CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 72 antimeridiana del
17 marzo 2005
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Giacomo Spissu.
Prosecuzione esame Disegno
di legge n. 91/A - Finanziaria 2005L'esame della Finanziaria 2005 è ripreso, in un'Aula "non proprio affollata", con l'intervento del presidente del gruppo Insieme per la Sardegna, Carmelo Cachia. L'esponente dell'Udeur, dopo aver ricordato che il documento finanziario e di bilancio "è il primo atto politico di quello che viene definito il nuovo corso", ha sottolineato come la Finanziaria rappresenti anche la prima, concreta, occasione di riforma della Regione, una opportunità da cogliere al volo se si vuole, realmente, avviare "il percorso del buon governo, necessario se si vuol far uscire la Sardegna dalla grave crisi che deve affrontare".
Una crisi che viene da lontano, ha aggiunto Carmelo Cachia, ricordando la situazione economica internazionale, condizionata dalla globalizzazione che ha numerosi aspetti negativi. Una riforma necessaria, ha aggiunto Cachia, perché la Regione non ha una macchina amministrativa, una organizzazione in grado di affrontare le crisi, di risolvere le difficoltà.
Riforme urgenti, ha detto anche l'esponente dell'Udeur, perché è necessaria una struttura amministrativa particolarmente efficiente per amministrare tenendo conto che "esistono 4 miliardi di debiti, una enorme palla di ferro che impedisce di camminare speditamente". Una situazione aggravata dal fatto che la Sardegna sta per uscire dall'Obiettivo 1, quindi perderà molte delle risorse finanziarie comunitarie, mentre lo Stato non è stato in grado di "imporre l'insularità, una situazione geografica penalizzate, come elemento obiettivo del quale l'Unione Europea avrebbe dovuto tener conto" e, quindi, confermare gli interventi straordinari previsti dalle norme per le regioni meno favorite.
Il fatto è che, ha detto anche Carmelo Cachia, lo Stato ha fatto scelte assolutamente non condivisibili, ha messo in soffitta la lotta alla disoccupazione, le norme dello Stato sociale, la concertazione ed il confronto. E queste decisioni hanno avuto pesanti ripercussioni anche sulla situazione sociale ed economica della Sardegna.
Come sono particolarmente preoccupanti le scelte politiche fatte nel campo delle riforme: "Il federalismo proposto dalla Lega è preoccupante, ha aggiunto l'esponente dell'Udeur, perché la devoluzione, il federalismo, che non è tra eguali, penalizzeranno ulteriormente la nostra regione, provocheranno un vero e proprio terremoto nel sistema istituzionale nazionale".
Una situazione complessa, nella quale occorre essere tutti uniti, per avviare le battaglie che devono portare al "riconoscimento dell'insularità, come fattore penalizzante", per imporre i diritti dell'Isola anche sullo scenario nazionale e comunitario. Occorrono, quindi, scelte largamente condivise, anche se è difficile proporre grandi scelte politiche portandosi sulle spalle una pesante eredità quale è quella che questa maggioranza ha ereditato dalle giunte precedenti."Le casse sono vuote, ha detto anche l'oratore, senza un piano di risanamento e di riordino delle uscite andiamo verso una grande catastrofe. I numeri sono numeri, sono sotto gli occhi di tutti. Tutti vorrebbero un certo gradualismo nel tagli, nei risparmi, ma la situazione impone, invece, decisioni drastiche. La passione politica non deve guidare le nostre menti a briglia sciolta, ora dobbiamo passare ai fatti, onorare gli impegni".
La Finanziaria ed il bilancio sono lo specchio reale di questi tempi, "sappiamo che è difficile fare le nozze con i fichi secchi, ma la situazione è grave ed impone di andare avanti con dignità, ha concluso Carmelo Cachia. Le scelte toccano rendite di posizione, si comprendono anche gli stati d'animo di coloro che non otterranno quello che speravano di avere. Ma a queste scelte non c'è alternativa. Moderiamo i toni e le polemiche, quindi, almeno per senso di responsabilità, per pudore".La finanziaria ed il bilancio che "rappresentano la prima verifica politica, l'atto più significativo delle scelte della maggioranza" sono stati profondamente criticati dall'on. Silvestro Ladu (Forza paris), il quale ha voluto ricordare che "se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro sarà proprio difficile", perché questa maggioranza mostra di voler semplicemente distruggere e smantellare il pregresso; non c'è nulla di nuovo, in questo documento, che "manca assolutamente di una strategia complessiva".
Esaminando, nel merito, le scelte della Giunta, Silvestro Ladu ha "denunciato" che i POR sono stati sviliti a ruolo di intervento ordinario, col rischio di un ulteriore rallentamento della spesa. I tagli, altro argomento scottante, sono stati fatti in modo indiscriminato, senza tener conto della realtà isolana, colpendo i settori sensibili della nostra economia. Si sono "tagliati" gli interventi a favore del settore agricolo, dell'artigianato, dei trasporti, di quei settori economici tipici ed importanti. "L'unico settore sul quale si investirà di più è quello sanitario, la spesa, infatti, è passata dal 36,5 per cento ad oltre il 40 per cento". Anche in questo caso, una decisione presa da pochi ed imposta agli altri, quando, infatti, si parla di razionalizzazione della spesa "si impone l'alt ai direttori generali" imponendo loro di "fare solamente l'ordinaria amministrazione".
Per le scelte del passato, solamente critiche. "Eppure, nella scorsa legislatura la maggioranza aveva affrontato molte calamità naturali, le epidemie della lingua blu", come aveva fatto scendere la disoccupazione dal 23 al 17 per cento, con un consistente aumento (molte migliaia di unità) del numero degli occupati. Quindi, quelle giunte avevano affrontato, anche col metodo della concertazione, una realtà difficile, ottenendo risultati significativamente positivi.
La manovra della quale si discute, invece, "è blindata, immodificabile", ma non può essere assolutamente accettata. "La finanziaria va alleggerita, vanno tolte le norme intruse, ha concluso Silvestro Ladu, tenendo conto che si va verso il quarto mese di esercizio provvisorio e che, quindi, questi soldi saranno utilizzabili solamente in estate. È necessario, quindi, cambiare profondamente, modificare la manovra complessiva, tenendo conto delle indicazioni delle minoranze, della società civile".Il lavoro preparatorio che ha portato a questa discussione in Aula, è stato lungo e tribolato, ma ha permesso di fare alcune importanti riflessioni e l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) si è voluto soffermare proprio su alcuni di questi temi, legati più ad una impostazione generale del dibattito e del confronto politico, che al tema specifico in discussione, appunto quello della Finanziaria e della manovra di bilancio 2005, "una manovra di destra, portata avanti dal centrosinistra".
Il capogruppo de I Riformatori ha voluto ricordare che il risanamento dei conti pubblici, le scelte politiche che tendevano al pareggio dei conti dello Stato, sono sempre stati "una caratteristica della Destra", mentre la sinistra era, storicamente, "più propensa" all'indebitamento, per dare risposte alle istanze sociali, specialmente delle fasce più deboli.
E Pierpaolo Vargiu ha ricordato le proposte del centrosinistra: il piano per il lavoro, che è stato finanziato con l'indebitamento, il reddito di cittadinanza, che potrebbe portare a nuove spese per almeno 1000/1500 miliardi di lire, molti altri interventi a sostegno delle fasce meno favorite, che porterebbero ad altri debiti. "Siamo in una situazione kafkiana, pirandelliana, ha aggiunto Pierpaolo Vargiu, perché i debiti alla sinistra non vanno più bene, perché l'obiettivo è l'immediato risanamento dei conti regionali". Come incomprensibile è il giudizio assolutamente negativo di questa maggioranza di quanto fatto nelle legislature precedenti, perché quelle decisioni, cosi ingiustamente criticate, erano "frutto di una effettiva consociazione, tra destra e sinistra".
"Condividiamo l'esigenza del ripiano economico; condividiamo l'esigenza delle riforme importanti, ha detto anche il capogruppo de I Riformatori; accogliamo anche il richiamo di alcuni esponenti della maggioranza, di decidere un percorso comune", ma dalle aperture di maniera non si è passati alle aperture effettive, ha aggiunto Pierpaolo Vargiu.
Una situazione che ha portato a scelte discutibili, tanto è vero che le critiche sono state ben più numerose dei consensi, anche perché la maggioranza non ha accettato alcun confronto, alcun dialogo.
L'unico giudizio positivo è giunto, infatti, dalla Confindustria, mentre tutte le altre organizzazioni professionali e sindacali hanno dato un giudizio estremamente negativo, chiedendone anzi una profonda modifica, un rapido e significativo dietrofront.
Probabilmente, ha detto ancora l'esponente de I Riformatori, questa manovra è frutto di "presunzione e poco realismo", e non si è tenuto conto che "anche il centrodestra può cavalcare la tigre della protesta". Un confronto serio e corretto avrebbe, certamente, evitato molte polemiche, molte scelte che non sono assolutamente condivise.
Si tratta, quindi, di un problema di metodo, più che di merito. "La verità, ha aggiunto Vargiu, è che la democrazia ha bisogno di aggettivi. La democrazia liberale, ad esempio, si pone il problema di tutelare il ruolo, i diritti delle minoranze. In questo tempi si assiste, invece, a preoccupanti rigurgiti neo-conservativi, si evita accuratamente, il metodo del dialogo e del confronto".
Nelle prossime settimane, ha aggiunto l'oratore, arriverà in Consiglio il piano sanitario e quello socio - assistenziale e saranno "programmi di lacrime e sangue". In questa occasione, ed in quella occasione, il dialogo ed il confronto avrebbero permesso un concreto dialogo tra le parti. Anche perché l'esigenza delle riforme è sentita, da parte di tutte le forze politiche. Ma non si possono avviare sette o otto riforme di grande importanza inserendole in una manovra finanziaria, senza confronto, senza dialogo, facendo entrare nella mente delle persone la "cultura del sospetto", dipingendo gli avversari come nemici, indicando ciò che è stato fatto dagli altri come "tutto sbagliato". "Questo è un grande errore di metodo, anche perché si cerca di trasformare la minoranza, le minoranze, in opposizione", criminalizzando chi la pensa diversamente, abdicando al concetto, al metodo della democrazia liberale, che, invece, deve essere largamente condiviso, applicato.
"La gente non ha più l'anello al naso", ha concluso Pierpaolo Vargiu, riesce a capire le ragioni delle diverse parti, riesce a valutare le scelte e le posizioni politiche. Il capogruppo de I Riformatori ha, quindi, "assicurato" la maggioranza che il suo gruppo non farà, nel corso di questo confronto, ricorso al "voto segreto, anche per non farvi regali. Ognuno, infatti, dovrà dire, apertamente, come la pensa", come vuole affrontare i reali problemi della Sardegna.L'assenza del presidente Soru (arriverà più tardi), "unico esponente della Giunta con legittimazione popolare, non è andata giù all'on. Mario Diana (AN), il quale ha sottolineato come la discussione sulla manovra sia un momento particolarmente importante del confronto politico. Scarso riguardo nei confronti del Consiglio, del resto, Soru ha dimostrato decidendo da solo su alcuni enti che sono espressione anche degli enti locali (è in caso dello Iacp), mai consultati a riguardo. Come accettare allora l'invito della "suocera" Cugini, "che parla perché senta la nuora", quando invita tutto il Consiglio, opposizione compresa, a condividere il processo delle riforme, se la partecipazione della minoranza, relegata ad "opposizione", non è gradita?
Per approvare senza difficoltà "questa scarna e debole Finanziaria", l'on. Diana propone di eliminare tutte le norme intruse, che, come tali, non ci dovrebbero stare: Riguardano le riforme? "Prendiamo l'impegno - ha aggiunto - di riparlarne subito, ma in altra occasione". L'esponente di AN ha tuttavia dichiarato di non credere "nella gravissima situazione finanziaria della Regione", ritenendo che, da parte dell'assessore, non sia stata fatta "un'attenta verifica sui residui", anche perché esistono disparità sul modo di classificarli e utilizzarli, a discrezione dei dirigenti dei vari assessorati. C'è chi spende e chi no.
Otto mesi di governo - ha detto, ancora - non sono molti; ma il fatto che la Giunta non abbia risolto un solo problema, grande o piccolo che sia, è un campanello di allarme. Anche il rigore della Finanziaria merita qualche riflessione: a parte qualche repentino cambiamento di rotta, come nel caso del metano (ieri demonizzato, oggi condiviso), il governo regionale non fa emergere alcuna indicazione sulle previsioni di sviluppo. Punto nevralgico il piano sul lavoro, l'articolo 19 della legge 37. Si levano, in nome dell'austerità, 172 milioni e se ne lasciano solo 30; ma non si levano, quei soldi, "per fare altro". E qui, appunto, sta il limite di una manovra che pur di risparmiare penalizza tutti, a cominciare proprio dalle categorie sociali più deboli. Di fronte a questa "isterica" politica dei tagli, ci si dimentica di tutto: anche del nuovo Statuto, garanzia dell'identità dei sardi. E le due proposte di legge, di origine consiliare, depositate in Commissione non si discutono in attesa che arrivi, finalmente, quella della Giunta.Per l'on. Antonello Licheri (PRC), invece, si è avviato il programma di risanamento del debito, divenuto indispensabile dal momento che le spese correnti superano le entrate negando qualunque spazio alla manovra. In questi ultimi anni la Regione ha portato avanti una linea politica che ha penalizzato in particolare sanità, stato sociale, previdenza e scuola, con una "gestione selvaggia" ispirata "da logiche liberte". Gli effetti negativi sono stati amplificati dall'atteggiamento centralista del Governo. Con la Finanziaria bisogna riavviare le politiche sociali, seriamente compromesse.
Licheri ha apprezzato il lavoro della Commissione ("il confronto c'è stato e anche il ruolo dell'opposizione è stato corretto"), che, dopo le audizioni delle parti sociali, ha consentito di migliorare l'impianto della proposta. L'Aula - ha aggiunto - deve approfondire alcuni aspetti e, pur mantenendo inalterate le strategie generali, apportare altri miglioramenti. Quanto alle politiche attive del lavoro, cavallo di battaglia di Rifondazione, l'on. Licheri ha sostenuto che è una risposta indispensabile alla povertà, al bisogno e alla difesa della dignità umana. La Caritas avverte: molta gente non ce la fa più; giovani, donne e pensionati sono al limite del minimo di sopravvivenza. L'articolo 19 della legge 37 va messo in condizione di funzionare perché è uno strumento "che ha consentito a molti sindaci di fare uscire dall'isolamento i propri paesi", dando un'alternativa altrimenti inesistente. Occorre, tuttavia, una legge organica per il salario sociale che non deve essere considerato un sussidio, ma un inserimento lavorativo.
Quanto alle norme intruse, è la risposta alla necessità di riorganizzare la struttura amministrativa della Regione; ma l'Aula "deve trovare le forme e i criteri" che riterrà più utili. L'on. Licheri ha difeso anche le Comunità montane, alle quali vanno riconosciute importanti funzioni per valorizzare il territorio. Sono troppe, ma una proposta di legge approvata in Commissione ne prevede il riordino ed è su questa proposta che il Consiglio si deve misurare.Dopo "l'ambulanza Licheri, in soccorso della Giunta", è intervenuto l'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az), che ha duramente criticato la manovra prodotta da una Giunta "che rappresenta l'intellighenzia de bidda", del tutto avulsa dal mondo reale; una manovra "rancorosa e cinica", a cui finalità sembra quella di affossare il popolo sardo. Le stesse penalità inflitte all'agricoltura, i giudizi negativi espressi dal presidente Soru, dimostrano che non si vuol tenere conto dei problemi di un comparto strategico per la nostra economia. Tutto ciò soprattutto in ossequi alla discontinuità.
Quanto al Consiglio regionale, ha perso - ha affermato - il difensore delle sue prerogative, un Presidente che, per non dispiacere al governatore, ha chiosato l'assenza di riferimenti regolamentari per non escludere dalla Finanziaria le norme intruse. Un atteggiamento, ha sottolineato Atzeri, che nel Psd'Az "suscita indignazione".
Ma l'aspetto più sconcertante - ha aggiunto - è la caduta della tensione nei confronti dello Stato sul recupero delle aliquote Irpef e Irpeg, snodo essenziale della politica delle entrate: ben diversamente fa la Sicilia - ha ricordato - dove la norma statutaria di 50 anni fa prevede il prelievo diretto delle somme di competenza. Ciò dimostra, ancora una volta, che la Regione, al di là delle affermazioni di principio, "subisce" lo Stato e non rivendica con la dovuta autorevolezza gli arretrati derivanti da alcune situazioni, insularità prima di tutto, che penalizzano i sardi.
Se questo è l'atteggiamento prevalente - ha concluso Atzeri - e se il disagio di molti consiglieri di maggioranza non si manifesta, liberando le molte potenzialità represse, "se questo è il prezzo da pagare alla politica", meglio pensare subito a una legge elettorale "non liberticida, come l'attuale" e, appena approvata, "rivolgere al presidente Soru l'invito a dimettersi e sciogliere il Consiglio"."Non si può dire altro se non che sia una legge finanziaria veramente brutta", così il capogruppo dell'UDC, Giorgio Oppi per il quale la manovra è illiberale, dirigistica, piena di contraddizioni ed equivoci. Sostenendo che si tratta di un documento estremamente impreciso, Oppi si è a lungo soffermato con numerose considerazioni tecniche su varie parti della legge in discussione, contestando vivacemente la scelta di inserire materie che secondo la legge generale di contabilità sono vietate: in particolare norme sulla riforma della Regione o degli enti regionali. Dopo aver ricordato che per affrontare certe questioni sono espressamente previste le leggi collegate alla Finanziaria, il rappresentante dell'opposizione ha fortemente criticato le norme intruse che a suo giudizio sono contenute nella manovra della Giunta. Vi sarebbe per Oppi una grave confusione legislativa che va affrontata in modo chiaro e senza ambiguità col coinvolgimento del Consiglio al quale va riconosciuto tutto il suo ruolo legislativo. Ma a fronte di questo contrastano gli atteggiamenti messianici che assumerebbe il presidente della Giunta. E se è vero che gli errori delle leggi fnanziarie possono sempre essere corretti nel tempo, ciò non è possibile per i colpi che vengono invece inferti alle istituzioni.
Dopo aver approfondito criticamente numerose parti della legge, ha quindi manifestato forti perplessità sulle scelte della Giunta e del presidente: sotto esame in particolare le tematiche agricole, sanitarie, del patrimonio regionale che potrebbe essere la leva migliore per garantire nuove entrate da destinare all'Industria, settore sacrificato. Queste scelte porteranno alla bancarotta interi settori produttivi, ha detto Oppi, il quale ha definito mortificante il lavoro svolto in Commissione ove il rapporto con l'opposizione è stato meramente fittizio. Sottolineando che numerose lacune della legge sono state colmate grazie all'intervento delle opposizioni che hanno coperto numerose dimenticanze, ha definito umiliante e depressiva la manovra in discussione che umilia il lavoro, le attività produttive e la cultura: è palese a suo giudizio il ruolo prevaricante del presidente sulla coalizione che ne è succube.Ha, quindi, preso la parola il capogruppo di Progetto Sardegna, Stefano Pinna, che ha sostenuto "l'esigenza di riportare il dibattito nel seminato" per andare oltre il clima elettoralistico che si sta ormai vivendo anche in Aula. Il dato reale, secondo l'oratore, è la persistente e forte preoccupazione generale per la situazione della Sardegna. Ormai non è più tempo di slogan, ma di lavoro per raddrizzare la gravissima situazione finanziaria regionale. Contemporaneamente non appassiona più il rimpallarsi di responsabilità che affondano nella storia. Entrando, quindi, nel merito della Finanziaria, Pinna ha sottolineato come per il centrosinistra la manovra in esame non sia fine a se stessa ma mezzo per rilanciare lo sviluppo. Uno sviluppo possibile solamente attraverso il risanamento finanziario e la riqualificazione della spesa. Pinna ha al riguardo ricordato che la domanda sociale aveva dato origine in passato a una sempre crescente risposta dello Stato, fino però alla storica degenerazione, col passaggio dalle politiche dello Stato sociale al puro assistenzialismo. Ma ormai ciò non più possibile. Ecco la necessità di un risanamento finanziario della Regione, per restituire competitività al sistema. Se si vogliono favorire i processi di "inclusione" delle fasce deboli nel processo di crescita, ha ribadito, si deve rimettere in moto l'intero tessuto produttivo. Nasce da qui l'esigenza di rallentare l'indebitamento e nasce da questa esigenza il porre un limite alla crescita della spesa nella misura del 10 per cento delle entrate. Di fatto in questo modo, ha spiegato, si dimezza la corsa dell'indebitamento medesimo.
Di pari passo, ha proseguito Pinna, si è lavorato sulla riqualificazione della spesa che mira a utilizzare le risorse più velocemente e con maggiore efficacia. E nell'ambito del riequilibrio complessivo, Pinna ha lanciato l'idea di dare vita ad "un quadro di sostegno regionale" sulla falsa riga del quadro di sostegno comunitario, per aiutare i territori svantaggiati a partecipare allo sviluppo generale. Certo, il risanamento necessario può portare ai tagli di spesa, ma quelli contenuti nella manovra sono "tagli responsabili e non mettono certo in ginocchio la Sardegna. I tanto criticati tagli alle scuole materne non statali ammontano ad esempio al 4%, mentre la scuola non ha avuto alcun taglio e neppure l'Università. In sostanza non sono state toccate le politiche sociali. In conclusione, ha detto il capogruppo di Progetto Sardegna, si tratta di una Finanziaria di tutta la coalizione, lungamente discussa ed approfondita, di una coalizione autorevole che ha un leader autorevole."Una finanziaria di svolta", è stata definita successivamente dall'on. Antonio Biancu, capogruppo de La Margherita, caratterizzata da nuove politiche regionali innovative in tutti i settori, politiche alle quali tutte le forze consiliari devono contribuire. La Finanziaria, ha detto Biancu, si inquadra in uno scenario generale di dissesto a causa della cattiva gestione delle risorse nella passata legislatura. Da qui la necessità di un drastico ridimensionamento per avviare uno sviluppo credibile. Era evidente, ha detto ancora, che la spesa fuori controllo del passato avrebbe reso necessari interventi coraggiosi. Il risultato "non può certo essere un pranzo di nozze", in quanto le risorse non sono infinite. Nonostante ciò non vi è stato un indistinto contenimento della spesa, ma sono state fatte scelte responsabili con lo sguardo allo sviluppo. Niente tagli indiscriminati. In Commissione poi sono stati apportati correttivi che hanno consentito di dare risposte concrete ai settori più penalizzati. Con questa manovra è stata fatta la scelta di sopperire alle minori risorse attraverso le opportunità aggiuntive derivanti dai POR comunitari, ed in questo modo le risorse complessive non sono state ridotte. Nel senso della riqualificazione della spesa si è operato poi pensando ad un riordino della macchina regionale attraverso il risanamento degli enti. Erano prevedibili le critiche, ha affermato Biancu, catastrofiste e demagogiche dell'opposizione. Certo chi ha governato ieri, ha sostanzialmente sottolineato, non ha ammesso le proprie grandi responsabilità per la situazione di disastro finanziario. Con questa manovra si avvia, ha detto in conclusione Biancu, un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna, assai diverso dalle vecchie logiche spartitorie della scorsa legislatura. Questa è la strada da percorrere e su questa strada la Giunta ha il sostegno di tutta la coalizione.
Parere favorevole sulla Finanziaria è stato dato dall'on. Siro Marrocu (DS), che ha detto di condividerne le scelte di fondo e gli obiettivi. Il capogruppo dei Ds ha letto alcuni passi della relazione (del centrodestra) alla Finanziaria e al DPEF del 2000 tenuta nella scorsa legislatura dall'on. La Spisa. Anche il centrodestra, ha detto il consigliere diessino, riteneva "scellerata" la scelta di continuare nel trend dell'indebitamento e voleva attuare le riforme. "Ho voluto citare integralmente la relazione di maggioranza alla prima finanziaria del centrodestra non tanto per mettere in luce le contraddizioni tra la posizione di allora e le dichiarazioni dell'attuale opposizione, quanto per fare capire che è facile dire e parlare, ma è difficile fare e agire". Per Marrocu l'attuale Manovra è una sfida, dopo non ci sono finzioni contabili (come dice l'on. Floris), dove si mettono in primo piano le riforme (sarà il Consiglio a decidere cosa non serve), e dove si è scelto di valorizzare l'industria, il turismo e l'agricoltura. Sui rapporti tra la maggioranza e il presidente Soru, Marrocu ha detto che a volte è utile avere una presidente che nuota controcorrente e che forse la mediazione politica non sarebbe servita ad avere dei risultati importanti come quelli che questo presidente e questa giunta stanno perseguendo.
L'on. Giorgio La Spisa (F.I.) ha convenuto con la necessità di presentare una manovra di risanamento. "Se le elezioni le avesse vinte il centrodestra, noi avremmo fatto la stessa cosa, affrontando seriamente, però, il problema del disavanzo". D'altronde - ha aggiunto La Spisa - le intenzioni di seguire questa strada c'erano anche nella scorsa legislatura ma non c'erano le condizioni politiche. Oltre a questo, la maggioranza di centrodestra ha dovuto affrontare varie emergenze come la siccità, le inondazioni, la blue tongue, l'edilizia scolastica. Tutte calamità che hanno portato a un pesante indebitamento. Per il capogruppo di Forza Italia, comunque, risanare il bilancio non vuol dire "tagliare" così come è stato proposto in questa Finanziaria. Questa Finanziaria taglia discriminatamente, affondando, per scelta, alcuni settori. Come quello della scuola e della formazione professionale (lo scopo è quello di mettere in ginocchio il sistema non statale per asservirlo a quello statale). "Il vostro progetto, ha detto ironicamente La Spisa, rivela che i cambiamenti li può gestire solo la sinistra, che solo la sinistra può inserire in una Finanziaria norme intruse, che solo la sinistra può e riesce a fare tagli che risanano i bilanci. L'esponente azzurro ha poi sottolineato il grande ritardo con cui la manovra è stata presentata accusando la maggioranza di aver perso tempo concentrandosi su chi doveva essere punito o premiato a seconda dell'appartenenza politica. "Il ritardo, ha concluso, poteva servire ad attuare una maggiore concertazione che, invece, è totalmente mancata. Speriamo che il bilancio di questi primi mesi di governo vi aiuti a capire che, forse, è necessario correggere il tiro".
Con l'intervento del capogruppo di Forza Italia si sono concluse le dichiarazioni sulla manovra finanziaria. Il presidente Spissu ha convocato una breve conferenza dei capigruppo per decidere sulla prosecuzione dei lavori. Alla ripresa dei lavori il Presidente ha comunicato che la Giunta, alle ore 17, replicherà agli intervenuti nella discussione generale. Dopo l'intervento del rappresentante dell'esecutivo i lavori saranno sospesi e riprenderanno domani mattina alle ore 9.30 con il voto sul passaggio all'esame degli articoli.
I lavori del Consiglio proseguiranno
questo pomeriggio alle ore 17.00