CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 105 antimeridiana del
20 luglio 2005
Il Consiglio si è riunito sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
Il presidente ha, quindi, aperto la discussione sull'ordine del giorno.
Risoluzione n. 3 (Terza commissione)
sulle entrate della Regione.Nell'illustrare la Risoluzione, il presidente della Terza commissione, Eliseo Secci (La Margherita) ha premesso come la Commissione aveva da tempo individuato come problema importante la verifica delle entrate regionali. Una questione che ha via via accresciuto la propria rilevanza col passare degli anni e che non ha ancora trovato soluzione.
Numerose e approfondite le analisi e le audizioni svolte dalla Commissione che ha ricercato la massima unità delle forze politiche, testimoniata dal voto unanime alla risoluzione.
Dopo avere dato atto al Presidente della Regione e all'assessore al Bilancio Pigliaru dell'impegno profuso, ha ricordato che occorre però il sostegno di tutto il Consiglio.
Secci ha, quindi, osservato come le risorse non trasferite alla Regione ammontano ad una soglia prossima all'ammontare di una legge finanziaria; ed ha approfondito alcuni aspetti di dettaglio delle norme che presiedano al trasferimento delle quote di entrate fiscali dallo Stato alla Regione come sancito dalla normativa statutaria .
A tale riguardo ha spiegato come col trascorrere del tempo le entrate regionali sono rimaste ferme a fronte di un tangibile aumento del PIL.
Per dare una cifra di valutazione dei dovuti 7/10 di risorse fiscali da trasferire lo stato trasferisce solamente: 4/10 del complesso, il che porta a 750 milioni il totale annuo di risorse non trasferite, pari all'incirca all'intera quota regionale al servizio sanitario.
Per tutto ciò è necessario discutere con serietà questa materia. Al fine di giungere a una risoluzione finale unanime da parte del Consiglio, data l'importanza e la gravità del problema. È questa infatti una partita che merita un mutamento di rotta rispetto all'ordinaria dialettica politica, perché sia dato alla Sardegna quanto dovuto.Non è la prima volta che la Sardegna affronta in maniera critica verso lo stato questa materia. Purtroppo senza risultati: lo ha sottolineato nel suo intervento l'on. Mario Diana (AN), che ha ricordato l'impegno della Commissione nelle analisi svolte. In tutti questi anni, ha sottolineato Diana, da una finanza in equilibrio si è nel tempo passati a un bilancio regionale squilibrato anche a causa delle mancate assegnazioni dello Stato. Insieme a questo c'è stata anche "una cattiva amministrazione" da parte della Regione e tuttavia se le risorse non date non fossero state di tali entità i bilanci avrebbero avuto minori sofferenze.
Osservando come il trend di crescita delle risorse delle altre Regioni è stato positivo, mentre quello sardo no, ha dichiarato che "i debiti devono essere onorati". Per tanto, ha concluso annunciando come il proprio gruppo ritenga necessario sostenere la rivendicazione, sempre che i dati, come per altro si ritiene, siano veritieri ed attendibili.È poi intervenuto l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), che ha sostenuto l'esigenza che si scongiuri il rischio di uno stanco rituale. Partendo da tale presupposto ha approfondito le considerazioni svolte nel corso del dibattito sulle ultime leggi finanziarie, con particolare riferimento al contenimento del debito, attribuito con forza al precedente governo di centrodestra. Le analisi attuali, invece, inducono a un mutamento di giudizio ed a ritenere necessaria una azione di recupero delle somme non trasferite. L'indebitamento, dunque, è stata una strada quasi obbligata. "La nuova politica di contenimento del debito regionale e del recupero dei crediti, ci trova d'accordo se vi è condivisione su quella premessa", ha detto Vargiu. Questa è certo una battaglia da fare e noi siamo disponibili se si condividono le premesse fatte.
Annuncia la massima pragmaticità, l'on. Roberto Capelli (UDC) ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto dal presidente della Commissione, e di tutti i componenti della stessa. Ha, tuttavia, affermato polemicamente (preannunciando il voto positivo) di non volersi dilungare nell'intervento per protesta per l'assenza del Presidente della Regione, "che sembra parlare di questo argomento solo sulle pagine dei giornali". Capelli ha fortemente stigmatizzato questa assenza.
Piena condivisione su questa battaglia anche da parte dell'on. Adriano Salis (Misto-Italia dei Valori), che ha sottolineato l'importanza del problema sul quale vi è stata una totale uniformità all'interno della Commissione, e fra questa e la Giunta.
Sottolineando le difficoltà che esistono, messe bene in evidenza in occasione degli incontri in parlamento, Salis ha ribadito come bisogna assolutamente ricordare il tempo perduto in passato e che il Consiglio si riappropri di questa battaglia. Con questa azione non si stanno rivendicando nuove risorse, ma il rispetto delle norme esistenti e la giusta applicazione di esse. La battaglia per lo sviluppo della Sardegna, ha concluso, ha come fondamento questa rivendicazione.È poi intervenuto l'on. Beniamino Scarpa (Misto - Psd'Az), che ha affermato che lo Stato italiano è del tutto inadempiente nei confronti della Sardegna, e che ciò vanifica il rapporto di pari dignità fra Stato e Regione. Denunciando il rapporto di sperequazione di trattamento con le altre regioni, Scarpa ha, tuttavia, espresso il timore che il percorso non sia per niente facile. "Che cosa facciamo allora se lo Stato continuerà ad essere inadempiente?", si è chiesto scarpa. "Su questa strada attendiamo indicazioni dal Governo regionale".
È poi intervenuto l'on. Rassu (FI), che ha detto che siamo all'inizio di una dura battaglia. Ci siamo accorti con grave ritardo di questa carenza della Regione ma il lavoro della Commissione e dell'assessore Pigliaru possono farci recuperare il tempo perduto.
Dobbiamo però essere prudenti, ha detto Rassu, e batterci per avere il pregresso e l'attuale.
È una battaglia autonomistica, ha continuato, perché la Sardegna non è la ruota di scorta del resto di Italia. Rassu ha auspicato l'unitarietà del consiglio in materia: "la Giunta continui a fare pressing, ma è necessario coinvolgere nella battaglia tutto il popolo sardo".L'on. Oppi (UDC) ha detto di avere perplessità sia per l'assenza in Aula del presidente Soru sia su alcuni aspetti della risoluzione. Il capogruppo dell'UDC, ha aggiunto, di essere d'accordo sul merito della questione ed ha ricordato che l'argomento è stato proposto più volte in passato all'attenzione del Governo nazionale a partire dalla prima Giunta Palomba. Il leader dell'UDC, specificando di parlare a titolo personale, ha detto di essere contrario alla politica del Jukebox cioè di coinvolgere la minoranza solo quando serve. L'on. Oppi ha detto che la battaglia va fatta essendo consapevoli che ci sono obiettive difficoltà in quanto i soldi sono pochi. "Noi dobbiamo rivendicare i nostri legittimi diritti, ha concluso, non fare una battaglia alle altre regioni a statuto speciale".
Oppi ha, infine, chiesto alla maggioranza una interlocuzione più seria ed un'utilizzazione più rigorosa dei soldi regionali.L'on. Pinna (Progetto Sardegna) ha dato merito alla Giunta e alla Terza commissione del buon lavoro svolto. L'autonomia della Regione, ha detto il capogruppo di P.S., non può prescindere dall'autonomia finanziaria. Per l'on. Pinna è impossibile predisporre il nuovo bilancio senza la presenza di correttivi, la Sardegna. Infatti, è in una situazione di dissesto strutturale (davanti al trasferimento di oneri non ci sono trasferimenti di entrate). L'on. Pinna ha espresso parere favorevole sulla risoluzione ed ha sottolineato la necessità che questa battaglia sia estesa all'intera società sarda perché è una lotta per la stessa della Regione.
L'on. Lai (DS) ha detto che con questa risoluzione si apre una nuova stagione in cui si ragiona sul merito. L'esponente diessino ha definito "ottimo" il lavoro della Giunta e della Commissione. "Questa battaglia non è solo politica, ha detto, ma è una battaglia civile perché ci sono gravissime violazioni statutarie che devono essere corrette come quelle sull'IVA, sull'elusione dell'articolo 13 dello Statuto, sull'uscita dall'obiettivo 1". Per il consigliere dei DS c'è necessità di dare alla nostra Carta costituzionale una maggiore attenzione. Il Consiglio regionale sta facendo una parte importante, ha concluso, sostiene con una azione politica una azione tecnica, ma il lavoro che c'è da fare è ancora molto.
Per l'on. La Spisa (FI) l'unitarietà in materia è essenziale. Il capogruppo di FI invita tutti a guardare avanti: "su questo tema è inutile cercare responsabilità, ma è necessario riflettere sulla conclusione che il risanamento finanziario dello Stato è stato attuato a discapito delle Regioni, dei Comuni e dei soggetti più deboli. La battaglia si gioca proprio fra questi soggetti". La Spisa ha auspicato cha la Sardegna sia messa in una situazione politicamente forte per fare fronte alle posizioni, finora dominanti, delle altre regioni a statuto speciale. "Prima di tutto, ha concluso, dobbiamo chiedere la corretta applicazione della legislazione vigente".
L'assessore al Bilancio Pigliaru ha, innanzi tutto, spiegato che il presidente Soru era assente per motivi istituzionali. L'assessore ha espresso apprezzamento per il dibattito di oggi, per i lavori della Commissione, per la risoluzione. È una battaglia, ha detto l'assessore, per ottenere la certezza delle risorse. Rispondendo alle critiche dell'opposizione, che ha accusato la Giunta di non coinvolgerla, l'esponente dell'esecutivo ha auspicato l'unitarietà che è necessaria quando si discute di argomenti del genere. Il debito della Regione, ha ricordato, è importante, ma i dati che abbiamo elaborato chiariscono la grande difficoltà da parte di chiunque di trovare equilibri di bilancio. L'assessore Pigliaru ha sottolineato che la Giunta ha chiesto al governo nazionale il 70% del gettito dell'IVA. "La Sardegna dovrebbe chieder il 90%, ha spiegato, ma abbiamo chiesto il 20% in meno come segno di moderazione. Sull'IRPEF stiamo proponendo una riconciliazione che dovrebbe essere calcolata sui dati da noi elaborati". L'assessore, parlando della situazione nelle altre regioni, ha fatto come esempio la Sicilia che paga il 43% della spesa sanitaria. Ma che prende il 100% dell'IVA e il 100% dell'IRPEF. "Sarei pronto, ha detto, a firmare alle stesse condizioni". Pigliaru ha concluso dicendo al Consiglio, che l'Assemblea sarà informata passo dopo passo di quello che succede per decider tutti insieme quando la partita tecnica si può trasformare in una azione politica forte.
Il presidente Paolo Fadda ha fatto leggere un ordine del giorno sull'argomento che è stato dato per illustrato.
Per dichiarazioni di voto è intervenuto l'on. Mario Floris (Misto - UDS), annunciando il proprio disappunto ("voteremo contro") per una rivendicazione "vecchia di tanti anni", che va aggiornata e adeguata. La vertenza con lo Stato va aggiornata ed allargata a nuove intese: in particolare sulle aree sottosviluppate, il cui fondo è dotato di cospicue risorse, mentre quelle anche arrivano alla Sardegna sono poco più che elemosine. Lo stesso discorso va fatto per il Piano di rinascita, la cui validità dipende dalla capacità di far valere col Governo le nostre buone ragioni, a cominciare dall'handicap dell'insularità. Le future politiche strutturali (2007-2013) dipendono da alcune variabili, la più importante delle quali - ha aggiunto Floris - è l'uscita dall'Obiettivo 1. Un'eventualità deprecabile, che, tuttavia, potrebbe essere evitata. Si parla, a livello UE, di aggregazione della Sardegna alle regioni ultraperiferiche francesi (il cui reddito è assai più elevato del nostro). In questa sfida il governo regionale deve impegnarsi con particolare vigore. Ma se la Sardegna dovesse uscire dall'Obiettivo 1, è indispensabile che il Governo nazionale trovi risorse per surrogare le minori entrate, che, alla fine, renderebbero inutili molti progetti di sviluppo. Tutto ciò - ha concluso l'on. Floris - nella risoluzione non c'è; si parla di Irpef e di Iva, ma si trascurano aspetti assai più importanti. Al contrario la Giunta tenta di porre rimedio utilizzando le risorse Por come risorse ordinarie di bilancio, argomento discutibile sul piano tecnico, ma anche su quello politico.
Favorevole, invece, il giudizio espresso dall'on. Attilio Dedoni (I Riformatori), "nonostante notevoli perplessità" sulla rivendicazione nei confronti dello Stato per "una vera autonomia finanziaria". In passato iniziative del genere sono state prese e non hanno approdato ad alcun risultato; a, a differenza del passato, quando il coinvolgimento dell'opinione pubblica, attraverso le istituzioni locali, era forte, questa volta il discorso si consuma all'interno dell'aula ("anche la stampa non dà peso alla vertenza; anche questo è un segnale negativo") e il assenza del presidente Soru, il solo abilitato a trattare col governo.
Un provvedimento "giusto e dovuto" quello che il Consiglio si appresta a votare, ha detto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), annunciando il voto a favore e ricordando come è necessario che il Governo rispetti gli impegni presi. Ladu ha sottolineato l'unità d'intenti del Consiglio, che dà forza alla Giunta nel negoziato; ma anche un senso di responsabilità che dovrebbe esitare, da parte del presidente Soru, atteggiamenti conflittuali (come le "minacce" sulle servitù militari) che a poco giovano ed anzi rendono più difficile il percorso.
Soddisfatto, ovviamente, l'on. Eliseo Secci (La Margherita), primo firmatario dell'ordine del giorno che accompagna il documento. E' la prova - ha aggiunto - che esistono problemi "che sono di tutti". Ha lamentato la posizione critica dell'on. Floris ("speriamo che rientri"), ricordando che la vertenza con lo Stato "non si esaurisce qui". Ora, tuttavia, è necessario avere giustizia "per le intese e le leggi non rispettate",
Sì "tensione ideale, culturale e politica di grande importanza" ha detto l'on. Paolo Pisu (PRC); sarà una battaglia difficile quella che si propone di ottenere il riconoscimento "dei diritti identitari". Le inadempienze dello Stato sono "tante e sistematiche"; ecco perché bisogna cominciare a essere decisi nella rivendicazione. Se i soldi non arriveranno, la prossima Finanziaria "sarà fatta di soli tagli" e i programmi di sviluppo dovranno subire un forte rallentamento. Per evitare questo pericolo, non bisogna andare al confronto "col cappello in mano", ma con la consapevolezza delle nostre buona ragioni e "dei crediti che vantiamo".
La rivendicazione è debole; ma su argomenti come questo la classe politica sarda deve trovare l'unità. Per questo motivo il Psd'Az voterà a favore. Lo ha annunciato l'on. Giuseppe Atzeri, il quale ha definito "immorale" che lo Stato trattenga le nostre risorse. Per questo motivo il Partito sardo d'azione aveva proposto, da tempo, un ufficio regionale dei tributi ("potremo chiamarlo in qualunque modo; non è il nome che conta") per incassare i tributi e trasferire allo Stato solo le quote di sua competenza.
La risoluzione viene votata e approvata per alzata di mano.
Quindi l'on. Peppino Balia (Misto Sdi - Su) ha chiesto, a questo punto, una conferenza dei capigruppo per organizzare i lavori. Si è deciso di chiudere qui la seduta e di riprendere domani mattina alle 10. Si lavorerà mattina e sera. Se occorre, anche venerdì.
I lavori riprenderanno
domani mattina alle ore 10.