CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 47 antimeridiana e pomeridiana del 24 novembre 2004


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu, dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Claudia Lombardo.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :


Prosecuzione esame  Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n.
24 -
n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
 e la tutela del territorio)

L'Aula ha proseguito l'esame dell'articolo 8 e dei relativi emendamenti.

L'on. Mauro Pili (FI), riferendosi a notizie di stampa, ha parlato di "solitudine dei DS" ed ha affermato che intende "dare voce ai sindaci di centrosinistra che non hanno trovato sostegno nella loro alleanza". Sindaci contrari alla legge in discussione.

A parere di Pili molti amministratori di centrosinistra sostengono le tesi esposte dall'opposizione, come è stato ampiamente riportato dalla stampa quotidiana, con dichiarazioni di sindaci ed ex consiglieri regionali di sinistra. Pili ha criticato l'assenza della Giunta, ma il presidente Spissu gli ha tolto la parola per poi ridargliela subito dopo.

Dopo un acceso battibecco con l'on. Giuseppe Pirisi (DS), Pili ha proseguito citando le dichiarazioni, riportate sulla stampa, dell'ex consigliere regionale Falconi e dei rappresentanti di organizzazioni di categoria

Secondo Pili, tra qualche mese gli indicatori economici dimostreranno che questa Giunta "avrà affossato l'economia della Sardegna", mentre la delibera sulle coste "è illegittima e favorisce gli interessi di alcuni personaggi ben noti".

Per l'on. Giovanni Moro (AN), i sindaci che alcuni giorni fa hanno protestato in Consiglio regionale sono preoccupati "per il rischio di aumento della disoccupazione che colpirà non solo il settore turistico, ma anche quelli del commercio e dell'artigianato".

Moro ha proseguito affermando che così "si uccide il territorio, con la nascita di un mostro che produrrà danni a breve e a lungo termine", favorendo i cittadini ricchi e svantaggiando i cittadini poveri, con l'effetto di dare vita ad "una Sardegna a due velocità".

Esprimendo preoccupazione per "i cittadini sardi", Moro ha sostenuto che gran parte degli amministratori sardi non vede di buon occhio questa legge ed ha poi concluso evidenziando l'impossibilità di apportare variazioni ai piani urbanistici esistenti.

L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), dopo aver sottolineato l'esigenza di esaminare con attenzione l'art. 8 e le parti rimaste in sospeso, ha affermato: "ora siamo arrivati al nodo". Vargiu ha poi esposto i commi dell'articolo, commentandoli poi sulla base di considerazioni tecniche e politiche. Soffermandosi sugli emendamenti, Vargiu ha affermato che, in base a questi, non esiste più la certezza del diritto.

Si bloccherebbe l'eolico, anche per chi ha tutte le autorizzazioni in regola e le lottizzazioni già approvate. Ma, a parere di Vargiu, esisterebbe "un'autorità sovra ordinata alla legge e alle regole che fa tutto ciò che vuole".
L'on. Vargiu ha concluso invitando la Giunta a ritirare l'emendamento in questione.

L'on. Renato Cugini (DS), dopo avere espresso la sua opposizione all' "estremismo di centro", ha difeso la legge e la sua impostazione, dicendosi convinto che "il diritto deve essere riconosciuto a chi ne ha i titoli" ed ha poi invitato a coniugare "la passione politica con la freddezza legislativa", ammonendo i colleghi a restare nell'ambito di discussione della legge, senza forzature.
Non si può dire che "si sta danneggiando" chi non ha ancora presentato progetti, ha proseguito Cugini, sostenendo poi che la maggior parte dei diritti sono salvaguardati.
Dopo avere ribadito che non si può premiare chi non ha i diritti, Cugini, ha sostenuto che, per l'eolico, si possono trovare siti che non danneggiano il paesaggio ed ha concluso con l'invito "ad evitare le risse" e a mettere avanti l'interesse collettivo, abbandonando le polemiche che servono "a fare titoli sui giornali" e pensando semmai allo sviluppo razionale del territorio.

A parere dell'on. Roberto Capelli (UDC), la discussione è molto produttiva. Tutti vogliono salvaguardare chi ha i diritti, ma semmai tutti vogliono salvaguardare tutti.
Non ci sono punti di convergenza, ha proseguito Capelli rivolto alla maggioranza, anche perché "noi vogliamo regalarvi la totale responsabilità di questa legge". Dopo avere ascoltato cittadini, organizzazioni, imprenditori e amministratori locali, ha concluso Capelli, abbiamo l'obbligo di legiferare sulla base di queste indicazioni".
Richiamandosi alle dichiarazioni dell'ex consigliere Falconi apparse sulla stampa, Capelli ha affermato di essere pronto "ad andarsene a casa, ma con dignità" per non fare parte di "un Consiglio sotto ricatto".
Per Capelli non basta ritirare gli emendamenti, come ha suggerito Vargiu, ma occorrerebbe ritirare l'intera legge, i cui principi vanno contro il buon senso e portano a calpestare anche i diritti più elementari dei consiglieri regionali, forzando le interpretazioni del Regolamento. Capelli ha concluso rivolgendo ulteriori critiche alla legge.

L'on. Francesco Sanna (La Margherita), respingendo le accuse al centrosinistra di costituire una combriccola di feroci oppositori allo sviluppo, ha sottolineato che "occorre conoscere bene le norme e le leggi" e così si può essere sereni, per il fatto che votando questa legge si fa una cosa giusta.
Parlando della programmazione negoziata, Sanna ha ricordato che nell'anno di massima spinta dell'economia italiana nessuna opera privata era stata finanziata nell'ambito dei Pit.
In tutti gli strumenti di agevolazione, ha quindi ricordato, l'erogazioni possono avvenire solo se l'iniziativa economia è prevista su terreni già in regola con le norme urbanistiche. Quanto al contratto di programma, esso deve essere in regola. L'on. Sanna ha poi negato qualsiasi "effetto domino" imprenditoriale paventato degli avversari della legge salva coste.

E', quindi, intervenuto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), per il quale sono numerose le occasioni, contenute nella legge, che destano preoccupazione, in particolare in merito allo sviluppo dei Comuni interessati. "C'è una paura ingiustificata, da parte della maggioranza regionale, sul futuro delle coste della Sardegna, come testimoniano la inconsistenza degli interventi di sanatoria avanzati", ha detto, aggiungendo che non si capisce il vero modello di sviluppo turistico che la Giunta intende perseguire.

Ha poi la parola l'on. Sergio Pisano (I Riformatori), che ha denunciato la "provvisorietà" che caratterizzata la legge, caratteristica negativa di una buona norma che deve, invece, durare nel tempo. Respingendo le critiche "di estremismo centristico", lanciate dalla maggioranza al suo Gruppo politico, Pisano ha ribadito che i timori di "blocco delle attività turistiche" non sono ipotetici ma realistici, come dicono anche esponenti del centro sinistra, ad esempio l'ex consigliere regionale Bachisio Falconi Pisano ha concluso definendo "ossessione ambientalistica" quella che, a suo giudizio, sta spingendo le scelte della Giunta.

E', quindi, intervenuto l'on. Antonello Liori (AN), che si è rammaricato per gli episodi accaduti ieri in Aula, e richiamando il valore del rispetto delle regole ha sostenuto che la votazione sul Regolamento è stato un "vulnus" all'assetto istituzionale. Entrando, quindi, nel merito dell'articolo 8, ha, in primo luogo, denunciato "la disparità" che si era fra i comuni della Sardegna, a causa della differenza nella adozione degli strumenti urbanistici. E' poi poco condivisibile che i Comuni che non hanno adottato i Puc, siano soggetti a regole diverse dalle restanti amministrazioni locali. Dopo avere lanciato un allarme sui rischi di frenata dello sviluppo economico, ha concluso che occorre assolutamente riformare la legge in discussione.

L'on. Giorgio Oppi (UDC) ha subito chiarito che nella minoranza non c'è nessuna intenzione di privilegiare nessuno. "Facciamo un battaglia, ha continuato, per difendere la Sardegna contro il blocco totale delle coste, per difendere gli investimenti in agricoltura e la programmazione negoziata". Il capogruppo dell'Udc ha detto che la Sardegna attende fatti e non parole, chiarezza e non mere interpretazioni.

L'on. Giorgio La Spisa (F.I.) ha ricordato che la legge è negativa e che non è pensabile che una norma urbanistica faccia saltare atti di programmazione negoziata.

L'on. Siro Marrocu (DS) ha auspicato l'approvazione della legge in tempi brevi.  Sulla programmazione negoziata il capogruppo dei Ds è stato chiaro: "la questione è stata già risolta con il 4° comma dell'emendamento 13". L'esponente diessino ha detto che questa legge non blocca, ma favorisce lo sviluppo turistico e non blocca la programmazione negoziata.

L'on. Nicola Rassu (FI), ha detto ironicamente, che tutti quelli che criticano la legge sono affetti da "dabbenaggine irreversibile".  L'esponente di Forza Italia ha aggiunto che è bene che la legge vada in porto per far capire ai sardi i danni che provoca.

Per l'on. Matteo Sanna (AN) questa legge è pericolosa, va rivista, rielaborata, rifatta partendo dagli enti locali, blocca lo sviluppo, è imposta ai partiti. "Chi l'approva, ha concluso, dovrà assumersene tutte le conseguenze soprattutto davanti agli enti locali".

L'on. Fedele Sanciu (F.I) ha accusato la maggioranza di non avere le idee chiare neanche sulla programmazione negoziata. "Se è vero che la programmazione negoziata è fatta salva, scrivetelo chiaramente nella legge".

Questa legge "segna una trincea", una specie di barriera off limits contro gli interventi speculativi - ha detto, a sua volta, l'on. Luciano Uras (PRC) sottolineando l'importanza del provvedimento. La "ribellione che viene dal basso, dalle amministrazioni comunali, non è vera e, se lo fosse - ha aggiunto - non sarebbe motivata" perché - ha spiegato - la cultura del passato, il neo liberismo economico "ha creato maggiore povertà". Quanto ai diritti acquisiti, occorre armonia ed equilibrio nel rispettarli, considerato che "ne hanno beneficiato sempre gli stessi".

Ma in che modo questa legge può sostenere l'economia dell'isola? Se lo è chiesto l'on. Mario Diana (AN) dicendo che è questo uno dei problemi che il dibattito ha messo in evidenza. C'è un capitale ambientale da difendere; ma questo capitale deve dare benessere oppure deve essere congelato, creando una specie di riserva indiana?

L'on. Mimmo Licandro (FI) ha ricordato che questo provvedimento nasce da un marchio politico ben preciso che ne ha condizionato il percorso, dal decreto ("In realtà si è trattato di semplice delibera") alla sua reiterazione a un disegno di legge che non stabilisce norme astratte e generali, ma interviene in senso punitivo su una serie di situazioni locali facilmente identificabili.

L'assessore Gianvalerio Sanna ha respinto "la concezione apocalittica della legge" suggerita dalla minoranza ed ha ricordato che l'azione del governo regionale è ispirata a "precauzione e prevenzione", il dialogo con Consiglio c'è stato, la Giunta crede che questa sia la strada da seguire nell'ambito di indicazioni sulla tutela ambientale che sono ormai concepite dalla coscienza internazionale. Quanto all'imminente sentenza Tar, "nessuna preoccupazione".

Conclusi gli interventi di carattere generale, il presidente Spissu ha portato in discussione gli emendamenti all'articolo 8. Sui primi due in discussione (856 e 855) si sono succedute numerose dichiarazioni di voto, tutte, più o meno, di natura politica.

L'on. Mauro Pili (FI) ha definito "glaciale" il clima politico, con una maggioranza "che non ascolta l'opposizione". Ha polemizzato sul via libera alle ristrutturazioni che possono "trasformare porcilaie in ville e far prendere valore a immobili di nessun pregio"; motivo, questo, che trova la risposta negativa della minoranza.

L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha sostenuto che viene messa in discussione la certezza del diritto ed i cittadini non sono tutelati nelle libertà individuali e civili; l'on. Nanni Moro (AN) ha ribadito il giudizio di netta opposizione ad una legge foriera di disastri economici; l'on. Roberto Capelli (UDC) ha respinto al mittente le accuse di chi rimprovera al centrodestra di non fare proposte; c'è una proposta di legge, ha detto, che è ferma e contiene soluzioni più appetibili per lo sviluppo dell'isola.

Per l'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris) la legge ha aspetti positivi ma grosse manchevolezze, la maggiore è la discriminazione fra Comuni virtuosi (che hanno il Puc) e no; mentre l'on. Ignazio Artizzu (AN) ha insistito perché la seduta finale ("almeno le dichiarazioni di voto", ha suggerito l'on. Antonio Cappai dell'UDC) sia trasmessa in diretta da un'emittente privata per "far capire ai sardi che cosa sta succedendo in Aula".

Ma il presidente Spissu ha detto che, per motivi organizzativi, la diretta non è possibile. Esiste tuttavia la registrazione dell'intero dibattito, che può essere consegnata all'emittente che ne faccia richiesta.

Il Consiglio regionale ha sospeso i lavori che sono ripresi nel pomeriggio alle ore 16

Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Claudia Lombardo.

L'Aula ha proseguito l'esame dell'articolato del testo unificato, ed in particolare dell'articolo 8, riguardante le norme transitorie, e dei relativi emendamenti.

Numerosi gli interventi dei consiglieri di opposizione: gli onorevoli Contu (FI, Capelli (UDC), La Spisa (FI), Pisano (I Riformatori), Diana (AN), Rassu (FI), Sanciu (FI), Matteo Sanna (AN), Ladu (Fortza Paris), Licandro (FI), che hanno ribadito le critiche al provvedimento, critiche del resto già espresse nel corso delle precedenti sedute, sostenendo da un lato che la legge provocherà danni irreparabili all'economia della Sardegna e, dall'altro, esprimendo rammarico perché la Giunta non ha accolto alcuna delle osservazioni e delle proposte avanzate dall'opposizione.

Tra le articolate argomentazioni avanzare dagli esponenti della minoranza che si sono dichiarati a favore degli emendamenti 855 e 856 da loro presentati, sono emerse quelle relative ai dubbi su una legge che in pratica diventa retroattiva facendo riferimento al decreto della Giunta del 10 agosto (e quindi ad un atto amministrativo) e sulla necessità di tutelare non gli interessi di qualcuno, ma quelli di tutti i sardi.

Se per l'on. Mario Diana gli emendamenti della Giunta non hanno per niente migliorato la legge, per l'on. Nicola Rassu (FI) la legge apporterà gravi danni al turismo e all'intera economia dell'isola, mentre gli onorevoli Fedele Sanciu (FI) e Matteo Sanna (AN) hanno parlato dei "10 comandamenti del Governatore Soru" e del dovere di votare a favore degli emendamenti 855 e 856 presentati dall'opposizione.

"Non c'è alcuna logica in questo provvedimento, ha sostenuto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), dopo avere ribadito la necessità di tutelare interessi generali e non particolari, mentre per l'on. Gerolamo Licandro (FI) è "inutile penalizzare i Comuni che non hanno ancora il PUC". Pur ribadendo la necessità di tutelare l'ambiente, "ma senza politiche scellerate".

 Un segnale di distensione è arrivato dall'on. Giuseppe Pirisi (DS), presidente della Commissione Urbanistica, il quale si è detto disponibile a presentare un emendamento orale che raccolga alcune osservazioni dell'opposizione.

La proposta di Pirisi è stata, però respinta dall'on. Mauro Pili (FI) in quanto non modificherebbe gli aspetti relativi alla retroattività della legge.

Gli emendamenti 855 e 856, messi in votazione, sono stati respinti con 34 voti contrari, 23 favorevoli e 5 astenuti.

Sull'emendamento 857, sono intervenuti per dichiarazione di voto gli onorevoli Pili, Rassu, Moro, La Spisa, Matteo Sanna, Cuccu, Liori, Capelli, che hanno ribadito l'opposizione alla retroattività del provvedimento, a loro parere, illegittimo, ed hanno espresso voto favorevole all'emendamento che sopprime il riferimento alla delibera di Giunta del 10 Agosto.

In particolare l'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC), dopo avere riproposto una rilettura dell'emendamento proposto da Pirisi, ha sostenuto che in esso vi è qualche aspetto positivo, che potrebbe essere approvato; mentre l'on. Liori (AN) ha, tra l'altro, espresso le proprie scuse al presidente Spissu per "le intemperanze manifestate ieri" dovute alle "preoccupazioni per quanto è avvenuto a proposito dell'interpretazione del Regolamento consiliare"; l'on. Roberto Capelli (UDC), infine, ha sottolineato ciò che a suo parere rappresentano diverse contraddizioni nella legge: si deve fare una legge per tutti, ha sostenuto, e cioè anche per tutte le amministrazioni comunali, che devono essere poste su un piano di parità.

Sempre per dichiarazione di voto l'on. Licandro (FI) ha espresso voto favorevole all'emendamento 857, dichiarandosi contrario "alla Regione dei divieti" che mette fuori gioco i comuni che non hanno ancora lo strumento di pianificazione urbanistica; così come l'on. Diana (AN), il quale si è soffermato sulle difficoltà incontrare dai Comuni nella predisposizione dei PUC e sulle penalizzazioni che la legge imporrebbe a una parte degli enti locali. Per Diana, l'unica via di uscita potrebbe essere rappresentata dal ritiro della legge e da un suo ritorno in commissione per poi riportarla in Aula ed approvarla con le opportune modifiche.

Il voto favorevole è stato, quindi, preannunciato, sempre sull'emendamento n°857 dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), che ha sottolineato l'esigenza che in questo regime transitorio, il confronto sia approfondito, esprimendo preoccupazioni per le garanzie adeguate a favore dei cittadini.

Messo in votazione l'emendamento 857, non è stato approvato.

E' stato, quindi, posto in votazione l'articolo n°8. Il presidente ha dichiarato aperti gli interventi.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI): "Si sta sentenziando la condanna di quegli enti locali in cui non si è potuto predisporre un piano urbanistico comunale pur senza che vi sia alcuna responsabilità perché i ritardi sono stati causati dalla Regione". Gli ha fatto eco l'on. Giovanni Moro (AN), che ha ribadito che le amministrazioni locali non hanno avuto alcuna responsabilità dei ritardi accumulati. Sulla stessa linea critica l'on. Nicola Rassu (FI) per il quale la legge in discussione cosiddetta transitoria, ricorda lo schiacciasassi che "che transitando sulla strada schiaccia tutto". Lamentando la mancanza di risposte invocate dalle opposizioni, l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), intervenendo subito dopo, ha preannunciato il voto contrario all'articolo n°8. Analoga posizione contraria è stata espressa dall'on. Antonello Liori (AN). "Quei comuni che hanno approvato il Puc nel mese di ottobre o di novembre rischiano di essere bloccati da queste norme.

Il dramma derivato dal blocco dello sviluppo è stato ribadito poco dopo dall'on. Gerolamo Licandro (FI), che ha stigmatizzato come questo provvedimento aggraverà la situazione "di una Regione che già viaggia a due velocità".

L'on. La Spisa (FI) dopo avere dato ampie spiegazioni sull'articolo 8 ha sottolineato che con questa legge, di fatto, si torna indietro rispetto alla procedura di approvazione dei Piani Urbanistici Generali e alla legge 45.

L'on. Matteo Sanna (AN) ha ricordato che la politica vincolistica che permea anche l'articolo 8 della legge, in passato, ha fatto scappare l'Aga Khan. "io non vorrei che avvenisse la stessa cosa per altri imprenditori seri". L'esponente di AN ha ricordato che l'ambiente è importante e che la classe politica sarda non deve svendere il territorio. "Bisogna stare attenti, i giovani non possono vivere solo ammirando le bellezze naturali". Sanna ha annunciato il voto contrario all'art.8.

L'on. Fedele Sanciu (FI) ha detto che questo articolo "spazza via" l'impegno profuso nel tempo e fa perdere le risorse dei Puc, il cui completamento richiede ancora anni di lavoro.

L'on. Ignazio Artizzu (AN)ha detto che voterà contro l'articolo 8 perché non è stato possibile emendarlo. Per il consigliere di AN questa legge genera preoccupazione perché avrà serie ripercussioni sul futuro, non solo turistico, della Sardegna.  Il consigliere di Alleanza Nazionale ha letto in Aula un documento della Confartigianato in cui si criticava fortemente questa legge. "Chiedo alla maggioranza di tenere in debito conto questo parere". Per l'on. Artizzu questa legge è un mix di estremismo verde e di fretta.

L'on. Siro Marrocu (DS) ha detto che la battaglia politica spesso giustifica forme "estreme" come l'ostruzionismo, ma quello che sta avvenendo in Aula va al di là della battaglia politica. Il capogruppo dei DS ha ricordato che c'era l'impegno di approvare la legge entro il 24 mattina. "Prendete atto, ha detto rivolgendosi alla minoranza, che noi da qui non andremo via fino a quando la legge non sarà approvata".

L'on. Giorgio Oppi (UDC) ha risposto che le minacce non preoccupano la minoranza. "Posso garantire che sta sera termineremo i lavori di questa legge. L'UDC rimarrà in Aula fino al termine dei lavori, ma non si possono impedire gli interventi dei colleghi".

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha detto di condividere la posizione dell'on. Oppi e ha definito gli interventi della minoranza non "ostruzionistici" ma "propositivi".

L'on. Mario Diana (AN) ha espresso il voto contrario all'articolo 8 e poi ha interrotto polemicamente il suo intervento.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha detto che l'articolo 8 è figlio di una mancata concertazione.

L'on. Mauro Pili ha chiesto la votazione elettronica palese sull'articolo 8, mentre l'on. Mario Diana ha chiesto la votazione per parti, che non è stata accolta dal presidente Spissu.

L'articolo 8 messo in votazione è stato approvato dall'Aula (Presenti 76; Votanti 71; Astenuti 5; Favorevoli 45; Nulli 24).

Sull'emendamento 1889, presentato dalla Giunta, (dopo il comma secondo è inserito il seguente comma 2 bis "se non diversamente previsto le disposizioni della presente legge si applicano negli ambiti territoriali di cui al comma primo dell'articolo 3") è intervenuto l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), che ha dichiarato il suo voto contrario. Vargiu ha invitato la Giunta a ritirare questi emendamenti.

L'on. Mauro Pili (FI) per dichiarazione di voto, ha detto che l'emendamento 1889 tenta di "tappare le falle della legge". "Il mio voto è contrario perché questo emendamento aggiunge confusione a confusione".

Per l'on. Giovanni Moro (AN) questo emendamento peggiora la situazione e viene dato il "colpo" finale agli amministratori della Sardegna.

Per l'on. Mariano Contu (FI) il perseverare della maggioranza arriva fino alle estreme conseguenze. Questa legge reprime qualsiasi iniziativa dei territori. Questa maggioranza è sorda, è muta e si rifiuta di prendere in considerazione qualsiasi proposta della minoranza. "Si vuole eliminare la speranza, questo penalizzare il turismo costiero può essere l'inizio della fine".

Giudizio negativo sull'emendamento 1889 anche da parte dell'on. Sergio Pisano (I Riformatori), per il quale limita l'operatività della norma e dell'on. Giorgio La Spisa (FI) ("attenua il rischio interpretativo, ma non copre la negatività dell'intervento"). L'emendamento è approvato con 38 voti a favore e 27 contrari.

Ancora discussioni procedurali sull'emendamento successivo (1891), dopo il voto "contrarissimo" annunciato dall'on. Mauro Pili (FI) perché si tratta di un modo "di colpire i nemici". Se qualcuno sfuggisse alle maglie della legge - ha spiegato Pili - il presidente della Regione può colpirlo, "blindando" per decreto posizioni di territorio "qualificate e individuate" come aree di pregio. Una iniziativa "più che vergognosa", che sconfina dall'arbitrarietà per entrare nel campo dell'arbitrio.

L'emendamento viene ritirato dalla Giunta, ma l'assessore Gianvalerio Sanna precisa che ciò avviene "non per i motivi addotti dall'on. Pili". Già la "vecchia" 45 è garantista e così "si evitano polemiche".

Ritirato l'emendamento, che riscriveva l'articolo 5, accantonato nel corso della discussione, si dovrà provvedere al "ripescaggio".

Anche sul 2288, che tratta dei problemi degli impianti eolici, c'è discordanza di vedute: è presentato come emendamento di "sintesi" degli emendamenti 12 e 1887, ma in realtà, ha fatto notare l'on. Sergio Pisano (I Riformatori), contiene alcune novità che si evincono dalla sintesi degli altri emendamenti. Per l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) è "violazione del Regolamento"; per il presidente Spissu, invece, è, del Regolamento, "totale applicazione". In ogni caso sarà l'aula a decidere.

L'on. Vargiu protesta: le regole - ha detto - le stabilisce la maggioranza. Quanto al merito dell'emendamento, ricorda come esso appaia meno rigido parlando solo di "verifica ambientale" e non di "valutazione d'impatto ambientale". Vanno avanti i lavori che hanno determinato la modifica irreversibile dello stato dei luoghi; si fermano, invece, quelli che hanno completato l'iter. Di fatto vengono sospesi i diritti maturati dando la stura ad un contenzioso infinito.

Fra l'altro, ha detto l'on. Giorgio La Spisa (FI), su questa delicata materia la Giunta non esprime alcun parare sulla politica energetica delle fonti alternative. Blocca tutto fino all'approvazione del Piano Paesistico Regionale. La Spisa ha ricordato la preoccupazione ambientalista - emersa nel forum per l'energia - per l'uso di combustibili tradizionali (e inquinanti) per la produzione di energia. Le conseguenze saranno pesanti; ma la legge non se ne dà per intesa.

In otto righe - ha detto l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) si liquida, "in maniera frettolosa e confusa", uno dei problemi nodali dello sviluppo dell'Isola, quello legato all'approvvigionamento energetico: una "furia iconoclastica", quella messa in atto contro le fonti eoliche. Con l'emendamento in discussione non si realizzeranno altri impianti, mentre avranno in via libera ("è uno dei paradossi") quelle opere che abbiamo modificato in maniera irreversibile lo stato dei luoghi pur in carenza di valutazione d'impatto ambientale.

La Giunta dice no agli impianti eolici, ma si ai mulini a vento: è stato il giudizio dell'on. Mauro Pili (FI), il quale ha ricordato che la legislazione vigente, voluta dal centrodestra, aveva introdotto norme più restrittive in previsione dello sviluppo del settore e non per bloccare le iniziative esistenti. Questo emendamento - ha aggiunto - non rispetta una legge del Consiglio (la numero 3 del 2003) ed è pertanto offensivo per la dignità dell'Assemblea.

Di tutt'altro avviso l'on. Ciriaco Davoli (PRC): l'obiettivo - ha dichiarato - fa chiarezza sugli indirizzi che la Giunta intende dare sul piano energetico e su quello eolico in particolare. Il conflitto fra sistemi tecnologici e "paesaggio culturale": se si vuole portare avanti l'eolico, perciò,  "bisogna farlo con intelligenza".

La possibilità di utilizzare il vento, per produrre energia elettrica con fonti alternative e rinnovabili almeno nella provincia di Cagliari, è stata "difesa" anche dall'on. Mariano Contu (FI). L'esponente di Forza Italia ha ricordato che già gli studi e gli investimenti regionali, anche per quanto riguarda il fotovoltaico, che potrebbe realmente favorire la "produzione di nuova ricchezza". Questo articolo 8 impedirà anche questa possibilità.

Ha annunciato favorevole all'emendamento l'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna) che ha detto che l'emendamento è in linea con lo spirito della legge.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha detto che l'energia eolica programmata in Sardegna non è sufficiente, pertanto sarebbe opportuno autorizzare delle piattaforme marine dove costruire le pale.

Per il vice capogruppo dell'UDC, gli impianti eolici non creano un disastro ambientale permanente, perché possono essere smontati in qualunque momento.

L'on. Onorio Petrini (FI) ha fatto l'esempio di Nurri. Paese dove l'eolico ha creato "ricchezza e lavoro".

L'on. Antonello Licheri (PRC) ha detto di essere favorevole all'emendamento della Giunta. "L'eolico in Sardegna, ha detto, si è sviluppato come un business finanziario creato da multinazionali estere che non si sono curate della salvaguardia del territorio". Per l'esponente di Rifondazione, l'eolico è nato in modo selvaggio, per la mancanza di un piano serio. E' indispensabile, pertanto, inserire una norma che vieti nuovi impianti eolici.

L'on. Giuseppe Atzeri (Misto-PSD'AZ) ha dichiarato il voto favorevole all'emendamento. "Già subiamo i gravami militari, ora dobbiamo subire anche il gravame dell'energia pulita".

Per l'on. Silvestro Ladu oggi è un giorno infausto perché è approvata una pessima legge che è il trionfo dei vincoli. "Noi abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questa legge ma con minimi risultati. La maggioranza e la Giunta non hanno accolto i nostri emendamenti e questa legge oltraggia la Regione anche perché è stata approvata sotto minaccia". Per Ladu questa legge è contro tutto e tutti e ha calpestato il Regolamento facendo diventare più povera la Regione. "Dobbiamo constatare che questa maggioranza è in mano al più becero fondamentalismo ambientalista".  Ladu si è detto preoccupato per l'eccessivo potere che si sta dando al potere esecutivo.

L'on. Cassano (I Riformatori) ha detto di votare contro questa legge che impedisce la reale crescita dei territori  e che non trova conformità di vedute neanche tra maggioranza e giunta. Per l'on. Cassano questa legge è distruttiva e va contro i cittadini sardi. L'esponente dei Riformatori ha accusato la maggioranza di aver "ingessato"  il Consiglio regionale. L'on. Cassano ha fatto gli auguri, ironicamente, alla maggioranza: "sarete giudicati dai sardi".

L'on. Pisano (I Riformatori) si è detto convinto che presto il Consiglio sarà chiamato in Aula per tentare di arginare i danni che questa legge crea. Per Pisano anche sull'eolico è stata creata un'ingiustizia. L'esponente dei Riformatori ha invitato a non votare la legge e a meditare.  

L'emendamento 2288 è stato approvato dall'Aula (presenti 72; votanti 70; si 48; no 22; astenuti 2).

Il Consiglio ha approvato anche il comma 4 dell'emendamento 13 e l'articolo 9.

Il presidente ha, quindi, posto in votazione l'art. 9, che è stato approvato col voto palese. E' stato, quindi, posto in votazione, con una modifica proposta dall'assessore Sanna, l'articolo 10. L'articolo prevede che la legge entri in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.

L'emendamento "orale" è stato contestato dall'on. Mauro Pili (FI), che ne ha chiesto la "non ammissibilità".

Per favorire un confronto fra le parti, il presidente ha sospeso la seduta per cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato l'inammissibilità dell'emendamento orale ed ha posto in votazione l'articolo 10, che è stato approvato.

Il Consiglio ha, quindi, ripreso l'esame dell'articolo 5. Tutti gli emendamenti presentati dai gruppi delle opposizioni (Pili, La Spisa, Diana, Oppi, Vargiu; Ladu) sono stati ritirati. Sono stati approvati due emendamenti soppressivi dello stesso articolo.

Il presidente Spissu, prima della "votazione finale" del provvedimento, ha dato la parola per dichiarazione di voto ai consiglieri.

Il primo ad intervenire è stato l'on. Mauro Pili (FI), il quale ha ricordato, annunciando il proprio voto contrario, tutte le ragioni che fanno giudicare negativamente questo provvedimento. "Questa sarà una legge che impedirà lo sviluppo della Sardegna". Una legge fatta per favorire gli amici, per premiare la speculazione, per impedire lo sviluppo e prospettive future alle nuove generazioni". Una legge che impedisce gli investimenti di qualità, favorendo il massiccio scempio delle coste, delle bellezze naturali dell'Isola. Una legge dannosa, illegittima, illogica, assolutamente in contrasto con il diritto, con i diritti dei sardi.

Assolutamente contrario al provvedimento si è dichiarato anche l'on. Roberto Capelli (UDC), il quale ha ricordato che il presidente della Giunta deve potere governare, ascoltando la sua Giunta e la sua maggioranza, ma senza calpestare i diritti delle opposizioni.
"Siamo favorevoli alle novità, ha aggiunto Capelli, ma questa non è una novità", è un provvedimento che non potrà passare alla storia. Richiamando tutti ad un maggiore impegno a favore della Sardegna, Capelli ha ricordato come la ricerca del consenso a tutti i costi non sempre fa scrivere buone pagine politiche.

Contrario, contrarissimo, per tutte le ragioni che sono state illustrate nel corso del lungo dibattito, al quale non ha partecipato la maggioranza anche l'on. Mario Diana (AN), che ha voluto ricordare che questa è la prima legge della "nuova era", quella dell'elezione diretta del presidente della Giunta. Una legge importantissima, approvata senza la presenza del presidente della Giunta.
Proprio l'assenza del presidente eletto dal popolo, al quale sono stati assegnati poteri di gran lunga superiori a quelli previsti (ed io che ero un sostenitore del presidenzialismo mi rammarico della mia precedente posizione) è stata giudicata da Mario Diana una prova della "scarsa sensibilità" mostrata anche in questa occasione.
I ruoli sono distinti, ha aggiunto Diana, ma il Consiglio ha un compito importantissimo da svolgere, ha detto il capogruppo di AN, abbiamo chiesto che questa pessima legge tornasse in commissione, per essere esaminata e "ripulita" nella sede istituzionale più opportuna.
Invece, ha aggiunto Diana, questa pessima legge, che blocca tutto, spazza via la programmazione negoziata, elimina ogni forma di concertazione, blocca la ricerca di nuove fonti alternative, vincola qualunque ipotesi di sviluppo economico sostenibile. Una pessima legge, ha concluso Diana, approvata in pessimo modo.

Contrario, contrarissimo anche il giudizio dell'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), il quale ha ribadito che la minoranza ha avuto un ruolo importante, in questa difficile vicenda. La legge è stata, grazie all'apporto delle opposizioni, in qualche modo modificata. Ma si è fatto poco, troppo poco, mentre si sarebbe potuto fare di molto più. In Consiglio, maggioranza e minoranza, devono consultarsi, ha detto anche Vargiu, se questo avverrà la prossima legislatura sarà proficua; se invece ci sarà una continua contrapposizione, allora il Consiglio non potrà svolgere il proprio altissimo compito.
"Noi continueremo il nostro lavoro ha concluso Pierpaolo Vargiu, perché crediamo nel compito che ci è stato affidato dagli elettori. E continueremo a lavorare per il bene della Sardegna, avanzando proposte concrete ed iniziative politiche, tese esclusivamente a difendere la democrazia ed i diritti dell'intera società sarda.

La storia giudicherà, quanto le opposizioni hanno fatto in questi giorni. L'on. Carlo Sanjust (FI) annunciando il proprio voto contrario alla legge ha confermato che "ora la palla passa la gente".
Solo il futuro potrà far capire se questo provvedimento sarà in grado di favorire o meno lo sviluppo della Sardegna. Se questo non avverrà, ha concluso, Carlo Sanjust "ne trarrete le opportune conseguenze".

La legge è stata giudicata figlia di una scelta ideologica dall'on. Giorgio La Spisa (FI). Un provvedimento di questo tipo "deciso per spezzare le reni a chi vuole sfruttare la Sardegna", non è ciò di cui l'isola ha bisogno. Questo provvedimento, infatti, è stato deciso e proposto dal presidente della Regione con "la logica dei numeri", più propria di un Consiglio d'amministrazione che non di un'Aula parlamentare.
La politica deve riacquistare il suo ruolo, ha detto ancora La Spisa. Questa legge, invece, non riconosce "un ruolo di pari dignità" alle diverse forze politiche come le norme democratiche impongono.
Le scelte che hanno portato a questo provvedimento non sono, quindi, condivisibili, anche perché troppi sono i vincoli, i passaggi a livello che portano alla presidenza della Giunta, agli assessorati dell'Urbanistica, della Pubblica istruzione e dell'Ambiente.
"Passaggi a livello vincolanti, penalizzanti, che si spera vorrete utilizzare nel modo migliore" ha concluso La Spisa, il quale ha comunque annunciato che le opposizioni continueranno il loro lavoro per evitare scempi e pessime leggi come questa.

La prima legge della nuova legislatura, un provvedimento di grande importanza, è stata difesa dall'on. Giuseppe Pirisi (DS). Intervenendo a nome della coalizione di centrosinistra, Giuseppe Pirisi ha ribadito come questa legge sia in perfetta sintonia con le dichiarazioni programmatiche del presidente Soru, con il suo programma di Governo, che è stato condiviso e premiato dagli elettori.
Questa è la prima legge, un provvedimento importantissimo, ha detto Pirisi, che tutelerà l'ambiente, che creerà le necessarie sinergie tra le zone costiere e quelle interne, per favorire un corretto sviluppo. Maggioranza ed opposizione hanno compiti differenti, ma ruoli di grande importanza. In questa sede, su altri importantissimi temi, maggioranza e opposizione potranno confrontarsi ed elaborare ed approvare leggi innovative, in grado di favorire la modernizzazione del sistema produttivo sardo.

Il tema del lavoro, la possibilità di puntare sul futuro e sullo sviluppo sostenibile per dare un futuro ai sardi, specie ai più giovani, è stato affrontato anche dall'on. Attilio Dedoni (I Riformatori), che ha confermato il voto contrario suo, e del suo gruppo, a questo provvedimento. Una legge che renderà difficile valorizzare realmente le coste, le bellezze naturali, che penalizzerà i comuni ed i privati, che impedirà a molti sardi di fare valere i propri diritti, di realizzare ciò che hanno programmato e progettato. Una pessima legge, ha concluso Dedoni, contraria al buonsenso ed ad ogni logica.

Un giudizio assolutamente negativo è stato espresso anche dall'on. Nello Cappai (UDC), il quale ha voluto ricordare come i vincoli previsti da questa legge, bloccheranno ogni possibilità di sviluppo, impediranno una serie di iniziative che avrebbero realmente potuto creare nuovi posti di lavoro, nuova ricchezza. Il sistema turistico sardo subirà gravi contraccolpi da questa legge, giudicata, "blocca coste e blocca sviluppo.

L'on. Liori (AN) ha fatto notare l'assenza in Aula del presidente Soru: "Neanche d'essere presente in Aula" soffermandosi sulle conseguenze che questa legge produrr, Liori ha detto che saranno nefaste e che, per il voto favorevole, la maggioranza sarà condannata.

Per l'on. Moro (AN) questo decreto è nato in modo "rocambolesco", non ha fondamento giuridico e non ha volontà giuridica. "questa legge è una croce che la maggioranza si porterà fino alla fine della legislatura".

L'on. Matteo Sanna (AN) si è detto contrario alla legge. "Quella di oggi sarà ricordata come una delle giornate più tristi della storia dell'Autonomia". Per Sanna è una legge iniqua che ci porta indietro negli anni.
"Pensavamo, a torto, che il buonsenso della maggioranza avrebbe prevalso. Ci siamo sbagliati.

Voto contrario è stato annunciato anche dall'on. Tore Amadu (UDC). Un voto ragionato e coerente con le posizioni politiche del centrodestra. Questa legge è stata presentata con "grande velocità", un atto di sfiducia nei confronti dei Comuni e dei privati. Esaminando nel merito, il provvedimento Amadu ha ricordato che i vincoli non impediscono gli scempi e che, in questo contesto, si sarebbero dovute trovare norme e regole in grado di tutelare le coste, ma anche i diritti dei sardi. Che titolo abbiamo per impedire ad una città rivierasca di realizzare una piazza in riva al mare, ha aggiunto Amadu. Questa legge, poco ragionata e poco razionale, impedirà lo sviluppo e provocherà una preoccupante ripresa della emigrazione.

Questa non deve essere proprio una buona legge, ha detto l'on. Onorio Petrini (FI), perché sono venuti a protestare molti, moltissimi sindaci e non certo del centrodestra. Questa pessima legge, ha detto ancora, bloccherà il turismo e la crescita dei paesi rivieraschi, che sono però anche lo sbocco naturale. Questa legge, quindi, impedirà lo sviluppo delle zone meno favorite anche di quella parte dell'Isola come l'Ogliastra dove esiste una reale integrazione fra le zone costiere e quelle interne. Confermando il suo giudizio negativo, Petrini, si è augurato che "la maggioranza abbia ragione e che questa legge non provochi gli enormi guai che provocherà".

L'on. Rassu ha detto: "Il mio voto alla legge sarà contrario". Era un provvedimento da esaminare con calma perché riguardava il futuro della Sardegna. E' un provvedimento che incide sul futuro della nostra isola, che condizionerà tutto l'indotto della Sardegna.
Non è una legge, è un regio decreto.

L'on. Licandro "voto contrario alla legge perché è una legge iniqua, truffa, blocca tutto". La maggioranza ha scritto una delle pagine più buie della storia dell'autonomia della Sardegna. E' la peggiore legge che sia mai stata approvata. Secondo me la maggioranza è caduta in un tranello messo da chi oggi, non è presente neanche in Aula.

La legislatura sarebbe potuta iniziare con temi più importanti. L'on. Mariano Contu (FI) ha sottolineato come il Consiglio si sarebbe dovuto occupare, ad esempio del problema del lavoro, della legge finanziaria, di altri temi di maggiore importanza. Invece, il Consiglio ha perso tempo. L'on. Mariano Contu, lamentando le continue interruzioni "subite", ha confermato il proprio voto contrario al provvedimento.

La maratona parlamentare volge al termine e questa legge sarà approvata, come la "ha voluta" il "re Soru". L'on. Ignazio Artizzu (AN) ha voluto ricordare come "le rose dita del sole" domani mattina sfioreranno le case che il presidente della Giunta ha voluto realizzare o ristrutturare in zone protette, violando le norme che "vengono sbandierate con grande gioia. L'on. Artizzu, concludendo il suo intervento ha dichiarato che è giusto che questa legge venga considerata solo ed esclusivamente figlia del centrosinistra; che contro questa legge le forze politiche e sociali prendano posizione, perché gli effetti negativi che provocherà devono ricadere solo ed esclusivamente su che coloro che la hanno proposta ed approvata.

L'on. Murgioni (Fortza Paris) ha espresso voto contrario. "Questa legge non tiene conto delle esigenze delle amministrazioni locali e creerà gravi danni all'economia della Sardegna.

L'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC) ha ribadito il voto contrario a questa legge. Esaminando lo scenario politico, l'esponente dell'UDC ha detto che c'è una parte della maggioranza che crede di avere vinto più degli altri. Questa parte politica si ritiene, a torto, depositaria della verità.

In quest'Aula oggi c'è stata fatta una lezione sul turismo, eppure non è presente l'assessore al turismo. L'on. Alberto Randazzo (UDC) ribadendo le sue critiche al provvedimento sulle coste, ha contestato la bontà e la validità delle proposte contenute nel programma della maggioranza. L'on. Randazzo, confermando il proprio voto contrario, si è chiesto da quali fonti provenissero i dati forniti sul flusso turistico e sulla disponibilità di posti letto esistenti nell'Isola, così come ha ribadito, che anche in questa occasione si è fatta solo "semplice demagogia".

Il voto contrario è stato annunciato anche dall'on. Paolo Terzo Sanna (FI), il quale ha voluto rimarcare come, dopo aver ascoltato quasi "con religiosa attenzione" il dibattito, esistano molte ragioni per giustificare una posizione "negativa".
I vincoli imposti non solo lungo le coste, ma anche in molte altre parti dell'Isola, penalizzeranno pesantemente tutti i settori produttivi. Il comparto più colpito sarà senza dubbio quello turistico, ma con norme più adeguate si sarebbero tutelate le bellezze naturali e favorite le iniziative imprenditoriali ed economiche di molti comparti.
La tutela delle coste, delle bellezze naturali è un dovere che tutti devono osservare, ha concluso Paolo Terzo Sanna, ma si devono rispettare anche i diritti dei singoli e degli imprenditori economici.

L'on.Lombardo (FI) ha sottolineato la gravità del provvedimento. "Io esprimo la più netta contrarietà a questa legge". Per il vicepresidente del Consiglio, tutti i sardi, dopo l'approvazione della legge, dovranno fare un salto indietro nel tempo. Questa legge, ha ricordato l'on. Lombardo, caso unico in Italia, prevede un limite di due Km dalle coste.

I danni saranno gravissimi, ha proseguito, il numero dei disoccupati nel settore dell'edilizia salirà di ben 29.184 unità.

E' poi intervenuto l'on. Oppi (FI), che ha ribadito la contrarietà a questa legge, che è incostituzionale. Siamo contrari, ha detto il capogruppo dell'Udc, anche per la situazione che si è creata in aula. "Davanti alla disponibilità della minoranza a dialogare e a trovare un accordo c'è stata una chiusura da parte della giunta che ha imposto questa legge anche alla stessa maggioranza".  Per l'on. Oppi questa legge è un insieme di abusi e di vizi procedurali. E' una legge ingiusta, con molti punti oscuri, che esclude la programmazione negoziata. E' incostituzionale com'è, incostituzionale il decreto che l'ha generata.

Dopo l'intervento dell'on. Oppi, il presidente Spissu ha posto in votazione la legge, ma l'on. Pili e tutti i consiglieri delle opposizioni hanno protestato perché il presidente ha considerato "irricevibile" un ordine del giorno delle opposizioni.

La legge posta in votazione per "appello nominale è stata approvata, dai 75 consiglieri presenti, con 46 voti a favore, 27 contrari e 2 astenuti.

Il presidente Spissu, dopo la votazione ha manifestato la propria soddisfazione per l'approvazione della prima legge della legislatura.

Soddisfazione è stata espressa anche dall'assessore all'Urbanistica Gianvalerio Sanna, il quale ha auspicato un rapporto più costruttivo tra minoranza e maggioranza.


I Lavori del Consiglio proseguiranno
questa mattina alle 11.30.