CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 112 pomeridiana del 28 luglio 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu, dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Paolo Fadda.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


Prosecuzione esame Proposta di
legge n. 89/A -
Norme per unioni di
Comuni e Comunità montane.

La seduta pomeridiana si è aperta con l'esame dell'articolo 5 (caratteri dei comuni: elenco regionale) e degli emendamenti presentati.  Gli emendamenti 83 - 1 e 2 sono stati ritirati. Sull'emendamento 61 l'on. Balia (per la Commissione) e l'assessore Sanna (per la Giunta) hanno dato parere contrario. Sull'articolo 5 è stato chiesto il voto elettronico palese. Il Consiglio ha approvato l'articolo (presenti 43, votanti 37, si 27, no 10, 6 astenuti). L'emendamento 61 (aggiuntivo) è stato bocciato. Si è poi passati all'esame dell'articolo 6 (composizione delle Comunità montane) e degli emendamenti presentati all'articolo.  Gli emendamenti 80 - 81 - 82 - 6 sono stati ritirati. L'on. Balia, a nome della Commissione, ha dichiarato di non accogliere gli emendamenti 59 - 12 - 38 - 6 - 67 - 64 - 63 - 39 - 40 - 62 - 60 e di accogliere gli emendamenti 13 (Dedoni e più), 71 (Maninchedda e più) e 88. La Giunta ha dato parere conforme alla Commissione. Sull'articolo 8 e sull'emendamento 59 è intervenuto l'on. Dedoni (I Riformatori), che ha parlato di "riforme solo a parole" e di norme fatte solo per "annientare" e non per dare un servizio ai cittadini sardi. L'emendamento 59 (Dedoni e più) è stato messo in votazione, ma è stato bocciato dall'Aula.

Per dichiarazione di voto, sugli emendamenti 12 e 38, è intervenuto l'on. Capelli (UDC), che ha parlato di "leggerezza" del Consiglio nel votare l'articolo 6. Abbiamo appreso dalla stampa, e non qui in Consiglio, che è stato raggiunto un accordo tra Giunta e maggioranza per approvare questa legge. Ancora una volta - ha proseguito il vicecapogruppo dell'Udc - sono stati calpestati i diritti dell'Assemblea, è inutile convocare il Consiglio quando l'opposizione non viene neanche ascoltata. Ora mi si sono "ricollegati i file" e la maggioranza sta consumando un'altra offesa al sistema democratico. Prendiamo atto che il confronto non esiste. "Esprimo - ha concluso - un voto favorevole quanto inutile ai due emendamenti".  Anche per l'on. Amadu (UDC) ha poco senso continuare ad intervenire, perché ormai è tutto deciso. Amadu ha ricordato le sue perplessità su questa legge: il metodo esclusivamente altimetrico, la proliferazione di altri enti sovracomunali, la difficoltà nel governare questi enti. L'esponente dell'UDC ha invitato la Giunta e la maggioranza a fare una riflessione. L'on. Balia (Misto - SDI - SU) ha sottolineato che la maggioranza continua ad avere tutti i "file attivi". L'esponente socialista ha ammesso che la legge in esame è una legge complessa, su cui occorre molta attenzione, e che ha fatto discutere la maggioranza. Soffermandosi sull'emendamento 88 (Davoli e più), che prevede di aggiungere al comma 2 dell'articolo 6 il periodo: "Possono altresì fare parte quei comuni che abbiano i requisiti di cui all'articolo 5, che non siano in continuità territoriale, quando ciò dipenda dall'esclusione dei capoluoghi di Provincia", Balia ha suggerito (presentando un emendamento orale) di aggiungere le parole "di norma" al primo comma dell'articolo 6. In questo caso Balia ha chiesto di ritirare l'emendamento 88. E' poi intervenuto l'on. Dedoni (I Riformatori) che ha ribadito che per fare una buona legge è necessario confrontarsi. Gli emendamenti sono stati messi in votazione. Per gli emendamenti 12 e 38 è stato chiesto il voto elettronico palese. Il Consiglio li ha bocciati (Presenti 56, votanti 55, si 17, no 38, 1 astenuto). L'Aula ha bocciato anche l'emendamento 67 (Rassu e più) mentre ha approvato l'emendamento 13, presentato da Dedoni e più, che era stato accolto dalla Giunta. 

Ha chiesto, poi, di intervenire l'on. Oppi (UDC) che, a nome di tutto il gruppo, ha accusato la maggioranza di mancanza di correttezza e di lealtà. "Per questo - ha detto - l'Udc abbandona l'Aula, perché in questo Consiglio non ci sono più le condizioni di correttezza".

L'on. Oppi e i consiglieri dell'Udc hanno lasciato, polemicamente, il Consiglio. Subito dopo è intervenuto il capogruppo di Fortza Paris Silvestro Ladu che ha detto di condividere la decisione dell'on. Oppi. Anche il gruppo di Fortza Paris ha abbandonato l'Aula.   

Prima di mettere in votazione l'articolo 6, il presidente Spissu ha ricordato che era stato proposto un emendamento orale da parte dell'on. Balia.

Il Consiglio l'ha approvato, con l'integrazione proposta dal capogruppo SDI-SU mentre ha bocciato l'emendamento aggiuntivo 63 (Oscar Cherchi e più). Bocciati anche gli emendamenti dell'opposizione n. 14, 62, 40, 60.

Gli emendamenti 15 (Dedoni e più) e 41 (Capelli e più) presentati all'articolo 7 (Istituzione della Comunità montana) sono stati bocciati dall'Aula. Entrambi avevano avuto il parere contrario di Giunta e Commissione.

L'articolo 7 è stato approvato. Numerosi gli emendamenti presentati all'articolo 8 (Statuto). Gli emendamenti 20 e 46 sono stati ritirati. L'on. Balia, a nome della Commissione, ha dato parere non favorevole agli emendamenti: 22 - 46 - 17 - 43 - 19 - 45 - 21 - 47 - 48 - 49 - 44 - 42 - 18 - 44 mentre ha accolto gli emendamenti 89 e 90. Il parere della Giunta era conforme a quello della Commissione.  L'Aula ha approvato gli emendamenti presentati dalla Giunta 89 e 90, mentre ha bocciato il 46, il 21, il 16, il 18, il 22, il 48, il 49. L'articolo 8 è stato approvato.

Sugli emendamenti (presentati tutti dall'opposizione) all'articolo 9 (Fondo regionale per la montagna) il parere della Commissione e della Giunta è stato negativo.

L'on. Dedoni (I Riformatori) ha sottolineato che il suo gruppo è restato in Aula, ma con sofferenza. "Il sale della democrazia è il confronto - ha detto - quando non c'è confronto non c'è democrazia. Oggi stiamo vivendo una pagina non gloriosa. In Consiglio c'è l'aziendalismo più assoluto".

Per l'on. Moro (AN) l'Aula ha ormai perso dignità, perché al suo interno non c'è dialogo e perché ogni emendamento presentato dall'opposizione viene falcidiato con una facilità estrema.

L'on. Balia (SDI-SU) ha detto che la bocciatura di alcuni emendamenti dell'opposizione non significa mancanza di attenzione. "Ogni emendamento, da qualunque parte politica arrivi, è esaminato con attenzione, la bocciatura di quelli dell'opposizione significa che abbiamo una visione diversa del problema. Quindi, non condivido l'atteggiamento di chi, per questo, ha abbandonato l'Aula". 

 Messi in votazione, gli emendamenti presentati dall'opposizione n. 23 - 50 - 53 - 24 - 51 - 25 - 52 - 26 - 65 sono stati bocciati.

L'articolo 9 è stato approvato.

L'Assemblea ha, quindi, discusso ed esaminato l'articolo 10, "abrogazione e norme transitorie", con il quale si prevede l'abrogazione delle Comunità montane istituite con leggi regionali (elencate nella tabella allegata al provvedimento), che cessano di funzionare entro il 180 giorno dall'entrata in vigore di questa legge.

L'articolo prevede gli adempimenti necessari per trasferire ad altri enti pubblici i beni ed il personale delle Comunità stesse. Questi beni ed il personale, secondo questa disposizione, ha confermato l'assessore Gianvalerio Sanna, intervenuto per illustrare uno specifico emendamento presentato dalla Giunta, "acquisita l'intesa con gli enti locali interessati" saranno trasferiti alla comunità montana o all'unione dei comuni di nuova istituzione, ovvero ai comuni che già facevano parte delle comunità soppresse. All'articolo 10 sono stati presentati numerosi emendamenti: il 72 sostitutivo totale, presentato da Maninchedda e dai consiglieri di centrosinistra in Prima commissione; il 54, il 27, il 28, il 55, il 29, il 7, il 30, il 56, il 4, il 3, tutti sostitutivi parziali, presentati dai consiglieri della minoranza; il 91 proposto dalla Giunta, con il quale si fissa un tetto alle "indennità" degli amministratori dei nuovi organismi. Gli emendamenti sono stati illustrati, dati per illustrati, non accolti dal relatore di maggioranza, dalla Giunta.

In particolare, sull'emendamento della Giunta è intervenuto, polemicamente l'on. Luciano Uras (PRC), il quale ha voluto rimarcare che non si risana il bilancio regionale tagliando l'indennità degli amministratori delle comunità montane o delle unioni dei comuni. Queste indennità, ha aggiunto Uras, non sono sprechi da tagliare, mentre è da "riesaminare" la posizione della Giunta che permette alle banche tesoriere della Regione di applicare, agli agricoltori sardi, tassi d'interesse che hanno portato al tracollo di numerose imprese agricole che, poi, le stesse banche vendono all'asta, a prezzi irrisori, gettando sul lastrico tante famiglie. Una situazione inaccettabile, sulla quale la Giunta non ha preso nessuna posizione. Non si può, quindi, continuare a fare demagogia su questi "piccoli o presunti tagli" alle indennità degli amministratori pubblici, mentre si ignora un problema "gravissimo" come quello dell'indebitamento delle aziende agricole sarde.

L'emendamento della Giunta è stato, comunque, approvato e sono "decaduti" tutti gli altri emendamenti sostitutivi parziali, mentre è stato respinto un emendamento aggiuntivo, il 3, presentato dai consiglieri de I Riformatori. Il Consiglio ha, quindi, approvato rapidamente gli altri articoli del provvedimento, senza alcuna discussione, respingendo tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione, mentre sono stati approvati quelli presentati dal centrosinistra e dalla Giunta.

Prima di passare al voto conclusivo sul provvedimento, per dichiarazione di voto, sono intervenuti numerosi consiglieri.

Contrario il voto annunciato, a nome di AN, dall'on. Matteo Sanna, che ha definito la legge delle comunità "lontane", anziché "montane"; lontane, ha spiegato, dalle aspettative dei sardi e dalle esigenze dei piccoli comuni. "Avremmo preferito un confronto più serrato; maggiore coinvolgimento e concertazione - ha aggiunto - ma, rispettando i diritti della maggioranza, questa legge viene approvata così com'è. La maggioranza ha i numeri per farlo, se ne assuma, quindi, le responsabilità. Dovrà dire alla gente, tuttavia, che molti comuni sono stati esclusi per calcoli di altimetria e non per problemi sociali ed economici".

Contrario anche Attilio Dedoni, a nome de I Riformatori. La legge è frutto "di un'azione personalistica" e di "una norma spuria della Finanziaria". E' necessaria una rivisitazione se non si vorrà ripetere, nell'applicazione, l'insuccesso di alcune riforme tentate, come quella degli enti turistici. L'auspicio è quello di un nuovo confronto, invitando maggioranza e Giunta ad avere orecchie per le istanze che i consiglieri portano come rappresentanti del territorio.

Rammarico, da parte dell'on. Peppino Balia, relatore del provvedimento legislativo e intervenuto a nome della maggioranza, per i consiglieri dell'opposizione che, polemicamente, hanno abbandonato l'Aula. Chi rinunzia al confronto "si mette automaticamente dalla parte del torto". La legge è buona - ha aggiunto - ed è frutto di tre mesi di lavoro da parte della Commissione; ha riscosso consensi, soprattutto da parte dei sindaci. Non è mancato il confronto fra Consiglio e Giunta, "così come dev'essere". Il risultato è di generale apprezzamento, anche per le norme di salvaguardia che tutelano i comuni che saranno esclusi dai benefici delle politiche per la montagna. E' la prima legge di riforma. Da settembre, ha annunciato, ci saranno altre occasioni, a cominciare dall'invito fatto alla Giunta perché presenti i principi generali su Statuto e forma di governo, sui quali l'Assemblea dovrà discutere.

Per l'on. Carlo Sanjust (FI) è positivo che il Consiglio approvi la prima legge di riforma; meno positivo che chi dovrebbe "spingere" sulle riforme, il presidente della Giunta, faccia capire ai sardi le molte incertezze che hanno caratterizzato la sua azione, come si evince dalle "dichiarazioni confuse" fatte ieri in aula.

Voto favorevole, invece, quello annunciato dal "riformatore" Sergio Pisano; voto a titolo personale, che "esprimo come sindaco di un piccolo comune", che ha visto in questa legge alcuni segnali positivi. La legge poteva indubbiamente essere migliore, più coraggiosa, ma raggiunge "il voto della sufficienza". Fa chiarezza sul numero dei comuni montani, che passano da 234 a 112, dà una definizione finalmente chiara dei "piccoli comuni" ("se ne sentiva l'esigenza"), dà sostegno e strumento per operare nelle forme associate per la gestione dei servizi sovracomunali.

Chiamata al voto, la legge è approvata con 41 sì, 8 no e un'astensione.

Approvata la legge di riordino delle comunità montane, il presidente Fadda ha comunicato la presentazione di una mozione, firmata Giuseppe Pirisi, Fedele Sanciu e tutti i componenti la Quarta commissione, con la quale si sollecitano iniziative politiche urgenti, nei confronti del Governo e dell'ENAC, l'ente nazionale per i trasporti aerei, per scongiurare il "paventato dirottamento dei fondi destinati alla continuità territoriale" a favore di interventi urgenti da realizzare negli aeroporti di Torino e Fiumicino.

La mozione, che "ha il valore di un ordine del giorno" è stata illustrata dal presidente della Quarta commissione, l'on. Giuseppe Pirisi, il quale ha sottolineato l'importanza di questo documento, sottoscritto in pratica da tutto il Consiglio, con il quale si "impegna la Giunta ad avviare tutte le iniziative opportune e necessarie perché i fondi, destinati dalla Finanziaria nazionale a garantire la continuità territoriale" da e per la Sardegna, non vengano utilizzati per altri scopi. "La mozione, ha ricordato Pirisi, ha un grande valore, perché è un segnale forte che il Consiglio deve dare, in difesa del diritto dei sardi di potersi muovere, agevolmente ed a costi contenuti, come tutti gli altri cittadini italiani".

Il presidente della commissione Trasporti, quindi, ne ha proposto l'immediata discussione e l'approvazione da parte dell'Aula. L'assessore Dadea, a nome della Giunta, si è dichiarato disponibile all'esame immediato del documento. Il capogruppo de I Riformatori, Pierpaolo Vargiu, dal canto suo, pur riconoscendo il "grande valore" della mozione, ne ha proposto il "rinvio" ad un'altra seduta del Consiglio, per permettere a tutti i gruppi di esaminare il documento (dall'Aula erano assenti i gruppi dell'UDC e di Fortza Paris e numerosi altri consiglieri) e di decidere con grande serenità, dopo aver potuto leggere ed approfondire l'importante documento.

Il presidente della Quarta, Giuseppe Pirisi, ha confermato la richiesta di discussione immediata, anche perché la prossima settimana il direttore dell'ENAC e l'assessore Broccia saranno sentiti "in audizione" dalla commissione Trasporti. Una richiesta comprensibile, anche per l'importanza del documento e per la sua "valenza politica", ma un breve rinvio della discussione, secondo Claudia Lombardo (FI), è necessario, per permettere un più approfondito esame.

La mozione è certamente delicata, ha concluso Renato Cugini (DS), ma è assolutamente importante l'esigenza politica" che ne ha consigliato la presentazione. Perché non trasformarla in ordine del giorno ed approvarla immediatamente?

La consapevolezza di un possibile accordo, aveva fatto considerare opportuna una discussione immediata; ma l'assessore Massimo Dadea si è dichiarato disposto a discutere l'importante documento in un'altra seduta.

Per decidere come e quando affrontare il delicato tema della continuità territoriale, il presidente Paolo Fadda ha, quindi, sospeso la seduta e convocato una breve conferenza dei presidenti dei gruppi. Alla ripresa dei lavori, il presidente Fadda ha comunicato che i capigruppo avevano deciso di rinviare, a mercoledì prossimo, la discussione della mozione sulla continuità territoriale. Nella stessa seduta il Consiglio esaminerà anche la mozione n. 41 (La Spisa, Diana, Vargiu, Ladu, Amadu, Capelli e più), "sulla alienazione delle aree minerarie", presentata con la richiesta di convocazione urgente dell'Assemblea regionale.


I lavori del Consiglio riprenderanno
mercoledì, 3 agosto, alle ore 10.00