare, interagire, raccordare, ma non gestire, lasciando questo compito alle imprese. Comunque, ha concluso Diana, una lettura più attenta permetterà di dare "qualche contributo" utile anche durante l'esame in Aula e sarà opportuno "andare più in là di questi contenuti, anche se alcune previsioni sono rilevanti".
Il lavoro della Commissione si è concluso con l'unanimità, "ma non con l'unanimismo" ha detto, dal canto suo, l'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna). Questo dispositivo, comunque, è legato a quello della precedente legislatura ed anche in quella occasione si era raggiunta l'unanimità. Si comincia, comunque, ad entrare nel vivo della stagione delle riforme, che toccheranno la vita dei cittadini, che incideranno profondamente anche in altri settori economici. Questa riforma modificherà, profondamente, il modo di agire di chi fornisce i servizi, ma tutelerà anche i diritti di quelli che devono utilizzare gli stessi servizi. Attualmente, per i trasporti, la Regione spende circa ottanta euro all'anno, per ogni cittadino, con un servizio di qualità sempre peggiore. In Sardegna, tra l'altro, solo il 6 o il 7 per cento dei cittadini utilizza il mezzo pubblico; spesso esistono sovrapposizioni di tratte, servizi doppi o tripli, sistemi ferrovia- gomma, che non forniscono benefici concreti ai viaggiatori. Nel settore sono presenti 52 operatori diversi, che agiscono senza alcun coordinamento, con una domanda di mobilità estremamente diversa e frazionata. I trasporti interni, la mobilità privata, non sono assolutamente raccordati; non esiste un governo organico di un settore del quale non esistono dati certi. Siamo all'anno zero e questo provvedimento ci permetterà di elaborare un piano organico dei trasporti; una impresa difficile, tuttavia, perché mancano anche le necessarie figure professionali. Il riordino del comparto, quindi, appare una operazione molto complessa. L'obiettivo è quello di arrivare a coprire almeno il 30% dei costi, da parte degli utenti; la costituzione dell'Agenzia del trasporto e mobilità permetterà di intervenire in una situazione di "mobilità debole". Le norme nazionali, ha aggiunto Chicco Porcu, non sembrano in grado di fare fronte alla complessità della realtà sarda. Questa legge, quindi, prevede una graduale applicazione dei nuovi criteri; il concetto dei "servizi minimi"; il diritto alla mobilità; il diritto alla fruizione del mezzo pubblico. Le nuove norme porteranno alla sparizione dei monopoli, degli oligopoli, impediranno l'eccessiva discrezionalità di chi deve gestire ed utilizzare tratte e linee. Sarà significativa la modifica dell'ARST, il ricorso ai padroncini, con i loro servizi porta a porta (con oltre trenta milioni di passeggeri l'anno) di grande importanza sociale. Non c'è stato il "mancato coinvolgimento" degli enti locali, ha aggiunto Chicco Porcu, in quanto è prevista una co-pianificazione, che permetterà, in modo elastico, una programmazione integrata e specifica, anche nelle aree metropolitane e sovra-comunali. Ci sono, in sostanza, numerosi aspetti di novità, alcuni dei quali da approfondire, con un reale decentramento alle province, per garantire quei necessari "servizi minimi" dei quali si farà carico la Regione. Affrontando il tema della privatizzazione dell'ARST, Chicco Porcu ha affermato "non abbiamo forse compiuto il passo decisivo", perché la cogestione pubblico-privato avrebbe meritato una "privatizzazione" reale, più ampia; in ogni modo molti aspetti del provvedimento sono migliorabili, con opportuni emendamenti, conservando la necessaria "flessibilità" riservata alle decisioni dell'Assessorato.
"È giusto affermare che questa è una legge di grande importanza" e che se vi è stato un ritardo è imputabile a diverse responsabilità politiche. L'on. Giuseppe Pirisi (DS), presidente della commissione Trasporti, ha ricordato che questo provvedimento, con il quale si recepiscono le norme nazionali e comunitarie, favorirà il riequilibrio territoriale e quello socio-economico attraverso "la riorganizzazione e sviluppo di un settore che garantisce il diritto alla mobilità dei cittadini". Il provvedimento servirà per frenare lo spopolamento delle zone interne, ridurre i consumi energetici, limitare le cause dell'inquinamento ambientale. Nel testo ci sono, chiaramente, dei limiti, ha aggiunto Giuseppe Pirisi, il quale ha riconosciuto che sono stati presi ad esempio i provvedimenti delle altre regioni, "questa è comunque una buona legge; un passo importante per la società sarda". Illustrando gli aspetti più significativi del testo all'esame dell'Aula, Giuseppe Pirisi ha ricordato "la garanzia dei servizi minimi"; la previsione di una adeguata programmazione regionale, provinciale, comunale; il concerto che dovrà caratterizzare tutte le decisioni più importanti; il riconoscimento alle province ed ai comuni di un ruolo e di particolari funzioni. Dopo avere ricordato gli incontri e le consultazioni con gli enti locali ed i rappresentanti delle forze imprenditoriali e sociali, il presidente della commissione Trasporti ha difeso la "sintesi delle proposte" del centrodestra e del centrosinistra, la decisione di privatizzare l'ARST, quella di utilizzare personale regionale, ma anche di cercare "figure di adeguata professionalità" anche attraverso concorsi, che saranno banditi dalla nuova Agenzia dei trasporti. Al termine di un confronto molto positivo e costruttivo, abbiamo messo a punto norme che ci permetteranno di accelerare "l'iter applicativo" di questa legge. Difendendo la scelta delle privatizzazioni al 30%, Pirisi ha confermato che questo è un "obbligo di legge", anche per garantire ampia tutela dei lavoratori. Forse alcuni aspetti di questa norma potranno essere ulteriormente limati, in ogni caso i lavoratori saranno tutelati ed, eventualmente, per gli esuberi saranno studiate apposite norme di incentivazione all'esodo. "La Commissione ha profuso fatica ed intelligenza (maggioranza e minoranza), ha aggiunto Pirisi, e le recenti critiche al Consiglio sono ingiuste ed ingenerose. Il provvedimento può essere migliorato, ma noi tutti dobbiamo migliorarci e nessuno può chiamarsi fuori". Chi è senza peccato scagli la prima dichiarazione, ha concluso, ma tutti "devono rispettare le prerogative altrui, osservando le leggi e i regolamenti". Dopo avere ringraziato il relatore, i consiglieri della maggioranza, quelli della minoranza per il loro contributo appassionato e proficuo, il presidente della Quarta ha "particolarmente ricordato l'ottimo lavoro svolto" dal funzionario della "sua" commissione.
"Arrivare alla riforma del trasporto pubblico, in Sardegna, è opera altamente meritoria, non solo per avere recepito i provvedimenti dello Stato e della Comunità, ma per averli adattati alla difficile realtà sarda". L'assessore dei Trasporti, Sandro Broccia, intervenendo a nome della Giunta, ha voluto ricordare come in Sardegna si debba operare su una superficie molto vasta, con una bassa densità di popolazione. L'obiettivo principale era quello di portare a 0,35 il rapporto tra i costi e i ricavi e, per arrivare a questo risultato, si è pensato al sub-affidamento dei servizi (porta a porta, a chiamata, o anche al noleggio con conducente), ai servizi minimi, ad altre iniziative in grado di ridurre i costi e migliorare l'offerta dei trasporti. Il provvedimento norma il subentro delle imprese, con garanzia dei lavoratori utilizzati, prevede un nuovo ruolo delle autonomie locali, permette di utilizzare strumenti, competenze e risorse dove devono e possono essere utilizzati. Una profonda innovazione del sistema, ha aggiunto Broccia, perché non saranno più le aziende di trasporto a decidere come e quando saranno collegati i piccoli centri con i capoluoghi di provincia, o i centri maggiori tra loro. La programmazione e pianificazione sarà riservata alla Regione, la gestione alle imprese. Le recenti reazioni di qualche società, ha aggiunto Broccia, forse sono dovute a questa nuova situazione. In Sardegna, ha aggiunto l'assessore, solo otto persone su cento utilizzano i mezzi pubblici, contro una media nazionale di 16 su cento; la Giunta, però, ha deciso di intervenire, massicciamente, sul sistema dei trasporti interni. Sono stati elaborati programmi importanti per realizzare nuovi centri, nuovi collegamenti, ripristinare stazioni, costruirne nuove. Gli interventi più consistenti saranno riservati alla rete ferroviaria, forse la "più disastrata", dimenticata dopo la promessa mancata della sua elettrificazione. Il parco rotabile ha almeno 25 anni, in Sardegna arriveranno 22 nuovi treni, il 60 per cento di quelli in circolazione, i primi tre all'inizio del prossimo dicembre. I servizi treno-chilometro aumenteranno del 33%, passando dai 3,6 milioni di chilometri ai cinque milioni; saranno ulteriormente intensificati i collegamenti sulla Decimo-Assemini-Elmas-Cagliari, ci sarà un treno ogni trenta minuti, uno ogni 15-16 minuti nelle fasce più frequentate; la metropolitana Sassari-Porto Torres è in avanzata fase di realizzazione; la Regione chiederà il finanziamento per il collegamento ferroviario Alghero-Fertilia aeroporto, il progetto è pronto, servono 20 milioni chiesti allo Stato; la tratta ferroviaria Abbasanta-Cagliari è competitiva con i collegamenti automobilistici; quelle Abbasanta-Sassari e Abbasanta-Olbia scontano pesanti ritardi: servono 550 milioni per migliorare la rete ferroviaria sarda. Quando il programma sarà realizzato la Cagliari-Sassari sarà coperta in 2 ore e un quarto, la Cagliari-Olbia in 2 ore e mezza o poco più, per la Sassari-Olbia saranno sufficienti un'ora e un quarto; interventi particolari saranno studiati per il nuorese, area della Sardegna in cui le ferrovie sono praticamente inesistenti. Entro dicembre, inoltre, saranno acquistati nuovi automezzi da destinare ai comuni "più grossi" e tutti saranno attrezzati per favorire l'accesso dei disabili. Infine, il rilancio dell'ARST prevede il rinnovamento totale del parco autovetture, acquisendo mezzi molto meno inquinanti di quelli attuali (sono i meno moderni e più inquinanti d'Italia). Il provvedimento di legge in esame, ha concluso Broccia, permetterà di ammodernare realmente tutto il sistema del trasporto pubblico locale isolano.
L'intervento dell'assessore ai Trasporti ha concluso la discussione generale sul testo unico all'esame dell'Aula; alla ripresa dei lavori, nella seduta pomeridiana, saranno presentati eventuali emendamenti, prima della votazione al passaggio degli articoli.
I lavori del Consiglio regionale
riprenderanno alle ore 16.00