CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 29
pomeridiana del 28
ottobre 2004
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Claudia Lombardo e dell'on. Giacomo Spissu.
Prosecuzione esame Disegno di legge n. 20 e delle Proposte
di legge n. 24 - n. 28 /A (Norme per la pianificazione paesistica
e la tutela del territorio)Primo oratore l'on. Antonello Licheri (PRC), che ha definito questa legge un primo passo importante per definire norme precise in una materia tanto rilevante. Non è una legge del presidente Soru, ma una legge dei sardi, che questa coalizione la hanno votata; ha detto, contestando così i metodi verticistici propri del passato più recente.
Secondo l'oratore oltre a rispettare le esigenze dei territori, la proposta di legge colma un vuoto, e oltretutto è compatibile con un nuovo processo di sviluppo.
Secondo Licheri questa legge consente di ripristinare un corretto rapporto di simbiosi tra uomo e ambiente; rimanere legati al passato, come vorrebbe il centrodestra, perpetuerebbe, invece, l'abuso indiscriminato del territorio.
Non è vero che la norma proposta dalla maggioranza estrometterebbe la Sardegna dai circuiti turistici; essa piuttosto è in perfetta sintonia col programma presentato dalla maggioranza nella campagna elettorale.
"Questa è la legge dei sardi perché ne interpreta i bisogni e le aspettative", ha proseguito Licheri, per il quale, "con questo strumento, alle parole del programma seguono i fatti". Riferendosi alle polemiche di questi giorni, esplose soprattutto a Olbia, Licheri ha detto che la prosecuzione dell'azione di cementificazione disordinata nel territorio sarebbe un freno allo sviluppo. E replicando alle critiche dei consiglieri del centrodestra, originari del territorio di Sassari, ha affermato che non si possono criticare gli altri (Soru) quando a casa propria non si riesce neppure a varare un piano urbanistico.
Lo sviluppo della qualità ambientale ha infine concluso Licheri è centrale all'idea di alternativa proposta dal centrosinistra.Ha, quindi, preso la parola l'on. Mario Diana (AN), il quale ha subito osservato, rivolto al precedente oratore, che "mentre il centrodestra guarda alla vita "la posizione del PRC è quella di chi "guarda alla morte". Diana ha negato, come affermato in mattinata in vari interventi, che vi sia stato confronto e discussione fra il presidente e la propria coalizione.
"Non discussione, ma imposizione" ha detto. Il che può anche essere accettabile; ma allora si deve avere il coraggio di dire al presidente che gran parte della sua coalizione non è d'accordo con lui in questa materia.
Rivendicando, poi, l'esigenza di tutela nei confronti dei sindaci dissenzienti, Diana ha ricordato come i capisaldi della tutela ambientale e dei beni culturali affondino le radici addirittura nel 1939, epoca un cui al governo dello Stato non c'era certo il centrosinistra, né per la verità il centrodestra.
Entrando, quindi, nel dettaglio del disegno di legge , Diana ha svolto una serie di considerazioni critiche, contestando con vigore la filosofia di fondo della materia legislativa, mutuata a suo giudizio, dai temi più radicali degli ambientalisti.
Lo sviluppo sostenibile è altro, ha ricordato, e non si persegue con i veti. Ci sono contraddizioni interne al testo di legge, e si confida nella magistratura amministrativa per una bocciatura secca, ha aggiunto ancora l'oratore, che ha parlato di un vero e proprio "obbrobrio legislativo". Affermando che "scempi urbanistici" possono essere perpetrati anche all'esterno della fascia di 2000 metri, il rappresentante di AN si è detto d'accordo sul fatto che si sono compiute "cose urbanisticamente brutte"; tuttavia, si è chiesto: come provvedere, con questi veti, alla sistemazione delle aree oggi compromesse? Diana si è riferito, quindi, alle strutture realizzate a Sa Illeta per la società Tiscali del presidente Soru; e alla villa ristrutturata di proprietà di Soru sulla costa di Villasimius. Diana ha affermato che non tutto ciò che viene realizzato sulle coste è brutto e negativo. Ed ha concluso auspicando azioni legislative equilibrate che non dividano la Sardegna.E' Intervenuto, quindi, l'on. Stefano Pinna (Progetto Sardegna). "Si continua ad agitare l'affermazione secondo cui il testo di legge non sia il frutto delle differenti interpretazioni della coalizione, ma sia un testo emerso improvvisamente dal cilindro di un prestigiatore", ha affermato Pinna. Ed è invece un testo che viene dal cuore del programma della coalizione. Questo progetto è l'espressione della coalizione di Sardegna Insieme, che ha una sola parola, che emerge proprio dalla ricchezza delle differenze. Di certo, la maggioranza non è una coalizione allo sbando; ma un coalizione che ha un nocchiero, e che sa da dove parte e dove deve giungere. Allargando lo sguardo alle tematiche dello sviluppo, e prendendo spunto dal fatto emergente della crisi scongiurata nello zuccherificio di Villasor, ha affermato il timore che la Sardegna stia uscendo dal mercato. Ma solo le regole che oggi possono apparire vessatorie, sono necessarie per restituire la speranza di sviluppo, come suggerito dall'UE. E ciò vale anche per questa materia ambientale, che è "il primo marcatore di identità che sta alla base della produzione di ricchezza e della sua equa distribuzione". Questa è la vera urgenza: senza la capacità di preservare il paesaggio nella sua valenza complessiva, (che sta venendo meno sia nella interezza sia nei suoi aspetti particolari) si rischia che venga a cadere ogni progetto di sviluppo. Ne consegue, a detta dell'oratore, che senza un piano paesaggistico a monte non si può realizzare un conseguente piano urbanistico che è in esso inserito.
Per tutto ciò non si può condividere un processo di sviluppo basato su un sistema schiacciato sulle zone costiere. Questo provvedimento è la base da cui passa il concetto di "sistema integrato" della Sardegna. Il sistema sardo deve assumere un connotato reticolare, in cui le coste rappresentano uno dei vari elementi. Solamente un territorio che sa darsi dei programmi può avere un futuro, ha poi affermato Pinna, se si guarda al paesaggio non come ad una cornice, ma come ad un valore.
Questa legge ha concluso nasce da un programma, e come tale intende fare la Sardegna da uno stato di stagnazione.Per questa maggioranza l'urbanistica è al primo posto; questo spiega la priorità assoluta rispetto altri adempimenti, come l'assestamento di bilancio e lo stesso Dpef: lo ha detto l'on. Giorgio Oppi (UDC) ribadendo che la legge "salvacoste" poteva attendere qualche settimana, favorendo - fra l'altro - un confronto corretto fra maggioranza e opposizione. Si è preferito andare avanti frettolosamente con un blocco "inutile e pericoloso" perché "mette sul lastrico imprenditori che operano all'interno di leggi vigenti" e non riconosce diritti acquisiti "che sono sacri". E' grave anche il fatto che la legge non nasce dall'organo legislativo (il Consiglio), come avveniva nella passata legislatura, ma "è imposta dall'esecutivo". Ma che senso aveva , fin dall'inizio, assumere un provvedimento "platealmente illegittimo" perché, fra le molte considerazioni possibili, non tiene conto del quadro legislativo vigente? Dov'era - si è chiesto l'esponente UDC - l'urgenza? Qualcuno, anche in aula, ha affermato che bisognava mettere freno "a una pressione antropica esagerata". E' una giustificazione? No di certo se si considera che la Sardegna ha "una densità di popolazione che supera soltanto la Siberia". Qualche altro ha parlato contro il pericolo di altre speculazioni, pensando di trovare la soluzione ambientale non con un progetto per elevare lo standard della qualità della vita, ma a colpi di divieti. Ci saranno ripensamenti? Il centrosinistra parla di alcuni emendamenti che modificheranno alcuni aspetti della legge. "Noi aspettiamo e speriamo", convinti, peraltro - ha aggiunto Oppi - che in virtù delle illegittimità su richiamate, "la legge finirà alla Corte Costituzionale". Ricordato che in materia lo Stato ha competenza esclusiva e che l'intervento sulle isole Eolie ("che appartengono alla Sicilia, regione che gode di un'autonomia superiore alla nostra") lo dimostra, il capogruppo Udc ha giudicato un danno per tutti i blocco indiscriminato di qualunque iniziativa soggetta a autorizzazione, fosse quella per sostenere la capacità produttiva di un territorio, sia essa di carattere agricolo o industriale. Non è - ha concluso - una bella prospettiva, soprattutto per il Sulcis che sembra rivivere il dramma della chiusura delle miniere di Carbone negli anni 60 (quando tuttavia c'era l'alternativa del polo metallurgico): se non si potrà realizzare un depuratore o un impianto decisivo per un processo produttivo, "seimila buste paga saranno a rischio".
L'on. Antonio Biancu (La Margherita) ha voluto dare il "buon esempio" autoriducendo a solo cinque minuti il proprio intervento (per la discussione generale ne sono previsti venti) per accelerare la discussione e sventare il tentativo dell'opposizione di rallentare i lavori. Cinque minuti sono più che sufficienti - ha argomentato - per arricchire il dibattito. Quanto agli effetti della legge, non ci saranno conseguenze sullo sviluppo economico. Se un ritardo c'è, è dovuto a cinque anni improduttivi del centrodestra. Il centrosinistra, al contrario, vuol fare seguire alle promesse elettorali fatti concreti. Al centro del provvedimento "salvacoste" una convinzione, condivisa da tutti: non esiste crescita di lungo periodo se non ci sarà la difesa delle coste, risorsa non rinnovabile e, come tale, da preservare. Ma il problema dello sviluppo deve coinvolgere tutta l'Isola, con una integrazione fra zone costiere e zone interne, alla ricerca di un nuovo modello che consenta una equilibrata politica del territorio. Respinto al mittente il giudizio di integralismo, l'on. Biancu - che ha ricordato come alcuni vincoli saranno ridotti attraverso le norme transitorie, ha ribadito che la legge fa cessare il vuoto normativo e "l'anarchia edificatoria ereditata dal centrodestra".
Dopo "la mattanza" dei Ptp, bisognava mettere un freno a maglie urbanistiche larghe "che potrebbero far passare inconfessabili appetiti", ha sostenuto l'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az), ricordando come sia la giunta Palomba che quelle del centrodestra hanno perso tempo in polemiche anziché occuparsi dei problemi concreti della Sardegna. Se l'elettorato ha premiato Soru - ha aggiunto - lo ha fatto riconoscendo chiarezza nel suo programma. Ciò non toglie che il provvedimento in discussione è carente sotto alcuni profili: la burocrazia la fa ancora da padrona con inevitabili perdite di tempo; non si parla di valutazioni di impatto ambientale, né di lotta a un abusivismo che non abbassa ancora il capo; ma, soprattutto, non ci sono risorse umane sufficienti per monitorare la situazione. C'è silenzio sulla "agenzia del litorale", annunciata e dimenticata. Il risultato finale non può prescindere dalla conoscenza e dalla gestione dell'informazione, obiettivo sul quale occorre concentrare gli sforzi. Altrimenti anche le buone intenzioni potrebbero rivelarsi insufficienti.
"Nel centrodestra c'è preoccupazione, c'è imbarazzo. Hanno capito che questa maggioranza vuole fare sul serio". L'onorevole Siro Marrocu (DS) ha sottolineato il diverso modo di comportarsi di questa coalizione: si è passati dalla politica annunciata a quella reale; ma il centrodestra non ha perso il vizio di sottrarsi al confronto, di cercare di evitare che si stabiliscano norme e regole chiare e certe. Anche la minaccia di presentare mille emendamenti, a questo progetto di legge, è la chiara manifestazione di voler rifiutare un sereno confronto, di non voler dare alcun contributo alla elaborazione di un provvedimento tanto atteso ed importante.
Esaminando la situazione politica generale, Siro Marrocu ha ricordato che "questa coalizione" ha sempre avuto grande rispetto per le posizioni delle altre forze politiche, che non ha mai considerato "buoni" i consiglieri che stavano da una parte e "cattivi" quelli schierati dall'altra, così come non ha mai sposato posizioni velleitarie o quelle dell'ambientalismo di maniera. Però, questa Coalizione ha come punto irrinunciabile del suo programma di governo quello della tutela delle coste.
La Sardegna è bellissima, ha aggiunto Siro Marrocu, ha un immenso, straordinario patrimonio, quello delle sue bellezze naturali, che possono essere valorizzate solamente con "un nuovo progetto di sviluppo".
Il vecchio modello è fallito, ha detto ancora il capogruppo dei DS, i risultati di quelle scelte sono sotto gli occhi di tutti; quelle esperienze non potevano essere ripetute, "occorre cambiare le linee strategiche, noi lo faremo puntando sulla reale valorizzazione delle nostre risorse naturali, che non possono essere ulteriormente compromesse". D'altro canto, il cemento che ha invaso le coste non ha favorito la nascita di un reale sistema turistico. Ne hanno tratto benefici solamente pochi proprietari terrieri e qualche affarista, quasi sempre non sardo, che hanno realizzato operazioni immobiliari e finanziarie che non hanno portato benessere alla società sarda.
Scelte che hanno, invece, impoverito l'economia isolana, perché si è persa "qualità" ed è diminuita, quindi, nel complesso anche la competitività del sistema produttivo sardo. A questo punto c'è veramente bisogno di un "vero dibattito, di un confronto serio e corretto" per fissare le regole del confronto democratico, ma anche dello sviluppo sul quale puntare. "Giochiamo a bocce ferme, ha aggiunto Siro Marrocu, troviamo il modo di elaborare un programma che ci permetta, realmente, di progredire" rispettando le nostre ricchezze, il nostro ambiente. In sostanza, si possono studiare anche interventi nella fascia dei duemila metri, ma devono essere fissate regole e norme vincolanti. Non si può operare come nel lontano 89, quando in un comune della costa occidentale, mentre stava per entrare in vigore la legge urbanistica 45, in una notte vennero approvate 800 o 900 lottizzazioni di ogni genere e tipo, molte delle quali non sono state ancora realizzate "ma vagano, disponibili, di qua e di là".
Episodi di quel genere non devono ripetersi, ha concluso Marrocu, perché questa coalizione vuole tutelare, salvaguardare, conservare e valorizzare ciò che deve essere salvaguardato, tutelato, valorizzato, conservato. E lo farà, perché questa è una coalizione che ha un leader riconosciuto, un programma sul quale ha costruito il consenso, perché ha la capacità di confrontarsi al suo interno e di giungere a sintesi, anche partendo da posizioni che possono apparire distanti, se non contrastanti. "Questa maggioranza ha la forza e la capacità di fare sintesi, sintesi vere, ha concluso Marrocu, diverse da quelle false che si raggiungevano nella passata legislatura, quando la maggioranza non esisteva".L'intenzione, annunciata, di presentare molte centinaia di emendamenti aveva un unico scopo: costringere questa maggioranza ad un reale confronto, su un tema delicato quale è quello del vincolo delle coste". Il capogruppo di FI, Giorgio La Spisa ha illustrato la posizione del suo gruppo su un tema di grande importanza, che ha sollevato polemiche e perplessità in molta parte della società sarda.
Questa non è una riforma, ha aggiunto Giorgio La Spisa, è un provvedimento presentato in tutta fretta per giustificare il decreto di blocco, deciso dal presidente, che scade tra qualche settimana. Un provvedimento non certamente di riforma, tanto è vero che è stato presentato come "temporaneo". Gli emendamenti, quindi, sono il mezzo democratico scelto per costringere il presidente Soru e la sua maggioranza ad un reale confronto nella sede più opportuna, l'Aula del Consiglio, dopo che lo stesso confronto era stato evitato, negato, nel corso dei lavori della Commissione di merito.
Ora, con queste nostre proposte faremo conoscere il reale contenuto di questo provvedimento, faremo capire alla gente quali sono i reali obiettivi di questa Coalizione. "Faremo conoscer cosa avremo fatto, faremo sapere cosa avremo proposto per valorizzare le bellezze naturali della nostra isola, che vogliamo difendere e tutelare quanto voi; ma che non vogliamo imbalsamare, ne impedire che vengano godute o utilizzate per produrre ricchezza".
In Commissione, ha detto anche Giorgio La Spisa, il confronto è stato negato, come non sono state ascoltate, prima del licenziamento del provvedimento, le organizzazioni professionali, le associazioni imprenditoriali, quelle ambientaliste. Queste associazioni, però, si sono fatte ugualmente sentire e hanno violentemente contestato queste norme, le hanno criticate, nel merito, anche quando dicevano di condividerne lo spirito.
Quelle critiche, quelle proposte di modifica sono state recepite e gli opportuni emendamenti saranno presentati ed illustrati nell'Aula consiliare.
Questo provvedimento, chiaramente ispirato dalle associazioni ambientaliste, ha detto anche La Spisa, impedirà che in Sardegna arrivino notevoli flussi finanziari, che verranno dirottati in altre zone; porterà a scelte di pianificazione paesistica che avranno pesanti ripercussioni sull'intero territorio regionale.
"Quello che meraviglia, ha detto anche il capogruppo di FI, è l'acritica accettazione, da parte di questa maggioranza, delle posizioni, delle idee degli ambientalisti più intransigenti". In 18 mesi, quanto durerà il blocco, si sarebbe potuto fare un buon piano urbanistico territoriale, si sarebbe potuta fare una buona legge regionale.
Le norme attualmente in vigore, tra l'altro, garantiscono e tutelano il paesaggio; le coste e le zone particolarmente belle non avrebbero, quindi, corso alcun rischio, perché in materia ambientale, in Sardegna, non esiste alcun far west.
"La verità, ha concluso La Spisa, è che questa maggioranza, arrogante, non ha alcuna intenzione di confrontarsi con le altre forze politiche ed è spinta da una vecchia concezione dello sviluppo e della pianificazione urbanistica". Il blocco delle coste porterà alla creazione di una vera e propria "riserva indiana", trasformerà la Sardegna in "una torta di panna montata, tutta contenta per non essere stata mangiata".
Con questi progetti, con questo modo di vedere le cose, ha concluso Giorgio La Spisa, "il sistema Sardegna sarà un bel territorio incontaminato, dove venire qualche giorno, e poi andar via, perché non ci sono possibilità di lavoro e di sviluppo. Per noi, la politica del territorio è un'altra cosa".Le posizioni dell'Esecutivo, al termine del dibattito sulla tutela delle coste, sono state illustrate dall'assessore all'Urbanistica, Gianvalerio Sanna, il quale ha voluto ringraziare la maggioranza e la Commissione di merito per il "contributo dato al miglioramento del testo" attualmente all'esame dell'Aula.
Un provvedimento temporaneo, "uno strumento provvisorio" perché gli scenari futuri devono essere costruiti con studi approfonditi e con determinazione. Un compito al quale questa maggioranza si accinge con grande chiarezza di idee.
In questi anni si è acquisita una maggiore coscienza dei problemi ambientali, ha detto Gianvalerio Sanna, che ha portato ad un profondo cambiamento nel rapporto tra l'uomo e la programmazione del suo territorio. Esaminando la lenta evoluzione del processo programmatorio della risorsa ambientale, l'assessore dell'Urbanistica ha voluto ricordare come le direttive comunitarie abbiano, con forza, introdotto anche nella legislazione nazionale, il concetto di tutela ambientale, di rispetto delle risorse naturali. Si è assistito ad una profonda evoluzione culturale, che impone ora un diverso metodo nell'affrontare questi temi, nel capire la sfida del nuovo, nell'elaborare i nuovi programmi di intervento che devono basarsi sui criteri di tutela, sul rapporto tra le misure di salvaguardia e l'opportunità degli interventi ammissibili.
Dal 1939 ad oggi, ha detto anche Gianvalerio Sanna, questi rapporti sono cambiati, ma è ormai un concetto largamente condiviso quello che la tutela degli interessi urbanistici non può prescindere dalla tutela paesistica.
Quindi, anche questa coalizione, nel tracciare le linee della sua politica ambientale, urbanistica, di sviluppo economico non può prescindere dall'esigenza di difendere, tutelare le risorse, le bellezze della nostra isola.
Questo provvedimento, in sostanza, ha detto ancora Gianvalerio Sanna, è un punto fermo, dal quale partire per disegnare nuovi scenari, per decidere un nuovo percorso "con dignità e coerenza".
In ogni caso si parte verso il futuro, che deve essere caratterizzato da una reale "pianificazione paesistica". Per toppi anni si è avuto a che fare con l'irrisolta questione vincolistica, ha detto anche l'esponente dell'Esecutivo, in troppe occasioni si è assistito alla modifica dei vincoli e degli indirizzi.
Una situazione di disagio, alla quale era necessario porre rimedio. Adesso, s stanno delineando le linee di un nuovo processo di sviluppo, ed a queste linee saranno adeguate anche le norme in materia urbanistica, sarà predisposto un unico piano regionale, per avere una reale visione d'insieme. Questo provvedimento, infine, sarà approfondito, esaminato anche con i rappresentanti degli enti locali, con quelli delle organizzazioni economiche, professionali, con tutte le categorie produttive e no, interessate alla difesa del patrimonio ambientale isolano.
Le scelte urbanistiche sono scelte di autonomia, ha detto anche Sanna. La crisi del settore industriale è ormai irreversibile ed il turismo può essere una risorsa alternativa, ma deve essere caratterizzato, spinto, da nuove scelte. "Non esiste, in ogni caso, una economia di perimetro", nel senso che le coste non possono essere l'unica parte della Sardegna in grado di segnare un favorevole processo di crescita. Lo sviluppo, per l'assessore, deve essere "reticolare" deve investire tutte le zone isolane, quelle interne e quelle intermedie che "tra loro devono creare le necessarie sinergie, i più opportuni collegamenti".
Per troppi anni si sono evitati i confronti, tra le forze politiche e con i cittadini, ha concluso Gianvalerio Sanna. Ora, questa maggioranza è aperta ed ogni forma di collaborazione, è pronta al confronto, per disegnare gli scenari futuri di sviluppo e di progresso, nell'esclusivo interesse della Sardegna.
L'intervento dell'assessore dell'Urbanistica ha concluso la discussione generale sul provvedimento all'attenzione dell'Aula. Per decidere sul proseguo dei lavori, il presidente Spissu ha, quindi, sospeso la seduta e convocato la conferenza dei presidenti dei gruppi.Alla ripresa dei lavori il presidente Spissu, dopo aver annunciato la presentazione di 860 emendamenti, ha posto in votazione il passaggio all'esame degli articoli.
La votazione ha dato il seguente esito:
Presenti: 73; Votanti: 71; Astenuti: 2; Si: 45; No: 26.
Il passaggio all'esame degli articoli è stato approvato.
Il presidente, prima di chiudere definitivamente la seduta, ha quindi comunicato che l'esame del testo sulla tutela paesistica proseguirà mercoledì mattina e si andrà avanti anche giovedì con sedute che si concluderanno verso le 22, 22.30. Martedì pomeriggio, invece, il Consiglio si riunirà, in seduta straordinaria, per l'esame di una mozione urgente presentata dal centrodestra.
I lavori del Consiglio riprenderanno
martedì 2 novembre alle ore 16.30.