CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 59 pomeridiana del 22 dicembre 2004


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Giacomo Spissu.

Prosecuzione esame del DPEF 2005 - 2007

In apertura della seduta pomeridiana il presidente Spissu ha ricordato che stamattina si erano conclusi gli interventi dei capigruppo e ha dato la parola all'assessore alla programmazione Francesco Pigliaru. L'esponente della Giunta ha detto che il DPEF riflette il lavoro di tre mesi, quindi, è un documento di transizione che va verso il Programma regionale di sviluppo. Per l'assessore il DPEF non è certo un libro dei sogni. "Migliorare e pensare allo sviluppo della nostra isola non può essere un sogno. I dati che il DPEF riporta mostrano con chiarezza che la situazione deve migliorare. Non è un sogno neanche la descrizione dello stato delle finanze regionali perché senza conoscerla non si può decidere cosa fare".
Per Pigliaru l'obiettivo del DPEF è quello di descrivere con rigore l'insieme delle possibilità. "Abbiamo descritto le possibilità, premessa per poter parlare di scelte. In questa situazione di grande difficoltà abbiamo ritenuto che fosse giusto che le difficili scelte da fare con così poche risorse fosse lasciata alla Manovra". L'assessore ha, comunque, sottolineato che  il DPEF fa delle scommesse. Infatti, scommette sulle infrastrutture materiali e immateriali, sulla scuola pubblica, sulla lotta alla dispersione, sulla formazione del capitale umano come politica dell'innovazione, sulla ricerca applicata e sull'eccellenza delle università sarde.
"La situazione in cui ci troviamo in questi primi mesi di governo, ha proseguito l'assessore,  è particolarmente delicata: abbiamo alle spalle anni di soldi spesi in maniera inefficace. Quindi, abbiamo la necessità di dover elaborare strumenti diversi rispetto al passato per non ripetere gli stessi errori. L'augurio, ha concluso, è che si possa lavorare tutti con spirito di cooperazione. L'assessore ha detto di aver trovato "sorprendente" il riferimento fatto dall'on. Capelli sulla "copiatura" di una parte del DPEF. "Riproporre nel DPEF 2005 gli strumenti previsti nel DPEF 2004 e non applicati, è doveroso. Dove è lo scandalo? La polemica è strumentale".

Il presidente Spissu ha posto in votazione il passaggio agli articoli su cui l'on. Pili ha chiesto il voto elettronico palese. Il Consiglio l'ha approvato (presenti 66, votanti 61, maggioranza 31, sì 37, no 24, astenuti 5).

Gli emendamenti 1, 2 e 3 sono stati illustrati dall'on. Beniamino Scarpa (Misto - Psd'az ); gli emendamenti 10, 11 e 12 dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori).     

L'on. Secci (Presidente della III Commissione) nell'esprimere il parer negativo, ha invitato i proponenti al ritiro degli emendamenti 1 - 2. Parere negativo anche per gli emendamenti 3 - 10 - 11 - 12.

Per la Giunta, l'assessore Pigliaru ha espresso un parere conforme a quello del presidente della Commissione.

Nella discussione sui capitoli e sugli emendamenti è intervenuto il consigliere Vargiu (I riformatori). Prima della votazione, l'on. Caligaris (Misto-SDI-SU) ha dichiarato il proprio voto favorevole all'emendamento n°1 (Scarpa e più). Sullo stesso emendamento l'on. Scarpa (Psd'az) ha preannunciato il proprio voto a favore, così come ha fatto l'on. Pili (FI).

Voto contrario ha, invece, espresso l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori); Gli onorevoli Rassu (FI) e Atzeri (Misto-Psd'az) hanno, al contrario, espresso voto a favore.

Per il no, invece, l'on. Liori (AN). Favorevole l'on. Mario Floris (Misto - UDS), il quale ha lamentato come si voglia bollare l'intera classe politica degli ultimi 50 anni.

Su richiesta dell'on. Siro Marrocu, il presidente ha sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha dato la parola all'on. Secci (presidente della III Commissione), il quale ha proposto una modifica orale, in presenza della quale l'emendamento può essere accolto.

L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha ricordato che un emendamento orale  può essere ammesso se tutta l'Aula è favorevole ed i Riformatori non lo sono.

Per l'on. Siro Marrocu (DS) non si tratta di un emendamento, ma di una trasformazione da emendamento soppressivo parziale. Si è espresso favorevolmente anche l'on. Raimondo Ibba (Misto-SDI-SU).

L'on Roberto Capelli (UDC) si è dichiarato a favore dell'emendamento nella sua totalità.

Il presidente Fadda ha allora informato l'Aula che va messo in discussione l'emendamento 1 nella sua interezza. Dopo la votazione degli emendamenti, ha proseguito Fadda, si può ove lo si ritenga necessario, richiedere la votazione per parti del capitolo in discussione.

L'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) ha, quindi, invitato i presentatori dell'emendamento a ritirarlo sostenendo che la stagione della riforma elettorale è imminente e che è alto il rispetto per la tradizione sardista.

Messo in votazione a scrutinio elettronico palese l'emendamento 1 è stato respinto con il seguente esito: presenti 70; votanti 63; astenuti 7; Si 25; No 37.

Il paragrafo N° 1 è stato, quindi, approvato per alzata di mano. Respinti, invece, gli emendamenti 2 e 3.

Il presidente ha, poi, messo in votazione l'emendamento n° 10.

Sono intervenuti, annunciando il voto a favore, gli onorevoli Vargiu (I Riformatori) e Capelli (UDC).

In modo contrario si è, invece, espresso l'on. Secci (La Margherita).

Messo in votazione con il sistema elettronico palese l'emendamento n° 10 è stato respinto.  Con il seguente esito: Presenti: 60; Votanti: 58; Astenuti: 2; Si: 19; No: 39.

Anche gli emendamenti 11, sulle iniziative per favorire l'uso della lingua inglese per "riempire il gap che ci separa dal mondo" e per "favorire gli scambi commerciali" (Confindustria sarda dice che l'80 per cento delle aziende non ha competenze linguistiche), e 12 sulla istituzione di una commissione consiliare di vigilanza e controllo sul piano della comunicazione (con presidenza affidata all'opposizione), entrambi presentati dall'on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) sono stati bocciati.

Approvati i paragrafi 2 (quadro macroeconomico), 3 (riforma della Regione) e 4 (politiche della conoscenza). In riferimento a quest'ultimo, si è discusso sull'emendamento presentato dai sardisti, che indica nella lingua e nella cultura sarda una priorità necessaria a difesa dell'identità. L'emendamento è condiviso dall'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-SDI-SU) "per evitare tendenze a compiere passi indietro" e dall'on. Paolo Pisu (PRC) "per dimostrare coerenza fra dichiarazioni e comportamenti"; mentre l'on. Giorgio Oppi (UDC) protesta per il fatto che Rifondazione ha votato contro in Commissione "ed ora fa la sceneggiata". Perciò voterà contro. L'emendamento si compone di tre commi: il primo chiede l'adeguamento della legge regionale 26 del 1997 alla legge nazionale 482 del 1999; il secondo sostiene la necessità che un piano di settore sulla politica linguistica sia presente nel redigendo piano regionale di sviluppo; il terzo impegna la Regione a rafforzare l'azione nel prossimo triennio.  Solo il primo comma è stato approvato; gli altri due sono stati votati dal centrodestra, da Rifondazione e dall'on. Caligaris.

Approvato anche il paragrafo 5 (strategie ambientali e territoriali) e lunga discussione sull'emendamento aggiuntivo presentato dal centrodestra che ha chiesto la revoca definitiva del decreto sul parco del Gennargentu. Il presidente della Commissione bilancio, on. Eliseo Secci, ha chiesto all'on. Mauro Pili (FI), primo firmatario, il ritiro: i parchi, ha sostenuto, sono materia complessa e spinosa; la Giunta se ne sta occupando e sembra perciò eccessiva una norma cogente su una realtà particolare.

Ma l'on. Pili ha risposto con un secco no, sostenendo che questo è un "emendamento verità", di valore politico, che fa uscire la maggioranza allo scoperto. L'on. Roberto Capelli (UDC) sottolinea che la Giunta aveva favorevolmente accolto, qualche tempo fa, un ordine del giorno che prevedeva un'analoga iniziativa, dichiarando un impegno politico in tal senso; ma l'on. Siro Marrocu (DS) ha definito "vecchia e superata" la discussione, che ha sapore strumentale per chi dice di "voler stanare il centrosinistra". Meglio avviare un dibattito sulle politiche ambientali, chiedendo la modifica delle leggi sui parchi e sull'attività venatoria, causa del dissenso da parte delle popolazioni.

Polemico l'intervento dell'on. Giuseppe Pirisi (DS), che si è dichiarato favorevole alla politica dei parchi, come esempi di sviluppo economico basato sull'ambiente ed ha definito "inqualificabile" la "demagogia" dell'on. Pili; dichiarazione che ha suscitato la reazione del centrodestra e costretto il presidente Fadda ad intervenire per invitare l'aula alla moderazione.

Invito alla calma è giunto anche dall'on. Peppino Balia (Misto-SDI-SU): le polemiche favoriscono "tensioni sociali in territori che non ne hanno bisogno". C'è l'impegno a dedicare un'intera seduta al problema; bene farebbe perciò il centrodestra a ritirare l'emendamento. Ma l'on. Antonello Liori (AN) ha chiarito che "nessuno è contrario all'istituzione dei parchi", tuttavia con "modi e criteri da discutere qua dentro" e non piovuti dall'alto.

L'emendamento resta e viene bocciato; mentre il paragrafo 5 è approvato.

Approvato, ma dopo una lunga discussione anche il paragrafo 6, quello per lo sviluppo della base produttiva e del lavoro, al quale erano stati presentati due emendamenti. Proprio sull'emendamento n° 9, presentato da PRC e da molti consiglieri del centrosinistra, si è aperta una lunga e appassionata discussione.

Illustrando l'emendamento del suo gruppo, l'on. Luciano Uras ha ribadito la necessità di scelte importanti per garantire la dignità della vita". In Sardegna, ha detto Uras, ci sono 540 o 550 mila occupati, su una popolazione di circa 1.600.000 abitanti. Molti dei non occupati sono in  condizioni di vita ben lontane da quelle alla quale tutti hanno diritto. Sono troppe le nuove povertà, che si aggiungono a quelle ben note delle vecchie povertà.

Troppi pensionati e troppi lavoratori socialmente utili devono vivere con 500 euro al mese o poco più. Le proposte del emendamento di garantire a tutti un reddito di cittadinanza, un reddito minimo garantito alla persona, sono le esigenze sulle quali non si può transigere, perché "le politiche dello sviluppo non si fanno sulle carni di queste persone".

L'emendamento n° 6 (Pili, Capelli e altri esponenti centrodestra) è stato dato "per illustrato" dall'on. Mauro Pili (FI), che lo ha collegato a quello illustrato dal collega Uras, perché le differenza tra le 2 proposte sono "minime, perché noi indichiamo anche l'entità dell'intervento finanziario necessario".

I contenuti degli emendamenti sono stati giudicati positivamente dal presidente della III commissione, Eliseo Secci, anche se questi temi sono stati abbondantemente trattati nei paragrafi riservati alle politiche sul lavoro. L'on. Secci ha , quindi, proposto il ritiro dei 2 emendamenti e la loro trasformazione in "raccomandazioni"; in questo caso l'on. Secci si è dichiarato disposto al loro accoglimento ed  a trasferire queste indicazioni nella prossima Finanziaria, altrimenti il parere sarebbe stato contrario. L'assessore Francesco Pigliaru, a nome della Giunta, si è dichiarato d'accordo con il parere della Commissione.

L'on. Uras ha ribadito la necessità di confermare, invece, l'emendamento, proposto dal suo gruppo. A favore dell'emendamento si è dichiarato l'on. Antonio Licheri (PRC), il quale ha ricordato che il programma del centrosinistra indicava la necessità di incisive scelte politiche a favore delle categorie più deboli. Come può una forza comunista, ha aggiunto Licheri, non difendere le sue scelte forti e qualificanti proprio in materia di politiche attive per il lavoro?

Una scelta politica, però, non può essere ridotta ad un semplice voto favorevole o contrario. L'on. Renato Cugini (DS) ha invitato i consiglieri presentatori dell'emendamento ad accettare l'invito del presidente della Commissione Programmazione. Non dobbiamo liquidare il tema del lavoro, ha aggiunto Cugini, perché sarebbe un grave errore politico. "Dobbiamo però riscrivere le norme, perché la questione del lavoro deve diventare una scelta centrale nella prossima Finanziaria e nel bilancio. Ritiriamo, invece, l'emendamento e riproponiamolo in forma concreta e rielaborata, perché i più deboli chiedono un reddito, ma vogliono produrre ricchezza".

Questo emendamento propone all'Aula temi stimolanti, però è opportuno che i partiti si rendano conto che "la campagna elettorale è finita",. L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha, quindi, invitato gli esponenti del PRC ad essere più coerenti, anche perché se si è in maggioranza si deve essere sereni e conseguenti nelle proprie decisioni politiche. Comunque, sui metodi per produrre ricchezza e per garantire un giusto livello di vita si possono trovare gli opportuni accordi, perché le forze politiche sono sempre "sensibili" i problemi sociali.

Per cercare un accordo, l'on. Siro Marrocu ha proposto una breve sospensione, mentre l'on. La Spisa ha chiesto se non fosse opportuno rinviare a domani mattina l'esame di un tema delicato come quello del lavoro.

Dopo una breve interruzione, l'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-SDI-SU) ha annunciato il proprio voto a favore del emendamento. E' necessario intervenire a favore dei ceti meno favoriti, ha detto l'esponente socialista, non per creare assistenza, ma per rendere una larga parte della popolazione sarda libera dalle necessità e dal "padrinaggio" politico.

Nel Dpef, ha detto dal canto suo l'assessore Francesco Pigliaru, viene ribadito che il tema fondamentale dell'azione pubblica in economia è favorire lo sviluppo per creare lavoro; però la Giunta non può prescindere dalla necessità di disporre degli strumenti e dei dati necessari per potere fare scelte consapevoli.
Questo esecutivo ha aggiunto Pigliaru, ha già deciso di puntare sulle scelte per il lavoro. "Abbiamo obiettivi chiari, gli opportuni strumenti per raggiungerli saranno proposti all'esame del Consiglio regionale. Il bilancio regionale non è, però, molto ricco. Abbiamo pochi soldi, dobbiamo stare attenti a spenderli bene".

L'intervento dell'assessore ha spinto l'on. Roberto Capelli a chiedere a quale titolo l'esponente della Giunta fosse intervenuto nel dibattito. Il presidente Spissu ha spiegato che l'assessore era intervenuto, come suo diritto, nella discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti.

Conclusa la discussione generale sull'emendamento, sono intervenuti numerosi consiglieri per dichiarazione di voto.

La validità dell'emendamento n°9 è stata confermata dall'on. Luciano Uras (PRC) il quale, annunciando il suo voto a favore, ha ricordato "il dovere di mantenere ferme le proprie posizioni, quando queste coincidono con le idee e le linee del proprio credo politico". In questa circostanza, quindi, ognuno si esprimerà in funzione della propria coscienza. D'altro canto ha aggiunto Uras "vogliamo che non sfugga a nessuno che gli ultimi ci sono e che non possono aspettare le compatibilità di bilancio. Al di là delle disponibilità finanziarie, ci sono categorie, fasce intere della popolazione, che hanno bisogno di risposte".

"Il presidente della Commissione e l'assessore hanno dimostrato una grande disponibilità" e l'on. Antonio Calledda (DS) ha invitato tutti a tenerne conto. Su questioni di questa portata, infatti, bastava o dovrebbe bastare, l'impegno e il riconoscimento della "validità dei principi". Dopo avere invitato tutti ad una "reciproca affidabilità", Calledda ha annunciato il ritiro della sua firma dall'emendamento, insieme a quella dei colleghi Barracciu e Silvio Cherchi.

Il proprio voto a favore e quello del suo collega Scarpa è stato annunciato dall'on. Giuseppe Atzeri (Misto-Psd'az), il quale ha ringraziato i consiglieri del Prc per la loro dignità politica e la loro coerenza. L'esponente sardista ha anche lamentato l'insensibilità da parte dell'assessore e lo ha invitato a tenere conto della necessità di dare priorità alla soluzione di questi problemi.

L'on. Beniamino Scarpa (Misto-Psd'az), confermando il suo giudizio positivo sull'emendamento 9, ha chiesto di poter apporre la propria firma e quella del collega Atzeri all'emendamento in discussione. Il ritiro della firma dall'emendamento è stato , invece, annunciato dall'on. Tore Serra (Insieme per la Sardegna - PCDI) anche se i suoi contenuti sono largamente condivisibili.

Giudizio negativo sulle dichiarazioni dell'assessore Pigliaru è stato espresso dall'on. Paolo Pisu (PRC). "C'è una posizione sbagliata, da parte di esponenti della Giunta, in materia di Piano per il lavoro". La gestione di quel Piano non è affatto contraddittoria, quando è stato utilizzato bene, ha aggiunto Pisu, ha dato risultati positivi e si sono create opportunità di sviluppo e lavoro. "Il Piano, quindi, deve essere semplicemente rivisitato ed adeguato alle esperienze positive (o negative) fatte".

Dopo avere ringraziato i consiglieri che avevano firmato il "loro" emendamento, Ciriaco Davoli (PRC) ha ricordato come il suo partito "sul problema del lavoro è stato sempre coerente". All'interno del Dpef, ha aggiunto Davoli, non si sono colte indicazioni forti a favore degli interventi in questo campo: è stato necessario proporre un emendamento per confermare la validità delle scelte fatte anche in passato. Davoli ha quindi, annunciato il suo voto a favore dell'emendamento.

Un invito ad una maggiore coesione è stato fatto ai gruppi del centrosinistra, dall'on. Siro Marrocu (DS), il quale ha constatato che il germe della divisione si diffonde rapidamente, quando emergono interessi e posizioni particolari. Dopo avere confermato l'impegno per inserire questo argomento nella Finanziaria 2005, Siro Marrocu ha ricordato 10 anni di battaglie comuni su questo tema e ha chiesto se tutti erano "coscienti dell'effetto dirompente che avrebbe avuto un voto diviso".

Un voto, per come si stanno mettendo le cose, "quasi di sfiducia o di fiducia nei confronti della Giunta", l'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna), dopo avere sottolineato il grande significato dell'emendamento, teso a difendere le scelte sociali e la tutela delle esigenze dei più deboli, si è detto "costretto dai numeri" a votare contro l'emendamento, in conformità con quanto deciso dalla maggioranza di centrosinistra. 

Il contrasto, emerso in questa circostanza, si sarebbe potuto risolvere con "la mediazione e le proposte alternative". L'on. Peppuccio Fadda (PRC) ha ricordato che il suo gruppo aveva da tempo fatto conoscere le proprie richieste, le proprie esigenze, e che arriva ora al voto con coerenza e grande dignità politica.

Un certo disagio, per le differenze emerse nell'ambito del centrosinistra, è stato confessato dall'on. Paola Lanzi (PRC) la quale si è dichiarata favorevole all'emendamento. "Credo nella 37, ha detto Paola Lanzi, perché molti comuni hanno ottenuto risultati estremamente positivi". I comuni che hanno lavorato bene, ha aggiunto Paola Lanzi, hanno dato risposte serie e concrete alle esigenze della gente. "E gli amministratori comunali sono sempre a contatto con i loro concittadini e ne conoscono esigenze e realtà".

Posto in votazione l'emendamento 9 è stato respinto con 30 voti a favore, 34 contro ed un astenuto.

Il paragrafo 6, nel suo complesso, è stato approvato, mentre l'Aula ha, successivamente bocciato l'emendamento 6.

Il Presidente ha, quindi, messo in votazione il paragrafo n° 7, cui sono stati presentati gli emendamenti 7 e 8 a firma Pili e più.

Il paragrafo 7 è stato approvato, mentre i due emendamenti sono stati respinti.

E' stato messo in votazione il paragrafo 8 e l'emendamento n°13 (Vargiu e più), che è stato illustrato dallo stesso primo firmatario. Nella discussione sono intervenuti i consiglieri Vargiu (I Riformatori), Secci (La Margherita) e l'assessore tecnico Pigliaru. L'on. Carlo Sanjust (FI) ha svolto un intervento estremamente critico sull'intero documento. Il paragrafo 8 è stato approvato. L'emendamento 13 è stato posto in votazione per parti. La prima parte è stata approvata, la seconda respinta.

Il paragrafo 9 è stato approvato e, successivamente, i restanti paragrafi n° 10 e n° 11 sono stati anch'essi approvati.

Il paragrafo 11 è stato votato per parti. La seconda parte, cioè le conclusioni, sono state approvate a larghissima maggioranza, con il voto favorevole anche della minoranza e la sola astensione dei sardisti. Prima della votazione conclusiva è intervenuto per dichiarazione di voto, l'on. Capelli (UDC), il quale ricordando come il voto sul DPEF è anche un voto di fiducia ha affermato che non si intravedono gli obiettivi del progetto. Capelli ha, quindi, richiamato le questioni dell'e- governement, per affermare che vi sono state forti contraddizioni fra affermazioni di principio sul conflitto di interessi e comportamenti che coinvolgono aziende che fanno capo al presidente della Regione.

L'on. Uras (PRC) ha sottolineato il principio cui si ispira il proprio partito,  cioè la solidarietà per le fasce più deboli. Ricordando la battaglia condotta per il riconoscimento della cittadinanza di tutti, e quindi di un reddito minimo a favore di coloro che non hanno i mezzi di sopravvivenza, ha annunciato il voto favorevole.

Anche l'on. Licheri (PRC) ha annunciato il voto a favore del Dpef, ed ha espresso contrarietà perché il Dpef non da risposte adeguare sul tema del Piano per il lavoro, Licheri ha ripetuto che si è chiesto, unicamente, di ribadire i principi a favore del lavoro, ed ha sottolineato che questa è una battaglia di civiltà.

Il voto favorevole al Dpef è stato annunciato anche dall'on. Caligaris (Misto-SDI-SU), che ha ribadito come la questione odierna, caratterizzata da un serio dibattito interno, è stata positiva.

Per l'on. Secci (Presidente III Commissione) , si è di fronte a un provvedimento che segna una svolta importante nella questione politico - economica della Sardegna. Per la prima volta ci si troverà di fronte a una indicazione di tagli e di qualificazione della spesa. Ribadendo le difficoltà che presenta il quadro finanziario, Secci ha affermato che, forse, oggi vi è bisogno di leggi diverse. Ci sono ragioni fondanti per approvare questo documento.

A nome del gruppo di AN, è, quindi, intervenuto l'on. Ignazio Artizzu, il quale, sottolineando le attese per il Dpef, che è un documento fondante per la politica economica di un Governo, ha detto che la delusione è forte per la debolezza del progetto. Parlando di livello qualitativo scarso, ha sottolineato le denuncie di copiatura fatte dalla stampa su certe parti del Dpef ed ha annunciato, quindi, voto contrario.

Il voto contrario è stato comunicato anche dall'on. Matteo Sanna (AN), il quale, sottolineando "lo strappo in seno alla maggioranza" ha detto che il principale obiettivo di chi amministra e assicurare libertà e lavoro. Non è stato strumentale il sostegno dato da AN all'emendamento di Rifondazione, ha aggiunto, riaffermando che la crescita e lo sviluppo devono avere l'obiettivo del lavoro.

Anche l'on. Vargiu (I Riformatori) ha annunciato il voto contrario, perché il Dpef appare eccessivamente conservatore, in rapporto alle attese promosse dalla campagna elettorale. Si tratta di un Dpef che appare come un atto dovuto, ha precisato, osservando come quando si discute di principi e di identità, le divisioni, come è stato dimostrato oggi, emergono.

L'on. La Spisa (FI), preannunciando il voto contrario, ha ribadito che questo Dpef "poteva e doveva" dire di più. E' stata fatta una scelta politica molto chiara: davanti all'indebitamento, sarà necessario cercare di fare qualcosa di più, con risorse minori. Sottolineando come la stabilità politica derivante dal sistema elettorale, ha permesso oggi alla Giunta di superare la divaricazione emersa, La Spisa ha auspicato che il Consiglio abbia il suo ruolo e le sue prerogative.

Il "No" di Alleanza Nazionale è stato annunciato anche dall'on. Diana, che ha osservato come oggi proprio su questo documento si sia sentita una voce di dissenso, sottolineando come ciò sia stato benefico e importante per il prestigio del Consiglio. Parlando delle politiche sociali di cui si è molto discusso oggi, Diana ha ribadito che è stata data molta attenzione al lavoro, ma assai di meno alle politiche sociali nel loro complesso.

Per l'on. Giorgio Oppi (UDC) devono essere confermate tutte le critiche sul Dpef,che appare carente, insufficiente, evanescente. Si tratta di un libro dei sogni, ha ribadito, rimarcando, tuttavia, le differenziazioni emerse in seno alla maggioranza. Bisogna cercare la collaborazione reciproca, ha proseguito Oppi, auspicando la massima correttezza dei rapporti e annunciano voto contrario.

Voto contrario anche da parte dei sardisti, ha ribadito l'on. Atzeri, che ha stigmatizzato come non si siano volute cogliere le proposte degli emendamenti presentati dal proprio gruppo. Nessuna motivazione, infatti , può indurre il gruppo sardista a votare a favore, ha detto, lamentando le forti riserve palesate nei confronti del sardismo.

E', quindi, intervenuto il presidente Soru, il quale si è detto sorpreso per molte delle affermazioni pronunciate nell'ambito di questo dibattito. Questo Dpef è all'interno di un progetto ben compreso dai sardi. Ci stiamo muovendo in un Europa di 25 paesi con altri 109 alle porte. Ci muoviamo in uno  scenario con altri 10 sud, che busseranno alle porta, che rischiano di partire da posizioni peggiori delle nostre e poi di superarci. Dopo avere sottolineato gli indicatori negativi che caratterizzano il sistema sardo, il presidente della Giunta ha osservato che non c'è traccia di come la Sardegna abbia fatto dei passi indietro. Ricordando che si riducono anche le risorse, ha aggiunto che i debiti si sono moltiplicati anche di 12 volte. Nonostante questo, ha affermato, abbiamo un progetto che aiuterà la crescita della Sardegna.
Ciò che conta non sono le forme lessicali del Dpef, quanto le azioni concrete che preannuncia, con quelle già portate avanti con le delibere già assunte. Per questo il presidente ha preannunciato il voto favorevole ed ha ringraziato per il sostegno di tutta la maggioranza, anche se questioni meramente semantiche hanno fatto emergere posizioni distanti in qualche momento.

Ha, quindi, preso la parola l'on. Cappai (UDC), che ha lamentato nei confronti della presidenza del Consiglio che non si garantisca l'eguaglianza fra consiglieri e presidente della Giunta nella durata degli interventi.
Cappai ha, quindi, respinto, con grande fermezza le accuse di calunnia avanzate dal capo dell'esecutivo a proposito del dibattito svolto in Aula. Ha, quindi, respinto le critiche lanciate dal presidente della Giunta nei confronti degli assessori della precedente legislatura e ha invitato ad essere più presenti nei lavori dell'Aula, la sede reale del confronto e delle decisioni politiche.

Il Presidente ha, quindi, indetto la votazione conclusiva sul Dpef, che è stato approvato con questo risultato: Presenti 65; Favorevoli 42; Contrari 22;  Astenuti 1.

Esame Disegno di legge n. 75/A
sull'esercizio provvisorio

Il Presidente ha, quindi, aperto la discussione generale sul documento 75, con il quale si autorizza la Giunta regionale all'esercizio provvisorio (la spesa regionale per dodicesimi sulla base dell'esercizio precedente) per i primi 2 mesi del 2005. Il relatore, Eliseo Secci (La Margherita), si è rimesso alla relazione scritta, mentre nessun consigliere ha chiesto di intervenire nel dibattito generale.

Il Consiglio ha, quindi, rapidamente approvato il passaggio all'esame degli articoli e gli articoli del provvedimento in discussione. L'Aula ha, quindi, approvato, con il sistema elettronico palese, il disegno di legge sull'esercizio provvisorio; questo il risultato del voto: Presenti 63; favorevoli 40; contrari 5; astenuti 18. Il Consiglio ha, infine, concesso l'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio interno dell'Assemblea regionale.

Prima di chiudere la seduta il Presidente Spissu ha rivolto a tutti i sardi l'augurio di un anno buon, sereno, nel quale si sollevino le nere nubi che gravano sull'Isola. Rivolgendosi in particolare ai consiglieri, Spissu ha aggiunto che si può lavorare meglio e che, per fare uscire la Sardegna dalla crisi, occorre un impegno non usuale, non ordinario. "Abbiamo ripetuto che l'Assemblea, la Legislatura, si deve caratterizzare come "costituente" per dare all'isola un Nuovo Statuto, una nuova organizzazione. Tutto questo è "un esercizio virtuoso e virtuale" nell'esclusivo interesse della Sardegna".

Auspicando che il 2005 porti a buona conclusione molti dei programmi e delle proposte sui quali si è lavorato e si potrà lavorare, il Presidente ha augurato ai sardi un sereno Natale ed un felice Anno nuovo.


Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio