CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 93 pomeridiana del
12 maggio 2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
L'ordine del giorno dei lavori prevedeva, dopo le comunicazioni di rito, l'esame della mozione n. 33. (Pili, La Spisa, Oppi, Diana, Vargiu, Ladu e tutti i consiglieri del centrodestra), sullo sviluppo della società dell'informazione in Sardegna.
In apertura di seduta, l'on. Capelli (UDC) ha, però, proposto l'inversione dell'ordine del giorno della seduta. La proposta è stata accolta ed il Consiglio ha ascoltato le comunicazioni della Giunta sulle linee guida per la predisposizione del Piano regionale paesaggistico.
Linee guida per il piano
paesaggistico regionaleI principi ispiratori della proposta dell'Esecutivo, le "linee guida" che saranno seguite nella elaborazione del Piano paesaggistico regionale, secondo quanto prevede la legge regionale 25 novembre 2004, n. 8, partono dalla "centralità del paesaggio della Sardegna, come ispiratrice del processo di governance del territorio regionale, provinciale, locale". D'altro canto questa Giunta, ha aggiunto l'assessore Elisabetta Pilia (Pubblica Istruzione), illustrando il documento approvato dalla Giunta, "ha sempre indicato il paesaggio come principale riferimento strategico per definire gli obiettivi, i metodi e i contenuti non solo del Piano paesaggistico regionale, ma anche degli strumenti generali della programmazione e della gestione del territorio regionale, indirizzati verso una politica di sviluppo sostenibile".
Quattro le "parti", che contraddistingueranno questo programma: principi; obiettivi; pianificazione sostenibile e partecipazione; il piano paesaggistico regionale; indicazioni guida alle quali vanno aggiunti tre allegati, utili per meglio approfondire gli aspetti più significativi, e particolari, del nuovo progetto di sviluppo: metodi e strumenti, il paesaggio della Sardegna, l'esperienza dei Piani territoriali paesistici, tutti indicati come necessari elementi di conoscenza della irripetibile realtà sarda, in grado di favorire un proficuo lavoro di elaborazione, controllo e governo del processo programmatorio.
Il rispetto del patrimonio naturale deve essere l'argomento centrale di ogni decisione, ha aggiunto Elisabetta Pilia. Ogni intervento, quindi, deve essere pensato rispettando le norme in vigore, comunitarie e nazionali, quelle del "codice Urbani", che indica proprio il paesaggio, con la sua dinamicità, come elemento essenziale in ogni processo di pianificazione, anche per le sue particolari strutture di relazione e per i particolari fattori antropici, che sono "la principale ricchezza della diversità".
Il paesaggio, infatti, è e deve essere considerato anche come la massima espressione della cultura e della identità della Sardegna; deve essere rispettato, tutelato, valorizzato, per la sua particolare caratteristica di "fattore identitario". Un bene assoluto che si deve conservare, che si deve passare integro alle future generazioni, che deve essere rivisitato, utilizzato esclusivamente con azioni ed iniziative "sostenibili", che non ne provochino il depauperamento, che non ne alterino le particolarità, le peculiarità e la tipicità.
Ogni azione di governo, ha aggiunto l'assessore della Pubblica istruzione e dei beni ambientali, non può prescindere da questo concetto, non può dimenticare la centralità del paesaggio in ogni azione di governo. Da questo concetto, quindi, si deve partire per ridefinire le nuove strategie, per riprogrammarne l'utilizzo. La pianificazione ambientale, in sostanza, deve essere vista come un processo di rivisitazione valorizzazione costruzione, o meglio, ricostruzione del territori. E l'assessore si è particolarmente soffermata sull'esigenza di intendere la "ricostruzione" come collaborazione con il tempo, per riscoprire il suo aspetto passato, come la possibilità di "scoprire sotto le pietre l'origine delle sorgenti".
Un altro spetto particolare delle "azioni" o linee o parti nelle quali si articolerà il piano paesaggistico è quello dello "sviluppo sostenibile", specialmente per quanto riguarda il settore turistico, che deve portare alla realizzazione di iniziative economiche tese a creare nuova ricchezza, ma anche a valorizzare e gestire con grande intelligenza le risorse naturali; perché non si può dimenticare che si deve garantire il loro utilizzo, il loro godimento "anche a coloro che verranno". In tutti i casi non si può trascurare il rapporto corretto che deve esistere tra la risorsa utilizzata, che non deve essere consumata, e la ricchezza prodotta.
Se la crescita dell'offerta turistica può comportare rischi per la risorse naturali, ad esempio, è doveroso analizzare se quell'iniziativa è in grado di garantire un reddito maggiore di quello attuale, ed in ogni caso le valutazioni devono essere fatte tenendo ben presente l'interesse generale, l'alta qualità della "risorsa ambiente". Perché è necessario, ha detto anche l'assessore Pilia, "il mantenimento dell'identità della Sardegna come sistema".Un altro aspetto particolarmente importante del progetto della Giunta, ha detto anche Elisabetta Pilia, riguarda il rapporto tra il paesaggio, la sua percezione, la partecipazione al suo processo evolutivo. Per realizzare questo processo di crescita, assolutamente rispettoso e sostenibile, accorrerà un grande dialogo, un confronto aperto, sarà necessario mettere a punto nuovi strumenti, progetti pilota, iniziative innovative, come fatto in alcune altre parti d'Italia, che coinvolgano in questa grande operazione culturale tutti i cittadini. Da non escludere, per esempio, iniziative nel mondo informatico, per comunicare ai sardi i "passi compiuti", un grande forum al quale tutti possano partecipare per far conoscere le loro opinioni, le loro ragioni.
Un grande coinvolgimento della società sarda, ha concluso la responsabile della Pubblica istruzione, che deve far emergere tutti gli elementi positivi di quattro aspetti, "abilità", dai quali non si può prescindere, quelli legati allo sviluppo economico, sociale, culturale ed istituzionale della società sarda. Una sfida che impone un limitato impiego del paesaggio, specialmente di quello "non rinnovabile", con iniziative e scelte di grande qualità, per bloccare il degrado, il progressivo depauperamento del territorio, per favorire il reale recupero dell'ambiente e lo sviluppo della Sardegna.Le linee guida del Piano Paesaggistico Regionale, per la parte più propriamente tecnica, sono state illustrate dall'assessore regionale all'urbanistica G.V. Sanna. L'esponente della giunta ha spiegato, avvalendosi di cartine, grafici e filmati, il lavoro che stanno portando avanti gli assessorati (con la collaborazione anche della Progemisa) per predisporre il Piano Paesaggistico regionale. Un lavoro capillare per mettere a punto la pianificazione della Regione che è mancata per lungo tempo. "C'è l'esigenza - ha detto l'assessore - di garantire un percorso articolato che metta in gioco tre sistemi: quello economico, quello storico e quello culturale e ambientale". I principi fondamentali che ispirano il piano paesaggistico regionale sono due: "della precauzione", che impone cautela nelle decisioni pubbliche e "della valutazione ed efficienza", cioè la capacità di implementare le azioni ma anche il dovere di monitorarle. Già da molti mesi è partito il recupero delle cartografie per arrivare non solo alla conoscenza attuale dello stato del territorio della Sardegna ma anche pere studiare la sua evoluzione nel corso degli anni. Sono state prese in esame tutte le aree dell'isola (costiere, industriali, di interesse naturalistico, gli agglomerati urbani, i centri storici) per avere una fotografia esatta del territorio che verrà diviso in macroaree. "Dai primi dati emerge - ha continuato l'assessore - che il territorio regionale è interessato da una varietà molto intensa di tipologia di paesaggio". L'intervento regionale opererà attraverso tre grandi aree di intervento: la conservazione, la ricostruzione e la trasformazione.
Al termine dell'intervento dell'assessore Sanna, il presidente Spissu ha convocato una conferenza dei capigruppo per decidere la programmazione dei lavori dell'Aula.
Alla ripresa della seduta, il Presidente ha comunicato che i lavori del Consiglio riprenderanno martedì 24 maggio, alle ore 17, per proseguire nella giornata successiva, mentre la commissione Urbanistica si riunirà martedì 17 maggio, per esaminare le proposte dell'Esecutivo.
I lavori del Consiglio riprenderanno
martedì 24 maggio alle ore 17.00