CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 104 antimeridiana
dell'8 luglio
2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda.
Esame Disegno di legge n. 149/A - Integrazione
alla Legge regionale 17 ottobre 1997, n. 29,
sull'istituzione del servizio unico integrato.Il relatore del disegno di legge, on. Giuseppe Pirisi, presidente della Quarta commissione, ha illustrato il provvedimento che nasce, ha detto, " dalla necessità di assicurare piena rappresentanza alle nuove Province". L'assemblea dell'Autorità d'ambito, ente "regolatore", era, in base alla legge 29, costituita da 40 componenti, 36 eletti in rappresentanza dei Comuni e 4 nominati per rappresentare le quattro Province. La legge ricordava che sarebbero state rappresentate tutte le Province, "presenti e future". Essendo raddoppiate, le nuove amministrazioni provinciali determinano un allargamento dell'Assemblea, che, di conseguenza, passa da 40 a 44 unità.
Una leggina "semplice", l'ha definita l'on. Pirisi; assai meno semplice di quel che sembrerebbe - è stato il giudizio dell'on. Mario Diana (AN) ricordando come le Province fanno parte di diritto dell'assemblea, mentre i sindaci vengono eletti. Il provvedimento modifica il quadro esistente cambiando i rapporti di rappresentanza.
In realtà si verifica "una piccola distorsione" - aveva ricordato in fase di illustrazione del provvedimento il relatore - perché la quota di rappresentatività delle Province, fissata al 10 per cento dalla legge 29, raggiunge il 18 per cento, contribuendo per il 10. Ciò ha reso necessario modificare il testo, dando facoltà al consorzio obbligatorio dell'Autorità d'ambito "di modificare le quote di rappresentatività ai fini della loro contribuzione al fondo di dotazione".
Sempre per mantenere gli equilibri fra gli Enti locali, la Commissione consiliare ha introdotto, rispetto alla proposta della Giunta, un articolo che assicura un'effettiva elezioni del Comitato esecutivo (otto) per evitare che tutti e otto i rappresentanti siano designati dalle Province.Per quando la legge regoli gli equilibri interni dell'assemblea dell'Autorità e garantisca la rappresentatività agli enti locali, la discussione è scivolata su problemi più generali, in particolare sugli aspetti della gestione. L'importanza della risorsa acqua suscita una serie di comprensibili preoccupazioni, sottolineate dall'on. Diana (AN) sulla scelta effettuata nel 1997, quando si è preferita la strada di una sola Autorità d'ambito per l'intero territorio regionale, scartando l'ipotesi di ambiti provinciali o riferiti ai bacini idrografici, e dall'on. Fedele Sanciu (FI), per il quale un ambito unico non rispetta le diverse esigenze locali che sarebbero garantite da sistemi gestionali diversi.
Un giudizio positivo sul disegno di legge è stato, invece, espresso dall'on. Giommaria Uggias (La Margherita) come segnale del riconoscimento alle nuove Province, il cui avvio dell'attività amministrativa è lacunoso e persino paradossale. Esempio: per l'autorizzazione a scarichi e depurazione (restiamo nel tema dell'acqua) le Province storiche non possono più occuparsi dei territori passati alle nuove, le quali, però, non hanno né personale né organizzazione per svolgere tale compito. Si crea il paradosso, appunto, che le vecchie Province riducono il territorio di competenza e mantengono personale e risorse; le nuove acquisiscono il territorio, ma restano senza personale e risorse. Di tutto questo - ha detto Uggias - la Giunta dovrà occuparsi rapidamente per riequilibrare quella che ha definito "la nuova architettura amministrativa" della Regione.
Anche l'on. Giorgio Oppi (UDC) ha chiesto statuti uguali per tutte le Province, onde evitare disparità; ma ha chiesto anche che il dibattito si limitasse all'argomento all'ordine del giorno. Ingiustificata, a suo dire, la fretta di approvare il disegno di legge, se non fosse per far beneficiare subito il centrosinistra della vittoria elettorale.
L'on. Francesco Sabatini (La Margherita) ha sostenuto che le nuove Province "esistono" (difficile l'avviamento amministrativo; ma lo si prevedeva) e vanno rappresentate; mentre l'assessore dei Lavori Pubblici, Carlo Mannoni, ha enfatizzato il processo di riforma, "avviato dalla precedente Giunta", ed arrivato a una tappa importante ("che ci ha permesso di salvare mille miliardi di vecchie lire di finanziamenti") con l'affidamento al gestore unico. Ora si tratta di mettere a regime il sistema, che, nell'avvio, raccoglie più debiti che crediti, consentendo ai Comuni di non dover subire perdite. Alla Giunta il merito di aver condotto una complessa trattativa, che, fra le altre cose, ha tutelato i lavoratori dei vecchi gestori, "senza mettere sul lastrico nessuno".
Il Consiglio ha approvato il passaggio all'esame degli articoli, è stato posto in discussione l'articolo 1 e gli emendamenti correlati.
Sono intervenuti: Diana (AN), Pirisi (DS - presidente della Quarta commissione ), Mannoni (Assessore ai lavori pubblici), Vargiu (I Riformatori), Uras (PRC).
L'emendamento n°1 è stato respinto.
Per alzata di mano è stato approvato l'articolo n°1 .
È stato posto in discussione, quindi, l'articolo n° 2 che è stato approvato con un emendamento.
La votazione finale del progetto di legge ha dato il seguente esito:
presenti 59, votanti 57, sì 53, no 4, astenuti 2.
La legge è stata approvata.
La seduta è stata tolta.
Il Consiglio regionale
sarà riconvocato a domicilio.