CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 135 pomeridiana del 19 ottobre 2005


Il Consiglio regionale, si è riunito sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on Giacomo Spissu.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


Dibattito sulle dichiarazioni del
Presidente Soru sulle riforme.

L'Assemblea regionale ha proseguito l'esame delle dichiarazioni del presidente della Regione in materia di riforme istituzionali.

La seduta pomeridiana si è aperta con l'intervento dell'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna), il quale ha voluto esprimere un giudizio estremamente positivo sul dibattito sulle riforme istituzionali che si è aperto dopo le dichiarazioni, su una materia così importante e delicata, del presidente della Giunta regionale. Si è trattato di un confronto politico aperto e stimolante, ha detto Stefano Pinna, in un'Aula nella quale esistono certamente delle "difficoltà, delle contrapposizioni", ma il dibattito è stato anche caratterizzato da una notevole "ricchezza" di aperture fatte nei confronti della minoranza. Non si tratta, certamente, di un tentativo di allargare la maggioranza, ma di una "reale apertura" nei confronti delle altre forze politiche, perché si deve disegnare "la nuova autonomia della sardegna", un obiettivo al cui raggiungimento devono concorrere tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio. Annunciando il voto favorevole, e quello del suo gruppo, all'ordine del giorno della maggioranza Stefano Pinna ha anche "riconosciuto" che i documenti presentati dalle altre forze politiche contengono "spunti condivisibili ed interessanti" dei quali si potrà tenere conto anche quando si lavorerà, concretamente, sulle riforme istituzionali che questa maggioranza intende portare avanti con decisione e celerità.

L'ordine del giorno della maggioranza, al quale ha apposto anche la propria firma, è stato giudicato "positivamente" dall'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-Sdi-Su), la quale ha confermato che nel documento si notano importanti aperture, si coglie il recepimento di "posizioni diverse", che possono favorire un concreto confronto tra tutte le forze politiche presenti in questo consiglio regionale. La consigliere regionale ha anche "difeso" la validità dell'ordine del giorno presentato con molte altre consigliere regionali, con il quale si chiede che vengano assicurate alle "donne" le stesse "possibilità" delle quali godono gli uomini" nella vita politica isolana. Non la richiesta di quote ma reali pari opportunità nello svolgimento dell'attività politica. Maria grazia caligaris ha anche confermato che l'Assemblea Costituente era una "idea molto valida" per scrivere le riforme ed ha auspicato che si sappiamo mettere a punto strumenti egualmente validi per avviare le riforme istituzionali delle quali anche la società sarda sente la necessità.

La validità dell'Assemblea Costituente, "un momento esaltante, perché avrebbe coinvolto tutta la società sarda nel difficile impegno di riscrivere lo Statuto di autonomia e le altre riforme istituzionali", è stata ribadita anche dall'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), il quale ha ricordato l'esigenza di avviare i necessari contatti, tra tutte le forze politiche, per giungere alla elaborazione di uno Statuto speciale che contenga, realmente, maggiore autonomia, un più alto tasso di sovranità, la reale valorizzazione del patrimonio culturale della Sardegna. L'Assemblea Costituente sarebbe stata la strada maestra, ha concluso Silvestro Ladu, anticipando il voto a favore dell'ordine del giorno proposto in tal senso dai consiglieri "del centro", i quali considerano, invece, "distanti" le proposte contenute nell'ordine del giorno della maggioranza.

L'importanza del dibattito, che avvia una fase di grandi riforme, è stata ribadita anche dall'on. Sergio Marracini (Misto-Udeur), il quale si è rammaricato perché la minoranza non ha accolto positivamente i numerosi inviti ad una "posizione unitaria" avanzati da autorevoli esponenti della maggioranza. Un "accordo" che si sarebbe potuto raggiungere perché l'ordine del giorno proposto era largamente condivisibile, "molto doroteo", quindi non scontentava nessuno. La soluzione proposta, quella della Consulta, tra l'altro, forse meno accattivante della Assemblea Costituente, permetterà un percorso più rapido; fare le riforme con una posizione comune, tuttavia, avrebbe "rafforzato" l'intero Consiglio regionale. Esistono, comunque, spazi di accordo, ha aggiunto Sergio Marracini, come sono in parte condivisibili anche la proposte avanzate dalle diverse forze politiche. L'esponente dell'Udeur, un "partito moderato che cerca sempre il consenso degli altri gruppi", ha anche anticipato il proprio voto a favore dell'ordine del giorno n. 1, (Caligaris e più) ed al documento della maggioranza, condiviso e sottoscritto con entusiasmo; mentre ha anticipato l'astensione sui documenti degli "amici sardisti", seppur largamente condiviso, e dei "centristi" che ripropongono l'Assemblea Costituente, una ipotesi giusta ma che il governo non ha voluto concedere. Una posizione unitaria, ha aggiunto Marracini, ci "avrebbe permesso di essere tutti più forti. Un'occasione mancata".

 Nell'affrontare i temi delle riforme, il dibattito consiliare ha registrato un salto di qualità ed ha permesso di approfondire temi di grande impatto, argomenti largamente condivisibili, perché il tema del lavoro e dello sviluppo è realmente "l'altra faccia della medaglia". Le riforme, ha detto l'on. Paolo Pisu (PRC) annunciando il proprio voto a favore dell'ordine del giorno della maggioranza, devono tendere a garantire maggiore sovranità, più autonomia, più poteri ad una Regione che deve assolutamente risolvere i problemi dei disoccupati, degli emarginati, dei nuovi poveri. Certamente, le riforme si sarebbero dovute avviare subito dopo l'approvazione della legge che istituiva l'Assemblea Costituente, e Paolo Pisu ha ricordato la personale partecipazione alla campagna di sensibilizzazione che portò proprio a "quella grande conquista civile", ma il governo centrale non ha concesso ai sardi ciò che loro chiedevano. Le riforme, in ogni caso, devono essere avviate immediatamente, suscitando un grande movimento di popolo, per scrivere un Nuovo statuto che garantisca l'identità etno-culturale del nostro popolo, che stabilisca il riconoscimento del diritto dei sardi ad "essere popolo, nazionalità anche all'interno dello Stato italiano", ma con i propri diritti, con la tutela delle proprie prerogative civili, culturali, politiche.

Esigenze civili, diritti inalienabili, sostenuti, difesi anche dall'on. Ciriaco Davoli (PRC), il quale ha sottolineato come l'intervento di replica del presidente della Giunta abbia "rasserenato" il dibattito sulle riforme. Finalmente si è parlato di politica, ha aggiunto Ciriaco Davoli, e la politica produce sintesi, una sintesi giusta, alla quale si è giunti ricordando come il dibattito sull'autonomia, sulle prerogative della nazione sarda parta da lontano, come nell'affrontare questi temi si siano spesso raggiunti livelli di confronto altissimi, anche se in alcune occasioni si è stati costretti a registrare preoccupanti "cadute". Ricordando che il Partito della Rifondazione Comunista è sempre stato "proporzionalista e contro il presidenzialismo" Ciriaco Davoli ha riconosciuto che in questo dibattito sono emersi spunti di "straordinaria novità". Una occasione favorevole per raggiungere una posizione unitaria, una occasione persa per quel "vogliamo collettivo" che avrebbe reso più facile avviare e concludere, in tempi rapidi, la stagione delle riforme. La incomprensibile posizione delle opposizioni, ha concluso Ciriaco Davoli, ha impedito di raggiungere questo importantissimo risultato. Peccato, perché riscrivere di comune accordo lo Statuto e le altre leggi necessarie per imprimere una accelerazione al processo di crescita, che nostra preoccupanti rallentamenti, avrebbe permesso di rivitalizzare il sistema economico (troppi giovani sardi stanno abbandonando l'Isola), di valorizzare il patrimonio della lingua e della cultura sarda, di ridare vigore al mondo della scuola, che paga pesantemente scelte politiche sbagliate.

In questa situazione non è possibile alcun accordo, non si può votare nessun ordine del giorno unitario. "Le posizioni sono troppo distanti". Secca, la risposta alle numerose avances, dell'on. Giorgio Oppi (UDC), perché troppi atteggiamenti della maggioranza "mortificano le intelligenze, vanificano le buone disposizioni della minoranza". Nessuna delle nostre proposte è stata accolta nel corso delle precedenti sessioni di lavoro, ha aggiunto Giorgio Oppi; quando abbiamo denunciato abusi ed incongruenze non abbiamo avuto risposta, come è stato rigorosamente ignorato il nostro diritto a controllare l'operato della Giunta, esercitando in maniera precisa e puntuale il nostro "sindacato ispettivo". Sono troppe le consulenze? Ed abbiamo registrato una continua e costante crescita; abbiamo registrato che la giunta fa cose che non potrebbe fare, che viola costantemente le leggi, come la 31, aldilà di ogni minima correttezza. Questo è un metodo di governo che non può essere condiviso, ha aggiunto Oppi, questi sono atteggiamenti che sviliscono il Consiglio, che non può essere continuamente umiliato. Gli accordi si fanno quando le due parti che dicono di voleri sono veramente decisi a raggiungerli, e si fanno quando le due parti si rispettano reciprocamente. Una situazione diversa da quella che si registra in questa Assemblea. E l'esponente dell'UDC ha proposto di "trasformare la Prima in una commissione di garanzia, anche senza assegnarne la presidenza ad un autorevole esponente della minoranza, ma trasformandola in un organismo paritetico, in una sede permanente di confronto e di dibattito. Una proposta che non sarà certamente presa in esame. Allora, come si può votare a favore di un ordine del giorno "largamente condiviso? Mi dispiace votare contro, ma non è possibile fare diversamente, perché non ci fidiamo". Concludendo il suo intervento, Giorgio Oppi ha anticipato che il suo gruppo avrebbe votato contro l'ordine del giorno "delle donne, non ci piacciono le riserve indiane", che si sarebbe astenuto su quello sardista, seppur alcuni spunti appaiono convincenti e condivisibili; che il gruppo avrebbe votato compatto a favore dell'ordine del giorno sulla Assemblea Costituente, il n. 3, e avrebbe altrettanto compatto votato contro il n. 4, quello della maggioranza. "Ci saranno altre occasioni, in futuro, per accertare la vostra disponibilità ad un serio e corretto confronto".

L'on. Alessandro Licheri (PRC) ha detto che il dibattito di questi giorni è stato costruttivo. Il capogruppo di Rifondazione ha espresso voto favorevole sull'emendamento n. 4 presentato dalla maggioranza. L'on. Licheri, ha censurato le offese fatte all'assessore dell'Industria nell'intervento dell'on. Pili.

L'on. Giuseppe Balia (gruppo federalista - autonomista sardo) ha auspicato che maggioranza e opposizione vadano avanti insieme sulla strada delle riforme. L'on. Balia condivide  la proposta dell'on. Cugini sull'allargamento a tutti i capigruppo, in materia di riforme, dell' organizzazione del confronto con la società sarda, così nessuno, neanche l'opposizione si sentirà escluso.

Per l'on. Giorgio La Spisa (FI) rifare le regole del gioco delle nostre istituzioni obbliga a tener conto delle ragioni più profonde della nostra autonomia. Sulle dichiarazioni del presidente Soru, il capogruppo di Forza Italia ha detto che sono importanti ma che si aspetta la verifica nei fatti.  Il confronto in Aula comunque è stato utile.  L'on. La Spisa ha dichiarato il voto contrario sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.

L'on. Antonio Biancu (La Margherita) ha annunciato il voto contrario sull'ordine del giorno n. 3 (Vargiu e più) perché insistere sull'Assemblea Costituente è solo un voler enunciare riforme e poi non farle e sull'ordine del giorno n. 2 (Atzeri e Scarpa). Voterà invece a favore l'ordine del giorno n. 4 presentato dalla maggioranza. "Il 2006 sarà l'anno delle riforme - ha detto Biancu - e sarà contrassegnato anche dal coinvolgimento, sull'argomento,  del popolo sardo".

L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha annunciato il voto favorevole solo sull'ordine del giorno n. 3.  Ribadendo che in questa legislatura le riforme devono essere proposte dalla maggioranza, l'on. Vargiu, ha esortato il centrosinistra a lavorare di più perché in 16 mesi si è parlato molto e fatto poco. Sulla riscrittura dello Statuto, il capogruppo dei riformatori è stato chiaro: non può essere affidata a quest'Aula ma a tutti i sardi. Per questo la Costituente resta l'ultima strada. Ormai la Consulta è una  "cosa" morta.

L'on.  Siro Marrocu (DS) ha dato un giudizio positivo sul dibattito che si è svolto in Aula. "Questo dibattito dimostra che la maggioranza si è presentata con una sola voce affidando al presidente Soru, come capo della maggioranza, il compito  di illustrare la sintesi di quanto deciso dalla maggioranza". Dunque, una maggioranza che esce più unita e rafforzata dal dibattito. Un confronto costruttivo che ha fatto registrare un'unica nota differente: quella dei riformatori. Per Marrocu, infatti, a I Riformatori piace parlare di riforme ma non piace impegnarsi.  L'auspicio è che entro il 2005 si costituisca la Consulta. L'on. Marrocu ha invitato i presentatori del primo ordine del giorno  (Caligaris e più ) a ritirarlo, mentre sul secondo (Atzeri e più) pur condividendone il dispositivo ha annunciato il voto contrario.

Quello dell'on. Marrocu (DS) è stato l'ultimo intervento. L'Aula vota i quattro ordini del giorno.

Il primo (on. Caligaris) ottiene 16 sì, 39 no e 9 astenuti.

Sul secondo (Atzeri) l'on. Beniamino Scarpa (Misto - Psd'Az) chiede la votazione per parti, ma la richiesta è tecnicamente impraticabile. Per cui l'ordine del giorno viene votato per intero: 3 i sì, 36 i no, 25 le astensioni.

Anche per il terzo (Vargiu) la richiesta di voto per parti non è accolta: i sì sono 20, i no 37, gli astenuti 6.

Infine sul quarto (Marrocu), accolto l'emendamento Licheri (PRC), che cassa la parola "principali", riferita alle "espressioni politiche, territoriali e sociali", l'on. Diana (AN) propone, nel parte dispositiva, di enucleare la parte relativa alla Consulta. Si vota, pertanto, la parte descrittiva (46 sì, 20 no e 2 astenuti), la parte dispositiva con l'omissione dei riferimenti alla Consulta (5 sì, 58 no, 3 astenuti) e il dispositivo per intero (39 sì, 24 no e 2 astensioni).

Si chiude qui il dibattito sulle riforme.

Il presidente Spissu ricorda che i lavori della Quarta e della Sesta commissioni, programmati per oggi e rinviati per i lavori consiliari, si svolgeranno domani mattina, rispettivamente alle 10,30 e alle 10.

La conferenza dei capigruppo, convocata a conclusione dei lavori, deciderà sui futuri impegni dell'Aula.


Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio