CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 77 antimeridiana del 23 marzo 2005


Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo  e dell'on. Giacomo Spissu.

Prosecuzione esame Disegno
di legge
n. 91/A - Finanziaria 2005

La discussione è proseguita con l'esame dell'emendamento n° 266 (Trasferimento di poteri ai sindaci). Il consigliere Pili ha chiesto la verifica del numero legale; poiché per regolamento in sede di prima votazione è previsto il rinvio di dieci minuti delle operazioni di voto, il Presidente ha temporaneamente sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori l'emendamento 266 è stato posto in votazione, ma essendo mancato il numero legale la seduta è stata nuovamente sospesa.

Alla ripresa della seduta è stata nuovamente richiesta la verifica del numero legale che è risultata sussistere. E' stato posto in discussione nuovamente l'emendamento n° 266 aggiuntivo al titolo che, come detto, propone il trasferimento di poteri delegati straordinari ai sindaci.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), che ha sollevato l'esigenza di dare ai sindaci poteri particolari in situazioni straordinarie nel caso di calamità naturali o eventi straordinari. Pili ha annunciato il proprio voto a favore.

Anche l'on. Roberto Capelli (UDC) ha annunciato il voto favorevole ed ha sottolineato il segnale di grande attenzione che questo provvedimento significherebbe per i territori più svantaggiati.

Sempre per dichiarazione di voto è poi intervenuto l'on. Mariano Contu (FI) che ha sostenuto la delicatezza del ruolo dei sindaci nelle emerge più gravi. Contu ha detto che voterà a favore.

L'on. Luciano Uras (PRC), ha ricordato che con questo emendamento e con molti altri è evidente il tentativo di smantellare le funzioni di controllo e di programmazione della Regione che viene così delegittimata. Per questo ha annunciato il voto contrario.

Credere o no nel decentramento e nelle autonomie locali? Se lo è chiesto l'on. Nicola Rassu (FI) ripetendo il concetto che, se la risposta è affermativa, investire i sindaci di nuovi poteri è una conseguenza inevitabile, tenuto conto che spetta a loro intervenire di fronte alle emergenze del territorio.

Concetto che è stato riproposto anche dall'on. Giorgio La Spisa (FI), il quale ha sottolineato che lo spirito dell'emendamento è quello di "accelerare le procedure amministrative" mettendo i sindaci, "che hanno già maturato un'esperienza in materia"  in condizione di poter intervenire a beneficio della qualità della vita della comunità.

Del resto - ha ricordato, a sua volta, l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) - il trasferimento dei poteri "verso le sedi più vicine al cittadino" è insito nel percorso federalista al quale tutte le forze politiche riconoscono importanza. Vargiu ha riproposto il pericolo degli eccessi di garantismo che, quando si vive l'esperienza di un intreccio di norme che governano la società, rassomiglia sempre di più a una "foresta inestricabile", dove, alla fine, il cittadino perde la certezza del diritto. L'emendamento è una via per semplificare le cose.

Sia l'on. Nello Cappai (UDC) che l'on. Sergio Pisano (I Riformatori), entrambi sindaci di piccoli Comuni, hanno ripetuto la loro esperienza di fronte alle calamità naturali, il dover rincorrere il potere centrale (in questo caso identificato nella Regione) per risolvere problemi gravi. L'on. Cappai ha polemizzato con l'on. Uras ("che non ha letto l'emendamento o non l'ha valutato compiutamente, dimenticando che esso prevede l'estensione delle competenze ai sindaci solo in caso di emergenza") ed ha sottolineato l'assenza in Aula del presidente Soru, il quale, non avendo percorso alcuna trafila amministrativa, probabilmente "non conosce i problemi degli enti locali". L'on. Pisano ha ricordato come i sindaci siano in prima fila e debbano rispondere direttamente ai cittadini; a svolgere quel compito - ha detto - incontrano quotidiane difficoltà. Soprattutto quando si verificano calamità eccezionali.

L'on. Gerolamo Licandro (FI) ha chiesto ai colleghi dell'opposizione di evitare di fare appelli al presidente Soru di assistere ai lavori dell'Aula perché "ormai ha dimostrato che ha di meglio da fare". L'esponente di Forza Italia  ha detto che questa Finanziaria è caratterizzata da i tagli, ma la maggioranza votare lo stesso l'emendamento 266 in quanto non richiede nessun ulteriore impegno di spesa.

L'on. Diana (AN) ha annunciato il voto a favore all'emendamento 266 auspicando sempre più per i Comuni il ruolo di "amministrazioni attive" In questo emendamento si cerca di investire dei potere gli amministratori locali in materia di calamità naturali, emergenza idrica, traffico e viabilità, emergenza ambientale. Il capogruppo di AN ha detto che questo emendamento non è una norma intrusa.

L'on. Matteo Sanna (AN), annunciando il suo voto favorevole, ha spiegato che l'obiettivo dell'emendamento 266 è quello di dare ai sindaci, in alcune materie, pieni poteri. Con questo emendamento si apre un importante discussione sul ruolo del sindaco che, in alcune circostanze, deve avere la possibilità di decidere cosa fare.

L'on. Carlo Sanjust (FI) ha detto che l'emendamento 266 comporta un trasferimento reale di poteri ai sindaci in applicazione del principio di sussidiarietà che porterebbe ad un vero decentramento amministrativo. Questo emendamento, ha continuato Sanjust, dovrebbe essere accolto dalla maggioranza. L'emendamento 266 è stato messo in votazione con voto elettronico palese chiesto dall'on. Pili. L'Aula ha respinto (presenti 65, no 42,  si 20, astenuti 2).

Sull'emendamento 265 (Risarcimento mancati introiti ICI) è intervenuto a favore l'on. Pili (FI).

La Giunta, ha detto Pili, più volte ha ribadito che i mancati introiti dell'ICI non dovessero ricadere sui Comuni, ma non ha fatto niente per evitarlo. Questo non è un emendamento provocatorio, è una norma che cerca di evitare che i Comuni  si trovino in una situazione di estrema precarietà. Voi non accogliendo questo emendamento, ha detto ancora rivolto alla maggioranza dimostrate la vostra disattenzione nei confronti dei Sindaci. Con il vostro silenzio state dando un altro duro colpo agli enti locali.

L'on. Giorgio La Spisa (FI) ha sottolineato che questo emendamento mette a fuoco il problema in cui si trovano i Comuni dopo l'approvazione della legge urbanistica 2004.

Questa legge ha posto un problema giuridico, economico e sociale. E' un emendamento che testimonia un esigenza diffusa.

L'on. Mario Diana (AN) ha annunciato il voto favorevole a questo emendamento. Come non si può riconoscere, ha chiesto l'on. Diana, il grande danno che si ripercuote sui Comuni della Sardegna per i mancati introiti dell'ICI? Il capogruppo di AN ha detto che l'opposizione non sta facendo demagogia e ha invitato la maggioranza a votare questo emendamento.

L'on. Uras (PRC), dichiarando il suo voto contrario, ha detto che la logica di questo emendamento è "ridicola". Avrei gradito un ostruzionismo sui grandi temi, ha aggiunto, ma mirato ad ottenere di più, non a ripetere gli errori del passato.

L'on Franco Ignazio Cuccu (UDC) ha detto che questo emendamento è una proposta, e come tale non capisce "l'ira funesta" del collega Uras. "Di questo emendamento condivido soprattutto la parola risarcimento perché la L.R. n° 8/2004 crea effettivi danni ai Comuni".

L'on. Pirisi (DS) ha sostenuto che i Comuni costieri "incassano ICI in misura abbondante" e che pertanto l'emendamento non ha alcuna utilità. Resta da chiedersi quali siano i criteri che hanno portato a prevedere uno stanziamento di 20 milioni di euro. Per Pirisi è opportuno che l'emendamento venga ritirato.

A parere dell'on. Roberto Capelli (UDC), le motivazioni addotte da Pirisi confermerebbero l'intenzione di sostenere l'emendamento, mentre quelle riportate da Uras sono talmente convincenti da portarlo a votare contro l'emendamento, in piena libertà di giudizio, libertà che, si è augurato Capelli, possa essere alla base delle decisioni di tutti i consiglieri indipendentemente dello schieramento al quale appartengono. Capelli ha concluso con alcune considerazioni sull'assenza del presidente Soru, che ha ritenuto più opportuno partecipare a riunioni per le candidature, piuttosto che presenziare alla discussione sulla manovra finanziaria.

Secondo l'on. Antonello Liori (AN) , si deve protestare per l'uso scorretto da parte del presidente Soru delle sedi istituzionali per riunioni di partito. L'emendamento in discussione e pienamente valido per compensare i Comuni del mancato introito provocato dal decreto salva coste, indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni.

L'on. Mariano Contu (FI) si è espresso a favore dell'emendamento, per poi dissociarsi dall'atteggiamento di Capelli. Per Contu l'emendamento non è inutile o demagogico; pertanto non si può accogliere l'invito al ritiro. Dopo avere polemizzato con le dichiarazioni di Pirisi circa "lo svilimento del patrimonio costiero" Contu ha ribadito che a suo parere, i vincoli posti dalla legge n. 8 hanno provocato danni ai Comuni, ed ha giudicato prive di senso le affermazioni sulla ricchezza dei Comuni costieri .

Per l'on. Nanni Moro (AN), l'emendamento rappresenta un rimedio contro una Finanziaria che ha dimenticato il danno inflitto ai Comuni costieri alla legge salva coste. Occorre pertanto un risarcimento alle amministrazioni locali.

Secondo l'on. Pisu (PRC), nessuno si deve meravigliare "della passione con cui Uras ha trattato l'argomento", anche perché dall'emendamento traspare la demagogia che lo ha ispirato. Il decreto salva coste è provvisorio, ha detto Pisu, in attesa dei Piani paesistici; d'altro canto si devono considerare anche le difficoltà finanziarie del momento, oltre a quanto espresso dai Comuni nelle riunioni dell'ANCI e di altri organismi circa la redistribuzione dell'ICI, argomento del quale si dovrebbe occupare il Consiglio regionale. Pisu ha, infine, ribadito la preferenza del Partito della Rifondazione Comunista per il sistema elettorale proporzionale.

Richiamando le affermazioni di Pirisi, l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha respinto le accuse di poca serietà dell'emendamento in discussione. Se c'è poca serietà, non è nell'emendamento, semmai nell'Aula  che ha approvato un decreto che blocca la edificabilità nella fascia costiera dell'Isola, senza tenere conto del danno subito dai Comuni per il mancato introito dell'ICI. Sarebbe stato più serio presentare, unitamente alla legge, un documento sugli effetti provocati dal provvedimento approvato. E questo dovrebbe essere un compito della maggioranza.

Voto favorevole all'emendamento è stato preannunciato dall'on. Matteo Sanna (AN) secondo il quale la riduzione delle risorse ai Comuni porterà a un peggioramento della qualità dei servizi che gli Enti locali erogano a tutti i cittadini, "Anziché attendere che Soru inviti i Comuni ad assicurarsi sul mancato introito dell'ICI, ha detto ironicamente Sanna, abbiamo preferito presentare questo emendamento d'accordo con i Comuni della Sardegna".

"Questo emendamento sarà bocciato, come i precedenti" ha affermato l'on. Siro Marrocu (DS), che ha poi criticato  la presentazione di numerosi emendamenti al titolo della legge, anziché ai singoli articoli e alle singole materie. Questa ha detto Marrocu è una farsa.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha modificato la propria dichiarazione di voto, annunciando voto favorevole.. Dopo avere rassicurato Marrocu della legittimità degli emendamenti al titolo, il presidente Lombardo ha messo in votazione l'emendamento che è stato bocciato.

Si è passati, quindi, all'esame dell'articolo 1 e dei relativi emendamenti.

Sull'emendamento 263 che sopprime il primo comma dell'articolo 1, è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), il quale, dopo avere polemizzato con Marrocu, ha affermato che la manovra finanziaria richiede un'ulteriore riflessione in merito al "presente indebitamento".
Pili si è soffermato poi sulle cifre riportate nella tabella del disegno di legge, giudicandole "senza costrutto finanziario ed economico" ed estremamente dannose per il futuro della Sardegna.

L'emendamento n° 262, soppressivo parziale del 2° comma dell'articolo 1, è stato spiegato dall'on. Giorgio La Spisa (FI) cha ha spiegato le motivazioni politiche della richiesta di eliminazione delle spese che non abbiamo un corrispettivo di entrate preciso. Si tratta di un principio che dovrebbe limitare l'indebitamento. La proposta di sopprimere il comma 2 che disciplina appunto la contrazione di mutui, va , secondo La Spisa, nella direzione di limitare i debiti regionali per gli anni a venire attraverso i prestiti obbligazionari. La Spisa ha anche ripreso soffermandosi, le critiche già lanciate dall'opposizione alla politica dei tagli che caratterizza la manovra finanziaria.
La Spisa (FI) riferendosi all'emendamento n. 261, ha detto che intende sopprimere il 3° comma dell'articolo 1 (Mutui e prestiti obbligazionari) non è un pretesto fine a se stesso per fare opposizione, bensì conferma l'esigenza di bloccare l'ulteriore indebitamento, presente, nonostante tutti, anche nella Finanziari di quest'anno. Ma esso si inquadra nella linea più generale della minoranza che è quella di dare un ruolo incisivo al Consiglio anche in termini di scelte relative alla ricerca di risorse.
Ecco la ragione di fondo per cui il 3° comma dell'articolo 1 merita di essere soppresso, ed i suoi componenti eventualmente riproposti dopo un controllo approfondito del Consiglio, considerando le proposte fatte della minoranza con i propri emendamenti.

E' stata, quindi, la volta dell'emendamento n° 260 (soppressivo del comma 4° del articolo 1). Lo ha illustrato l'on. Mauro Pili (FI) che, proseguendo sulla falsa riga dei precedenti interventi, ha parlato di ripetitività normativa e di insussistenza del dialogo legislativo. Ricordando l'emissione obbligazionaria già avviata, Pili ne ha denunciato la scarsa trasparenza. Ha detto che si tratta di un paravento che nasconde un'operazione illegittima. Ha anche criticato la mancanza di una trattativa con più società per l' emissione di tali bond.

Con questo emendamento la seduta è stata aggiornata al pomeriggio. 


I lavori del consiglio riprenderanno
questo pomeriggio alle ore 16.00.