CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 61 antimeridiana del
12 gennaio 2005
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente Spissu ha ricordato all'Aula che la conferenza dei capigruppo di ieri ha concordato di inserire nell'ordine del giorno la mozione n. 22 sulla revoca del decreto istitutivo del Parco del Gennargentu. Il presidente Spissu ha detto anche che i capigruppo hanno deciso di contingentare gli interventi (uno a gruppo).
Discussione Mozione n. 22, sulla revoca
del decreto istitutivo del parco nazionale
del Gennargentu e del golfo di Orosei.La mozione n. 22 è stata illustrata dal primo firmatario on. Capelli (UDC), che ha spiegato che l'intento è quello di arrivare ad una presa di posizione unanime per rivedere il decreto istitutivo del Parco. "Vogliamo una modifica della legge per rivedere intenti, modalità e coinvolgimento delle popolazioni locali su vincoli e perimetrazione". Il vicecapogruppo dell'Udc ha detto che sarebbe stato opportuno sospendere per altri sei mesi l'attuazione del parco del Gennargentu. "Questo periodo sarebbe stato utile per aprire un confronto con il governo nazionale e trovare una soluzione definitiva". L'on. Capelli ha auspicato una soluzione unitaria del Consiglio per fare giustizia su un parco nato male e cresciuto peggio.
Per l'on. Ladu (Fortza Paris) la situazione è particolarmente delicata. I vincoli "calati dall'alto" non piacciono alle popolazioni interessate e ai consigli comunali della zona. Per Ladu i motivi di scontro riguardano essenzialmente la perimetrazione (quella fatta non è quella che era stata decisa), la rappresentanza nell'ente parco (la gestione deve vedere un maggiore coinvolgimento dei comuni e degli enti locali) e i vincoli (l'obiettivo è di eliminarli). L'esponente di Fortza Paris ha chiesto alla Giunta quale è la effettiva posizione in materia.
L'on. Corrias (DS) ha detto che quella di ieri è stata una brutta giornata nei confronti della Regione, del Presidente Soru e dei sindaci. "in qualità di sindaco sono abituata a ragionare in termini istituzionali, un ministro della Repubblica se vuole ricevere i sindaci deve farlo nelle forme istituzionali corrette e non tramite telefonate agli amici. La classe dirigente deve essere all'altezza del suo compito". L'esponente dei DS ha ricordato che i sindaci hanno presentato un documento in cui è stata ribadita la necessità di cancellazione del decreto. Dichiarando di essere dispiaciuta, l'on. Corrias ha chiesto a tutti un maggiore senso di responsabilità e ha detto che "spesso capita che prevalga il piccolo gioco della politica". Quando si parla di gestione del territorio non si possono fare battaglie di piccolo cabotaggio. Il sindaco di Baunei ha detto di condividere il contenuto della mozione e ha auspicato che venga inserita una volontà unitaria di stigmatizzazione di quello che è avvenuto ieri.
L'on. Diana (AN) ha chiarito che, senza voler essere polemico, un ministro ha il diritto di ricevere gli amministratori locali che, tra l'altro, avevano sollecitato un incontro con Matteoli ben prima del presidente della giunta. Il presidente della provincia di Oristano ha sottolineato che allo stato attuale non è possibile revocare questo decreto ma che l'unico modo per modificare lo stato delle cose è quello di fare un'altra legge che modifichi la legge 394. L'on. Diana ha invitato tutti i consiglieri a non avvelenare i toni anche perché il Ministro Matteoli non ha nessun interesse ad incontrare i sindaci della sua parte politica. "Tra l'altro, ha detto ancora, nella provincia di Nuoro non c'è neanche un sindaco espresso da AN". Il capogruppo di AN ha ribadito che nessuno è contrario al Parco, ma bisogna far capire che Parco non è sinonimo di divieto. "Noi siamo stati abituati dai ministri Ronchi e Bordon a ragionare in termini di vincoli e non di rispetto della natura". Ora è necessario cambiare rotta e il Consiglio deve stilare un documento che faccia capire chiaramente cosa la Sardegna vuole fare per la gestione del suo territorio.
A parere dell'on. Sabatini (La Margherita) la mozione deve essere accolta perché il Consiglio regionale deve dare un segnale unitario sulla vicenda e chiedere con forza la valorizzazione delle aree attraverso la concertazione con le popolazioni dei territori. L'esponente della Margherita ha detto che è importante trasformare questa mozione in un ordine del giorno unitario che rafforzi la richiesta del presidente della Regione di revocare il parco.
Per l'on. Contu (F.I.) è tempo di finirla con la realizzazione delle riserve indiane e con la negazione del diritto di godimento del proprio territorio. Per l'esponente di Forza Italia è necessario creare "la cultura del Parco" che in Sardegna ancora manca. L'on. Contu ha detto di non condividere la proposta del presidente della giunta perché non è concepibile che le aree demaniali siano destinate a Parco.
L'on. Vargiu (I Riformatori) ha ribadito che l'obiettivo è sensibilizzare e coinvolgere le popolazioni interessate che spesso vedono nel parco solo una serie di vincoli e di divieti. Il capogruppo dei Riformatori ha ricordato che bisogna tendere all'estensione della stagione turistica, ad allargare la conoscenza della cultura sarda, a garantire il flusso turistico anche nelle zone più interne. Sulla politica portata avanti dal presidente della giunta regionale in materia di parchi, l'on. Vargiu è stato chiaro: "la sua posizione di ripartire dal principio della crescita culturale della popolazione ci sembra ragionevole".
Per la Giunta è intervenuto l'assessore dell'Ambiente Dessì. Dopo aver tracciato le tappe più importanti della "vicenda parchi" dagli anni 60 ad oggi, l'esponente dell'esecutivo ha chiarito che la giunta si è mossa tempestivamente per tentare di recuperare un ritardo di cinque anni perchè "nella scorsa legislatura di parchi non se ne è voluto parlare". L'assessore ha detto di essere contrario a risolvere la questione con "pannicelli caldi" o con "sotterfugi" ma che è necessario "prendere la questione di petto". Il titolare dell'ambiente è stato perentorio: "la Giunta non intende rinunciare ad una politica delle aree naturali protette perché i parchi sono uno strumento di sviluppo". Anche per l'assessore è necessario costruirli con il consenso delle popolazioni interessate, facendo in modo di far cambiare la mentalità della gente. "Il parco è un progetto di sviluppo, non è un recinto". Dessì ha sottolineato che la Regione deve averne la gestione: "Noi non siamo contrari al fatto che il parco abbia una rilevanza nazionale, ma non vogliamo parchi ministeriali". Sullo "sgarbo istituzionale" di ieri, l'assessore l'ha definito un "fatto gravissimo": davanti alla richiesta di un presidente della Regione non si può rispondere "aspetti fuori che devo sentire i sindaci" perché così si offendono tutti i sardi. L'esponente della Giunta ha ribadito che la rimozione del decreto deve avvenire sulla base di un'intesa con lo Stato e che il governo nazionale non può tenersi su una posizione ambigua.
L'on. Pinna (Progetto Sardegna) ha chiesto una breve sospensione per permettere ai gruppi di preparare un documento unitario
Il presidente Spissu ha accordato una breve sospensione.
Discussione dell'ordine del giorno
unitario sul parco del Gennargentu.Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato che è stato presentato un ordine del giorno unitario.
Intervenendo per dichiarazione di voto, l'on. Porcu ha annunciato il proprio voto a favore in quanto il documento "rappresenta un bilancio della politica dei parchi", affinché il parco diventi uno strumento attivo di promozione del territorio.
Anche l'on. Balia (Misto-SDI-SU) ha anticipato il voto favorevole, sostenendo che "occorre superare quelle posizioni ataviche, che non mirano a costruire un parco come strumento per il rilancio economico del territorio.
Voto favorevole è stato annunciato anche dall'on. La Spisa (FI), che ha sottolineato il valore politico della posizione unitaria raggiunta fra tutte le forze politiche. L'on. Vincenzo Floris (DS), anticipando il proprio voto favorevole, ha affermato che, dopo le lacerazioni del passato, l'accordo unitario consente "di scrivere una pagina meno conflittuale" con l'obiettivo, da parte del Consiglio di riappropriarsi di un ruolo attivo nei confronti dello Stato.
Per il gruppo di Fortza Paris, l'on. Ladu ha dichiarato voto favorevole in quanto si deve "superare il decreto Ronchi, che è stato nettamente respinto dalle popolazioni". L'on. Cachia (Insieme per la Sardegna) ha preannunciato voto favorevole "perché si è capita l'importanza del problema del Parco, ed in particolare la sua unicità, come dimostra l'unità politica raggiunta".
Voto favorevole anche per l'on. Artizzu (AN), in quanto "si è trovata una soluzione ragionevole e percorribile, anche se forse troppo morbida", comprendendo ha detto ancora, "l'imbarazzo della Giunta" ed esprimendo infine condanna "per gli atti intimidatori" verificarsi in questo periodo.
L'on. Marrocu (DS), nel sostenere che l'istituzione dei Parchi è la sola "via percorribile per lo sviluppo dei territori", ha anticipato il proprio voto favorevole all'ordine del giorno che "rappresenta, però, una sconfitta delle forze politiche sarde", in quanto il documento ripropone le stesse ipotesi avanzate già nel 1998".
E', quindi, intervento l'on. Pirisi (DS), il quale dichiarando di intervenire a titolo personale ha affermato che voterà contro l'ordine del giorno in discussione. "Non sono convinto che possano essere attuati i primi due punti di tale documento", ha detto Pirisi, per il quale inoltre esistono riserve sulla possibilità che il capo dello stato firmi un decreto alternativo.
Rivendicando il principio che tutto il popolo sardo possa esprimersi liberamente, Pirisi ha aggiunto che vi sono parti della nostra isola in cui la libertà di espressione non è garantita. Ricordando come in passato la stragrande maggioranza delle popolazioni locali era favorevole al parco, Pirisi ha aggiunto che chi aveva promesso di sostenerlo con altri strumenti di sviluppo non lo ha fatto. "La politica dei parchi non morirà con questo ordine del giorno, però stiamo siglando una sconfitta politica".A favore dell'ordine del giorno si è, invece espresso l'on. Mario Floris (UDS), che ha sostenuto l'esigenza di una modifica delle leggi in materia. Floris ha inoltre sollecitato chiarimenti sui rapporti fra Giunta e Governo, perché inammissibile che il ministro compia atti tendenti a rompere il fronte autonomistico.
Per l'on. Capelli (UDC), data l'attenzione al dibattito odierno, le preoccupazioni per le sorti delle zone interne non devono però esaudirsi oggi, in una giornata. L'ordine del giorno tenta di bloccare quanto sta avvenendo sulla materia del parco.
Per l'on. Pili (FI) occorre fare alcune precisazioni importanti, perché dimostra la volontà unanime su un gesto condiviso. Le responsabilità hanno "nomi e cognomi di riferimento", ha poi aggiunto Pili, il quale ha preannunciato il voto favorevole al documento. Sottolineando che l'ordine del giorno stigmatizza il centralismo statale, tuttavia esso significa anche un "no" al neocentralismo regionale.
Quanto al presunto sgarbo istituzionale da parte del ministro, Pili, ha osservato che la legge pone sullo stesso piano comuni province e Regione.E', quindi, intervenuto l'on. Soru (Presidente della Giunta), il quale ha confermato le richieste fatte al ministro per ottenere un incontro, salvo apprendere, in seguito, che il ministro aveva deciso di rinviare l'incontro con la Giunta per farlo precedere da una riunione con i sindaci. "Per ma, tuttavia, ha detto Soru, l'incidente è chiuso". Annunciando poi il voto a favore dell'ordine del giorno, Soru ha sottolineato che questa è un'assunzione di responsabilità da parte della Regione. Ribadendo che non è ammissibile il centralismo statale, tanto meno nella politica dei parchi, Soru ha detto che questi non sono un problema, semmai un'opportunità. Il parco del Gennargentu è una cosa buona, ha avuto un percorso sbagliato. Si può ripartire per giungere ad un ampia condivisione dei problemi.
Messo in votazione, l'ordine del giorno è stato approvato a stragrande maggioranza, con il solo voto contrario dell'on. Pirisi.
Il presidente Spissu, ha, quindi, ripreso il precedente ordine del giorno dei lavori dell'Aula, proseguendo l'esame dei provvedimenti di legge n . 9 e n . 27, sull'istituzione del "Consiglio delle Autonomie Locali".
Poiché si era già conclusa la discussione generale, il presidente ha posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato.
I lavori del Consiglio
riprenderanno alle ore 16.30