CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 91 antimeridiana del
14 aprile 2005
Il Consiglio ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda.
Prosecuzione esame Disegno
di legge n. 92/A - Bilancio 2005.
Il Consiglio ha ripreso l'esame della manovra Finanziaria e di Bilancio predisposta dalla Giunta Regionale. Il presidente prima di porre in votazione la manovra economica e finanziaria 2005 - 2007 ha comunicato la presentazione di un ordine del giorno (Secci, Marrocu, Biancu, Stefano Pinna, Licheri, Cachia,) sulla individuazione dei disegni di legge da collegare alla manovra economico finanziaria 2005 - 2007da stralciare.
L'ordine del giorno è stato dato per illustrato, il relatore di maggioranza si è detto favorevole, mentre l'assessore Pigliaru ha espresso il suo parere "conforme" a quello del presidente della Terza. L'ordine del giorno è stato approvato.
Sempre per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Ignazio Artizzu (AN) che ha detto di essere assolutamente contrario a questa Finanziaria. "Quando il presidente Soru era candidato - ha aggiunto - ha fatto proclami di sardità e ha fatto promesse che non ha mantenuto". Per l'esponente di Alleanza nazionale il capo dell'esecutivo appena eletto ha fatto esplodere il conflitto di interessi, ha vietato di costruire sulle coste (dopo che lui lo aveva fatto), ha epurato i sardi dai posti di sottogoverno. "Questa Finanziaria sancisce la disaggregazione della maggioranza e blocca lo sviluppo". Il consigliere di AN ha detto poi di rispettare i colleghi di Rifondazione Comunista che, con le loro dichiarazioni, hanno dimostrato di non essere "mandarini di regime".
L'on. Ignazio Franco Cuccu (UDC) ha detto che questa Finanziaria ha un triste primato: per la prima volta non è frutto di concertazione ma nasce unilateralmente dalla volontà del "governatore". I tagli di questa Finanziaria - ha spiegato il consigliere dell'UDC - sono stati fatti in modo mirato con un'azione "ad elastico". E gli effetti sono devastanti: per gli agricoltori è "un olocausto", per le proloco "un eccidio", per la scuola e la formazione è un dramma. Il consigliere ha annunciato, quindi, il suo voto contrario.
L'on. Carlo Sanjust (F.I.) ha detto che non voterà questa Finanziaria in quanto è illegittima per la presenza delle norme intruse. "Se non ci fossero le norme intruse - ha precisato - il mio voto sarebbe contrario perché è una finanziaria di tagli radicali. La manovra sarà ricordata per le prevaricazioni ai Comuni, per il "non dialogo", per le mortificazioni delle prerogative consiliari, per aver dimenticato i giovani.
L'on. Mariano Contu (F.I.), annunciando il voto contrario, ha sottolineato i dissensi che esistono all'interno di questa maggioranza che ormai "scricchiola". Per l'on. Contu, il presidente Soru non è partito dagli interessi degli ultimi e dalla necessità di incentivare lo sviluppo.
L'uscita dall'Aula, in quel momento, del presidente della Giunta è stato interpretato dall'esponente di Forza Italia come l'ennesimo atto di "spregio" nei confronti dell'Assemblea consiliare.
L'on. Antonello Liori (AN) ha annunciato il voto contrario. "Ormai è tempo di bilanci - ha detto - i dieci mesi di governo sono stati mesi di epurazioni, di blocchi e di inattività. Rivendichiamo con forza la sardità". Per Liori questa Finanziaria è l'ennesima brutta figura di questa maggioranza.
Per l'on. Onorio Petrini (F.I.) questa Finanziaria è stata difficilissima per tutti, sia per la maggioranza che per l'opposizione. E' una Finanziaria triste e povera che aggrava la posizione dei più deboli. Il consigliere azzurro ha annunciato il voto contrario augurandosi che la prossima Finanziaria tenga conto anche delle esigenze dei più sfortunati.
L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha paragonato il dibattito sulla Finanziaria ad una partita di calcio a senso unico, con regole strane, in cui la palla poteva essere giocata solo dal giocatore della maggioranza. "E' una Finanziaria senza risposte per i 10.000 giovani sardi che volevano frequentare i corsi di formazione, per i 5.000 insegnanti di questi corsi, per 10.000 commercianti, per 2000 artigiani, per le proloco, per le scuole materne private". Ma per l'on. Pisano il dato più drammatico rimane il piano del lavoro.
Giudizio positivo è stato espresso, invece, dall'on. Uggias (La Margherita) che ha detto che in questa Manovra ci sono segnali positivi che danno speranza. "Il mio voto sarà favorevole - ha aggiunto - perchè si apre, finalmente, la stagione delle riforme". Per Uggias con l'approvazione di questa Manovra si è superato lo scotto del noviziato, si è superata la "luna di miele" ma è iniziato il tempo di perseguire l'obiettivo di migliorare le condizioni della Sardegna.
Giudizio positivo è stato espresso anche dall'on. Mariuccia Cocco (La Margherita), che ha detto di essere convinta che si partirà da questa Finanziaria proprio per combattere la povertà. L'on. Cocco ha detto che chi non vota a favore di questa Finanziaria in nome dei diritti dei poveri e dei bisognosi fa solo sterili strumentalizzazioni. Il voto dell'on. Cocco sarà favorevole.
L'on. Eliseo Secci (La Margherita), dopo aver ringraziato l'assessore, il suo staff e tutti i commissari della terza commissione, ha riconosciuto che questa Manovra è stata molto discussa e dibattuta soprattutto per il grande carattere innovativo dei documenti il cui obiettivo è quello di risanare le finanze regionali. Il voto del presidente della commissione Bilancio sarà favorevole.
Con gli interventi dei capigruppo si è concluso il dibattito.
L'on. Carmelo Cachia (Insieme per la Sardegna) ha polemizzato con i dissidenti dei Rifondazione: devono scegliere - ha detto - se stare dentro o fuori la maggioranza. Parlare di una Finanziaria che "genera disgusto", e poi magari beneficiare dei privilegi della maggioranza non è esempio di coerenza.
L'on. Antonello Licheri (PRC) ha assicurato il sostengo della sua parte: non è - ha precisato - un atto di debolezza, ma la consapevolezza che la manovra è conseguenza di finanze dissestate che chiedono un risanamento rapido; ciononostante non ci sono tagli alle politiche sociali e al mondo del lavoro.
Un "no" secco - ma anche la speranza che le cose possano cambiare in un futuro non lontano - è arrivato dal Psd'Az. L'on. Giuseppe Atzeri ha definito la Finanziaria "un obbrobrio giuridico", tale da mettere in difficoltà i funzionari che dovranno metterla in pratica. Polemizzando con i "tagliatori di teste", a proposito dei vertici Asl (l'assessore "ha una vocazione da Bantù"), Atzeri ha ricordato che "da parte nostra ci sono stati tentativi sinceri di partecipare al confronto", ma sono stati sempre "mortificati e umiliati" con la chiusura totale da parte della maggioranza e della Giunta "che non ha la cultura del dialogo e della concertazione". Negativo anche il giudizio sulla "importazione di personaggi implumi", che vengono in Sardegna "a fare esperienza", a spese dei manager sardi, nei cui confronti "c'è accanimento non condivisibile.
"Questa Finanziaria ha raccolto la sfida", ha detto l'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna): quella di far coesistere una politica di rigore con il sostegno all'economia. Troppo alto l'indebitamento per non intervenire; si rischiava di superare "il punto di non ritorno". E' stata ridotta del 50 per cento la tendenza all'indebitamento, ma le risorse nei settori strategici sono rimaste. Nessuno nega che la Regione debba superare un momento di disagio: lo sta facendo con consapevolezza e nel solco delle promesse fatte agli elettori.
"Triste e sconsolato", invece, l'on. Giorgio Oppi (UDC) per un lungo dibattito "totalmente inutile": una maggioranza arroccata sulle posizioni non ha consentito alcuno spazio alla minoranza. Questa manovra deprime l'economia, colpisce i settori produttivi, mette in crisi il sociale e non sostiene un'economia asfittica e abbisognevole di accompagnamento. Si è tagliato dappertutto, mentre sono generosamente cresciute le consulenze della sanità, passate dai 67 mila euro "della mia gestione", ad oltre 9 miliardi, per consulenti, fra l'altro, tutt'altro che esperti e qualificati.
Sostegno pieno è arrivato dall'on. Antonio Biancu (La Margherita) per il quale bisogna partire da alcuni dati fondamentali: le spese correnti che superano le entrate, un fortissimo indebitamento, il rischio di bancarotta. La Regione sostituisce risorse proprie con quelle dei POR (evitando che i soldi della Comunità ritornino, non spesi, a Bruxelles) e va avanti tenendo presenti i vincoli invalicabili di bilancio. Porta aperta ai sardisti, dei quali si apprezza la battaglia "identitaria" ("non siamo stati sordi a questa esigenza").
Molto critico l'intervento dell'on. Mario Diana (AN), il quale ha lamentato che l'opposizione è rimasta inascoltata perché la maggioranza, ad ogni occasione, ha fatto vedere i muscoli (dei numeri). Chi chiedeva (l'on. Cugini) la necessità di "mettere il Consiglio in sicurezza", non si è accorto che il Consiglio è ormai controllatissimo, dai numeri, appunto, e dall'autoritarismo della Giunta che continua a fare e disfare, spezzo con atteggiamento contraddittorio, senza che l'assemblea sia chiamata in causa.
Tutte le Finanziarie hanno, come obiettivo, le riforme e il risanamento dei bilanci: ci si meraviglia che questa Finanziaria dimostri coi fatti di voler praticare questa strada. Un comportamento ordinario diventa, inspiegabilmente, straordinario. Lo ha sostenuto l'on. Siro Marrocu (Ds) ricordando non solo la coerenza col Dpef, ma la determinazione con cui si intende conseguire alcuni risultati. Le riforme hanno un prezzo, anche sociale, ma quando diventano elemento essenziale di un disegno di rinnovamento, non possono essere bloccate; anche perché - ha concluso - riducendo le spese dove possibile e ricorrendo ai finanziamenti europei, sono state trovate le risorse necessarie per sostenere l'economia. Marrocu ha accennato anche alla "secessione" di Rifondazione: "un atto di autolesionismo - l'ha definito - e un errore politico gravissimo".
Ultimo intervento quello dell'on. Mauro Pili (FI), per il quale la Finanziaria è il passo decisivo che farà cadere la Sardegna nel baratro. La manovra - ha detto - è contro i Comuni, che non potranno più utilizzare i fondi europei (non hanno risorse per partecipare ai bandi); contro il sistema sociale, contro i giovani e gli agricoltori.
Il disegno di legge 91 A (Finanziaria) viene approvato con 44 voti a favore, 25 contrari e 4 astenuti (i tre "ribelli" di Rifondazione e il presidente del Consiglio).
Si vota, quindi, il disegno di legge 92 A (bilancio). L'on. Beniamino Scarpa (Psd'Az) annuncia il voto contrario, ricorda che le richieste dei sardisti sono state sistematicamente respinte e annuncia che su questa linea di risentimento è tutto il partito ("la direzione nazionale è informata e condivide").
L'on. Mario Diana (AN) ha definito "onesta e doverosa" la battaglia condotta in Aula dal suo partito, che ha a cuore le sorti della Sardegna: i successi attribuiti all'assessore del Lavoro - ha voluto precisare - sono ascrivibili a un sottosegretario di AN.
In conclusione ha preso la parola il presidente Renato Soru, che ha ritenuto utile partire "dalle condizioni in cui abbiamo trovato la Regione", senza regole in molti settori (dall'urbanistica al commercio, dalla sanità alle politiche sociali e alle acque), sommersa dai debiti (2,7 miliardi di euro) che non consentono nessun margine a nuovi mutui; per i vecchi, la rata di ammortamento è di 350 milioni. Misure finanziarie a parte (e necessità di risanamento), "abbiamo voluto portare avanti la questione morale, separando il ruolo politico dall'occupazione del potere" (tendenza che in passato ha portato a vere e proprie degenerazioni) e "siamo impegnati nella riorganizzazione della macchina regionale", puntando al cambio generazionale. Quanto ai provvedimenti contenuti nella Finanziaria, Soru ha sostenuto che "chi vuol vedere", può rendersi conto che cultura, agricoltura, artigianato, scuola e ambiente sono stati sostenuti adeguatamente.
Anche il bilancio viene approvato in copia conforme alla Finanzia: 43 voti a favore, 23 contro e 4 astenuti.
Approvate anche le note di programma che accompagnano di norma i documenti contabili.
Infine, il Consiglio ha votato (questa volta all'unanimità) i bilanci del Consiglio, quello consuntivo (86,4 milioni le entrate; 90,2 le uscite a pareggio) e il bilancio di previsione 2005 (90 milioni) che, tenuto conto della situazione finanziaria regionale, ha contenuto le spese al minimo, come ha spiegato il questore on. Luciano Uras. Non ci sono stati adeguamenti al rialzo negli emolumenti dei consiglieri, "a differenza di altre aule parlamentari" né ce ne sarà nell'immediato futuro. Segno, anche questo, dell'austerità.
Il Consiglio regionale
sarà riconvocato a domicilio.