CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 70 antimeridiana del 16 marzo 2005


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu.

Prosecuzione esame Disegno
di legge
n. 91/A - Finanziaria 2005

Il disegno di legge 91, la Finanziaria per il 2005, è "in stretta coerenza con le indicazioni formulate dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF) 2005-2007 approvato dal Consiglio regionale. Le priorità sono quelle di "perseguire un sentiero di sviluppo, salvaguardando il controllo della spesa e perseguendo il risanamento finanziario della regione". Obiettivi che si possono raggiungere, secondo le indicazioni della Finanziaria, anche "con una serie di norme che, seppur di merito non strettamente finanziario, hanno una immediata ricaduta per l'opera di convergenza dei conti verso una futura e definitiva stabilità".
La necessità di riportare i "conti sotto controllo", ricorda la Giunta nella sua relazione di accompagnamento, è un impegno urgente, impellente, anche perché gli impegni "considerabili come obbligatori nel bilancio di parte regionale, hanno ormai superato (101%) le entrate regionali". Quindi, per cercare di ridurre sotto controllo la spesa regionale la Giunta si è posta un limite chiaro agli stanziamenti di spesa, che non devono superare del 10% le entrate disponibili. Rispettando questo limite, scrive la Giunta, "gli stanziamenti previsti per il 2005, simili a quelli previsti nel bilancio 2004, comportano un potenziale indebitamento dimezzato, rispetto a quello autorizzato nello scorso esercizio finanziario".
Scelte che segnano una netta "discontinuità" rispetto all'azione svolta negli ultimi anni della passata legislatura. Una razionalizzazione degli interventi, comunque, che permetterà di disporre di risorse complessive pari a quelle del 2004. "Le maggiori disponibilità del Por e di assegnazioni statali recuperate, anche dopo anni, grazie ad un accurato lavoro di ricerca compiuto in questi mesi" hanno permesso di impostare una manovra finanziaria che non comporta "tagli", ma che permette di modificare la "qualità della spesa", orientandola verso una maggiore integrazione e complementarietà ed ad una maggiore efficienza.
Il disegno di legge, a questo proposito, anche per tenere costantemente sotto controllo l'evoluzione delle entrate e delle uscite, prevede la trasformazione dell'Osservatorio industriale in Osservatorio economico, anche per poter disporre di un interessante strumento di indagine conoscitiva per "rendere più efficaci i futuri programmi di sviluppo". Per quanto riguarda le entrate, la Giunta intende, invece, portare avanti una seria ed incisiva azione "rivendicativa" nei confronti dello Stato, per ottenere un più "giusto livello di compartecipazione tributaria". Comunque, le previsioni per il prossimo anno sono giudicate "positive", anche per un previsto miglioramento del gettito dovuto alla trattativa sull'IVA e sull'IRPEF, tributi per i quali lo Stato ha "già riconosciuto le argomentazioni della Regione".
Il disegno di legge finanziaria, che assieme al bilancio ed alle leggi collegate, sono gli strumenti fondamentali per la gestione finanziaria regionale, secondo quanto prevede la legge di contabilità, è formato da 39 articoli, divisi in 6 capi.
Il capo 1, Disposizioni di carattere finanziario e programmatico, gli articoli dall'1 al 4, prevede norme di carattere finanziario, la chiusura di contabilità speciali e di conti correnti ex legge regionale 1 del 1975, recuperi e soppressione di fondi di rotazione o assimilati, la razionalizzazione ed il controllo della spesa.
Il capo 2, Disposizioni in materia di opere pubbliche e attività produttive, gli articoli dal 5 al 7, prevede interventi in materia di opere pubbliche, nel settore agricolo, in quello dei trasporti.
Il capo 3, Disposizioni in materia di lavoro, istruzione e attività culturali e socio-sanitarie, gli articoli dal 8 al 10, fissa disposizioni in materia di lavoro, di istruzione, cultura, sport e spettacolo, in materia di sanità ed assistenza sociale.
Il capo 4, Norme di razionalizzazione e contenimento della spesa in materia di personale, dall'articolo 11 al 19, prevede interventi in materia di organizzazione e contenimento della spesa per il personale, sugli organici e le assunzioni, risorse per l'organizzazione, trasferimenti alle province in materia di lavoro, estinzione del rapporto di lavoro per limiti di età e norme interpretative della legge regionale 15/1965 (FITQ), di esodo incentivato, norme per le indennità di gabinetto, modifiche alla legge regionale 31 del 1998, altre disposizioni in materia di personale.
Il capo 5, Disposizioni per il riordino degli enti strumentali, dall'articolo 20 al 32, stabilisce le norme necessarie per trasferire ai comuni ed alle province le funzioni delle Aziende autonome di soggiorno e degli enti provinciali del turismo, il conferimento delle risorse umane e strumentali per l'esercizio delle funzioni trasferite, il contributo regionale per l'esercizio delle funzioni trasferite, la soppressione dell'Esit, la destinazione del personale dell'Esit, la copertura finanziaria degli articoli 20-24, il riordino dell'Ersat e la soppressione dei consorzi per la frutticoltura, la soppressione dell'Istituto zootecnico e caseario, dell'Istituto incremento ippico, della Stazione sperimentale del sughero, del Centro regionale agrario sperimentale, le modifiche alla tabella A della legge regionale 14 del 1995, le modifiche all'articolo 69 della legge regionale 31 del 1998, lo scioglimento del Cifda, l'istituzione dell'Agenzia regionale sarda per la erogazione in agricoltura (ARSEA Sardegna), la copertura finanziaria degli articoli 23, 27, 28, 29, 30 e 31.
Il capo 6, Disposizioni diverse, dagli articoli 33 al 39, che prevede disposizioni in materia di comuni, il riordino delle comunità montane, del patrimonio immobiliare regionale, disposizioni in materia di ambiente, caccia e protezione civile, disposizioni varie, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore. Alla finanziaria sono allegate le tabelle del caso, che indicano cifre e dati dei diversi capitoli di spesa e delle entrate.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha illustrato la seconda relazione di minoranza: "è diabolico volere andare avanti con questa finanziaria contro il parere dei sardi", ha affermato Capelli, che ha poi criticato decisamente la Giunta per le politiche perseguite in tutti i settori fondamentali per l'economia della Sardegna. "Non possono essere le fasce deboli della società a pagare il conto della razionalizzazione e della diminuzione della spesa".
La Sardegna non è l'America, ha aggiunto Capelli, ma molti l'America l'hanno trovata qui. Se la Giunta precedente ha aumentato l'indebitamento, questo è servito per fare investimenti e per fronteggiare situazioni critiche contingenti. Capelli ha proseguito attaccando l'attuale politica dell'esecutivo che "con questa finanziaria mette in ginocchio la Sardegna, uccidendo le speranze dei Sardi", ed ha poi sottolineato come l'impostazione della Finanziaria tende a dividere in due la Sardegna, una di serie A e l'altra di serie B, con tagli che sono a carico dei deboli, nonostante le affermazioni relative all'intenzione di "volere partire dagli ultimi".
"Avete triplicato le consulenze", ha accusato Capelli rivolto alla Giunta, nonostante "il fior di tecnici dai quali questa Giunta è composta" soffermandosi poi sull'ipotesi, "che presto diventerà certezza" del quarto mese di esercizio provvisorio che si renderà necessario per il ritardo con cui la manovra finanziaria arriva in Aula.
Capelli ha poi accennato al mancato rispetto delle prerogative del Consiglio e del Regolamento consiliare, ribadendo, quindi, ulteriori accuse alla Giunta per la legge sulle coste, le nomine negli enti, i ritardi di presentazione della Finanziaria.
"La Giunta, ha proseguito Capelli, continua a delegittimare tutti, dai sindacati fino al Consiglio regionale, con il risultato finale di una finanziaria piena di norme intruse e di articoli illegittimi, criticate da tutti, anche dalla maggioranza".
Si vuole, giustamente, risanare l'economia, con tagli e ristrutturazioni, ha affermato ancora Capelli, ma questi risultati si potevano ottenere nel rispetto delle leggi, delle prerogative del Consiglio e dei diritti dei lavoratori; a ciò si aggiungono le continue interferenze del presidente della Giunta nel lavoro della commissione Bilancio, che hanno portato a ripetuti ritardi ed interruzioni.
La minoranza si opporrà a questa Finanziaria, che comunque dovrà essere alleggerita dalle norme intruse, ha concluso Capelli; in altri termini essa dovrà essere profondamente modificata con la rivisitazione degli investimenti previsti, ai fini del riequilibrio della società sarda.

Il primo ad intervenire nella discussione generale è stato l'on. Mariano Contu (FI), che ha detto che l'approccio alla manovra finanziaria, per il gruppo di Forza Italia, non è stato facile. "In questa manovra, ha aggiunto c'è la volontà della maggioranza e del presidente Soru di fare approvare i documenti finanziari senza la possibilità di intervenire sul manovratore".
Per il consigliere azzurro alla minoranza si vuole attribuire un ruolo "silenzioso". L'opposizione, invece, è pronta ad un'azione propositiva e di suggerimento. "Non sarà facile, ha sottolineato Contu, perchè già in Commissione tutti i nostri suggerimenti sono stati respinti. Noi in Aula non faremo ostruzionismo, ma proposte, perché questo è il ruolo che ci hanno dato gli elettori".
L'on. Contu ha affermato di condividere il progetto di riordino dell'amministrazione, ma che tale riordino non può essere attuato senza prima fare una ricognizione dei bisogni della popolazione.
"Non si può abbattere tutto senza sapere prima cosa serve". Contu è stato molto critico anche sulla presenza nella finanziaria di norme intruse, sulla gestione della sanità (ritardi nella predisposizione del piano sanitario regionale, riapertura dei termini per i manager delle ASL che permetteranno a molti manager non sardi di arrivare nell'isola), sugli aumenti del costo dell'acqua.
Per Mariano Contu per attuare le riforme è necessario partire dagli ultimi. Le fasce deboli devono avere pari opportunità rispetto ai cittadini più fortunati. La scure dei tagli, per l'on. Contu, ha colpito settori di vitale importanza come quelli della cultura, dello sport, del sociale, del lavoro. "Questa Finanziaria, ha concluso, ha bisogno di essere arricchita e animata e di avere dei contenuti".

Per l'on. Luciano Uras (PRC), ogni manovra finanziaria ha un obiettivo chiaro, indicato dai proponenti: l'attuale è quello di perseguire un sentiero di sviluppo, salvaguardando il controllo della spesa e perseguendo il risanamento finanziario della Regione.
Quando la disponibilità delle risorse è limitata non si può "comprare l'Universo", occorrono scelte, e alcune esigenze resteranno tali, mentre altre saranno soddisfatte.
"Avrei preferito una Finanziaria che potesse dare una risposta chiara a chi ha bisogno di lavoro", ha proseguito Uras, affermando di parlare da "comunista e da sardo". La Finanziaria dovrebbe dare risposte a quella parte della società messa all'angolo, ha aggiunto Uras, ma "ma in un mondo dominato dalla tecnologia questi concetti non esistono più".
Per Uras è da "questi obiettivi che bisogna partire", ma comunque si parte in ritardo e ciò costituisce un grave limite alla capacità di governo.
Il consiglio si deve porre la meta di fare in fretta, e per questo la manovra deve essere resa "più secca", spogliandola del superfluo e riportandola all'essenziale". Allora, magari, si potranno trovare accordi con l'opposizione per accelerare i tempi. Per quanto riguarda i progetti di risanamento, Uras ha elogiato l'operato ed i programmi dell'esecutivo sostenendo la necessità di attivare procedure più rapide che accelerino la spesa ed evitando "la calata dei lanzichenecchi" cioè di coloro che "scendono in Sardegna" per portare via i capitali che invece dovrebbero restare ed essere spesi nell'Isola.
Uras ha poi ribadito il del "Piano straordinario per il lavoro" ritenuto indispensabile davanti alla situazione attuale dell'Isola, con la disoccupazione crescente.
Si possono recuperare le idee e i piani precedenti per dare corpo a questa priorità, ha aggiunto ancora Uras, e prefigurare un modello di sviluppo che rientri nel quadro dell'Europa dei popoli e che pertanto utilizzi i meccanismi messi in moto proprio dall'Europa. "Puntare sulle risorse locali": questo concetto, ha concluso Uras, è fondamentale per bloccare lo spopolamento e la desertificazione della Sardegna ed avere una ricaduta diffusa di tutti gli interventi nell'intero territorio, contro ogni concezione centralistica.

Scioperi e manifestazioni di protesta, disoccupazione ai livelli di guardia, disagio giovanile e nuove povertà, crisi diffusa dei settori produttivi sono argomenti che sicuramente non indicano che la Sardegna sia sulla strada giusta: lo ha sostenuto l'on. Oscar Cherchi (UDS) sottolineando come "quel riscatto che si attende, fuori dall'aula, da questa maggioranza di centrosinistra" sembri, almeno all'avvio, poco credibile. C'è da rispondere a "un'eredità tragica" e per la necessità di risanare il debito pubblico; ma una linea dell'austerità che preveda soprattutto la regola dei tagli, per quanto coerente col Dpef, deve tenere conto delle esigenze di un'economia in forte difficoltà. Questa scelta di assoluto rigore - ha aggiunto - sta lasciando sul campo "troppi cadaveri". Più giusta - secondo Cherchi - una scelta che diluisca in cinque anni gli interventi di risanamento; il "tutto e subito" rischia di impattare su un sistema boccheggiante. Che siamo in emergenza lo si vede anche da alcune scelte di fondo, come il rifinanziamento del piano del lavoro attraverso i Por, utilizzando, cioè, fondi aggiuntivi. Come dire che non esiste una previsione di spesa legata, invece, alle risorse strutturali della Regione, le sole che possano garantire continuità all'azione.
L'on. Cherchi non ha riservato critiche anche sulla politica industriale e energetica ("vanno ripensate e adattate alle nuove esigenze"), agricola e dei trasporti: manca un progetto credibile. La "via dei tagli" ha fatto anche dimenticare una seria politica delle entrate, riducendo il confronto con lo Stato, confronto che, al contrario, andava rafforzato: sport (i tagli pregiudicano la stessa attività dilettantistica, determineranno minor attenzione alla tutela della salute), editoria ("auspichiamo un reintegro dei fondi a sostegno del pluralismo e della democrazia"), giovani ("le promesse elettorale si stanno rivelando solo chiacchiere") e università ("per la cultura un pericoloso passo indietro") sono alcuni dei punti sui quali conviene riflettere.

Piano del lavoro e riforma delle comunità montane ("il loro problema è legato alle zone interne" sono due nodi da sciogliere: il Pdci interverrà con decisione per invitare la Giunta a rivedere le sue posizioni: lo ha detto l'on. Tore Serra (Insieme per la Sardegna) spiegando che non si chiede "nessun passo indietro", né questo "è un giudizio contro l'esecutivo"; tuttavia - ha aggiunto - Finanziaria e bilancio non sono blindati e lo si è visto anche il Commissione, con l'approvazione di molti emendamenti. Anche il calendario dei lavori dimostra "che il passaggio in aula non sarà una formalità" ed il Consiglio avrà tempo e occasione "per ulteriori modifiche e miglioramenti". Insomma, il lavoro della Commissione, lungo e complesso, non è finito; si dovrà continuare in Consiglio. Finanziaria e Bilancio sono figlie del momento cruciale, del forte indebitamento e dell'obbligo "legislativo, politico e morale" di ridurre il disavanzo. Una serie di incontri con le categorie economiche e sociali ha consentito di raccogliere suggerimenti dei quali si è tenuto conto; va aggiunto che, attorno alla nuova maggioranza, c'è un'attesa che non può essere delusa. Ma la politica di rigore non può impoverire settori già poveri: il piano del lavoro è un'indicazione precisa; "il mio partito - ha concluso l'on. Serra - chiede un ulteriore sforzo per destinare ad esso risorse aggiuntive".

Molto critico, invece, il giudizio di Carlo Sanjust (FI) per il quale il dibattito avviene "in un contesto surreale": il risultato finale è stato già scritto, gli interventi dei consiglieri di maggioranza rispettano un rito perché "il Consiglio è stato esautorato, anzi commissariato". Nessuno nega l'entità dell'indebitamento, che, tuttavia, va analizzato almeno nell'ultimo decennio è non messo sulle spalle dell'ultima legislatura. Il debito c'è, ma ridimensionarlo con un "sistema ragionieristico" è come dare a un malato (l'economia sarda) "una medicina che peggiora la malattia". Per intervenire senza collassare i comparti produttivi, c'è bisogno di gradualità non di ricette drastiche, del "fanatismo isterico" che rischia di impoverire il patrimonio di risorse. I "pieni poteri" di Soru realizzano non prospettive di ripresa, ma un disegno preoccupante che si nasconde "dietro un sadismo di facciata" e non va oltre "il panino sardo".
Sanjust ha citato, fra le occasioni mancate, la formazione professionale ("spazzata via" e relegata "in una situazione pirandelliana" dove, all'incoraggiamento rivolto ai giovani fa riscontro la assoluta mancanza di risorse), lo sport ("si ha la sensazione che i tagli siano stati fatti per ripicca"), l'agricoltura ("nessun progetto di rilancio"): tutto ciò - ha detto - è frutto "di dilettantismo politico e sconfinata protervia".
Anche sulle norme intruse ("Soru ha la faccia truce del moralista che non gli impedisce di violare le leggi") Sanjust ha criticato il governo regionale: enti e personale sono temi troppo delicati per essere sbrigativamente liquidati tenendo a freno il Consiglio. La decisione del presidente "di non fare marcia indietro" suona come "un insulto all'assemblea".
E una maggioranza che "promette l'Eldorado e realizza invece il muro del pianto", prima o poi deve fare i conti con i sardi; né può pagare i debiti con i debiti se, dopo aver predicato lacrime e sangue, cerca di risolvere il problema con l'emissione dei bond, "tanto, a pagare, sarà pantalone".

Ha poi preso la parola l'on. Renato Cugini (DS), il quale ha esordito sottolineando il ragionamento proposto all'Aula con la Finanziaria secondo cui riforme e risanamento finanziario non possono essere appannaggio solo della maggioranza, ma devono essere alla base di un confronto generale al quale devono partecipare tutte le componenti politiche del Consiglio. Precisando che occorre uscire "dal disastro finanziario in cui si è pervenuti nella scorsa legislatura", Cugini ha detto che vi è uno stato di grave difficoltà, e questo deve essere alla base di un ragionamento complessivo che cerchi di coniugare il risanamento con lo sviluppo. Per tale motivo bisogna utilizzare, appieno e in modo convinto le risorse della Comunità europea al fine di rilanciare lo sviluppo. E tutto questo va fatto con la partecipazione, oltre che del soggetto politico, anche delle imprese e dell'intero mondo produttivo.
I tagli ha sottolineato Cugini, sono purtroppo necessari a causa delle condizioni disastrose della finanza regionale. In questo scenario occorre rispondere adeguatamente, utilizzando le risorse complessive, anche quelle europee, con apposite leggi di settore.
Soffermandosi, quindi, sulla strumentazione giuridico - istituzionale esistente, giudicata superata e bisognosa di riforme, l'oratore ha precisato che ci sono indubbiamente troppi enti inutili che devono essere sostituiti con nuovi strumenti più moderni e adeguati. Eppure a fronte di questa esigenza non viene alcuna proposta alternativa da parte delle opposizioni. Sembra quasi che si voglia fare prevalere la cultura della conservazione.
Criticando poi le vicende, che emblematicamente, hanno contrassegnato la vita recente della Stazione sperimentale del sughero, Cugini ha ribadito l'esigenza di un confronto franco sulla via delle riforme. Ed ha fermamente respinto le critiche di "cesarismo" lanciate al presidente della Giunta insieme ai giudizi di "subalternità" a carico dei gruppi della maggioranza. Dopo avere richiamato l'attenzione dell'Aula sulla questione delle norme cosiddette intruse, approfondendo le principali questioni che emengono dalle riforme proposte a cominciare dalla modifica del sistema delle comunità montane, Cugini ha ribadito con decisione che il limite indicato dal DPEF non può essere superato ed ha ricordato che entro quel limite si possono discutere tutte le modifiche alla Finanziaria. Certo che, ha aggiunto in conclusione,  se si potesse accorciare il periodo dell'esercizio provvisorio, sarebbe un bene per la Sardegna. Se la minoranza accogliesse questo invito il rapporto tra la maggioranza e le opposizioni ne guadagnerebbe.

Per l'on. Matteo Sanna (AN) la finanziaria in discussione non tiene assolutamente conto dei bisogni della Sardegna. C'era da attendersi, ha detto, una finanziaria rivoluzionaria che tenesse conto, come diffusamente preannunciato, dei soggetti deboli "degli ultimi", ma così non è. Anzi, ci troviamo di fronte ad una Finanziaria blindata , che non può essere scardinata perché questa è la volontà del presidente. Fondamentalmente (accantonando momentaneamente i contenuti non condivisibili, insieme ad altri apprezzabili ) quello che non è accettabile è il metodo: la linea assunta dall'esecutivo è "una politica da sartoria fatta a base di tagli".
Quella avviata, ha quindi proseguito l'esponente di Alleanza Nazionale, è una politica finanziaria "antigallurese", che contrasta con gli interessi di quel territorio; ed ha denunciato come sia stato calpestato il ruolo delle comunità locali. "Una Finanziaria blindata e una Finanziaria di tagli ed iniqua", ha dichiarato il rappresentante di AN, il quale ha sottolineato come, se le medesime scelte fossero state assunte dal centrodestra, sindacati e parti sociali sarebbero insorti.
Difendendo, quindi, il ruolo della Stazione sperimentale del sughero, l'oratore ha ricordato che esso in passato era governato dal centrosinistra. Ed ha aggiunto che la responsabilità della attuale situazione finanziaria regionale va ricercata nelle passate legislature governate dal centrosinistra. "Ciò che continua a mancare è un progetto, disegnato in funzione del lavoro". Una Finanziaria calata dall'alto, ha aggiunto Sanna, che ha auspicato che il Consiglio sappia restituire alla Sardegna il primato della politica, grazie alla quale possano essere privilegiati gli elementi positivi. Oggi la Sardegna arranca, e di fronte a ciò occorre un sussulto di sensibilità. Proprio per questo, a giudizio dell'oratore, occorre combattere una campagna di discredito portata avanti nei confronti del Consiglio. Nel ribadire che occorre tener conto delle tantissime realtà diverse che caratterizzano il tessuto sociale della Sardegna, Sanna ha negato che vi sia una spinta alternativa e innovatrice nella politica regionale, la quale anzi porterà la Regione nel baratro.

E', quindi, intervenuto l'on. Silvio Lai (DS) che ha sottolineato l'esigenza di un recupero di responsabilità nella discussione della finanziaria e non di un continuo ritorno al passato.

Rivolgendosi all'on. Matteo Sanna, l'on. Lai ha ribadito che anche il centro sinistra, in passato, avrebbe potuto fare di più, ma che è ora di agire per un futuro migliore. E' tempo, dunque, di fare delle scelte e questa è "la Finanziaria delle scelte". L'on. Lai ha invitato la minoranza a lavorare per perseguire gli obiettivi di  questa Finanziaria: le riforme e il risanamento. Questi sono alcuni dei punti fermi su cui, ha detto ancora l'esponente dei DS, non si deve recedere. "I temi delle riforme e del risanamento sono vere emergenze"  era necessario un cambiamento di rotta , perché non si poteva proseguire con l'indebitamento indiscriminato.
Per l'on. Lai questa Finanziaria non è casuale. "C'è una sottile linea rossa" che unisce la finanziaria alla legge salva coste che dice che ci sono momenti di emergenze e che ci sono risorse intoccabili, perché non nostre. Per l'on. Lai sono intoccabili le risorse immateriali come l'ambiente e le risorse economiche del futuro (cioè l'indebitamento).
Sul ritardo con cui è stata presentatre la Finanziaria. L'on. Lai è stato chiaro: "non sono contento, ma questo ritardo ha consentito di trovare tante risorse aggiuntive, denari impegnati e non spesi. Queste risorse aggiuntive hanno consentito di presentare una Finanziaria "non di tagli stratosferici" ma che sceglie i settori dove si deve intervenire. E' quindi una Finanziaria di scelte e di svolta che si pone anche l'obiettivo della severità politica ponendo fine al confine, finora molto labile, "tra flessibilità e finanza allegra". Sui fondi europei l'on. Lai ha auspicato che il Consiglio si riappropri della materia e che la programmazione non venga fatta solo dagli assessorati.

A parere dell'on. Nello Cappai (UDC), il quale si è rivolto "alla sedia vuota del presidente della Giunta" il documento finanziario arriva in Aula "dopo un travagliato percorso in Commissione. L'intera economia della Sardegna sta attraversando un periodo difficile, ed ora si andrà verso il quarto mese di esercizio provvisorio dovuto ai ritardi, ai contrasti di questa maggioranza, mentre si è elaborata una manovra finanziaria che non tiene conto delle promesse elettorali, ma che nasce da una politica di tagli indiscriminati che colpiscono gli strati più deboli della società sarda.
Cappai si è chiesto quali sono i progetti di settore che si nascondono dietro i tagli. Ambiente, Agricoltura e Turismo dovevano essere i settori trainanti, secondo i programmi di Soru, ma in questa manovra non c'è alcuna progettualità dedicata a questi. Non c'è neanche un progetto per il lavoro, settore che ha subito pesanti tagli delle risorse.
Per Cappai, neanche la maggioranza condivide questa manovra che dovrebbe essere totalmente ripensata perché non soddisfa l'intero Consiglio, al di là dei ruoli di maggioranza e opposizione.
Non esiste poi una politica per gli Enti Locali ha aggiunto Cappai, altro  settore che ha subito tagli. Così non si risolvono i problemi dell'economia sarda, ha detto ancora Cappai, mentre si trascura l'aspetto dell'inserimento delle risorse pubbliche ne sistema regionale. "Soru taglia, ma non corregge", ha proseguito Cappai che ha poi evidenziato come la mancata concertazione priva la manovra dell'indispensabile consenso per evitare il distacco dalla società reale.
Cappai ha poi sostenuto l'esigenza di eliminare i tagli nella cultura, nello sport, nella formazione professionale e nell'agricoltura. Ciò si dovrà fare in Aula, ha detto, dato che non è stato possibile farlo in Commissione.
Proseguendo con pesanti critiche ai tagli nei settori portanti dell'economia, Cappai ha ricordato come l'Agricoltura sia stato il comparto che ha subito le riduzioni più pesanti,nonostante le leggi esistenti e i documenti a sostegno del settore firmati dal centrosinistra.
Probabilmente, se i tagli si dovevano fare, ci si doveva soffermare su altre scelte. "L'assenza del presidente Soru è significativa, ha detto Cappai, perché ha paura e non è in grado di giustificare questa manovra finanziaria".
Preannunciando emendamenti per ogni punto che evidenzia il disaccordo con la manovra, Cappai ha concluso invitando la Giunta ad occuparsi dei veri interessi della Sardegna, e ad eliminare le cosiddette "norme intruse" dal documento finanziario, in particolare quelle che riguardano la soppressione indiscriminata di Enti.

E' poi intervenuto l'on. Mario Bruno  (Progetto Sardegna) che dopo aver sottolineato che la giunta Soru ha ereditato una situazione finanziaria "disastrosa",  ha detto che questa Finanziaria è fatta di "scelte coraggiose". Per il consigliere di Progetto Sardegna questa Finanziaria si pone l'obiettivo di attuare il risanamento, di progettare lo sviluppo, di limitare l'indebitamento. "E' una Finanziaria di risanamento e di scelte che porterà il disavanzo dai 4 miliardi di euro ai 2 miliardi e 800 milioni". Una finanziaria attenta ma che pone tra i suoi obiettivi principali il lavoro, lo sviluppo, la conoscenza e i giovani.  Per fare questo era necessario snellire la burocrazia. Per l'on. Bruno la sfida è proprio questa: ridurre drasticamente gli enti e i relativi consigli di amministrazione e riordinare le comunità montane. L'on. Bruno ha auspicato l'inserimento nel bilancio anche di una somma simbolica per istituire L'osservatorio della povertà.

L'on. Gerolamo Licandro (FI), dopo avere sottolineato il ritardo nella presentazione della manovra finanziaria, ha fatto riferimento agli interventi di Cugini ed Uras per ricordare che si è parlato di "scelte epocali delle quali però non si evidenzia nessuna traccia". Non si possono risolvere i problemi tagliando tutto ciò che c'è da tagliare, ha proseguito Licandro, ed occorre tenere conto che i tagli proposti da questa Giunta stanno creando profondi disagi sociali e preoccupazioni anche nella stessa maggioranza.-Passando poi al caso dal commissariamento dell'ARST, Licandro ha proposto ironicamente un emendamento che delega il presidente Soru a fare ciò che vuole. Siamo davanti al commissariamento delle istituzioni, ha detto ancora Licandro, ma fortunatamente la società democratica si è resa conto di ciò che sta succedendo ed è intenzionata a porre fine a questa deriva autoritaristica. Licandro si è soffermato sulle norme intruse e sulle conseguenze dei tagli che ricadranno sulle fasce più deboli.
Le norme intruse sono legate alle vicende della Sardegna: da oltre 10 anni la manovra finanziaria è un contenitore dove si raccoglie di tutto. La Finanziaria è una legge, e come tale può innovare, cancellare, disporre ed imporre quando non c'è il tempo di predisporre nuove leggi. In pratica si approfitta della finanziaria per evitare le solite lungaggini nell'iter di formazione delle leggi. Ma c'è un limite dettato dal buonsenso, ha detto ancora Licandro, e in questo documento c'è invece il cattivo gusto, come quello di cancellare di colpo gli Enti.
Eppure questa maggioranza ha i numeri per fare le leggi che vuole. Allora perché non escludere dalla Finanziaria le riforme? Ha chiesto Licandro "rivolgendosi ad un presidente che non c'è" ed ha poi aggiunto che l'assenza di Soru è dovuta "alla sua paura del Consiglio e della sua stessa maggioranza". Anche la verità, ha concluso Licandro, si può taroccare, come la manovra finanziaria.

Secondo l'on. Attilio Dedoni (I Riformatori), da un po' di tempo la maggioranza copre alcune verità e non lascia vedere i motivi che hanno portato ad un così pesante indebitamento. Il consigliere regionale dei Riformatori è stato molto critico nei confronti dei tagli decisi in tutti i settori. "Non può essere tutto risanato in termini aziendalistici e soprattutto l'indebitamento non può essere annullato in una sola stagione". Per Dedoni  i tagli drastici hanno appiattito i settori della cultura, della lingua, delle tradizioni. I trasporti erano da riorganizzare ma non è giustificato il commissariamento dell'Arst. Molto critico anche sul metodo con cui si è deciso di ridurre gli enti: "non si doveva imporlo dall'alto, era necessario discuterne in Consiglio perché così è un abuso". Il consigliere riformatore ha detto che non si po' certo parlare di competitività soprattutto per i settori dell'industria, dell'artigianato e del commercio  che andavano incentivati e non drasticamente ridotti.


I lavori del Consiglio proseguono
questo pomeriggio alle 16.30