CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 114 pomeridiana del
3 agosto 2005
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
Prosecuzione discussione
Mozione n. 42, sulla
continuità territoriale.Nella seduta pomeridiana è ripresa la discussione sulla continuità territoriale. L'Assemblea, unita sull'ordine del giorno (rispetto della Carta dei diritti del passeggero) presentata dall'on. Maria Grazia Caligaris (Sdi Su) e dall'on. Onorio Petrini (FI) - 53 voti favorevoli e 5 astensioni -, si è divisa, invece, sull'ordine del giorno del centrodestra, che illustrava "le gravi responsabilità del Presidente della Regione e dell'assessore ai trasporti" in materia di trasporto aereo. All'ordine del giorno ha espresso il sostengo l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) e l'on. Nicola Rassu (FI); il primo ha sottolineato l'aspetto contraddittorio del centrosinistra che, dopo aver dichiarato superata la mozione Pirisi, ha poi deciso di riproporla e ha definito sconcertante il fatto che la Giunta non comunichi al Consiglio la strada che intende percorrere (strada quasi al buio, se l'indagine sulla mobilità dei sardi è quella modesta illustrata dall'assessore); il secondo ha interpretato come "il tentativo di evitare di coinvolgere il Consiglio" l'iniziale tentativo di non discutere la mozione. Si è votato per alzata di mano. L'ordine del giorno è stato bocciato.
Successivamente è stata posta in votazione la mozione Pirisi. Voto contrario è stato annunciato dall'on. Mauro Pili, il quale ha chiesto le dimissioni dell'assessore, "conseguenza inevitabile del fallimento dell'azione politica su un tema così importante", per evitare che,"come è accaduto per l'agricoltura, altri lo faccia per lui".
Anche per l'on. Mario Floris (UDS) la mozione, la cui utilità è stata di riportare in Consiglio il problema, non è da condividere. E' tuttavia emerso, nel corso del dibattito, che la linea della Giunta è largamente fallimentare; non può trattare con funzionari dello Stato iniziative che chiedono l'interlocuzione del Governo. Né può, la Giunta, agire di testa propria; deve far sapere al Consiglio quale strada percorrere ed ha suggerito la gara d'appalto, per dare più stabilità ai rapporti con le compagnie aeree, stabilendo non solo le tariffe, ma anche orari, sicurezza dei voli, tipo di velivoli.
L'on. Giorgio La Spisa, capogruppo di Forza Italia, ha motivato il voto contrario con la necessità di far conoscere all'opinione pubblica le magagne dell'azione politica della Giunta. Un voto unitario farebbe credere che la Regione sta facendo di tutto per risolvere il problema e che lo Stato recita la parte del cattivo. Non è così. Il percorso scelto dalla Giunta "è velleitario, centralistico e fondato su presupposti illegittimi, che hanno suscitato ricorsi (accolti).
La mozione viene approvata (40 voti a favore, 20 contro e 6 astensioni).
Discussione Mozione n. 41 sulla
alienazione delle aree minerarie.E' quindi "chiamata" la mozione 41, sulla dismissione dei beni minerari, che l'on. Giorgio La Spisa (FI) ha illustrato, sottolineando il valore economico, ambientale e paesaggistico dei compendi immobiliari, attraverso i quali vive ancora la storia della più antica industria dell'isola; beni che potrebbero rappresentare una via d'uscita per innescare un modello di sviluppo in territori dove il disagio è acuto. La prospettiva del turismo è convincente e potrebbe determinare la svolta. La Spisa ha fatto la storia di quei beni, appartenuti a società che gravitavano attorno all'Ente minerario sardo e transitati alla Regione dopo la liquidazione dell'Emsa decisa dalla legge regionale 33 del 1998.
Due direttive, sull'alienazione, erano state indicate dalla Giunta Floris: gli immobili potevano essere ceduti a titolo gratuito ai Comuni per utilizzo prevalentemente pubblico mentre in caso di vendita ai privati si dovevano adottare criteri di massima trasparenza fissando, nel bando di gara, criteri di valutazione molto precisi. Non si trattava, infatti, di vendere vecchi arnesi o arredi in disuso, ma aree e immobili di grande valore per i quali era opportuno garantire misure contro atti di pura speculazione. In questa vicenda si interseca la legge salva coste, voluta dal presidente Soru. Ora, alcune di quelle aree, che oggi, col blocco, hanno un valore modesto, potrebbero valere moltissimo quando sarà varato il piano paesaggistico. E se è possibile pensare di vendere a prezzo contenuto ad imprenditori che garantiscono lo sviluppo della zona, è evidente che i requisiti richiesti e gli obiettivi previsti devono essere chiaramente definiti. In ogni caso non è lecito pensare a trattative private.Contrario al contenuto della mozione ha detto di essere l'on. Siro Marrocu, capogruppo Ds. Contrario, ha spiegato, per la "inutilità" del documento, il quale insiste sul fatto che la Regione debba operare nel rispetto della legge. Potrebbe fare diversamente?, si è chiesto Marrocu, dicendo che la mozione è un'iniziativa di mezza estate e sottintende un atteggiamento polemico, quello che riguarda l'ormai famoso volo sull'elicottero dei carabinieri di Soru e gli imprenditori turistici. Il problema di quei beni, occasione di rilancio della stentata economia del Sulcis Iglesiente e del Guspinese, è il ritardo, sette anni, con cui si vuol avviare la loro valorizzazione. Ritardo - ha concluso - più scandaloso del volo in elicottero.
Dal centrosinistra è in atto una azione mirata per banalizzare un argomento che, al contrario, è tutt'altro che scontato, ha replicato l'on. Mauro Pili (FI). Il volo in elicottero (chiesto all'Arma "per fini istituzionali") del presidente Soru che ha sorvolato "chissà quali aree, chissà con quali imprenditori" diventa "uno scandalo" perché su quelle aree sono attesi gli strumenti urbanistici che la giunta sta predisponendo. Se un sindaco di un qualunque paese della costa - ha aggiunto Pili - passeggiasse con imprenditori immobiliari in aree non edificabili ma in procinto di diventarlo, quel sindaco troverebbe ad attenderlo i carabinieri, ma non con l'elicottero. Leggendo quel viaggio oltre le righe, prende valore l'ipotesi - ha concluso l'ex presidente della Regione - che la giunta abbia deciso quali aree dovranno restare inaccessibili e quali diventeranno oggetto commerciale.
Se l'on. Pili è "a conoscenza di fatti", fa bene a denunciarli in aula, "ma dovrebbe compiere passi anche fuori dell'Aula", ha replicato l'on. Antonio Calledda (DS), ricordando come quello in discussione sia un territorio "devastato", dove non esiste più niente, "neppure la mitica classe operaia" e dove delle battaglie dei minatori dei decenni passati sono rimaste solo le illusioni. In questo territorio le opportunità (Calledda ha citato gli interventi sulla legge 221, di riconversione industriale) sono scivolate vie, senza lasciare traccia. Giusto, allora, pensare a innescare un meccanismo che crei occasioni di sviluppo; ma questa battaglia - ha aggiunto - deve essere combattuta col contributo di tutti, chiamando a raccolta tutte le forze. Ben vengano, allora, gli imprenditori (anche in elicottero, anche se l'elicottero è dei carabinieri. Del resto, un ministro del centrodestra ha sentenziato che la richiesta di Soru era legittima).
L'on. Luciano Uras (PRC) nel suo intervento ha detto che le aree minerarie dismesse avrebbero bisogno di una grande bonifica, anche morale. Il capogruppo di Rifondazione ha specificato che la maggioranza in materia di ambiente non farà sconti a nessuno. "Noi la nostra terra la vogliamo conservare per i prossimi 500 anni, la nostra bellezza è il tratto della nostra identità più significativa e non è in vendita".
Per l'on. Francesco Sanna (La Margherita) quando la Regione parla di dismissione non intende solo "fare cassa" ma intende mobilitare ogni riserva disponibile per una riutilizzazione e una esaltazione del territorio perché dalle vestigia delle miniere possa rinascere il turismo. L'esponente della Margherita ha sottolineato che in questi ultimi anni in tutte le iniziative pubbliche di riqualificazione delle aree dismesse si è fatto solo "Occupazioni di cantieri". Basta con le ipocrisie - ha concluso - dobbiamo fare una programmazione intelligente del territorio.
L'on. Giorgio Oppi (UDC) ha ironizzato sul fatto che la maggioranza abbia provato "meraviglia" sulla presentazione della mozione in discussione da parte dell'opposizione. La mozione - ha detto il capogruppo dell'UDC - è stata presentata perché siamo preoccupati per il futuro di quei territorio e perché non vogliamo che si facciano "due pesi e due misure". "Se le cose si svolgeranno in maniera trasparente - ha aggiunto - noi saremo dalla parte di chi vuole lo sviluppo, ben vengano gli imprenditori seri che devono, però, essere messi tutti nella stessa condizione. Vogliamo trasparenza, non siamo contro nessuno, ma questo Consiglio deve fare scelte oculate per dare respiro a un territorio da troppo tempo in asfissia".
Per l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) la mozione è scarna e va al nocciuolo del problema. Vargiu vuole conoscere gli obiettivi della giunta. "Il presidente Soru deve venire il Aula a spiegare cosa sta facendo, quali sono gli obiettivi di riconversione e le tipologie di sviluppo per quei territori. Per l'on. Vargiu il Consiglio deve avere un ruolo centrale e non può più tollerare che in Aula non si discuta e non si dibattano argomenti così rilevanti.
L'on. Mario Diana (AN) ha detto di essere meravigliato perché i consiglieri del centrosinistra non riconoscono la valenza di questa mozione che intende sollecitare il dibattito su questo problema. "Pare che il centrosinistra - ha detto - abbia demandato anche questa funzione alla Giunta regionale". Il capogruppo di Alleanza Nazionale ha sottolineato l'assenza in Aula del presidente Soru che non può arrogarsi il diritto di programmare, progettare e chiudere accordi perché la Regione non è un'azienda privata. Il presidente Soru prima di "volteggiare" doveva venire in Aula a illustrare i suoi progetti su quei territori.
L'on. Giorgio La Spisa (F.I.) ha sottolineato che in Aula un vero confronto politico non c'è stato. Dal capogruppo dei DS abbiamo sentito solo una serie di banalizzazioni del problema. I veri temi da discutere sono altri: la Regione - ha chiesto - intende procedere con una gara e intende portare tutti gli imprenditori interessati, prima di bandire la gara, in elicottero, a vedere i beni? Questo è il modo di concepire una gara da parte del centrosinistra? Siamo stupefatti. Quello che è incredibile è che non siete stati disponibili a confrontarvi politicamente e personalmente con noi. Il presidente Soru, sicuramente in buona fede, confonde la sfera pubblica con quella privata. La maggioranza sa bene il limite tra le due sfere ma non dice niente perché si è appiattita sulla concezione che chi litiga perde le elezioni. Badate bene - ha concluso - che le elezioni si perdono anche perché diminuisce la credibilità e la dignità politica. Noi continueremo a combattere anche se è difficile davanti ad un avversario che politicamente non esiste.
L'assessore Gian Valerio Sanna, parlando a nome della Giunta, ha detto che la mozione è sostanzialmente provocatoria e per questo non accoglibile. "Una mozione in una sede istituzionale non può insinuare una vocazione alla illegalità. Vi assicuro che in Giunta non c'è nessuno che vuole piegare le leggi ai propri interessi". Sull'uso dell'elicottero da parte del presidente Soru, Sanna ha detto che è inutile continuare a invocare cose che non esistono: "è come chiedere la condanna dopo l'assoluzione da parte di un giudice" Per l'assessore il presidente Soru sta agendo in base all'articolo 39 della Finanziaria e non c'è nessuna intenzione di sottrarsi al confronto né con il Consiglio regionale, né con le Province, né con i Comuni. L'esponente della Giunta ha chiarito che nessuno dei beni in vendita è in grado di risolvere i problemi finanziari della Regione e che la giunta sta lavorando in assoluta trasparenza. Quindi, non ci sarà nessuna deroga urbanistica, non ci saranno regali di volumetrie, ci saranno regole uguali per tutti.
La replica dell'assessore Sanna ha concluso la discussione generale sulla mozione presentata dal centro destra sulla vendita dei beni minerari dimessi. Prima di passare al voto, come di consueto, numerosi esponenti sono intervenuti per "dichiarazione di voto".La replica dell'assessore all'Urbanistica è stata, garbatamente, contestata da Roberto Capelli (UDC), il quale ha rilevato "che a nome della Giunta avrebbe dovuto parlare il presidente Soru" l'unico in grado di dire cosa effettivamente pensa. Comunque, Roberto Capelli, ha voluto ricordare come nell'estate del 2002, a parti invertite, tutto il centrosinistra accusò di ogni nefandezza il presidente Pili, reo di aver incontro l'imprenditore americano Barrack che si accingeva a comprare gli alberghi della Costa Smeralda da una società anche essa statunitense. In quella occasione, inoltre, gli stessi esponenti del centrosinistra levarono alte le loro lamentele in "difesa degli imprenditori sardi, bruciati dalle decisioni del presidente Pili". Questa volta nulla di tutto questo. Annunciando il proprio voto a favore, capelli ha concluso che "se è pleonastico rispettare le leggi, lo è anche rispondere alle interpellanze ed interrogazioni, osservare le norme che regolano la vendita dei beni pubblici".
Annunciando il proprio voto a favore, Mauro Pili (FI) si è soffermato sul fatto che, secondo la Giunta il volo in elicottero è stato fatto per valutare, dall'alto, i beni da "cartolarizzare" o vendere. Una giustificazione inconsistente, perché da 2 o 3000 metri non si può valutare assolutamente nulla. Tra l'altro, il patrimonio minerario dismesso è ricco di depositi, discariche, situazioni di degrado sulle quali si deve intervenire, come occorre attuare un importante intervento di sistemazione idro-geologica. Come si può vedere tutto questo svolazzando per aria? Tra l'altro la Regione dispone di carte e studi assolutamente attendibili ed approfonditi, che avrebbero permesso "una ben più accurata valutazione, altro che volo in elicottero".
Voto contrario, pur condividendo alcune delle perplessità contenute nel documento del centrodestra è stato, invece annunciato da Luciano Uras (PRC). Le ragioni portate dalle opposizioni sono inconsistenti, sul piano tecnico, ha detto Uras, ma in Consiglio su questi argomenti, si parlano linguaggi più o meno simili, anche perché spesso si sono portate avanti battaglie comuni, in difesa delle miniere, dei posti di lavoro delle opportunità che molte parti della Sardegna avrebbero avuto utilizzando le loro "notevoli potenzialità". Ma nelle zone minerarie del Sulcis-Iglesiente, ad esempio, dal 1987 ad oggi "non si è fatto assolutamente niente. Una colpevole incuria". Ma una situazione di questo genere non "può essere risolta dal solito capitalista illuminato. Ecco perché ho paura di iniziative di questo genere, ha concluso Uras; ecco perché il Consiglio ha il dovere di esercitare un attento e continuo controllo".
"Speculari" a quelle di Uras le ragioni che hanno portato Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ad annunciare il proprio voto a favore della mozione, pur trovando spunti estremamente interessanti nella replica dell'assessore Sanna. Spunti, temi, ragionamenti che occorrerà approfondire, perché è certamente giusto promuovere lo sviluppo della Sardegna, coinvolgere in queste operazioni di rilancio e crescita quanti più operatori privati è possibile. Operazioni come quelle illustrate dall'assessore Sanna, però, hanno bisogno di obiettivi e completi approfondimenti, perché "vogliamo capire se l'analisi dei fenomeni di trasformazione, di intervento che si stanno studiando, ha tenuto conto delle realtà ambientali, è stata fatta tenendo nel debito conto la realtà sulla quale si dovrà intervenire". Abbiamo chiesto di conoscere quale sia il "raccordo" con il territorio, ha concluso Vargiu ed è quello che ancora non abbiamo sentito.
Le "ragioni" politiche della mozione sono state confermate da Mario Diana (AN), il quale, annunciando il proprio voto a favore ha chiesto, ancora una volta, maggiore rispetto per il Consiglio. Se le comunicazioni dell'assessore Sanna fossero state fatte in una seduta ad hoc, non ci sarebbe stato niente da dire. Ma quello che colpisce è che i rapporti tra la Giunta e l'Assemblea sono carenti proprio sugli aspetti procedurali. Queste iniziative sono estremamente importanti, ha aggiunto Diana, e non possono essere decise ed avviate senza coinvolgere il Consiglio. Anche perché le leggi prevedono che siano il Consiglio, gli enti locali, le amministrazioni pubbliche a decidere come possono essere utilizzati questi beni dismessi. " Se il collega Uras ha paura dell'imprenditore illuminato, ha concluso Diana, io ho terrore del paternalismo, illuminato o meno, anche perché questo è il Parlamento dei sardi e rappresenta i diritti, le esigenze, le attese dell'intera Sardegna. E di questo si deve tener conto".
"Se si vuole parlare male delle istituzioni, di utilizza come argomento ciò che è accaduto oggi in quest'Aula". Per Siro Marrocu (DS) il dibattito è stato viziato da riserve e poca coerenza, perché gli oratori del centrodestra hanno usato argomenti e concetti esattamente contrari a quelli utilizzati, in questo periodo, in campo nazionale. In questa occasione, ha aggiunto Marrocu, si è fatto largo uso della "cultura del sospetto", facendo credere o sottintendendo cose che non sono vere. Il presidente Soru non ha "alcuna grande discrezionalità, non può decidere e vendere come vuole", deve rispettare sempre le leggi e le norme. "E noi rispettiamo le leggi e le norme, ha concluso Marrocu, confermando il proprio voto contrario alla mozione in discussione. "Perché siamo rispettosi della legge, perché vogliamo che il Consiglio venga coinvolto, svolga in pieno il suo ruolo, in tutte queste iniziative decise per favorire la crescita della società sarda".
L'accusa di fare largo uso della "cultura del sospetto" è stata fermamente rigettata dal capogruppo di Forza Italia, Giorgio La Spisa, che ha anche confermato il suo voto a favore del documento delle opposizioni. . "Qui non c'è nessun sospetto, ha detto la Spisa, dopo la replica dell'assessore Sanna c'è la certezza che, nella maggioranza, regna una grande confusione, perché si sta parlando di beni pubblici e non di interessi privati", come erano e sono quelli dell'imprenditore Barrack, che certamente non voleva acquistare beni di proprietà della Regione. "In ogni caso, ha aggiunto La Spisa, i beni minerari dimessi non possono essere alienati senza osservare le procedure di evidenza pubblica", rispettando quindi regole e norme ben chiare. Meraviglia anche come si siano avvicinati gli imprenditori ai quali "sono stati mostrati i siti da vendere". Lo si è fatto per chiedere un autorevole parere? Si è chiesto La Spisa. Ma un parere si chiede ad un esperto "terzo", realmente estraneo agli interessi di una vendita o di un acquisto. D'altro canto in Regione lavorano professionisti ed esperti di grande valore e l'amministrazione regionale possiede studi, analisi, ricerche, progetti di grandissimo livello. Perché non ci si è rivolti a questi tecnici, non si sono esaminati gli studi dei quali già si dispone? La verità è che c'è troppa superficialità, troppa confusione, ma le opposizioni "staranno molte attente, vigileranno, perché si osservino le leggi e le regole".
Le richieste dell'opposizione, di rispettare le regole, non sono superflue, "sono pleonastiche" ha detto, dal canto suo, Giambattista Orrù motivando il suo voto contrario. Il rispetto delle procedute pubbliche, in situazioni di questo genere è naturale, scontato, "non se ne può fare a meno". Caso mai, ha aggiunto Orrù, il problema si sarebbe dovuto dividere in due parti: la possibilità di valorizzare le aree minerarie dismesse, con la necessità di mettervi mano per risistemare gli immobili, e l'esigenza di una operazione di promozione, "fatta con grande pubblicità e trasparenza, per trasformare quelle aree in occasioni di crescita sociale ed economica, di nuovi posti di lavoro, in occasioni da utilizzare per favorire lo sviluppo del sistema economico sardo". Tra l'altro, ha ricordato Orrù, su quelle zone esistono vincoli molto più rigidi di quelli previsti dalle "normali leggi di tutela", perché ci sono anche quelli idrogeologici, di rispetto del patrimonio di "archeologia industriale" decisi dal Governo centrale. Le norme, in tutti i casi, indicano i comuni come destinatari finali di queste iniziative e "di sicuro, la Giunta osserverà scrupolosamente limiti, vincoli, leggi".
Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente Spissu ha messo in votazione, col sistema elettronico palese chiesto da Mauro Pili, la mozione del centrodestra, che è stata respinta con 17 voti a favore, 27 contrari ed un astenuto, dai 45 consiglieri presenti in Aula. Dopo aver ricordato che domani mattina, alle ore 9.00, si riunirà la conferenza dei presidenti dei gruppi e che sono previste sedute nella Terza, Quarta e Sesta commissione, il Presidente ha chiuso la seduta pomeridiana dell'Assemblea regionale.
Il Consiglio regionale
sarà riconvocato a domicilio.