CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 100 antimeridiana del
6 luglio 2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Claudia Lombardo.
La seduta si è aperta con l'esame del primo punto all'ordine del giorno.
Esame Disegno di legge n. 114/A - Norme sul
trasferimento del personale dei soggetti
gestori al servizio idrico integrato.I lavori, dopo qualche ritardo, si sono aperti con l'illustrazione, da parte del relatore, on. Luciano Uras (Prc) del disegno di legge 114 che ordina le norme "sul trasferimento del personale dei soggetti gestori dei servizi idrici regionali al servizio idrico integrato", gestore che somma diversi soggetti, pubblici e privati (consorzi di Comuni, gestioni in economia, società municipalizzate, enti regionali), vero e proprio"arcipelago di situazioni", che si riflette inevitabilmente su un altro arcipelago, quello del trattamento del personale. Condizioni diverse, avviate ad un processo di unificazione che ha richiesto - ha detto Uras - un lungo e paziente lavoro, ha generato qualche tensione tra i lavoratori, ma alla fine propone un risultato più che dignitoso, che garantisce i lavoratori. Un procedimento complesso, affrontato con impegno dalla Prima commissione (Autonomia e riforme) e "assistito" dalla Giunta.
Il relatore ha ricordato che si passa da gestioni molto diverse fra loro ad una società a capitale pubblico, ma con gestione di tipo privatistico. Ciò allo scopo di snellire le procedure e di garantire una gestione che consenta di difendere questo bene primario (l'acqua) e di facilitarne l'accesso da parte della popolazione, con attenzione (e tariffe sociali) verso le classi più disagiate.
La legge Galli, pietra miliare nella gestione del sistema idrico, avviata in Sardegna nel 1997, rinviava ad altra legge il trasferimento del personale, l'altra legge è ora in discussione.
Il personale "è stato tutelato in tutte le forme possibili, compreso il suo ingresso negli enti" (Arpas e Ente foreste). Gli esuberi non determineranno licenziamenti: saranno infatti riassorbiti dai ruoli regionali anche oltre l'iniziale "sbarramento" degli otto anni previsto nel disegno di legge della Giunta.Disegno - ha precisato l'on. Giorgio La Spisa (Forza Italia) - migliorato sensibilmente dalla Commissione. Non è tuttavia perfetto e va sicuramente migliorato in Aula. L'opposizione ha presentato alcuni emendamenti, con lo scopo di fornire garanzie ai lavoratori, anche durante il passaggio al nuovo ente.
La legge arriva con notevole ritardo - ha detto l'on. Giuseppe Cuccu (La Margherita) - e in questi tempi morti "i lavoratori Esaf hanno operato senza un quadro normativo di riferimento". Risolto questo aspetto, si potrà parlare dei criteri di gestione, evitando, da una parte, la tentazione del massimo profitto e, dall'altra, il rincaro della bolletta. Sarà necessaria una gestione "risparmiosa", ma non a discapito dei lavoratori. L'economia non si deve fare col precariato e con i tagli del personale.
Per l'on. Oscar Cherchi (UDS) la legge è carente, anzi "ostinatamente cieca". Per risanare "tutto e in fretta", si rischia di penalizzare sia i lavoratori che le fasce deboli dell'utenza. Questo era lo spirito iniziale del provvedimento, modificato parzialmente solo dopo "la ribellione" dei dipendenti e la richiesta sindacale di avviare la concertazione. Non ci sono garanzie sufficienti per i precari e per chi lavora da molti anni delle imprese esterne; si parla già di esuberi, ma nessuno ha stabilito i criteri che serviranno a determinarli.
D'accordo, invece, sul testo della legge l'on. Vincenzo Floris (DS), il quale considera positivo il risultato finale, frutto di "lavoro di cesello". La differente situazione dei lavoratori, in funzione della loro provenienza da soggetti gestori così dissimili fra loro, aveva creato uno scoglio, che è stato superato "grazie a un confronto lungo e difficile". Il testo finale è "frutto di questo paziente lavoro". Ora i lavoratori "sono tutelati in tutti i passaggi" e di questo risultato bisogna dare atto alla Commissione e alla Giunta di un lavoro certosino.
La validità della proposta di legge è stata confermata anche dall'on, Sergio Marracini (Misto - UDEUR), il quale ha richiamato il Consiglio ad una maggiore attenzione al tema in esame. "Intanto non si può parlare di "privato" perché, la nuova Esaf è una società è per azioni a totale capitale pubblico". Molti altri argomenti "infilati" nel dibattito non "c'entrano nulla con quello di cui stiamo discutendo", ha aggiunto Sergio Marracini. "Oggi stiamo parlando solo del problema del personale della nuova Esaf", un problema politico, che riguarda il personale e solamente il personale della "nuova società". Il lavoro fatto in commissione è stato molto proficuo, ha aggiunto l'oratore, ma i temi della gestione del sistema idrico integrato "non sono e non possono essere affrontati con superficialità e senza conoscere gli argomenti dei quali si discute".
Per anni la risorsa "acqua" è stata gestita e venduta a coste "ridicoli". Abbiamo parlato "di posti di lavoro" ha aggiunto Marracini ricordando che, ad esempio, si vendeva un metro cubo d'acqua al prezzo che si paga per due bottiglie d'acqua minerale in qualunque mercato.
Se il problema delle tariffe e dei costi fosse stato affrontato in tempi rapidi, con un approccio ragionevole, oggi avremo un sistema in grado di garantire "un lavoro, non un posto di lavoro, una distinzione sottile ma estremamente importante". La legge Galli, ha aggiunto l'esponente dell'UDEUR, è una legge quadro, una cornice che la Regione avrebbe dovuto adeguare alle sue particolari esigenze, un "passaggio che non è stato fatto". Dobbiamo decidere come gestire le risorse idriche, come utilizzare le notevoli potenzialità, le riconosciute professionalità esistenti, ha detto ancora Marracini, ma dobbiamo conservare il grande patrimonio di conoscenze e di "rapporti" esistenti tra la stessa Esaf ed i comuni, gli altri enti, le società che operano in questo delicato settore. Comunque, ha detto ancora Marracini, l'Esaf (che qualche anno fa aveva una quotazione di mercato di oltre 2.500 miliardi di vecchie lire) deve, in buona sostanza, essere valorizzato ed utilizzato per quello che vale e che può dare.
Il passaggio del personale dell'Ente sardo acquedotti e fognature alla nuova Esaf Spa, quindi, è un passaggio giusto, ragionevole, la classe politica tuttavia, deve fare altre scelte chiare, tempestive, trasparenti. La nuova Spa, tra l'altro, è destinata a assumere un ruolo di grande importanza, anche per le possibilità di sviluppo economico, che una corretta gestione del bene acqua garantiscono, in ogni processo di crescita economica e sociale.
L'assessore, ha concluso Marracini, credo stia lavorando con grande attenzione e, certamente, proporrà provvedimenti molto importanti. "Chiariamoci le idee, parliamo oggi di personale, ma impegniamoci ad affrontare rapidamente il più intricato problema della gestione della risorsa idrica, nel suo complesso".L'importanza della legge Galli, che sin dal 1992 invitava le amministrazioni pubbliche ad applicare le tariffe "necessarie" per garantire un servizio efficiente ed ad accantonare i soldi sufficienti per ammodernare le reti di distribuzione, è stata ignorata; il suo invito non è stato "recepito" da molti comuni, tanto è vero, ha detto Mario Diana (AN), che sono poche le città in grado di applicare le tariffe necessarie per pagare l'acqua ed i servizi forniti ai loro cittadini. Il problema è complesso, di grande rilevanza, ha aggiunto l'oratore. "Il provvedimento sul quale discutiamo, è una riforma che avremo dovuto affrontare in altri tempi" tenendo conto dei diritti dei cittadini - utenti, di quelli dei dipendenti dell'Esaf e di quelle società che hanno collaborato con lo stesso ente regionale che si vuole trasformare in Spa. Questo disegno di legge, di grande importanza, deve essere ora visto con estrema obiettività, proprio perché non si è ancora deciso come gestire il "sistema idrico integrato", il traguardo finale di tutte queste riforme. Il Consiglio, infatti, deve decidere la razionalizzazione dell'intero comparto. L'Isola, al primo posto nel consumo dell'acqua imbottigliata, deve mettere a punto un piano moderno e razionale per raccogliere le risorse idriche, distribuirle efficacemente, a costi equi, garantirne la qualità. Il personale disponibile, che può anche essere riqualificato, deve essere utilizzato meglio e inquadrato in una struttura efficiente. Questi sono i temi sui quali ci dobbiamo "confrontare", ha concluso Mario Diana, sono "problemi particolari". Questo Parlamento dei sardi dovrà, quindi, occuparsi in maniera più approfondita di tutti i problemi idrici della Sardegna. "Ci vorrà tempo, perché sono argomenti complessi, sui quali è opportuni un confronto, un dialogo per affrontarli in modo realistico e chiaro. Per potere proporre progetti moderni e razionali".
Il tema del diritto al posto di lavoro anche dei dipendenti "fuori ruolo", temporanei e precari, è stato approfondito dall'on. Paolo Pisu (PRC), il quale ha ricordato l'importanza dei compiti svolti dai "novantini", poco meno di duecento unità, che corrono il rischio di essere esclusi dal passaggio dall'Esaf all'Esaf Spa. L'oratore, dopo avere ricordato "la delicatezza di questo problema sociale", ha chiesto una soluzione definitiva alla "precarietà di questi rapporti" di lavoro, che devono essere "regolamentati e stabilizzati" nell'ambito di questo stesso provvedimento legislativo.
Il tema della razionalizzazione di questo sistema complesso, che riguarda anche la quasi totalità degli enti locali sardi, che hanno affidato la gestione del loro sistema idrico comunale all'Esaf, è stato approfondito anche dall'on. Giambattista Orrù (DS), il quale ha confermato il proprio giudizio positivo sulle scelte di questo Consiglio, che ha voluto "mantenere pubblico" l'organismo chiamato a gestire una risorsa essenziale, per ogni processo di sviluppo, quale quella idrica.
L'Assemblea sarda è chiamata, per la prima volta, a decidere sulla "privatizzazione" di una struttura regionale, il lavoro della commissione competente ha migliorato il testo, largamente condiviso, proposto dalla Giunta. Si può, quindi, dare un primo giudizio positivo su questo primo processo di riforma, che si è voluto avviare per dare risposte serie e concrete alla società sarda, ma anche per garantire i diritti acquisiti e le aspettative di coloro che, in questo settore, operano e lavorano.
Esaminando, nel merito, il provvedimento in esame, Giambattista Orrù ha ribadito l'esigenza di fornire le "necessarie garanzie" ai lavoratori, ai dipendenti delle ditte esterne, impiegati dall'Esaf nelle sue molteplici iniziative, nella "conservazione" del loro posto di lavoro.
La situazione generale, quindi, deve essere ben chiara, ha aggiunto Orrù, stabilendo norme generali certe ed obiettive e demandando, alla contrattazione tra le parti sociali, gli aspetti normativi ed economici dei contratti di quei lavoratori che passeranno all'Esaf Spa. Il problema principale è quello della "tutela dei diritti dei lavoratori", ha concluso Orrù, e su questo aspetto il testo all'esame dell'Aula offre le necessarie garanzie. In ogni caso è un primo passo per la costruzione di quel complesso sistema di gestione delle risorse idriche sarde, al quale deve decisamente puntare l'intero Consiglio regionale.L'intervento del consigliere Orrù ha concluso i lavori della seduta antimeridiana.
Il Consiglio riprenderà
i suoi lavori alle 17.00.