CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 127 pomeridiana del 4 ottobre 2005


Il Consiglio regionale, si è riunito, per la seduta obbligatoria prevista dallo statuto,  sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


Esame Proposta di legge n. 79 (seconda parte):
scioglimento e commissariamento delle
amministrazioni locali.

Sull'ordine dei lavori, l'on. Mario Floris (Misto - UDS) ha chiesto maggiori informazioni sulla notizia, appresa dalla stampa, che una seduta del Consiglio sarà dedicata alla discussione preliminare delle riforme. Il presidente Spissu ha spiegato che si tratta di un'intesa raggiunta in conferenza di capigruppo. Tempi e modi della discussione saranno definiti nella stessa sede domani.

All'esame dell'Aula la seconda parte  di un provvedimento che riguarda anche "indizione e svolgimento delle elezioni comunali e provinciali". La prima parte è stata approvata il 13 gennaio scorso.

Il relatore, on. Francesco Sanna (La Margherita) ha citato la legge costituzionale N. 2 del 1993 che attribuisce alle Regioni competenza primaria ed esclusiva in materia di ordinamento degli enti locali, il cui testo unico fissa "con nitidezza" i casi in cui le amministrazioni vengono definite in crisi. La proposta di legge in discussione, licenziata dalla Prima commissione il 25 gennaio scorso con voto unanime (una sola astensione, del consigliere di AN) prevede - in attesa di una disciplina regionale organica, richiamata in premessa (articolo 0) che lo scioglimento dei Consigli comunali e provinciali e la nomina del commissario, "ove prevista", sono disposti "con decreto del presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dell'assessore degli Enti locali". I casi sono previsti nell'articolo 141 del Testo unico.
L'assessore dispone con proprio decreto la sospensione del Consiglio comunale o provinciale "per motivi di grave e urgente necessità". In questo caso l'assessore ne dà immediata comunicazione alla Giunta regionale "congiuntamente con la proposta di scioglimento".
Non sono state invece toccate - ha spiegato il relatore - le competenze in capo al ministro dell'Interno nel caso di motivi d'ordine pubblico (infiltrazioni mafiose).
Il valore politico della legge - ha concluso l'on. Francesco Sanna - è l'attribuzione che viene estesa al Consiglio regionale "di controllo e verifica dei commissariamenti, prima al di fuori delle sue competenze".

Nella discussione generale è intervenuto l'on. Mario Diana (AN), che ha detto di non condividere che siano due soggetti (Presidente della regione e Prefetto) abilitati a commissariale; sarebbe sicuramente più efficace - ha sostenuto - che tutte le competenze fossero previste in capo alla Regione.

Il Consiglio ha quindi votato il passaggio agli articoli con l'astensione del centrodestra.

Senza discussione sono stati approvati l'articolo 0  (norme applicabili) e l'articolo 4 (scioglimento dei Consigli comunali e provinciali). Gli articoli da 1 a 3, si rammenta, erano stati approvati nella prima parte della legge, a gennaio.

Sull'articolo 5 (rimozione e sospensione degli amministratori locali) è intervenuto di nuovo l'on. Mario Diana (AN), che ha definito "inconcepibile", a dispetto dell'acclarata volontà di procedere alle riforme con ampie convergenze, che la maggioranza proceda "senza accettare i suggerimenti della minoranza". Questa legge - ha affermato - è frutto della fretta.

Gli ha replicato il relatore, confermando che non è una riduzione dell'autonomia regionale l'aver fatto riferimento, per lo scioglimento dei Consigli, alle cause generali riportate dal Testo unico sugli enti locali ed aver ritenuto che la Regione non è un organo che - nel caso di motivi legati all'ordine pubblico - possa ricevere "informazioni indiziarie". Il testo licenziato dalla Commissione viene pertanto ritenuto appropriato.

Anche per l'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az) non è una marcia indietro rispetto alle convinzioni autonomiste; semmai è grave che la Regione si appropri di sue competenze con 12 anni di ritardo. Questa legge guarisce chi soffre di certe "allergie" per il potere dei prefetti; per questo motivo il partito sardo d'azione la difende.

Di incongruenze, contenute nell'articolo 5, e di "doppio binario" ha invece parlato l'on. Giorgio La Spisa (FI), che avrebbe preferito "più coraggio" nella formulazione, soprattutto nel caso in cui i Consigli comunali e provinciali vengono tenuti in vita.

Il testo, così com'è, è stato invece difeso dall'assessore Gian Valerio Sanna; non voler interferire nei poteri dello Stato è una "precauzione" quando la materia è così delicata.

Anche l'articolo 5 è stato approvato.

All'art. 6 (Requisiti e trattamento dei commissari) la Giunta ha presentato un emendamento aggiuntivo: al comma 1 dell'articolo 20 della legge regionale 2.8.2005 n. 12 sono soppresse le parole: "il cui centro disti almeno 15 chilometri dal mare")

L'esponente della giunta ha spiegato che l'obiettivo dell'emendamento è quello di porre fine ad un'ingiustizia nei confronti dei piccoli comuni.

L'on. Francesco Sanna (La Margherita) ha chiesto una breve sospensione che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori l'on. Sanna (La Margherita) ha chiesto alla giunta una nuova elaborazione dell'emendamento.

La Giunta ha detto di essere disponibile, l'emendamento è stato rielaborato ed è stato deciso di  sostituire nel testo di legge le parole "nel territorio della Regione" con "per le finalità della presente legge".  (Ecco il testo del comma 1 dell'articolo 20 della legge regionale 2.8.2005 n. 12 : nel territorio della Regione sono considerati piccoli comuni i comuni con meno di 3.000 abitanti il cui centro disti almeno 15 chilometri dal mare).

L'on. Pili (F.I.) ha sottolineato che la giunta regionale è incapace di gestire correttamente il territorio regionale e che la legge n. 12 è "pasticciata".

L'on. La Spisa (F.I.) ha detto che l'emendamento n. 1 è una norma intrusa e che l'opposizione non ne chiede, responsabilmente, il rinvio in commissione perché crede che sia necessaria per correggere una "stortura" presente nella legge.

L'articolo 6 e l'emendamento 1 (nuova formulazione) sono stati  approvati.

L'Aula ha poi proceduto con il voto finale e la proposta di legge n. 79 è stata approvata (presenti 67, votanti 53, sì 50, no 3, astenuti 14)


Il Consiglio regionale si
riunirà domani mattina alle 10.