CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 117 antimeridiana dell'8 settembre 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


Aprendo i lavori, nel corso delle comunicazioni di rito, il presidente Spissu ha comunicato che i consiglieri Peppino Balia, Paolo Maninchedda, Pierangelo Masia, Adriano Salis e Tore Serra hanno deciso di dare vita ad un nuovo gruppo consiliare (Gruppo Federalista- Autonomista Sardo), che ha eletto, come suo presidente, il consigliere Peppino Balia.

Prosecuzione esame Documento n. 7 -
Documento di programmazione
economica e finanziaria (DPEF 2006-2008)

Con l'intervento dei capigruppo dei DS e di Forza Italia e la replica dell'assessore della programmazione, Pigliaru, si è conclusa la discussione generale sul DPEF 2006-2008.

Un DPEF "con testa e cuore", ha detto Siro Marrocu (DS), perché c'è sintonia con l'azione di governo, ma "anche con gambe", che questa maggioranza, "forte e coesa" è in grado di dare. L'anno trascorso è stato positivo, se non "da dieci e lode", sicuramente "da sufficienza piena", nonostante le difficoltà e le emergenze. Ma il cambiamento è stato avviato, sia pure all'insegna del sacrificio, "perché è più facile dire di sì a tutti", con lo scopo, magari, di lasciare le cose come sono, piuttosto che dire di no e fare scelte a volte difficili. Come nel caso della legge salva coste, che si oppone "a rapine, speculazioni e affari", per conservare le ricchezze naturali dell'ambiente; o come nel caso della riduzione dei consigli di amministrazione delle Comunità montane, riforma del resto indispensabile col nuovo assetto amministrativo delle otto Province. Visto nel quadro del cambiamento, il DPEF ha una sua logica, perché segna le strategie innovative per rendere la Regione più efficiente ed efficace. Il capogruppo DS ha respinto la visione di chi indica un DPEF all'insegna del rigore e dei tagli. Ci sarà più attenzione alla spesa, ma non si ridurranno le risorse destinate al sociale, né agli enti locali, "che soffrono della politica restrittiva del governo". E un occhio di riguardo sarà destinato alle imprese, in forma diversa, rispetto al passato, per premiare chi batte le strade dell'innovazione e si attrezza per essere competitivo sul mercato.
Analizzato, giudicato, esaminato attraverso il dibattito politico e le consultazioni con le forze economiche e sociali, questo DPEF "non ha entusiasmato nessuno", raccogliendo ("e non è un caso") il consenso solo di due interlocutori: il mondo del credito e l'Università. Lo ha detto l'on. Giorgio La Spisa (FI), ricordando come, del resto, l'impostazione del documento è vicina a queste due istituzioni: "La linea di rigore finanziario e di risanamento piace alle banche", mentre "la ricerca della competitività, attraverso la ricerca, non può che far piacere agli atenei". Per tutti gli altri - ha aggiunto La Spisa - il DPEF non è quello desiderato e le molte difese di ufficio registrate in Aula da parte della maggioranza conferma questo giudizio. La parte costruttiva è debole, "i colpi di freno non disegnano un'andatura e una rotta che crei prospettiva"; in alcuni settori, il credito, appunto, non si capiscono le strategie: quale sarà il ruolo della Sfirs al di là di una generica indicazione sulla erogazione di strumenti finanziari innovativi; e quale il ruolo dei consorzi fidi, per i quali si parla di potenziamento ma si pensa ad una nuova legge. Si tace su reti viarie, risorse idriche ed energia (a proposito di questo problema, c'è un'inversione di tendenza - l'elettrodotto sarà utilizzato per l'esportazione - che si riallaccia alle scelte fatte due anni fa). Comprensibile - ha sostenuto il capogruppo di FI - il disagio di alcuni esponenti della maggioranza; qualcuno ha preso le distanze, qualche altro lascia intendere che preferirebbe un'azione più convinta del governo. Il malessere trapela, ma viene tenuto sotto la cenere. Della situazione non beneficerà il governo regionale, alla vigilia della stagione delle riforme, "alle quali vorremmo tutti partecipare".

Nella replica della Giunta, l'assessore Francesco Pigliaru (insolitamente lungo, ha occupato per intero i 20 minuti a disposizione) ha definito legittima la posizione di quanti si domandano se il DPEF è un utile strumento di programmazione. Secondo l'assessore, tuttavia, anche in assenza di un piano regionale di sviluppo, l'utilità c'è, perché indirizza l'azione pubblica, circa i temi economici, secondo un'azione di coerenza fra strategie e azione di governo della quotidianità, definendo, inoltre, il quadro delle risorse disponibili. Quest'anno, in particolare, segna una novità: la tabella che classifica le 400 azioni di governo, ne valuta la coerenza con i programmi del governo e ne controlla l'andamento. La Regione continua ad essere informata sulle iniziative che sostiene e sulla coerenza con le prospettive di sviluppo, valutando, insieme, l'efficienza della macchina regionale come erogatrice di servizi al cittadino e alle imprese.
Anziché parlare di tutto e di più, il DPEF si concentra su alcuni punti focali di sviluppo. Il richiamo alla competitività è il futuro "status" delle imprese, chiamate a sostenere un processo impegnativo, quello dell'innovazione. Si parte dal discorso sul grado di istruzione dei sardi, al di sotto della media e con riflessi negativi sulla qualità degli apporti; si valuta la inadeguatezza (parametro il Mezzogiorno) del concorso dei privati nella ricerca (la mano pubblica è in linea, quella privata letteralmente precipita). Peraltro la scarsa propensione all'innovazione non premia le alte competenze; perciò si instaura un circolo vizioso sul quale occorre intervenire. Anche le leggi di incentivo vanno interpretate alla luce di questa nuova prospettiva, e sarà un'analisi vincolante.
Quanto alla politica di rigore, la scure dei tagli non colpirà le politiche di sviluppo e le azioni di coesione, anche se bisogna fare i conti con entrate inferiori alle attese e al dovuto. "La Giunta - ha detto l'assessore - sta negoziando con l'Unione europea e con lo Stato le risorse che ritiene dovute", nel primo caso puntando sul riequilibrio degli handicap derivanti dall'insularità, nel secondo sollecitando il pagamento delle entrate (in particolare le quote Iva), che da alcuni anni "sono state ingiustamente impoverite". Dopo due mesi di trattativa, la Ragioneria dello Stato ha riconosciuto per l'Irpef l'arretrato derivante dalla errata valutazione del gettito. Non risolve i problemi, ma segna un avanzamento e, soprattutto, rafforza la posizione della Regione in questa rivendicazione.

Dopo l'intervento della Giunta il presidente Spissu ha annunciato il voto sul passaggio all'esame dei paragrafi.

L'on. Salvatore Amadu (UDC) ha chiesto il voto elettronico palese.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Mario Floris (Misto - UDS), che ha annunciato il voto contrario dei consiglieri dell'UDS. "Voteremo contro - ha detto l'ex presidente della Regione - perché non condividiamo le dichiarazioni dell'assessore Pigliaru che prosegue nell'affermare che un elemento di novità di questo DPEF è la trasparenza e la chiarezza. Se accettiamo questa dichiarazione dobbiamo desumere che in passato i documenti finanziari erano poco trasparenti e poco chiari?". Il leader dell'UDS ha, inoltre, sottolineato che bisogna smetterla di non rispettare quello che è stato fatto nelle precedenti legislature. "I miracoli non li fa nessuno - ha aggiunto - neanche Renato Soru".
Per Floris, in Aula, si respira un clima pericolosissimo, anche nella conduzione dei lavori dell'Assemblea. "Il muro contro muro non è più possibile - ha concluso - ci troviamo di fronte non a 85 consiglieri regionali ma a 85 "tappetini" che non possono far altro che approvare, senza spostare una virgola, quanto deciso dal presidente della Regione. Dovete finirla di portare in Consiglio solo la logica dei numeri; in Aula portate la logica delle idee".

L'on. Giovanni Moro (AN) ha sottolineato che intervenire in Aula sembra inutile, perché nonostante ogni sforzo le proposte non vengono neanche prese in considerazione. "Anche questa del DPEF è un'operazione di facciata, che rimanda a data da destinarsi la risoluzione dei veri problemi della Sardegna". Annunciando il voto contrario, l'on. Moro ha detto che questo documento ha solo un taglio accademico e che è figlio della situazione politica, apparentemente solida ma che scricchiola.

Sempre per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Roberto Capelli (UDC) che ha detto all'assessore Pigliaru che il contributo che intende portare l'Udc è quello non di protestare ma di fare proposte concrete che, però, non vengono prese neanche in considerazione. Capelli si è rammaricato della mancanza di risposte dell'assessore sugli errori e sulle inesattezze presenti nel DPEF ed ha, ancora una volta, sottolineato il ritardo nella presentazione del documento. ritardo inaccettabile soprattutto perché il DPEF è per il 70% "un copia e incolla" da quelli precedenti.

Critico nei confronti dell'intervento dell'assessore Pigliaru anche l'on. Nicola Rassu (FI, che vede nel DPEF alcuni elementi positivi ma anche l'esasperazione del concetto di competitività. Un tale concetto deve tener conto della situazione particolare in cui si trova la Sardegna, che non potrebbe certo sopportare, senza avere gravi conseguenze, l'applicazione prioritaria di questo concetto.

Per l'on. Carmelo Cachia (Misto-Udeur) "non si possono fare le nozze con i fichi secchi". Il DPEF è condivisibile perché vuole cambiare la politica assistenzialistica portata avanti dai governi degli ultimi 10 anni. Per l'esponente dell'Udeur, nel breve periodo si dovrebbe tentare di fare qualcosa in più, mentre per il medio e lungo periodo gli scenari sono interessanti.

L'on. Pietro Pittalis (Misto) ha annunciato un voto di astensione come "apertura di credito" verso un documento di cui - ha detto - "colgo lo sforzo di coniugare politiche di rigore con politiche di sviluppo". L'ex assessore al bilancio ha detto di non poter accettare lezioni da "falsi moralizzatori" e ha chiesto al presidente del Consiglio di aprire immediatamente un dibattito in Aula sui "costi della politica".

Per l'on. Mario Diana (AN) l'aria in Consiglio regionale sta diventando pesante. L'esponente di AN ha detto di non essere affatto soddisfatto del DPEF e delle dichiarazione fatte dall'assessore Pigliaru. "Ci rendiamo conto - ha chiesto - che questa Giunta vuole rendere competitiva la nostra regione la cui popolazione è rappresentata per un terzo da persone tra i 35 e i 65 anni? Come inculcare a queste persone già formate il concetto di competitività? Un senso avrebbe se il DPEF fosse stato predisposto per un ventennio, ma per fortuna questa legislatura durerà molto meno".

L'on. Luciano Uras (PRC) ha annunciato il suo voto di astensione. "Un governo di coalizione è costituito da più soggetti, la prima regola è rispettare tutti". Rivolgendosi all'assessore Pigliaru, l'on. Uras ha detto che l'esponente della Giunta è una persona di qualità, convinta delle proprie posizioni e che non vuole fare passi indietro. "Noi di Rifondazione Comunista, in questi 15 mesi di governo Soru, di passi indietro ne abbiamo fatto anche troppi. In questo DPEF ci sono molte cose che non condivido e non posso accettare che di queste osservazioni non se ne tenga conto. Per questo mi astengo".

L'on. Fedele Sanciu (FI) ha espresso il suo voto contrario. "In questo DPEF c'è l'assenza di progettualità e di novità, non ci sono contenuti, né linee guida. E' solo una dichiarazione di intenti".

L'on. Antonello Licheri (PRC) voterà, invece, a favore perché la struttura complessiva è buona e il documento creerà una inversione di tendenza nello sviluppo della Sardegna.

Per L'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) questo DPEF è inutile, perché non ci sono indicazioni precise ed è pieno di errori ed inesattezze.  L'esponente dei Riformatori ha auspicato l'apertura della "stagione delle riforme". "Le riforme, però, devono essere fatte non in maniera occulta ma con il coinvolgimento del popolo sardo, che deve essere protagonista". 

Per l'on. Giorgio Oppi (UDC) è superfluo che l'opposizione venga invitata a fare battaglie unitarie, quando poi non viene ascoltata nelle sue proposte. Intervenendo sulla cosiddetta questione morale, ha focalizzato l'attenzione sul problema della produttività dell'azione consiliare. A questo riguardo ha anche richiamato il problema delle consulenze e della loro lievitazione. Ha, quindi, denunciato che si modifica la composizione delle Commissioni per "vendette personali". Oppi ha, infine, annunciato il suo voto contrario.

Voto di astensione è stato, invece, annunciato dall'on. Ciriaco Davoli (PRC), che ha richiamato le questioni delle nuove povertà e del lavoro, su cui il DPEF doveva dare segnali e non lo ha fatto. Questo, ovviamente, accresce i dubbi e le difficoltà della nostra parte politica, ha concluso.

Voto positivo, invece, quello annunciato dall'on. Siro Marrocu (DS), anche a nome del suo gruppo, perché è giudicato positivamente il Documento di programmazione. Sulle altre questioni politiche sollevate, nel richiamare un maggiore equilibrio, ha detto che non si possono attribuire responsabilità alla presidenza del Consiglio. Perché il problema va distinto tra aspetti politici e aspetti formali. Sui primi si esprimerà la maggioranza nella sua collegialità, sul fatto della forma spetta al Regolamento consiliare e alla Presidenza interpretare.

Il voto contrario è stato espresso dall'on. Mauro Pili (FI), che si è dichiarato del tutto insoddisfatto della replica dell'assessore alla Programmazione. "È vero che è facile dire si a tutti, come ha ricordato Pigliaru, ma è anche facile dire no a tutti, tranne che a Telecom e a Pirelli" ha denunciato Pili. Che ha poi proseguito richiamando la questione del foglio delle indennità degli eletti.

Anche I Riformatori, per bocca dell'on. Pierpaolo Vargiu, hanno annunciato il loro voto contrario al documento in esame. D'altra parte, il dibattito ha evidenziato che di tutto si è discusso tranne che del DPEF, che, evidentemente, non interessa a molti; il che mette in chiaro la sua inutilità. Occorre chiedersi quale è il progetto per la Sardegna.

Si anche da parte dell'on. Giuseppe Balia (Misto - SDI-SU), che ha replicato alle dichiarazioni fatte in mattinata dall'on. Floris. Per quanto attiene la composizione delle Commissioni, ha citato una lettera dell'on. Pinna ed ha chiesto, rispettosamente ma fermamente, al presidente Spissu le ragioni della lettera con cui viene spostato dalla Prima Commissione l'on. Maninchedda. Ha dichiarato inopportuno l'atto, anche a causa di evidenti incongruenze cronologiche.

Il presidente Spissu ha risposto affermando che la questione verrà affrontata in altra sede; condividendo, poi, il fatto che la Presidenza del Consiglio non debba interferire nelle questioni politiche, ha detto, tuttavia, che non si possono dichiarare "illegittime" o "uso improprio dei protocolli" le comunicazioni della stessa Presidenza.

Il Presidente, concluse le dichiarazioni di voto, ha aperto la votazione sul passaggio all'esame dell'articolato, che è stato approvato con 46 sì, 30 no e 4 astensioni. Il Presidente ha, quindi, annunciato che la discussione e la votazione avverrà per parti, paragrafo per paragrafo.

Sul paragrafo 1 è intervenuto l'on. Mario Diana (AN) che ha criticato la scelta del Presidente e della Giunta. Ha annunciato, pertanto il voto negativo.

Voto negativo su "questo DPEF senza anima" è stato annunciato anche dall'on. Roberto Capelli (UDC), che si è espresso in modo estremamente critico.

Voto contrario anche da parte dell'on. Nicola Rassu (FI) per il quale è gravissima la carenza per il breve e medio periodo di interventi adeguati. Ha riproposto, quindi, alla Giunta la domanda di fondo: cosa si intende fare per salvare la piccola e media impresa oggi?

Il paragrafo n° 1 è stato approvato per alzata di mano. Allo stesso modo sono stati approvati i paragrafi dal 2 al 4.

Sul paragrafo 5 è intervenuto, per dichiarazione di voto, l'on. Luciano Uras (PRC), che ha espresso forti perplessità e dubbi sulle asserzioni contenute nel documento. "Lavoreremo per gli ultimi che sono i più dimenticati".

È anche intervenuto l'on. Paolo Pisu (PRC), che ha parlato di sottovalutazione di argomenti importanti. Troppa attenzione alla filosofia moralista. Ha annunciato la propria astensione.

Messo in votazione il paragrafo n° 5 è stato approvato.

Sul paragrafo n° 6 ha preso, ancora, la parola l'on. Luciano Uras (PRC), che ha approfondito il tema della riforma della Regione, che non può, però, essere fondata sull'autoritarismo, ma su un processo di formazione delle decisioni più democratico. Non vorrei che nascesse, su questo tema, uno scontro anche duro fra componenti della maggioranza.

Il paragrafo n° 6 è stato approvato.

Dichiarazione di voto da parte dell'on. Uras (PRC) anche sul paragrafo n° 7, "sulle politiche della conoscenza", che si è detto poco convinto delle scelte operate per l'alta formazione.

Posto in votazione il paragrafo N° 7 è stato approvato. Successivamente, è stato approvato il paragrafo N° 8.

La seduta è stata, quindi, chiusa.


I lavori del Consiglio
riprenderanno alle 16.30