CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 56 antimeridiana del
17 dicembre 2004
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di:
Dichiarazioni della Giunta
sull'alluvione in OgliastraIl Consiglio ha ripreso i suoi lavori per ascoltare, in base all'articolo 120 del regolamento assembleare, le dichiarazioni della Giunta regionale sull'ondata di maltempo che ha colpito alcune zone della Sardegna.
Gli interventi straordinari decisi dalla Giunta per fare fronte all'emergenza "maltempo", che ha colpito alcune parti della Sardegna centrale ed orientale tra il 6 e il 12 dicembre, sono stati illustrati dall'assessore dell'Ambiente, Tonino Dessì, il quale ha voluto ripercorrere quei difficili giorni.
Lunedì pomeriggio, 6 dicembre, ha ricordato Dessì, alcune ore di violentissime precipitazioni atmosferiche hanno causato un' imprevisto ingrossamento dei fiumi (in particolare del Cedrino, Posada, Coghinas, Flumendosa e Cixerri) e l'isolamento del comune di Villagrande, anche per l'interruzione dei collegamenti stradali e la lesione di alcuni ponti, e l'allagamento della piana di Galtellì.
Immediatamente si sono allertate tutte le diverse unità operative del corpo forestale, dei vigili del fuoco, del commando militare, tutte le strutture che, nell'ambito della protezione civile, hanno compiti ben definiti.
C'è stata una grande mobilitazione, ha detto ancora Tonino Dessì, i corpi regionale, militari, i volontari civili, si sono messi subito al lavoro per limitare danni e disagi.
Il giorno successivo alle "grande pioggia", la Giunta si è recata nelle zone maggiormente colpite, per rendersi conto dei danni "che sono decisamente ingenti, nelle strutture pubbliche, nel comparto agricolo - zootecnico".
Immediatamente, la Giunta regionale ha deciso i primi interventi, per riportare le zone flagellate dal maltempo alla normalità. Contemporaneamente, si sono sollecitati, al Governo nazionale, interventi finanziari tempestivi ed adeguati, ed alla Protezione Civile interventi operativi altrettanto tempestivi.
Il Governo ha stanziato subito 10 milioni di euro "insufficienti, ma un primo passo", ha aggiunto Tonino Dessì, mentre la Giunta ha messo a disposizione 40 milioni di euro, anche in questo caso un primo stanziamento "provvisorio". Il Governo, inoltre, ha firmato ieri il decreto per l'emergenza, affidando al presidente Soru il compito di coordinare gli interventi, di prendere le decisioni del caso.
Il Consiglio, ha detto ancora l'assessore, ha approvato, nelle commissioni di merito, un provvedimento che permetterà di avviare l'opera di risanamento e bonifica, in attesa di una stima completa e definitiva dei "gravissimi danni provocati da un'eccezionale ondata di maltempo", difficile da prevedere e non assolutamente prevista dai servizi meteo nazionale e regionale.
L'assessore ha, infatti, ricordato che a Villagrande, il pomeriggio di lunedì 6 dicembre, in 6 ore sono caduti 250 millimetri di pioggia, diventati 500 nell'arco delle 24 ore; la stessa intensità è stata registrata, per esempio, anche ad Oliena; mentre precipitazioni, egualmente intense, sono state registrate in altri paesi dell'Ogliastra, della Gallura, nel Sarabus, nel Sulcis, ma in quelle zone le cose sono "andate meglio".
I punti di maggiore crisi si sono avuti, ha ricordato ancora l'assessore dell'Ambiente, nei centri ogliastrini e nelle Baronie, dove l'acqua ha trovato "ostacoli" di diverso genere, i fiumi sono usciti dai loro alvei, i laghi si sono riempiti in tempi incredibilmente rapidi. Una situazione che non era stata prevista e che ha colto la Regione e gli altri enti locali impreparati, perché non esiste un Piano regionale di protezione civile, da allertare e rendere operativo in situazioni eccezionali.
"Tutto sommato è andata bene, ha commentato Tonino Dessì, perché poteva andare decisamente peggio". A Villagrande i torrenti hanno scaricato quantità enormi di pioggia e di grandine, che hanno invaso le case entrando nei primi e nei secondi piani ed uscendo dai piani più bassi. Acqua, fango, massi e pietre hanno causato danni enormi, che occorrerà quantificare e risarcire.
In questa drammatica situazione, si sono mobilitate le strutture "regionali", le prefetture, il corpo forestale, dei vigili del fuoco, dell'azienda forestale, le organizzazioni di volontari; è scattata le "struttura della lotta agli incendi" , che ha saputo porre rimedio alla assoluta mancanza di un piano regionale di protezione civile, alla assenza dei necessari piani provinciali e comunali di protezione civile.
Si è sopperito, alla mancanza di un programma organizzato, col "volontarismo", una risposta che ha dato ottimi risultati. "Martedì mattina, Villagrande sembrava un paese bombardato", ha commentato l'assessore, invaso dalle "formichine verdi" del Corpo forestale, che lavoravano con grandissima lena. La domenica successiva il paese era strato almeno ripulito, bonificato, e si continuava a lavorare per riportarlo alla normalità. Una prova di grande efficienza.
Avviandosi alla conclusione, l'assessore si è chiesto il perché di questi avvenimenti. Certamente, le piogge sono state di eccezionale violenza, ma i danni, gravissimi, sono stati causati dall'uso dissennato dell'ambiente. Fiumi tombati col cemento armato, costruzioni sorte nei letti fluviali, errori umani e di valutazione tecnica assolutamente incomprensibili, scelte fatte negli anni settanta che "ci hanno praticamente lasciati sguarniti e indifesi". Anche a Bonorva, ha aggiunto Dessì, i danni sono stati provocati da queste illogiche scelte.
Da oltre 10 anni la Regione ha predisposto un Piano regionale idrogeologico, che prevedeva interventi massicci per rimuovere queste cause di rischio, questi pericoli. Ma quel piano non è stato mai applicato, non è mai diventato operativo. Questa Giunta, ha concluso Tonino Dessì, ha intenzione di cambiare il modo di operare. Il piano idrogeologico, aggiornato, diverrà operativo; saranno fissate norme e regole per tutelare e garantire l'ambiente. Il recente provvedimento urbanistico tutelerà le coste, ma questi fatti dimostrano che le zone interne, che tutte le zone "delicate e sensibili" della Sardegna, hanno bisogno di un piano di tutela, di una pianificazione adeguata. La Giunta ha intenzione di seguire questa strada: i provvedimenti necessari saranno, immediatamente, predisposti e trasmessi al Consiglio, per il loro approfondimento e la loro approvazione.Il presidente ha chiesto, a questo punto, all'Aula se si ritiene opportuno aprire un dibattito sulle dichiarazioni della Giunta o "rinviarlo" all'esame del disegno di legge successivo.
Ha, quindi, preso la parola l'on. Giorgio La Spisa (FI), che ha proposto una breve sospensione, prima della discussione del DL sugli aiuti economici per l'alluvione, per consentirne un esame da parte dei gruppi. L'on. Antonio Biancu (La Margherita) si è detto favorevole ad una sospensione, per una conferenza dei capigruppo che definisca l'organizzazione dei lavori.
Alla ripresa dei lavori il presidente ha posto in discussione il testo unificato dei progetti di legge sugli interventi per l'alluvione.
Esame Testo Unificato Proposta di legge n. 69 e
Disegno di legge n. 73 - Interventi urgenti conseguenti
all'alluvione del dicembre 2004.L'on. Giuseppe Pirisi (Presidente della IV Commissione), nell'illustrare il provvedimento, ha sottolineato che esso è la sintesi della PL 69 e del DL 73 della Giunta, confermando lo spirito di assoluta collaborazione di tutte le componenti politiche presenti in Commissione, per dare risposte immediate dopo il disastro. Pirisi ha osservato, favorevolmente, che sono state messe da parte le ragioni di schieramento, per dare risposte concrete alle popolazioni fortemente colpite dalle recenti calamità naturali. Dopo avere espresso grande soddisfazione e plauso per la macchina organizzativa dei soccorsi, che in questo evento ha ben funzionato, ha ricordato che al di là di tutto questo non si può, tuttavia, non tenere conto degli assurdi interventi compiuti dalla Regione contro l'ambiente, in passato.
La legge si compone di 4 articoli, ha spiegato il relatore, illustrando le scelte specifiche effettuate dalla Commissione, ed ha osservato come fra le due proposte pervenute alla Commissione si sono privilegiati gli aspetti di maggiore snellezza applicativa. Pirisi ha, quindi, approfondito i vari aspetti specifici relativi ai singoli articoli, sottolineando l'estrema urgenza del provvedimento. Ed, infine, ha preannunciato un ordine del giorno per invitare il presidente della Giunta a rendere noti, periodicamente, gli interventi effettuati e lo stato della situazione.
Nella discussione generale è, quindi, intervenuto l'on. Pasquale Onida (Fortza Paris), il quale ha esordito citando alcune dichiarazioni degli assessori competenti, che sembrerebbero scaricare la mancata attuazione dei piani di assetto idrogeologico sulla precedente Giunta e, specificamente, sull'allora assessore Onida. Al riguardo, ha precisato l'oratore, occorre sottolineare che tale piano aveva necessità di vari passaggi istituzionali e burocratici, alcuni dei quali, in particolare il parere dell'assessorato all'Urbanistica, è stato trasmesso solo nel corrente mese di dicembre.
Onida ha, quindi, ricordato che numerose sollecitazioni erano state fatte dal proprio assessorato, ma senza esiti concreti. D'altra parte, ha concluso, le risorse finanziarie sono state impegnate nonostante il piano di riassetto idro-geologico non potesse essere pubblicato, proprio per il mancato ricevimento dei pareri richiamati.
E' poi intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), che ha detto che questa legge alla fine unirà la maggioranza e l'opposizione, perché su una legge del genere non ci possono essere divisioni. Esprimendo solidarietà alla gente e ai sindaci dei comuni, l'on. Pili, ha sottolineato che ora è tempo di agire.
Per il leader del centrodestra è necessario avere cinque obiettivi: l'immediatezza e l'urgenza dell'intervento; la certezza del diritto; la garanzia di trasparenza; il buon senso da parte delle parti politiche; la certezza sulle risorse finanziarie. Su quest'ultimo punto Pili è stato chiaro: "lo stanziamento è inadeguato". "Per l'alluvione del 1999 il Consiglio regionale stanziò 265 miliardi, delle vecchie lire, nell'arco di 20 giorni. Dobbiamo fare altrettanto, segnalando alla Giunta tutte le risorse finanziarie non impegnate (ce ne sarebbero per circa 180 milioni di euro). L'on. Pili ha chiesto, quindi, di raddoppiare lo stanziamento già deciso e di approvare una legge compiuta, che non lasci varchi nel calibrare l'intervento legislativo. Per l'ex presidente della Giunta sono necessari, almeno 150 milioni di euro."In una situazione come questa è difficile esprimere i propri pensieri". L'on. Angela Corrias (DS), intervenendo nel dibattito sul provvedimento urgente a favore delle zone colpite dall'eccezionale evento atmosferico, ha voluto parlare "come mamma, come sindaco, come consigliere regionale". Ricordando la drammatica realtà che ha colpito Villagrande, ha sottolineato la necessità di essere a fianco della popolazione di quel centro, che ha saputo sempre reagire con grande forza e determinazione, alle prove più difficili e dolorose.
"Bisogna essere vicini a quella gente, ha detto ancora Angela Corrias, e lo dico "anche da ogliastrina", poiché si devono potere evitare situazioni come quella che si è verificata; si devono prendere le opportune decisioni per prevenire i pericoli; per risanare situazioni di grande sofferenza.
Dare ad un assessorato la responsabilità degli interventi di protezione civile può essere un primo segnale, ha proposto l'on. Corrias. Ma si devono anche decidere, tempestivamente, gli interventi per mettere "in sicurezza" la montagna, per impedire che i territori, i paesi, vengano devastati da episodi atmosferici di eccezionale intensità.
Il ripristino dell'ambiente, la realizzazione delle necessarie opere di prevenzione, sono le altre iniziative che devono essere avviate, per ridare fiducia ad un paese, ad una zona "che ha grande fiducia nella Regione, nello Stato", anche per non fare sentire sole e abbandonate quelle coraggiose popolazioni.L'on. Ciriaco Davoli (PRC), dopo aver espresso solidarietà nei confronti delle popolazioni delle zone disastrate, ha detto che quello che è accaduto nei giorni scorsi è stato un "disastro annunciato". In questi ultimi 50 anni, in Sardegna, c'è stata una utilizzazione "disordinata dell'ambiente", poco attenta agli equilibri del territorio. Ma, ha chiesto, il genio civile cosa ha fatto? Per Davoli è importante che ci sia una programmazione efficace del territorio e che l'intero assetto idrogeologico sia serio, perché una legge da sola non basta. L'esponente di Rifondazione ha proposto di istituire "un piano straordinario di lavoro verde".
Dopo l'intervento dell'esponente del Partito della Rifondazione comunista, il presidente Spissu ha sospeso la seduta, perché diversi gruppi politici avevano annunciato la presentazione di loro emendamenti. Alla ripresa dei lavori, il Presidente ha annunciato l'avvenuta presentazione di emendamenti ed è, quindi, ripresa la discussione generale sul provvedimento messo a punto per fronteggiare l'emergenza maltempo.
Alla ripresa dei lavori è proseguita la discussione generale sulle dichiarazioni della Giunta e sul provvedimento per far fronte all'emergenza "maltempo".Un intervento generale di "ampio respiro", lungimirante e rispettoso delle norme e delle regole, è stato chiesto, con decisione dall'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'az) il quale ha chiesto anche un attento esame delle vicende, per accertare i suoi "aspetti giuridici". Dietro questi disastri ambientali, ha aggiunto Atzeri, ci sono sempre responsabilità ed errori umani. "Chi ha sbagliato, paghi" ha detto ed ha auspicato un attento esame di tutta la materia "ambiente", evitando gli errori di questi tempi. Si avvii una seria ed accurata indagine che porti alla realizzazione della "carta dei rischi" ad una attenta analisi della situazione idrogeologica, ad un esame della situazione esistente nelle zone "delicate".
Ci sono e ci devono essere strumenti tecnologici adeguati, per mettere sotto controllo dighe e fiumi, montagne e coste, evitando i rischi ed i pericoli che questi "mancati controlli" favoriscono e non impediscono. C'è la necessità di fare una seria prevenzione, realizzando quelle opere di bonifica idraulica che devono essere finanziate dallo Stato, "troppo distratto" rispetto alle reali esigenze dell'Isola.
La realizzazione di una attenta organizzazione di ricerca, coinvolgendo le università sarde, di una rete di controllo delle dighe esistenti e dei corsi d'acqua, il potenziamento del Genio Civile, il ripristino del corpo degli agenti fluviali, una struttura realmente efficiente, sono i primi atti da fare se si vuole infondere fiducia in popolazioni che possono sentirsi abbandonate.
Richiamando Giunta e Consiglio ad un maggiore impegno in difesa dell'ambiente la vera "risorsa" strategica per lo sviluppo della Sardegna, Giuseppe Atzeri ha spezzato una lancia in favore dei sindaci e degli amministratori pubblici chiamati pesantemente in causa perché "responsabili anche della protezione civile" nei paesi che amministrano. Concludendo il suo intervento, l'esponente sardista a sollecitato interventi finanziari adeguati ai danni provocati dai recenti fatti calamitosi.Un richiamo alla "necessità di una diversa cultura ambientale" è stato fatto anche dall'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna), il quale ha chiesto scelte chiare nel pieno del rispetto per la natura.
Il commissario dovrà fare un grande lavoro, ha detto l'on. Porcu, per gettare le basi di uno straordinario intervento che investa tutti i settori produttivi, tutti i comparti economici.
Non dobbiamo fermarci all'oggi, ma programmare uno sviluppo eco- sostenibile, realizzare studi ed interventi scientificamente corretti, per avviare una reale politica di rispetto dell'ambiente. Questo progetto di legge, ha aggiunto Porcu, può essere un passo importante per dare risposte positive ed immediate a coloro che hanno subito danni gravissimi, ma questo provvedimento è anche il primo passo verso un altro traguardi di grande interesse, l'avvio di un confronto corretto e sereno su temi di grande interesse generale.
Porcu ha, quindi, auspicato l'immediato avvio delle azioni di bonifica dei paesi e delle zone colpite dal maltempo, ma anche l'avvio di una proficua stagione politica che porti ad una reale gestione "corretta" dell'ambiente.Favorevole a questo confronto sereno e positivo si è detto anche l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), il quale ha, però, voluto richiamare tutti ad un attento esame della situazione esistente. Quello che è successo, ha detto Vargiu, secondo alcuni era prevedibile ed evitabile. Ma esaminando i dati contenuti nel Piano idrologico regionale, non ancora operativo, ma elaborato completamente, ci si rende conto che per mettere in sicurezza le montagne sopra Villagrande sarebbero serviti più o meno 800 milioni di euro, contro gli otto indicati nei programmi di intervento elaborati, ma non attuati.
Ci si deve confrontare e mettere d'accordo sui fatti concreti, ha aggiunto Vargiu ed ha auspicato una gestione, corretta e, trasparente ed efficace coordinata da una sola persona (l'alto Commissario), col quale devono necessariamente collaborare i rappresentanti dei Comuni realmente colpiti dalle recenti calamità naturali.
Concludendo il suo intervento, l'onorevole Vargiu ha invitato il Commissario straordinario, ma anche tutta la Giunta, il Consiglio, ad agire con tempestività e con trasparenza.Questa è una legge importante, largamente condivisa, ha detto l'on. Fedele Sanciu (FI), il quale ha ricordato che, in fondo, l'unica reale differenza è nell'entità del finanziamento proposto. La Giunta ha indicato interventi per 30 milioni, poi elevati a 40 dalla Commissione. L'opposizione, dal canto suo, ne aveva proposti 150, anche tenendo conto delle passate esperienze, perché i danni dei giorni scorsi sono, come ha potuto rendersi conto lo stesso Spissu, ben più gravi di quanto si potesse pensare.
Nel 1999 erano stati stanziati quasi 3000 miliardi di lire, ha ricordato Sanciu, e questa volta le esigenze finanziarie sembrano anche superiori a quelle cifre.
Sanciu ha, quindi, chiesto interventi immediati ed incisivi nei settori più colpiti: quello agricolo, artigianale, della viabilità. Si deve lavorare con grande lena, per ridare fiducia alle popolazioni colpite, che sono anche quelle della bassa Gallura o del Sarrabus.
Concludendo il suo intervento, Sanciu ha fatto "gli auguri" al presidente della Giunta, per il suo incarico di Commissario straordinario dell'emergenza, ed ha assicurato l'assenso ed il sostegno di Forza Italia a tutte le iniziative che saranno prese a favore delle zone sulle quali si è abbattuto il maltempo.Un invito ad una maggiore coerenza e solidarietà tra le forze politiche è stato fatto anche dall'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), il quale ha ricordato la grande abnegazione di tutti i corpi regionali e statali impegnati nelle operazioni di recupero e bonifica nelle zone colpite dal maltempo.
Si è vista una grande solidarietà, una grande professionalità ed abnegazione, ha detto Ladu, un insegnamento che ci deve portare ad una serena indagine per capire perché e come è accaduto ciò che è accaduto. Bisogna capire perché succedono questi disastri, ha detto ancora Silvestro Ladu, e prendere le opportune decisioni, utilizzando, per le opere di prevenzione e difesa idraulica, anche gli interventi comunitari.
Si devono fare attente analisi degli avvenimenti atmosferici, ha aggiunto Ladu. Ad esempio, la presenza di grandi invasi ha evitato danni peggiori, almeno nelle zone del Tirso, del basso Flumendosa e della Gallura, dove grandi masse d'acqua sono state raccolte e poi rilasciate nel modo dovuto, evitando allagamenti e grandi danneggiamenti.
Quindi, è necessario non demonizzare le nuove dighe, ma analizzare con serenità ed obbiettività le esigenze della Sardegna: quella di avere risorse idriche necessarie, ma anche quella di creare una rete di opere in grado di raccogliere e rallentare la furia delle acque.
Sono necessari una serie di interventi complessi e coordinati, ha concluso Ladu, che devono prevedere la bonifica dei fiumi, senza tombarli, il recupero dei boschi, nuovi impianti di forestazione e di sistemazione idrogeologica, una nuova cultura di gestione ambientale. In chiusura del suo intervento, l'on. Ladu ha invitato la Giunta e il Governo a stanziare quanto è effettivamente necessario. Se i danni sono 50 milioni, si spendano 50 milioni; se ne servono di più, se ne mettano a disposizione di più. L'essenziale e che gli interventi necessari vengano finanziati e realizzati, che vengano rifusi i danni subiti dagli agricoltori e dagli allevatori; che chi ha perso case e produzioni riceva il giusto ristoro nel minor tempo possibile.In sede di replica, l'assessore ai Lavori pubblici Mannoni, ha espresso la propria solidarietà alle popolazioni colpite ed ha sottolineato la serietà e la profondità del dibattito. Osservando come sia ormai necessario riprendere in mano gli strumenti di prevenzione in campo ambientale, ha fornito spiegazioni sulle dichiarazioni, da lui stesso rilasciate a suo tempo alla stampa, sulla mancata applicazione del Piano per il rispetto idrogeologico. A questo proposito ha dichiarato di non avere accusato alcun assessore precedente per la mancata applicazione del provvedimento. Questo non significa che qualcosa non vada, pur nella bontà del piano. Occorre forse una "rivalutazione culturale nell'ambito della Regione, che non deve più essere un mero organismo di spesa. Occorre un salto di qualità organizzativa.
Citando il ritardo degli interventi deliberati diversi anni fa, l'assessore ha ribadito l'esigenza di un nuovo modo di operare da parte della Regione. Assicurando, al contempo, che il proprio assessorato compirà tutti i passi necessari per una riorganizzazione più efficiente. Mannoni ha, poi, illustrato alcuni aspetti della legge in discussione sottolineando l'attribuzione al Presidente dell'incarico di Commissario straordinario per l'emergenza. Precisando che ciò non significa che "c'è un uomo solo ad occuparsi del problema", ha spiegato che il Commissario straordinario sarà un efficiente organizzazione che farà capo al presidente.
Si tratta di una legge integrata che prevede risorse complessive per 40 milioni di euro. Il fondo sarà ripartito secondo le reali esigenze. Mannoni ha puntigliosamente percorso passo per passo tutti i punti interessati dalla legge, ed ha affermato che in tale provvedimento sono contenute tutte le possibilità di intervento.
Conclusa la discussione generale il presidente dell'Assemblea ha posto in votazione il passaggio all'esame degli articoli che è stato approvato.E' stato messo in discussione l'articolo 1 e i relativi emendamenti (numero 1 e 2).
Per illustrare l'emendamento n° 1 è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), affermando di non condividere il fatto che questa sia una mera legge di potere senza adeguate risorse da stanziare. Ritenendo possibile quantificare già da oggi l'insieme delle risorse da porre in essere, Pili ha affermato che ci sono tante opere da finanziare immediatamente. Pertanto propone la modifica dello stanziamento che dovrebbe essere portato a 150 milioni di euro.
Pili ha anche illustrato l'emendamento n° 2, per sopperire alla mancanza di una linea di ripartizione degli interventi sulla base di priorità preindividuate. L'incertezza normativa rischia, inoltre di bloccare ogni procedura.Il presidente della IV Commissione, on. Giuseppe Pirisi, ha richiamato la discussione in commissione, spiegando che le risorse stanziate sono notevoli, e che in ogni caso dopo la quantificazione delle necessità. Si potrà integrare lo stanziamento in sede di Finanziaria. Pirisi ha invitato l'on. Pili a ritirare gli emendamenti.
La Giunta ha fatto proprie le argomentazioni del presidente della Commissione.
Nella discussione ha ripreso la parola l'on. Pili, il quale ha affermato che vi sono risorse finanziarie non utilizzate che possono essere adoperate per questa emergenza, il fatto che non si vogliano incrementare gli stanziamenti fa parte di una scelta politica.
Per l'on. Siro Marrocu (DS) è possibile utilizzare per il ristoro dei danni in agricoltura, nelle zone alluvionate, i fondi già disponibili in bilancio per il capitolo agricoltura. Tale orientamento è previsto in questa legge.
L'on. Roberto Capelli (UDC) non condividendo quanto affermato dai più nella discussione generale, ha affermato come sarebbe assai più semplice incrementare gli stanziamenti senza la necessità di "alchimie di bilancio" incomprensibili ai più.
Per l'on. Nicola Rassu (FI) in passato,e per altri territori, non vi sono stati problemi nello stanziamento di risorse perfettamente adeguate allo stato di emergenza. Perché ieri si e oggi no? Si è chiesto Rassu. Secondo l'oratore non è condivisibile che si rinvii tutto alla legge finanziaria che potrebbe essere approvata fra qualche mese.
Anche l'on. Giorgio La Spisa (FI) ha illustrato le ragioni per cui sono stati presentati gli emendamenti, sottolineando che i danni di quel territorio sono sicuramente superiori alle risorse che la Giunta vuole stanziare.
A questo punto, per approfondire l'argomento la Giunta ha chiesto una breve sospensione che è stata concessa.
Alla ripresa dei lavori, la presidenza ha giudicato "ammissibili" due emendamenti presentati dalla Giunta e dalle opposizioni considerati "migliorativi" del testo in esame.
Il presidente ha, quindi, posto in votazione il titolo della legge, ce è stato approvato.
L'Aula ha, poi, votato e respinto l'emendamento 6, sostitutivo parziale, che modifica l'emendamento n°2, con il quale si stanziano 60 milioni di euro sui fondi per le calamità naturali.
Sull'emendamento è intervenuto, per dichiarazione di voto, l'on Pili, che ha ricordato che l'intera manovra straordinaria deve essere "governata nel suo complesso dal commissario straordinario".
Esiste la possibilità di utilizzare 60 milioni di euro, destinati agli interventi in agricoltura, per ristorare i danni da calamità naturali, per dare certezza di intervento agli agricoltori danneggiati, compreso il ripristini delle scorte. Queste somme ha sostenuto Pili, possono essere immediatamente utilizzare anche in "coordinamento tra gli assessori competenti".E' stato posto in votazione, quindi, l'emendamento sostitutivo parziale n. 2, che è stato respinto.
Respinto anche l'emendamento n°1 (aggiuntivo della minoranza), che aggiunge 110 milioni di euro ai 40 della Giunta.
L'Aula ha esaminato, quindi, l'emendamento 7,con il quale si prevede un contributo per rifare le strade interpoderali, utilizzando i fondi provenienti dal fondo di solidarietà in agricoltura. Anche su questo emendamento, sollecitandone l'approvazione sono intervenuti Mauro Pili e Silvestro Ladu, che ha chiesto un intervento anche per i danni ai mezzi agricoli.
L'emendamento è stato approvato, come è stato approvato l'articolo 1 nel suo complesso.
Il presidente ha posto in votazione l'articolo 2, al quale sono stati presentati 2 emendamenti. Con l'emendamento n. 3 il Commissario governativo può "delegare" appositi e specifici poteri ai sindaci che ne facciano richiesta.
Con l'emendamento 4 si prevedono procedure più rapide, applicando la legge regionale 26/1999 per la certificazione dei danni.
L'articolo 2 è stato, quindi, approvato mentre l'emendamento 4 è stato respinto, come è stato bocciato l'emendamento 3.
Il Consiglio ha, quindi, approvato all'unanimità l'articolo 3, così come è stato approvato l'articolo 4.
Prima della votazione conclusiva il presidente ha comunicato la presentazione di 2 ordini del giorno. Che sono stati illustrati rispettivamente dall'on. Capelli l'ordine del giorno n° 1 delle opposizioni e dall'on. Pirisi l'ordine del giorno n° 2 proposto dalla maggioranza.
La seduta, quindi, è stata sospesa per permettere alle forze politiche di trovare un accordo su un ordine del giorno unitario, che è stato approvato all'unanimità.
Il Consiglio ha, quindi, approvato, sempre all'unanimità, il disegno di legge nel suo complesso.
I lavori del Consiglio riprenderanno
martedì 21 dicembre alle ore 10.00