CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 78 pomeridiana del 23 marzo 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda.

Prosecuzione esame Disegno
di legge
n. 91/A - Finanziaria 2005

Il dibattito è proseguito sugli articoli e sugli emendamenti. Nell'illustrare l'emendamento 259 (soppressivo del comma 5 dell'articolo 1) l'on. Mauro Pili (FI) ha sottolineato che i mutui contratti nella precedente legislatura erano finalizzati ad investimenti. Pili ha dichiarato che non vi sono ragioni perché questa maggioranza basi la sua manovra in termini di chiusura verso le istanze sociali. E' da contestare anche il principio della somma algebrica su cui si fonda il 5 comma dell'articolo 1.

Anche il successivo emendamento 258 (soppressivo del 6° comma dell'articolo 1) è stato illustrato dall'on. Pili (FI). Il comma contestato riguarda la dismissione del patrimonio immobiliare della Regione per ridurre il carico dell'indebitamento. Pili ha denunciato come nel 2002, l'attuale assessore Gian Valerio Sanna, allora all'opposizione, avesse contestato con forza un analoga operazione dell'allora governo di centrodestra Pili ha accusato di mancanza di coerenza il centrosinistra che oggi ha cambiato posizione ed ha proposto una norma apposita, con una legge separata ed ad hoc, che possa essere attentamente valutata dal Consiglio.

L'on. Giorgio La Spisa (FI) ha, quindi, illustrato l'emendamento n° 99. Esso propone la soppressione parziale del 6° comma dell'articolo 1. Si tratta di evitare, ha detto La Spisa, che le entrate per abbattere l'indebitamento provengano solo da operazioni di privatizzazione. E' possibile, piuttosto, per una ricontrattazione dei trasferimenti nazionali, tramite un rapporto più costruttivo nei confronti del Governo.

Sull'emendamento che propone la soppressione del 7° comma dell'articolo 1 (emendamento n° 257) è intervenuto ancora l'on. Pili (FI) che ha spiegato le ragioni per cui occorre eliminare le voci dei fondi speciali per il finanziamento dei provvedimenti legislativi. Per Pili occorre incrementare con apposita norma questo stock di risorse.
La soppressione del comma 10 è proposta inoltre dall'emendamento 254. Questo emendamento è stato illustrato sempre dall'on. Pili (FI), che ha motivato le ragioni per cui occorre cancellare tale norma che andrebbe rimodulata anche   per scongiurare autorizzazioni di spesa a carattere particolaristico.

L'emendamento n° 95, alla tabella B, è stato illustrato, invece, dall'on. La Spisa (FI), che ha ricordato come l'oggetto di tale proposta sia quello di impedire una diminuzione delle risorse. La Spisa ha in particolare rilevato come tale riduzione riguardi prevalentemente le risorse destinate agli enti al servizio delle imprese.

Si parla di un taglio di tre milioni di euro all'assistenza alle imprese della Sardegna centrale nell'emendamento 94, soppressivo parziale, illustrato dall'on. Roberto Capelli (UDC). Un altro "sgarbo" alle zone interne che contrasta - ha detto Capelli - con la sollecitudine dimostrata dalla Giunta (una celerità definita "clientelare") per correre "al capezzale del Consorzio di bonifica di Oristano". Alle aree deboli che chiedono attenzione per salvare le attività esistenti, "la Giunta risponde: fatevi l'assicurazione".

L'on. Beniamino Scarpa (Psd'Az) ha chiesto (emendamento 43) il ripristino dello stanziamento iniziale (50 mila euro) decurtato del 40 per cento, per i notiziari a favore dei non udenti sulle emittenti locali; un importo esiguo - lo ha definito - ma di grande spessore morale.

Sempre l'on. Scarpa (Psd'Az) ha chiesto (emendamento 39) di ripristinare il finanziamento iniziale per gli interventi della cassa integrazione guadagni e (emendamento 40) per il fermo biologico della pesa, decurtato di 2 milioni di euro (da 10 a 8 milioni). Emendamento analogo il numero 87, illustrato dall'on. Mario Diana (AN), il quale ha ricordato come non siano stati ancora pagati i danni ai pescatori dello stagno di Santa Giusta per la moria di pesci dell'estate scorsa ed ha sottolineato il disagio di questo settore.
Sempre l'on. Diana (AN) ha definito "una scorrettezza" il fatto che non sia previsto in Finanziaria alcun contributo per l'Autorità d'ambito, il consorzio obbligatorio per il servizio idrico voluto dalla Regione che mette insieme 36 Comuni e le quattro Province. Un intervento finanziario di un milione di euro è previsto dall'emendamento 92.

Un "taglio ben mirato" è, per l'on. Giorgio La Spisa (FI), quello che riduce di 500 mila euro (su una dotazione iniziale di 980 mila) il contributo alla Coldiretti per l'assistenza tecnica e la formazione delle piccole e medie imprese in agricoltura. "Non si capisce tanto accanimento". L'emendamento 93 tende "a fare giustizia".
Anche sull'imprenditoria femminile l'on. La Spisa (FI) chiede alla Giunta di fare marcia indietro e di ripristinare la somma iniziale (tre milioni). Il taglio penalizza l'imprenditoria "rosa", negando "pochi spiccioli", si danneggiano decine di piccole imprese. Il fatto sorprendente - ha sostenuto La Spisa - è che il centrosinistra si a difensore delle donne imprenditrici.

Dello stesso tenore l'emendamento 89 illustrato dall'on. Roberto Capelli (UDC), il quale ha illustrato l'emendamento 84 che prevede di integrare di 1,5 milioni il finanziamento destinato alle scuole materne non statali, il cui ruolo spesso è decisivo nell'assistenza e nell'istruzione dell'infanzia in carenza di strutture pubbliche.

Emendamento analogo (emendamento 41; aumento di 750 mila euro) è stato presentato dall'on. Beniamino Scarpa (Psd'Az), che ha riproposto l'importo "assestato" con l'assestamento di bilancio.

Per il Fondo unico universitario l'on. Giorgio La Spisa (FI) ha sollecitato il ripristino della dotazione iniziale (13 milioni di euro), decurtata di un milione euro: sono risorse - ha sottolineato - indispensabili alla ricerca da cui dipende buona parte dello sviluppo culturale ed economico. Altra stranezza: chi ieri, fuori dal palazzo del potere, sosteneva l'espansione dei servizi avanzati, ora riduce gli "investimenti" del settore.

Centocinquantamila euro di aumento sono stati chiesti (emendamento 42) dall'on. Beniamino Scarpa (Psd'Az) per le scuole civiche di musica, i cui contributi sono stati dimezzati. Le scuole - ha detto - sono iniziative affollate (frequentate da migliaia di allievi) e culturalmente valide: da Cagliari a Sassari, da Ossi a Soddì è un fiorire di iniziative che meritano di essere difese.

Ma c'è anche un emendamento (il numero 88) in controtendenza, quello presentato e illustrato dall'on. Roberto Capelli (UDC) in diminuzione che cancella il mezzo milione di euro per programmi di screening, ricerca, prevenzione e educazione sanitaria. L'argomento è rinviato al programma esitato dal competente assessore e, "ahimè", approvato dalla Giunta e dovrà avere, comunque, ha precisato Capelli, valenza pluriennale.

L'assessore Pigliaru ha illustrato 2 emendamenti ritenuti necessari per correggere alcuni errori materiali nei conteggi dei tagli ai finanziamenti per un Istituto e per l'Università di Nuoro, mentre l'on. Scarpa (Psd'Az) ha esposto le motivazioni alla base dell'emendamento 44 che propone l'aumento dei fondi per le cattedre di lingua sarda.

Dopo l'illustrazione di un ulteriore emendamento della Giunta sui finanziamenti agli Enti Locali da parte d dell'assessore Pigliaru, l'on. Capelli (UDC) ha esposto le finalità dell'emendamento 98, relativo ad un parere di una commissione consiliare, ed ha criticato gli emendamenti della Giunta che sono contro le decisioni assunte in Commissione, dopo una lunga discussione, in particolare per il finanziamento dell'Università di Nuoro.

Sull'insieme degli emendamenti, il presidente della commissione Bilancio, on. Secci, ha espresso il proprio parere, accettandone alcuni e respingendone altri, lo stesso parere è stato fatto proprio dalla Giunta.

L'on. Secci (La Margherita) ha chiesto una breve sospensione dei lavori che è stata accordata.

I lavori sono ripresi con la presidenza dell'on. Paolo Fadda. Dopo alcuni chiarimenti sui motivi della richiesta di sospensione da parte dell'on. Secci, l'on. Mauro Pili (FI), intervenendo nella discussione sull'articolo 1, ha sostenuto che la Giunta dovrebbe fornire chiarimenti sull'ammortamento dei mutui ed ha affermato che la politica dei tagli bloccherà l'economia della Sardegna, ponendo fine all'effetto moltiplicatore che i finanziamenti regionali hanno sempre avuto in tutti i settori delle attività isolane.

Per l'on. Luciano Uras (PRC) l'articolo 1 interviene con "notevole impegno di risorse" per ridurre il disavanzo finanziario della Regione, a favore dell'economia e della società sarda, colpite da una crisi che "deriva dai tagli della finanziaria statale". Uras, dichiarandosi comunque contrario ad una politica di tagli di risorse e strutture pubbliche ed ad una politica di "precarizzazione", come quella sostenuta, a suo parere, nel comma 12 dell'articolo 1, ha espresso la propria insoddisfazione "anche se mi rendo conto che il risanamento si doveva avviare". Occorre fare di più contro "lo Stato tiranno nei confronti della Sardegna", ha sostenuto ancora Uras, alla luce dei crediti maturati dall'Isola verso il Governo, senza vedere nessuna azione seria da parte della Giunta e del Consiglio. Occorre rilanciare la battaglia per le entrate, ha concluso Uras, ribadendo la propria insoddisfazione e il proprio imbarazzo.

L'on. Mario Diana (AN) ha affermato che se l'articolo 1 pone dei problemi ad Uras, "figuratevi che problemi pone a me". Uras, a parere di Diana, è stato il consigliere che più di tutti ha evidenziato le contraddizioni di questa Finanziaria e non ha avuto il timore di esprimere il proprio dissenso.

Il comma 5, che riguarda la copertura del disavanzo, secondo Diana è il punto focale dell'intera manovra Finanziaria. Il risanamento non è compatibile con lo sviluppo, ha detto ancora Diana. Riprendendo quanto detto da Uras sui crediti da parte dello Stato, ha poi sostenuto che se così fosse si sarebbero risolti i problemi dell'Isola. Si corre il rischio di fare tagli e penalizzare l'economia, per poi ritrovarsi tra qualche anno, in situazioni estremamente critiche, anche per una mancata valutazione dei rischi di questa manovra.

 E' poi intervenuto l'on. Mariano Contu (FI), che ribadendo le considerazioni critiche già avanzate da più parti nel centrodestra, ha deplorato "l'occupazione delle istituzioni da parte della maggioranza". Contu ha fortemente criticato le strategie del "così detto risanamento finanziario, che desta grandi perplessità".

Per l'on. Moro (AN), una Finanziaria caratterizzata dai tagli e priva di strategie appare in contrasto con l'asserita volontà di sviluppo. Giudicando questa legge figlia della fretta, che testimonia la mancanza di unità in seno alla maggioranza, Moro ha ribadito che in questo clima non è neppure possibile un confronto approfondito in Aula.

Molto critico anche l'on. Gerolamo Licandro (FI), che ha ribadito come appaiano evidenti lo sconforto e l'impotenza anche in seno alla maggioranza. La domanda da porsi riguarda, pertanto, la reale volontà delle forze della maggioranza di proseguire sulla strada dei tagli. Sarà difficile arginare questo autentico sfascio.

Sempre sull'articolo 1, è intervenuto l'on. Matteo Sanna (AN), il quale ha definito questo articolo "un pilastro debole, che trascinerà nel suo crollo l'intero sistema sardo". Poco è stato fatto in questo anno di governo, ha aggiunto, denunciando come la finanziaria sia caratterizzata solamente da tagli. Ribadendo la propria contrarietà alla legge, Sanna ha detto che essa è iniqua e debole, una "finanziaria di regresso".

Ha, quindi, preso la parola l'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC), che ha rimarcato la profonda divaricazione di posizioni tra maggioranza e opposizioni ed ha apprezzato le affermazioni di chi ha sostenuto che il bilancio va affrontato dal lato delle entrate. Precisando che nessuno dell'opposizione si è dichiarato contrario al risanamento finanziario, Cuccu ha aggiunto, tuttavia, che è una questione di modalità e misura. Approfondendo le problematiche dell'agricoltura, ha lamentato la incomunicabilità tra le parti.

L'articolo 1 è particolarmente importante, ha ribadito l'on. Giorgio La Spisa (FI) e non solo per il limite posto dallo stesso disposto normativo del comma 1, ma anche a causa delle tabelle A, B, C allegate, che, di fatto, restringono pesantemente le risorse spendibili. Tabelle che rivelano pesanti tagli. Secondo il rappresentante forzista non costerebbe granché che il limite della contrattazione venisse allargato almeno per i così detti nuovi oneri. Sarebbe utile pensarci.

Anche l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha sottolineato la valenza di questo articolo, che mostra il percorso ed i margini possibili di modifica, contenendo in se la filosofia complessiva della manovra finanziaria. Rilevando come il nuovo regime istituzionale pone Giunta e Consiglio su livelli diversi rispetto al passato, Vargiu ha posto il quesito se, a fronte di questo, le decisioni debbano concludersi all'interno della maggioranza, o se la presenza della minoranza rappresenti un valore aggiunto per la democrazia.

E', quindi, intervenuto l'on. Sergio Pisano (I Riformatori), che in modo sarcastico e ironico ha denunciato il fatto che si sono chiuse tutte le porte del confronto con l'opposizione. E le porte chiuse lasciano fuori tutto dalla formazione professionale alle politiche del lavoro, e fra le altre restano fuori anche le politiche per lo sviluppo.

Criticando i tagli operati dalla Finanziaria, Pisano ha sottolineato il grave onere rappresentato dall'indebitamento. Auspicando che da parte della Giunta vi sia una nuova disponibilità al dialogo, si è augurato che il sacrificio richiesto non porti al peggiore dei risultati.

In sede di replica, l'assessore alla Programmazione Pigliaru ha ricordato che il concetto che sottende all'art. 1 è quello del "vincolo di bilancio", il che non significa che si chiude ogni discorso. Si può discutere di tutte le scelte attuabili all'interno del vincolo di bilancio e credo, ha detto Pigliaru, che su questo principio vi sia condivisione. Il punto in cui ci si trova "tutti" oggi è che le spese obbligatorie sono uguali all'ammontare delle entrate. Ciò crea rigidità. Il problema, ha continuato l'assessore, è che il debito è aumentato di oltre sei volte nell'arco di tre anni. Questa dinamica del debito ha creato una situazione di saturazione. Il vincolo di bilancio serve ad invertire la tendenza, rallentando la crescita del debito. Nessuno poteva pensare ad eliminare del tutto l'indebitamento e si è, perciò, scelta una via mediana, per non danneggiare ingiustamente questa regione.
Dall'opposizione giungono segnali contrastanti: da un lato la critica sull'aumento dell'indebitamento, dall'altro l'accusa dei tagli. Chi pensa che siamo stati troppo lenti a ridurre l'indebitamento presenti emendamenti che riducono i 568 milioni del comma 1, chi pensa che siamo troppo veloci, ha aggiunto Pigliaru, faccia emendamenti che accrescono l'indebitamento.
Quanto all'indebitamento per gli investimenti creato nella scorsa legislatura, esso non ha dato origine al circolo virtuoso necessario. Ciò mostra quanto lavoro ci sia da fare per riformare il sistema.

Conclusa la discussione sull'articolo 1 e sugli emendamenti si è passati alla votazione.

Sull'emendamento n° 263 è intervenuto per dichiarazione di voto l'on. Mauro Pili (FI), che ha citato fonti della Banca d'Italia per confutare le affermazioni fatte dall'assessore. Pili ha replicato affermando che le critiche di Pigliaru sono prive di contenuto ed ha lanciato una sfida: "si citino dati reali sul fatto che gli investimenti fatti non abbiano generato benefici". D'altra parte, comunque, è vero che tre anni non sono sufficienti a creare adeguati benefici. Pili ha annunciato voto favorevole all'emendamento.

Voto contrario è stato, quindi, annunciato dall'on. Peppino Balia (Misto - SDI - SU), che ha chiesto ulteriori chiarimenti sulle modalità di votazione.

All'insegna del dubbio, per l'on. Mario Diana (AN) le dichiarazioni allarmistiche fatte dall'assessore Pigliaru sul forte indebitamento della Regione. "Aleggia in Aula il timore che i dati forniti dalla Giunta non siano reali", ha aggiunto, dicendo che questo clima giustifica l'emendamento soppressivo del comma 1. Anche per l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), al di là delle valutazioni sull'efficacia delle spesa passata per innescare un meccanismo virtuoso, c'è da verificare, ma prima di tutto, qual è lo stato di salute delle finanze a cominciare dalla consistenza patrimoniale. Si tratta - si è domandato - di indebitamento reale o virtuale, riferendosi alla "ingegneria" finanziaria che qualche volta consente di dare una " luce" diversa ai numeri. In sostanza: ha ragione Pili quando minimizza, oppure no? Quanto alla riqualificazione della spesa, la Regione ha strumenti adeguati per andare in questa direzione oppure gli strumenti sono al di fuori di essa?

Messo in votazione, l'emendamento 263 (che sopprime il comma 1: "è autorizzato il ricorso a uno o più mutui o, in alternativa, il ricorso all'emissione di prestiti obbligazionari per un importo complessivo di 568 milioni") è stato bocciato: 21 i si e 45 i no.

L'emendamento successivo (262) che prevede la soppressione del comma 2 ("le condizioni e le modalità previste dalla legge finanziaria 8/97 sono applicate per la contrazione dei mutui") subisce la stessa sorte (18 i sì e 39 i no), non prima, tuttavia, che l'on. Mauro Pili (FI), intervenendo per dichiarazione di voto, polemizzi con l'assessore sui giudizi espressi circa gli scarsissimi risultati ottenuti dalla politica degli investimenti della giunta precedente. Alcuni dati citati (ad esempio la spesa dei fondi Por, più alta in Sardegna che nelle altre regioni. Fonte Bankitalia) dimostrerebbe il contrario. C'è un giudizio positivo espresso anche dall'economista Savona a smentire l'analisi negativa dell'assessore. Sul futuro dell'economia sarda graverebbe, invece - ha aggiunto Pili - la prospettiva di una Finanziaria fatta di tagli e rinunce".

Per Fedele Sanciu (FI) le scelte del governo ragionale rischiano di spegnere "il lumicino di speranza, tenuto vivo dalla grande pazienza dei sardi". Ben altre erano le attese, andate deluse.

L'emendamento 261 prevede invece la soppressione del comma 3, che fissa in un massimo di 30 anni la durata dei mutui. E' segno dello stato di salute delle finanze regionali? L'on. Mauro Pili (FI) replica: è un modo per addossare al centrodestra responsabilità che non ha e, riprendendo il filo del discorso e la polemica con l'assessore della programmazione, Pili ricorda che fra il 2001 e il 2003 il Pil è cresciuto in Sardegna assai più che nella media nazionale, gli investimenti in opere pubbliche hanno segnato un record (oltre 1200 miliardi di lire) e tutto il sistema economico se ne è avvantaggiato. Per l'on. Sanciu (FI) l'emendamento non serve a perdere tempo, ma a mettere freno ad una situazione che arrecherà gravi danni alle aspettative della gente.

Per l'on. Giorgio La Spisa (FI) è l'occasione per riflettere anche sulle procedure adottate. Lo ha detto riferendosi, in modo particolare, all'emissione dei bond, che dovrebbe essere assoggettata a procedure di evidenza pubblica e con pluralità di offerte (soprattutto quando gli importi sono così elevati).

Dura la replica dell'on. Eliseo Secci (La Margherita), presidente della Terza commissione, a chi ritiene che la gravità della situazione finanziaria sia una montatura voluta dalla maggioranza. Il disastro c'è ed il fatto stesso che la durata dei mutui sia divenuta trentennale dimostra che la Regione ha bisogno di più tempo per riuscire a pagare. Rispetto al 1999 i mutui sono cresciuti di sei volte. La Finanziaria è severa, ma è anche l'unica strada per uscire dall'impasse. Il centrodestra, in questa vicenda, faccia il mea culpa per le responsabilità pregresse.

Risponde l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), pacatamente. La minoranza è pronta a fare fronte comune, ad esempio, per rivendicare il credito derivante dai trasferimenti dello Stato. Ma non si può dividere il Consiglio in buoni o cattivi; né la maggioranza può essere disponibile solo sulle cose che interessano.

L'on. Mario Diana (AN) trova fuori luogo continuare a sostenere che tutto dipenda dal malgoverno di centrodestra; l'indebitamento "è presunto", né l'assessore ha fornito quei chiarimenti (ad esempio sulle reali giacenza di cassa) che l'opposizione sollecita.

Anche questo emendamento cade: 20 i sì, 40 i no.

L'emendamento successivo prevede la soppressione del comma 4, che indica data di inizio (primo gennaio 2006) e di scadenza (2035) dell'ammortamento. L'on. Mauro Pili (FI) riprende il discorso: la Sardegna, in questi anni, registra indicatori economici di segno positivo: sono cresciute del 9 per cento le infrastrutture; è calata di quasi due punti la disoccupazione.

Ma il capogruppo DS, on. Siro Marrocu, replica che gli effetti di un intervento di governo si manifestano dopo due o tre anni, come lo stesso on.Pili riconosce. Ne deriva che la ripresina economica citata dal leader di Forza Italia è ascrivibile alla giunta Palomba, "negli anni di stabilità". E da Marrocu parte l'invito: basta con le polemiche, "facciamo fronte insieme a situazioni di difficoltà".

L'on. Diana (An) trova ingeneroso il giudizio sui benefici derivati dalla politica di investimenti del centrodestra; alcune cose sono state "copiate" dalla giunta Soru e riproposte paro paro. Caso mai resta da discutere perché, allora, il centrosinistra era contrario.

L'on. La Spisa (FI) si è detto d'accordo sulla necessità di risanare il bilancio e ridurre il debito: in fondo era l'obiettivo della giunta precedente. Ma è opportuno decidersi, una volta per tutte, a misurare la "capienza" della manovra e sapere se il bilancio è ingessato e condizionato dagli ammortamenti. Nei mesi futuri si valuterà se alcuni residui passivi potranno essere cancellati e se la "pulizia" anche contabile potrà ridimensionare i debiti. In ogni caso il discorso da fare è sulle entrate, inferiori al dovuto.

A rasserenare ulteriormente i clima contribuisce l'intervento dell'on. Renato Cugini (DS), il quale ha apprezzato la disponibilità della maggioranza a trovare, con la minoranza, punti di convergenza. Lo stesso intervento dell'assessore Pigliaru è parso, in tal senso, costruttivo. Passata la Pasqua, è possibile pensare ad un incontro ravvicinato che serva a chiarire meglio la manovra finanziaria ed a trovare intese.

"Chiedeteci di ragionare insieme", risponde l'on. Vargiu (I Riformatori) riprendendo l'invito di Marrocu e Cugini; ma occorre abbandonare la fase delle ripicche e delle reciproche accuse. Se la minoranza finora non ha aperto il dialogo, dipende dal fatto che si è sentita confinata nel ruolo di opposizione.

Il presidente Soru, da poco giunto in Aula, precisa - avendo sentito gli ultimi interventi e volendo "portare un piccolo contributo alla chiarezza" - che l'indebitamento è vero, sono 2.688 milioni di euro verso le banche: La necessità di procedere al risanamento è una strada obbligata. Il vincolo di bilancio va rispettato; ma la Giunta è pronta ad accogliere suggerimenti, a patto che, se si mette da una parte, si tolga dall'altra.

E qui finisce la seduta, con la votazione dell'emendamento 260, bocciato con 19 sì e 38 no.


 I lavori del consiglio Riprenderanno
domani mattina alle ore 9,30