CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 122 antimeridiana del 21 settembre 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.

Prosecuzione esame del doc. 9 - Proposta di
modifica al regolamento interno del Consiglio.

Il Consiglio regionale ha proseguito la discussione generale sulle proposte di modifica al regolamento interno dell'Assemblea sarda.

"Quando ho saputo che si voleva modificare il regolamento del Consiglio regionale, ha detto l'on. Pierangelo Masia (Gruppo Federalista Autonomista Sardo), primo oratore della mattinata, ho espresso la mia soddisfazione". L'oratore ha confermato la necessità di intervenire per modificare lo statuto interno, per dare regole più moderne ed adeguate alle mutate situazioni istituzionali. Il rispetto delle regole è essenziale in democrazia, ma quando le regole sono inadeguate "occorre cambiarle" se si vuole riacquistare la "credibilità perduta" se si vuole modificare una situazione generale che ha portato alla progressiva perdita di "autorevolezza" da parte delle istituzioni; che ha minato la "credibilità politica" degli stessi consiglieri. In passato, ma anche in questa legislatura, si è assistito ad uno "spettacolo" spesso non condivisibile con provvedimenti che venivano completamente dimenticati o "si perdevano nei cassetti".
Le regole, quindi, devono essere obiettive e generali, per permettere ai consiglieri di svolgere, con coerenza e serenità, il loro mandato democratico. Recupero del ruolo del Consigliere, quindi, tutela delle istituzioni, ha aggiunto Pierangelo Masia, ma le nuove regole non devono solamente puntare ad "un possibile recupero di efficienza", in modo da permettere una maggiore produttività della stessa Assemblea e delle commissioni permanenti.
La produttività, infatti, è un metro "riduttivo" di valutare l'attività politica e sminuisce il valore del nuovo regolamento, perché si sarebbe dovuto intervenire in modo più organico e complesso, specialmente sul ruolo e sui poteri della Giunta e del Consiglio, sul ruolo politico affidato democraticamente dagli elettori, anche al consigliere regionale.
Sono molti, e preoccupanti, le omissioni che caratterizzano, invece, questa proposta; molte sono state indicate, "denunciate" dalla consigliere socialista Caligaris, che nella sua relazione di minoranza ha indicato questi delicati argomenti sui quali, in Aula, ha raccolto numerosi consensi. Sono d'accordo con queste indicazioni della collega socialista, ha aggiunto Pierangelo Masia, specialmente per quanto riguarda la difesa del ruolo e dell'autonomia del Consiglio e dei suoi componenti, la corretta applicazione delle regole, anche per ciò che riguarda la loro applicazione ed interpretazione, per garantire, anche durante i lavori dell'Aula, la dignità del Consigliere, il cui ruolo merita il giusto rispetto.
Questa proposta, quindi, è insoddisfacente, assolutamente inidonea agli obiettivi che ci si era posti. Occorre una sua sostanziale modifica, tenendo conto dei compiti, e dei diritti, dell'esecutivo. Ma anche dei compiti e dei doveri che gli elettori hanno affidato ai loro "rappresentanti".
La proposta di modifica, in conclusione, deve riguardare tutto il complesso delle norme regolamentari, non solamente alcuni aspetti particolari, e deve servire per difendere e tutelare meglio l'istituzione consiliare ed  i suoi componenti.

La proposta di riforma del regolamento non ha "convinto" neppure il consigliere di FI, Nicolò Rassu, il quale ha lamentato che un provvedimento di questa importanza non sia frutto di un attento confronto fra le forze politiche di maggioranza e minoranza, che alla sua elaborazione non abbiano concorso solo i singoli componenti della speciale Giunta ma gli stessi gruppi politici. Questa proposta di modifica, ha aggiunto Rassu, sembra frutto di un lavoro affrettato e "politicamente" poco produttivo. La relazione di minoranza, svolta dalla collega socialista Caligaris, che fa parte a pieno titolo dell'attuale maggioranza, è "prova palese" di questa incongruenza politica. Questo regolamento, infatti, non detta regole democratiche  oggettive, ma comprime  ulteriormente il ruolo del Consiglio, lo rende assolutamente prigioniero dell'esecutivo, che può imporre le sue scelte politiche, ma anche regole, compiti, limiti all'Assemblea legislativa eletta dal popolo sardo. La volontà del Governatore, che fa e disfa quello che vuole, come vuole, con queste norme sarà ancora più preminente ed il ruolo di "questa Assemblea, dei suoi componenti, ulteriormente svilito e mortificato".
Non si può accettare questa imposizione generale, ha aggiunto, Nicolò Rassu, si devono perciò respingere queste regole, che sono anche "tecnicamente" sbagliate. Si tratta di una proposta di regolamento da rivedere, perché elaborata e predisposta con il solo scopo di rendere più veloce la discussione sulla prossima Finanziaria. "Un progetto elaborato e disegnato" senza tenere conto di come cambierà la realtà istituzionale, non appena sarà approvato il nuovo statuto di autonomia, questa sì una riforma che è essenziale avviare e che modificherà necessariamente i rapporti fra le varie istituzioni democratiche. Questa ipotesi di modifica del regolamento interno dell'Assemblea sarda è incoerente, sembra quasi un vestito tagliato e confezionato prima che chi lo deve indossare "sia nato".
Si è arrivati a questa proposta solo per soddisfare le esigenze della Giunta regionale, che ha già una posizione eccessivamente preminente nei confronti del Consiglio; ma questa è una situazione di inferiorità politica che molti esponenti della stessa maggioranza non vogliono subire passivamente. Ecco il perché dei tanti emendamenti presentati, ha concluso Rassu, ed è per questa ragione necessario modificare profondamente le norme proposte dalla Giunta per il regolamento.

È, quindi, intervenuto l'on. Giovanbattista Orrù (DS) per il quale è corretto il lavoro svolto dalla Giunta per il regolamento, che ha proceduto a non modificare pesantemente il sistema di garanzie all'interno dei vari organi istituzionali, senza stravolgere, ad esempio, le norme di costituzione dei gruppi o introducendo correttivi morbidi e garantisti anche nella disciplina dei lavori dell'Aula e dei dibattiti.
Passando a trattare i rapporti fra Consiglio e Giunta, Orrù ha sottolineato come, senza banalizzare i pro e i contro, esiste di fatto una sorta di insofferenza da parte del Consiglio nei riguardi del ruolo assunto dall'esecutivo col nuovo sistema elettorale. Sistema che ha rappresentato la risultante di un lungo processo di instabilità politica e di governo delle passate legislature. "L'innovazione non si è prodotta per caso, ha ricordato, ma è la conseguenza di quella situazione". Tutte cose che hanno portato al presidenzialismo ed all'elezione diretta dei sindaci. Ma occorre anche affermare che il presidenzialismo è "una uscita democratica" da una situazione difficile. Sul rapporto fra i vari ruoli istituzionali, tuttavia si può ragionare, rafforzando magari quello parlamentare non indebolendo quello di governo, ha proseguito, sostenendo che la contrapposizione sterile non paga.
La Giunta ed il presidente hanno il diritto - dovere di iniziativa legislativa, la quale attività dovrà avere il suo normale percorso, ha detto in conclusione Orrù, che ha auspicato un sistema di collaborazione fra i due poteri di Governo e legislativo.

Nel suo intervento, l'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) ha esordito sottolineando il ruolo di critica e di stimolo svolto dalle opposizioni in seno alla Giunta per il regolamento, a dispetto delle critiche svolte in Aula da parte di qualche esponente della maggioranza. Lamentando la mancata istituzione della "Costituente Sarda" , ha sottolineato come da lì sarebbe potuto nascere un grande dibattito collettivo sull'assetto istituzionale della Regione. Purtroppo questo non è avvenuto con evidenti ripercussioni sulla discussione odierna. La cornice statutaria che sarebbe potuta venire dal lavoro dell'Assemblea costituente, sarebbe stata l'alveo naturale nel quale inserire il discorso sul regolamento consiliare. All'interno di quella cornice si sarebbe, inoltre, potuto entrare nello specifico dei bisogni concreti dell'Isola, per affrontare ad esempio con maggiore approfondimento il grave problema dei servizi per l'impiego.
Dedoni si è a lungo soffermato sul problema della efficienza e della produttività del lavoro legislativo sia nelle commissioni che in Aula, toccando anche la questione morale, anche in riferimento alle indennità consiliari, e rigettando le posizioni demagogiche che spesso emergono. Ha concluso rivolgendo pesanti critiche alla maggioranza per i gravi problemi irrisolti che attanagliano la Sardegna.

"Un segnale di maturità istituzionale", quello percepito dall'on. Giommaria Uggias (Margherita) che consente di superare vecchie e farraginose procedure, a migliorare la qualità e la quantità del lavoro e ad avviare un processo di riequilibrio fra legislativo ed esecutivo. La proposte di modifica sono parziali (riguardano circa un quarto degli articoli del regolamento), "ma da qualche parte si doveva iniziare". Il resto verrà dopo, anche dopo le riforme in programma (statuto, forma di governo e legge elettorale in particolare). Con questo intervento si accelererà il lavoro; ma non si limiterà lo spazio del dibattito e l'apporto dei singoli; "non sarà consentito a chicchessia di fissare i tempi secondo criteri diversi rispetto al contenuto del dibattito".

Positivo il giudizio sul lavoro "attento e produttivo" svolto dalla Giunta del regolamento quello espresso dall'on. Giuseppe Pirisi (Ds), un lavoro, ha detto, caratterizzato dalla "fattiva collaborazione" fra maggioranza e opposizione. Non c'è stata - lo ha "maliziosamente" sottolineato qualche intervento - l'unanimità? Ma il voto finale "le rassomiglia molto". Non si comprende perciò "l'accanimento di qualche collega" che sembra avere lo scopo di "delegittimare la figura istituzionale del presidente". Duro, a tal proposito , il giudizio di Pirisi, che ha ricordato come, chi nella precedente legislatura aveva compiuto "il gioioso salto delle barricate" correndo verso il vincitore, oggi diventi moralista e reclami "la terzietà del presidente del Consiglio", che allora non c'era stata (col voto del presidente, arbitro doverosamente imparziale, si era dato vita alla giunta di centrodestra). L'on. Pirisi ha stroncato anche le dicerie di chi suppone l'esistenza di un "inciuccio" fra centrosinistra e Udc con lo scopo di imbavagliare il Consiglio; non è sicuramente con questo spirito che il centrodestra ha condiviso le proposte di modifica.

Il contributo dell'opposizione nel mettere a fuoco le modifiche è stato sottolineato dall'on. Nanni Moro (An), il quale ha definito il provvedimento "il primo passo delle riforme". Le modifiche - ha detto - nascono dalla consapevolezza, da parte di tutti i gruppi, che era necessario cambiare. Non viene dato nulla per scontato. Se le modifiche funzioneranno e raggiungeranno lo scopo sarà una verifica, a distanza di un anno, che dovrà stabilirlo. Ci sono perplessità sue due o tre argomenti affrontati dalla Giunta del regolamento: la prima è il timore che il tentativo di comprimere i tempi del dibattito non consenta a tutti i consiglieri di esprimersi compiutamente ("c'è il rischio di impoverire il dibattito e di affidarsi a slogan e frasi ad effetto, anziché esporre un ragionamento compiuto"); in secondo luogo l'opposizione chiede garanzie sulla discussione delle proprie proposte. Sicuramente di segno positivo, invece, l'esclusione, dalla Finanziaria, "delle famigerate norme intruse", che schiaccia il ruolo dell'assemblea legislativa "sotto la pressione dei diktat del presidente della Regione".

L'on. Chicco Porcu (PS) ha voluto sgombrare il campo sulla "questione Maninchedda", riferendo che "non c'è stata alcuna rimozione dall'incarico di presidente di commissione", ma c'è stata "una decadenza oggettiva" poiché la carica era riferita al gruppo di appartenenza ed al gruppo va rimessa in caso di defezione. Del resto - ha precisato - le designazioni vanno indicate dai gruppi ed il presidente del Consiglio è garante di ciò.
Quanto alle polemiche sul "pericolo di deriva antidemocratica" che discende dal giudizio di "eccesso di potere dell'esecutivo nei confronti dell'assemblea", sembra un'esagerazione, se non un paradosso. Nella scorsa legislatura succedeva il contrario e l'esecutivo "era una propaggine dell'esecutivo". Anche sulla legge elettorale "nazionale" è in atto una discussione di maniera: il Consiglio ha avuto tempo e modo di varare la propria, non lo ha fatto.
Sulla proposta di riforma del regolamento, "non potevano essere rinviate in eterno"; questo è l'inizio di un discorso, che dovrà essere proseguito. Le modifiche riguardano solo alcuni temi; su altri (composizione dei gruppi e voto segreto, in particolare) non esistevano le condizioni politiche per poter decidere. Ma, in generale, il clima di collaborazione va sottolineato: essere bipartisan su temi importanti è comunque di buon auspicio per il lavoro che resta da fare.

Per l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) questa modifica al regolamento interno del Consiglio non è un mero atto procedurale, ma rappresenta un momento importante soprattutto per stabilire quale ruolo deve avere il Consiglio regionale.  Per il capogruppo di Fortza   Paris rimangono, ancora aperte, comunque, le due priorità che sono la riforma della legge elettorale e la modifica della Forma di governo. L'on. Ladu ha lanciato dure critiche al presidente del Consiglio regionale che è "troppo accondiscende a favore della giunta e del suo presidente".
"I due presidenti di Giunta e Consiglio - ha proseguito - hanno prevaricato i loro ruoli dall'inizio della legislatura". Per l'esponente di Forza Paris le "decisioni calate dall'alto" costituiscono pericolosi precedenti. Molto critico anche nei confronti della legge elettorale attuale definita "liberticida" perché consegna potere smisurato nelle mani di un singolo. Ladu ha detto di provare delusione e preoccupazione nei confronti delle modifiche proposte al regolamento interno del Consiglio, perché si aspettava (Fortza Paris non è presente nella giunta del regolamento) dei provvedimenti tesi a riequilibrare i poteri tra le due massime istituzionali regionali. Invece, ci sono modifiche che contingentano i tempi di intervento (ma non si salvaguarda la minoranza), che rafforzano una maggioranza che è già "bulgara", che non restituiscono al Consiglio il prestigio perso. 
Perché - ha chiesto il capogruppo - si è voluto modificare il regolamento e non prima lo Statuto? La risposta, per Ladu è semplice: la maggioranza vuole blindare il regolamento per far lavorare indisturbata la giunta regionale. Per questo, si tratta di un'altra occasione persa.

L'on. Giuseppe Balia (Federalista Autonomista Sardo) ha sottolineato l'esigenza che il nuovo regolamento sia pensato anche per il futuro e sia per la maggioranza che per l'opposizione. L'obiettivo è quello di accelerare i lavori dell'Aula ma salvaguardando le opposizioni. I limiti di queste modifiche, per Balia, sono sostanzialmente due: non viene affrontato il problema della costituzione delle commissioni e le modifiche precedono la risoluzione del problema relativo all'impianto istituzionale.
Nonostante questo l'on. Balia  ritiene che le modifiche siano necessarie. Però - ha continuato - non si tratta solo di un mero "aggiornamento delle regole", c'è anche il problema dell'interpretazione del Regolamento stesso. L'interprete è il presidente del Consiglio che con la sua autorevolezza deve esaltare il ruolo dell'Assemblea. Il presidente Spissu - ha aggiunto - deve essere arbitro e non giocatore, deve essere imparziale e senza suggeritori. Il rischio è altissimo: senza un presidente super partes ci sarebbe un'eclisse della democrazia parlamentare. Lei, signor Presidente deve essere il "guardiano " delle leggi,  ma ultimamente non è stato così.
"Uno dei suoi provvedimenti, quello sull'onorevole Maninchedda,  è stato un ciclone - ha detto ancora rivolgendosi al capo dell'Assemblea - che si è abbattuto sul Consiglio: la sua interpretazione è stata abnorme,  inopportuna, dannosa e illegittima. Presidente Spissu sui diritti non si tratta; nessun consigliere può essere esposto a decisioni imprevedibili e arbitrali In Consiglio va ricomposto un alto codice etico e morale".

Per l'on. Antonio Biancu (La Margherita) le modifiche apportate al regolamento interno del Consiglio sono da condividere.  L'urgenza con cui si vogliono fare le riforme nasce dalla necessità di dare risposte ai sardi che attendono segnali positivi da una classe politica che, nella scorsa legislatura, ha segnato il passo. Per questo motivo questa maggioranza e questa giunta devono far fronte alle emergenze e deve dare  risposte certe alle domande di cambiamento. Questo Consiglio, si deve distinguere per la produttività, intesa come riduzione dello scollamento tra società e politica. Anche per l'on. Biancu questo nuovo sistema regolamentare deve essere monitorato ed, eventualmente, affinato ma deve essere approvato con la massima urgenza.


I lavori del Consiglio
riprenderanno alle ore 17.00