CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 35 antimeridiana e pomeridiana dell'8 novembre 2004


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e Paolo Fadda.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :


Prosecuzione esame  Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n.
24 -
n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
 e la tutela del territorio)

Il presidente ha ricordato che si è in sede di votazione dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti ed ha dato lettura di quelli decaduti in quanto bocciati ieri dall'Aula.

Sul regolamento è intervenuto l'on. Antonio Biancu (La Margherita), il quale ha lamentato l'eccessivo tempo che si utilizza per i singoli emendamenti.

I 10 minuti che si utilizzano per illustrare ciascun emendamento sono troppi e non necessari. Anche nella precedente legislatura veniva accolta la lettura di più emendamenti accorpati nell'arco di 10 minuti. Per farlo richiede che venga regolamento meglio il lavoro dell'Aula, secondo la proposta avanzata.

Il presidente Spissu ha osservato che in effetti il regolamento non disciplina dettagliatamente la materia, lasciando libertà alla volontà dell'Aula ed al rapporto tra i gruppi. Il presidente ha ipotizzato la possibilità di svolgere illustrazioni per blocchi di emendamenti omogenei ed auspicato un accordato tra i gruppi su questa proposta.

Sull'argomento è intervenuto l'on. Giorgio La Spisa (FI), che ha detto che, se si vuole ne può parlare in Aula, ma è forse più produttiva una riunione della Conferenza dei Capigruppo.

Il presidente ha, quindi, sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei Capigruppo. Il presidente ha, quindi, sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha informato l'Aula sulle determinazioni della conferenza dei Capigruppo. Per l'art. 2 gli emendamenti saranno illustrati per blocchi omogenei in base al comma di riferimento dell'articolo di riferimento.

I primi emendamenti da illustrare sono il n° 11 e il n° 47.

Gli emendamenti 11 e 47 sono stati illustrati dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) che ha sottolineato che la decisione presa dalla conferenza dei capigruppo era da considerare come un atto di disponibilità della minoranza. L'on. Vargiu ha chiesto ai colleghi consiglieri di non usare più il termine "trattativa" ma di utilizzare "confronto". Per l'esponente dei Riformatori questi emendamenti sono da considerarsi "sostanziali". "Noi vogliamo sapere dal centrosinistra, ha detto il capogruppo dei Riformatori, se ritiene che a questa legge possano essere apportate delle modifiche che diano maggiore risalto al ruolo del Consiglio regionale".  L'esponente della minoranza ha ricordato che l'opposizione si muove all'interno del binario indicato dal presidente Soru, un binario che valorizza il confronto. "Il presidente della Regione ha detto che questa è una legge perfettibile, aspettiamo di sapere dal centrosinistra se ci sono margini per accogliere qualche nostro emendamento".

L'on. Giorgio La Spisa (FI) ha illustrato l'emendamento 45. Questo emendamento propone di modificare l'articolo 2 del disegno di legge sostituendo il termine previsto per i "depositi e le osservazioni" da 30 a 45 giorni.  "Vogliamo dare al procedimento una metodologia che coinvolga i soggetti interessati perché uno strumento urbanistico così importante deve essere aperto a tutti i contributi possibili.

Gli emendamenti 8, 48 e 37 sono stati illustrati dall'on. Mauro Pili (FI) che ha sottolineato il ruolo fondamentale che devono avere le autonomie locali.

Un termine più lungo (da 15 a 30 giorni) permetterà un maggior coinvolgimento dei comuni.

La Regione deve tener conto dei Piani Paesistici Provinciali, realizzati "sotto dettatura" dalle Province oppure quei piani vengono "gettati nel cestino"? Se lo è chiesto l'on. Mauro Pili (FI) illustrando l'emendamento 49 che trasforma il "possono" del comma 2° dell'articolo 2 in "devono" tener conto. Fra le incombenze affidate alle Province l'uso del territorio agricolo e costiero; un indirizzo preciso, sul quale la Regione ha esercitato, se non un pressing, un costante controllo, pagando il lavoro secondo stati di avanzamento. Ora - ha aggiunto Pili - c'è il pericolo che venga pagato una seconda volta, magari agli stessi professionisti, un lavoro già fatto. Ma, a parte il rispetto istituzionale, c'è un secondo aspetto che suggerisce l'adozione del "devono": il lavoro già svolto consente di abbreviare i termini per il Piano Paesaggistico Regionale a beneficio di un'economia che non può aspettare a lungo, senza grave pregiudizio, la ripresa dell'attività edilizia costiera.

Gli emendamenti 52 e 51 sono stati illustrati, invece, dall'on. Giorgio La Spisa  (FI). Dopo l'approvazione del Piano Paesaggistico Regionale - recita il comma 3 - la Giunta "provvede" alla verifica della coerenza degli altri strumenti di pianificazione col piano. Il centrodestra chiede che quella verifica, squisitamente tecnica, sia delegata al Comitato tecnico regionale dell'urbanistica (CTRU) o, in subordine, che la Giunta si pronunci "su proposta del CTRU. Tutto ciò, ha spiegato La Spisa, non solo per seguire l'andamento legislativo degli ultimi anni, ma anche per evitare, su una materia così puntuale, atti di discrezionalità che invece attengono agli organismi politici.

Anche per l'aggiornamento periodico del piano - ha detto l'on. Mauro Pili (FI) illustrando gli emendamenti 53, 57, 42 al comma 4 - il monitoraggio delle "trasformazioni territoriali e della qualità del paesaggio" non può essere gestito direttamente dalla Giunta, ma deve essere affidato all'organo tecnico, per giunta di emanazione regionale. "Non è ammissibile - ha ironizzato il leader di Forza Italia - che l'assessore competente, munito di binocolo, vaghi per la regione a valutare la situazione, col rischio, fra l'altro, di incorrere in sanzioni penali per omesso controllo".

Sempre l'on. Mauro Pili (FI) ha illustrato gli emendamenti 40 e 41, aggiuntivi al comma 4, che prevedono l'istituzione di un Osservatorio regionale sulla qualità del paesaggio, un organismo nuovo, di vigilanza, formato da due esperti nominati dal Consiglio, due dalla Giunta, due dalle Università, uno dalla sezione sarda dell'Istituto nazionale di urbanistica, uno dalle associazioni degli enti locali e, infine dal direttore generale dei beni ambientali e paesaggistici. L'Osservatorio, che dovrà collegarsi con un analogo Osservatorio della pianificazione urbanistica, potrà eventualmente integrare, nell'evoluzione dei piani paesistici, l'azione degli enti locali e contribuirà alla fase più delicata: la gestione dei beni ambientali.

L'on. Giorgio La Spisa (FI) ha illustrato gli emendamenti n°1, n°56, n°42 e n°43, relativi al comma 6 dell'articolo 2, con i quale si prevede tra l'altro che la Giunta coinvolga il Consiglio nella predisposizione del Piano Paesistico Regionale comunicando le delibere guida del piano entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge e non entro sei mesi come previsto nel testo originale.

L'emendamento n°58 aggiuntivo all'articolo 2, è stato illustrato dall'on. Mario Diana (AN) il quale ha sostenuto che i Comuni dovrebbero presentare, una relazione sullo stato del territorio con riferimento all'attuazione degli strumenti urbanistici vigenti e alle prospettive di sviluppo, relazione che, approntata al Consiglio comunale dovrebbe essere presentata alla Regione entro due mesi dall'approvazione della legge.

L'on. Mauro Pili (FI) intervenendo per illustrare l'emendamento n° 39 al comma 5 dell'articolo 2, ha affermato che le proposte delle amministrazioni comunali devono essere integrate dalla Giunta nel piano, prima della sua approvazione.

Il presidente della commissione Urbanistica l'on. Giuseppe Pirisi (DS) dopo aver premesso che, dopo le aperture mostrate dall'opposizione, è opportuno ricordare che il piano regionale riguarda una legge esistente, ha espresso il parere sugli emendamenti: contrario al n° 11, al n° 47 e al n° 45, così come al n° 8, al n° 48, mentre il n° 37 dovrebbe essere rinviato all'Aula. Pirisi ha proseguito respingendo gli emendamenti n°49, n°52, n° 51, n° 53, n°57 e rinviando all'Aula il n°42. Ancora no ai numeri 40, 41, mentre il n°1 è, per Pirisi, inaccettabile. Anche il n° 56 è stato respinto, così come il n° 43, il n° 58, il n° 39. Per il n° 55 Pirisi si è rimesso all'Aula.

Per la Giunta, l'assessore Gianvalerio Sanna si è dichiarato sostanzialmente d'accordo con le posizioni di Pirisi.

I lavori del Consiglio sono stati sospesi e sono ripresi nel pomeriggio alle ore 15.40.

Il Consiglio regionale ha proseguito i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu..

Alla ripresa pomeridiana dei lavori, l'Assemblea, presieduta dall'onorevole Claudia Lombardo, ha proseguito l'esame degli articoli e degli emendamenti.

L'on. Carlo Sanjust (FI), dopo aver esposto alcune considerazioni sulla necessità sia della maggioranza sia della opposizione di garantire la governabilità di una istituzione, ha invitto i colleghi a riflettere sull'opportunità di trovare un punto di incontro.
Sanjust ha ricordato come già in campagna elettorale siano stati sviluppati i temi relativi all'ambiente e alla conoscenza. Poi, una volta insediata la Giunta, le forze politiche si sono confrontare sul tema dell'ambiente, materia che, secondo alcuni, poteva diventare il "nuovo oro della Sardegna". Si è però visto che "alchimia e pietre filosofali" non esistevano, mentre si è arrivati ad un vincolo totale che preclude ogni possibilità di sviluppo. Se si deve usare lo stesso metodo, ha aggiunto Sanjust, lo sviluppo della conoscenza si dovrà basare sulla chiusura delle scuole. E' bene che questa legge venga approvata ha concluso Sanjust, così, dai risultati qualcuno comincerà a pensare di avere commesso degli errori.

A parere dell'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) la discussione in corso ha consentito di verificare il ragionamento sentito in tema di ipotetico accordo. Gli emendamenti presentati dai Riformatori, ha aggiunto, sono coerenti, sia rispetto all'art. 1 sia nei confronti dell'art. 2, nell'introdurre la centralità del Consiglio regionale. Secondo Pirisi, il tema dovrebbe essere rinviato ad un prossimo futuro, ha detto ancora Vargiu, e questa posizione potrebbe ancora andare bene, ma ci sono possibilità perché il Consiglio ricopra un ruolo diverso da quello assegnatogli dal disegno di legge (e questo sarebbe un segnale importante). Allora il Consiglio potrebbe cogliere questa differenza e aprire la sua attenzione a questi temi, per introdurre meccanismi di correzione rispetto alla centralità della Giunta. In altri termini, ha concluso Vargiu anche il Consiglio deve avere la sua centralità particolarmente nella legge in discussione.

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha esordito sostenendo che "in Consiglio si vuole seppellire la voce dei sardi, ma non ha potuto concludere la frase a causa delle proteste sollevatesi dai banchi della maggioranza.

Il presidente Lombardo ha pertanto sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori, l'on. Sergio Pisano ha proseguito l'intervento, ribadendo la sua impressione sul "rischio che oggi la Sardegna sta correndo" perché, a suo giudizio, si sta "soffocando la voce dell'Isola", mentre si è sulla strada delle riforme, riforme che chiedono la partecipazione della maggioranza e che dell'opposizione.
La legge in discussione, ha detto l'on. Pisano, è una grande legge di riforma che vincola oltre 3600 chilometri quadrati, il così detto "miglio verde" dalle coste, mentre altre migliaia di chilometri quadrati sono bloccati o vincolati per altri motivi, ai quali occorre aggiungere il "catasto degli incendi", le superfici dei parchi, come quello geominerario. Con questa norma, la Sardegna diventerà una zona dove non si potrà più edificare. Ecco perché, ha detto Pisano, occorre trovare una norma che accolga la voce della gente e delle autonomie.
La proposta di individuare un punto di incontro, ha aggiunto Pisano, è stata respinta. Se le parti fossero invertite, le opposizioni avrebbero mobilitato le piazze con "girotondi" e proteste. Pisano ha concluso ricordando la frase detta dal presidente Soru "la Sardegna è il giardino di Dio", frase che, a suo parere, è una frase felice, ma, ha detto Pisano, oggi, "dal paradiso terrestre, Soru sta cacciando gli uomini".

Richiamandosi all'intervento svolto in mattinata dall'on. Vargiu, l'on. Renato Cugini (DS) ha ricordato che si sta discutendo una legge sull'urbanistica. Forse non vi sono punti di convergenza riferiti al merito, ha proseguito Cugini; e sembrerebbe che si voglia impegnare il Consiglio ad "un ruolo alto", proponendo argomenti che non avevano trovato spazio nel precedente governo di Pili. Cugini ha ricordato come, nella precedente legislatura, il Consiglio non sia mai stato informato di diverse iniziative della Giunta regionale. "Occorre una linea di serietà", ha aggiunto Cugini che poi, citando parte dell'articolo, ha criticato le scelte dell'opposizione, affermando che, a suo parere non c'è niente da cambiare.
Cugini ha concluso dichiarando che "l'opposizione sta abbassando il tono del confronto".

A Cugini ha risposto l'on. Mauro Pili (FI): Cugini ha dimenticato quale fu "l'excursus" della vicenda richiamata, ha sostenuto Pili, che riguarda il Piano di Rinascita. Ebbene, "le affermazioni di Cugini sono false" ha sostenuto Pili, e Cugini "deve prendere l'abitudine di rispettare i colleghi senza offenderli o deriderli".

Tornano all'articolo, Pili ha sostenuto che in questo non vi è il minimo ruolo del Consiglio regionale, che in pratica è stato tagliato fuori dalle nuove norme di governo.
Il Consiglio non può essere chiamato a ratificare decisione assunte da un Consiglio di amministrazione, che rivendica un ruolo non solo tecnico ma anche politico, che poi ha invitato la maggioranza ad affidare gli incarichi per la redazione del piano alle Università. Secondo Pili, si vuole evitare il coinvolgimento degli Enti Locali e delle voci dei diretti interessati. Perciò vi sarà opposizione dura, perché questo provvedimento recherà danni gravi alla Sardegna.

Per l'on. Luciano Uras (PRC) con l'articolo 2 la maggioranza manifesta appieno la sua preoccupazione di non volere lasciare la Sardegna priva, per troppo tempo, di strumenti pianificatori. "Ci siamo concentrati sui tempi perché non vogliamo una vera e propria catastrofe" ha detto l'oratore. Oltre tutto sono stati fatti salvi i piani urbanistici comunali. I ritardi, in realtà, sono dovuti al fatto che in 11 anni molti comuni non si sono dotati di strumenti urbanistici. Il vero problema è dovuto alla cultura diffusa che intende svendere il territorio.  E' vero che c'è un conflitto in quest'Aula, ha detto, ma è un conflitto sociale e di idee. "vogliamo fare gli interessi dei giusti e non dei furbi", ha dichiarato Uras.
Una differenza importante fra destra e sinistra è la differenza di vedute sullo sviluppo, sull'uso del territorio "noi vogliamo conservare il territorio per i figli, la destra lo vuole consumare", sotto questo profilo non ci possono essere "inciuci", ha, quindi, affermato il presidente della Quarta commissione, Giuseppe Pirisi (DS). E' una differenza grande, ha proseguito, ribadendo la necessità di un confronto serio. Polemizzando con l'opposizione sulla extraterritorialità "della villa del presidente Berlusconi" ha ribadito il diritto dei cittadini ad avere leggi di tutela adeguate.

L'on. Roberto Capelli (UDC) ha successivamente sottolineato i toni polemici dell'on. Pirisi e prima di lui dell'on Cugini che, certo, non favoriscono un avvicinamento delle parti". Capelli ha rievocato varie dichiarazioni e prese di posizione assunte in passato da esponenti del centrosinistra, che sono, a suo giudizio, in netta contraddizione con le petizioni di principio espresse in questo dibattito. Riferendosi, poi, agli emendamenti presentati dalla sua parte politica, ha dichiarato che le posizioni sostanziali e polemiche sono contenute in quegli atti. Respingendo le critiche venute dalla maggioranza, ha detto che il centrodestra difende i diritti dei cittadini e non quelli dei prevaricatori.

Il capogruppo di AN l'on. Mario Diana, ha da parte sua denunciato che, mentre qualcuno sta cercando soluzioni costruttive, altri stanno cercando lo sfascio. Se quest'ultimo è il metodo che deve regnare, la nostra parte, ha detto, può benissimo scendere sul terreno dello scontro. Abbandonare la strada dello scontro, abbandonare la strada della correttezza fa male all'Assemblea. Sottolineando poi che gli emendamenti all'art. 2 non sono affatto strumentali, Diana ha accusato l'on. Pirisi di essere andato completamente fuori di strada col suo giudizio negativo. Di fronte all'atteggiamento di scontro manifestato dalla maggioranza, l'opposizione e pronta a farvi fronte con grande durezza e determinatezza.

Replicando all'on. Diana, è intervenuto, quindi, l'on. Siro Marrocu (DS), che si è chiesto a chi possa giovare tutto questo. "A chi giova trasmettere all'esterno questa immagine negativa del Consiglio regionale?" Deplorando la presentazione di duemila emendamenti, non ha escluso la responsabilità del centrosinistra. "A chi giova, ha ribadito, se qualcuno gioca allo sfascio, ciascuno guardi in casa sua". Se l'obbiettivo è bloccare questa legge e rinviarla ad oltranza, non ci sarà nessun risultato. Se, invece, si accetta di fare la legge, anche migliorandola, diventa tutto positivo. Questa strada, tuttavia non si intravede. Sarebbe auspicabile che tutte le parti facessero proposte costruttive. "Noi siamo disposti alla discussione ed al confronto, ha concluso, ma non certo al rischio o a farci dettare i tempi dalla magistratura".

E' poi intervenuto l'on. Giorgio La Spisa (FI), che ha espresso riserve sull'art. 2 perché sono annullati tutti gli spazi per gli enti locali. Si vuole dare davvero un segnale positivo? Si ripristino gli spezzono della precedente normativa che valorizzano il ruolo dei Comuni.
"La partita si gioca qua" ha detto La Spisa "rifate la legge dimostrando che non si vuole solo vietare". C'è in attesa l'assestamento di Bilancio,col rischio che si perdano ingenti risorse, "ma chi è che ha deciso di discutere questa legge prima dell'assestamento?". La Spisa ha esortato la maggioranza a fare le sue proposte in Aula.

Per l'on. Nello Cappai (UDC) anche oggi sarebbe stata necessaria la presenza di Soru. Quella in discussione non è materia da trattare frettolosamente, ha proseguito, ribadendo che, alla sua parte politica, questo di legge non piace.
Meravigliandosi come nessuno fra tanti emendamenti venga considerato degno di interesse da parte della maggioranza, Cappai, ha respinto le accuse di ostruzionismo, dichiarando che l'ostruzionismo sostanzialmente lo sta facendo il centrosinistra stesso.
"Noi vogliamo fare questa legge ma ponendo alcune questioni".
Ma il centrosinistra deve dire quali sono le sue aperture. Forse, tuttavia, c'è ancora spazio per soluzioni. Il muro contro muro non serve a niente.

E poi intervenuto l'on. Fedele Sanciu (FI), che ha polemizzato con l'on. Pirisi accusandolo di aver fatto interventi inopportuni. Auspicando che vengano ascoltate le tesi dell'opposizione, l'oratore ha auspicato l'avvio di un dialogo costruttivo sui contenuti. Ribadendo che si può ripartire dal disegno di legge presentato dai DS, Sanciu ha parlato di "dibattito unilaterale" e di sordità da parte del presidente della Quarta commissione. La funzione degli emendamenti è quella di difendere la centralità del Consiglio, ha concluso, esortando la maggioranza a riflettere sulle questioni.

Per l'on. Nicola Rassu (FI) l'aspetto principale del dibattito è "il peccato originale" che sta pagando la maggioranza per il nuovo ruolo assegnato dalla legge alla presidenza della Regione. Ribadendo che l'opposizione difenderà sempre il ruolo del Consiglio, Rassu è entrato, quindi, nel merito delle questioni, sottolineando che occorre, in materia di urbanistica, rispettare il ruolo assegnato agli enti locali Rassu ha, quindi, osservato che la proposta del gruppo DS in questa materia era assai più positiva dell'attuale iniziativa legislativa.

L'on. Peppuccio Fadda (PRC) ha sostenuto che gli emendamenti hanno una funzione ostruzionistica, ma si è augurato che si possa giungere ad un accordo di legislatura con le opposizioni, in quanto è necessario avviare il processo delle riforme.
Sarebbe un disastro se si dovesse arrivare anche quest'anno all'esercizio provvisorio, ha proseguito Fadda, rischio che si corre se non si trova un accordo e si prosegue con le manovre ostruzionistiche. Dobbiamo pensare agli interessi delle persone fuori dal Palazzo, ha aggiunto, e cercare un giusto equilibrio tra i poteri della Giunta e del suo presidente, del Consiglio regionale e dell'intero apparato amministrativo. Ognuna di queste tre gambe deve potere fare il proprio dovere e svolgere il ruolo che le compete, rifiutando i ricatti.
Un ciclo è terminato, ha concluso Fadda, e occorre oggi trovare dei compromessi che garantiscano la governabilità, all'insegna della collaborazione che nasce dal senso di responsabilità.

Per l'on. Mariano Contu (FI) qualche apertura fatta in queste ore era sembrata cogliere le offerte di collaborazione dell'opposizione, ma finora non si intravedono soluzioni. "Le vie di uscita sono nelle mani della maggioranza e dei suoi gruppi maggiori"., ha ribadito Contu, affermando che per l'opposizione"non ci sono altri tavoli di confronto" se non l'Aula. Ha, poi, denunciato la supposta mancanza di autonomia da parte degli assessori rispetto alla presidenza e, nello specifico, quella dell'assessore Dadea ed ha sottolineato che per ciò che gli concerne, quello della opposizione sarà una difesa ad oltranza.

Ha quindi preso la parola l'on. Giorgio Oppi (UDC), che si è detto deluso perché nonostante le aperture verbali non si sono saputo cogliere correttamente le opportunità di soluzione reali avanzate dalle opposizioni, Oppi ha dichiarato che la sua parte politica escludere di migliorare la legge in discussione, perché non c'è alcuna opportunità di perfezionarla. Prendendo atto che non esistono i margini per trovare dialoghi, o fare concertazioni, Oppi ha affermato l'illegittimità della legge. Ha, poi, denunciato, "l'atteggiamento scorretto della maggioranza" ed ha sottolineato, al contrario, la correttezza politica della opposizione. "Cerchiamo ogni giorno di sveltire i tempi" ha detto ancora, dichiarando che non è più possibile cercare convergenze.

E' intervenuto l'on. Gavino Cassano (I Riformatori), che ha espresso delusione per le condizioni negative che si presentano in Aula. "Ma fin quando non si potrà intravedere una soluzione, continueremo a ribadire le medesime proposte". Ricordando i gravissimi problemi esistenti al di fuori di questo Palazzo, ha detto che quelle sono certamente le questioni prioritarie rispetto ad un dibattito ripetitivo quale quello che si sta svolgendo. Auspicando un cambio di rotta, Cassano ha detto, di sperare ancora in una soluzione positiva.

L'on. Giovanni Moro (AN), dopo avere espresso il proprio disappunto per le decisioni assunte dalla conferenza dei capigruppo, in merito al "compattamento" degli emendamenti, quindi per aver modificato "le regole del gioco a gioco iniziato", ha sostenuto che l'opposizione sta svolgendo una battaglia nell'interesse dei sardi.
Moro si è intrattenuto poi sul tema della solidarietà, ricordando l'atteggiamento del presidente Soru durante l'intervento del presidente dei DS Marrocu, ed ha paragonato Cugini al profeta Isaia.
"Non vogliamo inciuci" ha precisato Giovanni Moro, ricordando che la richiesta di partecipazione è stata avanza in nome degli interessi dei sardi.
Infine, tornando a parlare del testo in discussione, Moro ha sostenuto che l'articolo 2 è molto importante, soprattutto per la salvaguardia. "Stiamo ibernando la Sardegna" ha concluso Moro, accennando alle difficoltà degli amministratori nel realizzare i piani urbanistici locali.

Il presidente Spissu ha ricordato che le decisioni della conferenza dei Capigruppo sono scaturite da una volontà comune e non da scelte individuali.

L'on. Paolo Pisu (PRC) ha detto che anziché entrare nel merito della proposta fatta dalla maggioranza, la minoranza usa il regolamento come una "clava". Per il presidente della Seconda commissione l'unica preoccupazione del centrosinistra è quella di fare gli interessi della Sardegna, dei suoi abitanti e dei lavoratori, perché il decreto salva cose non blocca lo sviluppo. Per l'on. Pisu le affermazioni della minoranza sono capziose e senza fondamento.

L'on. Antonello Liori (AN) ha detto che i tempi previsti dalla legge sono lunghissimi: per oltre due anni,  l'edilizia nell'ipotesi migliore sulle coste è bloccata. Noi non siamo contrari alle regole, ma ci vogliono norme che non blocchino lo sviluppo della Sardegna. Per l'on. Lori in quest'Aula è mancata la voce della Margherita, si è sentita quella flebile di Progetto Sardegna, non si sono sentite altre voci, importanti, del centrosinistra.
"Io sono in attesa di queste voci. Voglio capire chi condivide questo disegno di legge".

L'on. Sergio Milia (FI) ha ribadito che la minoranza è dalla parte delle autonomie locali. "Le Giunte che si sono succedute nella scorsa legislatura hanno fatto una vera concertazione". Da parte nostra, le autonomie locali sono il nostro punto di riferimento così come prevede la legge. Le proposte dell'opposizione non sono proposte "devastanti" per l'impianto della legge, sono proposte serie sulle quali vogliamo che si apra un confronto. Ora spetta al presidente Soru venire in Aula a fare delle proposte.

L'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris) ha detto di essere rammaricato perché le opposizioni di ieri, più disposte all'apertura, hanno lasciato il posto a posizioni intransigenti, da parte del centrosinistra.
"Sui principi siamo tutti d'accordo, ma prima di intervenire sul settore turistico, che sarà bloccato per quattro - cinque anni, si devono dare risposte ai comuni".
La maggioranza deve riflettere sul rapporto tra questa legge e le esigenze degli enti locali, ha concluso Murgioni, perché non ascoltare le amministrazioni è gravissimo.

L'on. Andrea Biancareddu (UDC) ha detto che se si vuole razionalizzare è opportuno eliminare le comunità montane. Perché, ha chiesto, non si ha il coraggio di sopprimerle? La proposta del consigliere dell'UDC è quella di rendere operative le 8 province e di eliminare questi inutili "carrozzoni".

E' poi intervenuto l'assessore all'urbanistica Gianvalerio Sanna, che ha assicurato che la Giunta vuole concorrere ad elevare le dignità del Consiglio. "Tutte le parole non possono cambiare i fatti: c'è una nuova missione istituzionale, i rancori non servono".

L'esponente dell'esecutivo ha detto che la Giunta sapeva che ci sarebbero state difficoltà a fare le riforme, ma che si andrà avanti lo stesso. L'assessore Sanna rispondendo alle accuse della minoranza ha detto che in questo DL la legge 45 è sempre stata rispettata. Sui tempi previsti dal disegno di legge, spesso brevissimi, e su cui la maggioranza ha proposto numerosi emendamenti, l'assessore è stato chiaro: "ormai è tutto mutato, bisogna cambiare i tempi della politica e della amministrazione pubblica". Sul mancato confronto, Sanna ha chiarito che si deve considerarlo non come un fattore frenante ma come un elemento costruttivo. Il confronto, ha aggiunto, lo faremo nel corso del Piano Regionale Paesaggistico. L'esponente della Giunta ha detto all'Aula che sul disegno di legge è arrivato un notevole apprezzamento. "Tale plauso è dovuto al rigore che abbiamo usato". Sui "blocchi" che secondo la minoranza sono stati fatti in Aula, l'assessore ha detto che la disponibilità data è stata molta e ha ribadito che non si deve stravolgere la legge. L'esponente della Giunta ha anche annunciato l'accoglimento dell'emendamento n. 1. L'assessore ha concluso che l'autonomia deve essere esaltata e che in democrazia  se si hanno le chiavi si entra dal portone principale.

Il presidente Spissu ha comunicato all'Aula che si era concluso il dibattito e che si era in sede di votazione.

Sull'emendamento 11, per dichiarazione di voto, è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI). L'ex presidente della Regione ha dichiarato il suo voto a favore. L'on. Pili ha criticato alcuni passaggi dell'intervento dell'assessore: "non è accettabile che la pianificazione regionale non possa essere subordinata a quella provinciale. Ormai non è più così. Questa concezione è frutto della visione centralista dello Stato.

Per l'on. Roberto Capelli (UDC) la rivoluzione più difficile da fare è quella democratica. "Prendiamo atto,  ha detto, che è stato accolto l'emendamento n°1, finalmente si comincia a ragionare".

L'on. Nicola Rassu (FI) ha contestato la parte della legge che prevede che il comitato tecnico urbanistico regionale non possa fare scelte sul paesaggio perché le deve fare la Giunta. "Non è ammissibile che tutti gli altri soggetti non abbiano più competenze".

L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha dichiarato che voterà a favore dell'emendamento n° 11. Il capogruppo dei Riformatori ha invitato al rispetto delle reciproche posizioni per superare la fase di stallo. Io credo che stiamo portando avanti un "dialogo tra sordi". Per l'on. Vargiu è urgente capire se ci sono i margini per uscire da questa situazione che è un danno per tutta la Sardegna.

L'on. Attilio Dedoni (I riformatori) ha accusato la maggioranza di non volere trovare un momento di sintesi.

 Annunciando il suo voto a favore dell'emendamento n. 11, l'on. Giorgio La Spisa (FI), ha sottolineato che questo emendamento era correlato al numero 7 che è stato dichiarato decaduto. Il capogruppo di Forza Italia ha detto che è inaccettabile il ruolo "preponderante" assunto dalla Giunta regionale.

Voterà a favore dell'emendamento 11 anche l'on. Mario Diana (AN). Il capogruppo di AN ha ammesso che l'intervento dell'assessore Gianvalerio Sanna è stato rilevante anche se non condivisibile. In questo disegno di legge la democrazia del popolo viene trascurata vi è solo una democrazia della maggioranza.

L'on. Antonello Liori (AN) ha detto che in commissione Urbanistica il gruppo di AN non è rappresentato. "Per noi è necessario, pertanto, aprire in Aula un ampio confronto". L'on. Liori ha annunciato il voto a favore dell'emendamento 11.

Per l'on. Matteo Sanna (AN) il disegno di legge all'esame del Consiglio è un provvedimento calato dall'alto ed è un vero proprio "sacco" alla Sardegna. Per contrapporci alla vostra politica che non condividiamo abbiamo scelto di presentare tanti emendamenti. L'on. Sanna ha annunciato il voto favorevole all'emendamento n° 11.

Sull'emendamento 11 sono intervenuti anche l'on. Ignazio Artizzu (AN), che ha invitato il presidente Soru a ritirare il disegno di legge ed a riproporlo, dopo le opportune riflessioni, una volta approvato l'assestamento di bilancio; l'on. Alberto Randazzo (UDC), per il quale il programma elettorale di Soru ha generato un equivoco di fondo ("o non lo avete saputo spiegare o avete cambiato programma. I sindaci che vi hanno votato sono contrari al disegno di legge"); l'on. Fedele Sanciu  (FI) "il Consiglio è stato scippato dalla strapotere del governatore. Troppe zone d'ombra danno eccessiva discrezionalità alla Giunta"; l'on. Nanni Moro (AN) "perché non si salvano almeno di Puc che fanno riferimento ai Ptp annullati dal Tar con l'impegno di adeguarli ai nuovi Ptp?"; l'on. Antonio Cappai (UDC) "è materia da trattare con grande attenzione. Lo dice il sindaco di un paese, Guamaggiore, dove non c'è nulla da salvare perché viviamo su terreni bruciati"; l'on. Sergio Pisano (I Riformatori) "questa norma ha un impatto notevole su almeno metà della Sardegna. Se vuole essere la prima grande riforma della legislatura, non può essere una riforma monca"; l'on. Mariano Contu (FI) "l'assessore Sanna ha perso la sua 'verve'; lo conoscevamo pronto al dialogo e al confronto; ora è stranamente acquiescente"; l'on. Carlo Sanjust di (FI) "il parere della Commissione consiliare competente deve essere vincolante per la Giunta".

L'emendamento è stato bocciato dall'aula (39 a 24 i voti).

Si è passati quindi all'emendamento 45 che si propone di allungare i termini a disposizione dei cittadini (da 30 a 45 giorni) per presentare le osservazioni al piano.  Il primo intervento, dell'on. Roberto Capelli (UDC), che interviene non sull'emendamento, ma su considerazioni generali circa l'opportunità di un dialogo costruttivo ("l'intransigenza della maggioranza è frutto di scarsa cultura politica") suscita qualche reazione. L'on. Renato Cugini (DS) chiede alla presidenza (in quel momento l'on. Claudia Lombardo) il rispetto del regolamento. Lo fa anche l'on. Eliseo Secci (La Margherita). Lo scambio di battute è serrato e, alla fine, il presidente sospende la seduta per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori il clima è più sereno. A rasserenarlo contribuisce anche l'intervento dell'on. Nicola Rassu (FI), che invita l'Aula al dialogo e sostiene l'utilità dell'emendamento, "considerata la difficoltà di far capire a tutti, quando tocchi la tasca, che l'interesse pubblico prevale sul privato".

"Ma questo è un atto dovuto", ha replicato l'on.Chicco Porcu (Progetto Sardegna). Che senso ha, allora, allungare i tempi senza alcuna finalità se non quella di rinviare l'approvazione della legge. Il "filibustering" è usato in politica, "ma per cause nobili", non per colmare una "vacatio legis" che ha lo scopo di evitare speculazioni, vedi la Costa Turchese. Porcu ha criticato l'atteggiamento di chi (ha citato l'on. Capelli) pur di perdere tempo parla "di tutto e di più", ma non sul tema in discussione.

Da parte dell'opposizione non c'è alcun pregiudizio sull'approccio a questo argomento, ha risposto l'on. Sergio Milia (FI) ed ha ricordato come, in Finanziaria, il centrodestra aveva proposto di applicare le norme di tutela ambientale del ministro Melandri. Ma è necessario che il dibattito assuma un altro corso. In ogni caso - ha detto - "vogliamo sapere che intenzione ha questa maggioranza a proposito dei piani paesaggistici provinciali, che sono costati mezzo piano di rinascita. Verranno utilizzati o saranno scartati?".

I tempi si allungano e sul tema si divaga - ha riconosciuto l'on. Giorgio La Spisa (FI) - "perché non c'è dibattito. E' solo l'opposizione ad intervenire. La nostra è una reazione giustificata. Siamo accusati di aver presentato una quantità enorme di emendamenti; ma ciò è il risultato della chiusura sistematica che la maggioranza ha adottato in Commissione, dove gli emendamenti presentati non sono mai stati esaminati nel merito".

"La nostra è un'opposizione democratica", ha ribadito l'on. Nanni Moro (AN) ed "è stupefacente che la maggioranza pretenda di stabilire quanti emendamenti l'opposizione debba presentare. Un altro passo, e ce li scriveranno loro. Noi difendiamo le amministrazioni locali, in barba alle quali Soru ha fatto questo decreto e presentato questa legge. Neppure i grandi Comuni costieri sono stati sentiti. Non è esempio di democrazia".

Sulla "qualità" degli emendamenti è intervenuto - sempre per dichiarazioni di voto - l'on. Mario Diana (AN): "Sono davvero tutti inutili? Nessuno meritava attenzione?" Perché, allora, farne una battaglia campale sulla richiesta di allungare di 15 giorni i termini per presentare osservazioni? Bisogna, fra l'altro, tenere conto che soprattutto i piccoli Comuni non hanno uffici tecnici attrezzati.

"Un confronto serio? Siamo disponibili; ma sino a quando si proporranno emendamenti del genere, di serietà ce n'è poca", ha detto a sua volta il presidente della Commissione, on. Giuseppe Pirisi.

"L'emendamento è serio - ha spiegato Eugenio Murgioni (Fortza Paris) - perché quando si parla di pianificazione e si entra nel merito delle proprietà private, il discorso si fa sempre difficile. Perciò 15 giorni di tempo in più si rendono necessari". In ogni caso, la legge è utile, "l'impalcatura va bene", ma i contenuti vanno limati. L'Aula ha il dovere di farlo.

Ha polemizzato con l'on. Porcu, invece, l'on. Antonio Cappai (UDC); "non può dare lezioni a nessuno sul comportamento in Aula. Anziché imparare, essendo nuovo, vuol già fare il professore". E sui molti emendamenti: "Sono una conseguenza del trattamento usato alla minoranza in Commissione, dove gli emendamenti erano pochi".

La necessità di migliorare la legge, allungando anche i tempi utili per presentare eventuali proposte o osservazioni, è stata ribadita anche dall'on. Mariano Contu (FI), che ha sottolineato la necessità dei cittadini e degli enti locali di disporre di un "tempo congruo" per tutelare i loro "legittimi diritti".

Il richiamo ad un maggiore rispetto delle persone, specialmente delle "colleghe" è stato fatto, invece, dall'onorevole Ignazio Artizzu (AN) il quale, entrando nel merito dell'emendamento, sul quale ha annunciato il proprio voto favorevole, ha confermato che "anche molti colleghi delle opposizioni sono convinti che questa sia una legge che può diventare buona". Però, ha aggiunto Ignazio Artizzu, questo provvedimento deve essere migliorato, ma per giungere a questo risultato positivo non si può continuare con il muro contro muro, con il costruire steccasti che poi sarà difficile superare o rimuovere.

Favorevoli all'approvazione dell'emendamento 45 anche tutti gli altri oratori, del centrodestra, intervenuti nel dibattito. I 45 giorni previsti dall'emendamento sono "un  tempo più congruo" per presentare memorie e ricorsi al presidente della giunta, ha detto Sergio Pisano (I Riformatori), ricordando che gli enti locali hanno necessità di conoscere le decisioni e di preparare gli opportuni documenti per chiedere modifiche o deroghe.

Secondo Mauro Pili (FI) le norme urbanistiche e paesaggistiche sono diventate competenza di pochi ed è sempre più difficile districarsi in norme e regole, spesso, di non facile comprensione. Con questi emendamenti, ha aggiunto Pili, si cerca di modificare gli aspetti burocratici di una legge di difficile applicazione, tentiamo di "allungare i tempi della partecipazione e di ridurre quelli della politica", anche per evitare che la burocrazia impedisca al cittadino di far valere i propri diritti. Esaminando il contributo che al Piano urbanistico regionale potrebbero dare le amministrazioni provinciali, che hanno da tempo elaborato i loro piani urbanistici provinciali, Mauro Pili ha detto che con questo provvedimento si assegneranno, probabilmente agli stessi tecnici ai quali sono stati assegnati nel lontano 1993, gli incarichi per elaborare i nuovi piani, spendendo quindi due volte, ed anche somme notevoli, per lo stesso studio.

La necessità di un periodo di tempo congruo, per far valere le proprie ragioni, è stata riconfermata anche da Fedele Sanciu (FI), il quale nel confermare la propria posizione favorevole all'emendamento, ha ribadito che con questa "battaglia" si intendono far capire meglio le ragioni ideali che sono alla base delle posizioni politiche della minoranza.

Anche dai banchi delle opposizioni possono giungere utili indicazioni per migliorare una legge, della quale si sente la necessità, ma che deve essere "assolutamente migliorata". Annunciando il proprio voto a favore dell'emendamento, l'on. Matteo Sanna (AN), ha confermato che "nessuno vuole svendere il nostro territorio, ma dobbiamo tener conto che centinaia di giovani non voglio emigrare e cercano un lavoro nell'isola". Nella scorsa campagna elettorale, ha aggiunto Matteo Sanna, uno slogan del centrosinistra diceva: "invece che emigrare, spostiamoci"; con questa legge, invece, si vuole impedire ogni possibile "spostamento".

Gli aspetti particolarmente farraginosi, nell'applicazione di questa legge, sono stati ricordati dall'on. Antonello Liori (AN), il quale, dopo aver annunciato il proprio voto a favore dell'emendamento, ha confermato che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno almeno due anni per "ottenere qualunque licenza edilizia, anche nei paesi del centro Sardegna, per poter costruire una casa" E quelle persone che vogliono costruire una casa, per se o per i propri figli e che hanno investito in questo sogno tutti i loro sudati risparmi, perché devono sopportare questa nuova lunga snervante attesa? Finirà, ha detto anche Antonello Liori, che tutti di rivolgeranno agli avvocati, con spese e numero delle cause destinati a crescere notevolmente.

Qualche considerazione "di merito", su quanto avviene in Aula, è stata svolta dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), per il quale "nessuno pensa che questo dibattito sia alto e nobile"e che l'ostruzionismo porti ad un dialogo. Però, ha aggiunto Pierpaolo Vargiu, nel corso di questo confronto molti oratori hanno parlato "col cuore", rivolgendosi a chi ha vinto le elezioni per proporre soluzioni pratiche, realmente attese dalla gente. Se questo è il cambiamento, il modo nuovo di governare promesso durante la campagna elettorale, ha concluso Pierpaolo Vargiu, "mi sembra che non stiate tendendo fede alle vostre promesse".

La necessità di "abolire" le Comunità montane, specialmente se si istituirà una fascia di rispetto di due chilometri, è stata ribadita dall'on. Andrea Biancareddu (UDC), presentatore di una proposta di legge in tal senso. Le comunità montane non servono a nulla, sono una continua fonte di sprechi, ha aggiunto Biancareddu, si devono trasferire compiti, fondi e personale alle nuove province e cancellare le comunità montane, come quella di Tempio, che gestisce il porto dell'Isola Rossa, non proprio una località montuosa.

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente ha posto in votazione l'emendamento 45, che è stato respinto con 20 voti a favore, 45 contro, 4 astensioni (69 i consiglieri presenti in aula).

Subito dopo la votazione sull'emendamento 45, il capogruppo DS Siro Marrocu, intervenendo sull'ordine dei lavori, ha chiesto che la seduta durasse almeno sino alle 04, per premettere l'approvazione dell'articolo 2 del provvedimento urbanistico. Il capogruppo di FI, Giorgio La Spisa, ricordando che i lavori del Consiglio vengono programmati dalla conferenza dei presidenti dei gruppi, che nella mattinata si era chiaramente espressa prevedendo la fine delle sedute per le 24.30, ha sollecitato "una maggiore serietà", perché si deve tener conto anche delle esigenze degli stessi consiglieri e del personale consiliare, che non possono lavorare oltre certi orari ed oltre certi limiti.

La prosecuzione dei lavori e l'intensificazione del ritmo delle sedute è stata, invece, sollecitata dal capogruppo de La Margherita, Antonio Biancu, che ha proposto di continuare ad oltranza.

Per decidere sulla prosecuzione dei lavori il presidente Spissu ha convocato la conferenza dei presidenti dei gruppi, al temine della quale ha annunciato che la seduta aveva termine, ma che le prossime sedute si sarebbero concluse alle 03.


Il Consiglio riprenderà
i suoi lavori alle ore 9.30
di questa mattina.