CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 49
antimeridiana del 26
novembre 2004
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda.
Prosecuzione esame Disegno di legge n. 31/A
Assestamento di BilancioIl presidente ha aperto la discussione generale e ha dato la parola al primo oratore. l'on. Renato Cugini (DS).
Preannunciando un breve intervento per dare modo a più consiglieri di prendere la parola, l'on. Cugini ha sottolineato che la questione dell'assestamento deve essere esaminata finalizzando il DL alla prossima finanziaria e al prossimo bilancio. L'assestamento, giustamente, tende, infatti, a ridurre il deficit e la spesa pubblica. "Siamo in presenza di una voragine che deve essere risanata" ha ricordato Cugini a proposito del settore sanitario, che ammonta a 128 milioni, e grava prevalentemente sulle casse regionali.
L'operazione complessiva non è tuttavia di riduzione, ma di spostamento di risorse e di riuso delle stesse con la finalità di "non indebolire il sistema famiglie", ha proseguito Cugini, ed ha aggiunto che i margini di manovra sono molto stretti e i tagli sono marginali, attestandosi su poco più del 2%. "Vogliamo che ci sia una esigenza primaria che consiste nella rimessa in discussione del Bilancio della Regione e della sua impostazione".E', quindi, seguito l'intervento dell'on. Oscar Cherchi (Misto - UDS), il quale ha confermato l'esistenza di perplessità e dubbi sulla manovra proposta da parte del proprio gruppo. Cherchi ha ricordato che i tagli previsti vanno a colpire i settori più deboli del tessuto sociale. Il consigliere del Gruppo Misto ha ripreso le dichiarazioni dell'assessore Pigliaru che denunciò come a partire del 2001 la spesa regionale sia diventata catastrofica. Cherchi ha, quindi, sottolineato come in precedenza (Giunta Floris) il problema non fosse particolarmente sentito.
Ricordando il coraggio di certe scelte da parte dell'esecutivo, se pur impopolari in certi aspetti, ha ribadito che tuttavia manca una logica proporzionale nei tagli proposti. Ad esempio nella formazione professionale sarebbe stato meglio mettere in campo un'azione più attenta. Dopo avere elencato tutti i settori che sarebbe stato meglio non colpire con i tagli (in particolare in campo culturale), Cherchi ha confermato che, a suo giudizio, la manovra è eccessivamente penalizzante. Va, comunque, riconosciuto alla Giunta Soru di avere predisposto un assestamento condizionato dall'operato della precedente maggioranza.Sono, quindi, cominciati gli interventi dei capigruppo.
E' intervenuto l'on. Giorgio Oppi (UDC), il quale ha, inizialmente, contestato i dati e le considerazioni riferiti da Cherchi; e, citando varie seriazioni finanziarie sull'andamento delle spese e delle coperture regionali nella sanità, ha energicamente difeso il proprio operato in qualità di assessore alla Sanità, nella precedente legislatura, spiegando i vincoli insormontabili posti dalle nuove norme statali. Oppi ha espresso, anzi, la previsione pessimistica di un ulteriore aggravio della spesa sanitaria per il futuro, ricordando che la Sardegna si porta a presso l'handicap strutturale di quella che è stata definita "pesatura" sullo "status quo ante" delle singole Regioni. Denunciando che la manovra, nel campo dell'assistenza, penalizza i piccoli comuni, Oppi ha preannunciato emendamenti per correggere questi problemi.
Entrando, quindi, nel merito delle esigenze strutturali del sistema sanitario regionale e sui relativi tagli, Oppi ha criticato le scelte operate in vari comparti gestionali della sanità regionale. Concludendo, l'on. Oppi, ha preannunciato un contributo propositivo al miglioramento della legge d'assestamento.L'on. Carmelo Cachia (Insieme per la Sardegna) ha sottolineato il buon lavoro della Giunta nell'evitare che l'assestamento toccasse le risorse a favore della produzione. Tagliare spese non fa piacere a nessuno, ma in questo caso bisogna fare di necessità virtù. A parte la necessità degli interventi, che sono indispensabili per evitare di perdere risorse dello Stato sulla sanità, "dobbiamo dare atto all'impegno della Giunta nel limitare gli effetti negativi che i tagli comportano". Ci possono essere alcune situazioni da correggere - ha concluso Cachia - ma per questo "abbiamo il conforto degli emendamenti".
Sottolineato "il grave ritardo" con cui la manovrina arriva in Aula, frutto di una scelta politica che ha privilegiato il blocco delle coste, l'on. Mario Diana (AN) si è dichiarato non d'accordo sia su alcuni tagli ("non è vero, come dice l'on. Secci, che non c'è stata alcuna discrezionalità. I tagli sono politici e come tali comportano una scelta") sia sulla destinazione delle risorse recuperate (7 milioni di euro) a favore dell'Esaf, il cui bilancio, come ha dichiarato in commissione l'assessore Mannoni, "è stato redatto non tenendo conto di una serie di fattori". Si è tratto perciò "di gravi errori di valutazione" che ora emergono "e ci convincono che il 'buco' non sia soltanto di 8 milioni, come dichiarato dal commissario dell'ente. Diana ha chiesto alla Giunta chiarezza sulla situazione dell'ente, "altrimenti annunciamo battaglia".L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha ricordato come il problema della sanità sia a tutti noto e la mozione presentata dal suo gruppo, che si discuterà alla fine dell'assestamento, richiama l'attenzione sulla necessità di decidere se dotare il settore delle risorse necessarie o, come si fa ora, sottodimensionare i finanziamenti con l'inevitabile prospettiva che a fine anno si raccolgono debiti. Tutto nasce - ha spiegato Vargiu - dall'assegnazione delle quote capitarie, alle quali, inizialmente, non si è dato peso perchè sino al 1997 lo stato ripianava i debiti a pie' di lista. Oggi la battaglia va fatta perché la ripartizione delle risorse non può basarsi su parametri tipo la quota anagrafica che penalizza le popolazioni giovani, come la Sardegna, senza tenere conto di altri fattori (ad esempio la dispersione della popolazione nel territorio) che incidono sulla spesa. Sulle altre partite della manovrina c'è da discutere, partendo dalla dichiarazione che la Giunta Soru avrebbe investito in cultura e non in mattoni"; i tagli, invece, colpiscono pesantemente la cultura (dalle scuole materne alle borse di studio, veicolo di crescita culturale).
L'on. Antonello Licheri (PRC) ha apprezzato il fatto che dai tagli siano stati escluse le politiche sociali e le fasce più deboli. Una manovrina "attenta e oculata", che non è "un semplice fatto contabile" e riduce al minimo l'impatto sociale. Licheri ha risposto all'opposizione che denunciava la mancata concertazione con le forze locali: le audizioni, ha ribadito, saranno rimandate quando si discuterà del Dpef. Troppo esigua la dimensione finanziaria dell'assestamento per ritenere di dover coinvolgere sindacati e associazioni di categoria.
I debiti della sanità saranno inevitabili, ma sono anche frutto di politiche clientelari: lo ha sostenuto l'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az) richiamandosi alla realizzazione del Policlinico cagliaritano, "al di fuori da qualunque programmazione" ed ora causa di un "passivo spaventoso". Ben venga, allora, il piano regionale e le rivendicazioni per ottenere risorse maggiori. Ma se le casse della regione sono anemiche - ha continuato - ciò è dipeso dell'acquiescenza della classe politica regionale nei confronti di quella nazionale, una "subalternità intollerabile", alla quale i sardisti hanno sempre tentato di opporsi. In particolare Atzeri ha lamentato i tagli alla cultura sarda ed ha polemizzato con le poche privazioni da parte del presidente Soru, che ha solo limato (meno del 10 per cento) le sue spese di rappresentanza (357 mila euro) che mal si addicono "a chi predica la vita monastica e francescana". Spariscono le borse di studio per i giovani laureati e ci si domanda in che modo si intendono (manifesto politico della Giunta) valorizzare le risorse intellettuali dei nostri ragazzi. Il guaio - ha concluso - è considerare la cultura come un bene burocratico e didascalico, anzichè come un aspetto vivo della nostra società.
Per l'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna) l'assestamento non è l'occasione per riqualificare il bilancio regionale, ma ci sono segnali che "indicano questa prospettiva". Del resto riqualificare il bilancio "è necessario e inderogabile", perché le finanze sono seriamente compromesse. "Si è speso molto più di quanto fosse consentito", ha aggiunto, ricordando come sia necessaria una riflessione generale anche su quelle spese (ha citato la sanità) che sembrano inevitabili.
La manovra di assestamento del bilancio, seppur limitata e condizionata dalla necessità di coprire "il buco della sanità", è stata difesa anche dall'on. Antonio Biancu (La Margherita), il quale ha voluto ricordare come le scelte siano state fatte tenendo conto della necessità di ridurre i deficit delle Aziende sanitarie senza intaccare, però, i livelli delle prestazioni erogate. Anzi, ha detto anche Antonio Biancu, nell'assestamento di bilancio sono state stanziate somme significative per estendere anche ai cittadini sardi la possibilità di ricorrere a cure altamente costose per malattie particolari. Nessun taglio è stato fatto, ha aggiunto l'esponente della Margherita, nei trasferimenti agli enti locali, tanto è vero che si sono previsti finanziamenti aggiuntivi per i piani comunali di classificazione acustica e per altri interventi a favore delle comunità locali.
Certamente, ha concluso Antonio Biancu, la Sardegna deve fare i conti con una situazione finanziaria disastrata, dovuta alla crisi economica che ha provocato una contrazione dell'Iva e dell'Irpef incassate, ma anche ad "una inesistente politica delle entrate" delle giunte di centrodestra. "Stiamo pagando le conseguenze non solo di una inesistente politica delle entrate e della spesa, ha concluso Biancu, ma siamo costretti a fare i conti con le irresponsabili scelte politiche della vecchia maggioranza". In questa situazione le scelte fatte dalla nuova giunta sono assolutamente "giuste e le uniche possibili".Le scelte della Giunta, "necessariamente sobrie" sarebbero state un'ottima "occasione di confronto" tra le forze politiche presenti in Consiglio. Ma, forse, l'eccessiva lunghezza della discussione sulla legge urbanistica, una certa stanchezza dei consiglieri, 1ualche strascico polemico dovuto proprio al confronto politico di queste ultime settimane, invece, ha "sminuito" l'importanza di un argomento che "avrebbe avuto bisogno di maggiore partecipazione". L'on. Siro Marrocu, capogruppo dei DS, ha voluto ricordare come questa manovra di assestamento arrivi in Aula con grande ritardo e venga affrontata in "modo stanco".
Eppure, su questa manovra correttiva, ci si sarebbe potuti e dovuti "confrontare", perché il Bilancio e la Finanziaria del 2004 sono stati approvati in modo anomalo, alla fine di una legislatura travagliata e quel documento, "decisamente tecnico", avrebbe permesso ora, in questa fase di assestamento, la possibilità di un sereno confronto anche sulle prospettive di sviluppo dei prossimi anni.
Esaminando, nel merito, il documento elaborato dalla Giunta, Marrocu lo ha definito "necessariamente sobrio, ma anche frutto di attente scelte politiche dell'assessore Pigliaru, che non ha voluto trasformarlo in una legge omnibus". In Commissione, ha detto anche il capogruppo DS, ci si è resi conto che i paventati "tagli" altro non erano che il recupero delle poste non utilizzate, delle risorse non ancora impegnate. Quindi una operazione di ripulitura dei conti regionali, il miglior utilizzo di somme "disponibili". Ed in Commissione si è fatto un ottimo lavoro, c'è stato un primo, proficuo, confronto, che sarebbe dovuto proseguire in Aula, la sede adatta per una necessaria riflessione, non solo sulle scelte di fondo ma anche su come affrontare l'attuale "situazione di grave difficoltà".
Se ciò non è accaduto, e Marrocu ha ribadito che il Consiglio è forse "stanco", è necessaria, in ogni caso, una discussione "serena, che non può prescindere dai dati reali" della attuale situazione economica e finanziaria.
Respingendo le accuse di aver intaccato i "diritti acquisiti", Siro Marrocu ha voluto rimarcare che, in molti casi, si stanno facendo delle strane confusioni tra "diritti acquisiti" ed interventi per i "quali mancano le necessarie risorse finanziarie" come avviene per la formazione professionale o per i contratti dei dipendenti regionali.
Spesso è un ritorno a "su connottu", perché è difficile mantenere lo status quo "quando vengono meno le risorse finanziarie necessarie per garantire quei risultati raggiunti". In molte occasioni, ha aggiunto Marrocu, è "necessario nuotare contro corrente, puntare sulle scelte necessarie, che possono anche non portare il consenso. Ma che sono scelte obbligate, se si vuole perseguire il bene di tutti".
"Possiamo avere un'idea politica corretta, ha concluso Siro Marrocu, ma dobbiamo anche riuscire a coinvolgere la gente nelle nostre scelte". Senza la partecipazione popolare, la concertazione, il coinvolgimento delle categorie non riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo fissati. Questo sembra la strada sulla quale occorre camminare, quindi, se si vogliono risanare i conti senza intaccare i diritti e le aspettative dei "meno favoriti. La disponibilità al dialogo, confermata da molti esponenti della minoranza, fa comunque ben sperare che, affrontando i prossimi impegnativi appuntamenti (il DPEF e la manovra finanziaria e di bilancio), si possa avviare un opportuno confronto, necessario per coordinare gli interventi e per coinvolgere tutti nelle future scelte"."Le nuove scelte di politica economica saranno approfondite quando il Consiglio, e non dovrebbe ormai essere ormai troppo lontano quel momento, si occuperà del nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) e della nuova manovra finanziaria, ed in quella occasione proporremo anche i nostri programmi, ha detto l'on. Giorgio La Spisa (FI), ultimo dei capogruppo intervenuti nella discussione generale. Esaminando le "origini del disavanzo regionale" l'esponente di Forza Italia ha ribadito che i "conti sono in rosso" perché esiste una differenza sostanziale tra le entrate e le spese della Regione.
Le entrate sono ancora quelle del lontano 1983, (l'ultimo aggiornamento del Titolo Terzo", mentre le spese sono cresciute anche per il trasferimento di compiti, da parte dello Stato, senza in necessario trasferimento di nuove risorse finanziarie.
Certamente anche le casse dello Stato non sono ricche, anche l'amministrazione centrale è in forte difficoltà, ma ai nuovi doveri non è possibile fare fronte con le sole risorse regionale, specialmente se non sono cresciute in proporzione. Quindi, ha detto La Spisa, bisogna ricontrattare la reddistribuzione delle risorse finanziarie a favore della Regione. Contestando le accuse di aver "dilapidato" ingenti risorse, La Spisa ha ricordato che nel 1999, esercizio in cui iniziò la "gestione amministrativa del centrodestra", la maggioranza di centrosinistra aveva lasciato in eredità un disavanzo di 4092 migliaia di miliardi lire ed un indebitamento di 5.966 migliaia di miliardi di lire. Partendo da quelle cifre, il disavanzo ed il debito attuali ne sono la "conseguenza fisiologica".
"Andiamo a riprendere tutte le manovre finanziarie degli ultimi dieci anni, dal 1994 al 2004", ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia, e ci si renderà conto che la curva della crescita dell'indebitamento parte proprio dal 1994 e tocca il suo culmine nel 1999.Eppure, in quegli anni, gli assessori al Bilancio erano professionisti e studiosi di grande capacità, ma anche loro dovevano fare i conti con il livello delle entrate (stabile) e quello delle uscite (In perenne crescita). Dal 1999, inoltre, la Giunta h sempre dovuto fare i conti con un indebitamento costante di 330 miliari di lire l'anno, per finanziare il piano del lavoro "un intervento straordinario voluto, ed ottenuto, dall'on. Cogodi, frutto di un ostruzionismo finalizzato che ha sempre dato ottimi risultati".
Forse, ha det6to anche Giorgio La Spisa, è opportuno riesaminare le scelte di questi ultimi dieci anni, vedere i risultati ottenuti, calcolare i costi e benefici e trarne le necessarie considerazioni. Così com'è opportuno rivisitare il bilancio e capire se esistono capitoli (ed unità previsionali di spesa) poco utilizzati e che permettono di recuperare somme importanti per ridurre il deficit o per finanziare nuovi interventi. Su questi temi, ha detto ancora La Spisa, avviandosi alla conclusione, sarà necessario confrontarsi, per decidere i possibili risparmi, i possibili tagli, che non devono, però, "avere effetti dolorosi" sulle categorie meno forti. Certe recenti decisioni, ha detto ancora, apparse spesso contradditorie, possono, infatti, far pensare che i risparmi siano stati decisi per utilizzare, nell'immediato futuro, "le somme così risparmiate in nuove iniziative"."Niente di tutto questo", ha immediatamente risposto l'assessore Francesco Pigliaru, responsabile del Bilancio e della Programmazione economica, rispondendo a tutti gli oratori intervenuti nella discussione generale sull'assestamento del bilancio 2004. Le scelte sono state fatte tenendo conto della attuale situazione, che è diversa rispetto a qualche mese fa. E queste scelte saranno approfondite tra qualche tempo, quando il Consiglio comincerà l'esame del DPEF (approvato dalla Giunta nei giorni scorsi), un documento di "respiro", che indica chiaramente gli obiettivi sui quali si vuole realmente puntare. In quella occasione, che rappresenterà "una sfida per l'intera classe dirigente della Sardegna", sarà necessario lavorare e confrontarsi "tutti assieme".
Perché si deve mettere a punto un nuovo progetto di sviluppo, un nuovo programma economico tenendo conto delle reali risorse delle quali la Regione dispone, perché si devono trovare soluzioni innovative sulle quali chiedere il conforto della gente. Questo assestamento, ad esempio, sarebbe potuto essere un momento di incontro, come lo è stato in Commissione, ha riconosciuto Pigliaru; ma in quest'Aula questo confronto, per ora, non c'è stato.
La manovra è, certamente limitata, punta sul settore sanitario, ma non trascura altri comparti,. Come ad esempio l'intervento a sostegno dell'Esaf, in ogni caso sarebbe potuta essere un'occasione utile, anche per mettere a punto nuove "soluzioni condivise".
I 149 milioni di euro sono, indubbiamente, poca cosa, "sarebbe stato molto più facile fare scelte di maggiore interesse potendo disporre dell'intera massa monetaria regionale. Ma questo assestamento ha permesso, ad esempio, di controllare il livello della spesa sanitaria, di rendersi conto che è necessario un maggiore controllo sulle uscite, anche per ottenere una reale efficienza nel settore. A questo compito sta lavorando, ha detto l'assessore della Programmazione, l'assessore della Sanità, che in tempi brevi porterà le sue proposte all'attenzione dell'Assemblea regionale.
In attesa del nuovo Piano sanitario, ha detto anche l'assessore Pigliaru, questo assestamento permetterà di far fronte ad impegni inderogabili, favorirà la razionalizzazione, almeno parziale, del comparto. Un risultato che si otterrà, ha detto ancora l'esponente della Giunta, senza tagli o dolorose rinunce. I milioni di euro trovati, infatti, sono stati "pescati" nelle pieghe del bilancio ordinario, "portandoli via" da capitoli che erano stati, in qualche modo, sovradimensionati o che non erano stati assolutamente utilizzati.
I risparmi nel settore dell'Università, della ricerca, ad esempio, non sono stati decisi per "insensibilità" nei confronti di settori così delicati ed importanti, ma perché, rispetto alle poste dello scorso anno, nel 2004 presentavano disponibilità "cresciute anche del 100 per cento".
"Nessun assestamento è indolore", ha detto anche Pigliaru. Ma questa volta si è cercato di non penalizzare i settori trainanti, concentrando "l'attenzione" su quelli che non sembravano in grado di utilizzare tutti i fondi dei quali disponevano. Per il futuro il metro sarà quello di ridurre gli sprechi, ma non ci si limiterà ad una revisione dei capitoli e delle previsioni di spesa. Il "metodo dei costi-benefici" sarà quello seguito, perché una prima ricognizione sui conti regionali ha fatto sorgere non pochi dubbi, sulla validità delle iniziative prese negli ultimi anni.
Ad esempio, quanto si è speso per promuovere i prodotti agricoli isolani? E quanto sono elevati i volumi delle esportazioni del settore agricolo? Forse è il caso, ha aggiunto l'assessore della Programmazione, di rivedere, tutti insieme, le scelte fatte da tempo, trovare nuove idee e predisporre nuovi, e più moderni, programmi di sviluppo.
Comunque, quando la Commissione, il Consiglio saranno chiamati ad esaminare il DPEF e la manovra economica-finanziaria, oltre all'analisi dei numeri, ha concluso Pigliaru, i gruppi, le forze politiche saranno chiamati ad un esame, approfondito, delle prospettive e delle possibilità dell'intero sistema produttivo sardoL'intervento dell'assessore Pigliaru ha concluso la discussione generale sulla proposta di assestamento di bilancio predisposta dall'Esecutivo.
Prima di "chiudere" la seduta, il presidente Fadda ha comunicato che, in base agli "accordi politici" raggiunti dai gruppi, gli emendamenti al disegno di legge sull'assestamento potranno essere presentanti sino alle ore 11 di martedì, 29 novembre, prossimo. Alle ore 12, della stessa giornata, si riunirà la Terza commissione, Programmazione e Bilancio, presieduta da Eliseo Secci, per un loro primo esame. Alle ore 16.30, il Consiglio riprenderà l'esame dell'articolato, con la discussione degli articoli e degli emendamenti.
Il Consiglio proseguirà i suoi lavori
martedì, 30 novembre, alle 16.30.