CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 111 antimeridiana del 28 luglio 2005


Il consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda .

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


Prosecuzione esame Proposta di
legge n. 89/A -
Norme per unioni di
Comuni e Comunità montane.

In apertura di lavori, il relatore, on. Peppino Balia, ha chiesto un rinvio per consentire all'Aula di popolarsi. La seduta è stata sospesa per 30 minuti.

Ma, alla ripresa (solo una decina i consiglieri presenti) l'on. Stefano Pinna ha chiesto una ulteriore sospensione, più lunga, sino alle ore 12, per consentire interlocuzioni in corso fra la Giunta e alcune forze politiche di maggioranza. La sospensione è stata accordata.

Ancora un rinvio - chiesto questa volta dall'on. Paolo Maninchedda - e alle 12 e 30 si dà finalmente inizio ai lavori, con l'esame dell'articolo 4, che disciplina le Comunità montane, e dei relativi emendamenti, alcuni dei quali vengono illustrati. In particolare (emendamento 11, Capelli) si intende sopprimere il testo che  l'invio dei piani organici e dei programmi annuali all'assessorato regionale degli enti locali "ai fini della ripartizione del Fondo per la montagna"; e (emendamenti 10, Dedoni, e 36, Capelli) si chiede di trasferire alle Comunità le funzioni di gestione delle aree naturalistiche protette "eventualmente costituite dalla Regione" e delle funzioni comunali di protezione civile e antincendio; di far concorrere le Comunità alla elaborazione dei piani territoriali della Provincia "formulando le indicazioni urbanistiche"; funzioni che attualmente vengono già esercitate per delega regionale, ma nella legge andrebbero puntualmente ribadite. Tutto ciò, col fine di garantire ai piccoli Comuni, che hanno difficoltà ad associarsi, servizi che altrimenti sarebbero problematici.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha insistito anche sulla necessità di introdurre il concetto di omogeneità (concetto non espresso in legge), per "garantire efficacia ed efficienza anche economica".

Nella discussione generale sull'articolo 4, a difesa del ruolo delle Comunità è intervenuto l'on. Luciano Uras (PRC), sostenendo che rappresentano un baluardo per i territori di maggiore disagio socio economico, perché "possono produrre azioni di governo più consone alle esigenze locali". Ha definito "un'ossessione" quella che vorrebbe cancellare le Comunità "per colpire lo sperpero di risorse". Difficile immaginare, ha detto, che il bilancio regionale possa essere risanato cancellando una spesa di cinque o seimila euro, quanto in media sono le indennità agli amministratori; gli sprechi sono altrove (ha citato come esempio i finalizzati aziendali ed ha parlato di 'combine' fra enti di formazione che non garantiscono occupazione e imprenditori di pochi scrupoli), ed è spreco anche il non saper difendere "leggi scritte coi piedi", a sostegno ai settori produttivi (è il caso, recente, della 44 per l'agricoltura), che mettono in ginocchio chi in buona fede ne ha usufruito, consentendo alla banche (tesorerie regionale) di capitalizzare (c'è la fideiussione regionale che copre le esposizioni) le sofferenze delle piccole imprese sarde.

Sulle Comunità montane occorre fare una riflessione: con le vecchie Province potevano avere un senso; con le nuove Province, tutte (escluse Cagliari e Sassari) di dimensioni meno ampie, non si avverte la necessità di altri enti intermedi. Ancora più difficile sostenerne l'utilità quando qualcuna istituisce l'assessorato alla pesca o avvia i lavori del museo del mare. La "montanità" sembra estranea a queste considerazioni. Lo ha detto l'on. Franco Ignazio Cuccu (Udc) sostenendo di trovarsi a disagio perché l'aula discute una legge "diversa" da quella presa in esame, ieri, dal breve intervento del presidente Soru. Soru ha detto che non ci sa riduzione nel numero; le Comunità saranno cancellate. Ci saranno solo unioni fra Comuni montani. La legge dice un'altra cosa. Ma è soprattutto sulla dimensione territoriale che ci sono perplessità. Preferibile, allora, assegnare alle Province le competenze.

Al voto, gli emendamenti presentati dalla minoranza sono stati bocciati.

L'emendamento 66 è stato ritirato. Sull'emendamento 79, sostitutivo totale dell'articolo 4 (primo firmatario Paolo Fadda), è stato chiesto il voto segreto. L'emendamento è stato bocciato (presenti 62, votanti 61, si 24, no 39, 1 astenuto). Il Consiglio ha bocciato anche gli emendanti 8,9 (sono decaduti gli emendamenti 34 e 35) e 10.

L'on. Giorgio Oppi (UDC), intervenendo sull'ordine dei lavori, ha chiesto alla presidenza perché ci fossero ancora delle commissioni convocate per domani mattina durante l'orario dell'Aula. Il presidente Fadda ha risposto che nel caso in cui i lavori del Consiglio dovessero proseguire la convocazione degli organismi consiliari sarebbe considerata nulla.


I lavori riprenderanno questo
pomeriggio alle ore 16.30