CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA


Nota stampa
della seduta n. 34 antimeridiana e pomeridiana del 7 novembre 2004


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Paolo Fadda e dell'on. Giacomo Spissu.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :


Prosecuzione esame  Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n.
24 -
n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
 e la tutela del territorio)

Seduta domenicale per il Consiglio, al lavoro di buon'ora (alle 10) per riprendere il discorso sulle dichiarazioni di voto agli emendamenti dell'articolo 1 della legge "salva coste". E' il solito cliché, con l'opposizione (lo ha detto esplicitamente l'on. Oppi nel proprio intervento) che andrà per le lunghe.

Sull'emendamento 10, presentato dai Riformatori, ha aperto la serie degli interventi l'on. Mauro Pili (FI), ricordando come spetti all'Aula individuare i parametri sulle zone da sottoporre a vincolo. E se in passato qualche concessione poteva essere fatta a vantaggio della Giunta, ciò dipendeva dal fatto che l'esecutivo "era emanazione diretta del Consiglio regionale". Ora la situazione è mutata ed il Consiglio deve difendere le sue prerogative.

"Il protagonismo della Giunta" rischia invece di segnare una svolta nei rapporti istituzionali: lo ha affermato l'on. Giorgio La Spisa (FI). L'emendamento in discussione - ha spiegato - introduce proposte di tipo procedurale quando prevede che la concertazione "con i protagonisti del territorio" debba aver luogo prima e non dopo la pubblicazione della legge. Non si capisce questa tempistica se alla concertazione si annette una qualche  importanza.

Sulla stessa linea l'on. Antonio Cappai (UDC): a che cosa serve una "concertazione a cose fatte?". L'emendamento corregge questa situazione paradossale, che dà voce agli enti locali e alle associazioni di categoria quando i giochi sono conclusi. L'on. Cappai ha chiesto anche una riflessioni su termine che, a suo dire, non vanno d'accordo: all'articolo 1 è scritto che la Giunta "adotta" il Piano paesaggistico regionale, mentre all'articolo 2 si parla di "proposta".

Ricordando la manifestazione di protesta della Coldiretti nei portici del palazzo del Consiglio per sostenere l'urgenza di trovare un'intesa sul prezzo del latte ovino, l'on. Sanciu (FI) ha sottolineato le tre modifiche dell'emendamento: modifica "la tempistica: da 12 a 6 mesi"; introduce la concertazione, "termine scomparso dal vocabolario della maggioranza dopo il largo uso che ne aveva fatto quella precedente"; stabilisce che la Giunta "delibera" e non "adotta" il piano paesaggistico.

La legge "salva coste" è "il primo atto importante della legislatura" ha detto l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) sottolineando  come questi cinque anni siano diversi dai precedenti per i mutamenti istituzionali: il presidente della Regione eletto direttamente, i maggiori poteri dell'esecutivo rispetto al Consiglio. Lo sbilanciamento dei poteri penalizza l'Assemblea legislativa e ciò rappresenta, per Vargiu, "una forte preoccupazione". Quanto all'emendamento, i Riformatori propongono un nuovo meccanismo temporale: i 12 mesi previsti per l'attuazione del piano vengono divisi un due tranches: sei mesi alla Giunta per sentire le istituzioni e le rappresentanze del territorio; sei mesi perché il Consiglio arrivi all'approvazione del piano stesso. E' una difesa del ruolo parlamentare - ha spiegato - onde evitare che il Consiglio rassomigli sempre di più "ad un club che si riunisce per ascoltare".

Soffermandosi sulla notizia apparsa oggi sulla stampa locale: la Regione vende i gioielli di famiglia, l'on. Carlo Sanjust (FI) ha chiesto al presidente Soru, che dalle previste vendita all'asta siano esclusi i terreni ricadenti nella fascia costiera di due km sottoposta a vincolo. Tutto ciò, ha detto, per evitare possibili speculazioni edilizie.

Intervento di protesta, quello dell'on. Giorgio Oppi (UDC), perché non è stato consentito ai consiglieri, per i concomitanti lavori del Consiglio, di recarsi al convegno annuale dell'Anci. Il dibattito andrà per le lunghe, perché la maggioranza non sente ragioni sulle proposte di dialogo; ma con questo atteggiamento - ha aggiunto, rivolgendosi ai banchi della Giunta - state rafforzando le opposizioni. "Le carte le diamo noi" e riferendosi alla dichiarazione rilasciata da qualche esponente di maggioranza sulla chiusura del dibattito entro mercoledì, ha risposto: "Non sarà per questo e per i prossimi a venire. Su questa vicenda misureremo i muscoli" e ha annunciato un'opposizione ancora più combattiva ("torneranno in Aula anche i malati") nei prossimi giorni.

L'on. Matteo Sanna (AN) ha ricordato come la politica dei vincoli non ha mai prodotto sviluppo e benessere; l'obiettivo di una sana amministrazione è quello di coniugare tutela ambientale ed economia. Troppo semplice tracciare un vincolo in una fascia uniforme a due km dalla battigia senza consultare le popolazioni e i Comuni; questa legge produrrà solo danni.

L'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris), sindaco di un Comune costiero (Castiadas) già fornito di Puc, ha ribadito come la legge "salva coste" blocca un mercato e non darà ai Comuni che devono adeguarsi con lo strumento di pianificazione urbanistica almeno quattro anni prima di poter operare. Si è passati dalle dichiarazioni programmatiche da "buon padre di famiglia" fatte dal presidente della Regione all'ostinata azione verso un nuovo modello di turismo ("non di massa"), al quale "non potremo prepararci in questi anni".

L'on. Nicola Rassu (FI) ha lamentato il silenzio della maggioranza ("è un monologo dell'opposizione") su una legge che può incidere negativamente "non solo nella fascia costiera". Il perché la maggioranza taccia non è - a suo giudizio - comprensibile: la legge è calata dall'alto e questo "silenzio assordante", ha detto sembra celare interessi. La stessa scelta dei due km di vincolo suggerisce questa ipotesi, alla quale il Consiglio ha dovere di dare risposta.

Perché solo le coste? Se lo è chiesto l'on. Antonello Liori (AN) ricordando che c'è anche una Sardegna dell'interno dove non ci sono regole a salvaguardia della peculiarità degli insediamenti abitativi. Molti paesi sono stati letteralmente sfigurati rispetto all'originario aspetto. E' vero, le coste sono un grosso patrimonio (dei sardi e, ha aggiunto, dei turisti), ma anche il Gennargentu lo è, e i paesi della Marmilla lo sono, eppure questi beni ambientali vengono del tutto ignorati. Si va, dunque, verso la politica dei blocchi, e l'Aula ne è contagiata: l'opposizione, infatti, sta bloccando la legge.

Annunciando il proprio voto a favore dell'emendamento n°10, l'on Silvestro Ladu (Fortza Paris), ha chiesto con forza, di conoscere quali siano realmente  i programmi di questo esecutivo, per favorire lo sviluppo economico e l'aumento del numero degli occupati. Nella precedente legislatura, ha aggiunto, Silvestro Ladu, le scelte di quella maggioranza hanno portato alla diminuzione di cinque punti percentuali della disoccupazione nell'Isola e alla creazione di 40.000 nuovi posti di lavoro. Le scelte in materia urbanistica di questa Giunta, specialmente nel comparto turistico, invece, fanno venire molti dubbi e perplessità, e gravissime preoccupazioni.

L'importanza del confronto, della concertazione con le altre parti sociali, con le organizzazioni professionali, è stata ricordata dall'on. Roberto Capelli (UDC), il quale ha voluto rimarcare come "questo necessario confronto non sia avvenuto". L'emendamento n°10 ha anche lo scopo di permettere questo confronto, che deve portare a garantire i diritti dei singoli, gli interessi obiettivi e generali della società sarda.

Il riesame della materia, ma coinvolgendo nella elaborazione della nuova legge urbanistica regionale anche le forze politiche di minoranza, è stato ancora una volta sollecitato dall'on. Mario Diana (AN). Abbiamo fatto ampie aperture nei confronti della maggioranza, ha aggiunto Mario Diana e, rivolgendosi direttamente al presidente della Giunta, ha chiesto se esiste o meno la possibilità di un reale confronto tra le forze politiche presenti in questo Consiglio.

Un maggiore coinvolgimento dei sindaci, dei rappresentanti delle autonomie locali, è stato chiesto anche dall'on. Giovanni Moro (AN). Ricordando la sua esperienza come amministratore comunale, l'on. Moro ha confermato la necessità di una reale "concertazione", alla quale devono partecipare tutti i soggetti che nel difficile campo dell'urbanistica operano e non solo i rappresentanti di organizzazioni ambientaliste o pseudo tali che "dietro ai loro cartelli non hanno nessuno".

L'esigenza di un attento riesame dei problemi ambientali, dei quali questa proposta non sembra tenere conto, è stata ribadita anche dall'on. Mariano Contu (FI). I divieti non propongono soluzioni alternative, ha detto ancora Mariano Contu, mentre l'ambiente ha necessità di scelte obiettive e generali, che devono prevedere tutele ed ipotesi di sviluppo, che con questo provvedimenti invece non sarà possibile favorire.

Un richiamo alla possibilità di creare nuovi posti di lavoro, ma anche la necessità di favorire il reinserimento nel mondo produttivo dei lavoratori quarantenni, è stato fatto dall'on. Attilio Dedoni (I Riformatori). Questa legge non tiene conto di queste esigenze, ben presenti nella società sarda, ma arriva a proporre un blocco generalizzato che provocherà gravissimi danni sociali. 

La contestazione della posizione delle minoranze, perché tutto può essere ricondotto alla "programmazione concordata" ed al riconoscimento dei diritti acquisiti, è stata confermata dall'on. Siro Marrocu (DS), il quale ha giudicato miope e suicida l'atteggiamento delle opposizioni. I due punti sui quali voi insistete, sono stati ampiamente compresi nel provvedimento all'esame dell'Aula. Siro Marrocu ha, quindi, invitato le minoranze ad un atteggiamento costruttivo.

Le parole rimangono, ha detto il presidente Soru,  e quando sono scritte sono anche più impegnative, ha detto l'on. Sergio Milia (FI), ricordando che la concertazione, il confronto con le parti sociali, per tutte le forme di pianificazione e di programmazione erano ben presenti nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Soru. La riduzione dei termini di attuazione, l'esigenza di una reale concertazione con le parti sociali è all'origine degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Nessun tentativo di accordo, quindi, nessuna trattativa sottobanco, come avveniva quando le forze all'opposizione erano le forze che compongono l'attuale maggioranza, ma esclusivamente la difesa dei diritti della società sarda.  

Conclusi gli interventi sull'emendamento n. 10, il presidente lo ha posto in votazione, col sistema del voto elettronico palese e l'Aula lo ha bocciato con questo risultato: presenti 64, votanti 59, astenuti 5, favorevoli 16, contrari 45.

Il presidente ha, quindi, aperto la discussione per dichiarazioni di voto dell'emendamento n°28 (sempre a firma Pili, La Spisa, Oppi, Diana, Vargiu, Ladu), sostitutivo parziale, con il quale, nel 2° comma dell'art. 1, le parole "il Piano Paesaggistico Regionale" sono sostituite con "il piano per la valorizzazione paesaggistica regionale".

Una differenza significativa, ha dichiarato l'on. Mauro Pili (FI), annunciando il proprio voto a favore, perché il Codice Urbani, la nuova normativa nazionale sui compiti e doveri delle Regioni prevede che l'ambiente sia di "competenza" dello Stato, mentre alle Regioni è stato assegnato il compito di valorizzare il paesaggio. Una distinzione giuridica di grande importanza, perché differenti e ben distinti sono i compiti e gli ambiti assegnati allo Stato e alle Regioni. Questa normativa quindi, è assolutamente illegittima, penalizzante per gli interessi di molti sardi, di tanti operatori, ed aprirà la strada ad una "reale speculazione".

La certezza del diritto, la necessità che le esigenze degli operatori economici, anche di quelli del settore turistico, vengano realmente tutelate è stata ribadita dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori). Questa legge deve, necessariamente, essere modificata, cambiata, migliorata. La maggioranza ha diritto di fare approvare le sue proposte, ma la minoranza ha il diritto di fare le sue battaglie politiche sulla difesa dei "diritti delle minoranze", ha aggiunto Vargiu, ed anche l'on Cogodi "se fosse presente oggi in quest'Aula, avrebbe certamente condiviso questa nostra battaglia, in difesa dei diritti delle minoranze".

L'esigenza di puntare sulla reale valorizzazione paesaggistica del territorio della Sardegna, è stato il tema sul quale ha incentrato il suo intervento l'on. Fedele Sanciu (FI). Questa legge di assoluto blocco e divieto, ha detto anche Sanciu, porterà, invece alla paralisi del settore turistico ma, anche, degli altri comparti complementari quali quello agricolo, artigianale, dei servizi.

Una risposta "politica" all'on. Marrocu è stata data, con forza, dall'on Giorgio La Spisa (FI), il quale ha confermato che dalla maggioranza arrivano solo risposte negative. Arriva, finalmente, una prima risposta seppur riduttiva, perché vengono indicati , dalla maggioranza solamente i temi "qualificanti" della posizione delle minoranze. Ma non è proprio così ha aggiunto La Spisa, perché questa è una battaglia di principio, in difesa dei diritti dei cittadini che vengono penalizzati, danneggiati anche nei loro diritti economici.

Hanno annunciato il voto favorevole all'emendamento 28: l'on. Antonello Liori (AN), che ha sottolineato che il testo dell'emendamento esprime il significato che ha per la minoranza "la valorizzazione paesaggistica";  l'on. Giorgio Oppi (DC), che ha ribadito che, pur condividendo lo spirito della legge, è preoccupato perché ci sono tanti operatori che hanno fatto investimenti e che, con questo disegno di legge, non sono tutelati. L'on. Oppi ha parlato di atti di arroganza che la minoranza deve subire quotidianamente; l'on. Mariano Contu (FI) ha detto che i sardi devono capire cosa si nasconde dietro questo disegno di legge; l'on Roberto Capelli (UDC) ha invitato i consiglieri regionali a non usare termini demagogici, il vice capogruppo dell'UDC ha detto che la minoranza non è disponibile a nessuna trattativa ed ha accusato la maggioranza di "chiusura totale". Rivolgendosi all'on. Pirisi ha sottolineato che è ora di smettere di fare illazioni, ma è tempo di indicare con chiarezza chi ha interessi personali; l'on. Mario Diana (AN) ha detto che la minoranza non sta facendo "ostruzionismo strumentale" e ha chiesto al presidente Soru di convocare una conferenza dei capigruppo per capire se è disponibile ad aprire un dialogo; l'on. Matteo Sanna (AN) ha detto che il paesaggio non è un "optional estetico"; l'on. Nanni Moro (AN) ha ribadito che la minoranza sta tentando di combattere il "fondamentalismo ambientalista" presente nel disegno di legge; per l'on. Nicola Rassu (FI) il vincolo presente in questo provvedimento è "un'accetta"; l'on. Nello Cappai (UDC) ha detto di essere "sfortunato" perché in questa legislatura non è mai riuscito a svolgere un intervento davanti al presidente Soru. Noi vogliamo spiegare hai sardi cosa c'è dietro questo Decreto Legge. "Noi non condividiamo, ha concluso, l'impostazione che il presidente ha voluto dare al provvedimento.

Sull'emendamento n°28 è, quindi, intervenuto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), il quale ha a lungo polemizzato con l'on. Pirisi, ed ha poi spiegato che è necessario modificare la legge, in quanto essa fonda la sua logica sul metro esclusivo delle distanze dal mare senza considerare che le situazioni paesaggistiche sono tutte differenti, territorio per territorio.

E' stata poi la volta dell'on. Alberto Randazzo (UDC), che ha denunciato le conseguenze derivanti dalla delibera "salvacoste", ad esempio ad Alghero, "il turismo sardo è eminentemente estivo e balneare".

L'on. Eugenio  Murgioni (Fortza Paris) ha affermato che lo sviluppo turistico è una questione strategica, è occorre privilegiare un integrazione dei vari territori. Occorre rivedere la legge.

Rispondendo ad un precedente oratore l'on. Maria Grazia Caligaris (Misto-SDI-SU) ha affermato di non avere rilasciato interviste, ma ha ribadito che i 1800 emendamenti presentati sono difficili da giustificare."Ho l'impressione che il centrodestra non abbia chiari i punti nodali su cui discutere".

Per l'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) le aspettative e le speranze della Sardegna sono vanificate dalla legge in discussione con grave danno per l'occupazione. Dedoni ha annunciato il voto favorevole all'emendamento.

Ha poi dichiarato il voto favorevole anche l'on. Sergio Milia (FI), il quale ha confessato di non condividere l'opinione dell'on. Caligaris sulla esistenza e validità di un disegno politico della minoranza nel condurre l'opposizione alla legge. La difesa dell'occupazione, il no alla tutela indiscriminata dei due chilometri sono i concetti che ci stanno a cuore.

Voto favorevole anche da parte dell'on.Franco Sergio Pisano (I Riformatori), che ha parlato di "assalto del contenzioso giuridico" che ci si può attendere a causa della rigidità forte delle posizioni del presidente della Giunta.

Per l'on. Renato Cugini (DS), che ha confermato il voto contrario, la maggioranza non è in grado di fare una sintesi delle variegate posizioni espresse nel dibattito dalle opposizioni. "Spetta , quindi, alla minoranza sintetizzare le proprie posizioni", al fine di potere valutare gli spazi di convergenza. Questa è la strada della responsabilità. Questo percorso può essere una ipotesi di lavoro.

Il presidente ha, quindi, posto in votazione l'emendamento  n°28 che è stato respinto con 43 No e 21 Si.

E' stato, quindi, posto in votazione l'emendamento n° 35 e sono cominciate le dichiarazioni di voto.

E' intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), il quale si è detto sorpreso che il Centrosinistra non abbia ancora colto le motivazioni della azione della minoranza. Pili ha allora spiegato che la minoranza da giorni sta cercando di garantire alcuni punti essenziali: innanzitutto difendere il ruolo fondamentale del Consiglio in questa materia, ruolo che tutte le altre Regioni hanno rispettato; ha ricordato che nella legge in discussione si devono tenere conto dei vincoli di costituzionalità posti dal Codice Urbani; ha ribadito che la minoranza chiede il pieno rispetto dei diritti acquisiti; ha affermato che le opposizioni sono pronte a discutere partendo dal documento dei Democratici di sinistra, che è ben fatto, e che prende le mosse dai Piani territoriali e non dal Piano Paesaggistico Regionale. "Non si possono elaborare norme - ha detto - che blocchino lo sviluppo".

E' quindi intervenuto l'on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori), che nel ribadire che quella in corso non è una sfida, ha auspicato che alla fine si riesca ad aprire un dialogo fra maggioranza e minoranza. L'azione della opposizione, ha, quindi, dichiarato, è semplicemente quella di "apportare giusti correttivi per noi importanti" a questa legge, nel pieno rispetto del ruolo della maggioranza, tenendo conto anche del ruolo decisionale del Consiglio.

L'on. Roberto Capelli (UDC), partendo dai punti irrinunciabili posti dal centro destra e illustrati da Pili e Vargiu, ha quindi avanzato una proposta: si sospenda il dibattito in Aula su questa legge fino al 21, in attesa del pronunciamento del TAR sulla delibera Soru; nel frattempo la Commissione urbanistica si riunisca per attuare un serio confronto sugli emendamenti. Questo non deve significare il blocco dei lavori dell'Assemblea che può proseguire con altri argomenti anche di grande urgenza.

Anche per l'on. Nicola Rassu (FI) quello dell'on. Cugini è stato un segnale importante, ma è necessario comprendere che l'ostruzionismo condotto dall'opposizione è teso a evitare che possa registrarsi un blocco dello sviluppo a causa delle misure rigide della legge in discussione.

I lavori del Consiglio sono ripresi alle 15.30 con il medesimo ordine del giorno.

Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo, dell'on Paolo Fadda, l'on. Giacomo Spissu.

Il primo ad intervenire è stato l'Antonello Liori (AN), che ha annunciato il proprio voto favorevole all'emendamento n°35.

Per il consigliere di Alleanza Nazionale è necessario ripensare al piano del nostro paesaggio tipico. Per elaborare un piano del paesaggio è necessaria la concertazione per fare un Piano Paesistico Regionale sulla base delle reali caratteristiche della Sardegna. La Regione deve dettare solo le direttive, saranno i Comuni ad agire sulla base delle linee guida regionali.

L'on. Antonio Cappai (UDC), annunciando il voto favorevole, ha detto che la minoranza è disponibile al dialogo, ma dopo il 20 novembre, prima l'opposizione deve spiegare ai sardi i danni che crea questo disegno di legge. Questo disegno di legge, ha proseguito l'on. Cappai, non è un disegno di legge della maggioranza, ma è un Disegno di legge del presidente Soru.

E' poi intervenuto l'on. Nanni Moro (AN) "siamo accusati dalla maggioranza di fare ostruzionismo, ha detto, una scelta meritoria perché è fatta per migliorare le condizioni di vita dei sardi". La nostra azione continuerà per apportare modifiche a questo provvedimento "deleterio". L'on. Moro ha annunciato voto favorevole all'emendamento 35.

Anche l'on. Fedele Sanciu (FI) ha espresso voto favorevole all'emendamento 35. "La Regione ha il dovere di dare certezze su come agire ed operare in materia urbanistica". Con questo provvedimento si è creato, invece, un clima di grande incertezza. Per il consigliere di Forza Italia questo provvedimento creerà danni diretti per 5700 miliardi di lire.

L'on. Sergio Milia (FI) ha detto che i danni creati da questo disegno di legge saranno incalcolabili, per questo sono necessarie serie correzioni. Lo stallo provocato, per l'esponente azzurro, durerà non meno di tre anni.

L'on. Mariano Contu (FI) ha annunciato il voto favorevole all'emendamento 35. un piano paesaggistico non può essere una materia arida e statica.

L'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris) è favorevole all'emendamento 35. "Questo progetto di legge non tiene conto degli obbiettivi da raggiungere". Manca un progetto di sviluppo complessivo per l'intera Sardegna.

Per l'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna) la legge nasce dal programma della coalizione, non è affrettata, "è un disegno di legge di tutta la Giunta (e non solo del presidente Soru) che cerca di equilibrare il costiero" con le zone interne della Sardegna, è di salvaguardare il territorio come proiezione per un futuro sviluppo.

"Certo, ha concluso l'on. Pinna, è una legge perfettibile, siamo pronti a confrontarci".

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha invitato la maggioranza a trovare il metodo per aprire un confronto. "Il nostro unico obbiettivo è costruire uno strumento per lo sviluppo della Sardegna. L'on. Giorgio La Spisa (FI), dichiarando il proprio voto favorevole all'emendamento, ha detto che sul piano politico la convinzione della maggioranza è che la democrazia sia solo un confronto di numeri.

L'on. Giuseppe Matteo Pirisi (DS), ricordando l'intervento dell'on. Pili di questa mattina e poi degli altri consiglieri della minoranza, ha ribadito che occorre una posizione chiara ed omogenea del centrodestra su cui confrontarsi. E' stato detto si faccia la sintesi delle proposte del centrodestra. "Su quelle siamo disponibili al confronto".

L'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) ha sottolineato che la propria parte politica è sempre stata aperta al confronto. Ha richiamato tutti gli interventi di apertura sia di destra che di sinistra ed ha confermato che, a questo punto, è ora necessario convenire sul metodo.

Messo in votazione l'emendamento n°35 è stato respinto con 35 voti contrari e 18 favorevoli.

Il presidente ha, quindi, messo in votazione l'articolo 1. molti gli interventi per dichiarazione di voto.

E' poi intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), che ha sottolineato che bisogna riconoscere il ruolo che deve avere, in materia urbanistica, il Consiglio regionale; per l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) le aperture che ci sono state, sono un elemento importante. Bisogna evitare i toni polemici per non vanificare gli sforzi che si stanno facendo verso l'apertura di un confronto. Il metodo secondo l'on. Vargiu, è votare l'articolo 1 (la minoranza voterà contro) e convocare una conferenza dei capigruppo, per aprire un canale di comunicazione; l'on. Roberto Capelli (UDC) ha ricordato che è da stamattina che la minoranza sostiene che è necessario un confronto serio e pacato sulla legge, senza pregiudiziali. Finalmente si farà quella concertazione che fino adesso non è avvenuta. Dopo la proroga di tre mesi il tempo per aprire un confronto esiste. "La nostra proposta è riportare il disegno di legge in commissione".

Un rapporto più democratico tra le parti, per avviare un confronto costruttivo, è stato auspicato dall'on. Nicolò Rassu (FI), il quale ha ricordato che nella scorsa legislatura "almeno i rapporti interpersonali erano più corretti".
Il principio ispiratore del provvedimento urbanistico può anche essere "condivisibile", ha aggiunto Rassu, ma il testo è migliorabile, perfettibile. Il confronto dialettico, un dibattito serio, senza dubbio porterebbero ad un risultato positivo, mentre il muro contro muro non porta a nulla. L'on. Rassu ha annunciato il suo voto contrario.

Un velato tentativo di apertura c'è stato, ha detto l'on. Nello Cappai (UDC), da parte dei DS e di Progetto Sardegna, anche se all'interno di questo gruppo le posizioni sono differenti. In ogni caso, ha detto Cappai, annunciando il suo voto contrario, "siamo noi che vogliamo capire quali margini esistono, per avviare un confronto costruttivo". D'altro canto, il dialogo deve anche portare ad un reale confronto sul ruolo del Consiglio, sui compiti dell'esecutivo, sui diritti ed i doveri della maggioranza e della minoranza.

In quest'Aula non si riesce a farsi capire, "probabilmente per colpa nostra",  ma la verità è che non tutti "vogliono capire". Sembra che ci sia, comunque, la volontà di un accordo, ha detto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris), intanto diciamo come questo accordo può essere raggiunto. Le ipotesi, confermando che questo provvedimento è di grandissima importanza, sono due: una conferenza dei presidenti dei Gruppi o il ritorno del progetto di legge in commissione, per fare in quella sede un esame approfondito del testo ed anche per avviare una concertazione costruttiva con tutte le forze sociali. "Anche noi vogliamo predisporre ed approvare una nuova legge urbanistica, ha concluso Silvestro Ladu, annunciando il proprio voto contrario all'articolo, ma la vogliamo seria, moderna, adeguata alle reali esigenze della Sardegna. D'altro canto anche noi rappresentiamo una parte della società sarda e non intendiamo rinunciare a questo ruolo".

Un confronto serio, prima del voto sull'articolo 1 "perché anche questo potrebbe essere modificato" è stato sollecitato dall'on. Giorgio La Spisa, il quale ha precisato che una riflessione ormai si impone, perché le minoranze hanno fatto le loro "offerte" e sino ben decise ad avviare un confronto costruttivo, confermando, però "l'irrinunciabilità" di alcuni punti fermi: il ruolo del Consiglio, quello delle minoranze, la compatibilità delle nuove norme con quelle nazionali, col Codice Urbani, con le direttive comunitarie, il coinvolgimento del sistema delle autonomie locali e delle forze sociali, il rispetto dei diritti acquisiti. 
Se sarà garantito il rispetto di queste "esigenze", il confronto potrà partire, ha detto La Spisa annunciando il suo voto contrario, la conferenza dei presidenti dei gruppi e commissione di merito possono essere i luoghi più adatti dove avviare il confronto e portarlo a compimento.

L'avvio di un dialogo è stato auspicato anche da Mariano Contu (FI), il quale ha però confermato che è necessario "ragionare" in termini concreti, per dare soluzioni adeguate a questo problema; come è necessario dare risposte concrete anche alle esigenze che giungono, in quest'Aula, da altre parti sociali, da altri settori estremamente importanti come quello dell'urbanistica, quali il comparto agricolo, dell'artigianato e dei servizi.

Un contributo al dialogo, con una ampia apertura ad un confronto costruttivo ed immediato, è stato dato anche dall'on. Sergio Pisano (I Riformatori), il quale ha auspicato un "prezioso silenzio" da parte dei falchi, in modo che si levi alta la voce delle colombe. Per Pisano si può ipotizzare anche il ritiro di due "preziosi" emendamenti, per trovare un accordo "preliminare", in modo da sbloccare, definitivamente, questa difficile situazione di stallo.
A parti invertite, se nella scorsa legislatura Pili avesse tentato un provvedimento che "riducesse" il ruolo del Consiglio, l'intera Sardegna si sarebbe sollevata: maggioranza e minoranza avrebbero tuonato in difesa dei diritti dell'Assemblea legislativa sarda. Oggi, invece, nulla di tutto questo, anzi la difesa della centralità del Consiglio viene contestata e considerata puro ostruzionismo.

Comunque, ha detto Sergio Milia, (FI), è inutile la prova di forza se esiste una reale ipotesi di accordo. Se esiste possibilità di accordo, ha aggiunto Milia, si esplicitino, altrimenti si continuerà questa battaglia in difesa della libertà e della legalità.

La difesa dei diritti degli imprenditori turistici è stata ribadita anche da Fedele Sanciu (FI), il quale ha confermato la sua contrarietà al contenuto dell'articolo 1, gravemente lesivo del principio di sovranità ed indipendenza del Consiglio regionale.

La necessità di superare le divisioni, concordando sui modi e sui tempi da osservare per appianare queste contrapposizioni è stata ribadita dall'on. Giovanni Moro (AN), secondo il quale i presidenti dei gruppi devono avanzare proposte concrete, realistiche. Altrimenti è inutile cercare un confronto, quando dall'altra parte non esiste nessuna disponibilità al dialogo. L'on. Moro ha annunciato voto contrario all'articolo.

Un certo pessimismo ha caratterizzato, invece, l'intervento dell'on. Attilio Dedoni (I Riformatori), che ha ricordato come nessuna reale apertura sia arrivata dagli esponenti della maggioranza. In tutti gli interventi giudicati di "apertura" ha concluso Dedoni i "ma e però" erano più numerosi delle "parole" decisamente "aperturistiche". Non è un atteggiamento di "timore nei confronti delle nostre posizioni", ma è proprio un'intransigente posizione nei confronti delle istanze e delle proposte avanzate da questa opposizione.

Una "richiesta di apertura, ma al presidente della Giunta" è stata fatta dall'on. Antonello Liori (AN), il quale ha sollecitato dialogo e collaborazione, perché altrimenti il ruolo del Consiglio, del Parlamento dei sardi, viene del tutto sminuito, snaturato. Occorre, quindi, riesaminare la situazione attuale, stabilire regole e norme, che vadano bene a tutti; che garantiscano la libertà, i diritti e i doveri di tutti coloro che hanno ricevuto "il mandato di consigliere dall'elettorato".

Un richiamo ad una maggiore prudenza, ad una riflessione complessiva che tenga conto della reale situazione esistente in Consiglio è stato fatto dall'on. Mario Diana (AN), secondo cui è assolutamente necessario "bloccare il gioco" e stabilire poi se andare avanti, come e quando, assumendosene in ogni casa le responsabilità.

"Lei è il presidente dei sardi, quindi, anche il mio presidente", ha detto anche Mario Diana rivolgendosi al presidente Soru. "Certamente si sarà accorto che questo Consiglio non è un Consiglio di amministrazione e che, quindi, anche i numeri piccoli hanno un ruolo". "Riunisca la sua maggioranza, ha concluso Mario Diana, capisca cosa vuole, decida di convocare i capigruppo per avviare un corretto confronto". Altrimenti, il rischio reale è quello di uno scontro destinato a durare molto a lungo, uno scontro che farà slittare l'assestamento di bilancio, il DPEF, il bilancio regionale di moltissimi mesi "e quelli sono, si, le reali necessità della Sardegna".

Un appello ad una maggiore apertura al dialogo è stato fatto dall'on. Carlo Sanjust (FI), il quale ha voluto riconfermare la necessità di un confronto, che permetta di superare sterili opposizioni.

Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione, col sistema elettronico palese (chiesto dalle opposizioni) l'articolo 1che è stato approvato con questo risultato: Presenti 61; Votanti 57; Astenuti 4; Favorevoli 38; Contrari 19.

Intervenendo sull'ordine dei lavori l'on. Roberto Capelli (UDC) ha, quindi proposto la convocazione di una conferenza dei presidenti dei gruppi, richiesta che è poi stata ritirata. La proposta è stata "riavanzata" dall'on. Vargiu (I Riformatori), il quale ha chiesto in seconda istanza, una breve sospensione dei lavori, per capire se esistono reali possibilità di accordo. Contro la convocazione di una conferenza dei presidenti dei gruppi, e di una qualunque sospensione, si è pronunciato l'on. Siro Marrocu (DS), il quale ha giudicato assolutamente pretestuose le richieste e "le proposte di apertura" delle minoranze. Le reali disponibilità al dialogo da parte delle opposizioni sono state confermate, invece, dall'on.Capelli (UDC), il quale ha ribadito che la sua proposta, reiterata dall'on. Vargiu, altro non è che una "risposta positiva" ad un invito al dialogo fatto da "autorevoli" esponenti della maggioranza.

Il presidente Spissu ha, quindi, posto all'attenzione dell'Aula le richieste dell'on. Vargiu che il Consiglio ha respinto.

La completa chiusura nei confronti delle proposte della minoranza, è stata stigmatizzata dall'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori), il quale preso atto che il metodo proposto dalle minoranze non è stato accettato, ha chiesto alla maggioranza di "proporre il proprio metodo", dichiarando di accettarlo anche senza conoscerlo, a conferma della propria disponibilità ad avviare un confronto corretto, alla "luce del sole".
L'on. Vargiu ha anche denunciato che "a sua memoria, la richiesta di una conferenza dei capigruppo o di una breve interruzione, per cercare un accordo, non era mai stata respinta" ed ha invitato tutti a  trarne le logiche conclusioni.

Il presidente ha, quindi, aperto la discussione sull'emendamento n° 6 aggiuntivo (Pisano - Cassano - Dedoni - Vargiu) con il quale si prevede che dopo le parole "al fine di assicurare una adeguata tutela e valorizzazione del paesaggio" siano aggiunte le parole " la proposta del PPR deliberata dalla Giunta regionale viene trasmessa al Consiglio regionale che ne approva l'adozione entro sei mesi secondo le procedure indicate  nell'art. 2 della presente legge".

L'emendamento è stato illustrato dall'on. Giorgio Oppi (UDC), che ha voluto ribadire come, questo emendamento, le opposizioni vogliono difendere in tutti i modi il ruolo e le prerogative del Consiglio.
Analizzando, politicamente, la decisione dell'Aula di bocciare la richiesta di convocazione della conferenza dei presidenti dei gruppi, avanzata degli onorevoli Capelli e Vargiu, l'on. Oppi ha voluto ribadire che questa minoranza ha le idee chiare e sa bene  dove vuole andare. Abbiamo risposto positivamente alle vostre aperture, prima quella della Caligaris, poi quella di Pinna e, con diversi toni Maninchedda, ha detto Oppi, se ci siamo sbagliati siamo pronti a riprendere la nostra battaglia. Abbiamo dichiarato di essere favorevoli all'inversione dell'ordine del giorno (esaminare subito l'assestamento di Bilancio, poi riprendere con la legge urbanistica); se ciò non è possibile, perché il presidente non lo consente, "va bene lo stesso. Parleremo di questa legge ancora per molti giorni, senza dubbio almeno sino al 24, giorno in cui il TAR Sardegna deciderà le sorti del decreto Soru". Poi si trarranno le considerazioni del caso.

Polemico l'intervento dell'on. Roberto Capelli (UDC), che ha confermato la decisione di rispondere, positivamente, alle reali aperture di alcuni esponenti della maggioranza. Ma ha anche ribadito la necessità di un confronto libero che non è possibile avviare, perché tutte le aperture della maggioranza sono strumentali.
Quando sembra che ci sia un ipotesi di accordo, ha aggiunto Capelli, il presidente Soru chiama a rapporto i capigruppo, impone i suoi ordini, ed il muro contro muro riprende. Saremmo stati disponibili anche a ritirare degli emendamenti, almeno per compensare il tempo utilizzato per la riunione dei capigruppo, ma la posizione intransigente del capogruppo DS lo ha impedito. "Ci vuole fantasia per avviare proposte concrete e significative" ha detto ancora Capelli. Comunque l'opposizione ha appreso nel modo migliore la lezione del centrosinistra impartita con grande maestria nella scorsa legislatura. Questa legge Soru è proprio di Soru, in quest'Aula ce ne siamo resi conto e ci comporteremo nel modo dovuto. "Voi l'approverete, ha concluso Capelli, ma lo farete voi; noi faremo la nostra battaglia, difendendo anche le prerogative di questa Assemblea legislativa".

L'impraticabilità del ricorso alla conferenza dei presidenti dei gruppi, come luogo per avviare una "trattativa concreta", è stata illustrata dall'on. Peppino Balia (Misto-SDI-SU), il quale ha voluto ricordare come la conferenza dei presidenti dei gruppi non sia un luogo deputato a prendere decisioni politiche. Le diplomazie lavorino, ha aggiunto Balia, si raggiunga un accordo e lo si porti in conferenza, per decidere le modalità della prosecuzione dei lavori. In ogni caso Balia si è detto contrario ad ogni sospensione e contrario all'emendamento in discussione.

Favorevole all'emendamento si è detto, invece, l'on. Mariano Contu (FI), il quale si è anche chiesto quale sia l'effettiva volontà di questo Consiglio di accogliere le proposte "migliorative" presentate dai gruppi delle opposizioni. Questa legge è estremamente vincolistica, scritta fuori da questo Palazzo. Il tentativo palese di sottrarre l'autonomia e la potestà legislativa all'assemblea elettiva del popolo sardo, Contro questo disegno limitativo del ruolo della sovranità dell'Assemblea, ci si deve battere con impegno.

L'on. Renato Cugini (DS), nel suo intervento, ha sottolineato che non si può fare una conferenza dei capigruppo per decidere su una legge, sarebbe una posizione errata sia sul piano politico che tecnico. "Sarebbe politicamente sbagliato, ha aggiunto, andare ad un incontro tra i capigruppo per sancire che non ci sono le condizioni per procedere verso l'accordo".  Per l'on. Cugini, comunque, sono da confermare le considerazioni fatte dagli altri colleghi della maggioranza e l'indicazione di lavoro fatta dall'on. Balia.  "Sono d'accordo di non interrompere la seduta e di organizzare, dopo la fine dei lavori di stanotte, un incontro tra due ristrette delegazioni di maggioranza e opposizione. L'on. Cugini ha suggerito alla minoranza di ritirare, come atto di buona volontà,  i quattro emendamenti aggiuntivi all'articolo 1 già approvato.

"No, non li ritiriamo". L'on. Nello Cappai ha immediatamente rifiutato l'invito dell'on. Cugini perché, ha detto, negli emendamenti ci sono aspetti migliorativi della legge e deve decidere l'Aula. "L'Aula però non è messa nelle condizioni di decidere, perché la maggioranza evita il confronto". L'on. Cappai ha richiamato l'attenzione sul fatto che il presidente della Regione aveva chiamato a raccolta i capigruppo della maggioranza e che si stava svolgendo una riunione "dietro la tenda". Per l'esponente dell'UDC  è necessario che il disegno di legge ritorni in commissione.

L'on. Antonello Liori (AN) ha espresso solidarietà ai colleghi della maggioranza che hanno cercato di aprire uno spiraglio. Il consigliere regionale di AN ha ricordato che la minoranza vuole modificare il provvedimento quanto più possibile nell'interesse della Sardegna.

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha ricordato che la volontà di aprire  uno spiraglio da parte della minoranza è massima e che ci deve essere un serio confronto. Rivolgendosi alla maggioranza ha detto: "Dimostrateci buona volontà".

L'on. Mario Diana (AN) ha detto di essere fiducioso ed ottimista. "Il presidente Soru cercherà e troverà una soluzione e riporterà, in questa riunione con i capigruppo della maggioranza, i "figlioli" sulla retta via".

Per l'on. Nicola Rassu (FI), invece, ormai è evidente che non succederà niente. Siamo di fronte ad una farsa, ha detto, se si trattasse di una strategia, sarebbe accettabile, ma c'è il sospetto che ci sia in atto un grosso condizionamento. Il Consiglio regionale è tenuto "in ostaggio" dal fatto che non si vuole discutere.

L'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris) ha espresso voto favorevole all'emendamento n. 6 e ha detto di essere "mortificato" per quello che è successo nel pomeriggio.

L'on. Moro (AN), ha dichiarato il voto favorevole all'emendamento n°6 sottolineando i gravi e incalcolabili danni che la normativa in discussione avrebbe, in modo diretto o non diretto, sul tessuto economico di moltissime realtà locali: Ha sarcasticamente apprezzato l'inutile ottimismo manifestato dall'on. Diana.

E' una legge sbagliata, negativa per la Sardegna, ha detto l'on. Artizzu (AN) motivando il proprio voto favorevole all'emendamento in discussione. "Vi è stato assegnato il ruolo di difensori d'ufficio di un provvedimento sbagliato" ha soggiunto l'oratore rivolto ai banchi della maggioranza.

Per l'on. Matteo Sanna (AN), che ha annunciato il proprio voto favorevole, "questo emendamento sta restituendo dignità al ruolo dell'Aula". "Per questo non credo alle riunioni ad escludendum". Sanna ha ribadito con forza il "primato dell'Aula".

E', quindi, intervenuto l'on. Dedoni (I Riformatori) "ridurre il ruolo dell'Aula significa ridurre la rappresentanza democratica. Ogni volta che un'Aula parlamentare viene calpestata, non si fanno passi avanti". "Avete stracciato la rappresentanza parlamentare" ha detto Dedoni parlando alla maggioranza. 

Voto favorevole è stato dichiarato anche dall'on. Biancareddu (UDC), che si è detto preoccupato per le ripercussioni del provvedimento sul mercato immobiliare costiero.

Per l'on. Sanciu (FI) l'emendamento ripropone alcuni termini  di altri emendamenti in difesa dello sviluppo del sistema turistico. Sanciu ha deplorato quanto accaduto precedentemente in seno alla maggioranza.

L'on. Sanjust (FI) ha ipotizzato conseguenze assai negative per la maggioranza a causa della sua intransigenza. Col provvedimento si blocca illegittimamente ogni tentativo di sviluppo.

Voto favorevole anche per l'on. Milia (FI) per il quale non si intravede nessuna volontà di confrontarsi. Si sta perdendo un'occasione, ha proseguito, imputando alla maggioranza di comportarsi diversamente dalle petizioni di principio tante volte affermate in passato.

Anche l'on. Ladu (Fortza Paris) ha annunciato il voto favorevole. Ha, poi, deplorato le posizioni oltranziste presenti nella maggioranza. Non si può accettare che il Consiglio venga esautorato.

Si all'emendamento  anche da parte dell'on. La Spisa (FI) perché è uno dei punti su cui si concentra l'attenzione dell'opposizione. Dopo averne approfondito gli aspetti peculiari, ha espresso riserve sull'atteggiamento della Giunta.

L'on. Pili (FI) ha fatto un rapido calcolo sul tempo in cui l'Aula dovrà ancora continuare a restare convocata. Ha, quindi, detto che non accetterà più alcuna proposta di dialogo se non verrà direttamente dalla Giunta stessa. Ha anche proposto una sospensione di questo argomento per cominciare ad esaminare l'assestamento di Bilancio. Pili ha ribadito i quattro punti da lui già indicati quale base della discussione.

Per l'on. Uras (PRC) l'emendamento richiama il ruolo del Consiglio. Ha ribadito la propria convinzione a favore della democrazia partecipata. Si è detto disponibile ad un lavoro ancora più intenso per una più rapida conclusione perché il passaggio in commissione di merito è stato utile solo ad allungare i tempi.

L'emendamento n° 6  è stato messo in votazione è respinto con 45 No e 21 si.

Si è, quindi, passati all'esame dell'emendamento n°30.

E' intervenuto l'on. Capelli (UDC) il quale ha replicato ad Uras, proponendo un termine perentorio nell'eventualità di un passaggio della materia in commissione. Un altro punto d'incontro potrebbe essere rappresentato dal fatto che sia la maggioranza a scegliere lo strumento del dialogo.

Per l'on. Rassu (FI)  con questo emendamento si restituisce voce al Consiglio. Ha annunciato il voto a favore.

Si anche dall'on. Vargiu (I Riformatori), che ha sottolineato come l'emendamento in discussione e i due successivi non sono ostruzionistici, ma di grande importanza sostanziale. Ha auspicato un dialogo costruttivo sulle regole.

Il rappresentante di Alleanza Nazionale, l'on. Liori ha poi spiegato la ragione del suo voto favorevole. Ha dichiarato la necessità di un bilanciamento dei poteri da qui la ragione dell'emendamento.

L'on. Fedele Sanciu (FI) ha ricordato il ruolo delle commissioni consiliari, ruolo svilito, in commissione urbanistica, per la mancata autonomia dei consiglieri di maggioranza. L'on. Sanciu ha espresso voto favorevole sull'emendamento.

L'on. Sergio Pisano (I Riformatori) ha detto di essere sempre più convinto della poca convinzione con cui la maggioranza sta approvando questa legge, che, se approvata aprirà un contenzioso "Questa legge è un mostro". Per l'on. Pisano i vincoli previsti in questa legge riguardano il 30% del territorio sardo.

Per l'on. Nanni Moro (AN) questa maratona è fatta soprattutto per salvaguardare il ruolo del Consiglio regionale. L'operazione di delegittimare il Consiglio è abnorme. "Il presidente Soru è il Padre e Padrone di questo Consiglio, ha concluso, e la stessa maggioranza è relegata in un cantuccio".

L'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) ha espresso parere favorevole all'emendamento n° 30 perché è necessario che il Consiglio regionale abbia un ruolo di primo piano in materia urbanistica.

Il presidente Spissu ha sospeso la seduta per mezz'ora.

Alla ripresa dei lavori, l'on. Carlo Sanjust (FI) ha fatto un appello per utilizzare meglio la presenza femminile in Aula. "Le consigliere regionali potrebbero fare da ambasciatrici per risolvere la situazione dell'Aula".

L'on. Pili ha chiesto la verifica del numero legale. Essendoci solo 25 consiglieri in Aula, il presidente ha sospeso la seduta per 30 minuti.

L'emendamento 30 è stato respinto, mentre il numero 31 non è stato messo in votazione, su segnalazione dell'on. Chicco Porcu (Progetto Sardegna), che ha sostenuto l'inutilità del voto per un emendamento che ricalca il precedente (la stessa formulazione con la differenza di "tenendo conto" rispetto a "recependo"). Dello stesso parere il presidente Spissu.
Sull'emendamento successivo (32) è intervenuto l'on. Mauro Pili (FI), il quale ha protestato sostenendo che "c'è una bella differenza" e comunque ha ripetuto che la preoccupazione dell'opposizione è quella di salvaguardare il ruolo del Consiglio. Ha chiesto alla maggioranza se si può aprire un confronto e "se non sia il caso di fermarsi un attimo". Per il 24 novembre è attesa la sentenza del Tar sulla legittimità del decreto "salva coste" e per quella data l'opposizione vuole arrivare a cantiere aperto, "non per una vittoria politica, ma per un senso di responsabilità".
"La mia sensazione è che il presidente Soru abbia manifestato disponibilità al dialogo", ha detto l'on. Giorgio Oppi (UDC), auspicando una sospensione di 30 minuti per consentire "un approccio fuori delle formalità". Il centrodestra - ha affermato - è disponibile ad una variazione dell'ordine del giorno (sono necessari i quattro quinti dei voti dell'Aula) in attesa di trovare l'accordo sulla legge urbanistica. Altrimenti si va verso una maratona che, "come in tutte le maratone, si sa quando si parte ma non se si arriva".
"Se l'obiettivo dell'opposizione è migliorare il disegno di legge - ha risposto l'on. Siro Marrocu, capogruppo dei Ds - siamo disponibili, ma se si tratta di un ulteriore tentativo di perdere tempo, non se ne parla neppure". Ha perciò invitato il centrodestra "a spiegarci le parti della legge che volete modificare".
La maggioranza si ostina "a rifiutare la ciambella lanciata dal nostro capogruppo", ha sostenuto l'on. Antonio Cappai (UDC). La legge può essere approvata subito, se ci fossero le necessarie aperture ad un dialogo che la migliori. La verità è che l'Aula non è in grado di prendere alcun impegno, perché chi decide è il presidente Soru, il quale, invece, tace. Di questo passo si andrà per le lunghe e la chiusura dei lavori entro il 20 novembre (data indicata dall'on. Biancu) sembra una fantasia.

Uno spiraglio alla trattativa c'è stato, ma se la maggioranza non decide di dar corso al dialogo con l'opposizione, "noi andremo avanti", ha precisato l'on. Nicola Rassu (FI), per il quale la maggioranza subirebbe condizionamenti dalla Giunta, "altrimenti non si spiega il mutismo e la rinuncia a partecipare al dibattito".

"Chi ha l'autorevolezza per farlo, ci dica che cosa vuole il centrosinistra": l'invito è arrivato dall'on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori), per il quale le "avances" degli onorevoli Pinna e Maninchedda sono state dai fatti smentite. Vargiu ha ribadito la preoccupazione del suo gruppo perché, nell'attuale formulazione, la legge riduce le prerogative del Consiglio ed ha citato un autorevole costituzionalista sulla necessità di un equilibrio "fra i tre poteri", con la tutela di quello legislativo, che deve avere "un forte ruolo convalidante".

Sul ruolo del Consiglio e sul rischio di una sua subalternità alla Giunta si è soffermato anche l'on. Mariano Contu (FI), mentre per l'on. Ignazio Artizzu (AN) i lavori dell'Aula confermano la compattezza del centrodestra, condizione che dimostra "che la maratona durerà a lungo". Ma per Artizzu c'è un altro grave problema da tenere presente: il blocco di "alcune coste" (si potrà operare nei 24 comuni che hanno già adottato il Puc, gli altri resteranno per alcuni anni alla finestra) rispetto ad "altre" determinerà una "bolla speculativa", perché, riducendo la disponibilità di un bene il prezzo sale alle stelle.

Gli emendamenti in discussione avrebbero potuto fornire un'utile occasione di confronto; ma la maggioranza "si rifiuta di entrare nel merito". Perciò il tempo trascorre in modo poco produttivo, considerato che "i monologhi non servono al dialogo". Lo ha sostenuto l'on. Roberto Capelli (UDC), sottolineando l'utilità, al contrario, di aprire un confronto "utile, soprattutto, per migliorare la legge".

La Sardegna "a due velocità", quella dei comuni costieri col Puc e quelli senza, crea "pochi nuovi ricchi e molti nuovi poveri" ha detto l'on. Nanni Moro (AN), lamentando che la maggioranza "fa finta di ascoltare", ma in realtà glissa l'invito al confronto avanzato dal centrodestra. La riduzione del "peso" politico del Consiglio regionale, subalterno rispetto alla Giunta, "è un delitto". Moro ha anche invitato l'on. Vargiu a non reiterare gli inviti alla maggioranza, "tanto non ha nessun potere, perché decide Soru".

L'on. Attilio Dedoni (I Riformatori) ha detto che la maggioranza ha il dovere di rappresentare "tutta la società", applicando "un principio di generale giustizia". Lo ha fatto fra dotte citazioni, rimaste incompiute per la severità con cui non si dà proroga oltre i 5 minuti consentiti per le dichiarazioni di voto.

Ma i continui richiami a discutere sul merito, hanno spinto la maggioranza ad intervenire. Lo ha fatto, per primo, l'on. Paolo Antonio Licheri (PRC), il quale ha sostenuto che l'opposizione cade in contraddizione quando, da un lato, vuole tutelare la dignità del Consiglio e, dall'altro, chiede di dialogare col presidente della Giunta, anziché con la coalizione di centrosinistra. Del resto, sul tavolo non c'è una proposta seria del centrodestra; solo 1800 emendamenti nati con l'obiettivo di ritardare l'approvazione della legge. "Presentate il vostro progetto - ha concluso rivolgendosi all'opposizione - e noi apriremo la discussione".

Per l'on. Antonello Liori (AN) il blocco "di 400 mila ettari di territorio di pregio" non fa sicuramente parte delle promesse elettorali del centrosinistra; se gli elettori avessero avvertito le conseguenze del disegno di legge, sicuramente avrebbero negato la loro fiducia. Si tratta, infatti, di aspettare almeno quattro anni prima di riavviare l'economia. Quei terreni sono stati sottratti arbitrariamente e, se il Tar lo confermerà, i proprietari potranno chiedere di essere indennizzati "per quell'occupazione abusiva".

Due giorni di discussione "non sono serviti a niente", l'articolo 1 "sarà approvato così come era stato proposto. Anche questa legge verrà approvata "così come è stata proposta, ma non so quando" ha detto l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) sostenendo che il Consiglio si è cacciato in un vicolo cieco. Eppure "ci sono concrete possibilità per migliorare il testo di legge". Non mancano i segnali di apertura, ma tutti sono senza alcun seguito.

"La noia del dibattito" è conseguenza della scarsa partecipazione del centrosinistra. Qualcuno si è persino assopito. "Ora che mi sono svegliato, intervengo", ha detto l'on. Ciriaco Davoli (PRC) sostenendo che questa legge è legge del centrosinistra e che il potere dei governatori, che sbilancia a favore della Giunta i rapporti col Consiglio, è "una legge voluta dal centrodestra". In ogni caso Rifondazione è dalla parte del Consiglio "e non sottostà ad alcun presidente factotum".

"Siamo ad un punto di non ritorno", ha sostenuto l'on. Sergio Pisano (I Riformatori), ricordando che quello in discussione è l'ultimo emendamento in cui si possono difendere le prerogative del Consiglio. "Se non si trova l'accordo ora, la confusione aumenta e la situazione diventa irreversibile". La maratona dell'Aula non serve a nessuno; la Sardegna "ha bisogno di persone che aiutino i sardi":

Un "attimo di meditazione" ha chiesto l'on. Mario Diana (AN) perché il dibattito non si svilisca e il Consiglio, votando l'emendamento, possa riappropriarsi del suo ruolo. Quanto alla legge, "è necessario che il presidente Soru ci faccia capire quali sono gli scenari che si prefigurano con l'approvazione della legge", considerato che nessun modello di sviluppo verosimile è stato ancora presentato al giudizio dell'Aula.

"Non vogliamo ripetere l'esperienza negativa del passato Consiglio regionale", ha risposto l'on. Luciano Uras (RC). Quello "è stato sede di compromissioni" che l'attuale maggioranza vuole evitare. Ma i tanti emendamenti non indicano la strada per il dialogo, non essendoci alcuna proposta migliorativa della legge. Al contrario, alcuni emendamenti sono vere e proprie aberrazioni giuridiche.

L'on. Antonio Biancu (Margherita) ha assicurato la disponibilità del suo gruppo di aprire un confronto "se è manifesta la volontà di migliorare la legge"; non c'è alcuna possibilità d'intesa, invece, "se il tentativo è quello di bloccare una iniziativa che mette ordine ad un settore importante e delicato".

Il consigliere Uras ha ragione; gli emendamenti che subordinano la Giunta al Consiglio, in questa fase e in questa materia, "sono impropri dal punto di vista giuridico"; ma rappresentano una posizione politica e comunque alla maggioranza si chiede un'apertura, magari parlando di "semplice atto di indirizzo" del Consiglio, ha ribadito l'on. Giorgio La Spisa (FI). L'opposizione è convinta della necessità di migliorare la legge, a patto però che le modifiche migliorative "non le indichiate voi".

Quali sono i punti che l'opposizione chiede di riesaminare? Li ha indicati l'on. Fedele Sanciu (FI): il ruolo del Consiglio ("piena dignità e libera scelta dei consiglieri"), il riconoscimento e il rispetto dei diritti acquisiti; misure di salvaguardia in linea col Codice Urbani.  Se non c'è dialogo, la parola spetta agli emendamenti.

E' un peccato che si prosegua muro contro muro, ha sostenuto l'on. Matteo Sanna (AN) auspicando che, alla fine, prevalga il buon senso; mentre l'on. Andrea Biancareddu (Udc) ha detto che non si sa se è meglio "migliorare la legge col contributo del centrodestra o lasciare che la maggioranza vada per la sua strada e approvi una legge deficitaria sotto molti aspetti".

Ha chiesto il via libera ai patti territoriali ("frenati dalla burocrazia, ed ora arrivati alla meta, ma bloccati dal decreto Soru") l'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris), sostenendo "che tutta la programmazione negoziata deve essere esclusa".

Perché prendersela tanto - ha commentato l'on. Alberto Randazzo (UDC) - tanto a dicembre  "il Tar decide se il Consiglio sopravviverà oppure no". Mentre il presidente della Quarta commissione, on. Giuseppe Pirisi ha rilanciato la palla all'opposizione: come mai questa strenua difesa delle prerogative del Consiglio, si è chiesto, se nei due disegni di legge presentati la scorsa legislatura, a firma Biancareddu e Milia, "la parola Consiglio regionale non compare neppure una volta"? La legge 45 disciplina, fra l'altro, le procedure: "se - ha aggiunto - queste non andavano bene all'on. Pili, perché da presidente della Giunta non è intervenuto per modificarle?".

A notte avanzata si vota sull'emendamento 32 che chiude di fatto l'articolo 1. L'emendamento è respinto (41 a 21).

Si ricomincia a distanza di qualche ora, alle ore 9 e 45, per un'altra intensa giornata.


I lavori del Consiglio riprenderanno
domani
alle ore 09,45.