CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 109 antimeridiana del
27 luglio 2005
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda. L'Assemblea regionale ha proseguito l'esame della proposta di legge n. 89, sul riordino delle comunità montane.
Prosecuzione esame Proposta di
legge n. 89/A - Norme per unioni di
Comuni e Comunità montane.In apertura di seduta, intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Paolo Pisu, presidente della Seconda Commissione, ha chiesto l'inserimento immediato nell'ordine del giorno dei lavori consiliari del provvedimento di "riforme del difensore civico", esitato all'unanimità della commissione Diritti civili. Entro il prossimo 28 agosto, ha ricordato Pisu, il Consiglio deve procedere all'elezione del difensore civico regionale, altrimenti il presidente del Consiglio dovrà provvedere alla sua nomina utilizzando "i poteri sostitutivi". "È opportuno, ha concluso Pisu, che il Consiglio esamini ed approvi, immediatamente, la proposta di legge in modo che il difensore civico regionale venga scelto dal Consiglio seguendo le nuove norme".
Sempre sull'ordine dei lavori, è intervenuto l'on. Antonio Biancu (La Margherita), che ha sollecitato, in base all'articolo 100 del Regolamento interno, l'inserimento, nella programmazione bimestrale dei lavori, della PL 26, sull'istituzione del Parco naturale del monte Arci.
L'utilizzo dell'art. 100 del regolamento interno è stato "contestato" dall'on. Mario Diana (AN), il quale ha confermato che la programmazione dei lavori deve essere "più correttamente" decisa in sede di conferenza dei capigruppo. Sulla PL 26 è intervenuto, brevemente, il presidente della commissione Agricoltura e Ambiente, Alberto Sanna, il quale ha ricordato che la Quinta commissione, dopo avere concluso l'iter istruttorio della proposta di legge, aveva deciso di approfondire il tema complessivo dei Parchi regionali incontrando l'assessore all'Ambiente ed i rappresentanti degli enti locali, delle associazioni ambientalistiche, delle organizzazioni professionali del settore, delle forze sociali. Quando questo "approfondimento" sarà completato, ha concluso Alberto Sanna, sarà possibile dare una "più organica regolamentazione al sistema dei Parchi regionali".
L'on. Biancu, in ogni caso, ha ritirato la sua richiesta e l'argomento sarà affrontato nella prossima seduta della conferenza dei presidenti dei gruppi.Il tema delle "mancate risposte alle interrogazioni ed alle interpellanze" è stato, invece, sollevato dall'on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi), il quale ha ricordato che oltre il 90 per cento delle "domande, richieste di chiarimenti, delucidazioni e spiegazioni fatte alla Giunta sono ancora senza risposta". Il presidente Spissu ha assicurato di avere scritto al presidente della Regione segnalando l'opportunità di rispondere, in tempi brevi, alle interrogazioni ed alle interpellanza dei consiglieri regionali.
Il Presidente ha, quindi, posto in votazione, col sistema di voto elettronico palese (chiesto dall'on. Amadu), il passaggio all'esame degli articoli del PL 89, passaggio che è stato approvato con 43 voti a favore, 2 contro e 18 astensioni.
Prima di passare all'esame dell'articolo 1, il relatore del provvedimento, on. Peppino Balia (Misto-SDI-SU), ha chiesto una sospensione di un'ora per permettere alla Commissione competente di esaminare gli 89 emendamenti presentati al provvedimento. La richiesta è stata accolta ed i lavori dell'Aula sono stati sospesi.
Alla ripresa dei lavori, si è aperta la discussione sul testo all'attenzione del Consiglio. Sul titolo della legge "Norme per le unioni di Comuni e le Comunità montane. Ambiti adeguati per l'esercizio associato di funzioni. Misure di sostegno per i piccoli Comuni", è intervenuto, polemicamente, l'on. Mario Diana (AN), il quale ha sostenuto che questo provvedimento avrebbe potuto permettere una "reale riforma di una situazione che ha urgente bisogno di profondi cambiamenti". Ma non si è fatto nulla di ciò che sarebbe stato giusto ed opportuno fare. Si modifica una situazione esistente, senza garanzie e prospettive, ha aggiunto Mario Diana. Non si è avuta, tra l'altro. "alcuna concertazione" con le associazioni delle Province e degli enti locali, che hanno fatto conoscere il loro parere "negativo" su questo provvedimento. Non una legge di riforma, quindi, ma interventi che renderanno più difficile mettere ordine nelle Comunità montane esistenti, che impediranno la realizzazione di vere unioni di Comuni, che non permetteranno il rilancio e lo sviluppo delle unioni e delle associazioni di quelli montani. Un giudizio negativo, quindi, sull'intero provvedimento, ha concluso Mario Diana, ed il rammarico per avere perso una buona occasione per "mettere ordine nel sistema delle Comunità montane, per rilanciare le politiche utili per valorizzare la montagna".
Giudizio negativo, sul complesso del provvedimento, è stato espresso anche dall'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), il quale ha voluto rimarcare come questo testo "deve essere ritirato, deve essere assolutamente respinto, perché questa legge, che dovrebbe ridurre e razionalizzare le organizzazioni sovra-comunali, di fatto porterà all'aumento di questi stessi organismi intermedi". Dalle 25 comunità montane, ha aggiunto Ladu, si passerà ai 45-50 enti sovra comunali (comunità, unioni, associazioni dei Comuni montani), che porteranno ad un consistente aumento dei costi, senza alcun beneficio per gli enti locali e le popolazioni, specie delle zone interne. Ad esempio, ha ricordato Ladu, l'agricoltura di tutta l'Isola sarà penalizzata, perché nessuno si occuperà del settore primario e tutte le scelte, le decisioni, in campo agricolo saranno demandate, esclusivamente, all'assessorato regionale. "Dall'auspicato decentramento si passerà, quindi, ad un nuovo centralismo regionale". Giudizio assolutamente negativo, quindi, e nuovo invito alla maggioranza a ritirare la proposta di legge in discussione.
Dopo avere richiamato gli oratori ad una maggiore "attenzione al tema in discussione (in questo caso il titolo della legge)" il presidente Paolo Fadda ha posto in votazione il titolo della legge, che è stato approvato con 42 voti favorevoli, 17 contrari, 1 astensione.
Si è aperta, quindi, la discussione sull'articolo 1, "Finalità e principi", sul quale è intervenuto l'on. Peppino Balia (Misto - SDI-SU), il quale ha voluto confermare la validità del testo licenziato dalla Prima commissione, frutto anche di un confronto che, se "non è stato corretto e costruttivo" è anche perché la minoranza ha, di fatto, disertato i lavori della commissione competente.
Il lavoro in Aula, quindi, sopperisce al "mancato approfondimento nelle altre sedi istituzionali", ha aggiunto Balia, ma il confronto deve essere ampio e continuo, non sporadico, episodico. Questa è, comunque, una buona legge e le finalità ed i principi contenuti nell'articolo 1 sono la chiara conferma della validità, dell'importanza, di questa riforma.
Le finalità ed i principi ispiratori di questo provvedimento sono stati criticati dall'on. Mario Diana (AN), che ha voluto ricordare come queste "finalità" altro non siano che "mere affermazioni", prive di ogni logica e razionalità. Mancano compiti, doveri, diritti ben precisi, ha aggiunto Diana, ma ciò è anche dovuto alla assoluta mancanza di un reale confronto tra la Giunta e il Consiglio regionale, del mancato rispetto dei ruoli. Questa riforma, così clamorosamente sbandierata, è decisamente inutile, insufficiente, anacronistica e non servirà assolutamente a niente.
E' poi intervenuto l'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna), che ha detto che il primo comma dell'articolo 1 riassume lo spirito della legge. "Noi difendiamo questa legge - ha sottolineato - perché aiuta i territori e favorisce l'equità". Per l'esponente di Progetto Sardegna, l'interesse prioritario della maggioranza è quello di approvarla nel più breve tempo possibile. Sulle polemiche che sono seguite al suo intervento di qualche giorno fa, Maninchedda ha detto di non essersi mai neanche sognato di voler revocare il mandato alla Giunta. "Bisogna avere il coraggio di esporre, in maniera costante, le proprie idee e, se un consigliere regionale non vuole ridurre il proprio ruolo a quello di un "piccione viaggiatore" che fa la sponda tra il suo elettorato e la Giunta, deve vivere di principi e di leggi e di queste deve poterne parlare liberamente". Maninchedda ha chiarito di tenere di più alla politica che alle nomine. "La Giunta ha invitato a voltare pagina, io non devo neanche cambiare pagina perché ho sempre collaborato con l'esecutivo. Sono per il metodo del rispetto reciproco e per la linea del controllo e della dialettica democratica".
L'on. Fedele Sanciu (FI) ha detto che questa proposta di legge è ambiziosa. L'esponente azzurro ha sottolineato di condividerne le finalità, ma - ha aggiunto - sarebbero necessari maggiori chiarimenti sul nuovo ruolo che le province devono svolgere. Per Sanciu la vera grande riforma è quella di abolire le comunità montane e di demandare i loro poteri alle otto province. Sulla nascita dell'unione dei comuni, l'on. Sanciu, ha detto di essere d'accordo, sempre che questi nuovi enti non comportino altri costi o apparati faraonici. "Non vorrei - ha concluso - che questa proposta di legge sia l'ennesimo tentativo di creare nuovi posti di sottogoverno. E' una riforma complessa e farraginosa, che rischia di creare una grande frattura all'interno di territori omogenei".
L'on. Giambattista Orrù (DS) ha chiarito che sarebbe stato utile un confronto più approfondito in Commissione, ma che in Consiglio si può recuperare il tempo perduto. Per il consigliere Ds, le comunità montane hanno esaurito la loro funzione. E', pertanto, necessaria una riforma a largo respiro, per fare in modo che le competenze amministrative trasferite dallo Stato siano puntualmente esercitate e garantite a tutti i cittadini.
L'on. Paolo Pisu (PRC) ha detto che il tema di cui si sta discutendo spesso è stato sottovalutato. Per Pisu le comunità montane devono operare in montagna. Il presidente della Seconda commissione ha respinto le critiche fatte a questi enti: ci sono comunità montane che hanno lavorato bene e che sono state il solo punto di riferimento di interi territori. I tempi per un loro riordino sono maturi, anche se il Consiglio regionale deve andare oltre questa legge. Per Pisu il Consiglio deve adoperarsi per far approvare anche la legge sui piccoli comuni, che da anni giace in Parlamento. L'Assemblea, inoltre, deve porsi il problema del riequilibrio territoriale, un problema poco sentito dalla Regione che, secondo l'on. Pisu, non ha sull'argomento una linea strategica.
L'assessore regionale agli Affari generali, Massimo Dadea, ha detto che questa proposta di legge è diventata, grazie alla comunità di intenti tra Giunta e Consiglio, una legge di riforma del sistema delle autonomie locali. Questa legge, infatti, disegna il nuovo livello delle autonomie locali ed esalta il ruolo di indirizzo, di regia e di programmazione della Giunta regionale. Riconosce, inoltre, appieno il ruolo dei comuni e delle province; la sussidiarietà e la collaborazione tra i vari livelli non più di tipo gerarchico ma "a rete" e il ruolo delle autonomie locali. Per Dadea il livello sovracomunale deve rispondere al requisito della semplificazione istituzionale. Questa legge deve riordinare le comunità montane riportandole alla loro funzione originaria: occuparsi dei problemi della montagna. Questo, naturalmente, comporterà la riduzione del numero delle comunità montane a 7-8 bacini montani. L'assessore agli Affari generali ha anche fatto un bilancio di questi primi dodici mesi di legislatura: "Abbiamo realizzato alcuni risultati importanti, ma non è sufficiente; deve prendere l'avvio la stagione Costituente che tutti noi auspichiamo. L'urgenza è quella di riequilibrare i poteri tra Giunta e Consiglio regionale e di riaffermare il ruolo del Consiglio, che è quello di fare le leggi". Per Dadea, aprire la stagione Costituente vuol dire anche modificare la legge n. 1, del 1977, garantendo alla Giunta stabilità e flessibilità.
L'on. Andrea Biancareddu (Udc), intervenendo per dichiarazione di voto, ha detto che sull'articolo 1 si sarebbe astenuto e ha chiesto il voto segreto. L'esponente dell'Udc ha detto che l'approvazione di questa legge non comporterà né una diminuzione degli enti né delle indennità. Biancareddu ha auspicato l'approvazione di qualche emendamento che permetta alla legge di trasformarsi in una legge di vera riforma.
Messo in votazione l'articolo 1, è stato approvato (presenti 66, votanti 54, maggioranza 28, sì 39, no 15, astenuti 2).
I lavori proseguiranno
questo pomeriggio alle 16,30