CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 79 antimeridiana del
24 marzo 2005
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Giacomo Spissu.
Prosecuzione esame Disegno
di legge n. 91/A - Finanziaria 2005In apertura di seduta il Presidente, non essendoci altri interventi, ha posto in votazione l'emendamento 158. Trattandosi della prima votazione è stata rinviata, come da Regolamento, di 10 minuti, ma poiché scaduto il termine non vi era il numero legale la seduta è stata sospesa. Alla ripresa dei lavori il presidente ha posto in votazione l'emendamento n° 259. Su richiesta dell'on. Sanciu si è proceduto al voto segreto, poiché mancava il numero legale la seduta è stata nuovamente sospesa per trenta minuti.
Alla ripresa dei lavori il gruppo di Forza Italia ha richiesto un ulteriore verifica del numero legale, che è stato accertato.
E' stato messo in votazione l'emendamento 259, per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), il quale ha sottolineato che solo l'esperienza dei lavori d'Aula del presidente Fadda ha consentito che questo emendamento non fosse approvato. Ripetendo che l'argomento in discussione danneggia la Sardegna, Pili ha ribadito che questa non è una manovra ma un esercizio di ragioneria.
Sempre per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Mario Diana (AN), il quale ha ampiamente motivato le ragioni del proprio voto a favore, precisando che di fronte a gravi problemi come quelli dell'isola non si può immaginare una manovra come quella proposta.
L'emendamento 259 è stato messo in votazione ed è stato respinto con 41 no, 17 si e 3 astenuti.
Sull'emendamento 258 (soppressivo del comma 6 dell'articolo 1) è intervenuto l'on. Luciano Uras (PRC). L'esponente di Rifondazione ha annunciato il suo voto contrario e ha ribadito che sul patrimonio regionale il suo partito farà una battaglia politica perché venga restituito ai sardi.
L'on. Fedele Sanciu (FI) ha detto che questo emendamento non è strumentale. "La Regione non può essere gestita come un'agenzia privata. I maggiori, introiti non possono derivare dalla privatizzazione" per Sanciu nel sesto coma dell'articolo 1 c'è troppa discrezionalità. La Regione non può "svendere" il patrimonio regionale. E' necessario, in materia, agire con la massima trasparenza. Il consigliere di Forza Italia ha espresso voto a favore.
"Il comma 6 dell'articolo 1 è inquietante". Lo ha detto l'on. Gerolamo Licandro (FI) intervenendo, per dichiarazione di voto, sull'emendamento 258.
Su tutte le norme intruse, ha aggiunto, il comma 6 è il più "sinistro". Il suo voto sarà favorevole.
A favore dell'emendamento 258 voterà anche l'on. Mario Diana (AN). "Questo comma che vogliamo sopprimere non dà garanzie. Il consiglio deve essere informato su cosa si vuole vendere, a chi e per che cosa".
Inoltre, l'on. Diana, ha chiesto di avere garanzie su questa operazione di vendita del patrimonio regionale.
Mentre noi in Aula esaminiamo una manovra rigida vorrei capire perché alcuni assessori regionali promettano la risoluzione di problemi che richiederebbe milioni di euro non previsti in Finanziaria.L'on. Mariano Contu (FI) ha dichiarato di sostenere questo emendamento, in quanto non riesce a capire come si possa decidere di alienare il patrimonio regionale senza avere un elenco dei beni di questo patrimonio. Il consigliere di Forza Italia ha invitato la maggioranza a sopprimere il comma sesto dell'articolo 1.
L'on. Renato Cugini (DS) rivolgendosi all'on. Diana ha detto che a volte gli "estremismi anche in politica si incontrano". I beni a cui si ci riferisce in questo comma sono quelli che anche la scorsa Giunta di centrodestra voleva vendere. "Voterò contro questo emendamento che, tra l'altro, è in contraddizione con quando da voi sostenuto quando eravate in maggioranza". Per l'On. Cugini, la Regione non deve fare l'albergatore, ma deve programmare. Ciò che inutile deve essere venduto.
L'on. Giovanni Moro (AN) ha detto che questa Finanziaria pensa solo al disavanzo e non al futuro dei sardi. Mi sembra strano che si possa affidare la certezza dell'indebitamento alla certezza della vendita del patrimonio disponibile della regione. Moro ha annunciato il suo voto a favore dell'emendamento.
L'on. Franco Oppi (UDC) ha ribadito che è inutile che la maggioranza chieda la collaborazione dell'opposizione quando ogni emendamento della minoranza viene regolarmente bocciato. Il capogruppo dell'UDC ha detto che la possibilità di vendere il patrimonio disponibile della Regione richiede tempi lunghi. "Noi siamo contrari a questo comma che quantifica cifre fittizie e non veritiere". Per questo Oppi voterà a favore dell'emendamento. L'on. Giuseppe Atzeri (Psd'Az) ha chiesto più trasparenza. "In assenza di un percorso chiaro noi voteremo a favore di questo emendamento perché vogliamo più chiarezza e non è stato fatto un ragionamento organico".
Per l'on. Caro Sanjust (FI) l'approccio verso il comma sesto dell'articolo 1 sarebbe stato diverso se il Consiglio fosse stato messo in condizione di capire quali sono i beni da alienare. "Io voterò a favore sull'emendamento 258, ha detto Sanjust, anche perché c'è la preoccupazione che tra i beni da alienare ci siano i terreni costieri, dove lavorano centinaia di cooperative che danno lavoro a migliaia di giovani. Cosa accadrebbe a queste persone nel caso venissero alienati questi terreni?
L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha sottolineato che I Riformatori sardi sono a favore dell'alienazione dei beni della Regione, ma voterà a favore dell'emendamento perché non si può misurare l'impatto che avrà questa privatizzazione. L'on. Pisano ha chiesto l'elenco dei beni da alienare che deve essere messo a disposizione dei consiglieri per fare un'analisi quantitativa delle risorse.
L'on. Ciriaco Davoli (PRC) ha detto sull'argomento che è necessario un chiarimento ed una posizione unitaria. L'esponente di rifondazione ha chiesto una breve sospensione per specificare meglio quali siano i beni da alienare.
L'on. Onorio Petrini (FI) ha annunciato il suo voto a favore dell'emendamento 258 perché non è a conoscenza dei beni che la Regione vuole vendere. Nessuno lo sa. "É giusto, ha affermato, vendere le cose inutili che comportano costi per la Regione".
L'emendamento 258 è stato messo in votazione, con voto elettronico palese come richiesto dall'on. Diana (AN), ed è stato respinto: presenti 62, votanti 61, si 23, no 38, astenuti 1.
Si è, quindi, passati all'esame dell'emendamento n. 99 sull'alienazione del patrimonio regionale con l'intervento dell'on. Mario Diana (AN), il quale ha criticato l'importo di 63 milioni di euro ipotizzato come ricavo della vendita.
Per l'on. Roberto Capelli (UDC) la riduzione dell'indebitamento non può essere legata alla privatizzazione del patrimonio regionale.
Capelli ha poi sostenuto che si deve razionalizzare la gestione dei servizi e dei beni regionali, affidando, per esempio ad una apposita società la gestione del patrimonio immobiliare delle ASL.
Ulteriori critiche alla manovra Finanziaria sono state esposte dall'on. Fedele Sanciu (FI), il quale ha affermato che l'alienazione dei beni regionali deve avvenire con procedure trasparenti e pubbliche. Sanciu ha concluso criticando "il centralismo amministrativo della Giunta".
A parere dell'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) il comma 6 rientra in una linea strategica ben chiara relativa all'utilizzo del patrimonio regionale. "In quest'Aula il parlamento si sta screditando", ha concluso Maninchedda, in quanto "si discute strumentalmente delle cose per la vanità di se stessi".
L'emendamento 99, posto ai voti, è stato bocciato.
Sull'emendamento successivo, il 257 è intervenuto l'on. Mario Diana (AN), che lo ha ritirato.
L'emendamento 256, sul quale l'on. Roberto Capelli (UDC) ha anticipato il voto favorevole, prevede la soppressione del comma 8, relativo alle autorizzazioni di spesa.
Capelli ha ribadito che la cifra esposta riguardante la vendita del patrimonio regionale non è reale e ben difficilmente potrà essere realizzata. Si deve ragionare su cifre reali, ha concluso.
L'emendamento posto in votazione è stato respinto, così come i successivi 255 e 254, mentre il 253 è stato ritirato. Anche il 252 è stato bocciato.
L'emendamento 95, posto in votazione, è stato bocciato, mentre il 94 è stato giudicato positivamente dalla Giunta, ed è stato approvato, così come il numero 43.
Dopo il ritiro dell'emendamento 264, sul 39, relativo al sostegno dei contingenti, ha aggiunto la propria firma l'on. Capelli. L'emendamento è stato però bocciato.
L'on. Fedele Sanciu (FI) ha comunicato che il proprio gruppo sosterrà tutti gli emendamenti proposti dal Partito Sardo d'Azione.
L'emendamento 40, sull'incremento dei fondi per il fermo biologico, è stato respinto, mentre sull'emendamento 87, sul medesimo argomento, è intervenuto, a sostegno, l'on. Mario Diana (AN), che ha sostenuto la necessità di aiutare il comparto della pesca.
L'on. Alberto Sanna (DS) ha affermato che le risorse per il fermo biologico erano assenti nei precedenti bilanci del centrodestra. È la prima volta che nel bilancio regionale appare questa voce a seguito della concertazione con le organizzazioni dei pescatori. Sanna ha esposto il proprio parere negativo sull'emendamento.
Perplessità sulle dichiarazioni di Alberto Sanna sono state manifestate dall'on. Mariano Contu (FI), il quale ha chiesto di conoscere i motivi per cui siano sufficienti 8 milioni di euro per pagare i danni causati dal fermo biologico. E' necessario un approfondimento della materia, anche alla luce delle indicazioni fornite dall'UE. Contu ha annunciato il suo voto favorevole all'emendamento.
L'emendamento 87, posto ai voti è stato respinto.
Parzialmente accolto, invece, l'emendamento 92 presentato dal centrodestra sul contributo per il funzionamento dell'Autorità d'ambito. Ma l'importo è ridotto: solo 200 mila euro rispetto al milione richiesto. Avevano sostenuto la necessità dell'intervento gli onorevoli Mario Diana (AN) e Mariano Contu (FI), definendo "doveroso" il contributo. La proposta "minimalista" dell'on. Eliseo Secci (La Margherita), presidente della Terza commissione, viene accolta.
Altrettanto accade per l'emendamento 93, che chiedeva di irrobustire i finanziamenti destinati a favore delle organizzazioni professionale che fanno formazione e assistenza in agricoltura, sulla cui utilità si era espresso l'on. Fedele Sanciu (FI). La proposta di destinare 540 mila euro per ristabilire l'importo di 98° mila, decurtato a 440, non passa; l'on. Secci (L'on. Margherita) propone un aumento di 265 mila euro, che, sostiene, riporta l'intervento nella media dei contributi associativi. In questo caso, infatti, l'on. Secci riconosce che il taglio era stato un po' troppo ampio. L'on. Alberto Sanna (DS), presidente della Quinta commissione, ha espresso la propria soddisfazione "per il giusto riconoscimento".
Si arriva così all'emendamento 91, sull'imprenditoria femminile, che monopolizzerà il resto della seduta e spingerà la discussione sino a ora tarda. L'emendamento La Spisa prevede di portare le risorse da 2 a 3 milioni di euro. Uno sforzo inutile - commenta l'on. Maria Grazia Caligars (Misto - Sdi-Su) - perché l'intervento regionale, che è aggiuntivo, non può avere gambe fino a quando il governo non predisporrà il nuovo bando sulla legge nazionale. E' tutto fermo e i rappresentanti del centrodestra - ha detto l'esponente socialista - farebbero bene a sensibilizzare il Governo, anziché fare battaglie demagogiche.
Replica l'on. Mauro Pili (FI), rientrato in aula dopo una lunga assenza, dovuta, precisa (ma il presidente Spissu lo richiama, non essendo la dichiarazione attinente alla discussione in corso) alla decisione di rendere dichiarazioni spontanee alla procura essendo stato iscritto, per abuso di ufficio, nel registro degli indagati. Una decisione presa all'improvviso, ma annunciata da qualcuno ("mi hanno reso un'imboscata") vista la presenza di tanti giornalisti in anticamera del procuratore. Richiamato all'argomento, l'on. Pili polemizza con la Giunta, che dopo il "settebello rosa" del listino e la metà di assessorati alle donne, dimentica il problema quando c'è da difendere - afferma - una risorsa dell'economia sarda.
Forza Italia, direttamente chiamata in causa dall'on. Caligaris, assicura, per bocca dell'on. Carlo Sanjust, che interverrà presso il Governo nei dovuti modi; ma sottolinea come, nella difesa degli interessi del gentil sesso, il centrosinistra si defili, donne comprese.
Le dichiarazioni dell'on. Pili sulla sua vicenda giudiziaria non cadono nel vuoto. L'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) sostiene che l'intervento del leader azzurro fa nascere il sospetto che la vanità non è donna. Ha scelto la platea giusta e l'interesse dei mass media sulla Finanziaria. Tuttavia, è sconcertante l'ipotesi di "un'imboscata", che nessuno aveva interesse a fare, escluso, "forse, l'interessato". Richiamato dal presidente a restare nel dibattito d'Aula, l'on. Maninchedda "disciplinatamente" rinuncia alla parola; ma il tono è stizzito.
Ma ormai la polemica è attizzata e l'on. Giuseppe Pirisi (Ds) addossa la responsabilità dei tagli in bilancio allo sfascio finanziario della precedente gestione e invita l'opposizione all'autocritica, considerato che si erge a paladino delle donne dopo averle ignorate nella formazione delle precedenti giunte e del listino elettorale.
L'on. Claudia Lombardo (FI) replica: quella delle donne nel listino e nella Giunta Soru è stata "un'operazione di mera propaganda elettorale". Il centrosinistra ha attenzioni solo "per chi deve ricoprire incarichi" e dimentica gli interventi "a favore della generalità delle donne".
Intervengono anche gli onorevoli Luciano Uras (PRC), che rimprovera il centrodestra di essersi "svegliato in ritardo", Simonetta Sanna (La Margherita) che rifiuta polemiche sterili ("stiamo risanando il bilancio perché in futuro ci sia spazio anche per le donne").
Finalmente si vota, ma, su richiesta dell'on. Pili, con appello nominale. Il risultato è scontato: 19 sì e 40 no. L'emendamento è bocciato.
I lavori del Consiglio proseguiranno
questo pomeriggio alle ore 16.30.