CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 71 pomeridiana del
16 marzo 2005
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda, dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.
Prosecuzione esame Disegno
di legge n. 91/A - Finanziaria 2005L'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-SDI-SU), dopo avere ricordato l'impegno ed il lavoro svolto dalla Commissione, ha sostenuto che "è caduto il velo delle apparenze e si è presentata ai sardi una realtà che il centrodestra voleva nascondere".
L'on. Caligaris ha sostenuto che è stata ereditata "una Sardegna disperata" con una situazione in cui sono cresciute le nuove povertà. Ciò giustifica l'azione dell'attuale maggioranza che deve effettuare tagli per modificare la distribuzione delle risorse. Aumenta la disoccupazione, ha affermato Caligaris, ed in particolare quella femminile. Da socialista, però, non si possono accettare tagli a scapito dei pastori, degli artigiani, della cultura e dell'informazione. Non si può accettare lo stravolgimento del Piano straordinario per il lavoro, privando i Comuni dei relativi fondi. E' ,inoltre, opportuno dare il via alla legge sul reddito di cittadinanza, ha detto ancora l'on. Caligaris, la quale dopo avere sostenuto che dopo anni di sprechi occorre una stagione di oculatezza e risparmio, ha affermato però che il risanamento deve essere graduale e che è necessario rivendicare al Governo i fondi che deve alla Sardegna.
L'on. Caligaris dopo avere affermato la necessità delle riforme, con gradualità e senza forzature, con una manovra ripulita fino all'essenziale, considerando le "norme intruse" sole come indirizzo per futuri interventi legislativi, ha concluso auspicando l'approvazione della manovra nell'interesse della collettività.L'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris), dopo avere sottolineato il ritardo con il quale la manovra è stata presentata, ha affermato che la mancata concertazione ha portato ondate di critiche nei confronti del presidente Soru, oltre ad un profondo stato di malessere nella stessa maggioranza. Non c'è traccia del nuovo modo di governare, ha proseguito Murgioni evidenziando i diversi trend di crescita delle regioni del Sud, in base ai quali per la Sardegna servirà almeno un secolo per raggiungere livelli accettabili. Murgioni ha sostenuto la necessità di graduare i tagli e gli interventi che mirano a ridare fiato ai settori più penalizzati. Non siamo soli, ed è possibile incentivare le produzioni sarde per reggere la concorrenza sui diversi mercati nazionali ed internazionali.
Dopo avere evidenziato le conseguenze tragiche dovute alla politica dei tagli, Murgioni si è soffermato sull'eredità "che si dovrà lasciare ai nostri figli" e sulla necessità di individuare un nuovo modello di sviluppo che riguardi l'intero sistema Sardegna, dopo il fallimento dei poli di sviluppo.
Turismo, ambiente, trasporti, ricettività alberghiera d'eccellenza sono stati i temi in parte accennati, in parte approfonditi da Murgioni che, a proposito di trasporti, ha ribadito l'importanza della zona franca, istituto che ha sollevato dalla crisi altre parti del mondo.
In questa manovra, ha aggiunto l'on. Murgioni, non c'è traccia del Piano di sviluppo della Sardegna, Piano che vedrà, invece, l'impegno delle opposizioni, unitamente allo sforzo per evitare il crollo del sistema agropastorale.
Murgioni ha concluso il suo intervento soffermandosi sul modello di turismo necessario per la Sardegna, modello che non si deve basare solo sul mare o sul clima, e ribadendo l'opposizione alle "norme intruse" presenti nella manovra, le quali, tra l'altro, non rispettano le prerogative del Consiglio.Per l'on. Peppino Balia (Misto-SDI-SU), la manovra in esame ricuce molti strappi con raziocinio e competenza per "annullare il pesante fosso scavato dal centrodestra". Questa manovra rispetta le indicazioni del Dpef particolarmente per le emergenze, con la riduzione dell'indebitamento.
Balia ha sostenuto che in passato la Giunta di centrodestra ha portato il rapporto tra entrate ed indebitamento dal 14% della Giunta di centrosinistra ad oltre il 50%. Se si deve risanare, occorre un limite finanziario, contenendo le previsioni di spesa in proporzione alle entrate. Illustrando le proprie argomentazioni con dovizia di dati e cifre, Balia ha sostenuto che si deve ricontrattare il rapporto con l'Europa, tema sul quale è stata presentata una mozione, dando al presidente della Regione la possibilità di partecipare attivamente al governo europeo. Dopo aver esposto diversi dati sul sistema economico e sull'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1, Balia ha ribadito la necessità di ricontrattare con l'Europa dei parametri più vantaggiosi per la Sardegna. L'on. Balia ha proseguito affermando che l'opposizione spera che la maggioranza si sfaldi durante l'esame della manovra, utilizzando il voto segreto. Questo non succederà e se ci saranno divergenze, esse saranno manifestate democraticamente. Lo SDI-SU condivide l'impostazione generale della manovra finanziaria, mentre per quanto riguarda le Comunità montane, si possono solo stabilire principi generali lasciando il resto alle competenti commissioni consiliari.
Sull'Agricoltura occorre dare risposte, ha detto ancora Balia, introducendo sistemi moderni come il ricorso alle assicurazioni contro le calamità, così come per il settore della Cultura nel quale pare che ci sia un accentramento a scapito di tutto il territorio.
Il settore del Lavoro è stato, quindi, affrontato per ultimo dall'on. Balia, il quale ha ricordato che le risorse assegnate alla Regione per il lavoro ammontano a un totale di circa 1.046 milioni di Euro, mentre ne è stato speso solo un terzo, creando così un terzo dei posti di lavoro ipotizzati. Ciò vuole dire che il sistema funziona, e quindi occorre riattivarlo lasciando alle amministrazioni locali la possibilità di programmare il proprio sviluppo vicino alle realtà. Balia ha concluso invitando la Giunta ad un momento di riflessione "sui punti che devono essere corretti ed integrati".E' una manovra che nasce in solitudine senza la concertazione, è carente di una visione strategica, incapace di dare sviluppo, è inadeguata e dannosa. L'on. Claudia Lombardo (F.I.) boccia la manovra finanziaria. Nel suo intervento, il vicepresidente del Consiglio, ha ricordato che la manovra arriva in Aula con oltre cinque mesi di ritardo e che sarà inevitabile il ricorso al quarto mese di esercizio provvisorio. "La presenza nella legge finanziaria, ha continuato l'on. Lombardo, di numerose norme intruse non aiuta certo il suo passaggio assembleare". L'esponente di Forza Italia ha ricordato al capo dell'esecutivo, alla Giunta, alla maggioranza che è necessario rispettare le leggi e le istituzioni. "In campagna elettorale avete annunciato, ha detto rivolgendosi alla maggioranza, la discontinuità con il passato. Il grave ritardo con cui presentate questo documento dimostra che niente è cambiato e non potete neanche crearvi l'alibi della instabilità, in quanto avete i numeri per poter governare". Per l'on. Lombardo il vero problema di questa manovra è che non ha obiettivi di sviluppo e che la Giunta vuole distruggere senza indicare come ricostruire. Invece, le ragioni del rigore devono coniugarsi con lo sviluppo in chiave concertativa. Quindi, è una manovra totalmente negativa anche dal punto di vista dei sindacati che hanno più volte sottolineato la mancata concertazione. Claudia Lombardo ha anche chiarito che, sulla necessità di riforme introdotte nella manovra, tutti sono d'accordo, anche l'opposizione, ma ciò che si contesta è il metodo. "Le riforme devono essere fatte dal Consiglio, l'atteggiamento della Giunta manifesta disonestà intellettuale. Le riforme per essere fatte bene richiedono tempi che mal si conciliano con l'approvazione della manovra". L'on. Lombardo ha concluso auspicando una sonora bocciatura della manovra da parte del Consiglio perché è una manovra inadeguata (non dà risposte alle esigenze della Sardegna) e dannosa (blocca lo sviluppo). "Il presidente Soru non vuole sentire le varie voci che contestano questa manovra, non vuole sentire neanche la sua maggioranza che è ostaggio del capo dell'esecutivo ed è costretta a dire sempre di sì con la paura di essere rimandata a casa".
Se questa Finanziaria ha il merito di aver messo fine al "semestre di nessuno", quel periodo "di franchigia assoluta" che succede al cambio di maggioranza e di governo (un periodo nel quale in genere si getta la croce addosso al governo precedente), non ha certo il merito di dare fiducia ai sardi: pastori in agitazione, agricoltori in rivolta, artigiani in tumulto, dipendenti regionali sul piede di guerra e così di seguito dimostrano che la condivisione del programma elettorale della maggioranza - quel programma che ha fatto vincere le elezioni - o è scemata oppure, ma cambia poco, quel programma non è mai stato letto. Lo ha detto l'on. Franco Ignazio Cuccu (Udc) che ha sottolineato le difficoltà con cui la stessa maggioranza affronta questo nodo cruciale della vita politica, un disagio - ha detto - che si avverte nelle Commissioni ed ha citato la Quinta (Agricoltura), che condivide la manovra, ma a proposito della materia di competenza chiede una serie di attenzioni senza le quali il percorso sarà ancora più difficile.
Questa Finanziaria, insomma, ha una "centralità tolemaica" nella quale l'astro di riferimento è il presidente e "i pianetini" sono gli assessori; "gli ruotano attorno senza poter incidere sulle decisioni". Un esempio dell'asprezza dei rapporti con la società civile è offerto dalle riforme, argomento sul quale "siamo tutti favorevoli", ma se si compie il percorso naturale, che è quello - appunto - delle Commissioni. Lo ha fatto, questo percorso, la proposta di legge sulle Comunità montane che un articolo di poche righe, in Finanziaria, vuole vanificare.
Cuccu ha respinto al mittente anche l'invito, arrivato dalla maggioranza, alla collaborazione e al confronto. L'attenzione che la Giunta dedica alla maggioranza "si legge nella scarsissima presenza di assessori e nella continua assenza del presidente Soru", al quale del dibattito in aula "non gliene può fregar de meno".
Otto mesi di centrosinistra non sono abbastanza per risolvere i problemi, ma sono sufficienti - ha concluso - per segnare una tendenza; alcuni eventi, come "il giuramento negato" del presidente al momento dell'insediamento ora si legge come uno scontro con le istituzioni e la lunga maratona della legge salvacoste dimostra che era più importante per la Giunta quell'affermazione anziché evitare quattro mesi di esercizio provvisorio.A difesa degli assessori, "degni compagni di viaggio", si è espresso invece Pinuccio Fadda (PRC). Anche sulla polemica, sollevata dal centrodestra sugli effetti nefasti della Finanziaria, Fadda ha detto di non essere d'accordo: la Sardegna è in ginocchio, la crisi è preoccupante e non sarà questa manovra a determinare ulteriori effetti negativi. Quando le spese correnti superano le entrate non c'è da essere allegri; ancor di più quando si scopre che ingenti risorse non sono state utilizzate. Era indispensabile una sterzata. E' vero, tuttavia, che la Finanziaria può essere migliorata: lo ha fatto - ha presidiato l'esponente di Rifondazione - la Commissione competente, lo farà sicuramente l'Aula. Tuttavia è opportuno che si semplifichi il lavoro del Consiglio, che si riduca il "marasma generato da residui, previsioni, competenze e cassa"; il bilancio deve essere leggibile, e, in generale, tutti gli appuntamenti finanziari devono essere più agili per consentire all'aula di lavorare meglio e dedicare più tempo al recepimento di leggi nazionali ed europee, "dove siamo sempre ultimi". Infine, le riforme: sono indispensabili, ma devono essere affrontate con l'impegno di tutti.
Finanziaria di tutti? Neanche per sogno. Per l'on. Nanni Moro (AN), questa manovra non dà risposte, soprattutto alle fasce più deboli; non fa giustizia verso le categorie deboli, dimentica emarginati e nuovi poveri; la frenesia dei tagli colpisce anche settori strategici, come l'agricoltura, costretta a dibattersi nella crisi più nera degli ultimi anni. Le numerose manifestazioni di protesta dimostrano che la gente è esasperata. Polemizzando sul commissariamento dell'Arst, suggerito da "motivi bambineschi" e col semplice fine di fare "pulizia politica" (il presidente era stato designato da An), l'on. Moro ha criticato "prepotenza e arroganza" del presidente Soru, che tiene a bada una maggioranza sempre più delusa e sempre meno coesa con la minaccia del "tutti a casa".
Preoccupa che in questa manovra non ci sia un solo messaggio positivo che alimenti la speranza. Tenere i conti in ordine è un dovere; ma il dovere principale della Regione è quello di sostenere la società civile. Si può affermare - ha concluso - che se la Regione fosse un'azienda, questo tipo di gestione forse ridurrebbe le spese, ma la escluderebbe dal mercato.Una riflessione sui tempi lunghi degli appuntamenti finanziari, che bloccano il Consiglio per molti mesi, è stata fatta anche dall'on. Silvio Cherchi (Ds) il quale ha affermato che il Consiglio ha anche altre cose di cui occuparsi, compresa la sua natura principale, che è quella di legiferare.
Rispetto al passato, quando era figlia del compromesso per garantire alle giunte di sopravvivere, questa Finanziaria va letta come impegno quinquennale; non è, perciò, "neutra o scialba" né il risanamento "è fine a se stesso". La riqualificazione della spesa era un passo indispensabile per iniziare a rispondere ad una società il cui malessere è sempre più diffuso. Questa prospettiva evita alla Regione di vivere alla giornata, di essere un semplice sportello in grado, a volte, di dare risposte, ma non in grado di fare scelte. In passato bisognava accontentarsi di quel che passa il convento; oggi si comincia a progettare il futuro. Per fare questo, bisogna rivedere i meccanismi della spesa, la cui lentezza è di ostacolo a qualunque programma. Ci sono nodi da sciogliere con urgenza (dall'autonomia finanziaria alla posizione nell'Ue): se non li sciogliamo oggi - ha precisato Cherchi - sarà sempre più difficile farlo in futuro.
Qualcosa di più, comunque, va fatta, ad esempio nella concertazione, cavallo di battaglia del centrosinistra e metodo corretto per coinvolgere categorie sociali, "figlie del mondo operaio o di matrice cattolica" che restano le grandi protagoniste della società "e fanno parte della nostra storia". Attenzione va riservata all'associazionismo, spesso unica realtà aggregativa dei paesi dell'interno: non si chiedono - ha precisato - forme di assistenzialismo, ma intervenendo in questa direzione "la politica aiuta se stessa" perché conferma l'impegno della Regione a sostenere le forme più sane di partecipazione.
Punto decisivo per il futuro è l'accelerazione della spesa, che passa attraverso le riforme, la cui competenza è del Consiglio. La Finanziaria "non fa riforme, ma avvia il processo", ormai irreversibile; dà una forte spinta e apre il discorso.L'esigenza di un serio confronto politico è stata richiamata dall'on. Nicola Rassu (FI), per il quale fermarsi alla contrapposizione di principio finanziaria di tagli - finanziaria di sviluppo non è produttivo. Che sia una finanziaria di forte contenimento della spesa, a carattere aziendalistico, non vi è alcun dubbio, ha precisato l'oratore, con tutti gli aspetti negativi che ciò comporta a carico delle fasce meno abbienti della società. E' soprattutto il metodo discutibile ed errato, ha proseguito il rappresentante "forzista", secondo cui da una attenta lettura del documento di programmazione non emerge quel progetto di sviluppo che la Giunta ha dichiarato di volere. Questa manovra può davvero alleviare la disoccupazione dilagante? Quale linea di sviluppo propone? Si è chiesto Rassu. Ma le risposte a suo giudizio non possono che essere negative. Proprio per questi motivi è necessario un approfondito confronto, al fine di trovare seri rimedi alla grave situazione economica, rimedi che nonostante sia trascorso quasi un anno di governo del centrosinistra non si sono intravisti minimamente.
Criticando, quindi, sarcasticamente certi "atteggiamenti messianici" propri del presidente della Giunta, l'oratore ha ricordato che la Finanziaria in esame è tutt'altro che il toccasana che si vorrebbe che essa rappresenti ed ha concluso che solo eliminando le norme intruse, e previa una seria ed approfondita discussione sarebbe possibile dare vita ad una legge finanziaria veramente adeguata.E', quindi, intervenuto l'on. Paolo Pisu (PRC). "L'avvio del lavoro di questa Giunta è particolarmente difficile, ha detto, sia perché eredita dalla Giunta di centrodestra una situazione disastrosa per lo spreco clientelare delle risorse pubbliche sia perché ha l'esplicita ostilità del Governo la cui politica di taglio ai trasferimenti, per potere vantare un presunto taglio delle tasse, penalizza particolarmente la Sardegna. Ciò non di meno, secondo Pisu, la Finanziaria non deve avere come obiettivo il pareggio di bilancio ma una nuova finalizzazione degli investimenti in modo da creare quel percorso virtuoso che porterà nei prossimi anni al pareggio di bilancio attraverso il rilancio dell'economia, la creazione di posti di lavoro, la realizzazione di valore aggiunto nei comparti produttivi, l'eliminazione degli sprechi legati alla gestione clientelare della cosa pubblica.
"Ritengo pertanto importante il rifinanziamento del Piano straordinario per il lavoro in aggiunta alle risorse dei finanziamenti europei, perché straordinaria è ancora la gravità della disoccupazione".
Riferendosi, quindi, all'intervento dell'on. Capelli, per il quale tutto ciò è "stalinismo", Pisu ha detto che il vicecapogruppo dell'UDC non sa cosa è il comunismo. Per noi è: valorizzazione del nostro patrimonio linguistico e quindi investimenti adeguati , se non vogliamo perdere quel patrimonio linguistico e quel "museo a cielo aperto" che i nostri padri ci hanno lasciato; riequilibrio economico e sociale fra i territori dell'Isola (dobbiamo definire quello che per noi è l'obiettivo "UNO" se non vogliamo precipitare verso una regione fatta da una città lineare lungo le coste e da deserto e "riserve indiane" all'interno); verticalizzazione delle produzioni che hanno in Sardegna la materia prima (in modo che il valore aggiunto resti in Sardegna e avvii un processo virtuoso dell'economia); sostegno a coloro che un lavoro lo cercano realmente (garantendo un reddito di cittadinanza collegato all'impegno di migliorare la propria conoscenza e professionalità); dare l'esempio da parte di questo Consiglio riducendo del 50% le indennità a tutti i livelli così da costruire un primo nucleo d risorse per avviare il reddito di cittadinanza.Ha poi preso la parola l'on. Alberto Randazzo (UDC) secondo il quale quella in discussione è la Finanziaria dei tagli. Esaminando vari aspetti del problema sanitario, Randazzo ha sottolineato la carenza di dati significativi per quanto riguarda la gestione razionale del sistema, ed ha sottolineato come, sia in questo campo sia in molti altri, non si intravedono ragioni sufficientemente attendibili per i tagli proposti. Non bastano gli slogan, ha proseguito Randazzo; il progetto di sviluppo tanto proclamato non si vede. Occorre farsi realmente carico dei problemi e delle esigenze dei soggetti più deboli della società sarda con particolare attenzione alle problematiche del lavoro. Randazzo ha affermato che solo così si potrebbe dare un senso al documento finanziario. Approfondendo, quindi, con numerosi dettagli tecnici le problematiche del mercato del lavoro, Randazzo ha sottolineato che alcune tematiche sollevate nella Finanziaria possono essere condivisibili, ma la gran parte non lo sono e su questo terreno sarebbe assai più utile dare credito al lavoro svolto dalle Commissioni consiliari ed alle richieste di modifica che giungono da più parti. Dopo avere esaminato criticamente parecchie parti del documento di programmazione in rapporto alle singole esigenze del sistema economico sociale regionale, Randazzo si è, quindi, avviato a concludere esprimendo tristi riserve per la legge in discussione.
E' poi intervenuto l'on. Mario Floris (UDS) che ha detto che la stagione che sta vivendo la politica sarda è una "stagione intrusa" perché l'autoritarismo indebolisce ogni democrazia. "La politica non è una piramide, ha aggiunto, ma è una rete". Per l'ex presidente della Regione la manovra finanziaria è un omnibus sul quale far salire le scelte autoritarie. L'on. Floris ha definito "aberranti" le norme sugli enti e ha aggiunto che la legge finanziaria è infarcita di norme intruse. "Sulla soppressione degli enti, ha detto Floris, non è la Giunta che deve decidere ma è il Consiglio". Per il leader dell'Uds la Sardegna si sta trasformando in una terra di commissari. Entrando nel merito della manovra, Mario Floris ha detto che nei documenti finanziari c'è un' insufficienza politica e programmatica. "I tagli decisi non sono condivisibili perché mettono in crisi settori portanti dell'economia nel nome di un principio astratto che vuole creare una netta discontinuità con l'azione della passata legislatura. Ma anche se, in passato, ci fosse stata un'azione nefasta, la responsabilità non sarebbe stata certo da attribuire solo agli ultimi cinque anni di governo" . Per Floris siamo davanti ad una finzione contabile, a tagli dolorosi e insopportabili che condanneranno la Sardegna nel rapporto Stato Regione. "La giunta regionale deve cambiare rotta, deve cambiare questa linea che è perdente, in caso contrario - ha concluso Floris - la manovra non avrà il nostro consenso.
Per l'on. Francesca Barracciu (DS) la finanziaria presentata in aula è "una finanziaria della necessità e della responsabilità". Questa manovra è nata in una situazione disastrosa ma è la dimostrazione della capacità e della coerenza politica della maggioranza di voler passare a fatti concreti. "Questa Finanziaria, ha chiarito il consigliere DS, non è del presidente o della giunta, ma è una finanziaria dell'intera maggioranza". Non è, quindi, calata dall'alto ma è stata una proposta discussa per 45 giorni in commissione e frutto di un lavoro "certosino" da parte della giunta che ha recuperato ingenti somme tra i residui.
L'on. Mauro Pili (F.I.) ha contestato duramente che le responsabilità sull'enorme indebitamento ereditato dall'attuale giunta siano solo della maggioranza di centrodestra che ha governato la regione nella scorsa legislatura. "L'indebitamento è frutto degli emendamenti presentati dalla opposizione di centro sinistra nei cinque anni appena trascorsi". Molto critico il giudizio sulla manovra all'esame del Consiglio. Per l'on. Pili si tratta di una manovra a senso unico , che penalizza gli enti locali, che metterà la Sardegna in ginocchio. L'ex presidente della Regione ha ricordato il discorso di Romano Prodi tenuto nell'aula del Consiglio regionale durante una visita in Sardegna nella scorsa legislatura. Il leader dell'Unione, nelle sue vesti di presidente della Commissione Europea, aveva dichiarato che "era giusto che la Sardegna uscisse dall'Obiettivo 1". Per Pili una dichiarazione inaccettabile come è inaccettabile che nessuno del centrosinistra sia intervenuto per evitare questa uscita che porterà la Sardegna in una situazione di crisi ancora più profonda rispetto a quella attuale.
Per l'on. Roberto Capelli (UDC) sarebbe stato meglio se il presidente Soru fosse stato presente in Aula, "ma forse è impegnato in altre faccende" e allora " sarebbe bene esporre una sua grande fotografia dietro i banchi della Giunta".
Capelli ha poi sostenuto che le voci ed i pareri delle parti sociali e degli enti locali non sono state ascoltare da questa Giunta, e che ciò è dimostrato dai tagli effettuati senza criteri ed in tutti i settori. Riferendosi poi ai lavori della Commissione, Capelli ha polemizzato con alcuni interventi precedenti sviluppati da consiglieri della maggioranza ed ha evidenziato la contraddizione tra le parole del segretario nazionale Fassino - a proposito della concertazione delle parti sociali - e quanto dichiarato in interventi di esponenti diessini.
Capelli ha poi sottolineato, quindi, le frequenti interruzioni avvenute nel corso dei lavori della commissione, dovute, a suo giudizio, "alle interferenze del presidente Soru" respingendo poi le accuse ai cosiddetti "emendamenti marchetta" ed esprimendo il proprio disaccordo sull'utilizzo dei fondi POR, i quali non sono in grado risposte necessaria al territorio. Riprendendo quanto accennato dall'on. Pili a proposito dell'opportunità della presentazione di emendamenti, Capelli ha affermato che "verranno presentati molti emendamenti soppressivi", dichiarando poi di essere disponibile ad accettare un confronto all'interno di regole democratiche che devono essere rispettate, rigettando ogni ipotesi di delegittimazione del ruolo del Consiglio di cui deve essere salvaguardata la dignità. La Finanziaria che è stata presentata è piena di "norme intruse", ha detto ancora Capelli, che ha preannunciato la presentazione come emendamenti, di proposte di legge sui specifici temi trattati dalla manovra economica.
Capelli, dopo avere ribadito la disponibilità ad un confronto corretto, ha concluso sostenendo che nessuno può ritenere di condizionare il pensiero dei rappresentati eletti dalla collettività. Il vicecapogruppo dell'UDC ha invitato, infine, a riflettere seriamente e a fondo sulle cose che verranno dette.L'on. Eliseo Secci (La Margherita), presidente della commissione Bilancio, ha affermato che riteneva di potere raccogliere pareri ed opinioni mentre si trova davanti "al disconoscimento della gravità della situazione finanziaria della Regione" manifestato nel corso di diversi interventi. L'indebitamento, ha sostenuto Secci, è cresciuto vertiginosamente negli ultimi anni ma non si può affermare che le responsabilità siano sempre delle opposizioni. Se si vuole ridurre l'indebitamento, occorre ridurre la spesa, ma senza trucchi contabili. Dopo avere ricordato la necessità di riforme urgenti e radicali conclamata ma non realizzata nel passato, Secci ha sostenuto che solo ora il progetto di riforma è stato avviato, ed ha poi respinto le accuse di Capelli sulle interruzioni dei lavori della commissione Bilancio affermando che le interlocuzioni con il presidente Soru erano più che lecite. Secci, dopo avere ribadito la gravità della situazione, ha detto che questa manovra finanziaria - che può essere modificata e migliorata - è l'unica strada percorribile, ed ha proseguito ricordando che lo Stato, secondo la legislazione vigente, dovrebbe dare alla Sardegna risorse aggiuntive per centinaia di milioni di euro l'anno. Su questi temi, ha affermato Secci, all'opposizione si deve chiedere la disponibilità ad una battaglia unitaria nei confronti dello Stato perché la Sardegna abbia ciò che le è dovuto. E' necessario un impegno, in questi giorni, per licenziare una manovra economica che consenta poi di proseguire nel lavoro legislativo. Le leggi le fa il Consiglio, ha concluso Secci, ma occorre prendere atto che le entrate sono quelle, come quello è l'indebitamento autorizzato. Se ci saranno proposte queste devono anche indicare dove reperire le necessarie risorse, ma la spesa dovrà essere orientata solo verso lo sviluppo della nostra Isola.
I lavori del Consiglio
riprenderanno domani alle 9.30