CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 69 pomeridiana del 15 marzo 2005


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:


In apertura di seduta, dopo le comunicazioni, il presidente ha comunicato che la giunta delle elezioni, presieduta dal vicepresidente Paolo Fadda, dopo avere esaminato la  sentenza del Tar Sardegna relativa al procedimento Uggias/Addis ne ha preso atto, convalidando l'elezione nel Consiglio regionale del ricorrente Giammaria Uggias e la conseguente decadenza di Antonio Efisio Addis. Pertanto, il Presidente ha chiamato Giammaria Uggias al banco della presidenza per il prescritto giuramento. Dopo avere ascoltato la formula di rito, Giammaria Uggias ha detto "lo giuro" ed è entrato ufficialmente a fare parte dell'Assemblea regionale sarda.

Dopo gli auguri di rito i lavori sono proseguiti.

Esame Disegni di legge n.  91 /A - n.  92/A - Prog. 4
su
Manovra finanziaria e di Bilancio

Il presidente Spissu ha, quindi, aperto la discussione generale sulla manovra finanziaria e di bilancio predisposta dalla Giunta regionale.
Il presidente, dopo avere ricordato che la discussione sui tre distinti provvedimenti (DL 91, Finanziaria; DL 92 Bilancio annuale e triennale; Prog. 4, note di programma) sarà, come di consueto, "unificata" mentre l'esame degli articoli dei diversi provvedimenti sarà "singola", ha dato la parola ai relatori del provvedimento.
La manovra economica e finanziaria predisposta dalla Giunta, "la prima di questa legislatura, la prima di questa maggioranza, premiata alle elezioni dal voto dei sardi" è la proposta pratica del programma politico sul quale i partiti al governo hanno chiesto, ed ottenuto la fiducia dei sardi. Lo ha voluto ricordare Eliseo Secci, La Margherita - presidente della Terza commissione, illustrando, nella sua relazione di maggioranza, gli aspetti più significativi di una manovra predisposta in una "situazione finanziaria difficilissima".
Tutti, infatti, vorrebbero proporre le loro ricette economiche, i loro programmi avendo a disposizione una notevole massa finanziaria, potendo operare in una situazione "tranquilla, senza debiti". Invece, questa maggioranza, da subito, ha dovuto fare i conti con un indebitamento complessivo di oltre 4 miliardi di euro, con un deficit di bilancio, al 31 dicembre scorso, superiore ai 2.811 milioni di euro. Una situazione che impediva ogni accesso al credito, che portava alla paralisi. Serviva una cura urto, ha ricordato Eliseo Secci, e la ricetta è stata illustrata quando è stato presentato ed approvato il Documento di programmazione economica e finanziaria (il DPEF), il contenitore del "nostro programma", che indicava gli obiettivi, i modi con cui avremo affrontato il presente, le riforme radicali che vorremo attuare per riformare, in modo radicale, "la nostra Sardegna".
Questa manovra parte da quelle indicazioni, con un solo ma preciso limite: l'indebitamento non deve superare il dieci per cento delle spese. Una decisione, ha aggiunto Eliseo Secci, che comunque non modifica "la mappa della manovra disponibile".
Certamente, per avviare questo processo virtuoso, che deve portare a comprimere il debito regionale, sono stati decisi tagli, riduzioni, per oltre 500 milioni di euro, così da riportare a controllo il volume dei debiti, da avviare il necessario processo di risanamento delle finanze regionali, "ma si è tenuto nel debito conto l'esigenza di non incidere sulle spese sociali, sui trasferimenti agli enti locali". Un risultato positivo ottenibile, secondo il presidente della Terza commissione, con una maggiore "qualificazione" della spesa, con il riordino del sistema amministrativo regionale.
"Nella Finanziaria non abbiamo previsto riforme, ha aggiunto Secci, ma un riordino della presenza pubblica in diversi settori. E con questi accorpamenti, con la razionalizzazione degli enti, si risparmieranno molti soldini, parecchi milioni di euro". In pratica, le indicazioni contenute nella manovra sono "una anticipazione delle riforme che faremo", l'avvio di un processo di risanamento che darà notevoli frutti.
Tutti questi temi, nei quarantacinque e passa giorni di lavoro in Commissione, ha aggiunto il presidente della Terza, sono stati discussi, approfonditi, "alcuni obiettivi sono stati perfino condivisi, perché nel documento economico e finanziario ci sono elementi di convergenza importanti". Si è predisposta, in sostanza, una manovra equilibrata, senza "tagli indiscriminati; un programma incisivo, un sistema che vola alto, perché si deve camminare veloci. Poi, certamente, le posizioni divergono e le forze politiche prendono altre direzioni".
"Perché, però, non è possibile cominciare a pensare che ognuno deve assumersi il ruolo, deve svolgere il compito che i cittadini gli hanno assegnato?" ha chiesto e si è chiesto Eliseo Secci. "Perché non lasciare al Presidente il compito che gli hanno dato gli elettori, che è quello di governare, magari anche commettendo errori?". Le opposizioni, quindi, dovrebbero "concentrarsi", se questo è stato il responso delle urne, sulla elaborazione di idee, di proposte alternative, sulla predisposizione di progetti diversi, proprio per stimolare, migliorare i programmi della maggioranza, così da contribuire al processo di cambiamento al quale tutti devono concorrere.
"Tutti, in sostanza, ha aggiunto Eliseo Secci, devono dare il proprio contributo per migliorare le proposte, i contenuti, i programmi della Giunta e della maggioranza che la sostiene. Non si deve solamente discutere su norme più o meno intruse, ma ci si deve concentrare sugli obiettivi, sui traguardi indicati, anche se lontani e difficili". E' quello che ha fatto anche questa maggioranza, ha aggiunto l'esponente de La Margherita, "perché forse, in questa occasione, sono stati creati disagi, ma i sacrifici di oggi garantiranno sviluppo e migliori condizioni di vita per tutti, partendo dagli ultimi, dai meno fortunati, dai diseredati, da coloro che non hanno e che, in molti casi, hanno bisogni impellenti, difficili da soddisfare".
"Sono obiettivi difficili, qualificanti, importanti, che impongono uno sforzo comune, se li si vuole raggiungere; che impongono una grande comunione di forze e di intenti, per portare avanti gli interessi della nostra terra".
Il relatore di maggioranza, si è, quindi, occupato dei numeri di questa manovra, sottolineandone gli aspetti più importanti, qualificanti, che hanno portato ad una significativa riduzione del debito complessivo, grazie alla significativa revisione dei singoli stanziamenti, dei residui passivi e alla dismissione di proprietà e partecipazioni giudicate non strategiche.
La Commissione, quindi, ha fatto un lavoro particolarmente efficace, visto che l'indebitamento è stato contenuto entro il limite del dieci per cento, 581 milioni di euro, mentre la Giunta ne proponeva solamente 25, così come sono stati recuperati circa 700 milioni di euro, che fanno diminuire ulteriormente il disavanzo di gestione. In questa difficile situazione, ha comunque ricordato Eliseo Secci, la massa di manovra è simile a quella dello scorso anno (6247 milioni di euro), grazie a recuperi ed ad un migliore utilizzo delle risorse dei POR. Nel complesso, il bilancio prevede interventi per oltre 9 mila miliardi, con un contenimento della spesa che non supera del 10 per cento le entrate disponibili.
La spesa, qualificata e razionalizzata, prevede particolari interventi per favorire la ripresa economica, visto che la Giunta si pone come obiettivi prioritari il raggiungimento di un tasso medio della crescita economica attorno al 3 per cento annuo, ed un tasso di occupazione attorno al 70 per cento, con una quota di forza lavoro femminile attorno al 60 per cento.
Particolare attenzione è stata anche dedicata proprio alla voce entrate, che devono crescere ulteriormente, in modo da giungere in breve tempo ad un effettivo risanamento finanziario.
Un giudizio positivo, quindi, sull'intero complesso della manovra, che comporterà una profonda riorganizzazione della struttura amministrativa regionale ed una serie di aggiustamenti, per "alleggerire la situazione generale". Giudizio positivo, quindi, ed una personale soddisfazione per il lavoro ed i risultati ottenuti in Commissione.

Non altrettanto positivo, invece, il giudizio complessivo espresso dal primo relatore di minoranza intervenuto nel dibattito. "I sardisti sanno bene quale è il loro ruolo, quali i loro compiti e doveri, ha detto Beniamino Scarpa (Misto-Psd'az), e sapranno svolgerli con coerenza e dignità". Saranno, anzi, strenui difensori delle prerogative dei consiglieri, del ruolo dell'Assemblea legislativa, che ha dovuto subire, in questi tempi, "colpi e vessazioni che rischiano di sminuirne dignità e ruolo. Noi non ci piegheremo a questi schiaffi, ha aggiunto Scarpa, e difenderemo i diritti del Consiglio, nell'interesse di tutti noi e dell'intera Sardegna".
L'esponente sardista ha, poi, esaminato i contenuti della Finanziaria, soffermandosi sul fatto che le priorità sono quelle del "sentiero dello sviluppo, del risanamento economico", puntando sulla valorizzazione dei settori che possono realmente garantire sviluppo e crescita sociale ed economica. Non si può puntare, in una manovra economica e di bilancio,  sul riordino degli enti, delle strutture regionali, questi "sono temi che devono essere affrontati nelle sedi dovute, seguendo le norme in vigore, rispettando il ruolo dell'Assemblea legislativa, che è proprio quello di elaborare ed approvare anche le riforme.
Le scelte della Giunta, ha aggiunto il relatore di minoranza, appaiono del tutto contraddittorie, anche perché sull'altare di un risanamento  in tempi brevi, tagliando tutto a tutti, si corre il rischio di immolare quelli che hanno maggiore possibilità di crescita. Sarebbe stato molto meglio avviare un serio processo di risanamento "riducendo i debiti in tempi più lunghi, senza traumi pesanti e danni che potrebbero essere irreversibili".
"In Commissione abbiamo notato strane scelte, ha detto ancora Beniamino Scarpa, con categorie che sono state salvate dai tagli in un secondo momento ed altre no". Queste strane decisioni della Giunta mostrano "una strana visione negativa della situazione isolana, speriamo che ci sia un profondo ripensamento", perché sono incomprensibili le penalizzazioni decise nei confronti di settori delicati come l'agricoltura, l'artigianato, il turismo, così come sono incomprensibili i tagli negli stanziamenti a favore della lingua, della cultura, delle iniziative per valorizzare le tradizioni i costumi, le espressioni musicali ed artistiche della nostra isola.
"Lo Stato spende quasi più della Regione per valorizzare la lingua e la cultura sarde, ha aggiunto Beniamino Scarpa, una scelta discutibile, che abbiamo combattuto in Commissione e che contrasteremo anche nel corso del dibattito in Aula". Se dobbiamo puntare sull'identità come valore aggiunto, ha detto ancora l'esponente sardista, dobbiamo mettere a disposizione di coloro che operano in questi campi le risorse finanziarie necessarie. Forse si può arrivare, anche in questi settori, ad una razionalizzazione degli interventi, ma si devono fare scelte oculate, si devono mettere a punto programmi moderni ed adeguati, che favoriscano la reale valorizzazione di un patrimonio, appunto quello legato alla nostra identità, di grandissimo valore, che può imporci all'attenzione del mondo intero.
"La Regione deve dotarsi di una adeguata politica culturale, ha concluso Beniamino Scarpa, per valorizzare la lingua, lo spettacolo, le tradizioni popolari, che si sono la nostra grande risorsa.  Questa manovra non ci soddisfa e ne auspichiamo una profonda modifica".
Con la relazione di minoranza di Beniamino Scarpa si sono conclusi i lavori della prima seduta sul bilancio e la manovra finanziaria. I lavori riprenderanno domani mattina, con la seconda delle relazioni di minoranza, quella di Roberto Capelli (UDC). 


I lavori del Consiglio riprenderanno
domani alle ore 09.30