CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 94 pomeridiana del
24 maggio 2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo. In apertura di seduta il Presidente dell'Assemblea ha comunicato che il Presidente della Giunta ha trasmesso l'elenco delle delibere approvate, dall'Esecutivo, nella seduta del 27 aprile scorso.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
Esame Linee guida per il piano
paesaggistico regionaleIl Consiglio ha iniziato l'esame delle linee guida per la predisposizione del piano paesaggistico regionale, secondo quanto prevede la legge "salvacoste". Prima di svolgere il proprio intervento "nel merito" delle dichiarazioni dell'Esecutivo, l'on. Mauro Pili (FI) ha chiesto di conoscere "in quale modo il Consiglio può e deve esprimersi sul documento all'esame dell'Aula". Il presidente Spissu, interpretando il comma 7 dell'articolo 2 della legge salvacoste, ha detto che il Consiglio può esprimersi votando un ordine del giorno sull'argomento. Il consigliere Pili ha, quindi, chiesto una breve sospensione per "permettere la predisposizione di un ordine del giorno, alternativo a quello della maggioranza".
La richiesta è stata accolta ed i lavori dell'Aula sospesi. Alla ripresa della seduta, intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Roberto Capelli (UDC) ha ricordato come l'Aula, dopo aver ascoltato le lunghe relazioni degli assessori Pilia e Gianvalerio Sanna, aveva deciso che la Commissione competente, la Quarta, avrebbe approfondito il documento dell'Esecutivo, sul quale poi sarebbe iniziato l'esame dell'Aula. L'on. Capelli ha, quindi, chiesto di avere "chiarimenti" sul "passaggio delle linee-guida in Commissione, anche perché l'esame è apparso "irrituale".
Il "passaggio" in Commissione, ha ricordato il presidente della Commissione Urbanistica, l'on. Giuseppe Pirisi, è stato attento e proficuo. L'assessore all'Urbanistica, ha aggiunto Pirisi, ha illustrato con dovizia di particolari le proposte della Giunta; i consiglieri della minoranza hanno avanzato alcune piccole riserve e chiesto i chiarimenti di rito, rinviando al confronto in Aula le loro eventuali critiche; i consiglieri della maggioranza, dal canto loro, hanno chiesto alcuni doverosi chiarimenti, "condividendo in pieno la filosofia generale del provvedimento"; gli assessori presenti, dal canto loro, hanno risposto alle domande degli intervenuti. Tutto, quindi, è stato rinviato al confronto in Aula.
Un confronto che deve essere chiaro e costruttivo, ha detto l'on. Mauro Pili (FI), intervenendo nel "merito" delle proposte della Giunta. Un confronto necessario, tanto che l'esponente di Forza Italia ha voluto improntare il suo intervento "alla ricerca della convergenza, più che alla ricerca delle caratteristiche del progetto che possono dividere".
Nessuno può più mettere in discussione il valore culturale, storico, economico del bene ambiente, nessuno vuole dimenticare il valore del paesaggio come risorsa tipica, caratteristica del sistema socio economico sardo. Nessuno può mettere in discussione, ha aggiunto Mauro Pili, il "valore della terra come bene primario, come valore irrinunciabile della nostra identità, come risorsa tipica e caratterizzante della nostra identità".
Questo che si sta esaminando, ha aggiunto Mauro Pili, è un programma ricco di luci ed ombre, una proposta piena di idee e concetti contradditori, un documento esclusivamente burocratico, senza alcun valore. "Una ipotesi senza linee guida, un documento burocratico presentato in Consiglio, per un esame in Commissione ed in Aula, perché questa era l'indicazione della legge", ma senza indicare, realmente, quali saranno le principali caratteristiche del piano paesaggistico regionale.
Le indicazioni della Giunta, che non sono state arricchite dagli interventi dell'assessore competente, ha aggiunto Pili, non contengono reali indicazioni di come si vuole effettivamente intervenire in un settore, cosi delicato, quale è quello dell'urbanistica, della tutela e valorizzazione delle risorse ambientali isolane.
"E' necessario, comunque, individuare un percorso in due tempi" ha aggiunto l'esponente di Forza Italia, per avere certezze sugli obiettivi che si intendono perseguire, sugli strumenti che si vogliono mettere in atto, sulle decisioni che si vogliono prendere, anche tenendo conto delle esigenze e delle aspettative dei cittadini. Ad esempio, occorre definire in tempi brevi, e con strumenti tecnici e giuridici adeguati, se la fascia costiera di rispetto assoluto debba essere di 2000 o di 300 metri, anche per avere certezza del diritto, in una materia così delicata.
In ogni caso, ha aggiunto Pili, non si può certo dire che sono previsti sistemi normativi innovativi, almeno per quanto riguarda il settore turistico. Nel confronto che si deve sviluppare in quest'Aula, che deve essere in tutti i casi serio e costruttivo, ha concluso Pili, ci sono competenze tecniche e politiche che possono portare ad una reale tutela e valorizzazione del nostro patrimonio ambientale come "ipotesi di sviluppo". Ci sono gli strumenti tecnici adeguati, secondo Pili, per decidere velocemente cosa fare, per elaborare ed approvare, in tempi brevi, il nuovo piano paesaggistico regionale "e questo Consiglio ha le competenze e le capacità per decidere in tempi brevi", utilizzando il buon senso politico, anche per impedire che i troppi paletti blocchino ogni possibile ipotesi di sviluppo del sistema economico sardo. "I tempi lunghi non sono più accettabili, ha concluso Pili, perché dobbiamo dare ai sardi le risposte che attendono".L'on. Renato Cugini (DS) ha detto che un confronto sul piano paesaggistico regionale deve basarsi sulla chiarezza. "Non si può dire che la commissione urbanistica è succube e silente, perché non ci sono commissioni rinunciatarie". L'esponente diessino ha auspicato lo svolgimento di un ragionamento e di un dibattito che permetta al Consiglio e alla giunta di confrontarsi. Per l'on. Cugini il lavoro che si deve fare è impegnativo: sostenere una linea per lo sviluppo che si basi sulla convinzione che bisogna evitare lo scempio delle coste. Pertanto, le linee guida del piano sono da apprezzare. Il consigliere regionale ha indicato tre aree su cui lavorare: l'area della conservazione, della ricostruzione e della trasformazione. Su queste tre aree è necessario aprire un confronto serrato per evitare che si ripetano gli errori del passato.
Per l'on. Mario Diana (AN) il termine "apprezzabile" usato dall'on. Cugini, per definire il lavoro fatto dalla giunta, fa capire che anche il centrosinistra è convinto che il Piano elaborato dall'esecutivo non è eccellente. Infatti, le linee guida non sono una "guida", si cerca la collaborazione dei territori ma questi non sono stati neanche informati dell'esistenza di un Piano regionale Paesaggistico. L'on. Diana ha detto di essere preoccupato non per quello che è scritto (che è scontato) ma per quello che "non è scritto". "Non capisco, ha aggiunto, quali sono i territori sottoposti a salvaguardia, quali quelli soggetti a trasformazione e così via". Insomma, per il capogruppo di An siamo di fronte ad un enigma. Per Diana è impossibile confrontarsi sulle linee guida, bisogna fare un passo in avanti e costruire un confronto di condivisione con le comunità locali. Diana ha espresso un'ulteriore perplessità: "mi è sembrato che nel piano ci sia una sorta di piano stralcio per le coste, la giunta deve rassicurarci in materia , non vorremmo che fosse un altro scivolone. Prima di concludere l'on. Diana ha chiesto spiegazione sul piano paesaggistico n. 7 del Sinis per sapere se le linee guida modificavano anche questo Piano.
L'on. Francesco Sabatini (La Margherita) ha chiarito subito che queste linee guida non sono un dietro front o un'inversione di tendenza rispetto alla legge salva coste. "non c'è nessun passo indietro ma anzi la riaffermazione del principio dello sviluppo integrato. Per il consigliere della Margherita le linee guida (nelle quali è impossibile non riconoscersi) derivano dalla necessità di recepire il codice Urbani e di colmare delle lacune che comporterebbero speculazioni edilizie sul territorio della Sardegna. Quindi, è necessario partire da una nuova concezione turistica che non si fermi alla concezione balneare e che si basi sul piano paesaggistico regionale. Inoltre, l'individuazione delle tre aree (conservazione, ricostruzione e trasformazione) renderà inutile il vincolo dei 2000 metri . Tale vincolo potrà, infatti, essere esteso o ristretto a seconda delle esigenze del territorio. Per l'on. Sabatini, però, è necessario il coinvolgimento degli enti locali, l'applicazione del principio del riequilibrio, la necessità di operare scelte in tempi brevi e l'approvazione di una legge quadro urbanistica per mettere a disposizione regole certe.
Per l'on. Franco Cuccu (UDC) il documento presentato all'esame del Consiglio non è altro che un piano metodologico dove non c'è scritto cosa deve essere fatto e come devono essere trasformate le coste della Sardegna . Non si capiscono neanche i principi ispiratori e non ci sono i parametri oggettivi di riferimento. Per Cuccu la responsabilità di governo ha tre fasi: quella esaltante dei sogni, quella dura del lavoro, quella della giustificazioni. "Noi con pazienza, ha concluso, aspetteremo quella delle giustificazioni".
L'on. Giommaria Uggias (La Margherita) ha preso atto positivamente della disponibilità del leader dell'opposizione a non elevare barriere. "Stiamo delineando, ha detto, lo schema guida e dobbiamo cercare di condividere la filosofia nuova dell'urbanistica". Il consigliere della Margherita ha chiarito che con questa nuova concezione, la costa diventa solo una parte del Piano dove la centralità è rappresentata dalla cultura. "Questo nuovo modo di progettare mi trova assolutamente favorevole, si individua una fattispecie legale astratta e in un secondo momento quella concreta. Sulle concessioni demaniali l'on. Uggias è stato chiaro: "dare una proroga per la stagione in corso e poi dettare regole certe è un atteggiamento condivisibile di programmazione vera". Uggias ha avvertito di non fare errori di presunzione: "è utile instaurare un dialogo con il Consiglio perché questo strumento sarà necessario anche per lo sviluppo delle nuove province".
Per Uggias il piano paesaggistico regionale non è un mero piano dell'edilizia ma è un piano dell'identità che deve essere approvato nel più breve tempo possibileE quindi intervenuto l'on. Fedele Sanciu (FI), che ha esordito stigmatizzando l'eccessivo entusiasmo manifestato dalla maggioranza circa i tempi di completamento del Piano paesistico. Sottolineando i gravi contraccolpi che tutto ciò produrrà su un comparto fondamentale per lo sviluppo dell'isola, il rappresentante di FI ha approfondito la gravità delle conseguenze del blocco che si produrranno nel settore turistico che è a sua volta trainante nei confronti di altri settori produttivi. Sanciu ha, quindi, approfondito i temi concernenti lo sviluppo equilibrato del settore turistico e parallelamente la tutela ambientale. "Occorre fare interagire i settori produttivi evitando le politiche settoriali a compartimenti stagni".
Giudicando un "libro dei sogni" il programma e le linee guida della Giunta, il consigliere dell'opposizione ha definito fumose e poco concrete tali linee guida. Si tratta di una materia su cui occorre l'apporto di tutti.
Per l'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna) nelle osservazioni venute dai banchi delle opposizioni sono emersi alcuni elementi che occorre superare. Il primo è costituito da una certa "ansia da vincolo". Giudicando negativamente la proposta di Pili di utilizzare temporaneamente i piani paesaggistici esistenti, Porcu ha approfondito alcuni concetti contenuti nei precedenti strumenti paesaggistici.
Un altro elemento che è necessario superare nell'immaginario delle opposizioni riguarda "il centralismo eccessivo" lamentato dai banchi della minoranza.
Un terzo elemento, che si dovrebbe superare per facilitare il dialogo tra maggioranza e opposizione, riguarda poi "l'asserito dilemma sull'essenza del piano" essenza delle linee guida in discussione che è chiara come sono valide le linee della giunta: ben visibili contrariamente alle critiche avanzate.
Nel momento in cui si sta per partire con una serie di strumenti orientati allo sviluppo, ha detto Porcu, le linee guida del piano paesistico indicano un metodo nuovo di lavoro basato sull'apporto delle idee da parte di tutti.Ha, successivamente, preso la parola l'on. Oscar Cerchi (UDS), per il quale i concetti citati nelle linee guida sono eccessivamente generali e didascalici, e mancano di necessari approfondimenti di dettaglio. "Diventa difficile contrastare quanto esposto dall'assessore Pilia nella precedente seduta consiliare, a causa della ovvietà delle considerazioni fatte, come per esempio l'affermazione secondo cui l'ambiente va tutelato; una considerazione talmente scontata che nessuno può contraddirla". Entrando poi nel merito delle tre aree di intervento indicate nelle linee guida, Cherchi ha lamentato la mancanza di concreti indirizzi di azione. Dopo avere fatto riferimento ai risultati delle ultime elezioni, il rappresentante dell'UDS, ha ricordato che seppure le urne sembrano dare ragione alla maggioranza, tuttavia le linee guida non definiscono veri indirizzi di scelta col rischio che il blocco dello sviluppo urbanistico possa dilatarsi eccessivamente nel tempo.
"Una risposta forte e determinata" ha dichiarato, invece, l'on. Gavino Manca (La Margherita), quella data dalla Giunta nella politica territoriale regionale. D'altra parte i cittadini hanno voluto dare ragione a questa discontinuità col passato delle politiche urbanistiche. Lo sviluppo, ha proseguito Manca, non può non reggersi che sulla tutela dell'ambiente, ed ha sottolineato la validità delle scelte indicate dalle linee guida. Condividendo l'esigenza di un maggiore dialogo fra maggioranza e opposizione, ha tuttavia sottolineato con forza l'inerzia registrata nei cinque anni di guida del centrodestra.
I lavori del Consiglio riprenderanno
mercoledì, 25 maggio alle ore 10.00