CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 124 antimeridiana del 22 settembre 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu

Prosecuzione esame del doc. 9 - Proposta di
modifica al regolamento interno del Consiglio.

Nella seduta di ieri pomeriggio si sono conclusi gli interventi nella discussione generale, nella seduta odierna si è iniziato l'esame delle diverse proposte di modifica del regolamento interno dell'Assemblea, alle quali sono stati presentati 42 emendamenti.
Le modifiche interessano alcuni articoli "significativi" del regolamento interno, in particolare si prevedono modifiche, anche rilevanti, degli articoli: 7 (attribuzioni del presidente); 10 (attribuzioni dei segretari); 11 (durata in carica e attribuzioni dell'ufficio di presidenza); 14 (composizione della Giunta per il regolamento); 15 (competenze della Giunta per il regolamento); 22 (conferenza dei presidenti di gruppo); 23 (programmazione e calendario dei lavori); 23 bis (nuovo, calendario dei lavori); 28 (formazione della commissioni permanenti); 32 (assegnazione dei provvedimenti alle commissioni); 33 (assegnazione alle commissioni in sede redigente); 33 bis (nuovo, documento di programmazione economica e finanziaria); 34 (esame dei documenti di Bilancio); 34 bis (nuovo, legge Finanziaria, stralcio delle disposizioni estranee); 39 (programmazione e calendario dei lavori delle commissioni); 40 (validità delle riunioni ed adozione delle deliberazioni); 58 (verifica del numero legale); 59 (congedi e assenze dei consiglieri); 78 (durata degli interventi); 82 (richiami pregiudiziali); 83 (chiusura della sessione generale); 84 (esame degli articoli e degli emendamenti); 85 (votazione degli articoli e degli emendamenti); 86 (questione pregiudiziale e sospensiva); 88 (inammissibilità); 95 (astensioni e dichiarazioni di voto); 96 (votazione su singoli atti e provvedimenti e su persone); 100 (inserimento della programmazione bimestrale); capo XIV "della tutela delle prerogative del Consiglio e dell'informazione del consigliere"; 105 bis ( nuovo, tutela delle prerogative del Consiglio); 109 (svolgimento delle interpellanze in Consiglio); 114 (discussione delle mozioni in Assemblea); 133 (uso della lingua sarda in Consiglio).

In apertura di seduta, dopo avere ricordato le modalità di votazione (maggioranza assoluta), il presidente ha dato inizio all'esame degli articoli, degli emendamenti ed alle relative votazioni. I primi emendamenti esaminati, il 19 e il 34, all'articolo 3 del vigente regolamento, non, quindi, alle proposte di modifica elaborate dalla Giunta per il regolamento, propongono l'abolizione dei commi 3 e 4 dell'art. 3, che fissano le norme per l'elezione del presidente del Consiglio. L'emendamento 19 propone, come ha spiegato Giorgio La Spisa (FI), illustrandone il significato tecnico - politico, l'elezione a maggioranza qualificata (2/3 dei consiglieri) del presidente dell'Assemblea, per liberarlo dei condizionamenti da parte della maggioranza, per dare valore alla sua "terzietà" nei confronti dei diversi gruppi politici. "Una scelta forte ed opportuna per rafforzare la funzione del presidente del Consiglio, per impedire che venga considerato un semplice "pezzo" nelle trattative che porteranno alla formazione dell'esecutivo, dopo le consultazioni elettorali". L'emendamento 34 (Porcu - Caligaris - Cucca - Salis), con il quale si propone che nelle prime due votazioni per il presidente sia necessario il quorum dei 2/3 dei consiglieri, mentre dal terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, è stato illustrato dall'on. Gianbattista Orrù (DS), il quale ha condiviso la necessità di rafforzare il ruolo "super partes" del presidente, ma ha difeso la scelta (al terzo turno) della maggioranza assoluta.

Una opportuna pausa di riflessione, per stemperare polemiche contingenti, è stata proposta dall'on. Maria Grazia Caligaris (Misto - SDI-SU), accogliendo un'identica proposta avanzata ieri da Mario Diana, la quale ha auspicato che il dibattito sul regolamento non venga condizionato da nodi politici (il caso Maninchedda, la polemica all'interno dei gruppi consiliari), che devono essere sciolti e risolti in una diversa occasione. L'esponente socialista, dopo avere confermato la sua decisa volontà di giungere alla costituzione di un gruppo consiliare socialista, ha difeso il mandato "completo e quinquennale" del presidente del Consiglio, proprio per rafforzarne il ruolo e "la libertà nelle decisioni", confermando la validità politica e tecnica dell'emendamento 34.

L'on Siro Marrocu (DS) ha confermato la necessità di una breve pausa di riflessione e di un costruttivo confronto tra i gruppi.

Riflessione e confronto, ha aggiunto dal canto suo Giorgio La Spisa (FI), che riguarda esclusivamente la maggioranza, non certo l'opposizione, ed ha confermato la validità dell'emendamento 19 (La Spisa, Oppi, Diana, Vargiu, Ladu), ma non si è opposto alla sospensione dei lavori. La seduta, quindi, è stata brevemente sospesa.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto sull'emendamento 19 l'on. Nicola Rassu (FI). "Su questo emendamento ho delle perplessità, ha detto Rassu, perché essere super partes dipende dalla coscienza del presidente di turno. È impossibile esprimere un presidente con una maggioranza "bulgara" e il Consiglio sarebbe paralizzato". La proposta di questo emendamento è una mera provocazione.

Per l'on. Pietro Pittalis (Misto - UDEUR) non si possono caricare sul regolamento questioni che devono essere risolte in altra sede. Sul quorum richiesto per l'elezione del presidente del Consiglio il consigliere dell'UDEUR ritiene che questo comporterebbe tempi lunghissimi e la conseguente paralisi dell'Assemblea. L'on. Pittalis ha annunciato il voto favorevole all'emendamento 34 ed il voto contrario all'emendamento 19.

L'on. Mario Floris (Misto - UDS) ha detto che non è vero che in Aula si vuole delegittimare la funzione del presidente del Consiglio. "Nella scorsa legislatura, ha detto, noi ci siamo posti il problema di sfiduciare il presidente del Consiglio, non ci siamo riusciti perché non c'è una norma che prevede di mandare via il presidente dell'Assemblea". È anacronistico che ci sia una verifica di metà mandato per tutti e non per il presidente del Consiglio. Anche il numero uno dell'Assemblea deve rimettersi in gioco. I nostri emendamenti, sono tutti tesi a migliorare la funzionalità del Consiglio. Dobbiamo prevedere prima quello che non saremo in grado di rimediare dopo.

Per l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) l'obiettivo che si pongono i firmatari dell'emendamento 19 è quello che il presidente sia eletto con un'ampia maggioranza per una maggiore garanzia dell'Assemblea.

Per l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) l'emendamento 19, di cui è firmatario, non è un emendamento provocatorio, ma serve ad aprire il dibattito. Il regolamento vigente, infatti, è nato ed è esistito in tempi diversi, quando il Consiglio era sovrano. Oggi il meccanismo è diverso, il presidente della Giunta è eletto dal popolo ed è necessario capire quale è il ruolo del Consiglio. L'emendamento 109 è garantista, c'è buon senso e guarda al futuro.

Per l'on. Giorgio La Spisa (FI) questa proposta dell'innalzamento del quorum per l'elezione del presidente del Consiglio è completamente slegata dalla situazione contingente. Una interpretazione disinvolta del presidenzialismo ha effetti negativi sul sistema politico e parlamentare. Va salvaguardata la possibilità di una espressione forte del parlamentarismo, ha detto ed ha espresso parere negativo sull'emendamento 34.

È poi intervenuto l'on. Gianbattista Orrù (DS), che ha detto che il compito di una norma regolamentare è quello di garantire l'esercizio di funzioni di governo e parlamento, ma non ha il compito di alterarne l'equilibrio. Ha espresso forti riserve sul quorum dei 2/3 per l'elezione del presidente del Consiglio.

Secondo l'on. Mario Diana (AN) i problemi stanno nascendo, più che sull'ordinamento dei lavori, sulla esigenza di tutelare i singoli rappresentanti politici. Lamentando ancora oggi la mancata osservanza di norme dell'attuale regolamento come l'obbligo di risposta da parte degli assessori alle interrogazioni e alle interpellanze nei tempi previsti, Diana ha sottolineato che l'emendamento 19 dell'opposizione tende ad evitare l'elezione di qualche presidente del Consiglio senza un adeguato consenso dell'Aula.

Per l'on. Giorgio Oppi (UDC) si pongono alcuni problemi. In primo luogo sta emergendo un distacco fra i componenti della prima Giunta e l'Aula. In secondo luogo vi è la questione dello stralcio delle schede bianche nelle fasi della elezione del presidente: tuttavia non ci si può soffermare ancora più a lungo quando le posizioni sono così lontane.

Il presidente ha, quindi, aperto la votazione sull'emendamento 19 (La Spisa è più) che è stato respinto con 46 no, 24 sì, e 5 astensioni.

Sull'ordine dei lavori, l'on. Roberto Capelli (UDC) ha chiesto se si ritiene compatibile la votazione svolta col DPR 250/49, che detta norme di attuazione dello Statuto speciale.

Un emendamento orale è stato, poi, proposto dall'on. Giovanbattista Orrù (DS), che sull'emendamento 34 chiede che il 2° comma venga modificato relativamente all'intervallo di tempo fra la prima e la seconda votazione (entro tre giorni).

L'emendamento 34 (Porcu, Caligaris e più), per il quale l'on. Atzeri (Misto - Psd'Az), "su sollecitazione del Gruppo misto" ha chiesto il voto segreto, è stato approvato con 48 "sì" e 23 "no".

Due gli emendamenti presentati all'articolo 4 (composizione dell'ufficio di presidenza), ma uno dei due, a firma dell'on. Mario Floris (Misto - Uds) è stato ritirato. L'on. Floris ha, contestualmente, annunciato il ritiro di tutti gli emendamenti presentati dal suo partito.

Si è votato, invece, il numero 1, dell'on. Atzeri, che "nello spirito costituente" prevede nell'Ufficio di presidenza la rappresentanza di tutte le forze politiche, che, con proprio simbolo, hanno concorso alle elezioni regionali, dando al presidente la possibilità di provvedere d'ufficio, "se qualche fibrillazione, cosa non insolita, non consentisse di trovare l'accordo sulla designazione dei componenti dell'ufficio di Presidenza".

A favore si è espressa l'on. Maria Grazia Caligaris (Misto - SDI-SU), "nella logica di favorire la massima rappresentanza possibile nelle sedi dove si assumono le decisioni che contano". Contro, invece, ha parlato l'on. Giorgio Oppi (UDC) per il quale esisterebbe, in caso di accoglimento, il pericolo di creare "una pletora di segretari", il cui compito è quello "di leggere la prima parola e l'ultima dei verbali delle sedute". Non solo, ma la polverizzazione delle forze politiche "porterebbe in maggioranza, nell'Ufficio di presidenza, le minoranze", sovvertendo i principi democratici.

L'emendamento 1 è stato bocciato ("no" 54, "sì" 10 e tre astenuti).

Successivamente l'Aula ha approvato (64 "sì", 4 "no" e 3 astenuti) l'articolo 7, al quale non sono stati presentati emendamenti. Esso riguarda le attribuzioni del presidente del Consiglio.

All'articolo 10 (attribuzioni dei segretari) è stato presentato un emendamento (n. 32) soppressivo parziale dagli onorevoli Oppi e Capelli. Prevede che sia cassato il comma 3 ("i segretari verificano l'attuazione degli ordini del giorno approvati dal Consiglio, riferendone al presidente, che ne informa l'Assemblea almeno ogni tre mesi"). L'emendamento è correlato con il n. 30 (aggiuntivo all'articolo 19) che prevede l'istituzione di una commissione di verifica che disciplina la stessa materia. La proposta incontra il consenso dell'on. Luciano Uras (Prc); mentre l'on. Pietro Pittalis (Misto - Udeur) ha chiesto che sia sospeso, proprio in attesa del voto sull'emendamento 30. Il presidente ha ritenuto fondata la richiesta.


I lavori riprenderanno
nel pomeriggio alle ore 16,30.