CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 140 pomeridiana del 22 novembre 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i lavori, secondo quanto prevedeva l'ordine del giorno della tornata, per proseguire l'esame della mozione n. 49, Mario Floris e numerosi altri esponenti del centrosinistra, sulle entrate fiscali e tributarie della Regione. La settimana scorsa, su questo documento, si era conclusa la discussione generale ed i capigruppo avevano "avviato una serie di incontri" per cercare di raggiungere un accordo e presentare un ordine del giorno "unitario". Per permettere alle "delegazioni interessate" di proseguire nel loro tentativo, il presidente del Consiglio ha proposto un'inversione dell'ordine del giorno, per esaminare immediatamente il testo unificato, elaborato dalla Sesta commissione, in materia di politiche del lavoro e servizi alle imprese. La proposta di inversione dell'ordine del giorno è stata approvata.

Esame Testo Unificato n. 3-41-84 -148
in materia di politiche del lavoro
ed organizzazione dei servizi per l'impiego

L'Assemblea regionale ha avviato l'esame del testo unificato (tre proposte di legge presentate rispettivamente dai consiglieri de i Riformatori, la n. 21, dei Democratici di Sinistra, la 33, de La Margherita, la n. 81, ed il disegno di legge della Giunta, il n. 159), in materia di politiche del lavoro e di organizzazione dei servizi per l'impiego. "Un provvedimento di grande importanza, che norma, finalmente, una materia di grande interesse, che permetterà anche alla Sardegna di darsi una organizzazione efficace e moderna in un settore particolarmente sensibile, delicato", come ha ricordato il relatore del provvedimento, l'on. Silvio Cherchi (DS). Il relatore, dopo aver riconosciuto l'apporto fattivo dei consiglieri della minoranza al lavoro preparatorio svolto in Commissione, ha "ringraziato" tutti i componenti la Sesta per il loro impegno, che ha portato alla predisposizione di un testo "unitario", largamente condiviso. Un provvedimento che salda una frattura esistente, in questo particolare settore, tra le norme regionali e quelle statali, che pone fine ad una situazione di carenza normativa che ha, a lungo, penalizzato il sistema isolano dell'organizzazione del lavoro e del sostegno alle imprese. Molte altre regioni, quasi tutte, ha ricordato Silvio Cherchi si sono date norme regionali in materia, recependo quelle nazionali e comunitarie che hanno significativamente modificato il "vecchio" sistema di avviamento al lavoro. Questo provvedimento, quindi, permetterà di mettere a punto nuovi e più moderni provvedimenti, in grado di promuovere l'occupazione, dare una qualche speranza ai disoccupati, anche ai "non più giovanissimi", di accrescere la sicurezza del lavoro e nel mondo del lavoro. Saranno possibili scelte innovative, ha aggiunto Silvio Cherchi, specialmente per quanto riguarda l'inserimento e la permanenza nelle liste di disoccupazione, la creazione di nuove iniziative nelle aree di crisi, anche prevedendo particolari forme di flessibilità che potranno favorire il reinserimento degli "espulsi" dal sistema produttivo in nuove e diverse attività di lavoro. Questa normativa, ha anche ricordato Cherchi, favorirà il consolidamento del sistema produttivo, favorendo incontri e collaborazioni pubblico-privati, per dare "regolarità e sicurezza" ai lavoratori utilizzati, ad esempio, con contratti di collaborazione che troppo speso sono aleatori e "poco garantiti". Certamente, questo non è che il primo passo verso la costruzione di un sistema più stabile e garantista, ha aggiunto Silvio Cherchi, ed il Consiglio regionale dovrà impegnarsi per mettere a punto nuovi e diversi interventi, più "incisivi" e duraturi; ma questo è, certamente, un passo importante, una base solida e significativa sulla quale costruire un moderno sistema di avviamento al lavoro, di formazione e preparazione dei lavoratori, in grado di garantire un inserimento stabile ed un futuro meno "sfavorevole" per molti lavoratori sardi.

Concetti ribaditi dal presidente della Sesta commissione, competente per materia, l'on. Giovanni Giagu (La Margherita), il quale ha voluto ricordare come il testo in esame preveda il decentramento delle strutture ed il coinvolgimento degli enti locali per favorire, effettivamente, un rapporto più stretto ed efficace tra le imprese e la base sociale. Certamente, il cammino è ancora lungo, ha aggiunto Giovanni Giagu, e si dovrà lavorare con lena, per recuperare il ritardo con il quale è stato elaborato questo provvedimento, ma intanto si potranno fare significative scelte per avviare efficaci politiche di settore, per avviare un percorso che semplifichi le procedure e che fornisca servizi integrati ad un settore che ha bisogno di semplicità e chiarezza. La concertazione tra le parti sociali, la ripartizione dei compiti tra regione e province, ad esempio, renderà più facile l'incontro tra i lavoratori e gli imprenditori; permetterà di predisporre misure di sostegno alle fasce disagiate; di avviare iniziative in grado di favorire il primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro; di realizzare un sistema reale di "pari opportunità"; di arrivare alla stabilità reale dei rapporti di lavoro. Obiettivi ambiziosi, ha aggiunto Giovanni Giagu, traguardi ai quali si deve tendere per garantire un futuro migliore a tanti disoccupati, giovani e meno giovani, alle prese con un presente certamente non facile. Questo non è che l'inizio di un lungo cammino, ha concluso Giagu, ed il Consiglio dovrà mettere a punto, d'intesa con l'assessorato competente, misure, direttive e regolamenti moderni ed efficaci; ma questo è pur sempre un provvedimento che, non appena sarà approvato, permetterà di fare le scelte migliori per dare risposte concrete alla società sarda.

L'on. Vincenzo Floris (DS) ha ricordato il ritardo con cui la Sardegna si appresta ad approvare il provvedimento.  Il consigliere diessino ha sottolineato il lavoro fatto anche dalla minoranza in commissione. Con questa legge - ha detto - la nostra isola fa un balzo in avanti e realizza il vero decentramento conferendo alle province un compito basilare. Il progetto di legge, formato da 50 articoli, presenta molti aspetti innovativi. E' una buona legge che serve a colmare il grave ritardo con cui si legifera in materia.

L'on. Mario Bruno (Progetto Sardegna) ha ricordato che il lavoro è una delle priorità di questa legislatura. L'obiettivo di questa proposta di legge è di semplificare la vita del cittadino. La premessa - ha detto ancora - è quella di sanare le tante irregolarità che esistono combattendo contro il sommerso. E' una legge di principi in cui si individua un sistema articolato di politiche del lavoro e che cerca di evitare che la "precarizzazione" diventi un termine usuale.

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha detto di condividere l'impostazione di questa legge che rappresenta lo sforzo massimo che poteva essere fatto in commissione. "Questo PL -ha affermato - non ha avuto il voto di tutti i commissari, ma anche chi non ha votato a favore ritiene che sia urgente uno strumento che normi la materia". Illustrando la situazione del lavoro in Sardegna che ha definito "al collasso", l'on. Pisano, ha che il punto negativo di questa legge è la mancanza di fondi. "Le risorse regionali destinate al lavoro sono pari - ha sottolineato - a quelle previste per il cinema. Gli stanziamenti sono troppo esigui":

L'on. Franco Sabatini (La Margherita) ha sottolineato il grande ritardo con cui viene approvata la legge. Le altre regioni italiane da tempo licenziato degli strumenti normativi simili. Non resta altro che approfittare della loro esperienza e predisporre una legge che tenga conto che il mercato del lavoro è in continua evoluzione. Per l'on. Sabatini, però, è necessario approvare con urgenza la legge per costruire un quadro certo di riferimento. Questo provvedimento è un passo importante che darà un forte contributo alle imprese e ai disoccupati.

L'Aula "quasi deserta e disattenta" mal si adatta ad un progetto di legge che "tocca direttamente il futuro di tante persone"; legge che disciplinerà il mercato del lavoro, espressione che l'on. Luciano Uras (Prc) non condivide, anzi biasima, perché sembra davvero evocare il famigerato "mercato delle braccia", vero e proprio aspetto degenerativo della condizione umana. Con forte ritardo la legge arriva in Aula, per i cinque anni di inoperosità della precedente Giunta e per le esitazioni d'inizio legislatura; ora, tuttavia, si profila una conclusione che, tuttavia, non può disciplinare il lavoro se lavoro non ce n'è, se la domanda è ridotta e l'offerta, spesso, scarsamente qualificata. Il vero problema sarà sempre quello delle politiche "vere" per il lavoro, che non potrà essere risolto puntando sull'impresa (a volte la competitività aziendale tende a ridurre la forza lavoro), ma sullo sviluppo locale. "Mi auguro - ha aggiunto Uras - che la Finanziaria trovi risorse e politiche che permettano di realizzare questo progetto". Quanto agli aspetti tecnici della legge, Uras ha sottolineato come essa rifletta il conflitto fra assessorato e agenzia del lavoro, che sono due cose distinte e non devono interferire: all'uno competono le politiche, l'altra è una struttura tecnica.

Anche per Attilio Dedoni (I Riformatori) la legge non garantisce lo sviluppo. La Sardegna paga un ritardo che non riguarda solo la legge specifica, ma i problemi di fondo dell'economia. Si poteva arrivare prima, sicuramente; ma nella legislatura passata l'assessorato ha lavorato con impegno, attraverso "innumerevoli audizioni e concertazioni" con lo scopo non solo di approfondire alcuni aspetti tecnico-organizzativi, ma di coinvolgere i soggetti interessati. Ora bisogna essere coerenti con questa impostazione ed evitare tagli di bilancio, che penalizzerebbero qualunque obiettivo di sviluppo. Dedoni ha anche accennato (come, del resto, aveva fatto il collega di gruppo, on Pisano) ai costi dell'applicazione della legge: le vecchie strutture (uffici del lavoro) hanno visto ridursi il numero dei dipendenti con perdita di professionalità, ma anche di organici che ora sarà necessario ripristinare a spese della Regione.

Ultimo intervento della discussione generale quello dell'on. Silvio Lai (Ds), che ha definito questa "una delle tre leggi che disegna il nuovo welfare" (le altre due sono quella sui servizi integrati alla persona e quella sul diritto all'istruzione e alla formazione nell'intero arco di vita). La legge sui servizi all'impiego ("chiamiamola piuttosto "dei servizi e delle politiche del lavoro", perché c'è differenza tra impiego e lavoro: io penso ad un lavoro consono alle mie qualità non un semplice impiego") colma una grave lacuna, un ritardo che i cittadini hanno pagato in maniera esagerata, perdendo molte opportunità. Cinque anni di buio, nella precedente legislatura - ha detto -, per l'assessorato; "mentre ora si è accesa la luce. Il "rapporto virtuoso tra Commissione e Giunta" ha dato frutto. Unica attenzione, nel recente passato, solo l'istituzione dell'Agenzia. Ora la legge serve non alla Regione per creare una regola, ma ai cittadini, per sapere quel che il cittadino deve esigere. Non è, insomma, una semplice, banale legge che risistema le regole del welfare, ma un modo per tutelare il cittadino in una società sempre più povera e disgregata. Anche per l'on. Lai la scommessa si giocherà sulla capacità dei sistemi locali "di essere vivi e animati". L'impegno politico sarà, perciò, quello di dare risorse e strumenti a Comuni e Province.

Sospesi in anticipo, i lavori (per l'incontro fra capigruppo e sindacati in previsione della manifestazione romana sulla vertenza delle entrate) riprenderanno domani mattina alle 10 col due votazioni: quella in sospeso sulla mozione Floris (entrate fiscali) e quella, relativa alla legge in discussione, sul passaggio all'esame degli articoli.


I lavori riprenderanno
domani mattina alle ore 10.