CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 123 pomeridiana del
21 settembre 2005
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.
Prosecuzione esame del doc. 9 - Proposta di
modifica al regolamento interno del Consiglio.Il primo intervento del pomeriggio è stato quello dell'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori). È in primo luogo necessario fare una riflessione sui propositi che hanno portato alla modifica del regolamento, ha esordito, sottolineando come nella scorsa legislatura (ma anche nella presente) le leggi finanziarie e di bilancio hanno intasato da sole tutti i canali di attività legislativa. Finanziaria e Bilancio finiscono così per diventare leggi omnibus che abbracciano moltissimi provvedimenti estranei.
Riferendosi all'esigenza posta in passato dal centrosinistra, circa la non correttezza di modifiche regolamentari "in corso di legislatura, a meno che non vi sia su tali modifiche ampia condivisione", Vargiu è, quindi, entrato nel merito delle proposte di riforma soffermandosi sulle norme che disciplinano l'esame di Bilancio e della Finanziaria, ritenendo importante che su esse si voglia fare chiarezza. Vargiu ha, quindi, parlato della riforma della legge elettorale, bocciata a suo tempo, che non metteva in discussione l'elezione diretta del presidente della Regione e che fu respinta anche a causa del regolamento oggi in vigore, che non si è certamente manifestato come strumento "neutro" del dibattito politico.
Ponendo a questo riguardo la questione della "neutralità doverosa del regolamento", Vargiu ha sottolineato che una norma è "neutra quando va incontro all'interesse generale e non a quello di parte", ribadendo che la discussione sul ruolo del Consiglio non finisce oggi, ma proprio dal regolamento prende il via e proseguirà nei prossimi mesi.È, quindi, intervenuto l'on. Mario Diana (AN), che riferendosi all'articolo 15 del vigente regolamento, circa la competenza della Giunta per il regolamento, ha affermato che le riforme devono comunque trovare consenso in Aula. Lo sforzo che si deve fare è, quindi, capire se vi sono possibilità di fare nascere una "democrazia governante" e non una "democrazia governata". Sicuramente, vi è la necessità di un nuovo regolamento, ha affermato il rappresentante di AN. Occorre creare tutte le condizioni per dare risposte alle domande della società, oggi fortemente critica nei confronti del Consiglio.
Il lavoro svolto in seno alla Giunta per il regolamento è stato utile ed importante, ha ancora affermato Diana, che ha approfondito a lungo alcuni aspetti quantitativi contenuti nella proposta di riforma per quanto riguarda la formazione delle decisioni. Dopo aver, però, sottolineato l'importanza del ruolo delle opposizioni nel dibattito legislativo, l'oratore si è avviato a conclusione esprimendo diverse perplessità sulla modalità di entrata in vigore delle norme di riforma.
Il punto è che la necessità di riformare il regolamento non può derivare da interessi della maggioranza o della Giunta regionale, ma da esigenze di maggiore efficienza complessiva del Consiglio. E se l'approvazione di questa riforma può creare perplessità, allora occorre fare una profonda riflessione prima di andare al voto.La proposta avanzata dalla Giunta del regolamento come "sintesi di una condotta rigorosamente unitaria fra maggioranza e opposizione", costituisce "dovere istituzionale, morale e politico per costruire uno strumento di garanzia": a tale condotta ha fatto riferimento l'on. Antonello Licheri (PRC), sottolineando l'importanza delle modifiche, che possono agevolare il percorso nel recupero dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione amministrativa. Rendere più agili le procedure consente di approvare leggi e provvedimenti in tempi più brevi e, soprattutto, certi, superando la persistente fase di stallo dei lavori consiliari, eredità di tempi passati.
La proposta - ha aggiunto - è nata dalla condivisione e, come tale, va apprezzata in attesa della stagione delle riforme (Statuto, forma di governo, legge elettorale, trasferimento delle risorse agli enti locali), per realizzare le quali occorre una diffusa partecipazione delle forze politiche, sociali ed economiche (il regolamento - ha sottolineato - non crea in proposito alcuna preclusione). Polemico, invece, col collega di gruppo on. Uras per i contenuti dell'emendamento 23, col quale è previsto che il presidente del gruppo "è nominato o sostituito dalla maggioranza dei consiglieri del gruppo o dalla metà dei consiglieri che però rappresentino la maggioranza dei voti riportati nelle circoscrizioni provinciali in occasione del rinnovo del Consiglio regionale", un emendamento che, "a parte il lato comico" del funambolismo del proponente, costituisce "un grimaldello nei rapporti di forza all'interno dei gruppi".Dibattito condotto non su aspetti tecnici, ma sulla crisi del sistema politico col sistema democratico "in precario equilibrio" ha, invece, affermato l'on. Roberto Capelli (UDC), ricordando come la proposta unitaria formulata dalla Giunta del regolamento sia un falso problema, senza tenere conto che, dall'approvazione del documento (5 agosto) ad oggi "molta acqua è passata sotto i ponti", a deteriorare un rapporto faticosamente costruito: dalla legittimazione del presidente della Commissione autonomia, alla messa al bando del legittimo dissenso dei consiglieri, a continui colpi inferti dal presidente della Giunta alla dignità del Consiglio, "complice il presidente dell'Assemblea".
Complicità - ha detto Capelli - anche da parte della stampa, che tace le illegittimità dei provvedimenti adottati su norme e delibere, sulle nomine dei consulenti ("un vero e proprio assalto alla diligenza"), sugli incarichi nelle Asl a manager senza titoli. Fatti - ha detto - che l'opinione pubblica non conosce. In questo clima non è sicuramente una modifica regolamentare che rivaluta il ruolo del Consiglio.
E' vero - ha osservato - che parte della maggioranza è in fibrillazione; dissensi e astensioni la dicono lunga; che qualcuno, in maggioranza, sembra ripensarci. "Restiamo in attesa", convinti tuttavia "che la difesa del sistema democratico non si faccia col regolamento".
Sulla legge elettorale, presentata dall'Udc l'8 marzo di quest'anno, Capelli ha chiesto espressamente al presidente Spissu che si superi la fase di stanca: essa contiene norme che consentono di portare a 60 il numero dei consiglieri, di controllare le spese, di evitare ("la moralizzazione della politica passa anche attraverso questa strada") salti del fosso. Su questo "pezzo" importante delle riforme - ha concluso l'on. Capelli - non sembra esserci fretta; quella fretta che, invece, c'è su nuove procedure, rischiando di confondere la produttività politica con quella d'impresa; ma si sbaglia ritenendo che la produttività sia "la panacea di tutti i mali".L'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna) ha ringraziato la Giunta per il regolamento per lo spirito con cui è stato svolto il lavoro di modifica del regolamento interno del Consiglio. L'obiettivo, ha detto, è rendere più snello e più agevole il lavoro del Consiglio regionale. Dal punto di vista del metodo, si è tenuto conto sia delle esigenze della maggioranza che di quelle della minoranza, che della dignità dei singoli consiglieri. In questo caso non possiamo parlare di riforma, ma è più esatto parlare di revisione.
Il lavoro, comunque, è stato intenso e si è preferito non stravolgere il vecchio regolamento, ma solo adeguarlo alle nuove esigenze. Stamattina si è auspicato "il riequilibrio dei poteri". Io credo, ha aggiunto, che attraverso questa piccola modifica del regolamento si stia contribuendo a raggiungere anche questo obiettivo. Il riequilibrio dei poteri è un problema che implica un dibattito a livello mondiale, che si riflette sulla nostra società.
Che ci debba essere equilibrio di poteri è indiscusso, ma crediamo che nell'evoluzione che stiamo vivendo si debba recuperare quanto di buono ci ha trasmesso il passato e avere la capacità di adeguarci ai nuovi tempi. Se non vogliamo essere tagliati fuori, dobbiamo condividere un progetto forte. Attraverso questo piccolo provvedimento, che l'Aula sta esaminando, il Consiglio regionale diventerà più moderno e sarà in grado di prender decisioni più in fretta.
L'on. Pinna ha sottolineato che l'atto del presidente Spissu sulle commissioni non è un atto di pura e semplice rimozione. "Noi riteniamo che quello che è successo abbia determinato le condizioni di una decadenza oggettiva".L'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az) ha detto che non si può parlare di riforme in un clima "avvelenato", generato dalla legge elettorale che ha creato il presidenzialismo esasperato. Noi, come sardisti, non possiamo permettere che continuino i "piagnistei" sull'esautorazione del Consiglio. Atzeri è stato molto critico su come è stato approvato il documento.
"La bozza di modifica del regolamento è stata esaminata dalla Giunta del regolamento dove, però, mancavano forze importanti come i sardisti. "In questo regolamento, ha aggiunto Atzeri c'è l'ossessione di emarginare le opposizioni. L'esponente sardista ha suggerito di rafforzare il ruolo del presidente del Consiglio "super partes". Non siamo i difensori del vecchio, ma non vogliamo che il Consiglio venga esautorato. "Sarebbe stato prioritario mettere mano alla riforma elettorale e allo Statuto. Atzeri ha aggiunto che i sardisti sono fortemente preoccupati che la cultura aziendalista, che è contro il confronto, affidi anche la riforma dello Statuto a giuristi esterni al Consiglio.
"Le riforme devono essere fatte bene, senza fretta e sentendo il parere di tutti". Cerchiamo di risanare la ferita della Prima commissione, basta con la presunzione; è necessario un po' di buon senso. Io credo che il presidente Spissu e l'on.Maninchedda si debbano confrontare. I sardisti guardano con preoccupazione a questa riforma "spezzatino".L'on. Siro Marrocu (DS) ha annunciato che presto ci sarà una modifica dello Statuto che avverrà con una proposta di legge della maggioranza. Sarà una proposta di legge che arriverà in Consiglio con la condivisione della maggioranza, ma l'auspicio è quello che esca dal Consiglio con la condivisione di tutte le forze politiche. Come deve essere per un provvedimento che vuole ridisegnare l'autonomia.
Il nostro gruppo, ha detto Marrocu, ha apprezzato il lavoro fatto dalla Giunta del regolamento. Raggiungere l'unità quando si stabiliscono regole è un obiettivo prioritario. Per Marrocu, però, bisogna evitare la strumentalizzazione.
Sul caso Maninchedda, l'on. Marrocu è stato chiaro: l'on. Maninchedda è in maggioranza, è un collega del centrosinistra, non c'è nessun regolamento dei conti. C'è, invece, un elemento politico: Maninchedda, dal 28 luglio, non aderisce più al gruppo di Progetto Sardegna ed era stato eletto da quel gruppo a presiedere la Prima commissione, sarebbe, quindi, stato corretto che Maninchedda avesse rassegnato le dimissioni. Per Marrocu, il presidente Spissu ha applicato correttamente il regolamento e ha invitato il collega Maninchedda a rassegnare le dimissioni da presidente della Prima commissione.L'on. Giorgio La Spisa (FI) ha precisato che l'approvazione all'unanimità del regolamento non vuole dire che l'opposizione abbia rinunciato al suo ruolo. Il testo arrivato in Aula, ha specificato, è frutto di un intenso confronto fra i gruppi, "si è trattato di un atto di responsabilità e di effettiva condivisione da parte dell'opposizione.
Per il capogruppo di Forza Italia si tratta di una riforma che va fatta guardando al futuro, che non dimentica il passato. Il testo analizzato nella Giunta per il regolamento ha una motivazione istituzionale. Con questa maggioranza, con questi numeri, ha spiegato La Spisa, il centrosinistra avrebbe potuto portare in Aula un proprio testo, facendo valere la logica dei numeri. Abbiamo preferito il dialogo e il confronto voluti, devo darne atto, anche dal presidente Spissu e dalla maggioranza.
In questo testo sono state fatte salve le prerogative dell'opposizione e poi si consente al Consiglio di lavorare. Mi ricordo ancora che cosa è successo nella vecchia legislatura, ha aggiunto La Spisa, quando eravamo in maggioranza e abbiamo subito il regolamento perché 1 o 2 consiglieri potevano paralizzare l'Aula. Noi non possiamo avere entusiasmo né per il presidenzialismo spinto, né per il parlamentarismo spinto. Ci vuole equilibrio; l'unico antidoto è la qualità della politica. Dobbiamo trovare obiettive vie intermedie, delle regole di comportamento, perché quest'Aula ritrovi la dignità e per evitare che l'Assemblea sia un luogo dove ci sono solo parole.
Sull'esigenza di avere un presidente del Consiglio super partes, la Spisa ha detto che il dibattito in quest'Aula è annebbiato da un problema che ha colpito la prassi. Il presidente del Consiglio, all'inizio della legislatura, è considerato un "pezzo" da attribuire a chi vince. La presidenza del Consiglio deve diventare un punto di garanzia per l'equilibrio dei poteri. La presidenza del Consiglio, in questa legislatura come nella scorsa, non è imparziale, è uno strumento di Governo: non può più essere così, per questo noi abbiamo presentato un emendamento a riguardo, che non vuole strumentalizzare un problema che ha la maggioranza, ma vuole garantire ed esaltare il ruolo dell'Assemblea regionale.
I lavori del Consiglio
proseguiranno domani alle 10.00