CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 88 antimeridiana del 6 aprile 2005


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu.

Prosecuzione esame Disegno
di legge
n. 91/A - Finanziaria 2005.

Il presidente ha posto in discussione l'articolo n°20 (gli articoli 10 e 12 erano stati sospesi nella seduta precedente).

L'articolo 20 disciplina il trasferimento ai comuni e alle province delle aziende autonome di cura e soggiorno e degli provinciali.

Gli emendamenti all'articolo sono stati dati per illustrati e non accolti dal presidente della Commissione. Senza discussione gli emendamenti (tutti delle opposizioni) sono stati respinti.

L'articolo 20 è stato, quindi, approvato per alzata di mano. Posto, quindi, in discussione l'articolo 21 (conferimento delle risorse umane per l'esercizio delle funzioni trasferite di comuni e alle province a seguito della presente legge) esso è stato momentaneamente sospeso per questioni di tecnica procedurale.

L'art. 22 (contributo regionale a comuni e province per l'esercizio delle funzioni trasferiti) è stato approvato senza discussione e senza emendamenti.

È stato discusso l'articolo n° 23 (soppressione dell'Esit) e dei relativi emendamenti.

L'emendamento n 217, soppressivo totale dell'articolo 23 è stato illustrato dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), che ha espresso varie riserve, non tanto sull'esigenza di riordino del settore, ma soprattutto sul metodo seguito dalla Giunta in questo materia. Ha difeso la memoria storica di questo ente sottolineando l'esigenza di una realistica strategia delle politiche turistiche.

È, quindi, intervenuto l'on. Mario Floris (UDS), per il quale è giunto il momento di porre una grande questione politica ed etica. "L'intrusione" è ormai diventata metodo di governo, ha detto, solo così possono essere letti gli emendamenti della Giunta in materia di riforme, e le prese di posizione del presidente della Regione. "Le norme che il Consiglio regionale si dà valgono o no"? Si è chiesto "può un presidente del consiglio super partes non far rispettare queste leggi"?

Una maggioranza non può annullare con la Finanziaria le leggi approvate dal Consiglio. Il presidente del Consiglio rappresenta la "Polizia amministrativa" e deve fare rispettare le leggi. Il pericolo è evidente. Una maggioranza non può modificare le norme a proprio piacimenti secondo i propri interessi.

Il presidente del Consiglio deve essere il primo censore e garante", ha proseguito, e deve fare rispettare le leggi che il Consiglio si è dato; e in questa Finanziaria vi è una grande dimensione intrusiva; l'intrusione è diventata la regola. Rivolgendosi alla presenza del Consiglio ha chiesto la verifica della ammissibilità di certe norme. Successivamente sono stati posti in votazione e respinti gli emendamenti. L'articolo n° 23 è stato, quindi, approvato.

È poi ripreso l'emendamento 21 precedentemente sospeso, che è stato approvato senza discussione e senza emendamenti.

È stato poi la volta dell'articolo 24 (personale dell'Esit a seguito della sua soppressione) e dell'unico emendamento n. 218 (soppressivo totale).

L'emendamento è stato illustrato dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), che ha manifestato riserve e preoccupazione per il fatto che le professionalità accumulate nell'Esit possono venire disperse nei vari rami della amministrazione regionale.

L'emendamento 218 è stato, tuttavia, respinto e l'articolo 24 è stato approvato insieme all'articolo 25 senza ulteriore discussione.

All'articolo 26, successivamente posto in esame (riordino dell'Ersat) sono stati presentati alcuni emendamenti, dati per illustrati; tranne il n° 167, che è stato illustrato dall'on. Cappai (UDC). Il consigliere facendo proprie tutte le considerazioni sulle norme intruse fatte dall'on. Floris, ha richiamato per analogia la questione dei Consorzi Interprovinciali per la Frutticoltura. "Stiamo aggiungendo marasma a marasma", ha detto, sostenuto la necessità di un unico ente di ricerca e sperimentazione, di una riforma dell'Ersat con funzioni limitate alla assistenza tecnica.

Nella discussione su articoli ed emendamenti è, quindi, intervenuto l'on.Giorgio  La Spisa (FI), il quale, pur sottolineando l'esigenza di una razionalizzazione del sistema degli enti per l'agricoltura (a causa della stratificazione di competenza e di funzioni), tuttavia ha espresso ampie riserve e critiche sul modo in cui la Giunta intende portare avanti tale riordino. La Spisa ha, quindi, sottolineato la "contro proposta politica" rappresentata dall'emendamento 167 presentato dalle opposizioni.

È anche intervenuto l'on. Alberto Sanna (DS), che ha ribadito l'esigenza improcrastinabile realizzare un riordino razionale degli enti agricoli. Sottolineando l'inefficienza del comparto e degli enti che non riescono ad utilizzare efficacemente le risorse nazionali ed europee, Sanna ha posto una questione la questione dei tempi attraverso cui procedere al riordino. La Finanziaria - a ricordato il consigliere - deve contenere le indicazioni, il percorso e i tempi per tale riordino complessivo. Ma è prevalsa nella maggioranza l'esigenza che alcune norme di riforma dovessero essere contenute nella manovra finanziaria. Poiché tuttavia, il confronto con tutte le parti dovrebbe essere alla base di una valida riforma,  sorgono giustamente forti perplessità su queste norme - ha aggiunto Sanna - certamente, l'Ersat ha riformato, ma anche a causa della procedura non è stato possibile un adeguato confronto - ha concluso sottolineando l'evidenza di alcune contraddizioni fra le riforme previste in finanziaria e le reali esigenze del settore. "Di morte della democrazia" ha parlato poi l'on. Giuseppe Atzeri (Misto-Psd'az) a causa di una Finanziaria infarcita di norme intruse, che "centrifugano e frullano le riforme degli enti regionali". Bisogna difendere i principi di divisione di poteri fra Giunta e Consiglio, ha proseguito, accusando la presidenza del consiglio di non aver vigilato e di avere consentito l'introduzione di queste norme intruse "appiattendosi sul valore del presidente della Giunta". "È pericoloso prendere scorciatoie istituzionali" ha, quindi, concluso.

Per l'on. Nello Cappai (UDC) il fatto che prima si sciolgano gli enti e poi si preannunci una riforma, e un nuovo grave errore del presidente Soru. Per questo motivo occorrerebbe eliminare le norme soppressive degli enti e lasciare in piedi il successivo articolo n° 27 bis, che si propone di avviare entro tre mesi la riforma complessiva degli enti agricoli. Per Cappai rischia di essere un errore accentrare il governo delle politiche agricole in capo all'Ersat.

Sul tema è intervenuto poi l'on. Nicola Rassu (FI) per il quale non si ha davanti una manovra finanziaria reale, ma una manovra di riforma camuffata. "Non si può prima sopprimere e solo dopo preannunciare una riforma", ha precisato, sostenendo che "riforma in questione non può essere liquidata con poche righe", ha ribadito  che si sta tentando di privare l'Aula perfino del diritto di parlare, ed ha proseguito: "è un altro schiaffo all'Aula parlamentare". Per l'on. Nanni Moro (AN) è inconcepibile adottare in questo modo la riforma di enti così importanti storicamente anche alla luce delle politiche agricole comunitarie. Pur sostenendo l'esigenza di un riordino dell'ente ha tuttavia affermato che sarebbe stata più utile una conferenza organizzativa del settore. Ha aggiunto di non concordare affatto sulla linea adottata di inserire queste riforme nella manovra finanziaria. 

Polemico con i "sistemi della politica" l'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna) che dà un senso sbagliato alle battaglie: quello di difendere la propria bandiera chiedendo più soldi per un determinato problema; anziché sincerarsi che i soldi siano spesi bene dentro un processo di sviluppo credibile. Per tanti anni - ha aggiunto - sono stati tenuti in piedi alcuni carrozzoni che ancora oggi non si liquidano. L'intervento che le aziende sollecitano è quello di incentivi legati alla produttività, un sistema che premi i comportamenti virtuosi. Nel progetto di razionalizzazione della Regione, l'Ersat è parte importante. Non si comprende perché si voglia frenare il tentativo di avviare la sua riforma.

L'Ersat va sicuramente "riveduto e corretto", ha replicato l'on. Antonello Liori (An), ricordando che è sicuramente sovradimensionato rispetto a enti di promozione agricola di altre Regioni dove la dimensione degli interventi è assai più ampia. Tutti d'accordo sull'obiettivo, non sul metodo: non si può decidere la sorte di enti, qualunque sia la valutazione sul loro operato, con un semplice tratto di penna nel corso della notte. Né, su sulle riforme, la maggioranza può fare tutto da sola sfruttando la propria consistenza numerica.

Non si tratta di fare riforme; l'articolo 26 "è una semplice dichiarazione di intenti". Il Consiglio resta padrone della situazione e dirà la sua, in autonomia, sulle future riforme. Per Siro Marrocu (capogruppo dei Ds), in Finanziaria si sta indicando un percorso; si vuole dare un segnale forte dimostrando che si vuole intervenire sulle spese correnti. Gli enti? Non sono tutti da buttare via, non c'è alcun atteggiamento liquidatorio. Hanno professionalità e saperi da difendere. Tuttavia il Consiglio deve prepararsi a prendere in mano la situazione, per troppi anni trascurata. Quanto ai consorzi ortofrutticoli, non essendo enti strumentali della Regione, nessun intervento diretto può essere fatto dalla Giunta che, perciò, si limita "a promuovere" lo scioglimento.

Vogliamo tutti le riforme, ma utilizzare la Finanziaria per avviarle è "una scorciatoia pericolosa". L'ha detto l'on. Giuseppe Atzeri (Psd'Az) attribuendo "alla devastante azione del colesterolo" il fatto che molti colleghi non comprendano il pericolo che corre il Consiglio. Le norme intruse della Finanziaria sono un attentato alla democrazia, sul quale conviene riflettere.

E mente l'on. Oscar Cerchi (Uds) ha ribadito quanto detto dall'on. Mario Floris, sul fatto che la violazione di legge costituisce comunque una illegalità, l'on. Nello Cappai (Udc) ha contestato all'on. Marrocu che l'articolo 26 abbia un carattere programmatorio: è vero che "promuove" lo scioglimento dei Consorzi per la frutticoltura, ma (comma 2) dispone che, "dall'entrata in vigore della legge l'Ersat ne assume le funzioni.  Qualcosa di più di una semplice indicazione di intenti. Soru ha deciso - ha aggiunto Cappai - senza "conoscere neppure di che cosa gli enti che vuol chiudere si occupano"; si è mai posto il problema sul futuro di alcuni dipendenti che non hanno contratto pubblico ?

A smuovere le acque ci ha pensato di nuovo l'on. Mario Floris (Udc) il quale ha chiesto alla presidenza (in quel momento presiedeva l'on. Claudia Lombardo) il riconoscimento delle norme in discussione come intruse e quale comportamento si debba usa in questo caso: se fare osservare le leggi esistenti o decidere che siano le Commissioni consiliari a decidere. "Chiedo in pronunciamento ufficiale", ha concluso.

In soccorso della maggioranza è intervenuto l'on. Alberto Sanna, (DS) presidente della Quinta commissione, il quale ha sottolineato come nell'articolo 27 bis sia previsto che, entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria, la Giunta presenterà un disegno di legge. Assicurando di votare "come voterà la maggioranza", l'on. Sanna non ha tuttavia nascosto il disagio  ("esprimo la mia opinione") sul fatto che una materia così importante sia liquidata così sbrigativamente.

La necessità di un più approfondito esame dell'articolo 26 è stata confermata anche dall'on. Mario Diana (AN), per il quale la prima parte dell'articolo contraddice la seconda parte della proposta. La Regione ha detto, infatti, il capogruppo di AN, "promuove lo scioglimento di due consorzi interprovinciale per la frutti cultura operanti nell'Isola; con secondo comma dell'articolo, però si passa "tutto all'Ersat che spazza via l' esistente". Promuovere non vuole dire ciò, ha aggiunto Mario Diana, anche perché la Regione non è l'unico "controllore" dei consorzi. In questi enti sono, infatti, ben presenti gli enti locali e le province di Oristano, di Cagliari, di Sassari e di Nuoro non sono state assolutamente "interessate" a questo provvedimento.  Come può, in sostanza, la Giunta decidere soppressioni e accorpamenti senza un confronto, una conferenza di servizi. Senza concordare con altre istituzioni presenti negli enti una "qualche posizione comune". Concludendo il suo intervento Mario Diana, ha confermato che "questa proposta, questa contestabile riforma, non nasce dai banchi del consiglio, non  è farina del vostro sacco" e va, quindi, decisamente contrastata, avversata.

Posizione simile è stata espressa dall'on. Giorgio La Spisa (FI), il quale ha voluto porre l'accento sulla necessità che il presidente del Consiglio "faccia chiarezza" sulla possibilità che vengano presentate, con la Finanziaria "norme intruse" non in linea con le leggi di contabilità. Una interpretazione autentica" del presidente del Consiglio è necessaria, anche perché la presenza di "norme intruse" può potentemente condizionare il lavoro futuro. In ogni caso, ha ricordato Giorgio La Spisa, "promuovere" ha il significato di avviare un certo processo, di studiare ed esaminare, con grande attenzione una particolare situazione dalla quale partire per giungere a  qualcosa di diverso. Con questo articolo, con poche righe si fanno riforme "preoccupanti", non condivise. Per favorire un reale e sereno confronto, Giorgio La Spisa ha proposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Giacomo Spissu ha ricordato come la legge 11/1983, sulla contabilità regionale, indichi con grande precisione le "materie e le norme" che devono e possono essere contenute nella legge Finanziaria regionale. La prassi costante, ha aggiunto Giacomo Spissu, "ha sempre demandato alle Commissioni ed all'intero Consiglio la valutazione della compatibilità delle norme", contenute nelle manovre finanziarie e di bilancio, con le disposizioni generali in materia di contabilità.
L'Assemblea regionale, al contrario di Camera e Senato, non ha, infatti, nel suo regolamento interno, norme che prevedono la possibilità di "espungere" dal testo in esame quelle norme che dovessero essere giudicate "estranee, non compatibili" con il contenuto della legge finanziaria.
Il Consiglio, quindi, anche nelle passate legislature, tenendo conto dell'ordinamento gerarchico esistente tra le diverse leggi, ha sempre demandato alle Commissioni di merito o all'Aula il potere di decidere nel "merito", attraverso un costruttivo ed approfondito confronto, sulle diverse parti delle leggi finanziarie, tenendo ben presenti le indicazioni, estremamente chiare, dell'articolo 13 della legge 11/1983, questo sino a quando non si colmerà il "vuoto legislativo esistente", intervenendo in maniera opportuna sul regolamento interno dell'Assemblea regionale.

Ma la risposta del presidente Spissu non appaga l'on. Mario Floris (Uds), il quale, sottolineato come mai, come in questa Finanziaria, le norme intruse siano così numerose e impegnative, "scardinando i poteri del Consiglio, stravolgendo gli enti e creando nuovi carrozzoni", ha chiesto che, nel caso il Consiglio non decida di espungere le norme non consone, "o si sopprime la norma che ne vieta l'accesso o si dica chiaramente che l'approvazione avviene in deroga all'articolo 13 della legge 11". Consentire alla Finanziaria di diventare un contenitore pluriuso si rischia davvero di stravolgere qualunque principio legislativo; di questo passo si arriverà ad inserire "anche la nuova legge elettorale".
Riconosciuto che si tratta di un tema complicato, il presidente Spissu ha condiviso la necessità di regolamentare meglio la materia; tuttavia - ha aggiunto - le Commissioni hanno avuto tempo e modo di esaminare i contenuti della Finanziaria.

Perplessità sulle procedure seguite per avviare le riforme sono state avanzate anche dall'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-Sdi-Su), che ha annunciato la propria astensione nel voto "come segnale di malessere e di disagio". Le riforme, infatti, "devono essere condivise dalla società a cui sono destinate"; mentre l'on. Giorgio Oppi (Udc) ricordando che mai, in Commissione o altre sedi, si è entrati nel merito del problema, ha annunciato che, in sede di votazione, il suo gruppo abbandonerà l'aula.

A questo punto, l'on. Renato Cugini (Ds) ha riproposto un "confronto ravvicinato": in realtà - ha ammesso - si modifica l'assetto istituzionale e ciò richiede la partecipazione di tutti. Anche sulle Comunità montane occorre riflettere (le esigenze di riforma non devono essere confuse con la riforma), mentre sulla soppressione degli enti turistici con competenze trasferite all'assessorato regionale, l'esponente Ds ha detto di non essere d'accordo. Ma l'obiettivo principiale "è mettere in sicurezza il Consiglio" e per questo motivo, al di là del contenuto degli articoli in discussione, il confronto deve essere avviato.

La dignità del Consiglio è in pericolo, ha dichiarato l'on. Attilio Dedoni (I Riformatori); essa non si riconosce a parole, ma garantendo all'assemblea un ruolo che il presidente Soru vuole mettere in forse; mentre l'on. Nicola Rassu (Fi), accogliendo l'invito al dialogo dell'on. Cugini, ha invitato l'Aula a trovare la strada per raggiungere un'intesa.

Ma il dialogo non è facile; "noi - ha detto l'on. Mario Diana (An) - ci sentiamo incaprettati e ammanettati" da una maggioranza che va avanti con i numeri. In queste condizioni An non parteciperà al voto. Dichiarazione di "non voto" da parte dell'on. Carlo Sanjust (Fi): se la prassi è quella di violare la legge, come ha detto il presidente Spissu, insistere nell'errore è pericoloso.

In ogni caso liquidare l'Ersat, ente di grande prestigio e di riconosciuta importanza per l'agricoltura sarda, in poche righe contenute in Finanziaria non è rendere ragione a professionalità riconosciute e funzioni importanti nella promozione tecnica ed economica del settore. Per l'on. Nanni Moro (An) una riforma "degna dell'ente", richiede tempo e meditazione.

Ma per Giorgio La Spisa (Fi) non è in discussione solo il futuro dell'Ersat, ma il principio di violare, attraverso la Finanziaria, le competenze del Consiglio, argomento assai più importante e preoccupante. Il segno di disponibilità espresso dall'on. Cugini va tenuto in evidenza; ma se la maggioranza non sarà disponibile a un'intesa, almeno sui principi generali, anche Forza Italia abbandonerà l'aula.

L'on. Siro Marrocu (Ds) ha, tuttavia, insisto sul fatto che l'articolo 26 sia "la promozione di un'idea"; non esautora Consiglio e Commissioni, ma segna la volontà della Giunta (e della maggioranza) di avviare un processo di riforma. Sarebbe d'accordo - ha concluso - su un ordine del giorno che faccia salve le prerogative dell'Assemblea.

Il problema, tuttavia, non è quello di trovare intese sulle riforme, che "riteniamo necessarie"; ma se violare o meno la legge. E, in questo caso, ha detto l'on. Andrea Biancareddu (Udc) la prassi non esime i consiglieri dalla responsabilità di compiere un atto illegale. L'articolo 26 "produrrà" effetti che sono comunque sfuggiti al controllo del Consiglio; tutto ciò per assecondare il desiderio di tagliare qualche testa di vecchi amministratori.

Sarebbe meglio rinviare il contenzioso alla Prima Commissione, perché decida nel merito e sollevi anche il presidente del Consiglio da una grave responsabilità; questo il parere espresso dall'on. Giuseppe Atzeri (Misto-Psd'Az), che ha ricordato come, per decidere in fretta, Soru abbia già fatto qualche brutta figura, come per il commissariamento Arst.

Giudizio negativo è stato espresso, sull'articolo 26, anche dall'on. Beniamino Scarpa (Misto-Psd'az), il quale ha anche ricordato come il presidente della Giunta, almeno nelle precedenti legislature, era sempre presente in Aula, durante la discussione della manovra finanziaria, "mentre in questa occasioni, questo non avviene". L'esponente del Partito sardo d'azione ha lamentato anche come il Consiglio sia "sotto tutela", uno stato di sudditanza dimostrato dalla grande discrezionalità con la quale la Giunta utilizza i fondi disponibili (ad esempio, i 31 milioni di euro destinati allo spettacolo ed alle tradizioni popolari distribuiti senza alcun bando pubblico e, di conseguenza, senza alcun controllo), dal fatto che non vengano tenute in alcun conto le indicazioni ed i programmi approvati dal Consiglio, tanto è vero che molti soldi destinati alla tutela cultura e delle tradizioni popolati isolane non sono stati spesi e sono finiti in "economia". Dopo aver dichiarato di condividere completamente le argomentazioni ed i temi affrontati dal collega di partito, Giuseppe Atzeri, Beniamino Scarpa ha rivendicato "pari dignità" alla propria parte politica denunciando che, anche in occasione delle recenti nomine fatte dal presidente "con i poteri costitutivi del Consiglio", il Psd'az non sia stato minimamente "consultato". Nomine, decisioni, riforme, ha concluso Beniamino Scarpa, devono invece essere frutto di un sereno e reale confronto politico.
Concluse le dichiarazioni di voto, il Presidente ha posto in votazione gli emendamenti soppressivi dell'articolo 26, prima quelli totali poi quelli parziali, che sono stati respinti dall'Aula (alle votazioni non hanno partecipato le opposizioni). La maggioranza, dopo aver approvato l'articolo 26 ha, quindi, "bocciato" gli emendamenti sostituitivi o aggiuntivi allo stesso articolo. Concluse le operazioni di voti, la seduta è stata sospesa.


 I lavori del Consiglio proseguiranno
questo pomeriggio alle ore 17.00