CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 92 pomeridiana del
11 maggio 2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
In apertura dei lavori il presidente Spissu ha convocato una conferenza dei capigruppo. I lavori sono stati sospesi. Alla ripresa della seduta il presidente Spissu ha comunicato all'Aula che la conferenza ha deciso che in serata si sarebbe discusso il DL 133 (norme in materia di abbinamento dei referendum regionali con quelli regionali), domani pomeriggio, dalle 16,30 in poi, la mozione n. 33 e il terzo e quarto punto all'ordine del giorno.
Il Presidente ha comunicato che nel BURAS n. 14, del 2 maggio 2005, è stato pubblicato il ricorso presentato dal Consiglio dei Ministri contro la legge regionale approvata il 17 gennaio 2005 n.1 (Istituzione delle autonomie locali e della Conferenza permanente Regioni - Enti locali). Il Presidente ha anche comunicato che il presidente della Giunta ha trasmesso le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 29 e 31 marzo, 7, 11 e 12 aprile 2005.
Esame Disegno di Legge n. 133 Norme in materia
di abbinamento dei referendum regionali con i
referendum nazionali.Sull'ordine dei lavori è intervenuto l'on. Caligaris (Misto - SDI - SU), che ha chiesto al Presidente come mai nell'ordine del giorno del Consiglio non fossero state inserite le nomine dei rappresentanti della Consulta per l'emigrazione.
Il presidente Spissu ha assicurato che era stata una svista e precisato che le nomine sarebbero state inserite nell'ordine del giorno suppletivo.
Il presidente Spissu ha ricordato che il DL 133 era un provvedimento della Giunta e, pertanto, non c'era relatore.
Il disegno di legge è stato, quindi, illustrato dall'assessore Gianvalerio Sanna, che ha detto che l'obiettivo di questo DL è quello di operare un raccordo di norme, in caso di abbinamento di consultazioni referendarie nazionali e regionali. L'articolo 1 del disegno di legge prevede, infatti, che in caso di contemporaneo svolgimento di referendum regionali e nazionali, alle consultazioni referendarie regionali si applicano, relativamente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio, alla corresposizione ed al funzionamento dei seggi, le norme nazionali.
"L'applicazione di questa norma, ha aggiunto l'assessore, prevede la semplificazione delle procedure, sana un vuoto normativo e produce economie finanziarie".Aperta la discussione è intervenuto l'on. Capelli (UDC), che ha espresso condivisione per il disegno di legge 133, ma ha chiesto di non accorpare il referendum regionale sui rifiuti con quello sulla procreazione assistita fissato per il 12 e 13 giugno.
"Noi, ha spiegato il vice capogruppo dell'UDC, condividiamo il referendum regionale, ma vogliamo l'astensione per quelli nazionali",Promuovere l'astensionismo per i referendum nazionali mal si concilia con la volontà di andare alle urne per quelli regionali.
Ha, quindi, preso la parola l'on. Uggias (La Margherita), che ha approfondito i vari aspetti giuridici e politici del tema in discussione, sottolineando alcune implicazioni peculiari della problematica, auspicando un dibattito ampio ed approfondito sul disegno di legge della Giunta e nelle implicazioni che la contemporaneità dei referendum nazionali e regionali può comportare.
Per l'on. Pacifico (DS), pur non essendo quella in atto la circostanza più favorevole per entrare nel merito della legge 40 e del referendum indetto a livello nazionale sulla procreazione assistita, l'oratore ha auspicato che la coincidenza o meno delle date dei referendum, nazionali e regionali non deve essere usata strumentalmente.
L'assessore Gianvalerio Sanna (Lavori Pubblici) ha ricordato che la norma in discussione è di carattere generale e che pertanto solo incidentalmente si pone la questione della coincidenza col referendum sulla legge n° 40. Ha sottolineato peraltro il carattere tecnico della norma di legge in discussione.
Conclusa la discussione generale, l'on. La Spisa (FI) ha chiesto una breve interruzione per permettere l'elaborazione di un emendamento. La proposta è stata accolta.
Alla ripresa dei lavori, diversi consiglieri sono intervenuti per dichiarazione di voto prima del passaggio all'esame degli articoli.
L'on. Davoli (PRC) ha espresso il proprio disappunto perché si cerca di favorire l'ostruzionismo sul referendum nazionale non consentendo un accorpamento dei referendum nazionali e regionali. Si è detto d'accordo sull'abbinamento dei referendum.
Ha dichiarato il voto favorevole anche l'on. Uras (PRC) che ha svolto una riflessione sulle motivazioni diverse fra colore che vorrebbero l'abbinamento delle consultazioni referendarie e coloro che, invece, osteggiano tale scelta. Ha esortato che non si adoperino stratagemmi inutili.
È, quindi, intervenuto l'on. Pili (FI), che ha ribadito la legittimità di tutte le scelte possibili da parte dei cittadini sul referendum sulla legge sulla procreazione assistita. Sostenendo che con un eventuale accorpamento con altri referendum verrebbe cancellata la legittima scelta dell'astensione sulla legge n. 40, Pili ha detto che si rischia di inficiare il dibattito politico, affermando che "indispettiscono, gli accorpamenti dei referendum non omogenei".
Per l'on. La Spisa (FI) la legge in discussione non ha evidentemente il mero scopo di razionalizzare la legislazione referendaria, ma ha anche lo scopo evidente di evitare l'astensionismo sulla legge 40. È inopportuno e politicamente scorretta un forzatura di questo tipo tendente a sollevare il quorum sul referendum per la legge sulla procreazione assistita.
L'on. Capelli (UDC) si è augurato che ogni consigliere si comporti autonomamente al di là delle indicazioni dei partiti. L'abbinamento non favorisce in maniera limpida e cristallina la libertà di scelta, perché non tutti i cittadini sanno che possono rifiutare una scheda se lo volessero.
Intervenendo a titolo personale, l'on. Liori (AN) ha dichiarato di trovarsi in disaccordo sull'abbinamento dei due referendum, precisando che, con un eventuale accorpamenti dei due quesiti a un mese dal voto, non vi sarebbe il tempo necessario per svolgere una adeguata informazione dei cittadini.
Per l'on. Orrù (DS) l'obiettivo del disegno di legge è nobile. Per l'esponente diessino vale il principio generale che bisogna favorire in ogni modo la partecipazione del cittadino al voto.
Dopo questo intervento l'Aula ha votato il passaggio all'esame degli articoli. L'on. Pili (FI) ha chiesto il voto elettronico palese. L'Aula ha approvato (presenti 72, votanti 66, si 47, no 19, 6 astenuti).
Il presidente Spissu ha ricordato che all'articolo 1 è stato presentato un emendamento (Pili e più).
L'emendamento è stato illustrato dall'on. La Spisa (FI), che ha spiegato come i referendum possono essere accorpati solo in caso di materie omogenee.
Sull'emendamento la Giunta ha dato parere negativo. "Questo emendamento, ha detto l'assessore Gianvalerio Sanna, contraddice il disegno di legge 133". L'esponente dell'esecutivo ha rimandato al mittente le accuse fatte alla maggioranza di "speculazione politica".
Per l'on. Pili (FI) l'intervento dell'assessore era "capzioso". Per il leader del centrodestra non si possono unire le questioni di coscienza con i rifiuti.
Le scelte della Giunta sono pretestuose. "Eravamo intenzionati a chiedere il voto segreto, ha detto Pili, non lo faremo perché vogliamo sapere chi vuole accorpare temi così diversi". Per Pili questo disegno di legge è una "forzatura" da respingere con tutte le forze.
L'on. Capelli (UDC) ha ribadito che i temi diversi devono essere trattati in tempi diversi. Questo DL è legittimo, ma è necessario specificare bene l'omogeneità delle materie.
L'on. Vargiu ha ricordato che I Riformatori hanno votato contro il passaggio agli articoli. "Il disegno di legge 133, ha detto, è una legge opportuna (anche perché abbatte i costi della politica) ma è fatta in tempi inopportuni. Non si possono cambiare le regole mentre si gioca". Questo disegno di legge, ha concluso, non ha le caratteristiche di neutralità, per questo i Riformatori voteranno contro.
Ha poi preso la parola l'on. Uras (PRC), il quale ha riportato il discorso sulla questione sostanziale della legge proposta, per la quale i referendum "possono" essere abbinati ma non devono sempre esserlo. La norma, ha ribadito Uras, non crea alcuna confusione negli elettori. Dopo aver ribadito l'uso strumentale che si vuole fare della consultazione referendaria, il rappresentante di Rifondazione ha sottolineato l'ineccepibilità della norma proposta.
È nuovamente intervenuto l'on. La Spisa (FI) che, respingendo qualsiasi sospetto di faziosità sulla posizione dei gruppi di minoranza, ha ribadito che non vi è alcuna volontà di dividere le forze della maggioranza. Ha, quindi, riaffermato l'esigenza che il dibattito politico fra i partiti non si limiti sempre e soltanto alle questioni di convenienza di parte, ma affronti temi di carattere più ampio, che incidono sui temi fondamentali dell'uomo. La Spisa ha auspicato che si trovi un qualche punto di incontro sulla questione.
Per l'on. Cugini (DS) le critiche della minoranza non possono non tenere conto del fatto che questa legge è stata posta all'ordine del giorno con la piena condivisione delle stesse opposizioni. Respingendo ogni accusa di strategie strumentali da parte della maggioranza, ha ribadito che non vi è alcun calcolo di convenienza. Ha auspicato una maggiore riflessione sul fatto che si tratti di un fatto essenzialmente tecnico.
Conclusa la discussione generale sugli articoli, il Presidente ha posto in votazione l'articolo 1 col sistema del voto elettronico palese.
Questo l'esito: presenti 55, votanti 51, astenuti 4, si 40, no 11.
L'articolo è stato approvato. Anche l'emendamento Pili e più è stato posto in votazione, col sistema elettronico palese, e respinto con 40 no e 13 si. Anche l'articolo n. 2 è stato approvato.
Prima della votazione finale, il presidente ha, quindi, annunciato la presentazione di un ordine del giorno Capelli e più.
L'ordine del giorno è stato illustrato dall'on. Capelli (UDC),che ha spiegato come esso proponga che il Consiglio si esprima con chiarezza sull'accorpamento o meno dei due referendum citati. È necessario che essendo i due referendum non omogenei si svolgano in date distinte. Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Maninchedda (Progetto Sardegna), che ha chiesto alla minoranza di ritirare l'ordine del giorno affermando che non vi è alcuno scopo strumentale su questa legge, e ricordando che la legge stessa di carattere tecnico non delibera di fatto alcun abbinamento dei referendum. Ha proposto di ribadire l'atto di indirizzo già votato nelle scorse settimane.
L'on. Pili (FI) ha preso atto che giungono dalla maggioranza ampie disponibilità a valutare la possibilità di distinguere le date appellandosi al precedente ordine del giorno delle scorse settimane. Tuttavia ha spiegato le difficoltà di carattere giuridico che si pongono. Ha dichiarato che l'ordine del giorno non può essere ritirato.
Per l'on. Luciano Uras (PRC) il vero responsabile è il Governo nazionale, che ha indetto il proprio referendum successivamente alla indizione di quello regionale, e lo ha fatto scegliendo la stessa data del 12 giugno. Tutto questo a suo parere per fare fallire il referendum sardo sulle scorie.
È intervenuto anche l'on. Capelli (UDC), che ha ribadito che l'odg è fondato e il Consiglio ha diritto - dovere di dare una linea alla Giunta. Ha dichiarato che non vi è alcuna intenzione strumentale da parte dell'opposizione, che vi è ampia disponibilità a un riscrittura sull'ordine del giorno a condizione che le due date vengano disgiunte.
L'assessore Gianvalerio Sanna ha, a questo punto, precisato che il referendum regionale era stato stabilito per il 12 giugno e che solo successivamente il Governo nazionale ha stabilito che il proprio referendum si tenesse il 12 giugno. La responsabilità è, quindi, del Governo. Il Presidente non può ormai, pertanto, modificare il precedente decreto.
Di parere diverso è stato l'on. Vargiu (I Riformatori), che ha difeso le libertà formali oltre che sostanziali. Ha spiegato che le proposte astensionistiche che si vanno diffondendo per il referendum nazionale danneggerebbero il referendum sulle scorie.
Posto in votazione, l'ordine del giorno, stato respinto con 41 no e 13 sì.
Prima della votazione finale sulla legge, l'on. Capelli (UDC) ha preso la parola per dichiarazione di voto affermando che l'ordine del giorno votato non aveva alcun carattere strumentale. Ha dichiarato l'astensione dal disegno di legge.
Posta in votazione la legge è stata approvata col seguente esito:
Presenti 57, votanti 53, sì 44, no 8, astenuti 4.
I lavori del Consiglio
riprenderanno domani alle ore 16.30