CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 42
pomeridiana del 17
novembre 2004
Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e Paolo Fadda.
Prosecuzione esame Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n. 24 - n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
e la tutela del territorio)Il Consiglio regionale ha proseguito l'esame del disegno di legge sull'urbanistica. In discussione è ancora l'articolo 4, "interventi ammissibili", che fissa le "deroghe" ai vincoli previsti dal precedente articolo.
Il disegno di legge prevede che il divieto di edificare non si applica per gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico, di ristrutturazione e di restauro, purché non si modifichino il profilo esteriore, le volumetrie, il numero delle unità immobiliari. L'articolo prevede che possano essere realizzati eventuali "volumi tecnici", strettamente funzionali alle opere.
I divieti, inoltre, non si applicheranno per le attività agro-silvo-pastorali, purché non si alteri lo stato dei luoghi e non si prevedano costruzioni di edilizia residenziale; per le opere di forestazione, di taglio e di riconversione colturali, di bonifica, per le opere di risanamento e consolidamento degli abitati delle aree interessate a fenomeni franosi, nonché alle opere di sistemazione idrogeologica, sempre che tali opere siano autorizzate ed approvate dagli organi competenti.
L'attività edilizia, prevede sempre l'articolo 4, invece, è consentita nelle zone omogenee A e B dei centri abitati e delle frazioni; nelle zone C, immediatamente contigue alle zone B, di completamento ed intercluse tra le stesse zone B ed altri piani attuativi in tutto o in parte già realizzati. Nelle restati zone C, D, F, e G possono essere completati gli interventi previsti negli strumenti urbanistici approvati e convenzionati alla data dell'entrata in vigore della presente legge, purché i lavori di urbanizzazione siano in corso e siano state realizzate opere per non meno del 70 per cento del loro valore globale.
Tra le altre cose, l'articolo prevede che, nelle aree boscate, l'edificazione è consentita nelle radure naturali, purché ad almeno cento metri dal bosco. Infine, le opere pubbliche possono essere autorizzate, dalla Giunta regionale, sulla base di appositi studi di compatibilità paesistico - ambientale, di cui al successivo articolo 6.
A questo articolo sono stati presentati 41 emendamenti, sostitutivi totali o parziali, aggiuntivi o modificativi, per cercare di "ridurre" l'impatto vincolistico del provvedimento proposto dalla giunta Soru.Un articolo cardine, "il più importante dell'intero impianto", lo ha definito l'on. Franco Ignazio Cuccu (UDC), il quale ha voluto ribadire che questo disegno di legge impone "vincoli molto pesanti", che porteranno ad una diminuzione degli investimenti, ad un aumento della disoccupazione, ad una reale frattura tra il comparto turistico ed il sistema economico sardo. Cuccu si è, quindi, soffermato sulla necessità di modificare un provvedimento che avrà pesanti ripercussioni sul sistema economico sardo, specialmente sul processo di sviluppo dei comuni costieri.
"Questo è un preoccupante esempio di integralismo ambientale", ha concluso Cuccu, ed è necessario cambiarne profondamente l'impostazione generale.Decisamente contrario allo spirito del progetto di legge, anche l'on. Mariano Contu (FI), il quale ha confermato le riserve e le critiche avanzate nei suoi precedenti interventi. Una opposizione di principio, ha detto anche Contu, perché in tutti i suoi articoli sono previsti vincoli e scelte punitive, lesive dei diritti acquisiti dei privati, dei diritti obiettivi e delle aspettative degli enti pubblici.
Gli emendamenti proposti dalle minoranze, ha aggiunto Contu, mirano a ridurre questi vincoli, non solo per tutelare i diritti reali dei privati, ma anche per impedire che siano penalizzati, "ingessati" pesantemente anche gli enti locali, e non solamente quelli che puntano decisamente sullo sviluppo turistico.Questo provvedimento punitivo, ha detto dal canto suo l'on. Roberto Capelli (UDC), è frutto della "politica del blocco" attuata da questa Giunta. Infatti, tutti i settori della vita regionale sono stati "bloccati". Si è arrivati al blocco del turismo, della sanità, della amministrazione pubblica, della chimica, della formazione professionale, ad un "blocco generalizzato di tutto, ad una paralisi".
Forse la Giunta e la sua maggioranza, ha detto ancora Capelli, vogliono modificare lo stato delle cose e, per questo, decidono di bloccare tutto per poi ripartire. Ma questa è una concezione politica che non può essere assolutamente condivisa, anche perché queste sono scelte decise da pochi, un preoccupante esempio di "presidenzialismo antidemocratico" che non può essere assolutamente accettato. L'unica cosa che possiamo augurarci è che questa situazione termini il più velocemente possibile, prima che "in un qualche portacenere" finiscano le speranze dei sardi.Il disegno di legge è stato vivacemente criticato e contestato, anche dall'on. Fedele Sanciu (FI), perché "ha fatto arretrare la Sardegna di 2 chilometri." Se Lord Forte e l'Aga Khan avessero dovuto operare con norme simili a quelle proposte dalla Giunta Soru, ha detto anche Sanciu, la Sardegna sarebbe ancora all'anno zero del turismo e le nostre speranze di rinascita, di crescita sociale ed economica sarebbero veramente esigue. Bisogna avere, quindi, il coraggio di cambiare queste norme, nell'interesse dell'intera società sarda.
La posizione delle minoranze, che hanno presentato emendamenti inutili, è stata contestata dall'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna), perché si "è passati dall'ostruzionismo al distruzionismo", una posizione "negativa", dovuta ad una impostazione politica generale "rozza".
Entrando nel merito del provvedimento, Maninchedda ha detto che questo è un disegno di legge che si pone obiettivi rilevanti, che non vuole distruggere niente e che non vuole penalizzare nessuno. D'altro canto, ha detto ancora Maninchedda, "noi rappresentiamo l'intera Sardegna, non interessi particolari" e decidiamo tenendo conto delle esigenze dell'intera società; facciamo le nostre scelte per garantire lo sviluppo complessivo. D'altro canto, ha anche aggiunto, non esistono diritti acquisiti o ce ne sono pochissimi.
Concludendo il suo intervento, Maninchedda ha, comunque, espresso qualche perplessità sul fatto che sia la Giunta regionale ad avere l'ultima parola quando si tratta di autorizzare la realizzazione di opere pubbliche "in deroga", perché una norma di questo genere sarebbe "un precedente normativo estraneo ad una matura cultura giuridica occidentale".I vincoli nel settore agricolo, ma non solo, sono stati contestati anche dall'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), il quale ha ricordato che nelle aziende agricole il proprietario, il conduttore, deve potersi costruire una casa, una abitazione decorosa, perché non si può continuare a vivere lontano dal fondo che si deve coltivare.
Ci sono anche aspetti patrimoniali particolarmente delicati, ha aggiunto Ladu, anche perché quando uno cittadino presenta un progetto o propone una lottizzazione, va incontro a notevoli spese, che non si possono sopportare, contrae debiti che non si possono onorare se, poi, non si può costruire.
I privati, ha concluso Ladu, in moltissimi casi, hanno dei diritti acquisiti, obiettivi e reali, che non si possono ignorare.Le scelte politiche della Giunta sono state "contestate" anche dall'on. Giorgio La Spisa (FI). Questa maggioranza, ha detto il capogruppo di Forza Italia, ha fatto scelte decise, nel settore urbanistico, per "riordinare una situazione difficile"; ma ha deciso vincoli di inedificabilità "forti" ed estesi nel tempo.
Una scelta che avrà effetti distruttivi sul sistema economico sardo. Il "fermiamo tutto, poi ricominciamo", ha aggiunto La Spisa, è una non scelta che "non condividiamo". Intanto, perché esiste un potere discrezionale realmente eccessivo, che viene affidato alla Giunta, poi perché non condividiamo che si arrivi ad un blocco totale, per chissà quanti anni, di delicati settori economici.
Le proposte delle opposizioni, ha concluso La Spisa, hanno proprio questo scopo e non sono frutto di una "rozza concezione politica", di un modo sbagliato di intendere il ruolo ed i compiti del Consiglio regionale.L'impostazione politica del provvedimento è stata contestata anche dall'on. Giorgio Oppi (UDC), il quale ha ricordato che "la Giunta deve capire di rappresentare tutta la Sardegna" e che deve decidere e governare tenendo conto degli interessi generali dell'Isola. Invece, i suoi atti sono caratterizzati da un "settarismo ingiustificato".
Una posizione che non può essere accettata, ha detto ancora Oppi, perché siamo di fronte "ad elasticità zero, a molte trasse". Abbiamo fatto proposte concrete ed abbiamo chiesto risposte precise, ma stiamo ancora attendendo, per ora inutilmente. E chiediamo atti concreti, come il ritiro degli emendamenti della Giunta, come la loro modifica, per renderli "compatibili" con le nostre proposte concrete. In questa situazione, ha aggiunto Oppi, non esiste alcuna possibilità di accordo. "Noi non facciamo accordi, perché non chiediamo nulla e non vogliamo nulla". L'opposizione ha scelto un cammino, ha deciso un percorso che ha intenzione di rispettare, senza compromessi o compromissioni di alcun genere.
Il percorso deciso è stato indicato con grande chiarezza e sarà rispettato con coerenza, ha detto ancora Oppi: dopo questo provvedimento si metterà in discussione l'assestamento di bilancio; poi si parlerà di DPEF, nelle sedi e nei modi previsti dal regolamento. Senza sconti, senza compromessi, specialmente "senza fare deleghe a nessuno, ha concluso Giorgio Oppi; specialmente a chi sta dimostrando un pericoloso settarismo".La discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti è stata conclusa dall'assessore dell'Urbanistica, Gian Valerio Sanna, il quale ha anche voluto sgombrare il campo dal "caso portacenere", visto che in Giunta regionale posacenere non ce ne sono "perché non si fuma". L'assessore Sanna ha ricordato che esiste la necessità di usare gli stessi termini, gli "stessi sostantivi quando si parla di casi uguali". Nei discorsi delle opposizioni, ha detto anche l'esponente della Giunta, si parla sempre di "mercato, mercato, mercato e di economia, economia, economia", mentre si sarebbero dovuti sentire anche altri termini e concetti.
La Giunta pensa solo alla Sardegna, all'intera Sardegna, ha aggiunto Sanna, ed anche questo provvedimento è stato deciso e proposto nel solo interesse della società sarda. Entrando nei particolari, l'assessore dell'Urbanistica ha contestato che "i vincoli blocchino le attività agro-silvo-pastorali" o che arrechino gravi danni agli operatori isolani. Questa è una buona legge di riforma che tiene conto dei diritti e degli interessi dell'intera società sarda.Conclusa la discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti, prima che il presidente "passasse" alla votazione dei singoli emendamenti, l'on. Antonio Biancu (La Margherita) ha chiesto una breve sospensione per un "ulteriore esame" degli emendamenti. La richiesta è stata accolta e la seduta è stata brevemente sospesa.
Dopo una breve pausa di riflessione chiesta dalla maggioranza per valutare le dichiarazioni dell'on. Oppi, la discussione si è protratta per l'emendamento 15, nato, in realtà, per contrastare la stesura originare della legge sulle lottizzazioni (per poter andare avanti le infrastrutture primarie devono essere realizzate per il 70 per cento), poi mitigata dall'emendamento 13 della Giunta.
L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha dichiarato di ritenere insufficiente anche la nuova formulazione, che pone come condizione la realizzazione del reticolo stradale e il mutamento "consistente e irreversibile dello stato dei luoghi". Assurdo - ha detto - che chi ha tutte le carte in regola per mettere la prima pietra e non l'ha fatto perda questo diritto. A stabilire il diritto acquisito sembra essere "l'inaugurazione del cantiere ed il taglio del nastro da parte dell'arcivescovo" anziché l'acquisizione dei pareri.
Sui diritti acquisiti sono intervenuti anche l'on. Giorgio La Spisa (FI), per il quale il disegno di legge "mette in dubbio situazioni giuridiche soggettive" e l'on. Roberto Capelli (UDC): i cittadini hanno iniziato un percorso confidando nella legge - ha affermato - ed ora, a partita iniziata, si cambiano le regole violando un sacrosanto diritto a programmare il proprio futuro.
L'on. Nanni Moro (AN) ha ricordato che quando una lottizzazione arriva alla convenzione ha compiuto un lungo percorso disseminato di paletti dell'istruttoria. Bloccare tutto nella fase finale significa mettere in difficoltà l'imprenditore. Anche sui volumi tecnici previsti ha avuto da ridire: la dizione è generica - ha spiegato - e consente una discrezionalità totale.
Per l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) la legge costituisce un precedente che può dar luogo a un vasto contenzioso perché contraria al principio di diritto internazione e alla Costituzione.
Mentre per l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) ci sono due motivi per sostenere l'emendamento: primo, perché non è giusto fare partire il provvedimento dalla data della delibera di Giunta anziché da quella di approvazione della legge; secondo, perché non si prende in considerazione il momento di approvazione della lottizzazione, ma la firma della convenzione. Non è detto che fra l'uno e l'altro adempimento non ci possano essere difficoltà. E chi non ha avviato, in misura consistente, le opere di urbanizzazione si ritrova con nulla in mano.
Anche per l'on. Cappai (UDC) è penalizzante il fatto che si imponga, come condizione, la realizzazione del reticolo stradale; spesso "prima delle strade bisogna realizzare i sottoservizi", ha aggiunto, ricordando come l'imprenditore debba affrontare spese rilevanti.
L'on. Nicola Rassu (FI) ha ricordato come l'emendamento della Giunta riduce la pressione inibitoria, ma non mostra equità verso i cittadini, considerato che prima di firmare la convenzione spesso trascorrono anni, che va versata la fideiussione pari all'importo delle opere e poi, magari, il cittadino si vede privato di un diritto. Inevitabile il ricorso e, altrettanto inevitabile, la condanna a pagare i danni.
Anche per l'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris) è assurdo che un lungo iter amministrativo fa acquisire un diritto al cittadino e insieme, per decreto, lo nega. Le lottizzazioni - ha ricordato - hanno quasi i tempi del piano urbanistico. L'argomento, fra l'altro, è delicato anche per la sicurezza degli amministratori locali, in prima fila nel rapporto con i cittadini. Minacce ed attentati non vanno sottovalutati.
L'emendamento 15 è stato bocciato dall'Aula: 43 no e 22 sì.
Dibattito prolungato anche metri di distanza rispetto sull'emendamento 843 che sopprime il comma riguardante il divieto di costruire all'interno di aree boscate se non in presenza di radure con almeno cento al bosco. L'on. Roberto Capelli (UDC) ha domandato che effetto abbia sortito la presa di posizione dell'opposizione (Oppi), che ha chiesto, in cambio all'impegno di velocizzare i lavori, che vengano accolti alcuni emendamenti, che la maggioranza, invece, sistematicamente boccia. Capelli ha, inoltre, chiesto che in questa legge non si parli solo di mercato, ma anche del sistema sociale, fortemente danneggiato dal provvedimento "di un superman proveniente da Sanluri beach".
L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) si è dichiarato deluso dal fatto che sull'emendamento 15 la maggioranza non abbia fatto conoscere il proprio pensiero ("se avete idee diverse parliamone; se i vostri no sistematici discendono da ragionamenti che noi non abbiamo fatto, spiegateli"), mentre l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) ha detto che, per via dei tanti vincoli, la legge diventa soffocante.
L'emendamento 843, posto in votazione, è stato bocciato.
Sull'emendamento 84, l'on. Diana (AN) ha preannunciato il proprio voto favorevole, così come l'on. Rassu (FI). Entrambi hanno sostenuto che la norma, come è formulata, è assurda. In pratica si porrebbero vincoli tali da favorire l'abbandono delle campagne; infatti non si potrebbe più costruire nell'80% del territorio sardo. Diana e Rassu hanno invitato la Giunta ha riconsiderare il comma 3 dell'art. 4.
Medesima opinione è stata espressa dall'on. Moro (AN), per il quale alla maggioranza "potrebbe essere sfuggito qualche aspetto della norma" ed in particolare le sue conseguenze sui terreni contigui ai boschi.
L'assessore Gian Valerio Sanna ha affermato che la Giunta modificherà l'articolo 4 per evitare generalizzazioni, del resto già previsto dall'art. 3.
L'on. Pisano (I Riformatori), dopo aver ringraziato l'assessore per aver chiarito alcuni aspetti, ha sostenuto che comunque permangono ancora alcuni dubbi relativi alle superfici boschive e alle aree contigue.
L'on. Alberto Sanna (DS) ha affermato che, nonostante lo sforzo per migliorare la legge, c'è preoccupazione per la sorte del comma 3. Richiamando le proprie esperienze di amministratore comunale, Sanna ha sostenuto che "l'approccio eccessivamente vincolistico non favorisce certo la gestione del territorio". Le aree boschive hanno già molte norme nazionali e comunitarie che ne garantiscono la tutela, ha concluso Sanna, pertanto, se si vogliono evitare, ad esempio, danni ed incendi, sarebbe opportuno ripensare alla formulazione del comma. Sanna ha preannunciato la propria astensione.
L'emendamento 841, posto in votazione, è stato bocciato con 37 voti contrari e 17 favorevoli.
Sull'emendamento 844, sopprimente il comma 4, l'on. Capelli (UDC) ha preannunciato voto favorevole, elogiando nel contempo "l'onesta intellettuale" dell'on. Alberto Sanna.
Anche l'on. La Spisa (FI) ha espresso voto favorevole. Per La Spisa l'intervento di Alberto Sanna ha fatto "emergere finalmente la verità".
A parere dell'on. Mattana (DS) per il quale l'emendamento è da bocciare, occorre precisare i limiti che incontra il legislatore regionale nell'esplicare la propria attività, con riferimenti alla legislazione sulla proprietà privata ed in particolare quando siano già stati rilasciati i titoli per potere edificare.
Secondo Mattana, ci si deve attenere alle dichiarazione di inizio dei lavori, in base alla quale si deve valutare la prevalenza dell'attività pianificatoria dell'Ente locale sui diritti individuali.L'on. Matteo Sanna (AN), nel dichiarare voto favorevole, si è richiamato all'intervento di Alberto Sanna ribadendo che la concezione vincolistica non ha mai prodotto benessere. Secondo Sanna, si sarebbe potuta cercare una convergenza sul contenuto degli emendamenti piuttosto che spostare l'attenzione sui tempi di discussione.
Per l'on. Vargiu (Riformatori) l'emendamento deve essere approvato per sopprimere l'art. 4. Richiamandosi all'intervento di Mattana, Vargiu ha ricordato le difficoltà che potrebbero sorgere nell'applicazione della legge quando il titolo edificatorio è stato già rilasciato sulla base della legislazione precedente.
Per Vargiu, chi ha il diritto acquisito può venire espropriato del proprio diritto da decisioni politiche. Questo è l'opposto dello stato di diritto, ha concluso VargiuL'on. Ladu (Fortza Paris) si è soffermato sui medesimi aspetti, ribadendo che, a suo parere, la legge è ingiusta e può creare danni irreparabili. Per Ladu l'on. Pirisi "dovrà convenzionarsi con qualche compagnia barracellare, perché dopo questa legge non potrà più andare in giro per la Sardegna da solo".
Il presidente Fadda è immediatamente intervenuto per levare la parola all'on. Ladu, invitandolo nel contempo a ritirare quanto detto.
L'on. Ladu, giustificando le proprie affermazioni con il nervosismo dovuto alle interruzioni da parte della maggioranza, ha ritirato le frasi ritenute offensive.
Non si può dare tutto questo potere alla Giunta, ha concluso Ladu, perché il Consiglio perde il proprio ruolo e viene umiliato.L'on. Pisano (Riformatori) ha sostenuto che si dovrebbe approvare l'emendamento soppressivo dell'art. 4 in quanto questo è privo di coerenza.
L'on. Marrocu (DS), dopo avere dichiarato che voterà contro l'emendamento, ha ricordato che esiste l'emendamento n° 13 della Giunta con il quale si potrà venire incontro ad alcune riflessioni avanzate dalla minoranza.
Marrocu ha stigmatizzato quanto avvenuto in Aula, dovuto probabilmente anche alla stanchezza, ed ha chiesto la chiusura dei lavori secondo quanto concordato in precedenza.L'emendamento 844 non è stato approvato.
I lavori del Consiglio
riprenderanno domani alle 10.00.